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Baby let me be your last, your last first kiss!

Ero a scuola, appena finite le vacanze di Natale, stavo litigando come al solito con lui, un mio compagno di classe, Marco. Era bello, alto, aveva i capelli non troppo corti con il ciuffo alla justin bieber, castani chiari e lisci. Ogni tanto, anzi spesso, girando la testa muoveva la sua bellissima chioma facendomi restare a bocca aperta ogni volta. I suoi occhi erano scuri, castani. Non ne ero sicura al 100 perch! non ero mai riuscita a guardarlo dritto in faccia senza abbassare il volto o diventare paonazza. Mi piaceva, almeno era "uello che credevo. Era simile al ragazzo perfetto fisicamente, ma non caratterialmente. #vevo sempre desiderato un ragazzo dolce, simpatico e protettivo, lui, per "uanto lo conoscevo era arrogante, non modesto, presuntuoso, e pieno di s!. #vrei tanto voluto conoscere o almeno sapere se oltre al carattere che mostrava alle persone, avesse avuto il carattere dolce che cercavo in un ragazzo. $ui odiava il fatto che io continuassi a scrivere su faceboo% frasi, storie riguardanti i miei idoli, la famosa bo& band anglo'irlandese One (irection. )na sera postai una frase, non ricordo neanche cosa riguardasse, e lui la comment* non in modo cortese, sempre in modo arrogante, come era da lui. +li chiesi in chat perch! continuasse a tormentarmi, gli chiesi perch! doveva essere sempre cos, arrogante oltre che con me anche con le altre compagne di classe. Inizi* a insultarmi, mi disse che ero ridicola, senza personalit-, mi insult* come nessuno aveva mai fatto. Ero devastata, il ragazzo che mi piaceva era solo e soltanto una cattiva persona. Era come il principe che poi si trasforma il mostro della fiaba la .ella e la .estia. Era bello esteriormente, ma non interiormente. /pensi il computer immediatamente, con una lacrima che scendeva piano piano dall0occhio sinistro. 1ortunatamente ero in camera mia "uindi i miei genitori e mio fratello non mi sentirono. Mi misi il pigiama, mi lavai i denti, mi tolsi il trucco e dopo una mezz0oretta ritornai in camera. Mi sdraiai sul letto e pensai al fatto accaduto al computer2 finalmente lo conoscevo, conoscevo il suo vero lui, il lui che 3 stato, che 3, e che sar- in futuro. Non riuscii a parlare con nessuno di "uesta situazione, neanche con le mie migliori amiche. Mi vedevano triste, strana.. mi chiedevano cosa avessi ma io ogni volta rispondevo di non avere niente. #nche lui mi vedeva triste, ma non si degnava neanche di chiedermi scusa, di parlarmi. Erano passati ormai 10 giorni da "uella sera. $0unica persona a cui riuscii a confidare i miei pensieri, il mio stato era stato #lessio il mio migliore amico, almeno io lo consideravo tale, ci parlavamo dall0estate prima. $0unica incomprensione che avevamo avuto era stato all0inizio dell0estate, "uando mi confid* il suo amore. Eravamo amici, non mi piaceva. +li diedi un dispiacere tale che non ci sentimmo per 4 mesi circa. $ui, al contrario di Marco, era una bellissima persona5 dolce, simpatico, mi sapeva consolare come nessun altro. #vevo provato a dimenticare Marco pensando a lui, la sera ci parlavo, ma "uando lo vedevo non mi faceva lo stesso effetto di "uando incontravo, solamente a scuola, Marco. #lessio non era bello "uanto Marco infatti non era molto alto, aveva i capelli neri corti con un piccolo ciuffetto all0ins6, aveva gli occhiali. (ecisi che avrei dovuto dimenticarmi di Marco, in un modo o nell0altro, ma non sapevo come farlo. (opo un intero mese di sofferenza decisi di iniziare a fumare, sapevo non mi avrebbe fatto bene, ma in "ualche modo avrei dovuto distrarmi. Non molte sigarette, massimo una o due al giorno, dipendeva dall0umore. # causa del mio stato stavo iniziando a spaventare gravemente sia i miei compagni, i miei amici, sia i miei genitori. Non mi interessava pi6 di tanto, ormai mi interessavo solo di poche cose. Erano appena concluse le vacanze di Natale. Mi aveva fatto bene una vacanza, stare lontano da tutto e da tutti. Mi ero rilassata, non vedendo Marco per pi6 di due settimane stavo, in un certo senso, dimenticandolo. 7ornai a scuola il luned, dopo l0Epifania. 8rima di entrare n classe fumai una sigaretta senza farmi vedere, infatti nessuno era a conoscenza del mio nuovo vizio. Entrai nella mia classe, non c0erano ancora tutti, iniziai a salutare le mie amiche, mi erano mancate. /alutai poi disinteressata anche i pochi compagni gi- arrivati. /tranamente Marco non era ancora arrivato. Erano le 9 e pochi

minuti. 1ra poco sarebbero riniziate le lezioni. :ome prima materia avremmo avuto religione, con il ;simpaticissimo<=lol> (on (anilo. /uonata la campanella entr* lui, Marco. +li erano cresciuti un po0 i capelli, la sua frangia era diventata pi6 lunga, si notava sempre di pi6 "uando scostava il ciuffo. Mi pass* davanti senza alzare la testa, senza salutare. 1inalmente passarono le prime 4 ore e inizi* l0intervallo. Non ce la facevo pi6. Mi ero "uasi dimenticata di lui, ma "uando lo vidi ricominciarono le fitte alla pancia. /apevo cosa avrei dovuto fare ma avevo paura che "ualcuno mi vedesse. Mi decisi. 8resi il pacchetto di sigarette che tenevo in fondo alla borsa, l0accendino e usc, dalla classe. 8er fortuna nessuno mi vide e mi chiese niente, le mie amiche erano andate in bagno, la maggior parte dei ragazzi al bar. #ndai fuori dalla scuola, in un luogo dove pensavo nessuno mi avrebbe trovata. #ccesi la sigaretta, iniziai a sentire il fumo scendermi lungo la gola, stavo meglio. In "uel momento ricordai "uando sgridavo un mio compagno che fumava, dicendogli di smettere, che si sarebbe rovinato la vita. Ora "uella che si sarebbe rovinata la vita sarei stata io. Era stata la prima volta che ci facevo caso... ma ormai non mi importava. Il fumo mi faceva stare meglio, "uello era l0importante. /tava finendo l0intervallino, sarei dovuta risalire in classe. Intanto che finivo la sigaretta pensavo che i ragazzi avrebbero potuto chiedermi perch! odorassi di fumo. # "uesta domanda decisi che avrei risposto di essere stata vicino a "ualcuno che fumava. ?uando finii la sigaretta mi girai, e mi trovai davanti lui, Marco. Era a bocca aperta. /apevo che odiava le persone che fumavano, diceva che fossero persone senza rispetto per la vita. Mi ricordavo di "uella volta in cui litig* con un nostro compagno di classe rispetto al tema del fumo. Mi stava fulminando con lo sguardo. /entii la campanella e corsi in classe, seguita da lui. 8assarono le altre 4 strazianti ore della mattina. Ogni volta che mi giravo verso di lui, in classe, mi stava gi- fissando,con una faccia "uasi disgustata. #nche se era luned, la maggior parte dei ragazzi della mia classe si fermarono per finire un lavoro di gruppo di fisica. Noi ragazze decidemmo di andare alla piazzetta, un bar vicino alla scuola, a mangiare, prima di iniziare i rispettivi lavori. 1inito di mangiare tornammo a scuola. $e mie amiche decisero di andare al bar, io dissi loro che sarei andata in classe, dovevo fumare. 8resi da .eatrice le chiavi della classe, salii le scale, attraversai il lungo corridoio che portava alla classe. (avanti alla porta della classe c0era Marco. /icuramente mi aspettava per farmi la predica, riempirmi di insulti, farmi sentire ancora una volta uno schifo. Io senza rivolgergli la mia attenzione, aprii la porta, presi il pacchetto di sigarette, l0accendino, uscii e mi diressi al mio solito luogo. $ui, uscita dalla classe inizi* a seguirmi, io non lo volevo neanche ascoltare. Non gli diedi la men che minima attenzione. )scita da scuola inizi* a gridarmi contro, mi diceva di fermarmi, io continuavo a camminare. /tavo per prendere il pacchetto dalla tasca, lo avevo in mano, lui mi prese il braccio e mi strinse "uasi facendomi male. .utt* il pacchetto a terra, mi strinse a s!, costringendomi a guardarlo negli occhi. Inizi* a urlare sgridandomi, io gli rispondevo con le sue stesse parole. +li domandavo il perch! gli interessasse tanto se io fumassi o no.. tanto per lui ero ridicola, senza personalit-, mediocre... cosa sarebbe cambiato@ /tavamo urlando, specialmente lui, come non aveva mai fatto. Mi stava iniziando a spaventare, indietreggiai, mi spinse contro il muro. Eravamo vicinissimi, sentivo il suo fiato sul viso, continuava ad urlare. #d un tratto si arrest*, ci guardammo per A'4 minuti interi. 8er la sua altezza dovetti allungare il collo per riuscire a guardarlo negli occhi, finalmente ci riuscii. :i avvicinammo sempre pi6. Ormai eravamo a A cm di distanza. #veva un profumo buonissimo, era "uello di abercrombie, mischiato con odore di tabacco, mi era stato talmente vicino che odorava anche lui di "uella sostanza. Mi scese una lacrima, sia per la paura, sia per felicit-... :i stavamo avvicinando, in "uel momento tutti i brutti pensieri passarono, le mie ansie, le mie debolezze. #d un tratto sentii le sue labbra toccare le mie, erano morbide, calde, ci stavamo baciando, il mio primo bacio, che avevo sempre sognato, con il ragazzo che pensavo fosse perfetto, "uel bacio mi disse chiaramente che lui lo era. )n bacio come nei film. )no di "uei film in cui i protagonisti litigano e poi fanno pace scambiandosi un bacio. In "uel momento provavo sentimenti

