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SPETTACOLI
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a domani sera (20.40, TV1) va in onda un'ampia rassegna dal titolo Spencer Tracy: la faccia onesta dell' America che comprender 18 appuntamenti: dodici il luned in prima se* rata, sei il venerd in seconda serata. Apre il ciclo San Francisco (1936) di W.S. Van ; seguiranno (il luned) Spencer Tracy? Un brav' uomo. Un attore insolito. Un divo fuori norma. Nato nel '900, a trentasette anni, quando stava toccando una fatidica notoriet, minimizzava sarcasticamente: o non sembro un attore, per lo pi non mi do quest'impressione... Sono solo un sempliciotto. personaggi interpretati negli oltre settanta film sembrano ricalcare i momenti-crisi della sua tormentata indole. o e umanissimo, austero e ironico, spigoloso e sensibile: recitava come respirava. no detto i pochi amici sicuri, l'hanno confermato molti colleglli celebri. Spencer Tracy: la faccia onesta dell' America l'adeguata inseg n a dell'incipiente rassegna cine-televisiva, dovizioso omaggio-rivisitazlone teso a restituirci, oltre la complessa maschera dell'attore, caratteri e situazioni ricorrenti di quella pragmatica attitu-, dine psicologica e civile favoleggiata ancora come l'autentico mito del Nuovo do. h Tracy" sono tutte evidenti, sin dall'infanzia e dalla turbolenta adolescenza nella nativa , le costanti dell'avventurosit americana: l'irruenza persino violenta e la prodiga disponibilit; i propositi ambiziosi e i dolorosi ricredimenti, le tentazioni egocentriche e la sincera dedizione altruistica. Un impasto di difetti e di qualit che lo port spesso alla soglia della dissipazione, salvandolo al contempo da pi rovinose cadute. Questo era l'uomo e tale si rivel, dopo reiterati e tribolati tentativi, l'attore, u n professionista esperto delle sottigliezze del mestiere e, insieme, un artista mosso e sorretto da u n a scorticata tensione espresslva. a prima, grossa occasione di Spencer Tracy, gi segnato negli anni venti d a un affannoso apprendistato e Passaggio a Nord Ovest (1942) di g Vidor, a citta dei ragazzi (1938) di Norman Taurog, a febbre del petrolio (1940) di Jack Conway, a donna del giorno (1942) di George Stevens, il primo film in coppia con e , Pap diventa nonno (1951) di Vincente , a settima croce (1944) di Fred Zinnemann, Prigioniera di un segreto (1942) di George Cukor, Omert (1951) di John Sturges, o hurr (1958) di John Ford, a montagna (1956) di Edward k ed infine a chi viene a cena? (1967) di Stanley . sei film da sfortunati eventi familiari (sposatosi nel '23 con se Treadwell, vide subito compromesso il suo matrimonio dalla nascita di un figlio sordomuto), fa nel 1930 la parte di protagonista, nei panni del riottoso carcerato John , nel lavoro teatrale di Wexley The t . A New York il dramma fu inscenato con esito trionfale e per Tracy, particolarmente lodato per quella sua interpretazione, si aprirono prontamente le pi ampie prospettive. Specie nel cinema- John Ford lo impose alla Fox affidandogli il ruolo maggiore in Up the (1930), cui segu vorticosa- j mente una folta serie di pel- ' licole di variabile rilievo. Tra [ queste, Quick (1931) di d Brown, Young America (1932) di Frank Bor-. zage, Ventimila anni a Sing Sing, di l , Distruzione (1934) di William Wellman, quattro perle (1935) di Sani Wood. . , insoddisfatto. e . disorientato da una carriera tranquilla m a ormi mono-"corde sulla traccia di abusati stereotipi, Spencer Tracy s u bisce allora qualche preoccupante sbandamento: i n dulge troppo alla bottiglia e, per rifarsi delle domestiche amarezze, s'intriga in rapinose quanto fugaci trasgressioni coniugali con le partners del momento, come ad esempio la levigata, raggelante bellezza dell'epoca -' retta Young. A risollevare le sue sorti e la fiducia in se stesso sopraggiunge, per, nel '35 il definitivo passaggio dalla Fox alla , dove, sotto la ruvida tutela del declinante tycoon g Thalberg, azzecca finalmente i film giusti al momento giusto: (1935) di Fritz g (recente fuggiasco dalla Germania