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MONUMENTI E CITTÁ

IGNACIA SEPULVEDA , JOSE VELOZ Y GASPAR TOLEDO


6B VALPO
CITTÁ D´ ASSISI
BASILICA DI SAN FRANCESCO

La prima cosa da vedere ad Assisi è ovviamente la basilica


di San Francesco. Il luogo dove fin dal 1230 sono custodite
le spoglie del santo. In realtà, sarebbe più corretto parlare di
complesso architettonico, dato che la basilica di San
Francesco è composta da due strutture: la prima è la basilica
inferiore, un magistrale esempio di architettura romanica
umbra; la seconda è la basilica superiore, il cui stile è molto
più legato al gotico francese. E gli archi della sua navata
principale rappresentano una spettacolo che toglie il fiato.
CITTÁ D´
ORVIETO
• Meraviglia dell’arte gotica italiana, il Duomo di Orvieto rivela una straordinaria
armoniosità nonostante vi abbiano lavorato 20 artisti diversi per più di 3 secoli.
La costruzione, iniziata nel 1290 per dare al Corporale del Miracolo di Bolsena
un posto dove essere venerato, proseguì fino alla seconda metà del 1500. Gli
interventi più significativi furono di Arnolfo di Cambio, Lorenzo Maitani e
l’Orcagna. Partendo dal basso si ammirano i bassorilievi con Storie del Vecchio e
Nuovo Testamento e il Giudizio finale.
DUOMO D´ • Al centro c’è il magnifico rosone e tutto intorno i mosaici, che nonostante siano

ORVIETO molto belli, hanno ben poco di quelli originali. L’interno contiene due cappelle
fondamentali per la religione e l’arte: la Cappella del Corporale e quella di San
Brizio , Il corporale della cappella è quello del Miracolo di Bolsena, macchiato
dal sangue uscito da un’ostia nel 1263. Un evento fondamentale per la chiesa
cattolica che fece costruire il Duomo per ospitare la reliquia e che da allora ogni
11 agosto festeggia il Corpus Domini. Il corporale e l’ostia sono conservati in un
reliquario di oro, argento e smalto vero capolavoro dell’oreficeria medievale
CITTÁ DI PERUGIA
•Al centro di Piazza IV Novembre sorge questa splendida Fontana, una delle più
celebri d’Italia e simbolo della Perugia medievale. La Fontana Maggiore venne
costruita tra il 1275 e il 1278, su disegno di Nicola e Giovanni Pisano, per
ricevere le acque provenienti dall’Acquedotto del Monte Pacciano. I due artisti
vollero la Fontana su una gradinata circolare, costituita da due vasche di pietra
rosa e bianca, sormontate da una conca di bronzo.
FONTANA •Da qui spuntano tre ninfe che sorreggono un’anfora dalla quale sgorga l’acqua.

