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LA GANJA PRIMA DI TUTTO E il mondo si tinge di grigio

Non c' pi bianco n nero, il male si confonde col bene, come un demone travestito da arciere. La verit fa ormai parte di una bugia tutto si perde in una grigia foschia.

"Un giorno ci incroceremo in un caff o in metropolitana. Cercheremo di non riconoscerci o di fingere di non vederci, ci gireremo svelti dall'altra parte. Saremo imbarazzati per ci che diventato il nostro "noi", per quello che ne rimasto. Niente. Due estranei uniti da un passato immaginario." D. Glattauer

Ultima fermata

Perduto... tutto perduto. Che stupida puttana. Ruzzolo a vuoto tra i ricordi di una vita insieme, e mi ritrovo a raccogliere spazzatura. Vorrei riuscire a non piangere. Guardo Blanca con la coda dellocchio attraverso lo specchietto retrovisore . Ho portato via solo lei, insieme a due felpe scure. Nemmeno una canna di Sherazade. Accellero per non pensarci. Ormai andata.

Io e la ganja

Cinque chili di ganja chiusi dentro a due valigie. Sorrido al doganiere porgendogli il passaporto e guardandolo dritto negli occhi, "so che non mi perquisirai". Mi fa segno di proseguire, lo stupido servo di Babilonia. Alzo il volume dello stereo e ricomincio a cantare. La ganja una cosa seria, una filosofia di vita. La mia. E' troppo facile spacciar del fumo facendosi far credito dai marocchini, anche per dieci o venti chili al mese, lo facevo a diciotto anni, ma ormai ho smesso, perch la qualit lascia troppo spesso desiderare. Mi piace pensare che nella mia vita il destino non giochi un ruolo maggiore rispetto a quello che ha per chiunque altro, il bidello dell'asilo o il fornaio all'angolo. Non

sono un fatalista, in genere; riesco bene perch pondero il rischio. Intendiamoci, la fortuna, avversa o meno, ha sempre la sua parte, ma sono convinto che quel vecchio detto "ognuno artefice del proprio destino" ci becchi proprio in pieno. Almeno per quanto mi riguarda. Sono uno che si costruito da solo, e ci sto tuttora lavorando. Un elettricista disoccupato che ha scelto il

business, quello illegale degli stupefacenti, hashish e marijuana, per fare soldi. Il classico self-made man. Quando mia madre lo ha scoperto ho deciso di andarmene di casa. Ho rischiato di essere beccato non so quante volte ma finora mi sempre andata liscia. I miei amici sono nobili e punk a bestia, non faccio distinzioni; patti chiari con tutti, hanno voglia di fumare e io mi limito a procuraglielo. Intanto socializzo. In pochi anni di onorata professione mi son fatto un certo giro, a Bologna e fuori. Raccogliere soldi e partire, destinazione Amsterdam, non si pu sbagliare. Comunque portar gi cinque chili di ganja per volta

molto rischioso, quindi ho trovato il modo di espandermi, appoggiandomi a qualcun altro. Franz sembra essere la persona giusta.

Vivi adesso, paghi poi

E credo di avere saldato il mio conto. Gli avanzi della mia vita sono chiusi stretti in valigia. Ho lasciato il salotto in disordine: un po' di cocci da raccogliere, anche per lui. So che Tom non mi richiamer, e io non lo cercher pi. Continuer convinto che Tata non sia capace di stare al mondo, anche solo perch non porto i tacchi, odio le mutande e non bevo caff. Non sono riuscita a persuaderlo del contrario. Una scomoda inquilina la verit. Odio quella parte di me che mi impedisce di riuscire a odiarlo. Ma almeno sono riuscita ad andarmene. L'amavo e l'ho lasciato, allo stesso modo di come ho abbandonato tutto ci che mi ha dato soddisfazione. Il perch sto ancora

cercando di spiegarmelo. Ho scelto la vita poco comoda, quando insieme a lui avevo tutto, o quasi. Comunque mi sento ancora immagine di questa societ: viziati e inconcludenti esseri umani scaldati dalle facili promesse del consumismo. Inconsapevole, dopo aver perso l'amore, di cosa sia realmente la vita oltre a quell'inutile trascinarsi giorno dopo giorno tra una miriade di stupidi impegni creati solo per riempire gli immensi spazi vuoti dell'anima. Ho mischiato i miei sogni coi suoi e alla fine, dopo averli realizzati, ho lasciato svanire tutto in fumo, per uscire dal pantano di un equivoco o per fuggire dai miei sbagli. Ancora non mi chiaro. Resta sempre soltanto cenere. La mia famiglia non mi ha capita, o comunque fatica ancora a capire, ma mi ha lasciato la libert di sbagliare, di scegliere. E li ringrazio. Sono testarda, e tornare a casa e chiedere scusa stato atroce. Ci ho guadagnato un'apparenza di freddo compatimento e un letto da zia; d'altronde avevo bisogno solo di un tetto sulla testa. Vorrei trovare qualche altra giustificazione da addurre, oltre all'amore e alla dipendenza dalle droghe, come scusante per le bugie raccontate. Ma questa vita non accetta scuse.

Mi sento un personaggio, quello che ha sempre torto.

Il mezzo

-Quanto puoi riuscire a mettere insieme in un mese?

-Non quanto te Tom, quindici o venti massimo, ma se riesci a coprirmi o mi fanno credito su, il resto arriva alla consegna, sai, c' sempre chi non si fida...

Franz sembra abbastanza tranquillo, parla senza staccare gli occhi dall'impasto che ha sul tavolo.

"Devi dire che a questo gioco o entri prima che si parta o dopo rimani fregato, perch alla consegna il prezzo gi lievitato. Se non vogliono del sabbione queste son le

regole"; continuo a fissarlo mentre carico il cilum.

-Lo so, l'ho fatto, ma la gente prima vuol essere sicura che la roba arrivi,ed disposta a pagare il sovrapprezzo. Senti, per ora preoccupiamoci del mezzo, cerchiamo di fare un buon lavoro e vedrai che tutto andr liscio.

-Quello non un problema, ancora un paio di giorni e possiamo rimontare tutto: la moquette pronta, i tasselli combaciano perfettamente; io il viaggio lo faccio anche da solo, non ho voglia di farmi accompagnare da qualche disperata che potrebbe mettermi nei casini, penso che scender col cane.

Ho sempre pensato che, a questo gioco, meno gente si mette in mezzo e meglio . Il mio cane non pu tradirmi con uno sguardo carico di angoscia, n rivelare la posizione degli imboschi. Io mi so gestire. Gi il fatto di venire in questo posto per fare le modifiche al camper mi sembrato rischioso, ma d'altronde da qualche parte bisognava pur andare. Affittare un capannone fuori Bologna per un mese solo mi

sembrato un rischio e uno spreco. Franz si fida di questa gente, sono loro che gli procurano il cash, e Cris cerca come pu di tenerci al riparo da sguardi indiscreti: ha praticamente isolato il magazzino. Comunque mi rendo conto che, stanziando alla Tana pi di dieci ore al giorno in compagnia di Franz, praticamente impossibile passare inosservato, ed io per di pi non sembro certo un musicista.

La Tana

E' iniziato tutto in quel posto, dannazione. Con Cris e Franz. Cominciando a distinguere il sesso dall'amore, tra un concerto di Jhon Spencer e un cd dei Grateful Dead. E a molta confusione...

Cris affascinante e colto, intelligente. Spregiudicato e sicuro di s come una donna in calze a rete. Mai innamorarsi. L'intraprendenza si tramuta in goffaggine. Non si tira indietro dall'opportunit di sesso garantito che io rappresento. Esploriamo ogni sala, pavimento, moquette e

divanetto del locale. Uso quel mezzo solo per tenermelo stretto. Come una stupida puttana. Banalit, insignificanti banalit sono le uniche cose di cui

discutiamo, cos preso dalla musica, con la quale riesce ad avere orgasmi pi soddisfacenti che con me. Vado alla Tana a qualunque ora del giorno, a far su degli spinelli, ad acquistare fumo e erba da Franz. Inizio a trascorrere fuori tutta la notte. Il mio comportamento pietosamente sfacciato. Mi faccio usare, mi sento usata. Vado a letto con un altro, ma inutile. Torno di nuovo da lui. Innamorata a tal punto da volere continuare anche una storia cos. Far sesso in sala prove come ginnastica notturna a lungo andare stanca, ma non sono pronta a perderlo. Ipoteco il mio cuore e mi nascondo dal resto del mondo. Persa in una sorta di sentimento adolescenziale che mi ottenebra la mente inducendomi a comprare

e consumare una quantit di fumo sempre crescente. Sono iscritta alla facolt di Lettere; passo le mie giornate sdraiata su un divanetto verde, leggendo, fumando, ascoltando musica e prestando svogliatamente orecchio ai pettegolezzi. Mi rendo utile come fattorina portavivande nei momenti di fame chimica alle ore pi disparate. Ancora oggi non so bene se sono stata io oppure lui a rovinare tutto apposta per superare quell'impasse, e nonostante i molti sbagli che ne seguiranno, non posso fare a meno di esser grata a Thomas per avermi allontanato da quel posto, da Cris e da tutti gli altri.

Agata

-Non pi di mezza paglia, per piacere. Altrimenti tabaccosa... Beh, Franz, meglio lasciarlo a casa: in frontiera come un alieno in mezzo a un campo di grano.

Rido forte e anche lei sorride, guardando quel cretino di Franz sempre con aria rispettosa. Pare una ragazzina educata. Ha i capelli rossi e il naso leggermente arcuato ricoperto di lentiggini. Le mani piccole e le dita sottili. Alla Tana di casa, da quel che ho inteso se la fa con Cris, che la tratta pi o meno come vuole, ovvero non la guarda fino a sera quando decide che arrivato il momento di scoparsela. Non la considera una ragazza seria nemmeno Franz, nonostante per questioni di business dica che ci si pu fidare, probabilmente perch non gli ha mai lasciato in sospeso neanche un conto. Parla poco, e questo gi un buon segno, sembra sveglia. Non capisco come faccia a rimanere attaccata a un opportunista come Cris e, anche se non un mio problema, credo che se verr l'occasione glielo far capire. Mi

sembra che abbia bisogno di uno scrollone. Non voglio ferirla, semplicemente cercher di pormi come amico. S, sono un grandissimo ipocrita, mento sapendo di

mentire, in verit Tata mi piace e vorrei comprarmi la sua fiducia con qualcosa di pi che il fumo, fare in modo che si scordi di questo posto, di Cris e di Franz. "Non sei adatta a questo posto, bambina, partiamo..."

Thomas

E' disinvolto, sembra stia parlando di importare tulipani. E io ascolto, nascosta dietro a un manuale di storia romana, nessuno sembra far caso a me. Thomas spuntato fuori dal nulla, allettando Franz con la prospettiva di facili guadagni. Il suo sorriso illuminato dalla t-shirt

giallo canarino che indossa. Ha le mani grandi, un tipo ordinario, come tanti, un altro spacciatore.

-Rossa, ti va di portar gi della roba?

Franz

appoggia

l'indice

contro

la

copertina

del

libro

spingendomelo contro il naso. Abbasso il volume guardandolo per capire se parla sul serio. -Perch no...

Cos mi faccio agganciare per ripicca, il contrabbando sembra il modo migliore di attirare l'attenzione di Cris.

Ore 20.06, 10 marzo 2001, stazione di Milano Centrale. Overnight Express in partenza dal binario 2. Arrivo ad Amsterdam previsto per le 10.32. Questa vita un treno sempre in ritardo, un treno su cui salir anche se non ho voglia di avere gente intorno. Un treno che ha sbagliato fermata semplicemente perch mi sta aspettando, che in fondo non diverso da tutti gli altri treni sebbene cambi la destinazione. Mi chiudo in bagno a fumare per ingannare il tempo, litigo con il

walkman per trovare la migliore colonna sonora possibile per il mio viaggio, senza staccare gli occhi dal finestrino. Sono arrivata. Thomas nel piazzale con Pongo, faccia tesa, preoccupato. Il setter mi saluta allegro scodinzolando. Gli piaccio.

-Ciao, io sono solo la sconosciuta che ti far compagnia durante il viaggio di ritorno. Tenta di buttarmi addosso le zampe, ma lui lo allontana. Ci incamminiamo insieme lungo la Damrak. La tragedia per un cane affettuoso di non essere capito. Il suo padrone ha indubbiamente troppi pensieri per la testa. E' una mattina uguale a tante altre, mento a me stessa come ogni giorno, cerco di farmi notare rendendomi utile senza capire veramente il perch. Ma forse non c' nessun perch. E non medito, agisco. C' un camper pieno di roba, da spartirsi a met, lui e Franz. Si sfila la maglietta, scoprendo un vistoso tatuaggio

sull'avambraccio sinistro. Un albero in fiamme, anime in circolo che gli danzano attorno. Bisogna fidarsi l'uno dell'altra per lavorare insieme.

-Tu perch lo fai? Da fumare lo troverai comunque in Italia, mi

chiede continuando a lavorare l'impasto che tiene in mano.

Penso che non mi volesse l con lui, ha accettato di coinvolgermi solo per fare stare tranquillo Franz. Decido di dirgli come va con Cris. E lui mi racconta una storia, di quelle che ti spezzano il cuore, che finisce con -...loro non ti considerano, ti credono una ragazza poco seria...solo una puttana. Accende la canna guardando fuori, come se mi avesse appena letto il men del ristorante argentino all'angolo, la stanza si riempie di un profumo speziato e pungente. Certe cose meglio saperle che ignorarle. Chiss, forse s.

-Lo faccio solo per proteggerti, non c'entro niente e non dovrei dirtelo, ma non mi sembri una cos... quella gente che se ne approfitta. Tu ... beh, leggi, studi, sembri intelligente, dovresti gi esserci arrivata da te.

Grazie, il resto mancia... Sentirselo dire in faccia mi fa davvero male. Deglutisco. Sei un estraneo, uno stronzo impiccione, ti odio. Quelle parole mi muoiono in gola.

Il valore di certe frasi direttamente proporzionale a quello di chi le pronuncia. Quindi vaffanculo. Vaffanculo all'amore, a me e alle mie stupide speranze, vaffanculo a quella sedia vuota dentro al mio cuore, alle luci di questa citt. Maledico Amsterdam e vengo maledetta a mia volta.

Davvero?

"Certe cose meglio saperle che ignorarle" che frase stupida, me ne rendo conto non appena la pronuncio, ma gi troppo tardi; i suoi occhi tradiscono rabbia e

delusione. Lacrime. Ecco, so di non essere la persona giusta per confortarla. Se potessi riavvolgerei il nastro. Ho voglia di

abbracciarla, subdolo.

ma

mi

trattengo,

non

voglio

sembrarle

-Sentiamo meglio com' questa Jack Herer altra banalit, non mi pare che abbia voglia di far su dei joint. Mi metto a impastare, occhi fissi contro i vetri della finestra che d direttamente su Damrak. Tata non risponde, mi sento un giuda...

-A che ora partiamo? Mi guarda interrogativa, cercando di sotterrare

nell'angolo pi buio della sua testa i sentimenti che la assalgono. latta. Mossa prevedibile, mi presto al gioco. "S, vorrei Chiude scheletri dentro ad una scatola di

riuscire a farti pensare ad altro."

-Per le dieci massimo, direi, a mezzanotte vorrei essere lontano... se credi puoi dormire un paio d'ore,

altrimenti possiamo andare a mangiare qualcosa. -Non ho fame, e nemmeno sonno. Scusami Tom, ora mi

riprendo. Ho bisogno di sballarmi un attimo. Si muove in direzione di Pongo e inizia a grattarlo

gentilmente tra le orecchie, come piace a lui.

-Ok, vatti a sciacquare la faccia, partita a stecca al De Kuil.

Sette in buca d'angolo, la otto segue a ruota dentro quella opposta, non se la cava male per niente, e adesso ride perfino di gusto. -Uno pari, chi vince la prossima a diritto a far rollare all'altro tutti le canne che desidera... Ovviamente ci sto, e vinco. Le appoggio in mano qualche cima d'erba e grosso caccolo. -Tata, fai su.

Ci

aspetta

una

lunga

nottata,

mi

sento

in

forma,

ho

voglia di guidare. Sento che andr tutto liscio, e un po' sar anche merito suo.

