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4 Giugno 2005 la pentola d'oro Alla fine di ogni ricerca, per esauriente che sia, riaffiorano sempre ripensamenti

e dubbi: sono valide le nostre conclusioni in merito al tema delle ripetute vite terrene? E' sufficientemente chiarito il significato simbolico dell'arcobaleno o c' ancora qualcosa di non detto a proposito di questo grande arco multicolore, voluto dal cielo?

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Noi crediamo di s e crediamo anche che le cose da dire in proposito siano inesauribili, proprio come le cose di Ges, "che se fossero scritte una per una... il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere"(1).

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Ci siamo inoltrati infatti verso la fine dell'arcobaleno,in direzione della "pentola d'oro" contando i nostri passi per non correre il rischio di perderci nel ritorno, dopo essere stati al cospetto di tanta magnificenza... L, in quel luogo, arte scienza e religione si fondono in una mistica oggettiva che non ha pretese dogmatiche, pedagogiche o fideistiche, bens solo la speranza di essere contributo al percorrimento di una iniziale ipotesi matematico-spirituale della realt delle vite terrene.

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Se si contano i segni dello zodiaco partendo dal primo, vediamo che il segno dell'arcobaleno il nono. Keshet, il Sagittario il 9 segno dello Zodiaco e il nove, l'"utero", il numero che pone se stesso come preludio della nascita umana: occorrono nove mesi perch un piccolo "nuovo" uomo possa venire alla luce.

Il numero del Figlio per il 5.

Fra il 9 e il 5 vi deve dunque essere una relazione.

E tale relazione c', anche se difficile da scoprire se non si conoscono i

valori numerici dell'alfabeto biblico.

Essa riguarda il patriarca Abramo.

Prima della nascita di suo figlio Isacco, l'esperienza di Abramo quella del mutamento del proprio nome. Il nome Abram si trasforma in Abraham(2).

- La sintesi dei valori numerici di , Abram, ALEF, BET, RESH, MEM, 1-2-200-40, totale 243 9, cio 2+4+3.

- La sintesi del nome Abraham invece 5. Infatti Abraham, ALEF, BET, RESH, HE, MEM, 1-2-200-5-40, totale 248, da cui 2+4+8 = 14.

In questa circostanza, il nuovo livello di Abramo accresciuto di 5 unit. Prima era il 9, ora 9 + 5. Allora Abramo aveva 99 anni. La nascita del figlio Isacco avviene, come noto, quando ne ha cento, cio quando il 9 delle unit passa alle decine ed il 9 delle decine passa al centinaio. La prefigurazione del Figlio avviene cos, nel 9, cio nel 3x3, che si trasforma, nondimeno grazie a sua moglie Sara, nel 5. Abbiamo spiegato precedentemente con il teorema di Pitagora la dinamica generale del "lieto" evento del 5.

Ora per da Isacco, che teologicamente individuato come prefigurazione del Figlio, passiamo al Figlio della Vergine. Con la Vergine siamo, dal punto di vista zodiacale, al sesto segno dello Zodiaco e ci rivela il Figlio come necessario legame fra il 9 e il 6: infatti dalla Vergine, che sta nelle altezze delle costellazioni celesti, nasce il Figlio dell'uomo, cio l'Io. In altre parole, questa nascita celeste o verginale o spirituale perch l'Io umano non nasce "da carne e sangue" ma dallo spirito della vergine umanit, che accoglie l'"Io sono", "Nome dei Nomi"(3).

Se si osserva la forma della lettera zodiacale ebraica della Vergine, la IOD, si possono intravvedere i numeri 9 o 6:

Con questi due numeri possiamo formare una ALEF, semplicemente ponendo fra essi, da destra a sinistra secondo il modo ebraico, un altro "6", una VAV trasversale:

ALEF

I misteri dell'Uno, valore numerico di questa lettera, il mistero della vita che l'Uno porta in s e quello del ritorno alla vita passano dunque per il 9 e per il 6.

Anche il simbolo ideografico del Cancro, che abbiamo osservato nel capitolo ottavo come serbatoio delle Grandi Acque della manifestazione cosmica universale (e in relazione all'8 e alla lettera CHET), formato da un 6 e da un 9 posti in modo tale da ricordare il movimento di due spirali:

La fine della prima spirale rispecchia l'inizio dell'altra, formando internamente un 8 come simbolo dell'infinito o della resurrezione, o dell'"Ogdoade", secondo l'antico simbolismo giudeo-cristiano(4).

Nella nostra ricerca della "pentola d'oro" siamo cos arrivati alla figura di un moto spiraliforme.

A questo punto abbiamo dovuto "fare i conti" con una spirale vera e propria, la spirale logaritmica... e si cos aperta una nuova prospettiva per la ricerca della "pentola d'oro".

In altre parole, abbiamo dovuto proprio ammettere, con grande sorpresa, che ci eravamo illusi se credevamo di essere arrivati gi alla mta. L'aurea pentola infatti - come si vedr - veramente qualcosa di infinito e ognuno pu rendersene conto semplicemente disegnando una spirale, nella consapevolezza per delle operazioni necessarie alla realizzazione di tale disegno.

Chi vuole costruire una spirale logaritmica deve infatti avvalersi dell'"oro della pentola", deve cio necessariamente servirsi di una misura "aurea". Questa misura viene detta in matematica "sezione aurea".

Una spirale logaritmica pu essere costruita mediante successive divisioni di un "rettangolo aureo" in quadrati, e mediante l'inscrizione di archi nei quadrati.

Per costruire il "rettangolo aureo" bisogna per conoscere la particolare misura dei suoi lati, strutturati appunto secondo la misura della cosiddetta "sezione aurea".