MAGGIORE DI La vasca superiore poggia su delle colonnine dalle quali si elevano statue
raffiguranti personaggi correlati alla fondazione mitica della città; la vasca
PERUGIA inferiore, invece, è decorata con cinquanta formelle che raffigurano il calendario
dei lavori agricoli, alcuni episodi biblici, storici e mitologici, i due simboli della
città (il grifo), del partito guelfo (il leone) e dell’impero (l’aquila). Chiudono la
rassegna le sette arti liberali e la filosofia. Singolare la presenza nelle formelle di
due scene tratte dalle favole di Esopo (gru e lupo & lupo e agnello). Dopo
l’ultimo restauro, oggi possibile ammirare l’opera in tutto il suo originario
splendore.
•La Fontana Maggiore di Perugia era anticamente alimentata
dall’acquedotto che prelevava l’acqua dal Monte Pacciano.
•Costruito nel 1245, era un’opera straordinaria perché senza usare pompe
riusciva a portare l’acqua in una città ripida e piena di dislivelli come
Perugia. Dismesso a metà 1800 perché costava troppo, oggi l’acquedotto
L´AQUEDOTTO offre una delle passeggiata più belle d’Italia. La zona superiore, infatti, è
DI PERUGIA ricoperta di scale e difesa da parapetti, rappresentando quindi una strada
a tutti gli effetti. La parte più caratteristica è quella che va da Porta
Sant’Angelo (vicino a Cattedrale e Fontana Maggiore) con un ponte
sorretto da una decina di campate con grandi archi e case basse e
colorate. Davvero imperdibile. Se avete tempo potreste anche visitare
quel che resta dell’acquedotto nella zona di Monte Pacciano, con i
caratteristici “conservoni”, cisterne per accumulare l’acqua.
CITTÁ DI NORCIA
• Spiegazione:
• Aspetto esterno:
• La struttura architettonica della Basilica di San Benedetto fu, circa 1388. La facciata è a capanna, risale
alla fine del XIV secolo. La parte superiore della maestosa fronte, arricchita da un bel rosone
accompagnato dai simboli dei quattro evangelisti, è il risultato di un restauro eseguito dopo il terremoto
del 1859; sulla parte inferiore si nota il portale gotico a fasci di colonne ricco di sculture nella lunetta, La
possente abside è poligonale e il campanile, di maestoso impianto, è il risultato di un restauro operato nel

ABBAZIA DI 1703 dopo il crollo parziale dell’originale romanico. La fiancata oltre il campanile. Al lato destro
dell’edificio è addossata la Loggia dei Mercanti, o Portico delle Misure, del XVII secolo, dove si vedono

SAN allineati grossi recipienti di pietra, usati nel medioevo come misure per i cereali.
• ASPETTO INTERNO:

BENEDETTO • Appena dopo l’ingresso, a sinistra, si apre una nicchia con l’unico affresco della Chiesa. Il primo altare
di sinistra, opera delle Battaglia di Todiano, è dedicato a San Pietro Damiano Sopra il secondo altare di
sinistra, dedicato a San Lazzaro e realizzato dalla famiglia Tebaldeschi-Argentieri, si ammira la
Resurrezione di Lazzaro, tavola centinata opera di Michelangelo Carducci, (1560. L’abside, ridotta in
altezza in seguito al 1703, è impreziosita da un Crocifisso ligneo dei primi del ‘500. L’accesso alla
cripta è consentito attraverso una scala che si apre a sinistra dell’ingresso della basilica. All’inizio della
navatella di sinistra si apre un’absidiola che, nella più fedele e mistica tradizione locale, si considera
luogo di nascita dei Santi gemelli, Interessante è la fattura di pilastri e capitelli, scolpiti grossolanamente.
Poi, attraverso una porticina cancellata, si accede ad un’area archeologica sottostante la basilica.
CITTÁ DI TERNI
•La famiglia Barbarasa fu una delle famiglie di primo piano a Terni nei secolo XV e
XVI ad un canonico della Cattedrale, Giulio Barbarasa. Famiglia potente, quindi,
soprattutto economicamente tanto che la casa-torre da loro edificata (anche se le
prime strutture della costruzione sono fatte risalire al XIII secolo) voleva essere un
segno della loro potenza. La torre, ritenuta una costruzione a difesa della città,
sicuramente era a “guardia” dei possedimenti dei Barbarasa, confinanti degli Spada.
•la torre Barbarasa è ricordata soprattutto per un episodio legato all’epidemia di
LA TORRE DI peste che colpì anche Terni sul finire del XVII secolo. Alla notizia del diffondersi

