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LA FUGA

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La fuga…
Il contesto storico… Gli anni che seguirono la seconda
rivoluzione industriale:
Crisi della ragione e delle certezze

Chi smaschera queste certezze? I maestri del sospetto:


Nietzsche

C’è chi vede la fuga come soluzione… Il fu Mattia Pascal–Pirandello

Per qualcuno la fuga è impossibile… Joyce

Fuggire o viaggiare? Seneca

A volte la fuga è una salvezza da…


www.matura.it …Terremoti
Sommario
ITALIANO:
STORIA:
INGLESE
Il decadentismo :
Seconda rivoluzio -In Italia: Joyce
ne industriale Pirandello l’impossibilit
Il fu Mattia Pasc à della fuga
al

FILOSOFIA:
LATINO SCIENZE

Seneca: I maestri del sospetto


Terremoti
-Nietzsche
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La formazione dell’Europa
industriale
Rivoluzione
dei trasporti

Domanda di materie
prime/offerta di beni di
consumo

Sviluppo industriale in
Europa
Ricerca di nuovi Espansione
mercati imperialistica in
Asia e in Africa

Egemonia economica
planetaria dell’Europa

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Nietzsche
Nietzsche è un “maestro del sospetto”, volto a
scardinare tutte le certezze fornite dalla scienza e dalla
religione. Dietro le apparenze egli “sospetta”
motivazioni taciute e nascoste che vuole trarre alla luce,
con un lavoro interpretativo che si risolve in
smascheramento e in demistificazione continui.
Nietzsche non crede più ad alcuna verità: dietro ogni
verità, dietro ogni sistema etico e modello di
comportamento, individua sempre certi condizionamenti
esterni, istintuali, psicologici o sociali.

Vita Lo spirito dionisiaco Critica della storia


ed opere e lo spirito apollineo

L’illuminismo La filosofia
di Nietzsche del mattino
www.matura.it Il superuomo
Nietzsche: vita ed opere
1844: nasce a Roecken. Studia filologia classica a Bonn e a Lipsia. A Lipsia legge Il mondo come
volontà e rappresentazione di Schopenhauer, riportandone una viva impressione
1869: viene chiamato all’università di Basilea a tenere la cattedra di filologia classica. Conosce il musicista
Wagner
1872: esce La nascita della tragedia. Il libro suscita violente polemiche tra i filologi classici come
Wilamowitz
1873: scrive le quattro Considerazioni inattuali. Nel frattempo rompe l’amicizia con Wagner per ragioni
personali e culturali
1878: scrive Umano, troppo umano, in cui prende le distanze da Schopenhauer, oltre che da Wagner
1879: si dimette dall’insegnamento e comincia i suoi viaggi in Svizzera, Italia e Francia meridionale
1881: scrive L’Aurora, dove prendono corpo le sue tesi fondamentali
1882: scrive La gaia scienza, dove si prefigura un nuovo destino per l’umanità
1883: scrive a Rapallo il suo capolavoro Così parlò Zarathustra, ultimato due anni dopo tra Roma e Nizza
1886: esce Al di là del bene e del male
1887: esce Genealogia della morale
1888: è un anno particolarmente fecondo. Scrive Il caso Wagner, Il crepuscolo degli dei, L’Anticristo, Ecce
homo. Nello stesso anno soggiorna a Torino
1900: muore il 25 agosto a Weimar, immerso nelle tenebre della follia
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FILOLOGIA E FILOSOFIA
- Immagine di un mondo governato dal
SPIRITO APOLLINEO E principio irrazionale del dolore: nel tragico
SPIRITO DIONISIACO viene in luce il “lato terrificante delle cose

Lettura dell’opera di Schopenauer:


Il mondo come volontà e rappresentazione
Al pessimismo di Schopenhauer
Nietzsche oppone l’amore per le cose
problematiche di cui è fatta la vita

Lettura di Goethe e
influenza di Wagner -La musica è l’ARTE
-Celebrazione positiva della vita: dell’interiorità per eccellenza,
VITA= VOLONTà = FORZA
poiché è lontana dal concetto e
ESPANSIVA INFINITA
spezza i vincoli della ragione

L’arte è al centro ed è
Tesi: è la massima espressione artistica e culturale La TRAGEDIA: opera d’arte
della civiltà ellenica, poiché vi si incontrano e chiave che apre alla vera in grado di spiegare
lo spirito apollineo e lo spirito dionisiaco comprensione dell’essere l’essenza del mondo
e della vita