Un viaggio

Rimaniamo in silenzio per pi di un'ora, fino alla frontiera con la Germania. Giocherello con l'atlante per sentirmi pi normale. Siamo una semplice coppia di turisti in viaggio verso la Foresta Nera. Non gli piacciono le aree di sosta e tanto meno quelle tedesche, vuole uscire dalla Germania prima che sia notte inoltrata. Mandiamo gi due capsule di efedrina. Mancano quindici minuti alle 23.00 quando arriviamo a Basilea. Non vuole il cambio alla guida, mi sorride rassicurandomi:

-Ci fermiamo

prima di arrivare al confine con l'Italia.

Non

preoccuparti, puoi anche dormire.

Ma sotto l'effetto degli stimolanti conto di restar sveglia, non mi va proprio di chiudere gli occhi e lasciarlo solo. Ci fermiamo dopo Lucerna. L'area di sosta deserta, cos ci sistemiamo nel camper per riposarci un po' prima di affrontare

l'ultima tappa del viaggio, per arrivare in frontiera riposati e a un orario consono a dei turisti. I suoi occhi sono arrossati come quelli di chi ha fumato una raffica di cilum pesanti. Neanch'io sembro freschissima. Per lo meno riposeremo entrambi le gambe. Chiudo gli occhi rimanendo girata verso di lui, poi li riapro automaticamente.

-Sei preoccupata?

Scuoto il capo mentendo spudoratamente, mentre lui si avvicina alla mia faccia e mi bacia. Richiudo gli occhi prolungando quel bacio. Mi addormento per qualche ora col suo braccio intorno alle spalle.

Ore 08.50. Siamo fermi in dogana, in fila, confusi in mezzo ad una lunga coda di automobili che scorrono in avanti ad intervalli brevi e regolari. E' venerd, c' il sole; tiriamo gi i finestrini, prepariamo i documenti ed intavoliamo una stupida conversazione cercando di immaginare cosa facciano tutte queste persone qui a Chiasso a quest'ora. Quando sono nervosa mi giro ciocche di capelli tra le dita o mi

torturo i pollici a sangue. Ora cerco di trattenermi, vorrei fargli una buona impressione perch, anche se si sporca le mani, mi sembra una persona a posto, e io sono qui per pura coincidenza, per fare una cosa che chiunque altro potrebbe fare. Devo solo aspettare che svuoti il camper, poi mi accompagner dove voglio. Ho detto a tutti che andavo tre giorni a Roma con la Ste, basta che l'avvisi che tutto a posto e che non ho bisogno di un passaggio. Al nostro turno i poliziotti ci fanno cenno di passare senza neppure guardarci in faccia: siamo in Italia; appoggio la mano sinistra sulla sua destra che stringe il cambio. Ci allontaniamo veloci. Si mette una mano dentro ai calzoni ed estrae un pacchetto con alcune cime d'erba. Ecco, ... ha pure dell'erba addosso. Sorrido. E' un incosciente, ma ho voglia di fumare anch'io. Produco rapida una canna e l'accendo, gliela passo e richiudo l'erba avanzata nell'involucro che mi infilo nel reggiseno. Inspira profondamente il fumo:

- I ragazzi della Tana si arrangeranno d'ora in avanti.

Faccio spallucce. Capitolo chiuso.

-Non pi affar mio, sono felice di aver aiutato te, ma da questo momento in avanti mi chiamo fuori dai giochi. Cercher Franz se per caso avr bisogno d'erba, e se lui non ne avr, beh... pace, mi arranger in altro modo. Bologna grande tutto sommato, ed io fumavo gi prima di conoscerli. -Non credo che avrai pi bisogno di loro...

Ciak si gira

Bologna San Lazzaro, evviva. Ci fermiamo in Scandellara per svuotare il mezzo, il parcheggio deserto. Faccio scendere il cane e mi metto al lavoro,

rincantucciato contro ad una delle pareti interne del camper. Si sollevano al delicatamente tavolinetto e i lembi di tappezzeria Armeggio a

adiacente

alle

panche.

tentoni, alzando con le unghie la moquette grigia che ricopre il pavimento. Afferro un cacciavite e bestemmio perch Franz non ancora qui per darmi una mano. Righe

di sudore incominciano a solcarmi la faccia. Butto di tanto in tanto un occhio fuori, anche se ci sono Tata e Pongo a farmi da palo. Aggredisco il rivestimento sotto il tessuto, tavolo e panche dopo una breve resistenza cedono, si scastrano, rivelando il doppio fondo che si insinua lungo le pareti fino al pavimento. Sposto con disinvoltura il mobilio ancorato a tasselli di tappezzeria fuori dal veicolo. Apro e svuoto velocemente gli armadietti a muro che

celano anch'essi parte dell'imbosco: le pareti sono quasi tutte foderate di pacchi. Ormai quasi buio, Tata caccia il muso dentro per capire a che punto sono. La guardo con aria colpevole e complice mentre mi asciugo la faccia sudata. -Mi allunghi la telecamera prima di che in valigia? e Voglio

filmare

tutto

svuotare

richiudere.

L'eccitazione mi ha fatto scordare perfino quanta roba abbiamo portato gi... Per fortuna ho tutto segnato. Mi guarda in silenzio, non capisco se sta per scoppiare a ridere o a piangere. Continua ad osservare i bozzoli neri stretti a nido d'ape del che spuntano man mano contro

l'intelaiatura

camper:

gigantesche

crisalidi

all'interno di un tronco cavo. Prendo la telecamera e le passo un sacco per l'immondizia per iniziare a infilarci dentro i pacchi. Richiudo gli imboschi, svuotiamo il veicolo dalle nostre cose e ci dirigiamo a passi svelti verso casa.

-Massi,

Norma

chiss

chi

ci

staranno

sicuramente

aspettando da un paio d'ore, l'unico che dorme, come al solito Franz...

La

casa

il

solito

bordello,

ci

accolgono

tutti

rispettosi, in silenzio, consapevoli che quando ho la ganja ho il potere. Gli presento Tata. Suona il campanello. -S? -Gli sbirri, cretino Franz sale le scale in qualche manciata di secondi. Sventro un pacchetto di primizie. Charras, Malani Cream: fredda e compatta, ma piuttosto appiccicosa al tatto e friabile non appena la manipoli tra le dita. Perfetta nel cilum. -Boom Shankar! Do un primo tiro secco accompagnato da un secondo lungo e

profondo che diffonde nell'ambiente una sottile coltre di fumo chiaro dal profumo mentolato. Inizia la ruota. Tiro ancora forte, e poi pi piano, il fumo ingoiato e soffiato fuori fa pulsare a pi non posso le tempie. La stanchezza accumulata in quei giorni svanisce in mezzo allo spesso strato di nebbia chiara.

Associazione a delinquere

Certe persone e certi avvenimenti lasciano il segno. Thomas e questo stupido viaggio lo hanno fatto. Ci guadagno un paio di etti di Skunk e una notte stretta abbracciata a lui. Un bacio. Mi ci aggrappo con forza, e lui si fa afferrare. L'erba finisce in fretta, faccio su un po' di soldi vendendo met della mia parte alla Ste, ovviamente a prezzo di fabbrica, tanto so che dopo ne verr altra.

Thomas riuscito a coinvolgermi nella sua quotidianit: passo da casa sua dopo la facolt, gli faccio compagnia se deve fare delle consegne, spesso mi fermo a dormire con lui. La Rossa e il trafficante; so che qualcuno dice che non siamo credibili. Solo un'associazione a delinquere. Le malelingue alla

Tana girano in fretta, ed io non mi son fatta pi vedere. Cris sa quello che Franz gli ha raccontato, ovvero che al nostro ritorno, a casa di Tom, io e lui eravamo gi pappa e ciccia. Sinceramente non me ne frega niente, ascolto distrattamente i discorsi riguardo a quel posto quando vediamo Franz. Tom abita all'ultimo piano di una palazzina anni Cinquanta con Massi e Norma, una coppia tranquilla di punk a bestia, lui tatuatore e lei operaia. Sono indubbiamente affezionati a lui e altrettanto palese che io non gli sto simpatica: mi considerano un'estranea, un problema aggiuntivo. E' normale, quattro stanze da dividere in tre, quattro gatti, un cane e un impietoso frullo di gente dalle dieci di mattina a notte fonda. Casa e centro sociale aperto a tutte le ore. Ci mancavo giusto io. Certo mi hanno preso per l'ennesima opportunista, ma non ho voglia di giustificarmi con loro, capiranno, prima o poi.

I regaz

-Tata mi accompagni? Devo passare da Over e Pippo a ritirare un po' di soldi. Poi torniam qui che alle quattro aspetto Mino e Axel per consegnargli la loro roba.

Chiude il libro, si alza e afferra la borsetta di cuoio. Mi piace girare con lei in scooter per la citt e sentirla aggrappata a me. Insieme siamo invisibili, una coppietta qualunque. Si adattata discretamente a sopportare il frullo che c' per casa, d'altronde era abituata alla Tana. Il carico di gente sarebbe minore se mi comprassi un'auto, cosa che ho intenzione di fare, ma per ora comunque risulta impossibile smaltire pi di un chilo per volta consegnandolo in motorino. Troppo rischioso, preferisco

che vengano loro da me. Prendo la mia attivit molto seriamente e pretendo dai miei amici puntualit e precisione, nel limite del possibile ovviamente. Sto cercando di presentarla a tutti i regaz, facendo capire loro che mi fido di lei e che sta diventando una persona importante, per fare capire a lei che, nonostante tutto, prima che acquirenti, per me restano tutti amici. Ha legato subito con chi, come Recchia, frequenta l'universit. In generale comunque ha fatto a tutti una buona impressione, e come non potrebbe, educata, sorridente e molto carina. Mino mi ha detto di tenermela stretta, ed io ho intenzione di provarci. I pi prevenuti sembrano essere Massi e Norma, ma normale, visto che si vedono inficiata ulteriormente la loro privacy in casa. The ganja man

-Fra un po' scatta il timer, aspetta che si accendano le luci prima di

entrare.

La teca stata costruita sotto al soppalco, sufficiente ad ospitare cinque sei piante. I neon sono stati sapientemente programmati per alternare fasi di luce intensa a buio assoluto. In tal modo la marijuana produce pi resina. Sette o otto etti per volta, non copre nemmeno il suo fabbisogno personale, lo fa per puro divertimento. E' il suo lavoro e la sua passione. La ganja prima di tutto, il volano di ogni sua azione.

-La mia ex mi ha lasciato dicendomi che son solo capace di impastare dei cilum... Tom furbo perch scopre subito le sue carte. Io assecondo in tutto e per tutto il suo gioco.

The ganja man. Strofa: mi appoggia in mano qualche cima d'erba e un grosso caccolo. Ritornello: Tata, fai su...

Regole di questo gioco: conosci tutti e non conosci nessuno. Come fai, dopo avere pesato undici chili in un pomeriggio, a distinguere

gli amici dal branco degli opportunisti? Non lo so, io non ci riuscirei mai. O forse li crederei tutti amici a prescindere, anche solo per non sentirmi un'anima sola. Non ho il coraggio di chiederglielo, mi fido del suo giudizio.

Occhi a spillo e sguardi vuoti, alcuni usano chetamina. Altri cocaina o acidi. Forse anche eroina. Soldi pronti in mano, almeno all'inizio. Per lui la caccia all'erba migliore, alle sostanze pi pregiate, e la gente gli rimane incollata come le mosche al miele. Dieci, venti telefonate al giorno. Un chilo o due per volta, facendo delle eccezioni per certi amici a cui pesa anche l'etto. Si sistemano in camera o in cucina, Tom alza il volume della musica, abbassa le tapparelle e apre i vetri, ascolta le richieste, tira fuori il foglio coi conti e valuta cosa pu fare. Per ognuno una transazione diversa, un pactum ad personam che dipende dalla fiducia e dal potere d'acquisto dell'amico in questione.

Livello 57

-Andiamo, portiamo da fumare a Sas. Mi infilo l'etto di polline nelle mutande e finisco di rispondere al suo messaggio.

Ci muoviamo veloci tra i vicoli di Bologna, schivando le auto lungo il ponte di via Stalingrado e poi gi fino al cancello del Livello.

Busso. -Sei tu Tom? -S.

Entriamo nella piccola stanza, spoglia ed essenziale, che Sas ha allestito dentro a una delle camere del centro sociale. Tiro fuori il panetto. -Grazie, ti pago appena posso. -Ok, segno.

Appoggio su un ginocchio di Tata un caccolo e le chiedo di far su un joint. Sas la dimostrazione che non muovo erba solo per far soldi. Nonostante sembri un po' barbone mi ha sempre dato sicurezza, si dimostrato un uomo di parola, non un bamboccio con i genitori alle spalle. Non mi metterebbe mai nei guai. Me lo ha presentato Alle, uno degli organizzatori del Livello. senza Alle un ragazzo d'azione, fino al senza macchia e che ha

paura,

anti-americano

midollo,

partecipato al G8 di Genova tra i black bloc. Un vero talebano, con cui si parla volentieri di politica. Anche Alle ovviamente fuma, ma riuscito a rimanere aggrappato ai suoi ideali, non si fatto spegnere dalla dipendenza. Riesce a gestire la sua vita e anche a organizzare quella di un centro sociale. Non un qualunquista, e un po' lo invidio.

Bologna

Bologna una citt vera perch la gente per strada non ti guarda negli occhi, diventi un puntino dello stesso colore di tutti gli altri. Bologna mi piace, anche se d'estate quel suo vestito di pietre fa troppo caldo. Lungo le sue braccia si snodano fitti ombrelli di cemento, sotto ai quali si pu passeggiare anche nei giorni di pioggia. Qui si parla con la "e" aperta per convincersi di essere di larghe vedute. Anche la spazzatura differente, infatti si butta via il "rusco". I colombi di piazza VIII Agosto vivono con poche briciole perch i bolognesi sono persone troppo operose per perder tempo con loro.

Via Centotrecento, attraverso via Belle Arti e poi diritto fino in Zamboni: eccomi in Facolt. Mi siedo fuori dal Teatro Verdi, la giornata potrebbe scivolar via cos. Il paradosso di Chihsolm mi ha insegnato a credere nei mondi paralleli e forse, se resto qui seduta, un'altra Agata imparer qualcosa, oggi. Non sono un esempio da imitare, non so cosa significhino dedizione

e impegno. Me la cavo solo perch ho una buona memoria. E perch sorrido, seduta su un muretto. Continuare a sostenere esami all'universit una sfida, provo lo stesso brivido che passare in frontiera con un carico di roba. Colleziono effimeri traguardi. Ma rimarr convinta, passeggiando per la Montagnola, che non sto gettando via il mio tempo solo perch ho ridotto la familiarit a una mera preferenza.

-Ciao bella, come stai? -Bene, grazie, e tu? -Tutto ok... compri qualcosa? -Dammi un braccialetto, rosso, per piacere. -Ecco a te. E' un Lanny Kraviz qualunque, un prestigiatore in incognito che fa magie senza cappello perch espone i propri sogni in bacheca. Certa gente lo evita perch la sua merce non pubblicizzata in tv e non rilascia la ricevuta. Penso che stringergli la mano mi porter fortuna. E' molto pi furbo di me, lui all'universit potrebbe insegnarci, senza averla

frequentata.

Amsterdam

Mi rinsacco il pi possibile dentro al piumino e chiudo il camper. Il parcheggio di Volendam semideserto, d'inverno l'Olanda non la meta preferita dai turisti. Franz mi aspetta in centro, al coffe di Dan, e dovrebbe gi avere regolato i suoi conti. Il viaggio in treno molto pi comodo. Frequento Amsterdam da... non lo ricordo davvero, forse da quando ho smesso di credere a Babbo Natale. Da ragazzino son venuto qui con mio padre, prima che i miei divorziassero. Vento freddo anche a luglio, altissime amazzoni dagli sguardi sfuggenti, turisti giapponesi allegri e fastidiosi e case talmente strette e alte da essere claustrofibiche. E' tutto quel che mi rimasto impresso

dal nostro tour. Il Singel uno dei canali preferiti dalla gente per passeggiare, scattare foto e bivaccare, suggestivo e abbastanza riparato, e anche Pongo lo reputa adeguato ad espletarvi i suoi pi naturali bisogni.

