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IX Convegno Nazionale dellAssociazione Italiana di Ingegneria Agraria

Ischia Porto, 12-16 settembre 2009


memoria n. 3-35

ANALISI DI CAMPO SULLA TEORIA DELLA GEOMETRIA


IDRAULICA APPLICATA AI TORRENTI MONTANI
V. DAgostino, A. Vianello
Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali, Universit degli Studi di Padova

SOMMARIO
Nel 1953 Leopold & Maddock proposero la nota teoria della geometria idraulica,
suggerendo di assumere la portata a piene rive di un corso dacqua come unica
variabile, dominante ed indipendente, nel determinare larghezza, profondit e velocit
media della corrente. In particolare, secondo questa teoria, si possono assumere tre
leggi di potenza di forma monomia le quali, procedendo verso valle (downstream
variation) oppure a livello locale sulla sezione (at-a-station), esprimono landamento
delle tre grandezze in funzione della portata. Secondo lequazione di continuit, tanto
il prodotto dei coefficienti che compaiono in queste tre leggi, quanto la somma degli
esponenti (b, f, m) deve risultare pari allunit. Si condotta una specifica analisi di
campo su due torrenti dellarea dolomitica (Cordevole e Felizn, Belluno) con
lobbiettivo di verificare lapplicabilit della teoria a corsi dacqua a forte pendenza e
scabrezza. I due torrenti presentano dinamiche dalveo ben distinte: il rio Cordevole ha
il fondo corazzato, dominato da rapide e step pool e riceve un apporto modesto di
sedimenti dalle sponde; il rio Felizn caratterizzato da un letto in ghiaia e ciottoli e
da unit morfologiche a riffle pool e letto piano, con presenza occasionale di rapide e
step. Le misure condotte hanno evidenziato che la teoria risulta globalmente valida e
mostra qualche debolezza nellequazione che stima la velocit media della corrente
verso valle (torrente Cordevole). Lanalisi at-a-station (rio Felizn) ha dimostrato
ancora lapplicabilit della teoria ed ha suggerito un legame tra il comportamento
cinematico della sezione e la tipologia di unit morfologica cui essa appartiene; la
somma dei valori quadratici degli esponenti b, f, m sembra infine un promettente
indicatore del livello di stabilit dellunit morfologica.
Parole chiave: geometria idraulica, morfologia fluviale, dinamica dei torrenti.
1 INTRODUZIONE

La portata a piene rive o al bankfull viene spesso identificata come portata


formativa, poich essa in grado di modellare lintero perimetro del canale,
determinandone la forma e la morfologia della sezione, senza per causare
sconvolgimenti nellassetto del corso dacqua. Leopold et al. (1964) hanno identificato
quale intervallo di ricorrenza probabile della portata a piene rive un valore medio di 1.5
anni. Carling (1983) ha osservato che la maggior parte dei cambiamenti morfologici e

V. DAgostino, A. Vianello

degli adattamenti di un corso dacqua alluvionale avviene attraverso eventi abbastanza