BARBARASA
dell’epidemia nell’Italia del centro-sud, il consiglio cittadino decise di mettere
soldati alle porte cittadine ad impedire l’ingresso di forestieri.iI primi casi di peste
furono registrati all’inizio dell’estate del 1656 nel quartiere del Duomo. Un anno
dopo, nel Giugno del 1657, il vescovo, Sebastiano Gentili, visto che la situazione era
ancora grave, organizzò una grande processione per le strade cittadine ed a
conclusione salì sulla torre Barbarasa, l’edificio più alto di Terni, portando con sé la
reliquia del Preziosissimo sangue. Da lì invoco protezione divina e benedisse la città.
Ricorda tutto ciò una lapide posta a mezza altezza sulla torre, ad iniziativa del
proprietario del tempo, Felix Barbarasa.
CITTÁ DI TODI
• Isolato fuori dalla cerchia delle mura medievali, sorge uno dei templi più maestosi del Rinascimento
italiano, realizzato, secondo studi e documenti recenti, forse su progetto di Donato Bramante ( 1508 – 1607).
Il 15 novembre si iniziarono i lavori di scavo per porre le fondamenta di una delle absidi: sembra che un
operaio intento a pulire dai rovi l’immagine a fresco della Madonna col Bambino Santa Caterina di
Alessandria, col panno che stava usando si deterse un occhio già semispento per colpa della cateratta e
questo guarì miracolosamente. Da allora si decise di innalzare alla Madonna, detta appunto “della
Consolazione”, un tempio magnifico di grandi dimensioni. Quella antica immagine è ancora conservata
nell’occhio centrale della fastosa macchina d’altare in stile barocco situata nell’abside nord.La direzione dei
lavori fu affidata agli architetti Cola di Matteuccio da Caprarola e Ambrogio da Milano e alla costruzione

PIAZZA DEL collaborarono inoltre Antonio da Sangallo, Baldassarre Peruzzi e il Vignola.


• Descrizione

POPOLO • Il fastoso altare in stile barocco del Tempio di Santa Maria della ConsolazioneL’edificio, realizzato con
pietre provenienti dalla demolizione della Rocca e dalle cave di travertino di Titignano, presenta una pianta
centrale, tipicamente rinascimentale nell’equilibrio armonioso delle parti, ed è dotato di tre absidi poligonali
e di una semicircolare.Le quattro absidi sono inoltre sormontate da una terrazza quadrata con quattro aquile
agli angoli e circondata da una balaustra, sulla quale si sviluppa il tamburo della maestosa cupola, sovrastata
a sua volta da un capolino e da una croce di ferro. Nell’interno grandioso, a croce greca e a cui si può
accedere da tre porte aprentisi nelle absidi, scendono i fasci di luce, dalle numerose finestre, animando
arcate, capitelli, bassorilievi, rosoni e pennacchi. Nelle dodici nicchie, situate nelle prime tre absidi, sono
collocate le grandi statue degli Apostoli, opera della scuola di Ippolito Scalzo, e ad est, a sinistra
dell’ingresso principale, si trova la gigantesca statua lignea di Papa Martino I: essa vi fu collocata dopo la
terribile pestilenza del 1630 dai pochi cittadini di Todi miracolosamente sf
CITTÁ DI SPOLETO
• Il nome deriva a questa struttura dalla triplice funzione che
svolgeva. Innanzi tutto era una delle mitiche "cento torri" di
Spoleto. Torre di avvistamento che sorvegliava la valle verso
Terni e la gola verso nord. In caso di pericolo da qui, con segnali
di fumo di giorno o fuoco di notte, si avvisava la Rocca per la
difesa. Però, dato il perfetto e non certo casuale allineamento con
FORTILIZIO la torre centrale della Rocca, era anche possibile comunicare con
DEI MULINI segnali gestuali o bandiere. Poi era anche un fortilizio a guardia
del Ponte, che poteva, evidentemente, essere una via di accesso
alla città. Infine trovandivisi una cascatella di acqua in grado di
mouvere una macina, i suoi locali venivano sfruttati anche como
molini. Quello superiore per la molitura delle olive, quello
inferiore per il grano. Da qui parte il bellissimo "Giro dei
Condotti".

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