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boschi dell'ambiente mediterraneo

boschi dell'ambiente planiziario e siepi campestri

boschi dell'ambiente fluviale

boschi dell'ambiente collinare

boschi dell'ambiente montano

boschi dell'ambiente alpino


  
» BOSCHI DELL'AMBIENTE ALPINO
» Sulle Alpi le foreste di conifere, ad altitudine
all'incirca tra i 1400 e i 2000-2300 m,
costituiscono l'ultima fascia forestale, oltre
questa le condizioni climatiche non
consentono la crescita degli alberi, che così
lasciano il posto agli arbusti (Pino mugo) e
alle praterie di alta montagna.
L'Abete rosso è la conifera più diffusa, ma
importanti sono anche il Larice e il
Pino silvestre. La specie che raggiunge le
quote più elevate è il Pino cembro.
La foresta alpina di conifere è ancora il più
intatto tra gli ambienti forestali italiani, pur
tuttavia per salvaguardarne l'integrità
naturale è stato necessario tutelare molte
zone con l'istituzione di parchi naturali (il
Gran Paradiso, lo Stelvio, le Dolomiti sono i
più noti). In queste zone protette e' ancora
possibile ammirare esemplari della fauna rari
e in via di estinzione come l'orso, lo
stambecco, l'aquila reale.
ABETE ROSSO (Picea excelsa) -
Pinacee
Il nome del genere deriva dal latino
"pix", (=pece, resina). Il nome di "Abete
rosso" fa riferimento al colore della
corteccia.
L'Abete rosso è una conifera
sempreverde di prima grandezza, che
può arrivare a 50 m di altezza e 2 m di
diametro del tronco con longevità anche
di 4-500 anni.
E' una specie che predilige climi
continentali, diffusa sulle Alpi, sui
Balcani e nell'Europa centro
settentrionale.
E' la conifera che ha la più grande
importanza forestale in Italia e in
Europa. Il legno è molto richiesto per i
suoi molteplici usi, in particolare è
impiegato in falegnameria. E' coltivato
anche come pianta ornamentale e come
albero di Natale.
I coni dell'Abete rosso sono penduli di colore rosso bruno
e allungati (10-20 cm)
Le foglie aghiformi dell'Abete rosso, lunghe circa 2 cm, di
colore verde scuro, sono disposte a spirale sui rametti
L'Abete rosso, ha tronco diritto e portamento eretto con
chioma slanciata, piramidale.
LARICE (Larix decidua) - Pinacee
Il nome ha conservato l'origine latina.
Il Larice è una conifera a foglie caduche di prima
grandezza (fino a 40 m di altezza), di rapido
accrescimento e molto longevo.
E' originario dell'Europa Centrale e delle Alpi,
dove arriva sino al limite superiore della
vegetazione arborea (in genere sopra i 1000 m.)
Trova le migliori condizioni di vegetazione nelle
stazioni ben illuminate, con terreno fresco e
sciolto e clima asciutto e continentale.
Il legno del Larice è di ottima qualità di grande
durevolezza e bell‘ aspetto. É molto ricercato
per costruzioni edili, navali e in falegnameria.
LE FOGLIE AD AGO SONO TENERE DI COLORE
VERDE CHIARO E CADONO IN INVERNO
I coni si trovano tutt’ intorno al rametto. Sono ovali con
grosse squame e rimangono sull’ albero per diversi anni
dopo che il seme è caduto
Il Larice ha corteccia bruno-rossastra,
molto spessa e profondamente solcata.
Il Larice ha tronco dritto e slanciato con chioma leggera e piramidale.
PINO SILVESTRE (Pinus sylvestris) -
Pinacee
Il nome della specie, che ha mantenuto
l'origine latina, significa selvatico, del
bosco.
E' un albero che può raggiungere i 35-40
m di altezza e 1 m di diametro del tronco.
Specie tipicamente continentale, ha una
diffusione amplissima,che va dalla Spagna
alla Siberia. In Italia è spontanea sulle
alpi, dove forma boschi assieme ad altre
specie, come l’ abete bianco, l’ abete
rosso, il faggio. Si adatta a vivere su tutti i
terreni.
Il legno è resistente pur essendo morbido
e facile da lavorare. Si impiega per lavori
di falegnameria, travature e come pasta
per cellulosa nell'industria cartaria. .
Gli aghi del pino silvestre sono appaiati,lunghi 5-7 cm.
