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stica. Non è solo organizzazione degli
elaborati negli anni in cui egli era stu- spazi: è relazione con il luogo e con il
dente di architettura - pazientemente cosmo.
ordinati dal suo allievo Hernando Ba- Dai viaggi, dagli studi sulle architetture
raya -, colpiscono alcune acute rifles- precolombiane e dalla permanenza per
sioni che rivelano la ricerca di un le- lunghi periodi presso le comunità con-
game profondo fra l’architettura e il tadine del suo Paese,Baresh sviluppa l’a-
luogo. Un legame che va al di là del- more per la natura, per le proporzioni e
l’oggetto architettonico e che si esplica le forme semplici, i materiali umili di
in un atto quasi di possesso spirituale cui è fatta l’architettura locale; coglie
dell’ambiente. “La territorialità del- l’importanza di elementi tradizionali
l’uomo - annota Baresch - è stata elimi- come il patio.In seguito,quando diverrà
nata dall’architetto che obbedisce, nel docente presso l’Universidad Javeriana, a
suo commercio architettonico, alla so- partire dal 1982, solleciterà i suoi allievi
cietà consumista”. Mantenere il legame alla riflessione su questi temi e a dare va-
territoriale garantisce all’uomo la sua li- lore alle proprie radici architettoniche.
Nella sua breve e intensa attività profes-
herbert baresh sionale – muore all’età di 37 anni – Ba-
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Sezione nord-sud
(disegno elaborato dall’autore).
Legenda:
1. sala da pranzo
2. cucina
3. lavanderia
4. passaggio aereo (ponticello metallico)
5. patio-giardino
6. soggiorno
7. piccolo patio centrale
6 4
1 2 3
5 7
Prospetto ovest.
10
11
7 9 Pianta
D
8 (disegno elaborato dall’autore).
Legenda:
1. ingresso
2. sala da pranzo
C
3. cucina
E
6 4. lavanderia
B
1 5. passaggio aereo (ponte metallico);
6. soggiorno
5 7. scala al piano superiore (studio)
8. passaggio
9. wc
10. camera da letto
2 4 11. sala da bagno
3 A) giardino
A B) patio di ingresso
C) patio centrale
D) specchio d’acqua (stagno)
E) piazzale di accesso, sosta autoveicoli
39 PROGETTI
sione di scorcio dei volumi adiacenti
della casa. L’accesso alla residenza è
‘compresso’ in un recesso murario, in
ombra, ed obbliga il visitatore a girare di
90 gradi. Passata la soglia, si entra in uno
spazio di grande altezza, illuminato da
un piccolo patio interno e da sottili ta-
gli vetrati ricavati fra due falde di coper-
tura poste a differenti livelli. Qui si
aprono improvvisamente visuali e pro-
spettive esplorative: di fronte, l’accesso
alla sala da pranzo e alla cucina legger-
mente rialzata; sulla destra, un passaggio
su un ponticello metallico completa-
mente vetrato che attraversa il piccolo
patio centrale (C) per portare al sog-
giorno; alle spalle, costeggiando la
grande vetrata che guarda sul patio for-
mato da gradoni con vasi di piante, il
percorso che porta alla camera da letto
padronale, su una quota leggermente
più elevata, e allo studio al piano supe-
riore. È un susseguirsi di sollecitazioni
sensoriali: la vista dall’ingresso verso la
sala da pranzo è inframmezzata da una
sorta di quinta in laterizio che non va
fino a soffitto, lasciando intravedere la
complessa struttura di sostegno del
tetto; sul piano retrostante, si staglia il
muro cieco che delimita il lato ovest di
questi ambienti sovrastato dal finestrone
triangolare posto nel timpano della co-
pertura; solo entrando nella sala, lo spa-
zio si espande nel senso trasversale al
percorso di ingresso con la grande ve-
trata che guarda la vallata (lato nord) con
lo scorcio del ponticello e del corpo
sporgente del soggiorno e l’affaccio in
basso sul patio maggiore posto ad un li-
vello inferiore (A). Sul lato sinistro,
Vista esterna
un’altra vetrata, di fronte alla cucina, co- del soggiorno
munica con il patio di ingresso (B). Una (foto: Castañeda).
studiata variazione luminosa e visiva ac-
compagna l’esplorazione e, al tempo
stesso, consente di ‘appropriarsi’ con
continuità, attraverso gli scorci, degli
spazi della casa. Punti focali, dunque,
studiati sia per garantire intimità rassicu-
ranti, sia per ‘proiettarsi’ nella natura cir-
costante, fino in alto, nella volta celeste, Dettaglio della
struttura lignea
attraverso le grandi vetrate intagliate fra di sostegno della
le falde di copertura. copertura (foto: Gomez).
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All’articolazione dei corpi si accompa-
gna,infatti,quella delle coperture a falda
con forte pendenza. Per sostenere que-
ste coperture inclinate di laterizio, ridu-
cendone la spinta sulle pareti laterali,Ba-
resch interpreta un sistema costruttivo
tipico impiegato nelle abitazioni di
forma circolare indigene, conosciuto
con l’appellativo di El Rey, consistente
in un palo centrale – chiamato appunto
El Rey – sul quale convergono gli altri
sostegni del tetto. Baresch adatta il si-
stema alle forme quadrate e rettangolari
degli ambienti della casa, lasciando a vi-
sta suggestive strutture tridimensionali
lignee. Esternamente, fra le ampie su-
perfici in laterizio delle alte falde che
contraddistinguono la tettonica della
casa, spiccano i grandi timpani vetrati.
Emerge quello sul volume del sog-
giorno, lungo la parete ovest, che, unito
ad un’ampia finestra centrale, va a for-
mare una grande freccia orientata verso
l’alto. È un riferimento all’architettura
Maya che l’architetto investigava in quel
periodo interpretando alcuni simboli
cosmici, come la freccia della porta di
ingresso del tempio del Governatore di
Uxmal: un invito a guardare verso l’alto,
da dove proviene tutta la conoscenza e
l’energia vitale. ¶
Scheda tecnica
Progettista: Herbert Baresh
Collaboratori: Santiago Luque
Cronologia: 1983, progetto;
1984, fine lavori
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