Molti si chiederanno cosa essa sia e perch si chiami cos.

Innanzitutto occorre dire che la sezione aurea un rapporto di numeri, ma un rapporto molto speciale (rapporto aureo) che incontriamo in vari ambiti: nella natura e nell'arte e che rende belle tutte le cose. Per questo motivo anticamente tale rapporto veniva detto "d'oro" o anche "divino". Ancora oggi, chi esamina i diversi contesti nei quali tale proporzione si palesa non pu fare a meno di esprimerne la magnificenza: "... una dimostrazione meravigliosa, nel doppio senso di stupore e ammirazione, del fatto che l'uomo creatore e la natura si servono degli stessi strumenti, nel creare le forme, per arrivare alla bellezza. Essa presente da una parte nei capolavori dell'uomo, dall'altra nella natura. La si ritrova nell'architettura, nella scultura, nella musica, ma prima ancora nei fiori, nei rami degli alberi, nei crostacei e nelle conchiglie."(5)

Qualche semplice calcolo ci condurr ora a questo famoso rapporto naturale e divino.

Sezionando un segmento di 1 metro in un determinato punto, ricaviamo due parti, che in genere non hanno la stessa lunghezza, ma fra le cui lunghezze esiste un determinato rapporto. Questi due pezzi stanno a loro volta in un determinato rapporto con la lunghezza totale del segmento.

Solo nel caso in cui quest'ultimo venga tagliato in due pezzi esattamente uguali, il rapporto semplice. I due pezzi misurano 50 cm. ciascuno, e ciascuno sta alla lunghezza totale come 50:100 o come 0,5:1.

Se invece sezioniamo il segmento in modo aureo, esso deve stare alla sua parte maggiore come quest'ultima sta alla minore:

AB : AO = AO : OB

La formula per ottenere la sezione aurea, cio la sezione del segmento chiamata "media proporzionale" fra l'intero segmento e la parte residua, la seguente:

dove "a" corrisponde alla misura di una lunghezza qualsiasi.

Nel nostro caso, applicata al segmento AB, che abbiamo detto di 1 metro, questa formula corrisponde alla misura di AO.

Poich la radice di 5 2,2360679775, la misura della parte maggiore del segmento sezionato sar di 0,618 metri.

Infatti: 1/2 (

- 1) = 1/2 (2,2360679775 -1) = 0,618033...

La minore misurer ovviamente metri 0,382.

Infatti: 1 - 0,618 = 0,382

Con questa misura si rende numericamente possibile l'equazione AB:AO = AO:OB nel modo seguente:

1 : 0,618 = 0,618 : 0,382

Con ci abbiamo stabilito la misura dell'altezza del nostro rettangolo, poich la parte maggiore del segmento sezionato (o della base del rettangolo), corrispondendo al lato del quadrato necessario alla costruzione della figura, uguale all'altezza del rettangolo. (Per costruire gli altri quadrati della figura si procede in modo analogo, applicando ogni volta la formula alla misura del lato del quadrato ottenuto).

Il numero corrispondente alla sezione aurea dunque il numero 0,618... Si tratta di un numero irrazionale in quanto, prodotto da , anch'esso irrazionale, non pu essere espresso n con un intero n con frazioni.

Con i numeri interi si pu per formare una sequenza in cui il rapporto tra due termini successivi si evolve progressivamente in modo aureo. La cosa non poi tanto difficile da ottenere, in quanto ogni numero di tale sequenza semplicemente la somma dei due numeri precedenti: 1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144,233 ecc.

In tale successione, appunto, il rapporto fra il numero precedente e il numero successivo si avvicina molto rapidamente a 0,618:

13:21

0,619

1:1 1:2 2:3 3:5 5:8 8:13 = = = = = 0,500 0,666 0,600 0,625 0,615 21:34 34:55 55:89 89:144 144:233 ecc. = = = = = 0,617 0,618 0,617 0,618 0,618

La successione di questi numeri, in rapporto aureo fra loro, viene chiamata "successione di Fibonacci", dal nome del matematico fiorentino Leonardo Pisano, "Filius Bonaccii" (il figlio di Bonaccio), famoso per averla introdotta in Europa, agli inizi del 13 secolo, e per aver caldeggiato l'uso delle cifre arabe, gi introdotto dal monaco Gerberto, pi tardi noto come papa Silvestro II (999-1003).

Tale successione, per, non solamente una serie di numeri definita da una relazione di proporzionalit auree, e nemmeno solamente qualcosa che, essendo in stretta relazione con la sezione aurea, pu essere rintracciata nella natura, dalla forma delle conchiglie a quella delle galassie e in numerosi manufatti umani, o ovunque si riconosca la bellezza che deriva dall'armonia delle proporzioni.

Essa - e qui sta la nostra scoperta della pentola d'oro - oltrepassa la natura creata in cui si occulta, celandosi anche nella parola biblica.

Abbiamo attribuito alle 22 lettere dell'alfabeto sacro i primi 22 numeri della serie di Fibonacci, che in seguito chiameremo "VF", cio "valori di

Fibonacci". Ne risultata questa nuova tabella, che chiameremo "Tabella Aurea":

TABELLA AUREA

Con essa abbiamo incominciato a fare dei calcoli e ci siamo accorti che alla "fine" dell'"arcobaleno" accade qualcosa di straordinario.