frequenti e di modesta intensit aventi frequenza annuale o poco pi.
Studi quantitativi sulla portata di piene rive e sulla relativa larghezza del canale sono
stati condotti da diversi ricercatori come, ad esempio, Wolman (1955), Richards,
(1976), Williams (1978), Andrews (1980), Carling (1988), Emmett & Wolman (2001).
Queste indagini hanno cercato di comprendere il legame funzionale fra portata liquida e
geometria del corso dacqua, intesa come la ricerca di un equilibrio dinamico dello
stesso. La maggior parte delle ricerche relative alladattamento del canale alla portata
liquida transitante, a prescindere dai caratteri sedimentologici e climatici dellarea di
studio, concordano nellindividuare una relazione di proporzionalit diretta fra
larghezza al bankfull e corrispondente portata formativa; la relazione segue, in quasi
tutti i casi indagati, una legge di potenza. Meno numerose sono le indagini condotte
sulla condizione di piene rive nei torrenti montani a forte pendenza. Essi sono
caratterizzati da unit fluvio-morfologiche ben differenziate (rapide, step pool, riffle
pool, tratti incisi, letto piano) e assai variabili spazialmente (DAgostino & Lenzi, 1998;
Lenzi et al., 2000), da un notevole grado di corazzamento del letto in presenza di
granulometrie grossolane dei sedimenti e da condizionamenti esterni spesso assai
marcati, quali gli affioramenti rocciosi, le aree in frana, la morfologia della valle. La
teoria della geometria idraulica, sviluppata da Leopold & Maddock (1953) e ripresa in
seguito da Dunne & Leopold (1978), descrive i parametri geometrici del corso dacqua
e la sua velocit media come funzioni della portata liquida (Q) e si basa sul concetto che
il sistema fluviale tende ad adattare la sua geometria in un modo tale da produrre un
equilibrio dinamico tra contorno bagnato, portata liquida e portata solida. Ladattamento
geometrico pu valutarsi o in corrispondenza di una sezione fissa del canale (at-astation) o procedendo verso valle (downstream variation), ma sempre considerando la
portata Q (m3/s) come variabile indipendente e dominante. Le relazioni principali della
teoria della geometria idraulica sono cos espresse:

B = a Qb

(1)

Y =cQf

(2)

V = k Qm

(3)

dove B, Y (in m) e V (m/s) sono, rispettivamente, larghezza al pelo libero, profondit


media (As/B; As=area bagnata) e velocit media della corrente. Dallequazione di
continuit risulta che:

Q = B Y V = a Q b cQ f k Q m

(4)

Dalleq. (4) si deduce che le costanti devono soddisfare le due condizioni:

a ck =1

(5)

b+ f +m=1

(6)

I coefficienti (a, c, k) e gli esponenti (b, f, m) assumono valori differenti e specifici a

Analisi di campo sulla teoria della geometria idraulica applicata ai torrenti montani

seconda che, nello stesso corso dacqua, si analizzi la geometria idraulica a livello di
singola sezione o locale (at-a-station) per differenti stati idrometrici della corrente
oppure considerando un tratto di corso dacqua interessato dalla portata di piene rive e
procedendo verso valle (downstream). E stato anche verificato, mediante revisioni
estese dei dati di letteratura (Park, 1977), che, sia a livello di sezione sia procedendo
verso valle, gli intervalli di esistenza di coefficienti ed esponenti (Tabella 1) sono molto
ampi e che il proporne dei valori medi pu solo servire a dare la falsa impressione di
una regolarit che in realt non esiste (Leopold, 1994). Lunico esponente per il quale
emerge una certa convergenza (Brush, 1961; Emmett, 1975) per diversi ambienti
geografici e ordini di grandezza della portata quello che compete alla larghezza nell
eq. (1), quando essa viene valutata a piene rive nel suo sviluppo verso valle (b0.5). Lo
stesso Park (1977) ne ha evidenziato un valore modale compreso nella classe b=0.4-0.5.
Leopold & Langbein (1962) hanno dedotto per via teorica i valori degli esponenti
delle equazioni (1), (2) e (3) (Tabella 1), utilizzando il concetto di entropia. Per il
secondo principio della termodinamica lentropia la misura della distribuzione di
energia attraverso un sistema. Tanto pi lenergia viene dispersa o distribuita in maniera
uniforme allinterno di un sistema aperto, tanto pi lentropia cresce e al tempo stesso
diminuisce la possibilit che lenergia sia spesa per compiere un lavoro meccanico. I
due ricercatori assumono che la massima produzione di entropia in un sistema aperto
(corso dacqua) venga soddisfatta dalla massima distribuzione probabile di energia nel
sistema. Leopold e Langbein, considerando che gli esponenti sono la misura della
varianza delle relative variabili (B, Y, V), individuano lo stato pi probabile come quello
la cui varianza totale minima, fermo restando il vincolo di obbedire alle leggi
dellidraulica. Le variazioni sono rappresentate dai quadrati degli esponenti. In tal
modo, se B, Y e V sono scelte come uniche variabili dipendenti, si ottiene la
minimizzazione della somma b 2 + f 2 + m 2.
Nel presente lavoro si condotta unindagine di campo con lobiettivo di
approfondire la teoria della geometria idraulica applicata ai torrenti montani. Si inteso
valutare se gli esponenti siano in grado di riflettere lo stato di equilibrio dei torrenti e se
sussista un legame fra i valori degli esponenti e le unit fluvio-morfologiche.
Condizione
locale (at-a-station)