che non avevo mai provato, finalmente dei sentimenti belli, profondi che mi diedero pace dopo tanto tempo. Il mio cuore stava battendo forte forte forte. $ui sicuramente riusciva a sentirlo infatti si stacc* per un momento sorridendo. /inceramente non sapevo se tiragli una sberla o riempirlo ancora di baci. Mi aveva fatto soffrire, pi6 di "uanto avessi sofferto nella mia vita. 8er causa sua avevo iniziato a fumare, "ualcosa che mi ero sempre ripromessa di non fare. ?uesto faceva ancora pi6 male. /inceramente non sapevo cosa dire, cosa fare... non capivo pi6 niente. Ero totalmente confusa. #nche se avevo realizzato il mio sogno, mi aveva baciata, mi aveva dato il mio primo bacio, non capivo il perch! lo avesse fatto. Mi aveva fatto soffrire, non mi aveva mai considerato. )n minuto prima del bacio mi stava urlando contro, mi stava anche spaventando. /misi di pensare e parlai. +li feci tutte le domande che avevo in testa. (ovevo capire. Marco si mise a ridere. (isse che era stato un impulso. Non voleva, gli avevo sempre fatto pena, gliela facevo ancora. Mi disse esplicitamente che non provava niente. Mi lasci* di stucco. 8rovai un dolore tale, come se un treno mi stesse spiaccicando a terra. Bimase a guardarmi con "uel sorrisetto falso che gli riusciva talmente bene. 8oi se ne and*, ridendo. Io non sapevo pi6 che fare, ero sconcertata. Mi misi a piangere, non sapevo che altro fare per riuscire a sfogarmi. Mi sedetti per terra. +uardando in cielo, aspettando non so che cosa. $0unica cosa che mi svegli* fu la campanella, corsi in bagno, mi lavai la faccia e ritornai in classe. /embravo uno zombie. Entrai, le ragazze mi vennero incontro. Non badai a loro. (ovevo, volevo rimanere da sola. Mi misi a sedere. +uardai Marco un istante lui mi guard* a sua volta, sempre ridendo. Non sapevo cosa ci trovasse da ridere. Non capiva che cosa provavo. #lcuni minuti dopo entr* la professoressa, mi vide, sembravo malata. Mi disse di andare in infermeria. /inceramente mi sentivo davvero male. Mi fece accompagnare da un mio compagno, #ndrea, lui era il ;leader< della classe. Intelligente, anche se la sua intelligenza era nascosta dal suo essere bambino. #veva un anno in pi6 di noi, era stato bocciato in prima. /inceramente non era mio amico, ma era molto dolce, mi aveva aiutato in un paio di situazioni. ?uando mi vide cos,, mi chiese cosa fosse successo. Io non gli risposi. Mi port* in infermeria. $a suora mi disse che avevo "ualche linea di febbre. /inceramente pensai a "uanto tempo fossi stata scoperta, fuori, la mezzora prima. #ndrea decise che non mi avrebbe lasciata da sola. Mi vedeva, in effetti ero, uno straccio. (ecisi che non ce la facevo da sola, avrei dovuto sfogarmi, e lui in "uel momento era l0unico che poteva farlo. +li raccontai tutto. Mi rimisi a piangere. $ui mi abbracci* e chiese se avessi dovuto andare a casa, mi avrebbe accompagnata. $ui era l0unico in classe che fumava, a parte me. ?uindi decisi di digli anche "uello. Non sapevo perch! mi stessi fidando di lui. Non lo conoscevo, ma mi ispirava fiducia. Mi faceva ridere e sapevo che mi avrebbe aiutata. #ppena gli confidai il mio nuovo vizio si mise a ridere, non riusciva a crederci. /inceramente lo capivo. $o avevo sempre sgridato "uando lo vedevo fumare. Non mi piacevano le persone che buttavano la loro vita cos,. 8er provaglielo presi una sigaretta, l0accesi e iniziai a fumare tran"uillamente. $ui rimase a bocca aperta. Io mi misi a ridere. Mi disse che non ci avrebbe mai creduto se non gli avessi dato la prova. Bidemmo, insieme a lui riuscii per un istante a dimenticare "uello che fosse successo. #rrivammo a casa. Non c0era nessuno. I miei erano a lavorare, mia nonna era dalla parrucchiera. $o feci entrare. :i sedemmo sul divano e presi dell0ac"ua. Mi misi le mie adorate pantofole e iniziammo a parlare. )n po0 di tutto, mi sentivo bene a parlare con lui. Erano passate A ore, mi era alzata la febbre, lo capivo perch! sentivo freddo e caldo nello stesso tempo. #ndrea sarebbe dovuto andare via. $ui era in motorino, poteva andare a casa "uando voleva. Mi stava accanto. #nche "uando parlavo di Marco vi consolava, mi difendeva. :i fu un momento in cui mi sfogai piangendo, lui continuava a consolarmi. Mi fece sentire molto meglio. #rrivarono entrambi i miei genitori, lui se ne and*. $a febbre si era nuovamente alzata. Ero arrivata ad avere 49,C. #ppena se ne and* provai un vuoto nello stomaco. Mi risentivo sola. 8rima di andarsene per* mi diede il suo numero. #ndai a sedermi sul divano pensando a "uello successo durante la giornata a scuola. Mi misi a piangere. Non un pianto

isterico ma un pianto soffocato. ?uella sera mi arrivarono circa una dozzina di messaggi da amici che si chiedevano cosa avessi. #lcuni dalle mie migliori amiche, +iulia e :arola, altri da #lessio, anche #ndrea mi mand* un messaggio. (ecisi per* di spegnere il cellulare e non rispondere a nessuna di "uelle persone. Dolevo pensare, stare da sola. ?uella notte non dormii affatto. 7ra la febbre, tra il pensiero della giornata... appena chiudevo gli occhi mi risvegliavo a causa di un brutto sogno. 7roppe situazioni, tutte differenti. /tavo male e bene nello stesso momento. 8assai una delle notti pi6 brutte della mia vita. 8ensando e ripensando. Derso le 4,40 di mattina decisi di prendere l0Ipod e di ascoltarmi un po0 di musica, tanto per distrarmi. #lle E di mattina mi alzai dal letto, provai la febbre. Non ne avevo, solo due linee, 4F.G. #ndai fuori per assistere all0alba, con una sigaretta in bocca. Bientrai un oretta dopo. Mi tolsi giubbotto, guanti e cappello. Mi misi la coperta, mi sdraiai sul divano, accesi la tele e restai a guardarmi film romantici da pianto. 8er mia sfortuna avevo finito le lacrime. /i svegliarono i miei genitori, gli dissi che non sarei riuscita ad andare a scuola. Derso le 9 mi arriv* una chiamata da #ndrea, non sapevo se rispondere, alla fine decisi di farlo. Mi chiese se fossi stata a casa da scuola e se stavo meglio. Io risposi a entrambe le domande no. In "uanto non sarei andata a scuola e non stavo sicuramente meglio, sia in fisico che in spirito. Mi chiese se sarebbe potuto stare da me. Mi avrebbe tenuto compagnia e avrebbe anche saltato un0interrogazione. #ccettai, almeno sarei stata in compagnia di "ualcuno. #ppena arrivato iniziammo a parlare. +li chiesi consigli, gli raccontai della mia vita, delle mie situazioni sentimentali o altro. $ui mi raccont* della sua ragazza, della sua famiglia... a met- mattina, dopo una pausa sigaretta, decidemmo di vederci un film. /tavamo diventando grandi amici. Iniziai a volergli davvero bene. Mi consigli* di dire almeno "ualcosa alle persone a cui tengo di pi6, alle persone che mi cercavano. :ome #lessio. In totale solo lui mi aveva inviato 9 messaggi. Molto probabilmente era stato avvisato da uno dei miei compagni, e si era preoccupato. +li raccontai della nostra storia, di "uello che era successo l0estate prima. 8oi gli dissi che eravamo diventati migliori amici e che proprio in "uel momento lo stavo aiutando con una ragazza. #nche se a lui non piaceva, lo costrinsi a vedere Eclipse, il terzo film della saga di tHilight. Mi divertivo nel vederlo cos, disinteressato mentre io ne ero totalmente presa. Ogni tanto per svegliarmi dal mondo di vampiri e licantropi mi tirava una gomitata e mi prendeva in giro, ci rincorrevamo per casa fino a "uando eravamo stanchi. Il che succedeva "uasi subito. $a giornata pass* in fretta e #ndrea dovette andare a casa. ?uella sera decisi di rispondere ad #lessio e alle mie amiche, dissi loro che avevo solo avuto febbre, che il giorno seguente sarei tornata a scuola. #lessio si era preoccupato tantissimo infatti appena gli inviai un semplice ;ciao< la sua risposta fu lunga e piena zeppa di domande. (ato che gli avevo gi- parlato della storia di Marco decisi di raccontagli "uello che era successo il giorno prima. $ui, dolce come sempre, mi consol* e mi fece sentire bene. #vevo sbagliato a non rispondergli, a farlo preoccupare. Mi voleva davvero un gran bene. $a notte riuscii finalmente ad addormentarmi. Mi svegliai per* presto, con il bruttissimo pensiero di dover tornare a scuola. )scii come la mattina precedente ad ammirare l0alba, fumando una sigaretta. 8ensai un0altra volta ancora al fumo. # "uanto dalle ultime settimane ne facessi uso. Ne ero diventata fissata. Ma mi faceva bene, "uella sensazione di caldo che a ogni respiro sentivo scorrere lungo la gola, dentro i polmoni. Mi faceva passare i brutti pensieri. 8assarono due orette e andai a scuola. Indossavo dei leggins neri attillati, una maglia stretta con un maglioncino e una sciarpa. #i piedi avevo le mie adorate all star. 8rima di entrare in classe feci un respiro profondo, "uasi per andare in contro alla morte. $o vidi. Era seduto sul calorifero. $0aria gli scompigliava i capelli folti, che avevo sempre amato. Mi guard* storto, come sempre, ma con un cenno di stupore. #ppena dopo entr* #ndrea, mi venne incontro abbracciandomi. Mamma "uanto gli volevo bene. Mi chiese come stessi, io gli risposi che stavo meglio e che avevo dormito la notte. 7ir* un sospiro di sollievo. (opodich! mi si avvicin* e mi diede un bacio sulla guancia. (iventai subito rossa, gli risposi con un abbraccio "uasi soffocante,

