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Enrico Rossi, Viaggio in Toscana

Il capitolo sulla Valdinievole: la versione integrale


11. Valdinievole. La Svizzera pesciatina,
il Padule e le acque di Montecatini
Cera una volta la Valdinievole. La biennale del fiore, la Collodi
di Carlo Lorenzini, le terme Leopoldine, le architetture di Galileo
Chini e Ugo Giovannozzi. Terra di lavoro duro e militanza politica.
A Lamporecchio il Partito comunita aveva il !"#$ %! coniglieri
comunali u &', ei ezioni e undici Cae del popolo per una bae di
(uai %"'' icritti. )uando *nrico +erlinguer nel %,-% pree il treno
da .oma e venne (ui, nel comune pi/ roo d0talia, al1 ul palco e
die2 34ono venuto (ui a imparare da voi, non a inegnarvi5.
0 imboli di (ueta terra ono emplici e chietti, come i dolci e
gli arnei dei contadini$ i brigidini e i berlingozzi, le aggine di Larciano
o i garofani di Pecia che un tempo conteero il primato ai tulipani
olandei. 6ggi la Valdinievole come molti altri territori della
Tocana patice la mora della receione che picchia duro e a vecchi
problemi 7la viabilit8, il ciclo delle ac(ue, i traporti9 e ne aggiungono
di nuovi. 0 ettori manifatturiero e delle cotruzioni per eempio
hanno pero (ui il &:# del fatturato e la popolazione inattiva e
inoccupata upera il :'#. Leconomita Giacomo +ecattini diceva
che finch; nel mondo ci arebbero tate borgheie il genio tocano,
impato di (ualit8 e bellezza funzionale, avrebbe avuto il uo poto
donore. Tutto vero, ma viaggiando nei territori ci i accorge che
(ueta ricchezza fatta di ditretti e vocazioni uniche e radicate nella
terra < allo tremo.
A Pieve a =ievole, ad eempio, alla +alducci, nello torico e moderno
tabilimento di una grande fabbrica di carpe per bambini,
con ottantanni di toria e famoa in tutto il mondo, dal &'%% < rimato
olo il laboratorio di progettazione. La filiera produttiva < tata
delocalizzata in Tuniia e in Cina, dove grazie a un minor coto del
lavoro e alla proimit8 di nuovi mercati il volume delle produzioni
ha raggiunto (uai le >'' ''' paia allanno. 0l modello manifatturiero
tocano < troppo piccolo e frammentato per competere col mon?
do, ma < anche troppo prezioo per morire. Per rialire biogna reitere
e tenere duro, pargere un po di ale ulle idee creative imparare
da chi ha gi8 uperato la crii grazie al genio e allinnovazione.
A Chieina Uzzanee la Te@u, una fabbrica con !' dipendenti 7in
epanione9, produce un ofiticato teuto non teuto, un elaborato
idrorepellente enza trama a ordito che < la bae per i panni aorbenti
di ogni tipo. &'' ''' metri (uadrati lanno di fibra per ,'''
tonnellate di bobine di un 3non teuto5 ricavato totalmente dal riciclaggio
della platica a zero emiioni. Alla guida dellimprea ci
ono un fondo di invetimento multinazionale con ede a Pitoia e
dei giovani dirigenti che ci mettono il cuore, detinando il %'#delle
riore umane alla ricerca e cercando nuovi mercati in Aia e in Africa,
per un raggio di >''' Am. Bi chiedo (uante realt8 come (ueta
ono pare per la regione, impree che fanno ricerca in proprio ui
materiali e ul riciclaggio, coniderando linnovazione la loro principale
pinta. 4arebbe utile mappare tutto il territorio mettendo in rete
(uete impree di media dimenione$ rappreentare lecoitema della
ricerca innovativa e applicata e cercare di offrire a eo ervizi adeguati,
mettendo inieme leccellenza delle univerit8 tocane con il
loro dinamimo economico.