Avevamo visto precedentemente che il concetto di fine legato al numero 17. Ebbene, se prendiamo il VF di PHE, diciassettesima lettera della Tabella Aurea e ne formiamo la sintesi, abbiamo il 22:

1 + 5 + 9 + 7 = 22

Se invece consideriamo il VF 17711, relativo alla lettera finale TAW, ventiduesima, abbiamo che la "fine" dell'alfabeto, nella sintesi di 17711, si manifesta proprio con il 17:

1 + 7 + 7 + 1 + 1 = 17

Inoltre il 17711, numero della fine, con la conformazione delle sue cifre, sembra volerci dire: "Io sono il numero della fine delle 22, per io inizio proprio con le cifre 1 e 7 della mia sintesi finale".

Se volessimo calcolare l'inizio e la fine secondo le parole dell'Apocalisse "Io sono il Primo e l'Ultimo"(6), avremmo qualcosa di molto significativo: il numero costitutivo, predicato dall'"Io Sono":

1 (il Primo) + 17711 (l'Ultimo) = 17712

La sintesi di 17712 18:

1 + 7 + 7 + 1 + 2 = 18

18 il valore geometrico della IOD, prima lettera formatrice del Nome dei Nomi "Yahwe" e di quello di "Joshua", Ges.

Nel nono capitolo abbiamo parlato a lungo del 377 come numero della formula di autopresentazione divina. Fra i 22 numeri di Fibonacci al 377 corrisponde proprio la lettera NUN. Anche di essa abbiamo visto la straordinaria profondit di significati, in merito al sacro simbolo dell'Arcobaleno.

I 22 numeri di Fibonacci, che abbiamo inserito nella Tabella Aurea, acquistano cos un valore impensato. Siamo di fronte a qualcosa che pi grande delle aspettative.

Se proviamo a sintetizzare la somma di tutti i 22 VF possiamo renderci conto che in essi contenuto qualcosa di oltremodo significativo:

1 + 1 + 2 + 3 + 5 + 8 +... + 17711 = 46367

La sintesi di 46367 infatti 26:

4 + 6 + 3 + 6 + 7 = 26

La sintesi della somma dei primi 22 numeri di Fibonacci equivale dunque al valore numerico del Nome di Dio.

Questo sorprendente risultato, certamente frutto della sapienza infinita di Colui che cre l'alfabeto sacro, ci ha indotto a calcolare il suo Nome secondo tali numeri.

La somma dei VF 55, 5, 8, 5, corrispondenti, nella "Tabella Aurea" alle lettere IOD, HE, VAV, HE, che formano il nome "Yahw", 73:

55 + 5 + 8 + 5 = 73

Ritorna il 73 e questo risultato straordinario per due ragioni. La prima che si tratta, come abbiamo visto nel nono capitolo, della stessa somma dei valori numerici di "hakhma", "sapienza", formato - e lo ripetiamo - dalle lettere CHET-KAF-MEM-HE, valori numerici 8-20-40-5, somma totale 73.

hakhma = sapienza

La seconda ragione che, dopo aver constatato che la "sapienza" di "Yahw" "aurea" e corrispondente al Suo Nome, ci siamo accorti che

essa si estende in tutta la bellezza del creato, che il libro dei libri, la Bibbia, vorrebbe narrare: libro in ebraico si dice , "sefer" e si scrive con SAMEK-PHE-RESH, VF 610-1597-6765, somma totale 8972, sintesi 26. La Bibbia canonica un "sefer" composto da 66 libri. Quella cattolica, da 73. Inoltre, il 66 numero dell' "aurea sequenza"(7), che nelle armonie del creato, come abbiamo visto, si inserisce, 27777890035288, la cui sintesi ancora una volta 73, VF di Yahw:

2+7+7+7+7+8+9+0+0+3+5+2+8+8 = 73

La sfera zodiacale di cui abbiamo parlato in relazione alla ruota e quindi al numero 66, si dice in ebraico "galgal-hamazalot", che letteralmente significa "ruota delle costellazioni". "Costellazione" si dice

, "mazal", e si scrive con le lettere MEM-ZAIN-LAMED, VF 233-13-144, somma totale 390. Nella "Costellazione del 390" il 10, valore numerico della decima lettera ebraica IOD, zodiacale della Vergine e inizio del Nome di Dio, contenuto 39 volte.

Il 39 un numero molto particolare, che riguarda, per cos dire, la "costellazione" dell'Io: prima di tutto, corrisponde, come abbiamo gi detto a p. 47, al numero dei Libri del Vecchio Testamento.

Si noti anche che lo scialle da preghiera (tallth) usato dagli ebrei durante la preghiera del mattino, munito ai quattro angoli di frange intrecciate ritualmente (tzitzith). Gli tzitzith hanno 39 nodi, perch 39 il valore numerico della somma delle lettere di "Dio uno"(8).

Nell'antico poema indiano della Bhagavad Gita vi una particolare parola che viene ripetuta esattamente 39 volte(9). Si tratta del sanscrito "asmi", che significa "Io sono". Si noti la risonanza di "asmi" con l'ebraico "atsmo", accennato a p. 91 a proposito del pronome personale "S" e del valore numerico 26.

Il 39 dunque un numero molto importante anche in quanto in entrambe le tradizioni, l'ebraica e l'induista, si rapporta all'"Io sono", cio a quel determinato impulso che verr a costituire, come "impulso cristico" (il "Figlio dell'uomo" generato dalla "Vergine Umanit") il perno fondamentale del Nuovo Testamento e del cristianesimo. Si noti che con le cifre 3 e 9 di 39 possibile produrre il 27, che il numero dei Libri del Nuovo Testamento, quasi a significare come nel passato (Vecchio Testamento) siano poste le condizioni per il presente (Nuovo Testamento).