nazista approdato fortunosamente in America), San (1936) di W.S. Van , d y (1936) di Jack Conway. Sull'onda di quel vistosi successi, per Tracy sar presto la consacrazione piena' con i due Oscar assegnatigli. rispettivamente per Capitani, coraggiosi (1937) di Victor Fleming e a citt dei ragazzi > (1938) di Norman Taurog, e il conseguente acquietarsi in una professionalit praticata sempre con rigoroso, lucido impegno. Tra l'altro, di quel periodo il confortante incontro per l a vita tra il gi maturo Spencer Tracy e la sofisticata, volitiva tharine . Propiziato dalla lavorazione del film di Georges Stevens donna del giorno (1942), l'incontro professional e-sentlmentale, cui sarebbero seguiti a dire della stessa n vent'anni di perfetta e cameratesca amicizia con u n uomo tra gli uomini, avrebbe anche potuto non avere luogo se si fossero rivelate fondate le apprensioni dell' attrice nei confronti del suo nuovo partner o paura di; ssere troppo alta per m i s t e r Tracy*) e se Joseph wicz, improvvisato difensore d'ufficio, non avesse prontamente parato la botta (Non si preoccupi, lui la ridurr al formato giusto). Che stagione fu la loro! Sullo schermo e fuori, l'uria e l'altro nella propria casa, si ritrovarono comunque uniti, complici e solidali, attravers o l'accidentato terreno della realt e del cinema. E nella turbinosa contrada di wood-Babilona raccontarono con arguzia e trepidazione tutte le favole ora amare ora consolanti del vivere e del sopravvivere, dell'amore e del risentimento, della trascinante avventura come delle desolanti sconfitte: dalla a del giorno 042) di Georges Stevens alla niera di un segreto f42) di George Cukor. da Senza amore ('45) di d Bucquet al d'erba l Elia -
Tracy
programmati il venerd sono: Gente allegra (1942) di Victor Fleming, o stato dell'Unione- (1948) di Frank Capra, Furia (1936) di Fritz , l padre della sposa (1950) di Vincente , Giorno maledetto (1955) di John Sturges, l dottor Jekyll e . (1941) di Victor Fleming. l'epico western hurr, *58, di John Ford), dal dramma bellico a settima croce, '44, di F r e d Z i n n e r mann) allo spettacolo parodistico (Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo, '63, di Stanley : una storia lontana ormai sfrangiata nel labili ricordi del gesti, dei tic, degli sguardi dell'uomo che faceva credere, come intu y Bogart, di essere ci che recitava. O, altrimenti, che comunicava, immediato, quel che forse amava (od odiava) di essere: la faccia onesta dell'America. zan, dallo Stato dell'Unione (*48) di Frank Capra alla Costola d'Adamo (*49) di George Cukor, da e lei di George Cukor alla Segretaria quasi privata ('57) di Walter , fino all'ultimo congedo con a chi viene a cena? 067) di Stanley , che gi aveva diretto con sagacia Tracy nelle opere vigorosamente democratiche l'uomo cre Satana (*60) e Vincitori e vinti ('61). a restante eredit di Spencer Tracy frammentata in generi e occasioni svarianti dalla commedia sofisticata padre detta sposa, '50, di Vincente ) al-
Sauro Borelli
gi di una gamba (per evitare il peggio) nel 1915, unisce in s le asprezze e le amarezze, ma anche le superbie e le vanit, dell'anziana, dell'invalida, del mostro sacro: Cosicch il povero costretto a rappresentare, come su una minuscola ribalta domestica, le figure che hanno agito nell'esistenza della protagonista, quali comprimari d'un ininterrotto superspettacolo: la tirannica; la Superiora del convento dove Sarah trascorse un certo tempo, credendo a una propria vocazione monastica; il marito Jacques, un gran fusto mediterraneo (di stirpe greca), avventuriero ' e scialacquatore; Jarret, il dinamico impresario (e amante), che la condusse alle glorie d'oltre oceano... realt e finzio-