in effetti si mise a ridere appena lo lasciai. 7utto "uesto accadde sotto la vista di Marco che era ci spiava con la coda dell0occhio. Iniziarono le lezioni, era un mercoled,, per me la giornata scolastica meno pesante. Infatti c0erano arte, educazione fisica, spagnolo... decisi che se una persona mi avesse visto fumare non avrei negato, ormai avrei continuato, nessuno sarebbe riuscito a farmi cambiare idea. #ll0intervallino andai fuori con #ndrea a fumare con una sigaretta. Mi videro alcuni miei compagni e compagne, mi presi la solita sgridata. Ormai non mi importava. #ndando ogni giorno fuori a fumare per* conobbi molti ragazzi pi6 grandi, simpatici, che avevo solamente visto passare per i corridoi per circa C anni. 8assarono circa 10 giorni, 10 giorni tran"uilli, senza alti e bassi. /tavo con #ndrea, le mie amiche e #lessio. Marco non mi aveva ancora rivolto la parola. $a notte sognavo sempre pi6 spesso il nostro bacio, per lui magari insignificante, ma per me il primo bacio, l0unico. $a sera "uasi non mangiavo a cena, mi sentivo sempre piena, con un nodo allo stomaco. $e uniche cose che mangiavo durante il giorno erano la brioche mattutina, e "ualcosa a pranzo. $a sera dipendeva se mia madre era presente. In caso contrario bevevo solo un cappuccino. (ai C0%g che pesavo durante le vacanze di Natale arrivai a pesarne GE,C.2 avevo perso la poca pancia che avevo ed ero dimagrita di gambe. Mia madre me lo faceva notare, io negavo. /tavo bene interiormente, avevo buoni amici che mi stavano sempre vicino, ma il continuo pensiero di lui mi formava un vuoto nello stomaco. Ogni cosa che facevo in "ualche modo si riconduceva a lui. )ltimamente c0erano state a scuola molte verifiche, "uindi i pomeriggi li passavo sola, pensando e cercando di studiare con la poca forza che avevo. )na sera, come tutte le sere condividevo su faceboo% una frase...non sui miei idoli, ultimamente li ascoltavo e basta, come al solito "uando ero da sola loro erano la mia forza, mi facevano stare bene, i loro testi mi rispecchiavano alla perfezione. /crissi una frase che avevo trovato come descrizione di una foto molto bella, del film $O$ con Mile& :&rus, che diceva5 ;gli uomini veri impazziscono per le ragazze che sanno dire di no. +li stupidi si accontentano delle facili< ?uesta bellissima immagine ricevette molti mi piace. /inceramente mi fece riflettere anche a me. (opo alcuni minuti dalla pubblicazione mi arriv* nelle notifiche un commento sulla frase, da Marco. /criveva5 che con "uesto stai dicendo che sono un uomo vero@ Non risposi subito, non capivo... "uando ad un tratto mi scrisse in chat. Mi riformul* la domanda io gli risposi che sinceramente non lo sapevo. Non mi aveva fatto una buona impressione del suo carattere fino a "uel momento. (ecisi di digli la verit-, che mi aveva fatto soffrire, e anche tanto. :he ogni volta che lo guardavo mi faceva venire una fitta allo stomaco indescrivibile. :he mi faceva sentire male ogni volta che mi guardava. :he il bacio era significato tantissimo per me, "uel piccolo istante mi aveva dato gioia, sentimento che non provavo da troppo tempo. Era stato per un istante il giorno pi6 bello della mia vita. )n istante dopo "uella giornata divent* la pi6 brutta. Non riuscivo pi6 a pensare alle cose belle che mi sono successe dopo "uell0instante che mi spezz* in due il cuore. (opo avergli risposto passai offline. $ui non rispose. O gli ero sembrata ancora pi6 patetica o era rimasto male dopo le mie parole. Non capivo. )ltimamente non capivo un bel po0 di cose. Il giorno dopo a scuola and* malissimo. Mi interrog* in latino. Mi ero dimenticata di ripassare tutte le declinazioni e i verbi. $e frasi riuscii a farle, ma le domande di teoria non andarono bene. ?uando rientrai a posto tutti i miei compagni ridevano. Mi sedetti e ascoltai le tante voci dal posto che bisbigliavano il mio nome. Intanto accesi il computer e andai a guardare le foto che avevo salvate. Neanche le mie compagne seppero consolarmi. Ero arrabbiata con me stessa, cavolo avevo preso un brutto voto in latino, il primo. /apevo mi sarebbe arrivato un brutto voto ma non lo volevo. Ero una brava studentessa. /tudiavo. Magari in alcune materie scientifiche non andavo tanto bene, come matematica, o fisica. Ma le materie letterarie come italiano o latino andavo bene. #lmeno le capivo un po0 di pi $a professoressa ogni volta che si girava verso di me mi fulminava con lo sguardo. Non lo aveva mai fatto. 8rovai una tristezza e una delusione tale che per il nervoso chiesi di andare in bagno e

