Sei sulla pagina 1di 4

di Daniel Soutif

jazz-thetics

le copertine di the record changer erano in grado di catturare quelle qualit di spontaneit dinamica e completa unit che sono cos tipicamente parte del jazz

32

Ancora copertinisti di The Record Changer

i
In queste due pagine, copertine disegnate da Robert J. Lee per The Record Changer : in alto a sinistra, la prima in assoluto; la quarta in senso orario invece quella del tristissimo chitarrista in attesa del bus dopo una festa.

lettori della precedente puntata di Jazzthetics ricorderanno che larrivo di Bill Grauer alla direzione di The Record Changer ebbe come effetto immediato la rottura tra lillustratore Gene Deitch e la rivista. Dopo lultima copertina di Deitch (gennaio 1951), la rivista visse per altri sette anni: era quindi quasi esattamente a met della propria storia. Ma, mentre negli anni precedenti solo due artisti erano bastati (salvo rare eccezioni) ai suoi bisogni grafici, ben pi numerosi furono quelli che si divisero il compito negli anni seguenti. Il pi proficuo fu sicuramente Robert J. Lee, la cui prima copertina (febbraio 1951) marcava rispetto alle immagini di Deitch una notevole rottura, che si accentuer nel corso del tempo. Molto meno fumettista che pittore, Lee dar alla rivista una ventina di copertine. Stampate il pi delle volte in bianco e nero (probabilmente per risparmiare), le sue immagini sono maggiormente dominate da sfumature grigie di sottile qualit, manifestamente pittorica. Cos Lee si concentra su ritratti o gruppi di musicisti rappresentati in intensi momenti di concentrazione. Ma ogni tanto si limita a un disegno elegantemente ridotto alluso di fini tratti. Anche se molto pi rari, non mancano diversi esempi di opere francamente umoristiche, come per esempio quella dedicata al tristissimo chitarrista in attesa del bus dopo una festa che non sembra averlo messo di buon umore. Molto pi famoso nel mondo del jazz, Paul Bacon aveva iniziato la breve collaborazione con il Record Changer poco prima della partenza di Deitch. Gi nel novembre 1950 aveva cos offerto alla rivista una notevole rappresentazione di percussionisti non priva di forti accenti primitivisti. Come si sa,

33

jazz-thetics

In queste due pagine, in senso antiorario partendo dal tavolo delle riunioni di Paul Bacon: copertine di Tom Ballenger (la serenata del trombettista), Le Goullon (il negozio di dischi), Ben Einhorn, Harold Bruder, Gill (il tenorsassofonista) e ancora Bacon (il suo esordio con il percussionista, e i musicisti che ascoltano una registrazione).

34

Bacon, destinato a diventare un noto illustratore di copertine librarie, doveva dare al jazz un bellinsieme di opere grafiche per i dischi della Blue Note, tra le quali un famoso ritratto di Sidney Bechet (Jazz Classics Voll. 1 & 2). Anche se molto meno conosciuti dei suoi lavori per la casa discografica, i disegni di Bacon sporadicamente pubblicati fino al 1953 da Record Changer non sono meno interessanti, come testimonia nel settembre 1951 un bel gruppo di musicisti, evidentemente moderni, che ascoltano attentamente una loro registrazione; o ancora, nel luglio 1953, in occasione del numero speciale dedicato ai dibattiti legati alla nascita dellInstitute of Jazz Studies, un seducente disegno che evoca il tavolo delle riunioni. Diversi altri illustratori appaiono nel corso degli anni della rivista: qualcuno solo una volta o due, come Gill che realizz uno stupendo ritratto di sassofonista per il numero di marzo 1952; qualche altro un po pi spesso, come Tom Ballenger o Le Goullon. In genere, non si sa molto di questi artisti, che non sembrano aver lasciato altre tracce rilevanti, il che nulla toglie alla qualit dei loro interventi. Impossibile non apprezzare lumorismo

virtuoso della folla sovraccarica di particolari che caratterizza il negozio di dischi disegnato da Le Goullon per il numero di giugno 1951, immagine giustissima della golosit discografica degli amatori Allopposto, come resistere alla dolce tenerezza della serenata di tromba evocata da Ballenger nel febbraio 1952? Insomma, che i suoi copertinisti siano poi diventati famosi o no, The Record Changer ne ebbe di ottimi fino alla fine, dimostrando cos una rara attenzione allimmagine e ai suoi legami con la musica. Ne testimonianza ulteriore il fatto che, proprio con gli ultimi numeri, apparve nella pagina del sommario un piccolo paragrafo dedicato alla presentazione dellartista di copertina. Cos, nel febbraio 1957, ci viene rapidamente presentata la carriera di Ben Einhorn, illustratore allora parigino di cui non si sa molto pi di quanto detto in quella piccola nota, autore di un abile schizzo raffigurante un jazz club installato in una cantina medioevale; il mese precedente era stato introdotto Harold Bruder (pittore destinato a una notoriet pi considerevole), che aveva firmato, come diceva la nota di presentazione, una striking cover by giving a power-

ful, semi-abstract to a realistic subject in grado di catturare quelle qualit di spontaneit dinamica e completa unit che sono cos tipicamente parte del jazz. Parole che si possono forse applicare allintera storia visiva del Record Changer Daniel Soutif

35

Potrebbero piacerti anche