0.00-0.59

0.06-0.78

0.07-0.71 (0.84)

0.23

0.42

0.35

0.08-0.89

0.09-0.70

0.51-0.71

0.55

0.36

0.09

locale teorica
verso valle (downstream)
verso valle teorica

Tabella 1. Esponenti b, f, m delle equazioni (1)-(3): intervallo dei valori riportati da Park (1977)
e valori teorici proposti da Leopold & Langbein (1962); il valore di m tra parentesi stato
determinato da Lee & Ferguson (2002) per un torrente a step pool.

2 SITI DI INDAGINE E METODOLOGIE

Si sono svolte le indagini in due bacini montani delle Alpi Orientali: lalto torrente
Cordevole chiuso a Vizza (Belluno) con una area drenata di 7.1 km2 ed il rio Felizn,

V. DAgostino, A. Vianello

immissario del torrente Boite (Cortina dAmpezzo, Belluno); il rio, al termine del tratto
indagato drena una superficie di 29.9 km2. Il torrente Cordevole ha una pendenza media
del collettore principale del 14%, presenta un alveo corazzato con granulometrie
grossolane abbondanti (ciottoli e massi) e riceve un apporto modesto di sedimenti dai
versanti e dalle sponde. Le tipologie morfologiche che prevalgono sono i tratti colluviali
nella zona di testata cui seguono, intervallati, rapide e step pool (Figura 1-a)
(DAgostino & Vianello, 2004). Il rio Felizn nel tratto indagato ha una pendenza media
del 17% ed caratterizzato da un letto in ghiaia e ciottoli, in cui dominano unit
morfologiche a riffle pool e a letto piano cui si frappongono occasionali rapide a bassa
pendenza (Figura 1-b) e step pool di altezza modesta. Il torrente lambisce sponde
erodibili che costituiscono delle sorgenti di sedimento cospicue (Figura 1-b).

Figura 1. Esempio di un tratto dei torrenti indagati: a) Torrente Cordevole; b) Rio Felizn.

La campagna di misure ha riguardato la determinazione della geometria dei due


corsi dacqua e lesecuzione di una serie di misure di portata volte a definire i parametri
delle leggi della geometria idraulica nella condizione verso valle per il Cordevole e in
quella locale per il Felizn. Nel riconoscimento della condizione geometrica di piene
rive si utilizzato come indicatore il punto sommitale della sponda, quando essa non
risultava condizionata da incisioni del thalweg; la variazione netta della pendenza della
scarpata e le discontinuit vegetazionali hanno costituito degli ulteriori indicatori della
sezione di piene rive. Le misure topografiche sono state condotte con cordella metrica,
distanziometro laser, triplometro e clisimetro ottico. La metodologia di misura ha
comportato errori nella valutazione di B ed Y pari ad un massimo del 15%.
Nel caso del torrente Cordevole si percorso con continuit il corso dacqua
principale per una lunghezza di 2.7 km, campionando 118 sezioni con uninterdistanza
media di 20 m. I valori di B rilevati sono compresi tra un valore minimo di 0.4 m ed un
massimo di 6.3 m. Le profondit medie risultanti (Y) coprono lintervallo 0.2-1.3 m. La
stima del valore di portata al bankfull (Qbk, m3/s) da associare alle sezioni rilevate e alla
rispettiva area drenata sottesa localmente (Ax in km2) stata oggetto di una specifica
indagine (DAgostino & Vianello, 2005). Questa si avvalsa dei dati della stazione
ARPAV, che registra in continuo i deflussi, e delle misure di portata distribuite lungo il
reticolo e condotte mediante il metodo della diluizione salina. Le risultanze
dellindagine hanno fornito una portata di piene rive per la sezione di chiusura pari a
1.21 m3/s ed una relazione empirica per il calcolo di Qbk a partire dallarea drenata
(Qbk=0.16 Ax). Sempre grazie ai dati della stazione di monitoraggio (serie storiche dei
massimi annuali) stato possibile associare alla portata a piene rive un tempo medio di