lmi sfogai piangendo un po0. 7ornai in classe, la gente ancora rideva. 7ornata a casa mi beccai la sgridata di mia mamma, poi di mio pap-. :i mancavano anche le varie paternali. $a sera andai a letto devastata, la giornata era andata malissimo. $a prima giornata della settimana era andata male, tutti gli altri giorni sarebbero andati peggio. Me lo sentivo. Il giorno dopo, dato che mi ero gi- prefissata una brutta giornata, mi svegliai, entrai a scuola con una sigaretta in bocca, subito dopo che mia mamma and* via. Mi raggiunse #ndrea. $o salutai, mi chiese come stavo. Era da tanto che non parlavamo. /tavo per abbracciarlo ma lui si ritrasse. +li chiesi il perch3 di "uel gesto. $ui disse che non ce n0era bisogno. :i rimasi malissimo. 1inita la sigaretta se ne and*. O%%e&, non era per niente la mia giornata. :osa gli avevo fatto di male@ Non capivo. )ltimamente la frase non capivo era la mia frase preferita, ogni persona mi faceva stare male, mi diceva "ualcosa, "ualcosa di brutto, senza dirmene il motivo. Il brutto delle persone che mi ferivano era che badavano solo a loro stessi, senza pensare ai sentimenti altrui. (a Marco potevo aspettarmelo, ma da #ndrea... non ci potevo credere. $a domanda che mi ponevo era5 perch3@ $a risposta mi fu data appena entrai in classe. Didi Marco in compagnia di #ndrea. #ndai verso il mio banco, senza rivolgere la parola a nessuno. $oro mi videro, #ndrea si allontan* subito e venne da me. Mi disse che non me la dovevo prendere ma non sarebbe mai pi6 stato mio amico. Io gli feci mille domande, perch3@ :ome mai@ :osa fosse successo... lui mi rispose esplicitamente che non voleva problemi. :i rimasi malissimo. 8resi, andai in bagno e piansi, ormai era diventata un0abitudine. 7ossivo "uasi per vomitare ma non usc, niente, non avevo mangiato. )scirono solo tante lacrime. Non ce la facevo pi6. mi andava male tutto, una cosa dopo l0altra. #ppena trovavo una strada verso la felicit- essa o scompariva o diventava piena di ostacoli, che da sola non sarei mai riuscita a saltare. Iniziarono le lezioni, io come al solito ero nel mio angolo della classe, triste e sola, con mille pensieri, per niente positivi per la testa. Ogni tanto il professore in classe schioccava le dita per svegliarmi dal mio mondo # casa l0unica cosa che mi teneva ancora viva era la musica, i miei idoli, le canzoni che in "uel momento della mia vita mi rappresentavano di pi6. Mi innamorai in particolare di una canzone di (emi $ovato, /%&scaper. $e parole della canzone facevano ormai parte di me. #ppena chiudevo gli occhi sentivo la melodia, la cantavo con il cuore. $a canzone diceva5 0&ou can ta%e ever&thing i have, &ou can brea%e ever&thing I am, li%e i0m made of glass, li%e i0m made of paper. 0 ovvero5 0puoi prendere tutto "uello che ho, puoi rompere tutto ci* che sono, come se fossi fatta di vetro, come se fossi fatta di carta.0 la melodia dolce e la voce bellissima di (emi la fecero diventare la mia canzone preferita. $a mia canzone, che mi faceva stare bene. )n0altra cosa che mi aiut* fu la mia saga di libri preferita5 7Hilight. #vevo gi- letto tutti e G i libri l0estate prima, ma mi venne una voglia matta di rileggere "uella bellissima storia cos, dolce e passionale del vampiro EdHard e della sua innamorata mortale .ella. Iniziai la sera stessa a leggere. In 4 ore e mezza fin, tHilight, il primo libro. $a mia frase preferita la diceva .ella, "uello che provava per EdHard5 0di tre cose ero del tutto certa. 8rimo, EdHard era un vampiro. /econdo, una parte di lui 'chiss- "uale e "uanto importante' aveva sete del mio sangue. 7erzo, ero totalmente, incondizionatamente innamorata di lui.0 ogni volta che la rileggevo sentivo una fitta allo stomaco, ma non di dolore, di piacere. (i speranza nel trovare una persona cos, per me, come .ella incontra EdHard. )na persona che mi sappia proteggere, come EdHard. )na persona dolce e all0antica, come EdHard. )na persona misteriosa, come EdHard. $a mattina finsi un attacco di mal di testa e mal di pancia, costringendo mia mamma a lasciarmi a casa da scuola. $essi la mattina NeH Moon, il pomeriggio Eclipse. Mi ritrovai moltissimo in .ella nel secondo libro della saga, che deve convivere senza il suo amore, senza la persona della sua vita, che la abbandona pensando al suo bene. )na .ella che soffre senza EdHard. In Eclipse invece .ella si trova in mezzo ad una scelta, che cambier- la sua vita. /tare con EdHard, l0amore della sua vita o provare a stare con Iacob, il suo migliore amico, che la aiut* nel momento pi6 difficile della sua vita, "uello senza EdHard. #lla fine le viene fatta la proposta di matrimonio da parte di EdHard, che lei accetta.

Incontrando una persona che ti fa stare bene, di cui sei follemente e incondizionatamente innamorata, niente pi6 impossibile, l0impossibile con la persona accanto diventa possibile. $a mia parte preferita di NeH Moon invece era il momento in cui Iacob racconta dell0imprinting a .ella. Egli dice5 0.asta guardare per un attimo negli occhi una persona e, se lei la met- che si cercava, niente, mai e poi mai, sar- pi6 importante di lei5 in un istante ci si rende conto di potersi trasformare in tutto di cui lei ha bisogno, che sia un protettore, un fratello, un amico o un amante.0 l0imprinting definito come uno Jspostamento di gravit-. Ormai non pila gravit- che ti tiene ancorato alla terra, ma l0altro. $a sera invece lessi .rea%ing (oHn, l0ultimo capitolo della saga. Mi addormentai a mezzanotte, sognando lupi e vampiri, sognando una vita bellissima insieme alla persona che amo, come .ella e EdHard. $e giornate passavano sempre lentissime, e io ero sempre sola. #lessio si era fidanzato con la ragazza con cui lo stavo aiutando. Non mi dava pi6 le stesse attenzioni che mi dava una volta. +li chiedevo se come tutte le domeniche volesse fare una passeggiata, lui mi rispondeva, come sempre che doveva uscire con lei. #lcuni giorni tentavo di aspettare che mi scrivesse lui, ma aspettavo la maggior parte delle volte invano. # scuola stavo con le ragazze, ma anche loro non mi calcolavano pidi tanto. Ormai #ndrea stava sempre con Marco. Ogni volta che passavo a fianco a loro o si giravano guardandomi o non mi guardavano e basta. Marco aveva sempre il solito sorrisetto da schiaffi stampato in faccia. #ndrea invece "uando passavo non reagiva come Marco, ma abbassava lo sguardo, "uasi sentendosi in pena. Io passavo abbassando lo sguardo e con le solite fitte allo stomaco. (urante gli intervalloni a scuola me ne stavo seduta sulle panchine del campetto con il mio panino in mano e la mia musica nella mente e nel cuore. Ero circondata da persone, ma la musica era l0unica che mi poteva tenere compagnia, che non mi avrebbe mai potuto ferire. )n giorno ero seduta mentre i miei compagni giocavano a calcio, come sempre non interessata da nessuno, ascoltando una delle mie canzoni preferite, little things, ad un tratto, senza accorgermene mi feci scappare una lacrima, che scese lentamente dall0occhio sinistro. # "uel punto un ragazzo, Nicola, osservandomi not* la goccia, mi venne incontro e asciug* la giuancia con la mano. $o conoscevo da un anno, ma era sempre stato timido, non avevamo mai avuto una conversazione seria. Non era troppo alto "uanto Marco, ma era comun"ue pi6 alto di me. Non era tanto magro, non era muscoloso, non era grasso, era un "ualsiasi ragazzo. I capelli marroni li portava non lunghi, con una frangia. "uando si avvicin* a me osservai per la prima volta il colore dei suoi occhi, marroni scuri. Non sapevo il perch3 ma una delle cose che amavo osservare nelle persone erano gli occhi. Mi chiese il perch3 della lacrima, gli risposi semplicemente perch3 stavo ascoltando una canzone che mi toccava in particolare. :apii che non aveva creduto a "uella stupida bugia inventata al momento, ma acconsent, e si mise a sedere vicino a me, senza parlare, senza chiedermi altro, solo standomi vicina, come se fosse l0unica cosa che avesse potuto fare, l0unica cosa che pensava mi mancasse, avere "ualcuno vicino. #veva talmente ragione, apprezzai tanto "uel gesto che gli chieso se avesse voluto ascoltare la musica con me. $ui accett*, anche se sapevo per certo che a lui non piaceva il mio stesso genere di musica. Marco ci vide ma non disse niente, rimase l,, fermi, attonito, come se il tempo si fosse fermato. Non badai tanto a lui. 8ensai solo a Nicola, al suo bel gesto, un "ualcosa di piccolo ma anche tanto grande per me. 8ass* "ualche tempo, Nicola era diventato come un fratello, stavamo sempre insieme, parlavamo, scherzavamo... +li volevo tanto bene. #lessio ed io avevamo ripreso a parlare, lo stavo aiutando con la sua ragazza, stavano avendo "ualche problema, ma non serio. Marco e #ndrea mi stavano alla larga. #nche se Nicola mi distaccava dal pensiero fisso di Marco, le mie fitte alla pancia continuavano, specialmente "uando stava con una cavolo di troietta della scuola. +i- il nome non mi piaceva di "uella sgualdrina, Danessa. 1F anni, alta, capelli color oro, lunghi con le punte che formavano perfetti boccoli. gli occhi erano azzurri, trucco perfetto, vestiti perfetti, fisico mozzafiato. :on un piccolo colpetto di frusta ai capelli i ragazzi svenivano ai suoi piedi. $e andava dietro tutta la scuola, compreso ovviamente