Tornando ai numeri aurei andiamo ora al 39 numero della serie di Fibonacci: 63245986, la cui sintesi :

6+3+2+4+5+9+8+6 = 43

E di questo importante numero abbiamo gi ampiamente trattato nel capitolo precedente (p. 110) come espressione geometrica del Nome di Dio.

Le "sacre creature viventi" dello Zodiaco (Toro, Leone, Scorpione, ecc.) vengono dette ,"hayot ha-qadesh" e il termine viene scritto con le lettere CHET-IOD-VAV-TAW; HE-QOF-DALET-SHIN, VF 21-55-817711+5-4181-3-10946, totale 32930, sintesi 17.

L'inizio del moto cosmico si dice , "rashit ha-galgalim" in lettere RESH, ALEF, SHIN, IOD, TAW; HE, GHIMEL, LAMED, GHIMEL, LAMED, IOD, MEM, VF 6765-1-10946-55-17711 + 5-2-144-2-144-55-233, somma totale 36063. Questo numero oltre che indicare il numero 18 come sintesi, che conosciamo come valore geometrico della IOD, inizio del nome di Dio e zodiacale della Vergine, pu essere inteso come valore complessivo dell'angolo giro, 360, se lo si considera da sinistra a destra e da destra a sinistra, come se in mezzo vi fosse uno specchio che lo riflette:

Si noti altres che i due 36 divisi dallo zero centrale potrebbero essere intesi come due 6 al quadrato, ricordando un ennesimo modo in cui il 66 si palesa.

A questo punto, ritornando al numero della sezione aurea (0,61803...), notiamo qualcosa che possiamo collegare al numero 12 e di conseguenza al significato globale del cerchio dello Zodiaco: le sue prime 24 cifre decimali sono le seguenti(10):

0,618033988749 894848204586

Con le prime 12 si rende possibile il numero 66:

6 + 1 + 8 + 0 + 3 + 3 + 9 + 8 + 8 + 7 + 4 + 9 = 66

La medesima cosa succede per le seconde 12:

8 + 9 + 4 + 8 + 4 + 8 + 2 + 0 + 4 + 5 + 8 + 6 = 66

E poich entro il cerchio delle 12 costellazioni sta il nostro sistema solare la cui luce riflette nella terra l'aureo metallo, non potevamo omettere, a

proposito dell'"oro della pentola", il termine "shmesh", il cui significato "Sole".

Shmesh, il Sole

Shmesh si scrive con tre lettere: SCIN-MEM-SCIN, VF 10946-23310946, somma totale 22125, sintesi 12.

In questo ultimo capitolo abbiamo voluto percorrere un cammino insolito, una strada diversa per inoltrarci verso la ..."pentola d'oro".

Ci siamo accorti che i punti d'arrivo si trasformano immediatamente in nuovi punti di partenza.

Anche se alla fine dell'arcobaleno non si arriva mai, il percorso fatto per cercare di arrivarvi per un valore prezioso come l'oro. Nell'antica India questo metallo era infatti un'allusione all'immortalit(11) e la regalit dell'Io costituita da quella immortalit che l'"Arcus pulcher aetheri", il "famoso arco dell'aria" o arcobaleno, ci offre facendoci rinascere. Anticamente cos si inneggiava infatti alla Vergine(12).

L'arcobaleno e l'oro sono dunque simboli di tale regalit del Signore dell'Universo che nell'Io umano si lascia trovare:

"Era circondato da uno splendore, il cui aspetto era simile a quello dell'arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia" (Ezechiele 1,28).

Alla fine dei tempi il Figlio dell'uomo porter sul capo una corona d'oro(13)

e la beatitudine del rinnovamento della vita un luogo celeste "di oro puro, simile a terso cristallo"(14).

All'alba della vita spirituale dei nuovi tempi, una schiera di pionieri, da Maestro Eckhart a Rudolf Steiner, fu in grado di aprire una via verso il raggiungimento di tale luogo, ognuno secondo la propria particolare disposizione spirituale ma tutti secondo il medesimo atteggiamento verso il monito delfico "Conosci te stesso".

"Molti pretendono di vedere Dio con gli occhi, come veaono una mucca, e di voler bene a Dio, come vogliono bene a una mucca Cos vogliono bene a Dio per trame ricchezza esteriore e consolazione interiore; ma questa gente ingenua si illude di dover considerare Dio come se Egli fosse l ed essi qui. Ma non cos: Dio ed io siamo una cosa sola nella conoscenza" (Maestro Eckhart, 1250-1327)

"Se io fossi un re e non sapessi d'esserlo, non sarei re" (Johannes Tauler, 1300-1361)

"Non vi nulla nel cielo e sulla terra, che non sia nell 'uomo. E Dio che nel cielo, nell'uomo" (Theophrastus Paracelsus, 1493-1541)

"L'intelletto universale l'intima, pi reale e propria facolt e parte potenzlale dell'anima del mondo. Questo uno medesimo che empie il tutto, illumina l'universo e indirizza la natura a prudurre le sue specie come si conviene" (G. Bruno, 1548-1600)

"Quanto alla mia essenza animica e corporea, quando non ero ancora un Io, ma ero essenza d'Adamo, io vi fui presente davvero, e io stesso, in Adamo, mi giocai la mia gloria" (Jakob Boehme, 1575-1624)

"E' pi facile persuadere la maggioranza degli uomini a considerarsi un pezzo di lava sulla luna, che un Io" (J. G. Ficthe, 1762-1814)

"Non posso che concordare con Haeckel quando dice di preferire a un'immortalit quale molte religioni la insegnano, 'l'eterno riposo della tomba'. Infatti l'idea di un'anima sopravvivente alla stregua di un essere sensibile mi appare un abbassamento dello spirito, un ripugnante peccato contro lo spirito" (R. Steiner, 1861-1925)

Costoro cercarono la spiritualit nell'unica sede in cui essa reperibile: l'interiorit umana.