I coni del pinp silvestre sono arrotondati e pendenti, hanno
squame legnose
La corteccia del Pino silvestre è a placche rosso brune nella parte
inferiore del fusto, squamosa e colore rosso arancio in alto.
Il Pino silvestre ha chioma piramidale e fusto diritto.
PINO CEMBRO (Pinus cembra) - Pinacee
Il nome della specie ha conservato l'origine
latina; altro nome comune del P. cembro è
"Cirmolo".
E' un albero di terza grandezza, (fino a 20 m di
altezza e 1 m di diametro), molto longevo e di
lenta crescita.
Specie tipicamente continentale, estende il suo
areale sulle Alpi e sui Carpazi dove riesce a
raggiungere le quote più elevate (2500 m). Nel
suo ambiente produce un apparato radicale
molto sviluppato che si spinge nelle fessure
delle rocce ancorando saldamente la pianta al
suolo.
Il legno, omogeneo e tenero, è ricercato, oltre
che in falegnameria, per lavori di artigianato
(oggetti scolpiti e intagliati).
I semi, commestibili, costituiscono cibo per
scoiattoli ed uccelli.
• Il Pino
cembro ha
chioma
densa,
piramidale e
ovato-
arrotondata
• Le foglie del
Pino cembro,
aghiformi, riunite
in fascetti di 5,
sono lunghe 5-9
cm, verde scuro
nella parte
superiore, verde
glauco
inferiormente
La  Il Pino cembro
corteccia  vive alle quote
estreme della
del Pino 
vegetazione
cembro è  arborea
rugosa e  formando
fessurata in  boschi puri
placche  (cirmeti) o
grigie  misti con altre
all'esterno,  conifere
dell'ambiente
rosso-brune 
alpino: Larice,
internament Abete rosso e
e. Pino mugo
PINO MUGO (Pinus montana) - Pinacee
Il nome latino della specie allude
all'ambiente di alta montagna proprio di
questo pino.
E' diffuso sulle montagne europee (Alpi,
Appennini, Carpazi, Balcani, Pirenei) dove
vegeta alle quote più elevate.
Comprende varie sottospecie o varietà.
Generalmente a portamento prostrato,
cespuglioso (è il più piccolo dei pini
europei), solo in alcune varietà a
portamento eretto può raggiungere i 20 m
di altezza.
Il legno tenero, elastico e facilmente
lavorabile non è generalmente utilizzabile
date le modeste dimensioni raggiunte e
quindi non ha grande valore commerciale.
Dai rametti si ottiene un olio essenziale:
l'olio di mugo.
• Il Pino mugo ha 
portamento 
molto variabile, 
da prostrato a 
cespuglioso ad 
eretto a seconda 
delle varietà e 
delle condizioni 
ambientali.
• Le foglie del
Pino mugo,
aghiformi,
sono riunite a
2, talvolta 3,
lunghe 3-8
cm, di colore
verde scuro.
La
corteccia
del Pino
mugo è
grigio-
nerastra a
squame
piccole.
Alberi dei boschi montani
ABETE BIANCO (Abies alba) -
Pinacee
Il nome deriva dal latino "abire",
andarsene, nel senso di
allontanamento dal terreno in
riferimento alla grande altezza che
può raggiungere.
L'Abete bianco è un albero
sempreverde di prima grandezza che
può raggiungere i 50 m di altezza e 3
m di diametro del tronco.
Ha un areale centro Europeo, molto
frazionato. In Italia è presente sulle
Alpi e, molto meno, sugli Appennini
(dove la sua presenza è stata molto
ridotta per mano dell'uomo).
Il legno è simile e ha lo stesso
impiego di quello dell'Abete rosso: se
ne ricavano tavole, casse, sculture e
pasta da cellulosa. Dalle foglie si
ricava l'essenza di trementina usata in
medicina e veterinaria.
• L'Abete 
bianco, ha 
tronco 
diritto e 
portamento 
eretto con 
chioma 
slanciata, 
piramidale.
Gli strobili
dell'Abete
bianco, a
maturità,
non cadono
interi, ma si
desquamano
lasciando i
rachidi sul
ramo.
• L'Abete 
bianco ha 
corteccia di 
colore grigio 
scuro liscia 
da giovane 
che diventa 
poi fessurata 
e resinosa 
con il tempo.