Analisi di campo sulla teoria della geometria idraulica applicata ai torrenti montani

ricorrenza di 1.22 anni.


Lindagine sul torrente Felizn si concentrata su 6 sezioni che sottendono un tratto
dalveo della lunghezza di 1.7 km. Ciascuna sezione stata selezionata in modo da
appartenere ad una differente unit morfologica. Precisamente si sono scelti: un pool
isolato, un pool di riffle pool, un riffle, un tratto di letto piano, una rapida, uno step. In
ciascuna sezione si sono effettuate periodiche misure di portata a guado mediante
correntometro elettromagnetico e rilevando il campo di velocit per verticali successive.
Il calcolo della portata stata condotto con il metodo velocit-area (metodo della
sezione media), stimando un errore massimo del 8%. Il campo di Q, V, B ed Y misurati
il seguente: Q=0.40-2.50 m3/s; V=0.25-1.40 m/s; B=3.4-11.3 m; Y= 0.05-0.50 m. In ogni
sezione si sono svolte da un minimo di 5 ad un massimo di 7 misurazioni di Q, V, B e Y.
3 PRESENTAZIONE DEI DATI ED ANALISI DEI RISULTATI

3.1

Torrente Cordevole: la geometria idraulica verso valle

Le misure raccolte per il torrente Cordevole permettono di analizzare landamento


verso valle delle tre variabili larghezza, profondit media e velocit media in funzione
della portata di piene rive (Qbk) ricostruita localmente.
I dati sono stati rappresentati in un grafico avente forma bilogaritmica (Figura 2).
Due delle tre variabili, B ed Y, si dispongono approssimativamente lungo una retta,
indicando che le eq. (1) e (2) sono adeguate ad interpretarne landamento. Un po pi
dispersa sembra risultare la velocit media, la quale genera un discreto allineamento per
portate superiori a 0.100 m3/s ed una rosa di punti per le portate dellordine dei 10 l/s.
Ladattamento complessivo delle misurazioni alla teoria della geometria idraulica
stato effettuato senza porre condizioni e limiti a coefficienti ed esponenti ed
interpolando linearmente i dati nel piano logaritmico. I risultati ottenuti sono di seguito
riassunti:
- a=4.281; b=0.282 per leq. (1), con un coefficiente di determinazione R2=0.64;
- c=0.849; f=0.159 per leq. (2) con R2=0.58;
- k=0.274; m=0.429 per leq. (3) con R2=0.73.
I valori dello scarto (valore assoluto) medio percentuale fra dati misurati ed osservati
risulta pari al 20% per B, al 14% per Y e al 27% per V, confermando che la velocit V
soggetta ad una predizione meno accurata, mentre la profondit Y quella meglio
stimata.
La verifica, infine, delle condizioni di continuit che sono espresse dalle eq. (5) e
(6), porge i valori: a c k=0.996; b+f+m= 0.870. Se si considera che lo sviluppo
longitudinale del corso dacqua indagato di quasi 3 km e che il rilievo ha interessato
un tratto di corso dacqua montano morfologicamente molto tormentato e che evolve
rapidamente dalla sorgente verso valle, la condizione di continuit risulta nel complesso
discretamente rispettata.

V. DAgostino, A. Vianello

Figura 2. Sintesi delle misure effettuate sul torrente Cordevole: larghezza B, profondit media Y,
e velocit media del flusso V in funzione della portata di piene rive Qbk dalla sorgente verso valle.

