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L'INTERVISTA
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A questo punto lei fa fare un giro insospettabile alla storia. Ci che fino a quel momento poteva essere una vicenda
tutta interna al mondo, quasi autistico, di Lorenzo, si trasforma in una nuova trama. E' come se lei si fosse trovato a un
bivio e dover decidere in che direzione mettere il romanzo.
"Effettivamente, non avevo ben chiaro come la storia si sarebbe sviluppata, una volta che Lorenzo si rifugia in cantina. E devo
confessare che la cosa per me era insolita, poich in tutti i miei libri precedenti sapevo benissimo lo sviluppo e il finale della
storia".
Lo sa inconsciamente o perch l'ha in qualche modo elaborata?
"Di solito passo molto tempo a raccontare la storia a quelli che mi stanno vicino. La smusso e l'arricchisco oralmente. E solo
quando ho la sensazione che sia definita, posso dispormi a scriverla. Ma a questo punto che insorgono i problemi".
Di che natura?
"Improvvisamente non ho pi voglia. E' come se mi sentissi appagato dalla parte orale. La storia chiara nella mia testa, ma non
vuole uscire. Possono trascorrere anche due o tre anni prima che mi decida. Scrivere per me il momento pi doloroso".
E' strano, avrei pensato il contrario. Che cosa questo dolore che prova?
"E' una sensazione di profondo fastidio. Come, stando di fronte a un piatto di cose buonissime, avere fame e nello stesso tempo
avvertire una nausea fortissima. So che ogni volta che comincio a scrivere posso impantanarmi sulla prima pagina anche tre
mesi: cambio un aggettivo, sposto una parola, rivedo una frase, modifico radicalmente un periodo. Poi, come di incanto, il blocco
sparisce e divento velocissimo".
Torniamo a Lorenzo e alla sua cantina.
"S, questa situazione mi ha fatto venire in mente la vicenda di Gordon Pym che si chiude nella stiva della nave e Poe che va
avanti per pagine e pagine a raccontare questa clausura. A me piaceva. Ma sentivo anche che Lorenzo aveva bisogno di un
confronto, con qualcuno che lo stanasse, richiamandolo alla realt. Cos nato il personaggio di Olivia".
Che una figura bella e tragica. Con un finale che si presta a due osservazioni. La prima che la conclusione un po'
strappalacrime.
"Effettivamente coloro che hanno letto il romanzo si sono emozionati. L'altra osservazione?".
E' come se lei dovesse freddamente sacrificare una delle due figure: Olivia o Lorenzo. Insomma non c'era spazio per
entrambi?
"Potevo scegliere un finale aperto. Ma quella ragazza, con la sua grande forza ed energia, al tempo stesso esposta a una
grande debolezza. Ed solo perch lei si perde completamente, cancellandosi, che Lorenzo pu aspirare a una vita diversa, pu
finalmente uscire dal suo bunker".
Il sacrificio da un lato e il senso di colpa dall'altro?
"Sono il motore dei ricordi. Senza i quali Lorenzo - ma direi tutti noi - non avrebbe pi un passato. La sua forza di adolescente
anche quella di imparare a ricordare".
Come fanno i giovani protagonisti di Stephen King, scrittore al quale lei rende pi di un omaggio, anche in questo
nuovo romanzo. Anche in King - viene in mente quel capolavoro assoluto che It - l'adolescenza riveste un ruolo
fondamentale.
"King stato uno dei miei autori di riferimento. L'idea geniale di It, che i mostri possono vederli solo i bambini. E poi, l'altra cosa
straordinaria, che questo gruppo di adolescenti, destinati a combattere il maligno, composto dagli ultimi, cio da ragazzi
esiliati, emarginati, vessati, ignorati. In fondo, Lorenzo potrebbe essere uno di loro".
L'adolescenza un mondo che lei ripropone in quasi tutti i suoi romanzi, tranne forse nell'ultimo, Che la festa cominci,
cos' che l'attrae?
"Il progressivo esaurirsi della fantasia. Questo dramma, che implica il mutamento e l'iniziazione, mi attrae enormemente. Per
tutto un lungo periodo l'adolescente vive in un eterno presente, poi all'improvviso si chiede che tipo di persona diventer, cosa lo
aspetta, con chi dovr fare i conti. E a quel punto deve cominciare a confrontarsi con gli altri, deve imparare a sacrificare una
parte di s in nome del gruppo. Ecco, questo passaggio, spesso traumatico, mi affascina".
L'adolescenza odierna molto pi complicata e contraddittoria che non in passato. Che cosa vi nota?
"Noto una grande capacit di rimuovere. Per cui un adolescente pu andare bene a scuola, ricordarsi del regalino alla
fidanzatina per San Valentino, portare i fiori alla mamma e poi dare fuoco a un barbone. E tutto questo accade grazie alla facolt
di dimenticare. Per cui, il piano morale e quello immorale non entrano quasi mai in conflitto, ma si sovrappongono. Per
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l'adolescente 'sembrare' la parola chiave. Sembrare agli occhi degli altri ci che non si , e che forse non si diventer mai.
Anche sembrare cattivi pu produrre danni incalcolabili e irreversibili".
Lei non molto tenero con i padri. Ne sono i responsabili?
"E' il vero terreno di scontro, lo specchio nel quale l'adolescente si rivede continuamente. Ma alla fine non neanche un
problema di pedagogia, di comunicazione. E' la scelta che ciascuno deve saper affrontare in perfetta solitudine".
(26 ottobre 2010)
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