SONO ARRIVATO. TUTTO OK, VADO A FARE COLAZIONE, IN BOCCA AL LUPO PER L'ESAME, STENDILI TUTTI. UN BACIO, CI SENTIAMO PRESTO. Invio

Tata mi raggiunger in aereo venerd pomeriggio: ho due giorni di tempo per racimolare la roba e iniziare il lavoro, spero che Franz stia gi facendo qualcosa. Il viso cereo di un artista mi sorride da dietro il trucco. Immobile, in cima al suo piedistallo posto in un angolo della Damrak, un perfetto manichino imparruccato; sembra fiducioso del suo avvenire, brillante quanto l'abito d'argento che indossa: il fondo della sua tuba gi pieno di monetine.

-Bella man, come andata? Dan sar qui a minuti. -Liscio, tranq. Tu hai tutto? Sfrega lo zaino con fare disinvolto e mi passa la canna.

-Ho gi preso la camera, appena arriva la roba possiamo metterci al lavoro.

Dan ha sempre gli occhi un po' lucidi, ma talmente efficiente che c' da vergognarsi anche solo a pensare che abbia assunto qualche sostanza. Questa volta ci propone una new entry, lo Sherazade. Un polline talmente appiccicoso e friabile che avvicinargli l'accendino equivale a una bestemmia. Ne fermiamo dieci chili di prova.

Traffic1

I can't be good no more, honey, like I once did before. I can't be

good no more, baby, 'cause the world is goin' wrong... La macchinetta si muove rapida, straccia la pelle in modo superficiale, mentre fumo. Non provo abbastanza dolore. Lo guardo in silenzio, il disegno sul mio braccio si riflette nei suoi occhi. "Tatua, Massi, non ti preoccupare, ne ho bisogno." E accanto alla strega spunta un folletto, mentre nell'altra stanza la ruota del business continua a girare. Sono confusa. Mi sballo per innamorarmi, o forse mi innamoro

perch sono sballata, non importa. Comunque ci sono venuta a convivere, dopo tre mesi. Abbiamo preso in affitto un garage, da usare come stiva, per cercare di tutelarci nel caso arrivino gli sbirri. Continuo a frequentare l'universit al mattino, di pomeriggio gli faccio compagnia in giro a raccogliere soldi o a distribuire erba: garage, Porta S. Donato, bar di Mino, casa di Pippo, Livello, di nuovo garage, infine casa, dove ci aspettano Recchia e Seba.

Non so che ore sono ma devo assolutamente mangiare. Guardo in dispensa convincendomi che quel che trover corrisponde

esattamente a ci di cui ho voglia. Una scatoletta di fagiolini Bonduelle taglia nana, a conferma che questo un pasto salutare, tre o quattro delfini azzurri gommosi come gratificazione zuccherina, un paio di rotelle di liquerizia per la

pressione, una canna di hashis per stabilizzare l'umore. Suonano alla porta. E' Luca, un cuoco, lo chiamano Diabolik per i suoi modi di fare. Veste sempre di nero, anche in piena estate e parla bisbigliando, perennemente in paranoia. E' uno dei pochi a cui Thomas si fida di lasciare i soldi per farsi portar gi quattro o cinque chili d'erba. Non un genio del crimine, imbosca la roba sempre dentro a grandi casse per l'amplificazione. Di l a qualche mese viene arrestato in Germania. Beccano anche Over. Brucia il rosso ad un semaforo con mezzo chilo di ganja nello zainetto. Gli perquisiscono la casa. Esce

l'articolo sul giornale: Piccolo supermarket della droga. Figurati.

The ganja man Strofa: mi appoggia in mano qualche cima d'erba e un grosso caccolo di Sherazade. Ritornello: Tata, fai su.

Viaggi, Bologna-Amsterdam e ritorno. Una volta al mese. Mando gi dell'efedrina per stare sveglia. La crudelt di un lavoro che non lascia tempi morti. Veniamo assorbiti. De Kuil 420 caf, in Oudebrugsteeg, il nostro luogo di svago. Si respira un ottimo aroma, dolce e balsamico. Le voci della gente si

confondono con la musica anni settanta diffusa nel locale: una partita a stecca e erba Afgana, la mia preferita. Nella notte il respiro disegna piccole nubi di vapore davanti alla bocca. Ci muoviamo a passi svelti tra Kalverstraat e Nieuwmarkt, a braccetto, serrande abbassate, negozi chiusi. Pongo ci aspetta in camera. Paradossalmente siamo pi in intimit qui che a casa, al lavoro ma comunque soli. Le mattine vola via, passandoci accanto, non riescono a insinuarsi sotto al piumone: mattine fredde, rischiarate da progetti svelati

all'ombra delle coperte. Progetti chiusi dentro le cartine dei joint.

Cash & claim

Cazzo ridi, coglione, di questo passo non andremo mai in pari. -Sono solo settecento... Bruno mi guarda e continua a sorridere, seduto aspettando che io carichi il tubo. -Io non posso pagare Dan con un sorriso, lo sai no? Mi prendi per il culo? Non puoi andare avanti a briciole, sei fuori di undicimila, di questo passo non salderemo mai.

Segno e metto nel mucchio. La gente pensa che solo perch ho in mano una mazzetta di soldi io sia spianato e debba stare tranquillo. Ne ho altre cinque di l ma non me ne faccio ancora niente. -Devi avere pazienza Tom, io devo pensare anche alla mia famiglia. -E tu devi smetterla di darla a credito a tutti, questo

gioco mi sta strozzando. Dai, appicciami 'sto cilum.

Noccioline,

pare

che

crediate

che

mi

accontenti

di

quelle, pensate che l'erba mi venga fornita da placidi e rugosi elefantini che aspetteranno con pazienza l'ora del prossimo pasto. Venticinque mila settecento euro chiusi nell'armadio,

arrotolati dentro la mia felpa da rave. Chiudo a chiave la porta della mia stanza e usciamo. Tata mi aspetta davanti al Trentotto di via Zamboni,

paglia in bocca e borsa strabordante di libri. Ha gi raccolto i soldi della Fra, quattromila duecento. -Andiamo da Seba, a quest'ora dovrebbe essere in pausa pranzo.

Dan

mi

fa

credito,

io

faccio

credito,

regaz

fanno

credito, probabilmente c' qualcuno che fa credito anche a Dan, l'ultimo puzzone di Bologna forse fuma Super Skunk a credito... non va bene, non sono mica un giostraio che lascia i promo alle scuole. Questo business fa girare contanti ma si basa essenzialmente sulla fiducia e sul benedetto credito. Una sorta retaggio medievale, di

rapporto vassallatico. Poi alla fine in guerra ci vado

io. Per ora il mio debito ammonta a cinquantacinque mila e almeno altrettanti devo tirane su per il mese prossimo: bisogna interrompere la catena di S. Antonio.

Classe A

Dopo nove mesi ho ricevuto un anello di fidanzamento, le cose si fanno serie. Penso che mi voglia bene. Mia madre sembra contenta, mio padre pi ermetico. Questo elettricista non lo convince proprio, troppi soldi per le tasche. Talmente per bene da sembrare losco. E hanno gi sentito la segreteria del mio cellulare parlare in olandese abbastanza.

Utilizziamo il camper per un annetto poi Franz si trasferisce con la Dani ad Amsterdam dove pu finalmente coltivare ganja in santa pace. Thomas compra un Mercedes classe A, agile e abbastanza veloce,

pratico da mettere sul ponte. Si apre la scocca e si fanno scivolare fuori i bozzoli da sotto l'auto. L'assuefazione allenta i lacci della paura.

E' luglio, abbiamo solo cinque chili imboscati nell'auto, uso personale. Stiamo fumando uno spinello all'altezza di Lucerna. Ci affiancano gli sbirri facendo segno di seguirli dentro all'area di sosta, lui lancia la canna dal finestrino. Scendiamo dall'auto e guardiamo i cani mentre l'ispezionano, facendo avanti e indietro tra i sedili. Si fermano e raspano orgogliosi, hanno trovato i joint di riserva nascosti dentro al blocco degli alza cristalli. Certamente riceveranno un premio. Arriva la stazione mobile per farci delle analisi, che ovviamente risultano troppo positive. Ci guardano come se avessimo assunto criptonite. Caricano Thomas su un'auto e lo portano via per ulteriori accertamenti. Devo rimanere calma. Rimetto in ordine il Classe A, mi siedo sul marciapiede e aspetto. La pattuglia che rimasta con me si

allontana, hanno capito che senza di lui non andr da nessuna parte. Dopo un'oretta riappare, e c' anche lui. -Ti amo.

Una frase detta in una piazzola, prima della fine di un viaggio. Due parole che si sciolgono al sole. -Speriamo. "Si, speriamo che vada tutto bene, che ti lascino restare qui con me."

Quattrocento euro di multa e un'indimenticabile lavata di capo. Ci fermiamo ancora un po' per smaltire lo spavento. Usciamo dall'autostrada verso il paese pi vicino. Tiriamo fuori un pacco dall'imbosco, abbiamo bisogno di placare la tensione.

The ganja man. Strofa: mi appoggia in mano qualche cima d'erba e un grosso caccolo di Sherazade. Ritornello: Tata, fai su. Ridiamo.

Risky business

-Hai

voglia

di

fare

un

po'

di

soldi

h?!

Bene,

no

problem, mi darai una mano.

Sapevo che Break prima o poi si sarebbe fatto avanti, ora che le cose iniziano davvero a girare. Perch con la musica molto pi difficile fare soldi. Invece dopo due o tre giri come corriere star a posto per almeno un anno.

-Tu non sei convinta, non ti vedo convinta, dimmi cosa c'... -Niente Tom, ovvero, te l'ho gi detto, secondo me troppo alternativo per questo lavoro. Fa il dj ai rave, si cala solo dio sa cosa, e tu vuoi metterlo su un camper o su un furgone a nolo carico di roba, imboscando tutto solo dietro le casse e ai dischi. Dico solo che un azzardo. Tutto qui. E se muove della coca, beh, non vuol dire niente, lo sai anche tu che un po' di bianca si nasconde meglio. -Senti Tata, lui se la sente, noi gli faremo da staffetta

in auto precedendolo di un po', tutto andr bene, come al solito. Lo conosco da una vita, non un pivello. -Ok, tanto lo sai che verrei comunque. Mi mette le braccia intorno alle spalle e mi sfiora con le labbra dietro a un orecchio. -Sai cosa ti dico 'Ta? Se non saremo ancora sicuri prima di partire recluteremo una seconda staffetta, qualcuno di davvero losco, da potere lanciare in bocca a una

pattuglia di sbirri. Che dici? Annuisce spalla. -Adesso andiamo da Gianni a prenderci un gelato, poi leggermente, appoggiandomi il mento sulla

aspettiamo Recchia e Sergo, stabacchiamo un paio di cilum e ci infiliamo a letto. Puntualit e precisione, ma cosa lo dico a fare: anche i migliori a volte mi fanno girare le balle. Un tam tam rigoroso e silenzioso, capace di far vibrare le corde dell'ambizione business. E io e mi dell'avidit, ritrovo alimenta qui il narco ricerca

ancora

alla

frenetica di una sorta di rispettabilit.

Mino sa effettivamente come prendermi: una ricca cena al ristorante, per saldare una parte del debito e farsi fare

altro credito, figura tra i suoi clich. Mi sento preso in trappola e non vedo altra alternativa che accettare. Torna dalla cucina con un piatto caldo a e inizia a

stendere

cinque

righe

grasse.

Tiriamo

turno,

Tata

sembra un po' infastidita dalla naturalezza con la quale il mio compare si comporta. -Rega, siamo in un luogo pubblico... La Michi sorride, il proprietario conosce bene i suoi clienti, ci ha sistemati nel priv. Non ho molto appetito, sono qui per parlare di affari, per sapere da Mino come ha intenzione di far rientrare tutti i soldi che ha fuori. Massimo tra quindici giorni io devo ripartire, Dan non aspetta. Secchiamo due bottiglie di Brunello in quattro, e tre grammi ; a mezzanotte e mezza ci alziamo allegri da

tavola senza avere concluso un gran ch. Salutiamo e ci dirigiamo verso la macchina. Non ho voglia di andare a casa, chiedo a Tata di far su uno spino, gironzolo un po' per il centro, poi mi infilo in un parcheggio tra via Larga e S. Donnino. Spengo il motore. Rimaniamo al buio coi finestrini abbassati, sento il sapore dell'erba in bocca e il retrogusto della coca ancora tra il naso e la gola.

Le

accarezzo

una

spalla canotta.

nuda Non

poi

le

abbasso che

la dica

brettellina

della

c'

bisogno

nulla, lei appoggia la borsetta a terra, si gira e mi monta a cavalcioni, slacciandomi con la mano destra la cintura e abbassando veloce la zip dei pantaloni. I suoi capelli iniziano a ondeggiarmi davanti, il suo profumo leggero e fresco, il suo alito ha il sapore della canna di Shiva che ha appena appoggiato:

perfetta.

Anoressia e Bulimia

Mi sento male, il fumo comincia a togliermi l'appetito. E quando mi vien fame mangio poi corro a vomitare. Sono dimagrita, voglio ancora dimagrire. Per piacergli di pi o perch non sono felice, mi manca qualcosa: attenzione. Pi dimagrisco pi le altre donne mi sembrano magre, e mi sento grassa, ancora inadeguata. Vedo buccia d'arancia dappertutto. Mi sfinisco, cerco compensazioni. Voglio mangiar cose che andr a vomitare e non riesco a mangiarne altre che vorrei. Stupido cibo che non riesco a tenermi dentro perch devo e voglio sempre ascoltare lo stomaco brontolare e sentire il ventre mentre si contrae. Voglio sempre di pi. Superare i miei limiti, rasento il delirio di onnipotenza. E' un richiamo disperato. "Qui si fa solo business e basta. Dio Boia! La pressione di questa vita mi sta lentamente schiacciando." Cos ho deciso di oppormi: pi divento sottile pi tempo ci impiegher a schiacciarmi.

Purmerend

una

localit

tranquilla,

pochi

chilometri

fuori

Amsterdam. Odora di provincia, il verde lucido dei prati stride contro un cielo di piombo. Rappresenta quella parte di Olanda in cui

non verrei mai ad abitare. Non c' neanche un coffeshop. Nascosti qui a impacchettare erba diamo ancora pi nell'occhio.

-Troppa gente, troppi casini. Questo giro un inferno! E tu che cazzo vuoi, cos'hai da scodinzolare...

Afferra Pongo e lo scaraventa violentemente contro la parete. Il cane non si rialza, continua a guaire forte.

-Vado a cercare un veterinario. Lo prende in braccio ed esce. Scoppio a piangere, rannicchiata sul pavimento con la testa fra le gambe. Cerco da fumare dentro alla borsa. Thomas questa volta ha esagerato, ma non riesco a combatterci. Non mi sento in diritto di dirgli niente. Cosa ci faccio qui? Mi sento inutile. Forse non se la prende con me solo perch posso parlare. Ho la testa che mi scoppia, i ragazzi ci stanno aspettando fuori dall'albergo con un furgone pieno di marijuana. Pongo si rotto un femore, viene operato, gli mettono un paio di chiodi. Torniamo a casa con due giorni di ritardo.

-Ricorda, si fatto male rincorrendo delle pecore.

-S, andr tutto bene... Alle bugie.

Traffic2

-Buongiorno, mi servirebbero quaranta rotoli di vulcano. Sorrido, come una formula magica, pronuncio le parole e l'imbarazzo svanisce. Il commesso non sembra stupito, chiss cosa pensa. Me li porta dentro a uno scatoloncino, che gentile.

Ad Amsterdam Dan ci accoglie come sempre, offrendoci da bere. Inframmezza i suoi discorsi raccontandoci le

ripercussioni che i recenti avvenimenti hanno avuto sui traffici.

-E'

pieno

di

sbirri

in

giro.

L'attentato

dell'11

settembre ha provocato un intensificarsi dei controlli.

Andiamo in ufficio, tira fuori la conta-soldi e inizia a dividere le mazzette. L'erba ottima, Super Slunk, Orange Bud e Jack Herer. Ci lascia le chiavi di un garage. E noi ci trasformiamo

in una piccola catena di montaggio: preparare i sacchetti con la roba, metterli sulla bilancia e pesarli in modo scrupolosamente esatto; chiuderli sottovuoto

assicurandosi di togliere dall'interno pi aria possibile senza lesionare i pacchi; creare i bozzoli col nastro vulcanizzante per sigillarli definitivamente; lavarli col sapone ed asciugarli uno per uno per togliergli eventuali odori o tracce di qualunque cosa possa essersi attaccata al guscio esterno; imboscarli all'interno del veicolo. Germania, Svizzera. Guido come se avessi qualcuno a

tallonarci, mandiamo gi un paio di efedre, finisco un pacchetto di sigarette. Tata sempre vigile, rasenta la paranoia. In frontiera accendo il cellulare, sette chiamate non risposte, quattordici sms.