3.2

Rio Felizn: la geometria idraulica locale

Le misure di B, Y e V condotte a scala locale nel rio Felizn e relative a 6 sezioni


di differente tipologia morfologica hanno consentito la calibrazione delle eq. (1)-(3).
Nellanalisi at-a-station la variabile indipendente Q non pi rappresentata dalla portata
a piene rive nei vari punti del reticolo ma dallescursione dei valori di Q che si
misurata in ogni singola sezione.
Nel caso specifico delle sezioni selezionate sul rio Felizn non si mai raggiunto,
in nessuna di esse, il livello di piene rive. Di conseguenza non risulta possibile
verificare la teoria della geometria idraulica verso valle come per il rio Cordevole.
La regressione dei dati a scala locale mediante le eq. (1)-(3) stata effettuata per le
equazioni linearizzate mediante trasformazione logaritmica. I risultati ottenuti sono
riassunti in Tabella 2. Vale la pena osservare che le relazioni riportate in tabella stimano
sempre le tre variabili dipendenti con un errore percentuale che non supera, nel peggiore
dei casi, il 16%. Non deve pertanto trarre in inganno il basso valore di R2 che
contraddistingue leq. (1) per le tre sezioni: pool isolata, pool di riffle e letto piano
(Tabella 2), poich i bassissimi valori dellesponente b (peraltro non inconsueti in
letteratura; Tabella 1) esprimono il mantenimento di un valore praticamente costante di
B al variare della portata. I valori medi dei tre esponenti seguono il seguente
ordinamento: b<m<f, ma in alcune sezioni (pool isolata, rapida, step) prevale
nettamente la variazione della velocit V rispetto alla variazione di Y. Nella Tabella 3
sono riportati i risultati delle verifiche effettuate sulla continuit idraulica (prime due
colonne), che mostrano una buona convergenza verso lunit come richiesto dalle eq.
(5) e (6). Nellultima colonna della stessa tabella compare anche il valore della somma
quadratica degli esponenti (b, f, m). La somma pu utilizzarsi per confrontare il grado di

Analisi di campo sulla teoria della geometria idraulica applicata ai torrenti montani

minimizzazione della varianza che si associa alle diverse tipologie morfologiche.


Eq. (1): B = a Q b

Unit
morfologica
della sezione

Eq. (2): Y = c Q f

Eq. (3): V = k Q m

R2

R2

R2

Pool isolata

10.371

0.057

0.23

0.202

0.374

0.99

0.487

0.453

0.93

Pool di riffle

5.407

0.086

0.20

0.224

0.567

0.94

0.769

0.298

0.95

Riffle

4.359

0.193

0.86

0.226

0.581

0.96

0.897

0.293

0.96

Letto piano

4.178

0.002

0.03

0.253

0.671

0.97

0.887

0.364

0.84

Rapida
Step

10.250

0.065

0.95

0.238

0.346

0.92

0.365

0.546

0.98

6.284

0.107

0.85

0.169

0.262

0.81

0.981

0.421

0.99

Tabella 2. Equazioni (1)-(3) calibrate sui dati sperimentali del torrente Felizn.

Unit morfologica
della sezione

ack

b+f+m

b2 + f 2 + m2

Pool isolata

1.02

0.88

0.348

Pool di riffle

0.93

0.95

0.418

Riffle

0.88

1.07

0.461

Letto piano

0.94

1.04

0.583

Rapida

0.89

0.96

0.422

Step

1.04

0.79

0.257

Tabella 3. Verifiche su coefficienti ed esponenti calibrati per le eq. (1), (2) e (3): sezioni del
torrente Felizn oggetto di indagine.