• L'Abete bianco si 
trova 
generalmente 
consociato al 
Faggio con il 
quale ha in 
comune esigenze 
di clima oceanico 
e di terreno fresco 
e profondo, ma 
spesso, sulle Alpi, 
è presente anche 
nei boschi di 
Abete rosso.
PINO NERO (Pinus nigra) - Pinacee
Il nome della specie allude al colore scuro della
chioma.
Sotto il nome di Pino nero si comprendono varie
sottospecie distribuite intorno al Mediterraneo. In
Italia se ne riconoscono almeno tre, che
presentano caratteristiche poco diverse: il Pino
nero Austriaco, spontaneo nelle Alpi orientali in
Carnia, il Pino nero di Villetta Barrea presente in
Abruzzo, e il Pino nero Laricio della Sila e
dell'Aspromonte in Calabria.
Alberi di diversa grandezza, (40 m il Laricio, 25-
30 l'Austriaco, 15 il Pino nero di Villetta Barrea),
sono specie che si adattano ai terreni più diversi,
per questo molto impiegate nei rimboschimenti di
pendici aride e degradate.
Il legno più pregiato è quello del Laricio (usato
per tavole e lavori di falegnameria), mentre nelle
altre due sottospecie si impiega solo nell'industria
cartaria per produrre cellulosa.
• Il Pino nero ha generalmente tronco  Il Pino nero ha foglie aghiformi, riunite a 2, 
più corte nella sottospecie di Villetta 
dritto e chioma piramidale. Barrea (5-10 cm), più lunghe nelle altre 
2 (fino a 15 cm).
FAGGIO (Fagus sylvatica) - Fagacee
Il Faggio è il principale componente dei
boschi montani di latifoglie.
E' un albero caducifoglie che può
raggiungere i 30 m di altezza e 1,5 m di
diametro del tronco; è abbastanza longevo
(300 anni).
Ha un vasto areale europeo. In Italia si trova
sulle Alpi (fino a 1400m) e sugli Appennini
(fino a 1800 m) formando boschi puri e misti
in stazioni fresche.
Il legno è pregiato per il bell'aspetto e la
facile lavorabilità: si impiega per mobili,
oggetti da tornio, liste per pavimenti,
compensati e impiallacciature; è inoltre
ottimo come combustibile (legna da ardere e
carbone) e per la produzione di cellulosa
nell'industria cartaria.
• Il Faggio ha
tronco dritto
e regolare,
con rami
ascendenti
che
formano
una chioma
ampia.
PIOPPO TREMOLO (Populus tremula) -
Salicacee
Il nome specifico allude al tremolìo delle foglie.
E' un albero caducifoglie di seconda grandezza
alto fino a 25 m e con tronco che può arrivare a
misurare 1 m di diametro.
Ha un vastissimo areale che si estende in
Europa e gran parte dell'Asia.
I fiori maschili e femminili crescono su alberi
diversi (pianta dioica). Fiorisce da marzo a
maggio.
Il frutto è una capsula che a maturità libera dei
piccolissimi semi avvolti da una lanugine
bianca che viene trasportata dal vento.
Il legno, tenero, non ha gran pregio e viene
utilizzato per imballaggi, fiammiferi e per la
produzione di cellulosa nell'industria cartaria.
Per la sua capacità di adattamento, il Pioppo
tremolo viene impiegato nel rimboschimento di
terreni nudi di montagna.
• Il Pioppo
tremolo
ha
portame
nto
slanciato
con
tronco
dritto e
pochi
rami, alti.
• La corteccia del Pioppo tremolo è Con l'età la corteccia del Pioppo
liscia, di color grigio-verde. tremolo diventa bruna e fessurata alla
base del tronco.
• Di veloce 
accrescimento
, il Pioppo 
tremolo 
predilige 
terreni 
freschi, ma si 
insedia 
facilmente 
nelle radure 
dei boschi 
adattandosi 
anche a 
terreni sciolti.
ACERO DI MONTE (Acer pseudoplatanus)
- Aceracee
Il nome specifico allude alla somiglianza
della foglia con quella del platano.
E' un grande albero (30-40 m di altezza)
caducifoglie, il più longevo tra gli aceri (2-
300 anni).
Molto simile all'Acero riccio, si può
distinguere da questo per i caratteri delle
foglie e dei frutti.
Il suo areale occupa tutta l'Europa media
dai Pirenei al Caucaso. In Italia si trova
sulle Alpi e sugli Appennini nella zona del
faggio su terreni freschi e profondi.