-Mino e Recchia ci aspettano a casa, cos ci danno una mano e mi libero subito di un po' di roba. -Fantastico...cerca di andar piano, ti pare prudente

farsela carichi tutta in terza corsia? -E' come al solito, non hanno cambiato le curve per noi.

Bologna S. Lazzaro, diretti in garage, raccatto Mino e

Recchia da casa, Alle ci aspetta davanti al tunnel. -Poche chiacchere e meno spini, ora si lavora un attimo e dopo ne parliamo. Il messaggio arriva forte e chiaro, non per niente sono i migliori. Un lavoro ben fatto, peccato che il bene sia un pretesto usato per giustificare le nostre azioni.

Magic Mushroms

Ipnotizzati. Da Vondelpark al Red light district. Camminiamo su e gi per i canali, dentro e fuori dai locali. Giriamo in tondo chiss per quanto, ci orientiamo a naso, le insegne dei locali sono come figurine.

funghi

allucinogeni,

Magic

Mushroms,

vanno

consumati

tassativamente a stomaco vuoto. Gli effetti sono piuttosto strong, paragonabili a quelli di un acido: ti esaltano ogni percezione, ti stravolgono i sensi. Una 7up e gi. Sono amari e puzzolenti, ma vale la pena. Non senti pi il freddo, la fame, la fatica, non hai alcun rimorso per quello che stai facendo. Un grammo a testa, sballo assicurato per cinque sei ore.

Mi sono completamente scordata di Tom. Riprendo coscienza mio malgrado, qualche ora pi tardi, mentre stiamo sghignazzando per chiss cosa sotto la pioggia, accasciati contro una ringhiera all'angolo di un vicolo. Sguaiati e scoordinati, in uno stato di semi-incoscienza anche se siamo svegli. Probabilmente il mio cellulare sta suonando da un bel po', perch lui furioso.

-Ma dove cazzo sei? Dovevate essere qui due ore fa! -Tranquillo, ci siamo... Mino e Sergo mi guardano con aria assente, non riesco a trattenermi. Scoppiamo a ridere forte. Il clic del telefono mi fa riprendere contatto con la realt. Ci incamminiamo veloci verso il coffeshop di Dan. Trangugiamo tre

bicchieri di spremuta per farcela passare. So perch Tom ce l'ha con me, solo perch non li ho presi insieme a lui. I ragazzi cercano di essere gentili e minimizzare. -Fanno sai? -Non potremmo... -Certo che possiamo, cretino, ne ho gi ordinati cinque chili da stivare col resto.

Questo mondo delle banalit

Sono in fuga da un'esistenza qualunque, di problemi seri non ne ho mai avuti. Mi sballo perch questo mondo diventato banale. Vivere o morire, spacciare o fare

l'elemosina, diventato uguale. Legale non sinonimo di giusto o morale. E' fastidioso pensare che alla gente piace vivere anche se tutti i giorni fa del male. Ma siamo tutti dei

parassiti, e teniamo duro. I vizi e l'incoerenza hanno tramutano l'agire in un

susseguirsi di sbagli, non si gode pi di niente perch ci si accontenta dell'apparenza. Un lucido guscio vuoto

pi bello e rassicurante di un interno rugoso.

10 maggio, domani il mio compleanno. Stamattina morto Alberto, un mio amico e acquirente. Un ragazzo timido e educato con una famiglia benestante alle spalle, uno dei pochi sempre in pari coi conti. Si schiantato in motore lungo una statale. Non piango, forse per mancanza di ipocrisia, o magari per assoluta vacuit. Congelo nel silenzio ogni sensazione. Nella catena del business qualcuno prender il suo posto. L'ultima cosa che gli ho detto stata: "Ciao bello, alla prossima." E' difficile mantenere saldi dei valori in un mondo in cui chi ti chiede se ti importa qualcosa dei problemi sociali non ti guarda negli occhi, ma da dentro una

telecamera, in un mondo in cui il nichilismo di moda e le persone si cullano davanti ai cristalli liquidi di uno schermo piatto proiettandovi le loro aspettative. Credere e creare niente appare pi rassicurante. La societ occidentale vive sotto assuefazione, condanna il pensiero indipendente e autonomo nonostante le

apparenze. Non abbiamo imparato pi niente dall'avvento

della propaganda. Brainstorming. Meglio frasi ad effetto che verit scomode, cos somministrano veleno a piccole dosi.

Cannabis Cup

Sei pass, bastano. Ho affittato tre appartamenti contigui in una palazzina vicino a Nieuwmarkt. E' novembre e fa un freddo cane, ma Amsterdam una vera primizia. E' la seconda Cup alla quale io Tom partecipiamo, la prima per a cui decidiamo di recarci solo per svago, o quasi, amici al seguito. Portiamo soldi, prendiamo accordi, ma il carico rimandato al mese prossimo. Mino il bello del gruppo, il suo successo con le donne lo induce a

intrattenere spesso pi di una relazione per volta. Ha un passato burrascoso con le sostanze e un grande amore per il Bologna calcio, che condivide con Recchia. E' nel giro da molto, forse anche da pi tempo di Tom, visto che di qualche anno pi grande. Gestisce un frullo assai eterogeneo di gente che va dagli amici dello stadio a quelli del bar, a quanto ne so ha un conto aperto con Tom che ammonta a circa in quarto del debito che lui ha con Dan. Axel un ragazzo ricco, amico di Thomas dall'adolescenza. Ha scelto di fare il chef come vocazione, seconda solo alla sua passione per gli stupefacenti. Il maggior pregio di Axel : tanti soldi, quasi tutti in anticipo e debito saldato comunque sempre a ogni giro. Averlo in appartamento con noi comunque non significa che la sera cuciner lui, se le fa talmente fotoniche che metterlo davanti ai fornelli sarebbe tentato omicidio. Recchia e Tom sono in collegamento telepatico. Questo un dato di fatto accertato al di l di ogni ragionevole dubbio. Non so se sia per i suoi studi di scienze della comunicazione ma Recchia riesce innegabilmente a capire il mio ragazzo meglio di chiunque altro, e di solito agisce di conseguenza, custodendo Frodo e l'anello con una dedizione degna di Samvise Gamgee.

L'expo della Cannabis stato allestito in un locale stretto e lungo,

articolato su pi piani, poco fuori dal centro. E' stipato di gente, l'aria calda e umida, con un retrogusto di marijuana. Testiamo i campioni offerti dentro ad un bong. Vengono esibite piante in piena fioritura. Bella storia. Perdo di vista Thomas e gli altri per un attimo. Lo ritrovo venti passi avanti mentre abbraccia Franz. C' anche Cris, o magari me lo sogno, sono troppo sballata. Saluto e non mi accorgo di niente.

Tour dei coffeshop: Dampring roba speciale ma sempre troppo affollato, Abraxas semi-indigestione...usciamo con le tasche piene di bonbon al fumo, Softland la solita ganja dolciastra -niente di chma spazioso e quindi ottimo per far su, Dutch Flower l'Ak-47 non delude mai, Tweede Kamer in sei gi ci si pesta ma vende fumo da paura e vale sempre la pena. Il programma si ripete per due o tre giorni. Di sera finiamo a cremarci al Blue Bird facendo girare senza posa i cilum carichi di Charras o di Afgan Polm. Al mattino si fa colazione al Bushdoctor. -A chcomel please... Mi sento davvero in forma.

Convivenza difficile

Una

rissa,

ci

mancava

proprio.

All'angolo

destro,

in

pantaloni neri oversize e t-shirt rossa con la bandiera

del giappone cucita sul petto, la sfidante, Agata (prendo tutti gli spilli per la punta) Del Molino, incontra la campionessa in carica, finora imbattuta, calzoni militari e canottiera variopinta con Ganesh, Norma (non mi faccio mai i cazzi miei) Ricci. Si son messe le mani addosso, in camera di Massi,

puntando dritte

verso la mazza da baseball di metallo

che il mio coinquilino tiene dietro l'armadio. Io ero in giro con Recchia, per fortuna c'erano Alle e Massi a dividerle. non pu Sono reggere volati a insulti non pesanti, mi fido la pi

situazione

lungo,

nemmeno a lasciare il contante in camera. Anche Massi ha il suo debito, e pretende. Si accorto di aver perso molti dei privilegi che aveva. La casa un accampamento e io son fuori quasi tutto il giorno, Norma al lavoro e Massi tatua oppure suona.

-Mi

raccomando,

non

ti

sprecare

dare

un

po'

di

straccio, o a lavare i piatti, sei un'opportunista, una persona cattiva, ecco cosa sei! Deve essere iniziato pi o tutto cos, alle quattro di dare

pomeriggio,

meno.

Tata

odia

sentirsi

dell'egoista, figuriamoci poi da Norma. Crede di agire

sempre per il meglio, pretende di starmi vicino, mi vede perennemente in pericolo o sotto assedio. In pi vuole anche continuare a studiare, e ci riesce, non ho ancora capito come. Si siede in cima al soppalco e si immerge nella lettura di pallosissimi saggi di linguistica o semiotica, mentre intorno a lei fumiamo cilum e facciamo di conto, con la tv accesa o lo stereo a palla. Cade in una sorta di catarsi da cui si riprende solamente quando la chiamo per passarle uno spinello.

Gods are away on business

-Sveglia, c' la guerra a Kabul. -Non credo in Dio n in Babbo Natale. E me ne frego come tutti gli

altri. O meglio la si guarda svogliatamente attraverso i reportage.

Guerra e speranze per il futuro. Pace e libert esportate attraverso l'uso di bombe teleguidate.

Continuo a punzecchiarlo: -A parole son tutti bravi ad essere pacifisti. -Capelli grossi e cervello fino, e non te ne frega niente... -Gi, e non cambier mai. -La verit non c' o resta nascosta sotto una cortina di fumo, il terrorismo non un'invenzione di Bush pi di quanto non lo la democrazia.

Guerre per interessi. Per il carbone, l'uranio, il petrolio o l'eroina. Guerre promosse dall'occidente perch si producono armi e si consuma droga. Il traffico di stupefacenti rappresenta un settore industriale in espansione, e anche noi ne siamo una piccola conferma. Il danaro sporco va ripulito. La disponibilit di denaro liquido uno dei problemi pi urgenti del sistema bancario attuale e i

narcodollari

costituiscono

un'interessante

opportunit,

capitale

liquido da investimento disponibile. Questo il business.

Stamattina mi son sentita dare della ninfomane, una bella giornata e io volevo solo fare l'amore. Sarebbe bastato il suo sguardo per capire quanto la mia richiesta fosse fuori luogo. Nascondo i miei pensieri dentro una canottiera a fiori e un sorriso rabbioso. Non apprezziamo pi le piccole cose. Non riusciamo ad aiutare gli altri. Si imbottiglia l'acqua per non regalare nemmeno quella, ci si sente orgogliosi per cose inutili, si crede di meritare molto. Ci si svende per soldi o per necessit, ci si vende anche per amore.

-Babbo, cosa vuol dire essere comunista? -Beh, essere comunista significa pensare che sia importante condividere le proprie cose con gli altri per essere felici, e lottare per far s che questo avvenga.

Quando ero bambina mio padre deve avere detto una frase del genere, ma io ero troppo piccola per capire quanto fosse anacronistica, cos ci ho creduto. Ma oggi non riesco pi a trovare ideali che, applicati a questo mondo non si tingano di grigio. La stessa teoria del plusvalore non smentisce l'equazione pi denaro uguale pi successo, riducendo in

fondo il comunista al menefreghista, a colui che fa una cosa per il semplice gusto di farla, fregandosene del ritorno materiale e della morale condivisa.

Rototom Soundsplash, Osoppo, luglio 2003

Sizzla, Marijuana

Ey, I tell ya dis:

Oh, strictly marijuana, A natural plant, it's grown from herb, That's a natural herb, no one ever to take the herb Fuckin' chemicals that's drugs, okay?

No we don't give a fuck, we just Smokin' of marijuana till our brains get starve Feel my blood, without No we don't give a fuck, we just Burnin' of marijuana till my brains get starve

Oh, what precious little plant, to destroy it I just can't This is what the world want, smoking ganja man once again Doctors use it in their laboratories, we've got prophets to give you it's history Smokin' touches everybody's heart it's mistery Look now: it's good for the family, good for the parents it's good for the folks good for the children It's good for caracte it's the medicine, the medicine for me and you ... Knowledge is golden, so teachin' marijuana a program, for Babylonian, can reach it They say dat's illegal, yet they want to steal it They believe it Smokin' grass keep me feelin' irie, Raggamuffin, oh who dare to try it I'm always joyful and lively, Marijuana put the right beside me ...

Pippo ha un sound system chiamato Kaly Weed. Partecipa ad un Clash, venerd 11, al Rototom, contro un sound di

Parigi, e lo siamo venuti a vedere. Fa parte degli old boys, il gruppo dei miei cosidetti amici storici. Gli voglio bene, anche se non mai a posto coi conti.

Attraversiamo in fretta lo spiazzo dove si svolto il concerto. Sono fradicio, ci sediamo a riposare presso l'area campeggio. L'aria e polverosa e la terra piena di crepe.

-Da quant' che non mangi? Hai totalizzato dieci joint e zero pasti anche oggi, lo sai vero?! Tata sta attraversando un periodo no, che continua ormai da troppo. Sono preoccupato, ma sembra che lei non se ne accorga, o non voglia. Anche i suoi genitori lo sono e premono perch io faccia qualcosa, ma penso che sia gi grandina, e odio i parenti invasivi. Rischiamo di rovinarci la vacanza a causa di futili

discussioni sul cibo; ci non toglie che questo stile di vita la stia logorando eccessivamente.

-Andiamo almeno a prendere una granita. Anche la signorina in bianco in piedi dietro al chiosco la guarda con preoccupazione. -Due al limone, per favore. Rimaniamo in piedi all'ombra di un tendone. Manda gi troppo in fretta, sviene, per un paio di minuti. -Non ti preoccupare, stata solo congestione, fa troppo caldo, rimango qui stesa ancora un attimo e mi sentir meglio.

E' la terza volta questo un mese.

Blanca

Blanca una cucciola di pitbull, nata il giorno della Befana, ha un fratello di nome Kaos. Me l'ha regalata Thomas, portandomela dentro a una scatola da scarpe, il 16 marzo fuori dalla Facolt.

-Ti amo. Mi sento felice. -Speriamo. E' pi forte di lui, non riesce proprio a darmi soddisfazione, mai una volta che gli senta dire "anch'io".

Blanca dorme sotto al soppalco in un lettino ricavato da alcuni stracci. Mi hanno detto di metterle un paio di mutande usate e dei calzini sporchi nella cuccia, cos impara a distinguere il mio odore. Thomas le piace un sacco, ha la voce profonda e i cani vengono impressionati da questa cosa, ma vorrei che diventasse il mio cane.

Ore 8. Si cagata addosso. Ha avuto la sciolta e oltre a sporcarsi tutta ha imbrattato parte della stanza.

Lui la sgrida forte e mi dice di scendere in cortile per lavarla. L'acqua fredda non le piace. Rimarr traumatizzata.

-Tata, il tuo cane fa quel cazzo che le pare...dille qualcosa... -Blancaaaaaa, da brava, vieni qui a cuccia?

E' un cane dominante e Pongo non ha tregua. A cinque mesi ha gi fatto il suo primo viaggio ad Amsterdam, dove si scontrata con un gatto feroce, perdendo clamorosamente e trascinandomi a terra con lei. Da quel momento non ha pi smesso di dar la caccia ai felini: pretende una rivincita.

Compromessi

-Guarda, io non voglio dire, ma anche tu a cosa pensi quando fai le cose? Non certo a noi, questa casa ormai

diventata uno zoo... Credi che un cane in pi ci metta al riparo dagli sbirri?! -Senti Norma, non so se l'hai capito, ma ho intenzione di levare le tende il prima possibile, voi dovreste solo pensare a saldarmi, poi sarete al sicuro.