4 DISCUSSIONI

Le equazioni che regolano la geometria idraulica risultano formalmente indistinte sia


che si applichi la teoria verso valle sia che la si utilizzi a scala locale. I valori dei
coefficienti che si determinano nei due casi differiscono, per, sensibilmente, poich
diversi sono i meccanismi fisici che agiscono. Nel caso dellandamento longitudinale
verso valle si fa riferimento alla capacit di tipo idromorfologico che la portata
formativa (crescente) esplica nel modellare forma e dimensioni della sezione, autolimitando un eccessivo aumento di V. Il contorno bagnato mediamente stabile e si
posiziona nellintorno della soglia della mobilit dei sedimenti. Nel caso della
geometria locale si analizza il comportamento della sezione di tipo idraulico, senza
implicare obbligatoriamente lattivarsi di fenomeni di modellamento (erosione,
trasporto solido). Se si esplorano valori di portata inferiori a quelli formativi, la
geometria idraulica dovrebbe permettere di cogliere B, Y, e V previsti in funzione di Q
con una buona precisione, almeno fino a valori di Q<Qbk.
Con riferimento ai due casi di studio la teoria della geometria idraulica si rivelata

V. DAgostino, A. Vianello

ben adattabile, sia verso valle, sia a scala locale, anche a situazioni
morfologicamente piuttosto articolate, quali quelle che caratterizzano i torrenti alpini a
pendenze elevate (3.8%, rio Felizn) e molto elevate (14%, torrente Cordevole) e con
presenza al loro interno di morfologie a rapida e a step pool. In entrambi casi la
calibrazione delle equazioni, condotta senza porre vincoli a coefficienti ed esponenti, ha
sostanzialmente rispettato le condizioni di continuit espresse dalle eq. (5) e (6).
Lapplicazione di una funzione di potenza, che leghi portata a piene rive verso
valle e velocit media della corrente, non risultata invece in grado di seguire
landamento pulsante (Figura 2) che si accompagna alle variazioni morfologiche locali
ed ha sofferto di approssimazioni ancora maggiori andando ad esplorare tratti dalveo
appartenenti ai segmenti del primo ordine. Le incertezze sembrano prevalentemente
legate al risentirsi di condizioni locali. Infatti, quando il deflusso modesto (5-100 l/s) e
la profondit della corrente inferiore o dellordine di quella dei sedimenti del letto, sono
sufficienti piccole variazioni della geometria della sezione e della scabrezza di contorno
per determinare bruschi incrementi o decrementi della velocit media (Figura 2).
Lesponente che regola le variazioni della larghezza del torrente Cordevole (b=0.28) si
collocato al di sotto del valore modale (b=0.4-0.5) riportato da (Park, 1977); il risultato
pu giustificarsi tenendo presente che il corso dacqua ben confinato lateralmente
dalle sponde e che il modellamento operato da Qbk limitato da condizionamenti
geomorfologici esterni. Landamento di Y (Figura 2) invece pi uniforme e regolare e
suggerisce che il condizionamento geomorfologico meno accentuato in senso
verticale, dove meglio sembra esplicarsi lazione formativa di Qbk; i diversi valori degli
errori percentuali medi associati alleq. (1) (20%) e alleq. (2) (14%) riflettono questo
comportamento.
Nel rio Felizn, la geometria idraulica applicata a scala locale ha dato luogo ad
interpretazioni molto accurate della scala di velocit di ogni sezione (Tabella 2) e ha
permesso di cogliere il comportamento cinematico che si associa a ciascuna tipologia
morfologica. Applicando le equazioni (3) di Tabella 2 agli estremi del campo di portate
esplorato (Q=0.4-2.5 m3/s), si ottengono escursioni molto differenziate del campo di
velocit; risulta infatti, in ordine decrescente, la seguente gerarchizzazione cinematica
fra le varie unit morfologiche: I) step (V=0.73-1.44 m/s); II) riffle (V=0.69-1.17 m/s) e
letto piano (V=0.63-1.24 m/s); III) pool di riffle (V=0.59-1.01 m/s); IV) pool isolata
(V=0.32-0.74 m/s); V) rapida (V=0.22-0.60 m/s). Le caratteristiche morfologiche
avvallano questa conclusione: lungo la rapida sono uniformemente distribuiti massi di
media pezzatura che ne determinano una scabrezza molto elevata; la lunga pool isolata
ha una pendenza del fondo ampiamente inferiore a quella media del tratto esaminato.
La scala delle velocit, eq. (3), assume esponenti compresi tra m=0.29 ed m=0.55
(Tabella 2). Se si riconsidera lequazione di moto turbolento uniforme, assimilando la
profondit idraulica (As/B=Y) al raggio idraulico e inglobando le altre variabili
(coefficiente di scabrezza, pendenza e larghezza) nel parametro k dell eq.(3), si ottiene
un valore di m compreso tra 0.33 con la relazione di Chzy e 0.40 con la relazione di
Manning-Strickler. Analogamente il valore di m che deriva dalla teoria entropica pari
a 0.35 (Tabella 1). Il valore medio del rio Felizn (m=0.4) in linea con questi valori.
Gli esponenti m pi elevati che si sono desunti dal campo per la rapida, la pool isolata e
lo step (Tabella 2) confermano inoltre che i tratti dalveo caratterizzati dalle maggiori
scabrezze possono dare luogo a variazioni della velocit pi marcate al crescere di Q
(Lee & Ferguson, 2002; Comiti et al., 2007).