Il legno è ricercato per la fabbricazione di
mobili e rivestimenti di pregio.
L'acero di monte è impiegato nelle
alberature stradali e nei parchi di città
tollerando abbastanza bene l'inquinamento
atmosferico.
• L'Acero
di monte
ha tronco
diritto e
chioma
ampia e
densa.
• Le foglie dell'Acero di monte sono grandi (10-
20 cm), a lobi appuntiti e dentati.
• I frutti dell'Acero di monte sono I frutti dell'Acero di monte sono
samare doppie con ali lunghe 3-6 samare con ali più chiuse rispetto a
cm, riunite in grappoli. quelle dell'Acero riccio
• I fiori 
dell'Acero 
di monte 
sono in 
grappoli 
pendenti. 
Compaion
o da aprile 
a giugno.
E' un albero caducifoglie di seconda
grandezza (25-30 m di altezza), meno
longevo rispetto all'Olmo campestre.
Il suo vasto areale europeo areale si
spinge meno a sud e più a nord rispetto
a quello dell'Olmo campestre. In Italia si
trova sulle Alpi e sugli Appennini fino
all'Italia centrale, sporadico nei boschi
montani, predilige terreni fertili e freschi.
Anche l'olmo montano, come il
campestre è stato negli ultimi anni
decimato dalla Grafiosi.
Il legno è un po' meno pregiato di quello
dell'Olmo campestre, ma impiegato per
gli stessi usi: in particolare per mobili,
liste per pavimenti e per pezzi di
macchine soggetti a forte attrito.
• La chioma dell'Olmo 
montano è ampia e 
densa.
• La corteccia dell'Olmo montano
è dapprima liscia e poi
screpolata, di colore grigio-
bruno.
TASSO (Taxus baccata) - Taxacee
Il Tasso è un albero di terza grandezza
(15-20 m), ma che può raggiungere
notevole dimensione del diametro del
tronco. E' molto longevo (2000 anni).
Vive in gran parte dell'Europa. In Italia
non forma boschi puri e neanche gruppi
di qualche estensione, ma si trova
generalmente nelle faggete (noti sono gli
esemplari presenti nella Foresta Umbra
sul Gargano).
Il legno è forte, pesante ed elastico (nel
Medio Evo si impiegava per la
costruzione degli archi), è ricercato per
lavori di ebanisteria.
E' coltivato come pianta ornamentale in
giardini, parchi e cimiteri.
• Il Tasso ha chioma  Le foglie del Tasso, aghiformi, ma non
arrotondata e ramosa di  pungenti, sono disposte in due file
colore verde cupo. lungo i rametti.
Il
Tasso
fiorisce
da
Gennai
o ad
Aprile.

• Il frutto del Tasso è una


bacca di colore rosso vivo.
• La corteccia del
Tasso è bruno
rossastra e
squamosa.
Alberi dei boschi collinari
CERRO (Quercus cerris) - Fagacee
Il nome ha conservato l'origine latina.
Il Cerro è un grande albero caducifoglie, che
può superare anche i 30 m di altezza e
raggiungere 1,5 m di diametro. E' longevo
anche più di 200 anni.
Diffuso dal sud-est europeo al sud-ovest
dell'Asia, in Italia forma boschi puri o misti
nell'area collinare fino a 1200 m di altitudine.
Predilige terreni profondi, ma non è
particolarmente esigente e non soffre la
siccità.
Il legno è usato per produrre traverse
ferroviarie, doghe per botti, pali ed è anche
un ottimo combustibile.
Viene usato nei rimboschimenti dell'area
mediterranea collinare-montana anche
mediante semina diretta, data la buona
capacità di germinazione del seme ed il
veloce accrescimento della pianta.
• Il Cerro
è un
bell'albe
ro,
maestos
o; tra le
querce italiane
è quella
che
cresce
più
rapidam
ente.
• La corteccia del Cerro è grigio scura,
fessurata abbastanza profondamente
ROVERELLA (Quercus pubescens) -
Fagacee
Il nome indica la minor taglia della pianta
rispetto alla Rovere, con la quale a volte
viene confusa.
La Roverella è un albero di terza grandezza
(20 m) che può anche superare i 2 m di
diametro. E' anche abbastanza longevo, ma
in genere meno della Farnia e della Rovere.