L'armonia si inevitabilmente compromessa, non possiamo resistere ancora a lungo. Sguardi truci, pasti separati, ognuno pensa per s. Tata a deciso di alternare le notti qui a quelle a casa dai suoi, che per lo meno mi

accolgono senza problemi. Lei non vuole problemi. Solo domande non banali. Quelle che io non le pongo. Lei non si fa dei problemi, nemmeno quando esce dal bagno dopo essercisi chiusa dentro per un quarto d'ora.

Continua a sorridere a tutti. Guarda il mondo a tinte dolci, dietro un paio di

occhialino con le lenti viola. Non esulta mai, per non perdere il suo ritmo nascosto. E io mi dondolo dall'altra parte del tavolo sulle note della sua canzone. Continuer compromessa. pregiudicato. il suo se ballo si anche sente quando si da un sentir futuro

Anche

oppressa

Anche la sicurezza del garage sembra compromessa, troppe chiacchiere, troppo frullo, ma in mancanza d'altro per ora continuo ad usarlo. E' affittato a nome suo, per questo non ne verr nulla di male. Destino.

Dieci chili in valigia

Le casse dello stereo in camera mia sono piene di primizie. Scelgo una cima di Orange e rullo una canna. E' un po' aspra e ha una fragranza fruttata. Apro il velux per fare uscire un po' di fumo dall'ambiente. Mia madre bussa, giro la chiave.

-Tata vieni gi a mangiare con noi? -No, aspetto Tom. E tardi, dovrebbe gi essere qui. Aspetto.

Riesco a non pensarci, annullo le preoccupazioni anche se lui non con me. Sono stata gelosa di una fotografia che ha scattato alla morosa di Over ancor prima che mi conoscesse. Quando l'ho incontrata di persona mi son detta che era troppo bella e e ho desiderato profondamente che lui non la guardasse. Pesasse, facesse i conti, chiacchierasse solo con Over. Ma cos non sar mai. E io mi terr i miei perch finito proprio con me. Ora mi importa solo di saperlo al sicuro, colleziono ninnoli scaramantici, collane con rudre e un ciondolo, con dentro la sua foto. Per proteggerlo sempre.

Sono

una pressapochista.

Come

mi

venuto

in mente

di

assecondarlo e cacciare tutto quel fumo chiuso in valigia dentro all'armadio a casa dai miei. Mamma mi guarda senza parlare, in piedi di fronte a me. Dieci chili. Questo il quantitativo di Afgano che ha trovato nascosto dietro a una pila di jeans. E va oltre ogni sua aspettativa. Lo custodiamo per alcuni amici. Che scusa banale di certo non se la beve. Sudo. Ascelle appiccicose e lingua invischiata. Ma la guardo sempre dritto negli occhi, spalancandoli. Sono cos fuori che tento di spiegarle quanto si pu risparmiare acquistando del nero in

quantit. La discussione per fortuna finisce l, forse perch mi vede cos determinata, senza fermate possibili se non quella di avere l'ultima parola. Se ne va sbattendo l'uscio. Non ne riparleremo per parecchio tempo. Informo Thomas dellaccaduto, lui ride. Sembra non darci peso. D'altronde non gliene ho dato nemmeno io. -Prima o poi doveva succedere. Almeno sono solo 10 chili. Ottima risposta.

Il successo

Notti in bianco, consegne, pesate, altre consegne. Io in macchina e lei in taxi, da Bologna fino a Rimini, Modena, Reggio, poi di nuovo in giro per Bologna.

Provvedendo il pi possibile a rispettare le scadenze, ritrovandoci solo in tarda serata al garage per mettere insieme i soldi prima di andare a cena. Segno, "Chino novemila, saldato; Nic seimila, sotto di quattro; Bruno tre e sette, sotto di sei". Dan mi ha consigliato di comprarmi un palmare e io ho eseguito prontamente. Spacciatore feudale lanciato in

un'era digitale. Ho accettato la proposta di a Fabio, facendomi mettere in regola per svolgere un lavoro pressoch inesistente che mi permette di assentarmi durante il giorno. Ho

finalmente un paravento per la mia attivit, ovviamente pago il suo disturbo in natura. Tata contenta, e continua instancabile a trascorrere notti in bianco sui libri, e ad alternarsi tra le

consegne e luniversit. I regaz, dopo un giro di vite che che tende a

ridimensionarli costringendoli a cacciare fuori di volta in volta i soldi ancora per pi l'erba tutti in ed anticipo, sono

diventati

impazienti

onnipresenti,

assillano con telefonate e sms a tutte le ore, rendendo estremamente arduo ogni sforzo per far si che i nostri

movimenti rimangano riservati.

Come

sempre,

al

ritorno

da

un

viaggio,

ne

ritroviamo

alcuni a casa o davanti al garage, occhi rossi e orecchie tese, talmente vigili da sembrare sull'orlo di una crisi di nervi, intenti a fumare sigarette come tossici di

periferia. Forse il successo consiste proprio nel creare e riuscire a mantenere delle aspettative, alimentandole. Forse il successo consiste nel trovare la pentola d'oro dei folletti, o magari salvare il mondo per fine uccidendo la forme sar

gorgonide fatte di

attraverso sale.

uno

specchio alla

liberare te ne

Qualcuno

riconoscente, e aspetter la tua prossima impresa. O il prossimo viaggio. Arrivo. Scarichiamo lauto. Tutto come al solito, per il meglio. Il rischio non sembra un prezzo troppo alto per ci che stiamo facendo. E continuiamo. Notti in bianco, consegne, pesate, altre consegne.

Traffic3

La casa sempre pi affollata, diventata invivibile, nei corridoi di facolt c' meno confusione. La faccio franca rifugiandomi sopra al soppalco, lasciando che sia Massi ad aprire la porta. La camera in uno stato pietoso, cd sparsi in mezzo ad abiti sudati, pezzi di fumo appoggiati sopra alle bollette. Io non collaboro, non carico la lavatrice e non lavo i piatti sporchi. Non faccio neanche la spesa. Ma se mi applico posso riuscire a produrre uno spinello prima di mettermi a leggere. Tom sta cercando un'altra sistemazione, solo per noi due e i cani, mentre i viaggi in Olanda si intensificano. Break ha dato forfait, o meglio, lui e Tom hanno convenuto che era arrivato il momento di stoppare col furgone. Venti o trenta chili scoperti, troppo rischioso. Meglio quindici, per al sicuro, cos abbiamo ricominciato ad utilizzare l'auto, riempiendo il fondo fino all'inverosimile, e facendoci precedere da Recchia, Mino o Sergo come staffetta, anche due volte al mese. La richiesta d'erba e fumo sale proporzionalmente all'aumento dell'offerta, inaugurando una fase molto positiva per gli affari. La roba cresce di qualit e in quantit, mentre veniamo entrambi sempre pi assorbiti dal quel lavoro che sembra poterci garantire l'opportunit di realizzare in fretta i nostri sogni.

Thomas come sempre ha le idee chiare su quel che va fatto: imporre a tutti senza distinzioni un'interruzione del credito fino a nuovo ordine, contemporaneamente ad un leggero aumento del prezzo. E i soldi cominciano ad arrivare tutti puntuali o in anticipo come per incanto.

Dodici viaggi in nove mesi. Ha dovuto trovare un secondo imbosco, meno furbo del primo, ricavato all'interno del bagagliaio dell'auto, dove potere infilare pacchetti di piccole dimensioni, primizie, che non riuscito a stipare dentro al guscio della scocca. O siamo ricorsi a soluzioni di fortuna, come quella di riempire alla meno peggio una o due valigie con tutto quello che rimasto fuori. Notti in bianco. Consegne. Pesate. Altre consegne.

The ganja man. Strofa: mi appoggia in mano qualche cima d'erba e un grosso caccolo di Sherazade. Ritornello: Tata, fai su.

Con Dan

-State vacanza.

lavorando

troppo

man,

dovete

concedervi

una

Agata appoggia di riflesso la tazza, rovesciando un po' di t sul tavolo, e gli lancia un'occhiata carica di preoccupazione.

-Intendiamoci, non sto dicendo che siete sotto controllo, per me state lavorando come si deve, per far su e gi carichi di borsoni dall'appartamento dei miei ragazzi

anche due volte al mese a lungo andare non va. Non che in albergo sarebbe meglio, anzi. Stai sicuro che qui hai pi privacy, per un attimo far due pi due e scoprire che non siete in visita di piacere.

Anche quando ti guarda serio Dan non riesce ad aggrottare le sopracciglia, quindi mi sento libero di interpretare il suo invito come desidero: motto di spirito, consiglio amichevole o timida ingiunzione. A parte gli scherzi so che parla nel mio interesse.

-Voglio

andarmene

da

l,

anche

in

fretta,

ci

sono

quasi. E' diventato pi rischioso muovere per Bologna in questo modo che fare avanti e indietro dall'Olanda.

Tragica verit.

-Abbiamo trovato una casa che ci piace, capisci che non sono nella posizione adatta per accendere un mutuo... -Hai intenzione di pagarla in contanti man? Cazzo,

vivete proprio in Italia, se lo faccio io qui la finanza mi piomba addosso prima che sia riuscito a farmi

consegnare le chiavi. -Vai tranquillo, trattiamo direttamente con un privato, amico di amici, non c' pericolo.

Al ladro

Stiamo per trasferirci in campagna. Abbiamo trovato una casa che fa al caso nostro, abbastanza isolata e allo stesso tempo vicina all'autostrada. Thomas vuole sistemarla un po', quindi tra settimana facciamo spola tra casa dei miei e quella di Massi e Norma, spostandoci nella nuova solo durante il week end. Anche il garage di Bologna ormai diventato troppo bazzicato per tenerci stivata la merce. Tom ha deciso di spostare tutto nella casa nuova, dentro al bagno al piano terra.

Studio in camera a casa dai miei, per concentrarmi, non divagare. Sono rimaste poche cose, ormai, nella mia stanza. Un poster dell'uomo vitruviano, un segnalibro con i girasoli, due acquerelli di Salisburgo, Leonello (il mio leone di pezza) e il mio vecchio diario segreto. Tutte cose che possono anche rimanere qui.

Lui mi raggiunge tardi alla sera, dopo che riuscito a liberarsi dalla gente che ha intorno. Riparte al mattino, abbastanza presto.

-Tata, la roba sparita...siamo stati ripuliti.

Lo fisso impietrita senza riuscire a dire niente. Se la vita non come te la aspetti, il mondo non come te lo immagini. Non siamo

onniscienti, ma solamente custodi, aggiungerei negligenti. Se siamo stati davvero creati ad immagine e somiglianza di qualche dio, questa immagine era alquanto imperfetta e deformata, a meno che neanche quel dio fosse cos buono e perfetto come molti ritengono. E' uno scherzo, adesso uscir qualcuno da dietro la porta dicendomi di sorridere...

-Hanno preso ogni cosa, devono essere entrati in casa stanotte mentre ero qui, si son caricati anche la cassaforte. -Ma chi sapeva che avevamo appena trasferito tutto? In troppi.

Quattro chili d'erba, 8 chili di fumo (Sherazade e Baba Red), diversi pacchetti di primizie varie e undicimila cinquecento euro in

contanti. Fortunatamente, se cos si pu dire, la maggior parte della marijuana era gi stata piazzata nei giorni scorsi; ci non toglie che quello che era avanzato costituisse proprio il grosso del guadagno, merce che avrebbe dovuto essere smaltita nel giro di una settimana. Mi sono parecchie volte preoccupata della polizia, dei doganieri, della validit degli imboschi, della nostra sicurezza; non ho mai contemplato seriamente la possibilit che tra i diversi rischi nei quali incorriamo rientra anche quello di subire un furto, ho smesso presto di dubitare dell'affidabilit della gente che conosciamo, pensando inconsciamente che si sentano tutti parte pi o meno integrante privilegiati. Ma evidentemente mi sono sbagliata, o comunque l'immagine che mi sono formata fa acqua da qualche parte. Schedare tutti gli invidiosi, questo il primo pensiero che mi passa per la testa. Dopotutto avidit e menzogna sono doti diffuse. Si pu ancora fare qualcosa, possiamo riuscire a venirne a capo. Mi sento pi lucida di lui, meno coinvolta, non mi rassegno. Il furto un atto indegno, e dubito di tutti, anche di chi si presta a darci una mano per cercare di capire come possa essere svanita nel di un grande progetto, complici e collaboratori

nulla tutta quella roba. Recchia, Alle e Sergo sembrano i pi autentici, davvero dispiaciuti. Frulliamo per Bologna e dintorni, ci informiamo da zingari e punk a bestia, ma i ladri sanno il fatto loro e la merce che scotta non viene rimessa su piazza, o almeno noi non ce ne accorgiamo.

16 ottobre 2004. In quindici giorni mi ammalo seriamente. Lo shock mi inchioda al letto, dicono che ho il fuoco di S. Antonio in forma non conclamata: tosse e dolori lancinanti al costato destro; deperisco lentamente di fronte ai miei genitori. Mi davvero passato l'appetito. Mi sento un'impedita e vorrei

disperatamente continuare la caccia al ladro. E' una trappola, sono solo un topolino catturato. E' come se qualcuno mi avesse fatto il malocchio. Sono arrabbiata e disgustata, cerco solo di tenermi stretto Thomas. E lui mi resta accanto. Maledico quei ladri, chiunque siano. Un pezzo del mio cuore, quello che odia, da ora tutto loro. Mi avete sottratto un mese di vita, catturandomi con dei biscotti, mi avete sedotto con un puzzle, facendomi iniezioni di antidolorifico perch ho i tremori e mi sento uno schifo. Cerco di convincermi che solo un piccolo prezzo da pagare per

continuare a fare quel che stiamo facendo. Per saldare la casa mancano solo trentacinque sacchi.

Paranoie

Con l'aiuto di Sergo, Break e Alle il garage accanto alla casa stato truccato, creando per cos dire un doppio fondo, una camera stretta, profonda 1,5 metri e lunga 5, che diventer presto una stiva e il cui ingresso sar mascherato da una larga scansia a muro. Una modifica simile stata apportata anche nella piccola lavanderia del bagno al piano terra, ricavando una

nicchia che resta nascosta dietro alla lavatrice. Tutto stato fatto in poco tempo, una quindicina di giorni, e a regola d'arte, ma stato fatto comunque troppo tardi. Ti fidi di tutti, non devi fidarti di nessuno, sei troppo buono, attento che cos rischi, la gente invidiosa. Stupide frasi che mi frullano in testa dal 16 ottobre.

Alla fine successo, la ruota ha girato ed io mi son schiacciato le dita. Mi consolo pensando che se doveva accadere, se gi covava, una vacanza o una momentanea interruzione dei traffici non avrebbe modificato il corso degli eventi, almeno credo. Per quieto vivere sempre utile un po' di fatalismo, in certi casi, non vale la pena mettersi a recriminare contro se stessi.

Dan l'ultimo dei miei problemi, so che capir. Ma complicato dopo avere subito un furto fingere che tutto continui come prima, soprattutto quando gestisci un certo genere di affari. Li guardo uno dopo l'altro negli occhi, non appena li incontro, informandoli che mi sono venuti in casa a

rubare la roba. Sono alla ricerca di uno di un gesto, di di un o atteggiamento magari troppo

impostato, sfuggente.

sguardo

sfida

Purtroppo ognuno reagisce a suo modo, e in pi il solito tam tam silenzioso mi precede togliendomi molto spesso anche l'effetto sorpresa. A volte mi devo trattenere...li prenderei per il collo e li attaccherei al muro tutti, o quasi. Tata ancora pi diffidente di me, e forse ha ragione

quando dice che sono troppo coinvolto. I conti ora pi di prima non tornano, forse continueranno a non tornare, anche quelli con me stesso, e non posso far finta di non darci peso. Ma ci riuscir. Ho sbagliato io e devo decidere in fretta come

comportarmi. Mossa: vedo prospettarmisi un'unica soluzione, supponendo che la roba non salter fuori, quella di rimboccarmi le maniche e andare avanti; in fondo ho creato delle

aspettative. Organizzo dicembre, in fretta vista la un giro riparatore scarsit per inizio e

crescente

d'erba

l'impazienza della gente. Cerco di far rientrare un po' di contante. Andr su con Mino, Recchia e Alle.