A Bontecatini nei pomeriggi dinverno enti il vuoto della provincia,
i caff< deerti, gli alberghi emivuoti, i cantieri fermi. *ppure,
(uando Cirenze divenne capitale, Bontecatini i accee di luci e vetri
colorati dando opitalit8 a un turimo internazionale colle ue ac(ue
termali. 0l libertD dei uoi palazzi e alberghi eploe durante la belle
;po(ue. 0n uno dei cornicioni interni allelegante Palazzo del Bunicipio
in viale Verdi, diegnato dallarchitetto .affello +rizzi, i legge
un pao dalla Politica di Aritotele2 3Che nel cattivo governo il
buono uomo < malo cittadino, e nel buono governo uno medeimo
< buono uomo e cittadino buono5. E una frae banale, ho penato al
momento, eppure e mi guardo attorno il malgoverno ha i uoi egni
evidenti. 4oprattutto nellimmobilimo delle itituzioni locali,
che non hanno aputo alzare lo guardo e puntarlo oltre lo pazio
anguto della provincia. Certo, oggi chiedono laeroporto a Cirenze,
nuovi voli con l*t *uropa, ma (uel capitale di ervizi turitici che
un tempo arricchiva leconomia tocana embra epolto e dormiente.
=iente i ripete noioamente empre allo teo modo. )uello
che i annunciF come nuovo e rivoluzionario oggi appare antico e
tatico, come il bello tile libertD che poava la floricoltura. Allora
turiti e funzionari di 4tato, francei, tedechi e autriaci giungevano
a Cirenze capitale 7che collanello dei uoi viali alberati e il parco
delle Cacine fu un vero traino per il vivaimo pitoiee9 e in primavera
andavano al oggiorno termale cercando di ritrovare nei paeaggi
della Valle le loro piccole patrie.
Come lo tudioo vizzero 4imonde de 4imondi, autore di una
Tableau de lagriculture toscane 7%-'%9 in cui vengono illutrati con
particolare dedizione i metodi e le pratiche della mezzadria tocana e
di una citatiima Histoire des rpubliques italiennes du Moyen ge
7%-'!?%-%-9. 4imondi dicendeva da una nobile famiglia piana che
era emigrata in 4vizzera con la riforma protetante di Calvino e dopo
il Congreo di Vienna e le turbolenze eguite alla caduta di =apoleone
decie di far rientro nellamata tocana, in particolare a Pecia,
dove ac(uitF una fattoria e una villa 7la Villa di Valchiua, oggi ede
di un centro di tudi imondiani legato allUniverit8 di Pia9 e i dedicF
allagricoltura e alla floricoltura. A lui, ginevrino e tocano, i
deve il nome di 3altra 4vizzera5 o 34vizzera peciatina5, appunto.
Bontecatini e Pecia allora erano un tripudio di fiori, (uai che le loro
coreografie viventi continuaero lo tile e gli ornamenti delle architetture,
dei alotti e delle piazze. Tutto embrF teneri.
6ggi la floricoltura < un binario morto, (uai pi/ neuno produce
in ede, i rivendono fiori olandei e il mercato nuovo < emideerto.
La +iennale del fiore i < interrotta e co1 lindotto del ferro
zincato per le erre o degli impianti dirrigazione, un tempo richiamo
di impree leader nel ettore come (uelle iraeliane. Tra le caue
certamente la rivalit8 con Viareggio e con la Liguria, ma oprattutto
laenza di un modello organico di viluppo. A differenza notra
l6landa, in dal dopoguerra, otenne il ettore convertendo interi
territori dalla cerealicoltura alla floricoltura e introdue macchinari
moderni che moltiplicarono enormemente la capacit8 produttiva. 0l
reto lo fece il mercato.
La Valdinievole < una delle terre pi/ umide e limaccioe d*uropa,
dove il microclima < ideale per vivai e fiori$ una pianura alluvionale
unica che i etende per chilometri. 0l Padule di Cucecchio, che <
rierva naturale protetta G anche e olo parzialmente G, oggi < frut?
tato olo in una minima percentuale e la ua rete idrica ha biogno di
molta manutenzione in pi/. 0l mai e i cereali non poono batare a
dare una vocazione agricola a un territorio co1 vato e articolato.