Marco. un giorno ero con Nicola al parco, stavamo passeggiando come ormai "uasi tutti i pomeriggi, parlando di tutto e di pi6. +li avevo raccontato di Marco, lui mi promise che non mi avrebbe mai fatta soffrire, e che mi avrebbe protetta da lui. #doravo "uei momenti coccolosi e abbracciosi, "uando mi sussurrava dolci frasi all0orecchio, "uando mi faceva il solletico alla pancia per poi finire per coccolarmi e stringermi a s3. #l parco vedemmo anche Danessa e Marco, mano nella mano. #ll0inizio ci feci caso, ma non insistetti a guardarli. (opo "ualche minuto rimasi impietrita guardandoli avvicinarsi, Marco la stava per baciare, davanti ai miei occhi. il tempo si ferm*, non riuscivo a vedere nient0 altro che loro due. $0unica cosa che riuscii a fare fu piangere, le lacrime scendevano lungo le mie guance come piccole cascate. Nicola cerc* di distrarmi abbracciandomi, ma non riuscii a fermare il pianto. Didi Marco spostare lo sguardo su di me, Danessa se ne accorse, gli prese il volto e lo spinse contro il suo per baciarlo ancora, per ferirmi ancora di pi6. Nicola non sapeva cosa fare, cerc* di prendermi per mano e portarmi via, ma appena toccata la mano caddi a terra, persi i sensi. ?uando mi svegliai vidi per primo il volto di Marco, poi "uello di Nicola, e successivamente in lontananza Danessa. appena riaprii gli occhi mi chiesero tutti come stessi, Nicola mi alz*. :hiesi per "uanto fossi stata incosciente, mi risposero per circa C minuti. Marco appena si accert* che stessi bene se ne and*, ritornando da Danessa. $ei gli diede un altro bacio e andarono nella direzione opposta alla nostra. Nicola mi riemp, di domande sul mio stato, si era davvero preoccupato, ma gli dissi che stavo meglio. ?uel Jstavo meglioJ era stata la pi6 grande bugia che avessi mai detto2 non stavo per niente meglio, anzi in "uel momento avrei tanto voluto morire. Dedere il ragazzo che mi aveva dato il primo bacio che avevo sempre sognato stare con un0altra non faceva affatto bene. #nche se mi aveva e mi stava facendo soffrire una cosa di cui ero certa era che non avrei mai potuto dimenticarlo. Nicola mi riaccompagn* a casa, mentre camminavamo gli chiesi perch3 Marco fosse di fianco a me mentre mi stavo svegliando. $ui, con un tocco di amarezza, rispose che appena caddi a terra come un sacco di patate lasci* vanessa per correre verso di me con la preoccupazione alle stelle. 8raticamente mi sollev* da terra lui, non Nicola. (isse che, impossibile da credere, fosse stato pi6 preoccupato lui di se stesso. Ero confusa, troppo confusa. Marco si era preoccupato per uno stupido svenimento che nel vedere il mio cuore spezzato in mille pezzi, nel vedermi piangere, nel vedermi soffrire. #rrivata a casa andai subito in camera mia, presi il pacchetto di sigarette, l0accendino e usc, di nuovo. Erano due settimane che grazie a Nicola non fumavo. (opo il primo sospiro toss,, ne avevo perso l0abitudine. Bisent, un0altra volta ancora il fumo scendere dalla gola, per poi fare uscire dalla bocca una nuvoletta bianca. ?uella sera mi tormentai pensando a Marco, a "uale fosse il suo scopo, ma non riuscii ad arrivare alla soluzione. #ndai a letto sognando di essere felice, di non soffrire pi6. Il giorno dopo a scuola tutti i ragazzi della mia classe mi chiesero come stessi, molto probabilmente Nicola aveva riferito l0accaduto. #rriv* anche #ndrea, con una rosa rossa in mano, il mio fiore preferito, chiedendomi scusa. Mi disse che si era sbagliato, che Marco lo aveva convinto a starmi alla larga. (opo avere riflettuto gli chiesi il perch3 ma #ndrea non riusc, a darmi una risposta. $o perdonai e tornammo amici. Nicola mi chiese come stessi, ma non fisicamente, ma interiormente. +li risposi che stavo ancora male per il bacio ed ero confusa per tutto il resto. :i guardammo negli occhi. Io, spinta da un forte impulso lo abbracciai forte a me, "uasi a parlagli con il corpo, gli dicevo di proteggermi, di non abbandonarmi, di starmi vicino, il pi6 vicino possibile. $ui si strinse a me. (opo un minuto interminabile lo lasciai, con una piccola lacrima che scendeva. Nicola se ne accorse, mi accarezz* il viso dolcemente, asciugandomi la guancia. $a sua mano calda e delicata pass* dalla guancia al mento. $o afferr*, e lentamente avvicin* il suo viso al suo. Eravamo fermi, a pochi centimetri di distanza, lui sorrise poi appoggi* le sue labbra alle mie. Il calore del suo corpo inondava il mio. ?uel bacio lento e passionale mi fece dimenticare per una volta a Marco, alla sofferenza, e mi fece provare felicit-. ?uando mi staccai abbassai lo sguardo, "uasi in imbarazzo. $o rialzai e dietro il viso sorridente e

solare di Nicola vidi Marco, con il volto scuro, fermo a guardarci. 8resa dalla confusione presi la mia borsa, guardai entrambi negli occhi e me ne andai, cosi via da entrambi. Non sapevo cosa fare e cosa pensare. /i mise a piovere io correvo, correvo e correvo, piangendo. ?uel bacio era stato importantissimo, ma il volto triste di Marco non riuscivo a toglierlo dalla testa. 1orse Nicola aveva ragione, sarei dovuta stare con lui. #vrei dovuto smettere di soffrire, e di pensare alle persone che mi facevano soffrire. Ma non so il perch3 ma non ci riuscivo... evidentemente mi piaceva soffrire. #ndai al parco, mi sedetti sotto un albero, al riparo dalla pioggia. Non mi sarebbe importato saltare un altro giorno di scuola. Ero bagnata fradicia, il trucco colato, sembravo un panda che si era appena fatto il bagno=@>. 8iangendo, piangendo, sia dal nervoso, sia dalla confusione, sia dalla stanchezza. Mi sdraiai osservando il cielo, pensando. 8er un certo periodo di tempo non volli parlare con nessuno. Ne0 con Nicola men che meno con Marco. Biuscii a confidarmi, a distrarmi e a farmi sentire meglio solo #lessio. /,, alcune volte li tirava in ballo solo per capire cosa provavo in "uel momento ma la maggior parte delle volte riusciva a farmi tornare felice, a farmi sorridere, facendomi dimenticare le brutte cose. # scuola ero sempre osservata da tutti, Nicola, Marco, le mie amiche... perch3 ormai il mio problema era diventato un "ualcosa di stato, di pubblico. $a sera pensavo agli aspetti positivi e negativi sia di Nicola che di Marco. 8ensavo che avrei dovuto dimenticarmi Marco, anche se non avevo ancora capito bene "uello che pensava "uel ragazzo, era per me ancora un mistero. Ma stare con Nicola non mi convinceva, avevo la tremenda paura che lo avrei solo usato per il mio principale scopo, cancellare una volta per tutte Marco dalla mia stupida e cocciuta testa. ?uel pensiero mi faceva stare malissimo, mi faceva sentire uno schifo. Nicola mi mandava messaggi, faceboo%, Hhatsapp, e'mail...non volevo farlo stare male, ma volevo capire cosa avrei dovuto e voluto fare, da sola. 8ensavo al bacio di Marco, e poi a "uello di Nicola. ?uello di Marco era stato anche il primo, magari era "uello che incideva di pi6 nella perfezione di "uell0instante..."uello di Nicola era stato anche lui perfetto nel suo insieme, volevo un bene immenso a Nicola, e il pensiero di lui era ancora forte e bello in me. Mente al pensiero di Marco provavo solo dolore. $a notte di "uel giorno non dormii, entro la mattina sapevo per certo avrei dovuto prendere la mia decisione. Niente ripensamenti. Era il A1 Marzo, il primo giorno di primavera. $a mattina arrivata a scuola vidi Marco e Nicola, entrambi mi guardavano. #ppoggiai la cartella, tolsi il giubbotto, andai verso Nicola, gli presi la mano e lo trascinai fuori dalla classe, lontano da tutti, lontano dagli occhi di Marco. 8rima che potesse aprire bocca e parlare lo avvolsi con un abbraccio "uasi soffocante. +li dissi che volevo stare con lui, che non volevo pi6 soffrire, e che sapevo per certa che con lui a fianco non lo avrei mai pi6 fatto. :i guardammo con le lacrime agli occhi, per la felicit- e mi sussurr* all0orecchio5 ;non parlare, godiamoci "uesto momento, sei cos, bella, mi sei mancata piccolaK< "uelle piccole e semplici parole mi fecero scoppiare a piangere, lui mi accarezz* la guancia per asciugarmi le lacrime, ero cos, felice. Non ci pensai due volte, avvicinai il mio viso al suo e lo baciai, un bacio lungo e passionale, in "uel momento eravamo una persona sola, lui desiderava me e io desideravo lui. /altammo la prima ora, "uella di scienze. Dolevamo parlare, stare insieme, ridere, scherzare, abbracciarci, baciarci, come due ragazzi felici di stare insieme. /tando con lui capii che lo amavo, "uanto lui amava me. 8rovavo sensazioni indescrivibili, avevo "uasi paura che fosse solo un sogno, un bellissimo sogno da cui mi sarei, prima o poi svegliata. Ma era tutto vero, ero felice. Ero finalmente felice. /tavo con lui praticamente per la maggior parte del giorno. Era un ragazzo simpatico, era amico di tutti infatti stavamo alcune volte da soli, altre volte in gruppo, con le mie amiche, felici avessi smesso di essere depressa, triste. 8ensai che a Marco non gliene fregasse della mia relazione, infatti stava "uasi sempre con Danessa, ma non in un gruppo come me e Nicola, ma soli. Danessa non voleva stesse con nessuno all0infuori di lei stessa. Ogni volta che passavamo davanti a loro lei lo afferrava e lo