L'areale di diffusione si estende sull'Europa
meridionale e l'Anatolia. In Italia è molto più
diffusa della Rovere e si adatta bene anche
a terreni aridi e rocciosi.
Il legno è un ottimo combustibile, più
pesante di quello della Rovere, tende ad
imbarcarsi ed essendo più difficile da
lavorare trovava impiego in passato
soprattutto per traverse ferroviarie, oggi
ancora solo per travature e costruzioni
navali.
• La
Roverella
ha chioma
ampia e
piuttosto
irregolare.
• Il tronco della
Roverella è
breve,
contorto e
ramificato in
branche
sinuose.
• la corteccia
della
Roverella,
grigio-
bruna, è
rugosa a
scaglie.
CARPINO NERO (Ostrya carpinifolia)
- Corylacee
Il nome deriva dal latino ed era già
usato da Plinio per indicare una specie
del carpino.
Il Carpino nero è un albero
caducifoglie di terza grandezza, alto
fino a 15-20 m, originario dell'Europa
sud orientale e dell'Asia minore.
Ha un legno rossiccio e duro; si usa
come combustibile (legna e carbone)
e per fabbricare piccoli arnesi.
In Italia è molto più diffuso del Carpino
bianco e viene adoperato sia nelle
alberature che nei rimboschimenti
essendo una specie non molto
esigente in fatto di terreno e che
resiste bene agli incendi.
• Il Carpino
nero ha
tronco
diritto e
chioma
raccolta
un po'
allungata
I fiori del Carpino nero sono unisessuali.
Quelli maschili, raggruppati in amenti
penduli di 2-4, compaiono già in
autunno.
• La corteccia 
del Carpino 
nero è 
marrone-
rossastro 
scuro, 
prima liscia 
e poi con 
spaccature 
verticali.
ORNIELLO (Fraxinus ornus) - Oleacee
Il nome della specie deriva da quello che i
latini davano al frassino da manna.
L'Orniello o Frassino minore è un piccolo
albero caducifoglie, (raramente supera i 10
m) o più spesso un arbusto.
E' originario dell'Europa meridionale ed in
Italia è presente dal piano fino ai 1500 m,
adattandosi bene anche alle stazioni aride
e rocciose.
Produce un legno resistente ed elastico,
ricercato per manici di attrezzi sportivi, per
pali e cerchi di botte; è anche un'ottimo
combustibile.
Dai rami si estrae una sostanza zuccherina
(la manna), usata nei farmaci. In Sicilia si
ha la maggior coltivazione di frassini da
manna.
• L'Ornie
llo è un
piccolo
albero
con
fusto
diritto e
chioma
arroton
data.
I fiori dell'Orniello sono pannocchie dense, I frutti sono samare alate, meno allungate
odorose. Compaiono dopo le foglie nella rispetto al Frassino maggiore e ovate alla
primavera avanzata. base, riunite a grappoli.
• La fioritura
bianca ed
intensa fa
dell'Orniello
un bell'albero
da
ornamento.
• La corteccia dell'Orniello è grigia e Solo nei tronchi più grossi la corteccia si
liscia fino ad età avanzata. presenta ruvida e screpolata finemente.
TIGLIO SELVATICO (Tilia cordata) -
Tiliaceee
Il nome specifico allude alla forma della
base fogliare (cordata=cuoriforme).
Il Tiglio selvatico è un albero caducifoglie di
seconda grandezza, (fino a 25-30 m di
altezza e 2 m di diametro del tronco).
Molto simile al Tiglio nostrale, con il quale è
facilmente confuso. Se ne differenzia in
particolare per la foglia più piccola, liscia
nella pagina inferiore e con nervature poco
prominenti.
Ha un vasto areale europeo che va dalla
Spagna al Caucaso.
Il legno del tiglio, di facile lavorazione,
trovava impiego in passato per fabbricare
mobili e zoccoli, per lavori da intaglio e
tornio. Il carbone è apprezzato per
fabbricare la polvere pirica.
• Il Tiglio 
selvatico è 
una pianta a 
rapido 
accresciment
o ed il suo 
tronco può 
raggiungere 
ragguardevo
li 
dimensioni .
• La corteccia del Tiglio selvatico è La corteccia del Tiglio selvatico, nei tronchi
liscia e bruna da giovane. più grossi diventa più scura e si spacca in
sottili fessure longitudinali, molto separate
l'una dall'altra.