Con le bonifiche leopoldine lunghi canali di raccordo conentivano
di traportare il grano ino al porto di Livorno paando per la rete
fluviale. 6ggi al poto della dogana in un enorme edificio dovrebbe
orgere lArchivio e il centro tudi del Padule e intanto i fa trada
un piccolo movimento di turiti naturali richiamati dagli uccelli migratori
che popolano tutto lanno larea paludoa. Anche (ui perF,
guardandoi attorno e contando a perdita docchio ruderi e cacine
in decadimento, i avverte forte labbandono.
+iognerebbe riprendere il lavoro da dove lo aveva laciato Pietro Leopoldo
con imponenti opere dingegneria, con limpulo allagricoltura e al commercio,
col coneguente incremento demografico e con la maima attenzione
al governo delle ac(ue e del uolo, in unepoca, la notra, in cui
le alluvioni e gli eventi climatici etremi ono allordine del giorno.
=el campo propiciente la fabbrica della dogana c< un alto albero
di diopero, coi frutti colore arancio vivo, un futo maetoo e ilente,
enza pi/ foglie, metafora dautunno, e a pochi metri compare
una lapide u un muro con dei nomi di caduti$ nel ilenzio della valle
il peniero va alleccidio che i naziti compirono nelletate del %,>>
uccidendo %!> civili, (uai tutti partigiani ritiratii nel Padule da Pitoia
e Cirenze per proeguire la lotta di liberazione. 0n unaltra lapide,
nella ala coniliare di Bontecatini i legge il nome di Giovanni
Amendola, il padre di Giorgio, filoofo a Pia e autore aieme a +enedetto
Croce del Manifesto degli intellettuali antifascisti. 0l &' luglio
del %,&: in localit8 Colonna a Pieve a =ievole fu rapito e picchiato
per ore dagli (uadriti. 4arebbe morto pochi mei dopo a
Canne, poco pi/ che (uarantenne. Amendola, prima di dicutere la
ua tei di filoofia u Hant, aveva aderito a .oma al Grande 6riente
d0talia.
Com< noto la maoneria di allora piena di liberali e ocialiti
i oppoe immediatamente al facimo per poi eere addometicata
con le violenze e le intimidazioni. Buolini infatti non eitF
a dichiararla fuorilegge. Un libro a cura di Culvio Conti% ricotruice
le vicende delle 3logge5 maoniche tocane 7come la loggia Crance?
co Cerrucci di Pitoia o *peria di Bontecatini9 a partire dagli anni
eanta dell6ttocento. Lo tudio motra come durante let8 giolittiana
e ino alla prima guerra mondiale le 3logge5 furono di fatto il
partito della borgheia liberale e il luogo dincubazione dellalleanza
3anticlericale5 tra ocialiti e democratici, unalleanza che ad eempio
portF i uoi frutti nelle elezioni amminitrative del %,%% e (uelle
politiche del %,%I, le prime a uffragio univerale machile. Jopo la
marcia u .oma, mentre i vertici del Goi di palazzo Giutiniani, come
il nobile fiorentino Jomizio Torrigiani, non eitarono a chierari
a favore dellacea di Buolini, le ociet8 maoniche della
provincia tocana come (uelle di Pitoia e di Prato furono il beraglio
della violenta repreione facita. )ueto pine gli affiliati e gli
icritti in direzione di un chiaro antifacimo, che cotF loro, in
molti cai, il confino e il carcere. =on a cao alcuni eponenti della
maoneria pitoiee e valdinievolina diverranno protagoniti della
guerra partigiana. Unaltra maoneria, meno nobile e molto pi/
promicua con le trame di potere della prima repubblica, lega il uo
nome a Pitoia, citt8 natale di Licio Gelli. Pochi lo anno,
ma il 3venerabile5 maetro della Propaganda & nel &''" ha donato
il uo archivio 3non egreto5 al Comune di Pitoia, tuttora cutodito
in una 3tanza Gelli5 dellArchivio di 4tato.

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