baciava, "uasi con violenza. (a "uel giorno al parco, in cui Marco l0aveva abbandonata per me, capii che le stavo sui fondelli. Doleva farmela pagare, cercando di farmi soffrire mentre baciava Marco. 8ensai che lui fosse solo una marionetta da usare contro di me, perch3 un ragazzo la aveva piantata in asso per "ualcun altro. Ma si sbagliava, non mi avrebbe fatto pi6 del male. 8oteva fare "uello che voleva, era il suo ragazzo. ?uesto era "uello di cui volevo convincermi, non provare pi6 niente per lui. Ma sfortunatamente non ci riuscivo, e Nicola lo vedeva, se ne accorgeva. Infatti appena vedeva Marco con Danessa o mi prendeva la mano o mi stingeva a s! "uasi per darmi sicurezza, protezione, "uesta era una delle cose che amavo di pi6 di lui, non mi sgridava, non mi imponeva le cose. :onosceva me, i miei pensieri, "uello che volevo. Mi trattava come fossi la sua principessa, come se fossi un debole fiore da proteggere. Io naturalmente lo ringraziavo e ricambiavo o la stretta alla mano o l0abbraccio. In un certo senso eravamo tutti felici nel nostro gruppetto. Io stavo con Nicola. #nche le mie migliori amiche stavano con un ragazzo. +iulia, dopo alcuni problemi 3 riuscita a stare con 1rancesco. $a loro storia andava avanti dall0inizio della scuola. /i erano dichiarati l0un l0altra ma non erano potuti stare insieme perch3 1rancesco stava gi- con una ragazza, pi6 piccola di noi, che per* non voleva fare soffrire abbandonandola. 8assarono circa 4 mesi, entrambi soffrivano, alcune volte decidevano di uscire, ma in segreto. $ei lo confidava solo a me e lui solo a Nicola, il suo migliore amico. +iulia mi raccont* anche che si erano scambiati il loro primo bacio, la vigilia di Natale. /ia lei che lui volevano stare insieme. #lla fine 1rancesco capii, grazie all0intervento mio e di Nicola, che non potevano stare separati ancora per molto. In segreto "uindi organizzammo una sorpresa per +iulia, a /an Dalentino. 8rima di tutto dissi a 1rancesco che la prima cosa che avrebbe dovuto fare, anche se con dolore, lasciare la sua ragazza. $ui lo fece, anche se soffrendo perch3 ormai ci teneva anche tanto a lei. Ma non poteva avere due ragazze, avrebbe dovuto decidere, e scelse la mia +iulia. Il giorno di /an Dalentino +iulia entr* in classe come tutte le mattine, anche se "uella non sarebbe stata una mattina "ualun"ue. /ul suo banco le facemmo trovare un bigliettino, con destinatario +iulia, scritto in corsivo, con un piccolo cuoricino rosso a fianco. #perto il foglietto lesse5 buongiorno bellissimaK Oggi 3 /an Dalentino e ho deciso, con l0aiuto di due folletti ai miei ordini, di farti una bella sorpresina. /e sei cos, curiosa allora segui le freccine che troverai lungo la strada che portano da me. 1irmato5 il tuo ammiratore. Io, nascosta dietro ogni cosa che potesse coprirmi la seguii, scrutando ogni sua mossa, e osservando il suo volto cos, raggiante e felice, come non lo avevo mai visto. #ppena finito di leggere per la ventordicesima volta il bigliettino, prese un respiro e si mise a cercare le frecce, come scritto. Il suo volto fece un enorme sorriso "uando trov* per prima una freccia attaccata alla porta, la stacc* e prosegu, nella direzione indicata. #rriv* alle scale, ne trov* un0altra. )scita ormai dall0edificio scolastico davanti all0entrata io e Nicola le avevamo preparato una stradina cosparsa di petali di rosa rossa, le sue preferite. 8rima della stradina trov* un altro bigliettino, "uesta volta con scritto5 brava piccola, sei arrivata fino a "uesto punto seguendo delle frecce, ora segui la via che i miei folletti hanno preparato per te. 1irmato5 il tuo ammiratore. #rrivata alla stradina corsi verso Nicola e 1rancesco per avvertirli che +iulia era in arrivo. #rrivai da loro e trovai Nicola con in mano una rosa bianca, in assoluto il mio fiore preferito. #vevo iniziato ad amare "uel fiore da "uando vidi per la prima volta uno dei miei film preferiti5 .eastl&, un film che racconta la storia della .ella e la .estia, ambientata ai giorni nostri in #merica. Nel film il fiore preferito della protagonista 3 la rosa bianca, il cui significato 35 sono fedele e degno di te. Bipensare a "uel bellissimo film, al gesto di Nicola, alla felicit- di +iulia e di 1rancesco mi fece venire le lacrime agli occhi. :os, abbracciai forte Nicola, che per* a "uei tempi non era ancora diventato il mio ragazzo. Io e Nicola ci allontanammo per dare spazio ai due piccioncini, dato che avevamo intravisto arrivare

+iulia che ormai aveva finito la strada ricoperta di petali. I suoi occhi divennero ancora pi6 gonfi di lacrime e il suo sorriso ancora pi6 raggiante "uando vide 1rancesco, vestito con smo%ing e con in mano una rosa rossa. +iulia non ce la fece pi6, la prima lacrima scese dal suo occhio destro, rigandole le guance rosse. #ppena 1rancesco se ne accorse corse verso di lei, le porse la rosa, accarezzandole il volto, dolcemente. #vvicin* il suo volto a "uello di +iulia, e dopo aver sorriso i due si baciarono, passionalmente e liberamente, "uasi per dichiarare la loro libert-. Ormai era sicuro che sarebbero stati insieme. Io e Nicola li vedemmo da dietro un albero, mi commossi vedendo la mia migliore amica con il ragazzo che desiderava. 7erminato il lungo bacio si scambiarono alcune parole che per* per mia sfortuna non riusc, a sentire. #d un certo punto 1rancesco ci chiam*. Io e Nicola ci avvicinammo, +iulia mi corse incontro e mi abbracci*, per poi sussurrarmi all0orecchio5 ;grazie sistah, finalmente sono felice, ti voglio bene<. # "uelle parole prolungai l0abbraccio. Mamma "uanto le volevo bene. 1inito il nostro lungo abbraccio +iulia and* ad abbracciare anche Nicola. 7ornammo in classe tutti e "uattro felici e contenti, finalmente una giornata produttiva. Micaela invece ora era felice con Edoardo. Edoardo, al contrario di Nicola e 1rancesco, era pi6 grande, fre"uentava la "uinta liceo /cientifico nella nostra stessa scuola. I due ragazzi per* si conoscevano fin dall0infanzia, erano amici di famiglia. +iocavano insieme, andavano insieme in vacanza. Erano diventati "uasi come fratelli. $a loro amicizia cos, affiatata si interruppe "uando Edoardo inizi* ad uscire con amici, dato che era pi6 grande stava con ragazzi pi6 grandi e non pi6 con la sua famiglia o "uella di Micaela. #ll0inizio Micaela non ne soffr, pi6 di tanto, aveva anche lei le sue amiche. 1ino a "uando lei si accorse che, ripensando a lui provava cose mai provate, farfalle allo stomaco, non mangiava, era innamorata. Ogni tanto cercava di chiamarlo, per chiedergli di uscire con lei, di vedersi come una volta, ma lui ogni volta diceva di essere occupato, ormai era diventato grande, non stava pi6 con lei, come da bambini. Micaela cerc* di reprimere i suoi sentimenti, cercando di pensare alla scuola, pensando ad altro. Ma anche lei soffriva, e anche tanto vedendolo praticamente tutti i giorni, camminare lungo i corridoi, scherzare con le sue compagne, abbracciarle. )n giorno, ricordo, che venne da me ad abbracciarmi, dicendo che non ce la faceva pi6. $a consolai, lei conosceva la mia storia, la capivo come nessun altro. $e consigliai di parlarci, faccia a faccia. (irgli tutto "uello che pensava "uando lo vedeva, di confessarsi apertamente, cos, che se ne fosse accorto una buona volta. $ei acconsent, alla mia richiesta. Era la fine di febbraio, "uando Micaela and* ad una festa di un amico che avevano in comune lei ed Edoardo. $ei era vestita con un vestito classico, da sera, sembrava una principessa, era bellissima. Doleva parlare con Edoardo, raccontagli tutto. ?uella sera fu cos, importante che me la raccont* almeno una "uindicina di volte. Erano appena entrati nella casa dell0amico che faceva il compleanno. +li invitati erano tutti grandi, ormai diciottenni, mentre Micaela solo sedicenne. Non le importava tanto, doveva solo parlare con lui. E avrebbe trovato il momento giusto. #d un tratto un gruppo di amici di Edoardo, ubriachi, si avvicinarono a lei, chiedendole di ballare, infastidendola. $ei cercava di liberarsene ma invano. Inizi* allora ad urlare, a chiedere aiuto, ma erano tutti in casa, con la musica a palla, non l0avrebbero mai sentita. 7utta infreddolita e impaurita Micaela era vicino alla piscina, con 4 ragazzi ubriachi intorno a s!. 1ortunatamente per* Edoardo da dentro l0abitazione sent, la voce di Micaela, usc, e corse verso la damigella in pericolo. Entr* nel gruppetto e si mise davanti a lei, per proteggerla da "uei mascalzoni. 8er Edoardo fu facile stendere i ragazzi, tra che erano ubriachi marci, tra che lui faceva come sport pugilato, passati due minuti gett* il trio in piscina. Micaela lo abbracci*, con le lacrime agli occhi per la felicit- e per sfogarsi, ;ormai era tutto finito<, continuava a ripeterle Edoardo per tran"uillizzarla. I due passarono il resto della serata a parlare, Edoardo la stava tran"uillizzando. Micaela si sfog* piangendo. $ui le accarezz* il volto, le pose la sua giacca perch3 faceva abbastanza freddo, essendo la fine di 1ebbraio, si abbass* fissandole gli occhi, appoggi* le sue labbra alle sue, dolcemente, ormai la