CASTAGNO (Castanea sativa) - Fagacee
Il nome deriva dal greco "kastanon".
Il castagno è un albero caducifoglie, molto
longevo (fino a 1000 anni), che può
raggiungere i 30 m di altezza e i 6-8 di
diametro del tronco.
L'areale originario è difficile da ricostruire
perchè la pianta da tempi antichissimi è
stato diffuso per il frutto in molti paesi. Di
origine orientale, allo stato spontaneo si
trova in una vasta area mediterranea dal
Caucaso alla penisola Iberica. In Italia il suo
indigenato appare molto probabile. Fino a
qualche decennio addietro la sua diffusione
era assai maggiore, in seguito è stato colpito
da varie malattie, la più grave delle quali, il
"cancro del castagno", ne ha ridotto di molto
la coltivazione.
Il legno, di lunga durata, è ricercato per
fabbricare mobili, doghe per botti, travature e
soprattutto pali.
• La
corteccia
del
Castagno
è bruno
rossastra,
brillante e
liscia da
giovane,
poi
screpolata.
ROVERE (Quercus petraea) - Fagacee
Il nome specifico indicherebbe il fatto che
la pianta ama i luoghi pietrosi ben drenati.
La Rovere è una quercia caducifoglie di
prima grandezza, che può superare anche
i 30 m di altezza e raggiungere i 2 m di
diametro.
Simile alla Farnia, con la quale è spesso
confusa, è un po' meno longeva (3-400
anni).
Ha un'areale comprendente gran parte
dell'Europa centrale e sudorientale.
Produce un legno del tutto simile a quello
della Farnia, ma più pesante. Si usa per
costruzioni edili e navali, travature, mobili,
liste per pavimenti, doghe per botti ed è
ottimo da ardere e per carbone.
• La Rovere
somiglia
alla Farnia
nel
portamento
della
chioma, ma
si distingue
per il
tronco che
si ramifica
più in alto.
• La
corteccia
della
Rovere ha
fessurazion
i più
piccole e
meno
profonde
rispetto a
quella della
Farnia.
Alberi dei boschi mediterranei
CIPRESSO (Cupressus sempervirens) -
Cupressacee
Il nome deriverebbe dal greco "kuparissos" a ricordo
del nome di un giovane greco cambiato da Apollo in
Cipresso.
Il Cipresso è una conifera originaria dei paesi
mediterranei orientali, ma diffusa in tutto il
mediterraneo. In Italia, pur non formando boschi allo
stato naturale, è stato spesso introdotto nei
rimboschimenti.
Albero di seconda grandezza, raggiunge anche i 25
m, di lento accrescimento e molto longevo (fino a
2000 anni).
Ha tronco diritto che raramente supera i 50 cm di
diametro.
Il Cipresso è una pianta coltivata per motivi
ornamentali in alberature stradali, parchi, giardini,
cimiteri e impiegata come siepe frangivento.
Fornisce un legno, compatto e di grandissima
durata, molto apprezzato per la costruzione di
mobili, serramenti e sculture.
Dalla distillazione di foglie e rametti si ottiene
l'"oleum cupressi", un'essenza impiegata
dall'industria farmaceutica.
• Il Cipresso 
presenta 
chioma 
stretta, 
affusolata 
nella varietà 
"stricta" 
(detta anche 
C. maschio), 
espansa nella 
var. 
"horizontalis" 
(C. femmina).
•   Le foglie del Cipresso, di color verde 
scuro, sono simili a squame triangolari 
che coprono interamente i rametti
• Le infiorescenze femminili del Cipresso
originano strobili globosi, prima verdi e poi
marroni, di 3-4 cm di diametro, detti "galbule".
Il frutto del Cipresso è costituito da 8-14
squame che a maturità si aprono liberando
dei piccoli semi.
• Il Cipresso fiorisce in marzo, quando le infiorescenze
maschili diventano gialle e si aprono liberando il polline.
• La
corteccia
del
Cipresso
è color
grigio-
cenere,
fibrosa e
finemente
rigata in
senso
longitudin
ale.
CORBEZZOLO (Arbutus unedo) - Ericacee
Il nome "arbutus" in latino ha il significato di
"piccolo albero", mentre "unedo" deriva da
"unum edere", con riferimento ai frutti non
troppo saporiti, per cui a mangiarne più d'uno
viene la nausea.