Analisi di campo sulla teoria della geometria idraulica applicata ai torrenti montani

I valori assunti dal parametro b2+f 2+m2 (Tabella 3), il quale dovrebbe tendere ad una
minimizzazione secondo il principio di massima entropia, concordano con le
conclusioni di letteratura circa il grado di stabilit delle diverse unit morfologiche.
Secondo il criterio entropico, nel rio Felizn risultano pi stabili lo step e la pool isolata,
seguiti dalla rapida. Il riffle e il letto piano sembrerebbero invece pi esposti ai futuri
processi di modellamento. I risultati ottenuti trovano conferma in altre ricerche di
campo (DAgostino & Lenzi, 1998) e di laboratorio (Abrahams et al., 2005), che
associano agli step un elevato grado di stabilit del corso dacqua.
5 CONCLUSIONI

Ladattamento della geometria del corso dacqua al variare della portata liquida un
ambito di ricerca non ancora esaurientemente esplorato, se rivolto ai corsi dacqua
morfologicamente molto eterogenei come i torrenti montani.
Nella applicazione della teoria della geometria idraulica verso valle si sono messe
in rilievo le approssimazioni che vanno accettate quando essa viene applicata ad una
scala spaziale dellordine dei 3 km a partire dalla testata di un bacino idrografico
dellarea alpina. Lutilizzo della teoria pu rivelarsi utile nelle modellazioni idrologiche
che richiedono una robusta schematizzazione del canale in termini di invaso disponibile
(variabili B ed Y) e di risposta cinematica (V) alle variazioni di Q lungo il reticolo.
Nella applicazione della teoria a scala locale si sono potuti collegare i parametri
che calibrano le equazioni (1)-(3), e in particolare i loro esponenti, alla tipologia
morfologica di appartenenza. Sotto laspetto cinematico emersa una tendenza dei
valori dellesponente che regola la relazione tra V e Q ad attestarsi al di sopra del suo
valore medio per le unit morfologiche idraulicamente pi dissipative. Interessante
risultata, infine, la possibilit di utilizzare un parametro che deriva dalla teoria entropica
(somma degli scarti quadratici degli esponenti b, f, m) come un indicatore relativo della
stabilit della sezione. Questultimo risultato senzaltro meritevole di ulteriori
approfondimenti per le interessanti ricadute che esso pu avere nellindirizzare gli
interventi di sistemazione montana.
BIBLIOGRAFIA

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Lavoro realizzato nellambito dellassegno di ricerca post-dottorato dellUniversit di Padova:
Ricerca di campo per lo studio delle condizioni formative del reticolo idrografico nei bacini
alpini, 2007-2009, Assegnista dott. Alessandro Vianello, Responsabile scientifico Prof.
Vincenzo DAgostino.

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