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Presentazione libro EDEN di Domenico Suraci Mercoled 27 novembre 2013, nel salone San Giorgio al Corso di Reggio Calabria,

alla presenza di un folto pubblico, stato presentato il libro di poesie di Domenico Suraci dal titolo Eden. Moderatrice dellincontro stata la poetessa Loreley Rosita Borruto presiedente del CIS (Centro Internazionale Scrittori) della Calabria. Il libro Eden, comprende 50 poesie, suddivise in tre parti. La prima che ha come sottotitolo larmonia, racchiude ben 30 testi e raccontano la permanenza di Adamo ed Eva nel giardino. La seconda parte, comprende 10 poesie che si ispirano al tradimento umano e al perdono di Dio. La terza parte, dal sottotitolo: Terzo millennio dopo Cristo, anchessa composta da 10 poesie collegata al nostro tempo e alla condizione umana sempre pi intenta a compiere il passo del peccato. Nel titolo Eden si pu ravvisare un diretto riferimento al testo biblico della Genesi, ma insieme al riferimento religioso se ne possono scorgere altri di forte impatto simbolico, antropologico, storico e culturale, variamente richiamati dallautore attraverso lo svolgersi dei racconti poetici. Il relatore Cannizzaro ha messo in evidenza come, a partire dal versetto 8 del secondo capitolo della Genesi, il testo biblico parla dellEden come di uno splendido giardino abitato dalluomo, appartenente a Dio, e situato in una regione molto fertile. Luomo avrebbe dovuto coltivarlo ed esserne il custode. Anche testi sumerico-accadici parlano delluomo, creato al servizio cultuale delle divinit e conoscono pure un paese ideale senza pericoli, n belve, n malattie, n vecchiaia ma eterna giovinezza. Di un Giardino degli dei parla, per esempio, lEpopea di Ghilgamesh presentandolo ricco di alberi, ricoperti di pietre preziose e di frutti magnifici. Pi tardi le versioni greca e latina denomineranno il giardino biblico con il termine paradiso, che deriva dal persiano pairi-daeza; termine che indica il parco reale della caccia e di divertimento. Il primo blocco di poesie, con riferimenti al creato alla natura e allarmonia primordiale, intende dunque proclamare la bont di Dio, che pose luomo in una condizione del tutto opposta a quella (fatta di sofferenza, di fatica, di malattia e di morte) che gli toccher poi lungo i tempi. Larmonia descritta da Suraci non quella di una condizione in assoluto priva di difficolt e dolore, tutta pace e gioia. Adamo ed Eva sono afflitti dal freddo del lungo inverno, possibile cadere e farsi male, le api pungono e le loro punture sono dolorose. Lo stato di Grazia consiste prevalentemente nel fatto che il Giardino da frutti in abbondanza, in ogni stagione e spontaneamente, per la qual cosa non occorre far fatica per procurarsi di che vivere, non esistono miseria e povert perch le risorse sono illimitate e a libera disposizione. Adamo, inoltre, essendo stato eletto da Dio a guardiano del Giardino, non fatto preda dalle fiere, le quali per istinto gli si prostrano ai piedi, il che equivale allassenza di violenza che luomo in questa fase n subisce n esercita.

Il secondo blocco di poesie ci rimanda al testo biblico di genesi, 3. Il serpente presentato come il pi astuto degli animali ha per caratteristiche misteriose, poich parla e ragiona. Certo si tratta di un essere ostile alluomo e malefico, poich lo inganna causando la sua esclusione dal giardino di Dio e privandolo cos del suo destino di vita immortale. Egli si rivolge alla donna, perch la sa pi suggestionabile e ingenua (cos era ritenuta nel mondo antico) e perch daltra parte conta di espugnare proprio per mezzo di lei anche il primo uomo, suo marito. Questi due tratti (maggiore suggestionabilit femminile e debolezza del marito di fronte alla consorte) attinti dallesperienza quotidiana degli antichi, confermano il carattere sapienziale del racconto biblico. Il tradimento di Adamo ed Eva comporta la cacciata degli stessi dal Giardino e lesperienza tragica e amara del peccato, di ogni peccato. Il Giardino corrisponde allesodo culturale delluomo dalla natura; chi esprime un giudizio sul mondo si mette per se stesso a distanza dal mondo, se ne mette fuori, non n pi parte. Il senso di colpa che nasce dalle nostre ribellioni, anche se soffocato alla superficie come avviene per tanti oggi, porta a fuggire Dio, a dubitare del suo perdono e quindi perfino a negarlo. Si nega ci di cui in fondo si ha paura, proprio come fanno i bambini con le cause dei loro terrori infantili. Dio per resta sempre il medesimo, nonostante il peccato. E pronto ancora a incontrare i primi uomini nel suo giardino, cos come sempre disposto a incontrare ogni peccatore lungo i tempi. Egli castiga; deve castigare, lasciandoci sperimentare le conseguenze nefaste delle nostre trasgressioni; ma lo fa quasi a malincuore, proprio come un pap e una mamma con il figlio che tanto amano. Adamo ed Eva sono cos chiamati a produrre un loro mondo, non potendo pi contare su quello che per loro e con loro si produceva da s. Dora in avanti, la terra andr arata, seminata, irrigata, concimata perch fruttifichi. La terza ed ultima parte del libro: Terzo millennio dopo Cristo, presenta altri Adamo ed Eva tutti intenti a compiere il passo verso il peccato. In questi testi si intrecciano sensazioni, emozioni, pensieri, inquietudini, nostalgie, aneliti, tipicamente presenti nelluomo di ieri e di oggi. E la straordinariet, il mistero e la bellezza della vita, di ogni vita. Lintervento dello scrittore Fabio Scorza ha ulteriormente qualificato il dibattito sottolineando la semplicit, ma anche la profondit e il radicamento delluomo nella civilt contadina, che lautore ha voluto evidenziare con i suoi scritti. Altri interventi del pubblico hanno consentito di mettere in risalto il valore antropologico-esistenziale cos presente nelle poesie.
Francesco Cannizzaro

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