Il Corbezzolo è un piccolo albero
sempreverde, spontaneo dei boschi e delle
zone aride in tutta l'area mediterranea dalla
penisola Iberica al Mar Nero.
Di lenta crescita, è più spesso presente allo
stato di arbusto, ma può arrivare ad una
altezza massima di 10-12 m.
Fornisce un legno duro, adatto per piccoli
lavori di artigianato, ottimo come combustibile
e per carbone. I frutti trovano impiego per
preparare marmellate o per distillare
acquavite.
E' coltivato come pianta ornamentale anche
per la particolarità che i fiori appaiono in
autunno-inverno insieme ai frutti maturi
dell'anno precedente.
• Il Corbezzolo ha un tronco corto, con rami eretti
che formano una chioma bassa e arrotondata
• Le foglie del Corbezzolo sono ovato-lanceolate, a
margine seghettato, verde scuro sopra, più chiare
inferiormente.
• I frutti del
Corbezzolo
sono
bacche
rotonde di
sapore
dolciastro,
con buccia
granulosa di
colore dal
giallo al
rosso
scarlatto
secondo la
maturità.
• I fiori del
Corbezzol
o sono
racemi
penduli
(grappoli)
a corolla
bianca
sfumata di
verde o
rosa.
• La
corteccia
del
Corbezzolo
è bruno-
rossastra e
si screpola
in sottili
placche.
LECCIO (Quercus ilex) -
Fagacee
Il nome specifico proviene dal nome "ilex"con cui
i Romani indicavano il leccio o elce, le cui foglie
talora somigliano a quelle dell'Agrifoglio (Ilex
aquifolium).
Il leccio è una quercia sempreverde,
caratteristica della vegetazione a "macchia
mediterranea", diffusa in tutto il bacino
mediterraneo.
Si adatta facilmente a qualsiasi tipo di terreno;
vive in formazioni pure o miste, dal mare fino a
1000 metri nella fascia prealpina (Lago di Garda)
e 1500 m nell'Appennino.
E' un albero di terza grandezza, alto fino a 20
metri, con tronco che può raggiungere 1 metro di
diametro, anche se più spesso si presenta come
piccolo albero o addirittura cespuglio. E' una
specie longeva che può arrivare fino a oltre 1000
anni di età.
Il suo legno molto duro e pesante, ma difficile da
stagionare e da lavorare, veniva usato in passato
per lavori di carradore e manici per attrezzi, oggi
è ancora apprezzato come combustibile per
legna da ardere e da carbone.
• La chioma del leccio è densa, a forma ovale o
espansa, con fogliame di colore verde cupo
• Il leccio ha foglie di consistenza coriacea, con pagina
superiore di colore verde scuro lucente, inferiore verde
grigiastra e tomentosa (con peli).
• Le foglie del
leccio sono
lunghe 3-7
cm a forma
talora
allungata
oppure
ovale, con
margini lisci
o ondulati
o, a volte,
dentati.
• Il frutto del leccio è una ghianda lunga 1,5-2 cm, di colore verde
chiaro prima e poi bruna in autunno quando giunge a maturità.
• I fiori
maschili
del
leccio
compaio
no in
aprile-
maggio
in forma
di amenti
penduli
• La corteccia
del leccio,
grigia e
lucida da
giovane,
diventa
grigio-
brunastra
poi con l'età,
screpolando
si in piccole
placche.
PINO DOMESTICO (Pinus pinea) - Pinacee
Il nome della specie allude alla produzione
dei pinoli.
Il pino domestico (o pino da pinoli) è una
pianta tipica del Mediterraneo settentrionale,
dal Portogallo all'Anatolia.
Preferisce terreni sabbiosi ed esposizioni
soleggiate, ma spesso non sopporta i venti
salsi marini.
Albero di seconda grandezza, alto fino a 25-
30 metri, con diametro del tronco anche di 2
metri, non ha elevata longevità, comunque
può vivere fino a 200-250 anni.
Il suo legno ha scarso impiego come
combustibile, viene invece usato per
costruzioni navali e nell'industria cartaria
(cellulosa).
I frutti (pinoli) sono più grandi rispetto a quelli
degli altri pini mediterranei, sono commestibili
e vengono utilizzati in confetteria.
• Il fusto del Pino
domestico è
eretto e la
chioma, globosa
nelle piante
giovani, assume
la caratteristica
forma "ad
ombrello" a
maturità.
• Il Pino
domestico
ha foglie
aghiformi,
riunite a 2,
lunghe 8-
20 cm.