Ed essa per noi come un cerchio o come un centro all'interno di un grande arcobaleno... Sappiamo dalla geometria che in realt non esistono linee parallele, perch la curvatura sferica dello spazio fa s che ogni linea diritta, se noi la prolunghiamo all'infiniyo, si chiude in un cerchio.(15) Quindi in realt ogni linea dritta l'arco di un cerchio. Se noi trasferiamo questa conoscenza dalla sfera spaziale a quella temporale, risulta che le due direzioni passato e futuro si incontrano nel cerchio e che le cause degli avvenimenti si muovono in entrambe le direzioni, verso ogni punto, proprio come fa il tempo.

Considerazioni come queste possono sembrare insolite, ma non sono pi difficili da capire del semplice fatto che volando intorno al pianeta si ritorna al punto di partenza, sebbene ce ne allontaniamo sempre pi.

Verso gli anni Venti di questo ultimo secolo di fine millennio l'esoteriosta russo P. D. Ouspensky nel suo commento visionario alla quattordicesima carta dei tarocchi (La Temperanza), accenn al problema del tempo con queste parole: "Il nome dell'angelo il tempo, disse la voce. Sulla fronte c' il cerchio, segno di eternit e segno di vita. Nelle mani dell'angelo ci sono due boccali, d'oro e d'argento. Un boccale il passato, l'altro il futuro. L'arcobaleno tra i due boccali il presente. Vedi bene che esso scorre in entrambe le direzioni. Questo il tempo nel suo aspetto

incomprensibile per l'uomo. Gli uomini pensano che tutto scorra incessantemente in un'unica direzione. Non vedono che tutto si unisce eternamente, che uno viene dal passato e l'altro dal futuro, e che il tempo una molteplicit di cerchi, che ruotano in diverse direzioni. Cerca di capire questo mistero e impara a distinguere le correnti opposte nell'arcobaleno del presente".(16)

Pensieri come questi, e come quelli riportafi da "I mistici all'alba della vita spirituale dei nuovi tempi"(17), "non contengono nulla che sia suscettibile di una dimostrazione logica, o che ne abbia bisogno; sono semplicemente risultati di esperienze interiori. Chi nega il loro contenuto mostra solo che gli manca una tale esperienza interiore. Disputare con lui non possibile come non si disputa col cieco intorno ai colori"(18) o intorno a un arcobaleno...

Alla fine del sentiero, l dove l'arcobaleno tocca la terra, pare comunque esservi davvero un tesoro. In ci la fede popolare europea che considera l'arcobaleno come presagio di ricchezza futura ha ragione. Forse per questo motivo che le monete d'oro coniate in et preistorica dai Celti erano dette "ciotoline dell'arcobaleno"...(19)

A chi avr percorso fin qui questo sentiero vorremmo ricordare che il suo procedere, nella misura in cui avr verificato autonomamente e con pazienza ogni passo e ogni numero, stato reso possibile solo grazie ai suoi ... piedi. A questo proposito non dimentichi che essi poggiano proprio sul 66, ogni piede avendo a disposizione precisamente 33 articolazioni...

"...sotto i suoi piedi cera come un pavimento lavorato in trasparente zaffiro, e simile, per limpidezza, al cielo stesso..." (Esodo 24,10)

In ogni creatura umana

vi un luogo di creazione...

NOTE

(1) Giovanni 21, 25 (2) Genesi, 17,5. (3) Giovanni, 1, 12-13. Ulteriori conferme che la Vergine da cui nasce Ges di Nazaret sarebbe da intendersi come fenomeno cosmico (non quindi in senso anatomico), provengono proprio dal... cielo: "Ogni anno, il 25 dicembre, a mezzanotte, appare all'orizzonte la costellazione della Vergine, ed questo il motivo per cui detto che Ges nato dalla Vergine. All'opposto appaiono i Pesci, e nel Medio Cielo si pu vedere la splendida costellazione di Orione, con al centro l'allineamento delle tre stelle che, secondo la tradizione popolare, rappresentano i tre Re Magi". (O. M. Avanhov, "Natale e Pasqua nella tradizione iniziatica", Ed. Prosveta, p. 12); "...nella notte fra il 24 e il 25 dicembre, il Sole comincia l'ascensione da sud a nord e poich esso la "Luce del Mondo" una buona parte dell'umanit sarebbe inevitabilmente sterminata dal freddo e dalla fame se restasse a sud. E' quindi per noi una grande gioia il fatto che cambia direzione e inizia la risalita verso nord. Per questo viene salutato con il nome di "Salvatore", colui che viene a "salvare il mondo" dandogli il "pane di vita", facendo crescere il grano e la vite. Di conseguenza, "da' la sua vita" nel momento in cui attraversa la "croce" dell'equinozio di primavera, quando si eleva (ascensione) nei cieli boreali. Durante la notte in cui il Sole comincia a dirigersi verso nord, il segno zodiacale della Vergine, "Regina del Cielo", sorge a mezzanotte all'orizzonte orientale, nel linguaggio astrologico si trova "all'ascendente". In questa maniera il Sole "nasce da una Vergine", senza altro intermediario, quindi con una "concezione immacolata"..." (M. Heindel, "Il cielo sopra Natale", Ed. Jupiter, p. 8). (4) E. Testa, "Il simbolismo dei giudeo-cristiani", Ed. Franciscan Printing Press Jerusalem. (5) C.J. Snijiders, "La sezione aurea", Ed. Muzzio, p. 10. (6) Apocalisse, 1,17; 2,8; 22,13. Vedi anche Isaia, 44,6; 48,12. (7) I numeri di Fibonacci, dal 23, cio da quello successivo ai 22 gi riportati nella "Tabella Aurea", fino al 66, sono:

n-esimo numero di Fibonacci

23

28657

24

46368

25

75025

26

121393

27

196418

28

317811

29

514229

30

832040

31

346269

32

2178309

33

3524578

34

5702887

35

9227465

36

14930352

37

24157817

38

39088169

39

63245986

40

102334155

41

165580141

42

267914296

43

433494437

44

701408733

45

1134903170

46

1836311903

47

2971215073

48

4807526976

49

7778742049

50

12586269025

51

20365011074

52

32951280099

53

53316291173

54

86267571272

55

139583862445

56

225851433717

57

365435296162

58

591286729879

59

956722026041

60

1548008755920

61

2504730781961

62

4052739537881

63

6557470319842

64

10610209857723

65

17167680177565

66

27777890035288

(8) C. Szlaxmann, "L'ebraismo per principianti", Ed. La Giuntina, p. 130. (8) Elenco dei versetti della Bhagavad Gita in cui compare il termine "asmi": 1)VII,8; 2)VII,9; 3)VII,9; 4)VII,10; 5)VII,11; 6)X,21; 7)X,22; 8)X,22; 9)X,22; 10)X,22; 11)X,23; 12)X,23; 13)X,24; 14)X,25; 15)X,25; 16)X,28; 17)X,28; 18)X,28; 19)X,29; 20)X,29; 21)X,30; 22)X,31; 23)X,31; 24)X,31; 25)X,33; 26)X,36; 27)X,36; 28)X,36; 29)X,37; 30)X,38; 31)X,38; 32)X,38; 33)XI,32; 34)XI,45; 35)XI,51; 36)XV,18; 37)XVI,15; 38)XVIII,55; 39)XVIII,73. (10) C. J. Snijders, "La sezione aurea", Ed. Muzzio, p. 97. (11) M. Lurker, "Dizionario delle immagini e dei simboli biblici", Ed. Oscar Mondadori, p. 144. (12) ibid. p. 22: "L'indistruttibile legame fra il Creatore e la creatura diviene anche un simbolo di Maria; in un antico inno essa chiamata 'arcus pulcher aetheri'". (13) Apocalisse 14,14. (14) Apocalisse, 21,18. (15) Postulato di Riemann (1826-1866). (16) T. Dethlefsen "Malattia e destino", Ed. Mediterranee. La chiaroveggenza di Outspensky corrisponde esattamente ai risultati della nostra ricerca. Senza alcun potere medianico, bens solo accettando le conseguenze multidisciplinari di una logica numerica scientifico-spirituale, abbiamo sviluppato una idea di tempo connessa con il numero 14 e con l'arcobaleno (cap. 6), di movimento ciclico che il cerchio racchiude e di eternit (cap. 8) e soprattutto dell'oro e degli altri valori racchiusi nella "pentola aurea", in qualit di natura, arte, scienza e religioni. Il valore di queste "monete" ha la preziosa caratteristica di produrre pace nel mondo nella misura del loro armonizzarsi nella "temperanza". Senza quest'ultima, l'uso indiscriminato di esse comporta necessariamente conflitto e disperazione in cui l'integralismo religioso e scientifico, ideologico e partitocratico, chiamato ogni volta a confrontarsi con perdite immani, con sentimenti sempre pi subumani e con crescente vittoria del nichilismo, del cinismo e della loro metastasi sociale: la crescente rimozione del libero giudizio critico, che dovrebbe costituire la primaria qualit distintiva dell'umano. (17) R. Steiner, "I Mistici all'alba della vita spirituale dei nuovi tempi", Ed. Bocca. (18) ibid. (19) "Enciclopedia dei simboli", Ed. Garzanti, pp. 47-48.

[ permalink | inviato il 4/6/2005 alle 14:14 | 4 commenti

Emanazione di un'assenza
Non c' luogo dove io possa andare, nulla che mi protegga da quest'incalzante malinconia. Un mare d'inverno questo silenzio, e questo vento che mi respira. E scalza, ormai, cammino sulla rena col tuo sorriso in tasca. [ permalink | inviato il 4/6/2005 alle 12:40 | 1 commento

3 Giugno 2005 PENSIERI...

Lei dice il suo amore a met addormentata, nelle ore buie, con parole a met sussurrate; mentre si muove la Terra nel suo sonno invernale e germoglia erba e fiori malgrado la neve, malgrado la neve che cade. [ permalink | inviato il 3/6/2005 alle 17:41

2 Giugno 2005 Emozioni

Quale la cosa pi bella sopra la terra bruna? Uno dice "una torma di cavalieri", uno "di fanti", uno "di navi". Io, "ci che s'ama".

Saffo [ permalink | inviato il 2/6/2005 alle 8:41 | 2 commenti

1 Giugno 2005 L'Angolo aureo

L Angolo aureo
a cura dell' Ing. Christian Lange

Osservando con accuratezza la natura, si nota una armonia onnipresente. Anche in musica si parla armonia. Ci sono delle frequenze e intervalli che sono piacevoli allorecchio e quelli che non lo sono.

