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L'INNO UFFICIALE DELL'UNIONE EUROPEA

L'inno ufficiale dell'Unione europea e del Consiglio d'Europa,


adottato nel 1972, è costituito da un brano del movimento finale della
Nona sinfonia composta nel 1824 da Ludwig van Beethoven,
chiamato anche Inno alla Gioia. Beethoven aveva musicato l'Inno alla
gioia composto nel 1785 da Friedrich von Schiller. Il poema esprime
la visione idealistica di Schiller sullo sviluppo di un legame di
fratellanza fra gli uomini, visione condivisa da Beethoven.

L’inno è privo di testo ed è costituito solo dalla musica. Nel


linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di
libertà, pace e solidarietà perseguiti dall'Europa.
LA POESIA DI FRIEDRICH SCHILLER

L’inno alla gioia è anche una poesia scritta da Friedrich Schiller nel 1785, il
cui titolo originale è An die Freude (che, tradotto dal tedesco, significa
“alla gioia”). Beethoven ha utilizzato una versione rivisitata postuma per
scrivere i suoi testi. Stranamente, anche se il testo era ed è tuttora ben
conosciuto e amato da molti, in età avanzata Schiller espresse disprezzo per
il suo lavoro e lo liquidò come il tipico “cattivo gusto dell’epoca“.

Il fatto che Beethoven abbia scelto un testo di Schiller non è una


coincidenza: il compositore, infatti, ammirava molto il lavoro quest’ultimo
in qualità di filosofo. Beethoven è solitamente ricordato per il suo lavoro
musicale, ma ciò che è meno noto di lui è che era un fervente idealista. Ad
influenzarlo, oltre, Schiller, possiamo citare anche Johann Wolfgang von
Goethe e Immanuel Kant.
Dopo gli orrori subiti dagli europei
durante le guerre, soprattutto nella
Seconda Guerra Mondiale,
finalmente le nazioni del continente
smisero di combattersi, aprendo la
strada al dialogo. Non sappiamo se
le origini della Sinfonia n. 9
abbiano contribuito alla scelta
dell’Inno alla gioia come inno
europeo, ma sicuramente
aggiungono un sorprendente livello
di profondità e rilevanza al
messaggio che ne fa da sfondo.
L’Inno alla gioia, insieme all’intera
Sinfonia n. 9 di Beethoven, è
entrato a far parte del patrimonio
culturale mondiale dell’UNESCO
nel 2003.

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