• I coni del Pino domestico, comunemente detti pigne, a
maturità sono di colore bruno lucido, lunghi 8-15 cm..
•   I coni, di forma globosa, sono isolati, e producono dei 
semi detti pinoli che maturano nell'autunno del terzo anno..
• La
corteccia
del Pino
domestico
è rosso-
bruna,
screpolata
a larghe
scaglie.
PINO MARITTIMO (Pinus pinaster) - Pinacee
Il nome specifico deriva dal latino come peggiorativo
rispetto al pino domestico.
Il pino marittimo (o pinastro) è diffuso nel bacino del
Mediterraneo occidentale.
Tra i pini mediterranei, è quello più resistente al
freddo, si spinge maggiormente nell'entroterra e ad
altitudini più elevate rispetto al Pino d'Aleppo e al Pino
domestico. Rispetto a quest'ultimo resiste inoltre
meglio ai venti salsi marini per cui, lungo i litorali,
costituisce la prima fascia proteggendo dai venti le
retrostanti pinete di Pino domestico.
E' una pianta che può superare i 30 metri di altezza e
il metro di diametro del tronco; non è molto longeva
(150-200 anni).
Il legno, tenero, ha gli stessi impieghi di quello del
Pino domestico (costruzioni navali, imballaggi,
cellulosa).
Le pinete di Pino marittimo sono facilmente distrutte
dagli incendi, ma la specie ha grande capacità di
rinnovarsi sul terreno percorso dal fuoco.
•   Il fusto del Pino marittimo è diritto o curvato a sciabola con 
chioma piramidale in gioventù ed espansa-ovoidale a maturità.
• Il pino
marittimo
ha foglie
aghiformi,
riunite a
gruppi di
2, lunghe
15-25
cm.
I coni del Pino marittimo sono ovato-conici, Più
lunghi di quelli del pino domestico (fino a 22 cm)..
• I coni del Pino marittimo sono riuniti a gruppi di 2-4.
Producono dei semi piccoli e neri con una lunga ala
• Le
infiorescenze
maschili del
Pino
marittimo, di
color giallo-
oro,
compaiono a
fine maggio
• I fiori
femminili
del Pino
marittino, di
colore
rosso
violaceo e
di forma
conica,
sono inseriti
in alto sui
rametti.
• La corteccia
del Pino
marittimo è di
colore bruno-
rossastro,
spessa e
profondamente
fessurata.
SUGHERA (Quercus suber) - Fagacee
Il nome italiano della specie ha conservato
l'origine latina.
La Sughera è una quercia sempreverde di
terza grandezza, (altezza fino a 15-20 m),
con tronco che può raggiungere diametro di
m 1,50. E' longeva anche più di 300 anni,
anche se, nelle piante sfruttate per il
sughero, difficilmente supera i 100-150
anni.
E' propria del Mediterraneo occidentale
(versante tirrenico d'Italia, Spagna,
Portogallo, Francia, coste del Nord Africa),
dove ama località caldo-aride e terreni
sciolti e acidi.
Il legno, molto simile a quello del Leccio,
non trova grande impiego, ma il prodotto
principale della sughera è il sughero, cioè la
corteccia che viene periodicamente
asportata ad intervalli di 8-10 anni e viene
usata per la preparazione di turaccioli,
suole di scarpe, come materiale isolante,
per rivestimenti ecc.
• Il fusto della
sughera è
contorto, la
chioma
espansa.
Rispetto al
Leccio la
chioma è più
ampia, rada e
irregolare.
•   La sughera ha foglie lunghe 3-7 cm, di colore verde 
scuro e lucido di sopra, grigie e pelose inferiormente.
• Le foglie della sughera, persistenti, sono brevemente picciolate,
ovali, e appuntite, con 4-5 denti acuti su entrambe i lati
• Il frutto
della
sughera è
lungo 1,5-3
cm, con
cupola a
squame
tomentose
grigiastre,
che copre
fino a metà
la ghianda.
•   La sughera ha corteccia, prima liscia, poi spessa, spugnosa e 
rugosa, di colore biancastro esternamente, rossastro all'interno.
• L'importanza
della sughera è
dovuta alla sua
spessa corteccia
suberosa che
viene asportata
periodicamente
ad intervalli di
circa 10 anni,
lasciando a nudo
il tronco dal
caratteristico
colore rossastro.

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