Viktor Schauberger, impiegato forestale austriaco ha intuito delle leggi naturali osservando un elemento essenziale naturale: Lacqua. Suo figlio, Walter Schauberger, ha sviluppato la teoria del cono iperbolico partendo da leggi acustiche (come Pitagora e Kepler). La legge matematica della funzione iperbolica Y=1/X ovvero X*Y=1 identica al rapporto fra frequenze e lunghezza di una corda di un strumento musicale: Se si dimezza la lunghezza della corda, si ottiene la doppia frequenza rispetto la frequenza base etc.. La funzione iperbolica rappresenta una legge naturale universale. Scritto per lunghezza della corda l e la frequenza si ha:

La rappresentazione grafica della funzione iperbolica la seguente:

Facendo ruotare la curva iperbolica intorno lasse Y, si ottiene una figura tridimensionale: Il cono iperbolico (rapp.). In una rappresentazione con coordinati polari, si ottiene una spirale tridimensionale, che gira intorno il cono iperbolico (rapp. a destra)

Vedendo la spirale iperbolica tridimensionale dallalto, si ottiene la rappresentazione bidimensionale della spirale.

Applicando dei piani di taglio sul cono iperbolico ad una altezza Z0 e sotto un angolo a, si ottengono a secondo dei parametri diverse curve ovoidiali.

Lastronomo Johannes Kepler, basandosi sulla legge dellarmonia in musica, ha scoperto le 3 leggi Kepleriani che descrivono landamento dei pianeti intorno il sole. Nella sua opera Astronomia nova physica coelestis de motibus stellae MARTIS del 1609 Kepler scrive:La traiettoria della stella muovente non un cerchio, ma ha una forma ovoidale e Si dimostrato che la traiettoria infatti ovoidale e non ellittico . Per semplificazione dei suoi calcoli, ottenendo una approssimazione accettabile Kepler ha utilizzato le formule dellellisse. Per questa semplificazione utilizzata da Kepler, fino ad oggi in tutti libri si legge erroneamente che la traiettoria di un pianeta attorno al sole sarebbe ellissioidale mentre Kepler parlava di sempre di curve ovoidali. Comunque sia, per Kepler era gi un successo poter dimostrare, che non si tratta di cerchi.

Oltre il cono iperbolico con i suoi tagli inclinati esiste una altra legge naturale universale che unaltra volta ha un suo riscontro nella legge armonioso della musica. Si tratta della sezione aurea o numero doro. Le proporzioni armonicali

corrispondono alla sequenza di Fibonacci (1,1,2,3,5,8,13,21,34,...), in cui ogni cifra corrisponde alla somme delle due precedenti. Se si divide una cifra con quella precedente, si ottiene come valore limite (per cifre sempre pi grandi) il numero doro ?=1,618034... con .

Il numero doro ? della sezione aurea lunico numero esistente per cui valgono le seguenti condizioni:

1,618 = 1/0,618 = 1,6181

1,6182 = 2,618 =1,618+1

Quindi sottraendo il numero 1 da 1,618 si ottiene il suo valore per inverso, aggiungendo il numero 1 a 1,618, si ottiene il suo quadrato. Inoltre il numero doro ? rappresentabile come tutti numeri irrazionali- da una frazione a catena. La frazione a catena del numero doro si basa esclusivamente fino allinfinito sul numero 1:

Se sia il cono iperbolico e sia la sezione aurea sono leggi naturali universali, probabilmente sono concatenati fra di loro in maniera tale, che sono manifestazioni diverse di una legge naturale ancora pi alta. Infatti cosi e vogliamo dimostrare questa correlazione.

Per questo proposito vogliamo tagliare il cono iperbolico con una angolazione tale e ad una altezza tale, che si ottiene un uovo che ha proporzioni auree, quindi che ha una lunghezza 1,618034.. volte pi grande della sua larghezza Per il calcolo dei singoli punti di questa curva ovoidale ,se utilizziamo la formula parametrica usando coordinati polari di Prof. Norbert Harthun e Prof. Ines Rennert , abbiamo:

Usando un metodo iterattivo, usando diversi valori per langolo di taglio e altezza di taglio, si trovano i seguenti valori: Solo con un angolo di taglio di 51,84 e una altezza di taglio di 7,65 si ottiene un uovo con le proporzioni doro (calcolato con una precisione di 6 decimali). Nella rappresentazione si vede luovo con la sezione aurea.

Questi valori non hanno ancora alcun significato. Esaminando invece le proporzioni della piramide di Cheope, si nota quanto segue: Se si divide il perimetro della base quadrata dal numero di PI Greco, si ottiene laltezza della piramide.

I 4 lati triangolari di questa piramide hanno una angolazione di esattamente 51,84 rispetto alla base. Se si misura la distanza fra la punta della piramide e il centro di un lato della base quadrata, si nota che questa distanza esattamente 1,618034... volte la distanza fra il centro della piramide e il centro di un lato. Quindi la geometria della piramide di Cheope si basa oltre su PI Greco- sostanzialmente sul numero doro ottenendo lo stesso angolo, sotto il quale si deve tagliare il cono iperbolico per ottenere un uovo con le

proporzioni doro. Visto, che insieme alla sezione aurea appare sempre langolo di 51,84, sarebbe opportuno di chiamarlo angolo aureo. Un altra interessante nozione potrebbe venire fuori dalla geometria della molecola dacqua. La molecola dacqua formata da un atomo di ossigeno e due atomi di idrogeno che formano insieme allatomo di ossigeno centrale la forma di una V. Langolo fra i due atomi di idrogeno di ca. 104, quindi langolazione sotto quale si trova latomo didrogeno rispetto lasse di simmetria della molecola di ca. 52. Questo valore molto simile al valore dellangolo doro di 51,845. Quindi c una correlazione fra cono iperbolico, la sezione aurea e lacqua.
[ permalink | inviato il 1/6/2005 alle 18:23 | 11 commenti