ne, cronaca e leggenda, la Bernhardt si lascia andare, intanto, a qualche esempio della sua carriera: la a di Hacine, la Signora dalle camelie di mas figlio; o, dalla remota giovinezza, ripesca un invidiato modello, il mimo Le Corbeau Corvo), che spopolava all'epoca della Comune. con chi ritrovare un'autentica, profonda affinit, se non con Oscar Witde? saranno, forse, Oscar e Sarah, gli ultimi mohicani di un gioioso egotismo? Sta di fatto che solo con Wilde (un altro grande eccentrico, G.B. Shaw, lei lo nomina appena, ed esprimendo odio), la Bernhardt dialoga alla pari (anche se, a vestire i panni dello scrittore anglo-irlandese, sempre quel disgraziato di meno che, tra gli interlocutori dell'attrice, non si debba considerare il So-
le, cui ella rivolge poich l' azione ha luogo all'aperto, e in una zona di mare stizzose, dirette provocazioni. , commediografo, in so- % stanza, si lascia sedurre lui stesso dal mito di *Sarah Barnum, riservandosi appena un margine d'ironia, o di comprensiva piet per il caso uma- vi no, che dei resto il respiro della storia sembra qui sfiorare appena (eppure, se non altro, sull'* Affare Dreyfus la Bernhardt seppe prendere posi- ' zione). Loperiyia fragile, a ogni modo, almeno come risulta dall'adattamento di Georges Wilson, die ne ha curalo anche la regia (la traduzione di Gerardo Guerrieri). meccanismo dei camuffamenti di fornisce alla vicenda una molla, che deve per essere ricaricata di continuo. come accade, proprio la *spalla, cio un efficace Gastone ben equilibrato fra patetismo e comicit, ad avere la meglio, nell'insieme. Lea sulla scena assai spoglia (di Fregni) e nei costumi rituali (di zio non priva d'una sua presenza, e pertinenza al ruolo; ma l'occasionalit dei suoi approcci al teatro si avverte, nella scarsezza del fiato, in una a velatura dialettale della dizione, oltre che, s'intende, nella complessiva futilit dell'impresa, cui spiace che abbia messo la sua firma un rispettabile esponente dell'arte drammatica transalpina, come appunto Georges Wilson. pubblico, peraltro, ha mostrato di gradire la proposta, alla quale si pu e il merito della rela- J tiva brevit: due orette, intervallo incluso.
Aggeo Savoli
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o chi la scampa
: Francesco . Sceneggiatura: Gianfranco di, Enrico Vanzna e Francesco . : Victor Cavallo, Francesco Salvi, Sergio i Finto, Nadia Cassini, Bombolo, o i Francesco. Comica. . 1981. i carabinieri ai santi il passo breve. C' di mezzo, in entrambi i casi, la fedelt. Solo che, rispetto al pazzesco / carabbinieri, stavolta Francesco o ha voluto fare un film pi pensato*. S' circondato di due sapidi sceneggiatori (Enrico Vanzina e Gianfranco fredi, cantautore, saggista e soggettista per hobby) e ha imbastito una storiella cristologica, a met tra il musical e la farsa. l risultato abbastanza deludente, ma lecito pensare che il colpo di grazia airideuzza, in s non malvagia, l'abbia dato lo stile non proprio sopraffino del regista. Siamo ancora una volta nei paraggi del nuovo cinema comico all'italiana, quello alla Bombolo, u n t o per intenderci; in pi, c' una strzzatina d'occhio ai gusti musicali e al linguaggio da sballo mistico dei giovani d'oggi. a parabola e presto detta. Tre santi nostrani (Antonio. Francesco e Gennaro) vengono inviati gi sulla terra per neutralizzare un certo Giosu, freak tutto pace, amore e fantasia che fa ogni sorta di miracoli senza avere la patente divina. Non manca, naturalmente. il cattivo di turno, il solito Giuda, atri nei panni di un bieco amministratore condominiale che vuole sfrattare Giosu e la sua banda (Barabba. , Tommaso, dalena. Giuseppe e ) da uno stabile che fa gola alla speculazione edilizia. Tra miracolini e miracoloni, il film va avanti pr parecchio, sorretto a malapena dalle battutacce e da qualche rara trovata (i santi in volo che imitano Goldrake. il rendez-vous finale con , povero venditore d'accendini in una a degradata). e fino a un certo punto. in realt la teorizzazione lucida del film sgangherato: stroncarlo non serve probabilmente a niente, c' solo da sperare che il pubblico. anche quello pi di cocca buona, s'accorga della bufala. Tra gli interpreti, impegnau a recuperare ogni forma di cadenza dialettale, ritroviamo due ex-Gatti di vicolo i e Victor Cavallo, attore di teatro gi visto nella Tragedia di un uomo ridicolo di Bertoluc" *
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