giacca non serviva pi6, era lui che le trasmetteva calore, il calore formato da un misto di felicit-, protezione verso la ragazza, tran"uillit-, serenit- e dolcezza. #lla lista dei fidanzamenti mancava per* :arola, la conoscevo da "uando ero piccola, era una mia coetanea. #vevamo fre"uentato lo stesso asilo, e le scuole medie insieme. (opo le scuole medie eravamo felici di stare ancora nella stessa scuola, anche se lei avrebbe fatto il liceo scientifico e io "uello artistico. (opo un anno di scuola avrei dovuto essere felice che sarebbe iniziata lLestate, ma non fu cos,. Il Bettore della nostra scuola ci avvis* con dispiacere che la nostra classe dellLartistico non sarebbe potuta andare avanti, eravamo pochi in classe, e non sarebbero riusciti ad affrontare tutte le spese necessarie. Io e +iulia non potevamo essere pi6 tristi, avremmo dovuto cambiare scuola, allontanarci dai nostri amici, da :arola, da Micaela. Non ce lLavrei fatta, cambiare tutto.. dopo alcuni giorni dalla terribile notizia arriv* a casa una chiamata, mia mamma rispose, dopo C'E minuti attacc*. :on calma e pazienza si avvicin* a me e mi disse che al telefono era il rettore che, dopo aver saputo del mio dispiacere, aveva voluto vedere sia me, che giulia, con i miei genitori, mia mamma aveva acconsentito. :i pensai tutta la notte, magari aveva cambiato idea e ci avrebbe voluto dire che la nostra classe continuava e tutta "uella storia era solo un brutto sogno. Il giorno seguente andammo a scuola, nello studio del rettore, insieme a lui cLera anche il preside delle superiori, per prima aveva voluto parlare con i nostri genitori, dopo con noi. :i accompagn* a scuola anche :arola, dispiaciuta dellLaccaduto, aspettammo con impazienza una "uindicina di minuti, tempo interminabile, avevo sempre odiato le attese. :arola cerc* di distrarci, parlando di altro, ma niente da fare, io e +iulia eravamo impassibili. 1inalmente i nostri genitori uscirono, il rettore ci invit* ad entrare noi due da sole. :arola ci strinse le mani e ci lasci* andare. Entrammo nel famoso angolo del rettore, dove non ero mai entrata, per fortuna ero brava a scuola, non mi avevano mai dato una nota o cose simili. :i fece accomodare nelle comode poltrone e lui, a fianco al preside si appoggi* con delicatezza alla scrivania. 7irando un sospiro chiesi il perch3 ci avesse voluto chiamare a parlare con lui. Il preside inizi* a spigarci che avevano saputo della nostra disperazione, della nostra tristezza nellLabbandonare una scuola, che era diventata praticamente la nostra seconda casa. Noi acconsentimmo con un lieve movimento con la testa. :ontinu* il rettore5 ;voi due ragazze siete molto brave a scuola, avete ricevuto una splendida pagella, otto, sette e solo pochi sei.< 8rima di continuare il suo discorso ci fece una sola domanda5 ;a voi due piace davvero il liceo artistico@ Nel senso, sareste disposte a cambiare indirizzo per restare in "uesta scuola@< ci guardammo in faccia. Non sapevo cosa dire. Inizi* +iulia, disse che s,, era sempre stato il suo sogno fre"uentare il liceo artistico per poi andare a fare architettura allLuniversit-. Mi guardarono, era il mio turno di parlare. 8rima di rispondere alla domanda pensai che sinceramente non era il mio sogno fre"uentare lLartistico, come giulia, in terza media sapevo soltanto che sarei dovuta restare nel mio amato collegio, per altri C anni. Escludendo classico e ragioneria, restava solo da scegliere tra artistico e scientifico. #lla fine scelsi lLartistico, avevo pensato sarebbe stato meno complicato dello scientifico, con tanta matematica, scienze... per* non mi era dispiaciuta la mia scelta, avevo buoni voti, ero una ragazza studiosa, tutto "ui. 8rima di rispondere alla domanda chiesi al prof. il perch3 di "uello strano discorso. $ui ci disse5 ;io e $andini "ui presente vorremmo chiedervi se sareste disposte a cambiare scuola pur di restare in collegio.< Io a "uella domanda risposi un sonoro e "uasi incontrollabile s,. Non sapevo il perch3 di "uella risposta secca, ma dopo averci ripensato.. giulia decise di non rispondere, uscimmo e il rettore ci preg* di informarlo al pi6 presto della nostra decisione. 8arlai con tutti, i miei genitori, i miei amici... ma la persona a cui dovevo pensare prima di tutto ero io, a "uello che avrei dovuto fare poi... restai al telefono tutta la notte con +iulia, che anche lei stava trascorrendo insonne. 8ensavamo a "uello che avremmo dovuto fare lLestate, pensavamo a "uanto sarebbe stato difficile lLanno seguente. 8er* pur di non abbandonare amici, scuola, professori, mi impuntai nel fare il passaggio. (opo "ualche incertezza

convinsi anche +iulia, che mi disse che per entrare al politecnico avrebbe dovuto sapere bene matematica e geometria, pi6 che altre materie artistiche. Derso le C di notte ci chiam* anche :arola, in pensiero per noi e per la nostra decisione. #scoltate le nostre intenzioni tir* un urlo di felicit-, e si offr, come nostra professoressa per lLestate, ci disse che ci avrebbe aiutato in tutto, latino, matematica, tutto pur di non abbandonarci. Io e +iulia la ringraziammo, le volevamo bene pi6 di "uanto lei ne voleva a noi. #ppena mia mamma si svegli* le raccontai della mia scelta, e di "uella di +iulia. $ei cerc* di farmi ragionare ancora per almeno "ualche giorno, ma io gli dissi che non ce ne sarebbe stato bisogno, ormai avevo preso la mia decisione. $a mattina facemmo colazione presto con :arola nel bar in centro a +orla, per poi andare a parlare anche con il Bettore della nostra decisione. 8rima per* volli parlare anche con i futuri professori, che in parte gi- conoscevo. Mi dissero tutti che sarei stata in grado di affrontare la situazione, che non avrei dovuto preoccuparmi. (etto "uesto, mia mamma prese il foglio delle iscrizioni e firm* definitivamente per me alla seconda $iceo /cientifico. #rrivata a casa mi stesi sul letto, fiera della mia decisione ma anche impaurita di "uello che avrei dovuto fare tutta lLestate e lLanno seguente, ma ormai "uel che 3 fatto 3 fatto, come si suol dire. :arola disse che ci averebbe potuto aiutare in latino e in matematica, ma non ce lLavrebbe fatta per chimica e fisica. $ei doveva anche fare i suoi compiti e in pi6 non era un asso in "uelle materie. Iniziammo con le lezioni di latino, prima, seconda declinazione sembravano abbastanza facili, bisognava studiare a memoria, lo stesso fu per il presente indicativo. Il difficile inizi* "uando :arola ci diede da tradurre le prime frasi. $e parole prese separatamente erano facili, ma insieme in una frase creavano una minestra di latino indecifrabile. (opo tanto allenamento per* ce la facemmo, sia io che +iulia. Intanto iniziammo anche il percorso della matematica, una strada lunga e in salita. $a matematica era sempre stata il mio peggior incubo, specialmente i problemi, anche se di problemi non ne sent, parlare per tutta lLestate. 7ornata dal mare, verso met- luglio per* :arola ci disse che avremmo dovuto iniziare a fare sia fisica che chimica, in "ualche modo. 8ensammo tutto il pomeriggio ad una possibile risoluzione del problema. :apivo :arola, in "ualche modo anche lei avrebbe dovuto fare i suoi compiti, non poteva pensare solo a noi povera ragazza. ?uando pensavo a "uanto stava facendo per noi, a "uanto fosse difficile farci capire tutti i concetti, avendo pazienza, molta pazienza. Ero felicissima di avere unLamica cos,, e alle volte riflettevo anche sul fatto di non averglielo mai detto, di non averle mai detto "uanto fosse importante per me. 7ornai a casa dopo un pomeriggio di matematica stanca morta, ancora pensando ad un possibile sostituto di :arola per le altre materie scolastiche. #ndai su faceboo%, magari "ualcosa o "ualcuno mi avrebbe illuminata. 8ensai..pensai.. poi mi venne unLidea, una possibile soluzione. Mandai un messaggio ad un ragazzo, Boberto. #veva la nostra stessa et-, "uindi le cose che carola gli avrebbe detto di spiegarci, le avrebbe ricordate sicuro dato che anche lui faceva lo scientifico. $o incontrai ad una festa a marnate, verso maggio, era un ragazzo simpatico, dolce, per "uanto lo conoscessi un bravo ragazzo. Era alto, capelli castani corti con una frangetta alla moda che lui adorava scostare di tanto in tanto facendo sHish con la testa. (i corporatura era abbastanza magro, con un accenno di pettorali dovuti al continuo allenamento a pallacanestro. /eppi di "uei muscoli dopo che, dopo aver fatto un canestro durante una partita allLoratorio, si tolse la maglia per festeggiare. +li mandai un messaggio, in cui scrissi5 ;ehi robi, come stai@ Non sai cosa 3 successo, va bhe ti spiegher* con calma appena mi risponderai. Non 3 che potresti fare ripetizioni di chimica e fisica a me e ad una mia amica@ Bispondimi appena puoi, baci<. $esse subito il messaggio e mi invit* ad uscire per chiarire le cose, dovevo raccontagli tutto "uello successo durante "uel mese. (ecidemmo di uscire una sera, a prenderci un gelato. (opo avergli raccontato tutto gli richiesi se avesse potuto farmi da insegnante e lui, maschio "uale era salt* fuori con la stupida domanda5 ;e io che ci guadagno@< lo presi a pugni, che cattivo. :i mettemmo a ridere e come due scemi, gli risposi che le mie due amiche non erano