A casa

Una foto su una bottiglia di rum, scattata nel 2002 a Santo Domingo: ho un fiore tra i capelli e sulla spalla un pappagallo, lui porta un cappello da corsaro. Ha catturato un momento di felicit. Sembriamo un po' imbarazzati, ma adesso che dentro la madia della cucina e tutte le volte che la guardo sorrido. Il letto matrimoniale in tessuto bianco e blu viene comprato ad Amsterdam, riempito di roba e portato gi in furgone. Fatine e folletti vanno ad occupare i ripiani di una vetrinetta ad angolo in cima alle scale. Nico dipinge lo studio di verde e il salotto in arancione. E' paziente, anche quando Blanca lo placca per leccargli la faccia. Un largo lavabo di marmo troneggia in cucina. Thomas ha comprato pure una stufa a legna per cucinare i biscotti. La mia vita da massaia sembra spianata. Io ho scelto il divano, in tessuto marrone, con dei disegni etnici, sei posti ad angolo. Appena sufficiente a contenere l'afflusso di amici regolamentare.

The ganja man. Strofa: mi appoggia in mano qualche cima d'erba e un grosso caccolo di Sherazade.

Ritornello: Tata, fai su.

Men della domenica insieme agli amici: Gnocchi alla marijuana conditi col pomodoro Biscotti al fumo e alla ganja Session di cilum come digestivo.

Non la solita minestra ma a me risulta familiare. Preferenza che calza proprio il mio numero, in rima franta con il mio vissuto. Forse quella casa casa perch ci son sempre i soliti amici, e lui. Mi sdraio in collina a testa in gi. Sono solo l'ostacolo che Blanca dovr superare per riuscire ad acciuffare Pongo. Anche se lui corre pi veloce lei riesce sempre a prenderlo, perch lui l'aspetta paziente, cresciuto all'ombra di un padrone prepotente.

Distanze

La Ste una tra le amiche migliori che abbia mai avuto. Ci frequentiamo dalle superiori. Un etto da dividere in due, con lei ho iniziato a usare stupefacenti. Le canne non ci bastavano mai: ci sniffavamo anche il filtro. Ma le cose cambiano, ora abitiamo troppo lontane per farci

compagnia. Gli alibi si confondono con le intenzioni, col business, complicando le cose. Ci siamo abbandonate a vicenda. Altri vincoli. Nascono nuove amicizie, frivole, o cos pare,

consolidate dal business. Con Fra e Anto si fuma e si tira di coca quando mi passano a salutare, mentre lui distante. La cocaina allevia il dolore e placa i cattivi pensieri ancora meglio del fumo, induce a compiere azioni pratiche o futili. Non si sogna.

Resto in una casa vuota aspettando che Thomas chiami per dirmi che va tutto bene. E aspetto. Accolgo gente, cercando di far rientrare un po' di soldi. Faccio quel che mi stato detto. O almeno ci provo. Ma non mai come voglio, e di perch ce ne sono gi troppi. Preferisco non pormeli. Quel che faccio non mai abbastanza, perch la gente sveglia e se lui non in Italia vengono qui per gettarmi solo briciole. Non si arriva mai in pari coi conti, a questo gioco. Quel che faccio non mai abbastanza perch c' sempre un letto da rifare o piatti sporchi, sacchi di pattume da portar via. Sacchi neri pieni di erba.

E una distanza ci separer sempre dal pareggio dei conti, perch Tom non vuole la finale, lui gareggia solo. E' una corsa di resistenza. Una distanza mi separer sempre da lui, anche quando torner a casa, una distanza coperta a tratti dagli amici, dal business, dalla scarsa condivisione di affetto, dalla ganja. Ma almeno torner sempre, per quella maleddetta distanza...che vuol coprire. E io aspetto, sempre, vicina ma distante. Avr magari un aspetto pessimo, stressato e di cattivo umore. Mi saluter con poche parole e diversi sospiri, si chiuder come sempre in garage a svuotare l'auto con i due che lo hanno accompagnato. Perch dopo quarantotto ore al massimo la merce venga tutta smistata e lui si senta libero di programmare subito il viaggio successivo. Queste dono le nostre distanze, due auto che sfrecciano affiancate a velocit diversa.

Oggi gli ho rubato quattrocento euro dal portafoglio, non so nemmeno cosa voglio farci. Ma so che vorrei essere scoperta, e farlo arrabbiare, tanto.

Ho bisogno di attenzioni. Ma ne verr fuori solo del male perch non sono pi me stessa. Ma resisto. Perch se le cose non vanno, io voglio continuare a stargli vicino. Perch... Perch... Perch... Per comodit non direi, anche se molti forse lo pensano. Per amore, e non certo verso me stessa. Perch son cieca e sorda. Perch lui distante ma almeno continuiamo a fumare insieme. Mi sento sola e la sua voce mi rimbomba dentro alla testa: Cresci, impara come si sta al mondo!

Mi sdraio in cortile a leggere e a prendere il sole, cerco di non pensarci. Vorrei che tra noi andasse tutto bene. Vorrei stare bene. Ma c troppa ganja, tra noi. E quei troppi perch. Annaffio, fumo, vomito, guardo Pongo e Blanca giocare. L'estate la mia stagione preferita perch i traffici di solito rallentano. E perch posso mangiare quella frutta che mi piace. I frutti estivi. Lerba pi cara e di qualit inferiore. Ma continuiamo sempre a avere gente per casa. E mi sforzo di apparire felice, al meglio.

Invito i miei genitori raramente. Qualche volta al massimo ci usciamo a pranzo. Sua madre non la sentiamo quasi mai. Siamo andati a trovarla a

casa una sola volta. Tra loro non c un buon rapporto. Thomas ha fatto delle scelte precise. I suoi traffici lo hanno allontanato dalla famiglia. Spero solo di riuscire a continuare a stargli accanto. Anche se non parliamo molto. Di noi.

Vomito

Vomito, chiusa in un bagno, cercando di non fare rumore. Vomito perch devo sembrare normale, felice e in ordine anche se mi sento

sola. Vomito qui perch non riesco a dirgli in faccia quello che penso. Che sono stanca. Informi pezzi di cibo mi colano lungo la mano. Vomito perch abbiamo gente in casa fino al mattino, perch non facciamo pi l'amore, perch non voglio impazzire, continuando a mentire ai miei. Spero che si accorga di me, che mi urli in faccia, che litighiamo.

Non sei stata bene... E' l'unica cosa che riesce a dirmi, a capire. "Ti amo, ma non riesco pi vivere cos." Sono le uniche parole che gli voglio urlare addosso, ma non ce la faccio. Non ce l'ho mai fatta. Non ho il coraggio di dirle. E me ne pento gi. Solo per paura di sentirmi dire Tata, mi hai conosciuto che ero cos e non ho intenzione di cambiare. Questa la mia vita. La tua, la nostra, che importa. Su questo argomento non si pu discutere. Sono in un vicolo cieco. La ganja prima di tutto, e il mondo si tinge di grigio.

E cos sia

Assorbe, qualsiasi cosa, assorbe e trattiene, come il tappetino di un cesso. Il business, l'amore, la dipendenza, ti ci assuefai come all'aria che respiri. Anche se non azoto liquido. E se mi domandassi il perch, non troverei altra

spiegazione se non quella che non ne posso pi fare a meno. Perch non sono un eroe. Perch ho cuore. Perch me la voglio giocare, a dispetto di tutte le varianti

possibili. So che ho delle possibilit. Forse do la roba a credito per questo. Forse sto con lei per tutti i suoi difetti. Forse volevo solo un'overdose. Solo per una maledettissima voglia che non mi soddisfa. Le rinfaccer tutto il possibile. Perch davvero una gran puttana. Una ninfomane da tenere sedata a una volta al mese, non di pi. Un pugile che salirebbe sul ring anche con tre costole rotte, senza antidolorifici. Una tossica che vivrebbe anche senza eroina, perch non vuole solo sopravvivere. Una troia che mi ha fottuto dei soldi e magari pensa di farla franca, perch vuole la sua

parte.

Una

grande

attrice,

falsa

bugiarda,

che

ti

guarda sorridendo per due tue carezze dopo avere vomitato pranzo e cena al cesso. La classica studentessa modello, che se deve preparare cinque libri per un esame ne

legger undici. Perch vuole sbancare al botteghino. La stupida puttana da cui vorrei un figlio e neanche so il perch. Per legarla a me, stretta, come dentro ad una tela di ragno che ha filato lei. Una tragedia umana. Troppo sporca per non essere pulita. Non ti dir mai "ti amo". Perch, nonostante tutto non riesco a dimostrartelo, n con l'oro e i rubini, ne col sesso, n con la mia

presenza o la mia assenza. L'unica che avrei trascinato anche per i capelli in qualunque posto, a vivere con me. "Ma perch cazzo perdi ancora tempo con me????" Glielo chiederei, se servisse a fare luce su di noi. C' un noi? La ganja. Ma non ci sar mai per sempre, e lo so gi.

Dogana

-Ecco, lo sapevo... tutto in ordine? -Certo, stai calma.

La polizia svizzera ci invita cortesemente ad accostare e a scendere dall'auto. Non ci domandano nemmeno dove stiamo andando. Blanca inizia a lamentarsi. -Da brava, non il momento, adesso vediamo di farti fare la pip... Ci chiedono di liberare il veicolo dalle nostre cose e ci fanno entrare a turno in una cabina, col bagaglio. Recchia sorridente, sembriamo proprio due ragazzi a posto. Anche se questa volta il tailler grigio non ha funzionato, forse avrei dovuto lisciarmi i capelli. Vengo trascinata senza piet dal cane verso l'unica piazzola verde accanto ai cabinotti. -Per favore, non si allontani. Cerco di riprendere il controllo della situazione, e non appena il mio socio riemerge vittorioso dalla perquisa gli affido Blanca.

E' il mio turno: -Pu svuotare il bagaglio? -Subito.

Cerco di muovermi con disinvoltura, prestando attenzione a non sgualcire gli indumenti. Mi ricordo dove ho imboscato i rotoli di vulcano: dentro a due buste nascoste tra due felpe scure, proprio sul fondo della valigia. Ricorda, solo nastro adesivo. Non possono arrestarmi per contrabbando di nastro termo-agglomerante. Dir che per un amico. Che mi fascio tutta e facciamo giochini porno. Che cosa gliene frega a loro... Sollevo con delicatezza le felpe, appoggiandole sulle scrivania insieme al resto della roba. Gli mostro orgogliosa un paio di assorbenti. Tastano la valigia per assicurarsi che sia vuota.

-Pu rimettere tutto a posto. "Agli ordini capo, come vuole", non me lo faccio ripetere due volte .

-Grazie, pu andare, aspetti per a risalire sull'auto. -Certo, la ringrazio.

"Non hanno visto nemmeno i rotoli, che sghetto..."

Recchia rimasto imbalsamato sotto il sole con un sorriso da student office stampato in faccia. Riesaminano ancora una volta l'auto, i sedili dietro e il bagagliaio. "I soldi sono nascosti al sicuro, cosa credete...siete un branco di incapaci." Ci guardiamo un po' scocciati per il contrattempo.

-Arrivederci, buon viaggio. In coro: -Grazie.

Il camion

Stiamo

per

espanderci,

fare

un

salto

di

qualit.

Ho

deciso di mettermi in societ con alcuni tipi di Napoli, anche loro clienti di Dan. E' come avere ottenuto una promozione. -D'ora in poi la roba arriver su un camion. Meglio essere schietto fin dall'inizio, per non ammettere repliche. I miei occhi dicono solo che non ci sar un secondo atto. Tata ascolta, come tutti gli altri del resto, perch la mia parola diventata legge. Business per il potere, o potere grazie al business, uguale. E' partito tutto da l e rilancio su quello.

Il camion fa la tratta una volta al mese carico di merce deperibile. Tutta la roba verr solamente chiusa gusci

sottovuoto, senza pi perdere tempo per creare

anticane. L'autista una conoscenza dei napoletani, un uomo di mezza et che ha voglia di guadagnare un po' di soldi extra esentasse: deve solo compiere al momento

opportuno qualche deviazione sulla tabella di marcia. In parecchi anni di lavoro non ha quasi mai subito

controlli di sorta alle frontiere. E' pulito, o almeno cos dicono, e il lavoro alla sua portata, sebbene un quintale e passa di roba non possa essere veramente

occultato dentro a delle borse buttate dietro a delle casse di patate. Legati in modo indissolubile al destino di altre persone, al loro modo d'agire, alla loro coscienza e abilit nel mantenere un certo livello di segretezza riguardo ai

nostri movimenti. Tutto come al solito. I ragazzi di Napoli hanno un giro superiore al nostro, erba soprattutto, ma anche coca e paste. I ragazzi di Napoli sono anonimi, perch spesso non

ricordo

i loro nomi. Ma quando li incontro saluto e mi

sforzo di sorridere. A fine febbraio deve arrivare il primo carico e

inizieremo a muoverci diversamente.Viaggi lampo in aereo carichi di soldi, di lunghe attese davanti al telefono, di corse in macchina a tutte le ore lungo l'autostrada e le statali di Bologna. Tata vede sbirri dappertutto, nervosa, paranoica. Pensa che il gioco sia diventato troppo pericoloso.

Teme per me, per noi, per tutto. Continua ad agire come sempre a dispetto dei suoi sentimenti. La vorrei

rinchiudere, escludere da questa gabbia di pazzi. Sar pi esigente con gli amici, ma nonostante gli sforzi per mantenere in vigore la regola niente soldi niente fumo, mi rendo conto che non umanamente possibile

gestire una tale quantit di roba pensando di venderla solo a chi ha il cash. Cos la merce continuer a

circolare come sempre a credito, o dietro pagamento di un piccolo acconto, che non tarder molto a diventare un anticipo sul saldo del un debito contratto che non al si giro pu

precedente,

innescando

meccanismo

interrompere, allo stesso tornare in pari con Dan.

modo in cui non potr mai

Le prime due o tre volte ci ritroviamo a dover scaricare i borsoni dal camion all'aperto, in un'area di servizio al margine dell'autostrada oppure in un piazzale lungo una statale; tutto viene fatto con poco preavviso,

avvalendoci dell'aiuto degli amici che ci precedono come staffetta, controllando che la strada fino a casa sia pulita. Dopo qualche mese troviamo un posto pi sicuro, il

parcheggio della pizzeria di un amico, Tony.

Non esistono pi momenti di libert n tanto meno feste tra amici, visto che anche i pomeriggi, le serate e le cene in compagnia si trasformano in fretta in riunioni d'affari, scambi di danaro davanti alla tv e accordi

suggellati tra una fumata e l'altra. E cos sia. Tutti colpevoli, tutti responsabili per la situazione che si venuta a creare. Complici e responsabili. "Hai

voluto giocare? Adesso paga." Risalir sempre da qualsiasi buco. Imprevisto. Caso. Non cerco delle verit, chi mai le comprerebbe? Alla

gente la verit non interessa. Spaccia e fa gossip. Ecco perch fa al caso mio. Vivr in questo pantano. Mi comporter da codardo perch sono convinto di non

esserlo. Solo per fare ingelosire lei, la prima cosa che le ho detto dopo essermela portata a letto : "io sono cos, e tale rimarr, non cercare di cambiarmi." Non lo pensavo, ad una cos dici " fai di me ci che vuoi". Ma sarebbe stato banale. Per mi piacerebbe sapere cosa mi avrebbe risposto, solo lei, perch non mai prevedibile anche se so sempre quello che fa.

Anche quando vomita. Cosa posso fare io. Chiederle se vuole un omeopata? Prenderla a schiaffoni? Fare la cosa pi banale, chiederle se non stata bene dopo avere sentito un sacco di sabbia scaricarsi dentro a quel cesso. Cos, a dispetto di ci che vuole, continuer ad essere gelosa di me. Non mi tradir. Anche perch preferisce fumare hashis.

Oggi

Vorrei incontrare i tuoi occhi allo specchio, alzarmi al mattino senza troppi rimorsi vorrei saperti sicuro e sereno per sempre sceso da uno stupido treno.