UN INFINITO ISTANTE D'AMORE Tu non sei solo, ora, come gli altri giorni. Io sono sola, ora, come gli altri giorni. Non riesco a parlarti, il mio cuore ha fitte di dolore, la mia gola gonfia di lacrime; vorrei ora trovare l'abbraccio di un amico, la sua carezza. Il tuo abbraccio, la tua carezza. Molto semplicemente vorrei ricevere il tuo amore. La verit, quella che ci fa soffrire, che pur amandomi, pur amandoti, non possiamo scegliere il sogno. La tua non una resa, ma la consapevolezza di dover rinunciare a qualcosa di prezioso, ma non di indispensabile. Non ti offendere, provo ci che provi tu, perch mi sono a lungo sentita usurpatrice di un'altrui vita, ma dobbiamo vivere la realt e quella che ci stata proposta ci ha anche esclusi dal sogno, da una comune amicizia, ma pi di tutto da un profondo e inesauribile amore. la consapevolezza di quanto infinito sia questo amore che provo per te a darmi la forza di ricambiare la tua generosit, lasciandoti libero di volare o di restare fermo agli orizzonti che conosci. Sar sempre viva in me la speranza che un giorno, non so quando, non so come, verrai a sfiorarmi con un tuo lieve ma dolcissimo battito d'ali. Ti amo di un amore mai conosciuto prima, cos intenso da far scendere lacrime di dolorosa malinconia, perch ti sto perdendo,

perch so che non dimenticher nulla di te, di noi. Non ci sono stati momenti migliori per noi, ma solo un infinito istante d'amore.

[ permalink | inviato il 1/6/2005 alle 17:28

31 Maggio 2005 TORNA

-Constantinos Kavafis Torna sovente e prendimi, palpito amato, allora torna e prendimi, che si ridesta viva la memoria del corpo e antiche brame trascorrono nel sangue allora che le labbra ricordano, e le carni, e nelle mani un senso tattile si riaccende. Torna sovente e prendimi, la notte, allora che le labbra ricordano, e le carni...

[ permalink | inviato il 31/5/2005 alle 20:56 | 2 commenti

28 Maggio 2005 DE VIRGINITATE - Sponsa ad sponsum (Carm. VIII, 3)

Prostrata al suolo, giaccio piangendo n so quel che voglio, triste, nell'abbraccio premo le rocce col petto. Privata dello sposo, nel duro giaciglio rimango, ma le mie membra non possono stringere quegli che bramano. Dimmi: ove sei tu, che in gemiti attendo? In che terra cercarti, dove seguirti, io, donna in nessun luogo nota? Vorrei venire io stessa, se il piede, di corsa, tra gli astri rampicando, potesse percorrere la via del cielo. Ora, senza te, mi opprime con le ali fosche la notte, ed anche il giorno, fulgido di sole, buio per me. I gigli, il narciso, le viole, la rosa, il nardo, l'amomo, e nessun altro fiore dilettano l'animo mio. Per poterti vedere, con ansia ogni nuvola scruto, amore mi guida l'occhio a vagare dietro le nebbie.

Ecco, col volto proteso, interrogo i venti nembosi, onde sapere che annunzi l'aria del mio signore. Per i tuoi piedi desidero i pavimenti lavare, e colle chiome vorrei astergere il tuo tempio. Tutto sopporter, poich sofferenza ogni gioia: purch ti possa vedere, questa pena mi piace. Tutto sopporter, poich il tuo volere io ricerco; ma come io mi struggo per te, tu pure abbi cura di me.

Venanzio Fortunato (VI sec) [ permalink | inviato il 28/5/2005 alle 19:52 | 7 commenti

27 Maggio 2005 PER UN SORRISO

Le mie giornate si susseguono via via in una dimensione che potrei definire fluttuante. Ora ritmate da un incalzare di doveri e convenzioni, un attimo dopo sollevate dai miei stessi pensieri e condotte in altri luoghi, vicino ad altre persone o, pi spesso, quasi inevitabilmente da sola.

Avevo creduto di essere semplice, lineare, gioiosa; una donna lieta di percorrere i sentieri della vita cos come si presentano: tortuosi o adeguati al mio passo, in ogni caso consapevole del domani che verr. Non ho mai nascosto, soprattutto a me stessa, l'urgenza di voler vivere il sogno, perch tale il mio modo d'essere. Forse difficile da spiegare o da intendere questa mia peculiarit, ma che mi fa constatare come talora la gente mi osservi con fare curioso, quasi temendo un tranello o una richiesta inconsueta. E cos, inevitabilmente, si allontana soddisfatta, forse, di essere riuscita ad evitare una sorta di imbarazzo o di fastidio. Sar l'incomprensione, o l'amarezza che da questa ne deriva, a farmi diventare arrogante? Forse cos, ma quando le altre persone si fermano alla superficie senza null'altro chiederti ecco che subito monta la rabbia, svelando una sorta di antipatica alterigia. Che fare allora? Posso soltanto promettere a me stessa di essere meno frettolosa nel valutare le altrui paure augurandomi, in questo modo, di apparire meno scostante. Di certo, per, non riuscir a modificare quella parte di me che, desiderosa di farsi conoscere, offrir un sorriso in cambio di un sogno. [ permalink | inviato il 27/5/2005 alle 23:7

26 Maggio 2005 Vita Doloroso schema che perpetua inveterati errori la vita;

di soffocate energie, sotto cieli senza sole e senza stelle;

e di amori rubati alla memoria, strangolati,

da un oblio che non perdona;

e d'inconsapevoli silenzi, e di tutto ci che si tace per paura, per vergogna. [ permalink | inviato il 26/5/2005 alle 11:19

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