niente male, ad una avrebbe dovuto insegnare, lLaltra era, come dire...una collega ahah. $ui acconsent, e decisi di assumerlo. :i stringemmo la mano come se gli stessi dando un lavoro vero. 1inito il collo"uio di lavoro inizi* a raccontarmi come fossero andati gli ultimi tempi in cui non ci sentimmo. Mi raccont* che lo aveva lasciato la ragazza, ma io per tirarlo su di morale, gli dissi che si sarebbe rifatto con una delle mie amiche sicuro. 8arlammo fino alle 11 di sera, fino a "uando mi riaccompagn* a casa come un perfetto gentiluomo. $o ringraziai con un bacio sulla guancia, e gli diedi appuntamento il giorno dopo a casa mia, dove avrebbe iniziato il suo lavoro e conosciuto le ragazze. Non avevo ancora detto alle mie amiche che avevo trovato l0insegnante perfetto, "uindi dissi a Boberto che sarebbe potuto arrivare a casa mia prima di loro, per farle una sorpresa. (urante il periodo di tempo di attesa roberto mi chiese di descrivere le due mie amiche, dato che non le aveva mai viste prima d0ora. (opo atti insistenti da parte del ragazzo iniziai le descrizioni5 ;+iulia 3 una ragazza un po0 bassina ahah, magra, con i capelli lunghi, castani e mossi, i capelli che avevo sempre desiderato. (urante l0estate li porta raccolti in una lunga coda di cavallo, che rendeva visibile il suo bellissimo volto. Occhi verdi castani, non identificabili, come i miei2 la nostra idea 3 che il colore dipende dalla luce o da "uello che indossiamo. .occa abbastanza grande, le sue guance erano perennemente rosse, di un vivido colorito.< 1inita la descrizione fisica iniziai "uella caratteriale5 ;+iulia 3...mmh pi6 di una migliore amica, 3 una sorella per me. :i conosciamo da "uando facevamo l0asilo, anzi anche prima perch3 abbiamo da poco scoperto che giocavamo anche insieme nella fattoria del paese, dove andavo "uasi tutti i pomeriggi da "uando avevo G o C anni. $ei 3 simpatica, dolce, la sua risata spicca sempre da "uanto 3 adorabile, sincera, sensibile, ma mai "uanto me ahah, poi che altro..ah una delle sue principali caratteristiche che la rendono speciale 3 che non riesce a odiare, non riesce ad arrabbiarsi tanto da arrivare ad odiare "ualcuno, mai detta una parolaccia in tutta la sua vita.< a "uesta affermazione la faccia di Boberto formava una ;o< per lo stupore. Mi misi a ridere, per fargli cambiare "uella perenne faccia stupita gli tirai una leggera sberla, mettendomi a ridere di nuovo. $ui prese il mio polso e lo strinse tirandomi verso s! facendomi cadere in braccio a lui. Mi allontanai subito, non volendo creare situazioni imbarazzanti. 8assai invece a parlare di :arola5 ;:arola invece, dato che interessano tanto, sar- la tua collega di lavoro, una ragazza alta, magra, con i capelli che le cadono leggermente sulle spalle, fino alle medie li portava lisci, con un ciuffo che le cadeva sull0occhio sinistro, mentre dalle superiori li porta pi6 mossi. 8ortava gli occhiali fino alle medie, ora usa le lenti a contatto, i suoi occhi sono marroni, contornati da ciglia lunghe e da "ualche anno porta l0apparecchio. Ma un carattere molto particolare, simpatica, dolce, taaanto scema, ma anche intelligentissima..tutti "uesti pregi alle volte vengono sovrastati da alcuni difetti, infatti 3 disordinata, ritardataria, sbadata, acida.. abbiamo anche avuto "ualche discussione, ma da "uello che penso io i litigi rafforzano un0amicizia... le voglio tanto bene. .heee penso sia tutto, ora bisogna aspettare, dovrebbero arrivare fra una "uindicina di minuti.< (opo "ualche minuti di silenzio ripresi a parlare5 ;c03 per caso una delle mie due amiche che ti potrebbero interessare@< lo osservai con aria molto interessata e lui ricambi* con un piccolo risolino nervoso per poi rispondermi5 ;bhe mi sembrano entrambe carine e simpatiche, ma non voglio dire niente fino a "uando non le incontrer* di persona.< dopo aver sbuffato alla sua risposta presi il cellulare e vidi un messaggio da :arola5 ;$o so, siamo i ritardo, come al solito, ma meno di cin"ue minuti e arriviamoooo c5< al messaggio sorrisi e riferii a Boberto la notizia. :irca cin"ue minuti dopo suon* il campanello, sorrisi a Boberto prima di andare alla porta ad aprire alle mie due amiche. Mentre si stavano scusando per il ritardo, entrarono nella stanza e videro Boberto seduto sul divano. :arola si arrest* subito chiedendomi a bassa voce chi fosse il ragazzo. Boberto rispose prendendo la mano di :arola per presentarsi ufficialmente, procedetti alle presentazioni. ;:arola, Boberto. Boberto, :arola< ci mettemmo a ridere. +iulia, pi6 bassa di noi ci scavalc* per salutare anche lei il nuovo ragazzo, ancora preso a osservare la ragazza dinanzi a lei5 :arola. Boberto

e :arola iniziarono a parlare, supposi per la scuola, anche se sembrarono interessati ad altro. Io e +iulia li interrompemmo bruscamente saltando addosso lei a :arola e io a Boberto. Il ragazzo per scherzare mi prese in braccio e mi sgrid* dicendomi che mi avrebbe messo una nota disciplinare. Io iniziai a ridere scansandomi per affermare l0autorit-. Boberto e :arola ci informarono di aver deciso il programma che avremmo svolto con Boberto, di fisica e chimica. Iniziammo cos, a fre"uentare i ;corsi di recupero< presso casa mia con Boberto e con :arola. I due ragazzi si divertivano insieme, ridevano, scherzavano, e uscivano anche, ma sempre solo come semplici amici. :arola si sentiva anche per* con un altro ragazzo, amico di Boberto, conosciuto grazie a lui una sera. ?uesto ragazzo, 7ommaso detto 7ommi, era alto, capelli corti e castani, occhi marroni, l0unico difetto era che era un po0 troppo magrolino. $ei ;stava< con 7ommi, ma si divertiva e le interessava anche Boberto, anche se era solo un amico, il migliore amico che tutte le ragazze vorrebbero. Era arrivato il mese di luglio e sarei dovuta andare al mare con i miei e con amici, relaN dai compiti per ben due settimane, il che mi piaceva, ma non avrei potuto vedere n! :arola, n! Boberto, n! +iulia.

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