Proposte

-Mi vuoi sposare? E' una fredda mattina di febbraio del 2005, ci stiamo abbracciando sotto alle coperte. Il mio no un colpo tirato di riflesso, un gancio sinistro, ma se devo essere sincera non penso che parli seriamente: stiamo bene cos, perch cambiare o complicare le cose, per una stupida istituzione,

che per la donna ha sempre rappresentato solo il passaggio dalla patria potest del padre a quella del marito. Non mi piace sottoscrivere contratti. Ne va della poesia, perch sogno solo quella. Il Corvo di Edgar Allan Poe. Non c' quella buona ragione per formalizzare il nostro rapporto. Non so se sono stati gli amici a mettergli quell'idea in testa, non mi interessa, non mi passa per la mente che lui abbia bisogno di qualche conferma da me, di una prova del mio amore, perch di quelle mi sembra gi di avergliene date. Penso che lo faccia per farmi capire quanto ci tenga a me, e gliene sono grata, ma un po' di carezze e qualche momento di intimit mi basterebbero. Il resto non conta niente, o in pi, che importa. Non diventeremo pi inseparabili con un pezzo di carta dentro ad un cassetto ed una fede al dito. Non siamo abbastanza grandi; due naufraghi in barca che per non uccidersi si insultano, e non mai abbastanza solo perch vorrebbero per continuare ad amarsi. Perch credono entrambi di saper vivere ma hanno perso se stessi lungo la strada, due che per crescere mettono ogni giorno a rischio il loro futuro, serve coraggio. Thomas convinto di averlo costruito quel futuro, e in un certo a cui non

senso cos. Io resto, anche se questa non la vita che voglio per noi due, non per sempre almeno; confido ancora che lui prima o poi trovi i suoi perch, le motivazioni e la forza per sganciarsi e mollare tutto.

-Tata, tu lo vorresti un bambino? "Non una buona motivazione, penso dentro di me. Rimane fermo, davanti alla porta di ingresso con due sacchi pieni derba in mano. I mercanti sono sempre in viaggio. Sinestese, ricordi in celluloide. Non lo so. E' surreale. Vedo davanti agli occhi Franz, in camper con Tara incinta, mentre tornano dalla Spagna con un carico di hashis. Non voglio questo per noi due. La mia risposta scontata. Penso che da oggi ti far mettere anche il preservativo. So che tutti penseranno che dico no perch sono anoressica, e non voglio rovinare la mia quasi perfetta forma fisica. Io li lascer dire. E' un buon pretesto, che l'usino pure. I regaz scherzano spesso sul fatto che non esistono al mondo molte persone come il mio ragazzo, dicono che devo ritenermi fortunata per il fatto di averlo conquistato. Lui mi fedele, questo fuori discussione, ma a volte faccio molta fatica a sentire quellamore, cos digitale, perso dietro a una grande

quantit di nobili impegni. E un amore in tripla fila. "Siete solo un branco di tossici opportunisti se non vi accorgete di quanto lo amo!" Mi piacerebbe riuscire a urlare in faccia a tutti queste parole. Quando si scherza in gruppo a volte saltano fuori la storia del matrimonio o quella del bambino. Non facile affrontare certi discorsi senza spiegare che vorrei tanto che lui la piantasse di fare quel che ha sempre fatto, perch, tanto, da quell'orecchio nessuno ci sente; mi limito semplicemente a rispondere che non vorrei mettere a rischio me stessa e un figlio, sarei disposta anche a giurare che lo faccio perch non vorrei prendere neanche un chilo, senza spiegare che al figlio Thomas ci rinuncia per quella carriera.

Sogni , In fondo a una tazza di t sono annegati i miei sogni, abbandonati dentro al metr, ruzzolati in un fosso che io ho saltato. Rimangono una brocca vuota, frammenti di me, se guardo il passato. Uno squarcio nel petto dove girare il dito.

Per il mio compleanno voliamo alle Seychelles. Thomas gira pi di 40 ore di riprese e fa oltre 300 scatti. Trascorriamo i pomeriggi in riva all'oceano, all'ombra di un grazioso ombrellone intrecciato con foglie di palma, sdraiati su di un'amaca. Riempio il mio ombelico di sabbia e raccolgo rametti di corallo. Siamo in paradiso tra stelle marine e tartarughe giganti. Indosso un bikini verde a fiori e un cappello di paglia, mangio papaia, lui assaggia anche il pipistrello, specialit locale. I suoi occhiali

vengono inghiottiti da un'onda.

-Ti spendi troppo in sorrisi quando siamo soli... e la vita, dove la nascondi? -Noi ce la godiamo in fondo. Non pensarci adesso. E non pensarci mai. Perch non una buona giustificazione. Perch Perch Perch... Ecco, perch la vita non mai una vacanza. Anche quando vai in vacanza. Perch non a compartimenti stagni, perch come guardare un film che hai recitato e che non riguarderesti. Cos ti distrai col palmare in mano e i telefoni in riga sull'attenti sopra alla mensola vicino alla finestra. Tre cellulari, quattro o cinque sim. Non abituato ad arrotondare per difetto la sua vita.

Vedo

Osservo, medito, rilancio. Rido con loro e in faccia a loro perch sto con lei. -Questa l'Elisa. Continua a rullare il suo spinello di Sherazade che si fumer tutto in personal. Intanto carico il cilum. Rsta sdraiata sul letto a pancia in su e assapora il suo destino. Se non la riesco a toccare con un respiro sera andiamo a cena Da Michele con Mino e

impazzir.. Si alza di scatto, prende qualche oliva da dentro il frigo bar e si avvicina a me solo dopo avere sputato i noccioli nel posacenere. Due braccia che mi cingono da dietro. Il suo respiro sul collo. Mi ha sfiorato prima lei. Puttana. Vestita di leopardo con la schiena scoperta fino al culo, scollatura all'americana. Una sottoveste da

dieci euro comprata in profumeria. E i suoi sandali da frate. Uscir cos. Ecco come si piace. Vuole essere

fresca e pulita e potrei averla incontrata su un viale di Bologna. O dentro ad una sala prove.

"Cosa?" "Lei non un'artista. Non imparer mai a suonare quel basso." Un giudizio secco, da quello che la dorrebbe

amare di pi. Perch mai non le avrei dovuto dire che per Cris lei solo una puttana. Pretesto, colgo e rilancio. Puttana, che non se ne va neanche se perdo tutto il carico. Testarda e bastarda. Ho chiuso una zingara dentro ad una roulotte e le ho tolto la sfera di cristallo. Vedo.

Lavoro con Ale

Devo uscirne. Mi sono trovata un lavoro al chiosco, sul fiume. Per dimostrargli che valgo qualcosa, anche se sembra che gli abbia fatto un dispetto. Vuole che lavori con lui ma non mi coinvolge. Fottiti. Rifottiti. Ti odio. -Tutto il giorno fuori per millecento euro al mese, sei una stupida. Faresti meglio ad aiutare me! Non rispondo, "s sono una fottutissima stupida, perch sto con te". Non ho voglia di discutere. Lui si sta allontanando e io sono stanca di fare avanti e indietro con delle valigie piene di ganja in macchina. Saluto tutti e esco. Perdo tempo. Chiacchiere dentro e fuori dal chiosco. La gente importuna una sconosciuta solo perch fa la barista. E tu non puoi rispondere "cazzo vuoi". -Ciao ragazzi cosa prendete? -Due birre medie. -Ok, arrivo subito. Sorridere il pi possibile per parlar il minimo indispensabile. Nascondere se stessi dietro la calda e rassicurante apparenza di un sorriso. Sforzato, sballato, incondizionato, da clown. Ma io sono un pierrot, e mi terr tutte le mie lacrime. Salate e grigie come quelle

di chi si dissetato da una una pozzanghera. Come chi mangia un gelato di fango. Come chi non cagher mai margherite. In pausa dietro la cucina del chiosco con Ale a fumare: -Senti, ma tu, uno tranquillo, tigelle e vino, no eh? Tata, perch sei cos complicata... Che dici, c' ancora un po' d'erba? Cretina io che l'ho fatto pure fumare. Ora non ho pi scampo. Mi farei scopare piuttosto che andar da Tom a chiedergli dell'erba. -Devo vedere...dimmi quanta e poi chiedo. Tutte complicazioni, l'amore, il business, la famiglia, gli amici, la vita: tutte intrecciate insieme. All'equilibrista caduto l'ombrellino, e soffre pure di vertigini. Sfiga. Guardo in basso e non vedo alcuna rete. Stretta alla gola. Soffoco.

Le ciliegie

Ho aperto la partita iva per avviare un'azienda agricola biologica. Piantiamo alberi da frutto e piante di pomodori. Vorrei mettere in produzione il boschetto di amarene che accanto a casa. Le ciliegie rappresentano simbolicamente il frutto perfetto, quello dell'amore. Si raccolgono a coppia e sono a forma di cuore. Sono delicate, durano lo spazio di un mese. Forse Eva nel Paradiso Terrestre ha ceduto ad una ciliegia. O a una coppia, o a una doppia coppia. Cos a finito per mangiarsi l'albero. E avrebbe venduto Adamo per averne ancora. Puttana troia. Le mele ci sono tutto l'anno e sono buone per ingrassare i maiali, non sono un frutto molto poetico. Pectina. Gelificante. Per sono diventate simbolo della curiosit femminile e della conoscenza proibita. A causa di una mela le donne sono da sempre ritenute inferiori all'uomo e sono state tenute lontane dai libri. Per colpa di una mela rossa avvelenata si addormenta anche

Biancaneve. Rossa, forse c' un perch.

La mia tesi di laurea procede. Lavoro chiusa in archivio dalla mattina fino a tardo pomeriggio. 8.45-18.00. Pausa cioccolata in tazza verso l'una e trenta. Zuccheri per il cervello. Da cinque mesi va cos. La mia tesi di laurea ha come argomento le ciliegie: banale, disorganica, un polpettone; ma a me piace perch ci sto mettendo l'anima.

Valerio Marchetti insegna Storia Culturale all'universit. Conosce almeno sei lingue, ebreo, una persona piena di risorse. A lezione parla dei rituali di accoppiamento presso diversi popoli. Stupri. Imene. La storia dell'imene nella societ attraverso i secoli. Infibulazione. Il piacere, il sesso, l'amore. Che per lui non c', o forse si. Non gli ho mai fatto questa domanda in classe. Gliene ho posta un'altra, stupida, che non ricordo. Ed era infastidito. Come chi gli domanda quale il senso ontologico di un preservativo. Risposta: esiste perch c' chi non sa amare ma deve accoppiarsi lo stesso. Ci spiega come la verginit sia passata da disvalore a valore, dopo l'avvento del cristianesimo.

Ci legge Lucrezio:

"Cos dunque chi riceve la ferita dai dardi di Venere, siano essi scagliati dalle femminee membra di un fanciullo, o da donna che irradi amore da tutto il corpo, si protende verso la creatura da cui ferito e arde di congiungersi a lei, di versare in quel corpo l'umore del proprio corpo. Infatti la tacita brama presagisce il piacere. ... ... ... ... Ma convien che tali fantasmi si fuggano, che si ricusi ogni alimento di amore, ad altro il pensiero si volga, e il seme raccolto si eiaculi in casuali amplessi, n lo si serbi, una volta filtrato, a un amore esclusivo, futura pena a se stessi e sicuro travaglio. ... ... ... ... Non perde il frutto di Venere chi evita amore, ne deliba piuttosto le gioie e ne schiva gli affanni. La volutt pi limpida ai savi che ai miseri dissennati. Infatti proprio nel momento del pieno possesso, fluttua in incerti ondeggiamenti l'ardore degli amanti che non sanno di cosa prima godere con gli occhi e con le mani. Premono stretta la creatura che desiderano, infliggono dolore al suo corpo, e spesso le mordono a sangue le tenere labbra, la inchiodano coi baci, poich il piacere non puro, e vi sono oscuri impulsi che spingono a straziare l'oggetto,

qualunque sia, da cui sorgono i germi di quella furia. ... ... ... ... In ci la speranza, che dalla forma corporea medesima, fonte del nostro ardore, possa anche essere estinta la fiamma. Ma che ci avvenga la natura nega recisa; amore l'unica cosa nella quale pi grande il possesso, pi il cuore arde d'un desiderio feroce."

Tutto per spiegarci che non esiste l'anima gemella, la persona ideale. Perch il corpo si piega solo all'istinto dei sensi, e ci che chiamiamo amore solo retaggio della nostra ferinit, governato dalle leggi della chimica. Io prendevo due e mezzo in chimica. Da ci ne consegue che sto con uno spacciatore e posso tranquillamente identificare in lui il mio principe azzurro. Anima gemella.

Questione di minuti

Thomas vola ad Amsterdam imbottito di soldi fin dentro alle mutande, e una settimana dopo il suo ritorno vi torna con Recchia per organizzare la spedizione e controllare la merce. Gli propongono l'ice-o-lator ed amore a prima vista. Pura resina cristallizzata attraverso un processo di congelamento e

ricompattata per mezzo del gas butano. Fa, pi e meglio di qualsiasi altro fumo. Un tiro, guardi chi hai accanto e sai che non glielo passeresti. Non puoi farti tutto il giorno di quello. Non fumo.

Cinque di mattina. Alzo bandiera bianca e saluto la combriccola ormai in dormi veglia con un paio di cilum spenti in mano. Accarezzo Blanca, salgo le scale e mi spoglio. Coperta dal piumone. Mi risveglio sola, mi butto qualcosa addosso e scendo. Dormono ancora tutti e quattro a sedere, collassati con quei cilum carichi da accendere, e le loro teste poggiate una in avanti, una indietro, una di lato ed una sulla spalla del vicino. Mi avvicino a Thomas dandogli un leggero bacio sulla fronte per farlo rinvenire, mentre gli prendo la pipa dalle mani per impedire

che faccia qualche danno. Si svegliano tutti. Caff e cilum. Io fumerei prima un joint. Di Sherazade, in personal. Preparo la moca solo perch in cucina me lo fumer tutto da sola, il mio joint. Loro sono autonomi, liberi o meno di passarmi quei cilum. Buongiorno. Sulle 11 il benedetto telefono squilla, Thomas risponde; la

conversazione dura una manciata di secondi, poche parole: -Tutto bene, ...in mezz'ora son l. I ragazzi scattano, preparandosi a razzo, salgono in auto e partono diretti alla pizzeria di Tony. Cado in un profondo stato di ansia, da cui riemergo non appena vedo una macchina parcheggiare lungo il vialetto di casa. Ma questa volta diverso. Lui non c'. Recchia e Sergo mi dicono di spegnere tutti i telefoni e staccare le batterie. Mentre io continuo a chiedere, come un disco rotto, dov' lui. Qualcosa andato storto. E non un incubo. E' il miglior mondo possibile.

-Arrivati al parcheggio della pizzeria il camion c'era gi, e anche gli sbirri. Abbiamo parcheggiato e siamo entrati, fingendo di esser l per mangiare. Tony stato prelevato, dagli sbirri, insieme al

corriere. Thomas ha preferito fermarsi un altro po' con Mino, per capire cosa sta succedendo.

Cerco di tirare il fiato, ma ho come della sabbia in gola. Finalmente dopo un po' arrivano. Mi guarda in faccia distrattamente, sconvolto, continua a passarsi una mano sulla testa come per aiutarsi a pensare.

-Dovete tutti andarvene a casa e stare tranquilli, a mangiarvi le unghie. Spargere la voce che non arriver niente. Guai a chi si fa vedere qui.

Silenzio.

-Se fossimo arrivati qualche minuto prima saremmo stati tutti beccati. Si sedie sul divano ad impastare un cilum. Da quel che ho capito dalla moglie di Tony l'autista stato beccato mentre sniffava, con un etto di coca sul cruscotto, cos il camion stato perquisito.

Trascorro i giorni successivi in preda al terrore che arrivi la polizia

per arrestarlo, ma non viene nessuno. Sembra che abbia ragione, ancora una volta. -Paghiamo profumatamente il corriere per fare il suo lavoro e starsene zitto. Qualcuno provveder anche a lui. Presto ogni cosa viene sistemata, perch con i soldi facile far andare tutto per il verso giusto, convincersi di avere ancora la situazione sotto controllo e ricominciare da capo come prima, ancora pi convinti, sempre a testa bassa. Un nuovo carico arriva a destinazione e poi altri ancora, sempre consistenti, sempre puntuali. Viene superata ogni incertezza da parte di tutti, tranne me. Ho perso il controllo della mia vita, non ho la forza di tagliare i ponti.

