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Kansas City

Solo noi giovani insorgevamo contro questo abuso: e perch colpiva la libert della persona, ma soprattutto perch a noi piaceva quella calca di pastori, mandriani e mercanti del giovedi: piaceva perch a Kansas City, e in tutte le citt veramente moderne ed evolute, doveva essere cos. La nostra polemica, dunque, non colpiva soltanto eruditi ed archeologi; si rivolgeva anche contro i benpensanti della citt. Cosera, per esempio, quella continua protesta contro lincuria delle autorit, in piazza della stazione? Chi scendeva dal treno per visitare la nostra citt si trovava dinanzi uno sterrato calcinoso e brullo, senza un albero e un po di verde, e la gente per bene cominci a dire che era uno sconcio, che in questo modo si faceva davvero una bella propaganda alla citt, e che il turismo ne avrebbe sofferto. Storie, dicevamo noi: la nostra citt era bella cos e la dovevamo lasciar stare, e vivere, e crescere, con il suo carattere genuino, una citt di sterrati, di spazi aperti, al vento e ai forestieri, come Kansas City. (Luciano Bianciardi, Il lavoro culturale, 1957)

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