Loro

Sciroppo di amarene (per 2,5 Kg. Circa). Le amarene vanno de-nocciolate


e spremute raccogliendo il sugo con un passaverdura. La polpa va lasciata riposare in un luogo fresco per 2-3 ore, quindi la si passa filtra attraverso un setaccio molto fine: il succo che si ottiene deve essere limpido e va fatto riposate 24 ore in un luogo fresco. Al liquido vanno aggiunti mentre riposa venti noccioli tritati e la scorza di un limone. Si bolle il tutto per qualche minuto e si ripassa al setaccio. Si aggiunge il succo di un limone colato e 1,5 Kg. Di zucchero,

facendo bollire per 15 minuti mescolando fino a completo scioglimento. Si lascia raffreddare, si imbottiglia e si tappa. Si conserva in un luogo buio al fresco. Prima dell'uso va messo in freezer per dargli una consistenza mielosa.

La ricetta di mio padre, lo imbottiglio per gli amici, sperando che apprezzino. Ormai non mi rimasto molto altro da fare. Da quando lavoro al chiosco hanno deciso di tagliarmi fuori dai giri. Hanno spostato il campo base in centro a Bologna, mi sento divisa tra una vita di studio e ci che fino a poco fa facevamo insieme. Quando piombo in appartamento ho la sensazione di non fare parte del gruppo. Dopo avere rifiutato una proposta di matrimonio sono

diventata un'altra, agli occhi di tutti. Ho fatto il primo passo oltre la soglia.

Oggi abbiamo litigato. Per l'ennesima volta mi sono fatta dire che devo crescere e imparare a vivere. Non lo sopporto. Sono tornata a casa dai miei. Aprile sar lungo, ho trovato un altro lavoro come cameriera in una pizzeria, di pomeriggio esco con alcuni amici. Mi mancano un paio di capitoli per finire la tesi. Thomas telefona spesso, vorrei tornare a casa. Sto aspettando che me lo chieda.

Mi ha scritto una lettera, sorrido di nuovo.

Cara Tata,

sai che non scrivo mai lettere, e neanche biglietti di auguri. Perci cerca di essere comprensiva. Qui tutto come al solito, mancate solo tu e Blanca. I

ragazzi chiedono, vogliono sapere cosa sta succedendo, e io gli ho detto che si sistemer tutto. Perch ci credo. So di avere esagerato, non sono i piatti da lavare, il letto disfatto o il salotto in disordine a fare la

differenza tra una coppia felice e una in difficolt. Probabilmente ho sottovalutato il tuo impegno con

l'universit. La ragione non sta da una parte sola. Non star a raccontarti che questa lontananza ci render pi forti o pi uniti, perch non lo penso. Dovremmo solo cercare di condividere al meglio quel che abbiamo. Spero che appena te la sentirai tornerai da me. Io e Pongo ti stiamo aspettando. Thomas

Perch

La vita corre come sempre; mi sento abbastanza in forma, ho recuperato un paio di chili e mi sforzo di essere felice. E' bastata una lettera a farmi raccattare Blanca e tornare da lui. Thomas ha abbandonato i suoi propositi di avere un figlio e, della faccenda, non si parla pi.

Maggio 2006. Io Mino partiamo per il solito giro porta soldi e prendi accordi ritrovandoci soli per qualche giorno. E' la prima volta che qualcuno del gruppo mi pone domande sulla mia vita prima di conoscere Thomas, ma non me ne preoccupo.

Credo che abbia gi ascoltato questa storia da qualcun altro, sembra incuriosito dall'ambiente in cui sono cresciuta, dai ragazzi della Tana, tutto qui. E forse mi prodigo troppo nei particolari, ma non posso dirlo con certezza. La sera stessa, davanti a un t caldo e ad alcuni amici olandesi, mi sento senza indugio dare della puttana. -Sei una puttana. Cosa?! No dico cosa!? Scusa ripeti quello che hai detto Pronuncio poche frasi tutte strozzate ma almeno il fiato esce dalla gola. Mi guardano e ridono tutti, i deficienti. Non ricevo alcuna spiegazione, zitti e ridono. Sorridendo di una smorfia beffarda. Giro il culo e torno in camera. Calcio violentemente le scarpe lontano, il cuore mi batte nelle tempie e dentro alle orecchie. Ripercorro incredula una, dieci, Cosa gli

cento volte gli avvenimenti di quell'ultima mezz'ora.

saltato in testa? A cosa si riferiscono? Al matrimonio, alla faccenda del figlio, a Cris? Afferro il cellulare e chiamo Thomas. Vengo liquidata in quattro minuti, non ha voglia di parlarne al telefono. Cazzo non ti sto parlando di chili ora non mi liquidi sei un bastardo. E io incazzata negra.

-E' stato tutto un tuo viaggio. Un equivoco.

Fine della discussione.

-Non ho equivocato un cazzo. Non spaccher questo telefono a terra. Respira. Ne verr fuori. Silenzio e riflessione. Sguardi fissi e inquisitori. "Pensi di

intimorirmi? Senza spiegarmi perch?!, ma va'" Al mio ritorno a casa scoppia l'inferno. Decido di prendere da parte amico per amico per chiedergli se ci sono dei problemi con me con me, ma la cosa si rivela infattibile, i tossici si spalleggiano a vicenda. Ho l'impressione che mi parlino tutti alle spalle, che mi passino il cilum facendomi il dito medio. Rapire Thomas dai suoi impegni di lavoro per una chiacchierata seria si rivela un'impresa irrealizzabile, c' sempre qualcuno tra i piedi. Continua ad insistere sul fatto che io ho amplificato l'accaduto, si fida ciecamente di loro. Sono fuori di testa. Nessuna delle parole che dico riesce a toccarlo, niente tra loro sarebbe cambiato. Ha scelto, ora lo so, ed frustrante.

Pi fai soldi e pi ne faresti: entrato in questo meccanismo poco o

niente pu distoglierti dal tuo proposito. Ed io sono diventata niente. Mi adeguo, facendo buon viso per alcuni mesi, reggo fino a settembre 2007 in un ambiente che mi diventato palesemente ostile. Rimango sempre in casa da sola. A vomitare nel cesso quello che non riesco a dire a lui. Sacchi neri pieni del mio personale rusco a pezzettoni. Non c' pi posto per me, l. Il tempo condiviso sempre meno, si riduce a quello spazio che c' tra due persone che dividono da troppo tempo lo stesso letto. E per questo non si amano pi, non si confidano pi niente, reggono il lume agli amici perch han scelto di usare loro come bestione. Inutile, continuare ma non ancora abbastanza per smettere. Sospesa e divisa, scissa tra il desiderio di spaccare a tutti la faccia e quello di entrare nel loro cervello per sapere la verit.

Quel cd

Passo molto tempo nell'orto, dopotutto pi rilassante che stare in casa quando c' gente. Arriva una macchina, sono Stefano e Lieta. Lei pi magra di me. Stefano uno dei pochi che forse mi conosce da prima, da quando

bazzicavo La Tana. E' un tecnico del suono. -Ciao, arrivo subito. Mi tolgo i guanti e percorro rapida il dislivello che mi separa da casa. Hanno portato un regalo, un cd demo. Anche se a Thomas quel genere di musica fa schifo, lui ascolta solo reggae. Non capisco bene chi lo ha inciso, ma mi ricorda tempi lontani, come se parlasse di me. Inizio ad ascoltarlo sempre pi spesso, insieme a Sergio Cammariere. Il fumo ovatta le sensazioni sgradevoli che provo, mitiga il dolore per la distanza che si venuta a creare tra me, Thomas e tutti gli altri. Si sono ridotti tutti ad un mucchio di ragazzi che non mi capiscono, e che non hanno pi voglia di provarci. Non ci si riesce pi a parlare, e io mi allontano. Nemmeno la Ste riesce a capire. Certi regali la gente dovrebbe ficcarseli in culo. Non so cosa ci guadagner ma decido di fare una scappata dai miei.

Sono quasi certa che il destino ci giochi contro. Non pu essere stato il caso a farlo passeggiare lungo il marciapiede che costeggia il campetto dove mi sono fermata a fumare. E' sorridente, amichevole, accomodante come sempre. E sembra sapere che ho qualcosa da dirgli, o meglio da chiedergli.

Forse sono qui apposta per chiarire quel mio vecchio dubbio, per togliermi una spina dalla gola. O forse per ascoltare delle altre menzogne, che importa ormai, sono pronta a tutto per ottenere una risposta qualunque. Voglio soltanto una giustificazione per terminare ci che ho iniziato, per mollare tutto. Ci sediamo su di un tavolone del parco; Cris mi guarda, sorridendo come fanno i gatti. Non lo amo pi, ed tutto pi semplice: parlargli, mentirgli, farmi mentire a mia volta, senza soffrire pi, per lo meno per lui. Arrivo al sodo della questione senza troppi preamboli, ho bisogno di sapere una cosa che solo lui e pochi altri possono chiarirmi, una vecchia faccenda di cui potrei discutere anche con Franz, ma non del caso. Perch dopo tanto tempo passato insieme, sapendo che io ero innamorata di lui, mi aveva descritto a Thomas come una puttana?

-E' vero che hai detto a Thomas che io sono una tipa poco seria, che mi sono comportata come una puttana?

E' una domanda legittima, seppure un tantino fuori tempo massimo, quindi mi affretto a chiarire che solo adesso, visto che i miei

sentimenti verso di lui sono cambiati, ho il coraggio di pretendere chiarimenti, senza paura di farmi spezzare il cuore.

-Sono proprio curiosa di sapere, se davvero secondo te mi sono comportata come una grandissima troia.

La sua risposta vola leggera come un piumino. Quante volte ho preso in considerazione l'ipotesi che neghi tutto. E' proprio da lui, cercare di uscirne completamente pulito, anzi di guadagnarci qualcosa, la mia amicizia, una canna, magari una scopata. Odio il mio passato. Che in fondo mi concede un espediente per mollare tutto, ... che sia una balla o no ormai non importa. Le cose si sono spinte troppo oltre, ed io devo comunque svoltare. Le menzogne si confondono con la verit, e l'unica cosa che per anni mi ha tenuto incollata a Thomas, la certezza del nostro amore, crolla in un attimo nell'istante in cui ricevo una pallida conferma del fatto che tutto sarebbe potuto essere nato da una bugia, una menzogna infame e gratuita. Proprio da parte sua che si sempre professato totalmente sincero nei miei confronti. Perch, se cos non , se lui quella notte di marzo 2001 mi ha detto il vero, come mai ora, dopo cinque anni di convivenza, e di assoluta ed incondizionata fedelt da parte mia,

non mi difende dagli attacchi gratuiti dei suoi amici? Davvero la nostra relazione scaduta ad un punto tale da passare in secondo piano rispetto ai suoi interessi, ai soldi che quella gente gli porta? Eppure sa che non potrei sopportarlo. Guardo Cris che continua a sorridere con aria innocente. E' tutto sbagliato, la sua risposta mi ferisce, come un coltello alla gola. Lo saluto, mi faccio baciare e me ne torno a casa, dicendogli che probabilmente sarei tornata presto, per restare. Faccio appena in tempo a girarmi e salire in macchina. Eccolo che arriva. Scoppio irrimediabilmente in singhiozzi.

Realt

7 novembre 2007 Colpevole. La regina di picche beve da una tazza incrinata. Dovrei rifiutarti ma non sono nata per perderti.

Con gli occhi chiusi

Inizio a strisciare, per dare a tutti ci che vogliono, una puttana. Almeno avranno un valido motivo per chiamarmi cos. La tristezza mi si ancora addosso come una zecca ad un cane. I ragazzi in cucina stanno accendendo un cilum, ma non mi invitano a fumare con loro. Resto sul divano con gli occhi chiusi, a riflettere sul da farsi impegnandomi a fondo per non piangere. Pi ci penso, pi un profondo risentimento cresce, nei confronti delle persone nell'altra stanza. Salgo al piano di sopra per iniziare

ad ammucchiare le mie cose. Nonostante la fattanza generale Thomas ha intuito qualcosa. Ho risposto ad ogni sua domanda usando solo tre monosillabi: no si boh.

Alle 23.15 Orecchia parcheggia nel vialetto, anche stasera non parleremo. Non esiste davvero pi un briciolo di intimit in questa casa, e certo a lui non interessa pi averla. L'epilogo scontato. Mi chiudo in camera a preparare disordinatamente le valigie, le note di So far away from me mi pulsano dentro i timpani. Fa capolino in cima alle scale. Una leggera sfumatura di preoccupazione rabbuia il suo volto, mentre mi chiede con aria interrogativa cosa stia facendo.

-Dovresti sapere che delle puttane non ti puoi fidare, perch quello che sono, non te lo avevano gi detto qualche anno fa quelli della Tana??!! Non cos che mi ha definito Cris?

Non devo piangere, mi sforzo di rimanere calma. Meglio cagare banalit. Fa scivolare il corpo contro lo stipite della porta.

Non sopporto quel silenzio, la sua svogliatezza mi irrita ancora di pi. Non combatte nemmeno. Sospira e mi chiede ancora una volta cosa successo dai miei, chi ho incontrato, che droga ho assunto.

-Il punto che non fumo da alcune ore e non ne ho neppure voglia... Per quanto riguarda le droghe e quel che ho fatto dai miei, ormai non sono affari tuoi. Ma perch cazzo non rispondi

semplicemente alla mia domanda?

Mi spazzo la faccia sulla manica della felpa.

-Davvero pensi che qualcuno dei nostri cosiddetti amici possa darmi della troia senza scatenare la bench minima reazione? -Senti Tata, meglio dormirci sopra, ne riparliamo domani. Io mi sistemo sul divano. Tutta quella reticenza mi appare solamente una prova della sua colpevolezza. -Sei un bugiardo!

Ma che ragione pu avere spinto una persona che allora malapena mi conosce a mentirmi sapendo di provocarmi una terribile

sofferenza? Non trovo una risposta plausibile alla mia domanda. Mi viene in mente quello che mi ha detto subito dopo: lo faccio solo per proteggerti. Ma da cosa, dannazione, aveva intenzione di proteggermi? Da una persona pi grande di me che probabilmente mi usava solo per il sesso ben sapendo che io lo adoravo, da un giro di gente losca che consumava droghe e che forse era controllato dalla polizia. Per cosa poi, se non per farmi entrare in un giro ancora pi grande e per mettere ancora pi a repentaglio la mia sicurezza. Non ha senso. Non mi fido pi di nessuno, tanto meno del mio intuito che pi di una volta mi ha tratto in inganno e che anche ora non sembra in grado di distinguere tra menzogna e verit. Perduto, tutto perduto. Finito. Trascorro la notte a piangere tra gli album di foto ricordo

accasciata contro la parete verde dello studio.

-Come stai? Che domanda del cazzo. Anche lui galleggia sulla merda delle banalit. Non rispondo.

-Lo sai che se te ne vai questa volta per sempre, se esci da quella porta non potrai pi tornare indietro!

Lo guardo. Non ho nessuna intenzione di tornare. E' tardi per dire qualunque cosa. Raccoglie le sue cose ed esce. Se ne va a riscuotere soldi in giro. Il business non aspetta. Gli affari hanno la precedenza. "Muori!!!, o continua a vivere per quel tuo cazzo di business!" Penso solo che non mi riavr, mai pi. Rabbia soffocata, sono davvero padrona di me, " esci che cos spacco tutto" Gli giro le spalle e guardo Blanca che, ignara di tutto, sonnecchia beata nella sua cuccia. L'auto si allontana sgommando nervosamente lungo il vialetto. Mi preparo uno spinello per riflettere su ci che sto per disfare. Impreco, aspettando che i singhiozzi mi ostruiscano la gola. Mi lancio sui souvenir disposti sulle mensole del salotto. Vanno in frantumi uno a uno. Blanca assiste immobile senza capire, non ha il coraggio di allontanarsi. Pongo da fuori non si accorge di niente. Ora tocca anche a lei, alla grande scultura in ebano comprata ad un mercatino in Calabria. Un uomo dall'aspetto fiero in piedi con una

donna inginocchiata ai suoi piedi intenta a succhiargli l'uccello. -Io ti odio! La scaravento con violenza sul al pavimento. Raccolgo i pezzi e li rilancio una, due, tre volte. Chiudo la porta e parto per un viaggio di sola andata col mio cane. Esiste una persona sbagliata da amare? Secondo il prof. di Storia Culturale no. Abbiamo condiviso successi e insuccessi, ma non so ancora esattamente cosa lui debba a me. Prima di lasciarlo non ho avuto il coraggio di chiederglielo. Non ho avuto il coraggio di dirgli niente. Forse la vita fatta di conti in tasca, ed io non ho fatto bene i miei. Non doveva andare cos.

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