Nel momento in cui il pensiero greco, con Socrate,


pretende di racchiudere l’esistenza in concetti la
DIONISIACO APOLLINEO
tragedia muore. Per Nietzsche l’età di socrate e di
Euripide è un’età di decadenza

-energia istintuale -Inclinazione plastica, tensione


-Rivela all’uomo tutto alla forma perfetta
Uomo Uomo
l’abisso della sua -Illusione che rende accettabile
condizione
www.matura.it tragico teoretico
la vita racchiudendola in forme
stabili e armoniche
Frattura sostanziale tra i
presocratici e Socrate

Al pessimismo eroico
“grandi uomini”
sostituiscono un
che hanno una
ottimismo morale della
concezione In Eraclito Nietzsche vede
ragione e all’intuizione
tragica del mondo anticipate alcune delle proprie
visionaria e artistica il
concezioni:
meccanismo della
-il primato del divenire sull’essere dialettica delle idee
-il flusso del tempo come
dimensione veritiera della realtà
-l’ unità degli opposti

IL PROSPETTIVISMO
NIETZSCHEANO

•Il linguaggio è una convenzione la cui essenza non è quella di rappresentare la natura delle cose
•La verità è un provvisorio configurarsi di determinate opinioni e concezioni
•<<Non ci sono “fatti” ma solo “interpretazioni”>>
•Conoscere significa valutare
•La coscienza è un accidens della rappresentazione
•Il soggetto è privo di quei caratteri di unità e ultimità, è un complesso conflittuale di “centri di
forza”
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CRITICA DELLA CULTURA
Nietzsche non delinea un progetto di civiltà alternativo alla società decadente della sua epoca, né auspica per il futuro un rinnovato e
più integrato rapporto fra l’uomo di cultura e il suo tempo. La sua prospettiva è di fare appello alle forze sane e creative della cultura.
“malattia storica”
dell’800: L’800 è
troppo legato al Eccesso di legame Convinzione che niente di
Critica allo nuovo possa mai esserci sotto il
passato e quindi con il passato:
storicismo sole: l’uomo cessa di essere
atrofizza l’elemento decadenza
creativo della sua protagonista del presente
civiltà

Mancanza di stile:
Possibilità di l’uomo passivo
vivere in modo spettatore degli
“non storico” eventi
L’ ARTE: potenza
sovrastorica in grado di Necessità di conciliare
guarire la civiltà dalla ciò che non è storico e
decadenza orientandola ciò che è storico
verso l’eterno
3 modi di porsi in modo
non dannoso con la storia:
3 forme positive di
storiografia:

MONUMENTALE ANTIQUARIA CRITICA


utilità: mezzo contro la utilità: servire la vita, preservando le utilità: atteggiamento aperto al presente, portando la
rassegnazione condizioni in cui si è nati per coloro storia davanti al tribunale del presente
danno: possibilità di falsare il che verranno dopo www.matura.it danno: staccarsi dal passato è
passato, mitizzarlo per renderlo danno: servire la storia passata fino al pericoloso per la vita stessa: solo chi ha volontà di
degno di imitazione punto di mummificare la vita futuro sa scoprire il futuro che vive nel passato
L’ILLUMINISMO
DI NIETZSCHE

-Arte e religione sono


La scienza non è ne quella
illusioni che la critica positiva né la sottile analisi dei
scientifica deve Arte e scienza sono
concetti, ma è: complementari nel definire un
smascherare -esercizio del dubbio (coscienza
-Al contrario dello atteggiamento maturo dell’uomo
scienziato l’artista esprime dell’ineliminabilità degli errori nei confronti del mondo
“una moralità più debole” -analisi critica
nei riguardi della -diffidenza metodica
conoscenza e della verità

Il buon filosofo è critico e Interesse per Attacco al concetto di trascendenza (filosofia che
storico: critico perché
Fase l’antropologia: gli immagina una realtà in sé dietro ai fenomeni):
assume il sospetto come
illuminista interrogativi circa il neanche la scienza può condurci alla cosa in sé.
criterio di analisi; storico
mondo e l’essere si
perché non crede a realtà La metafisica tratta degli errori fondamentali
concentrano sull’uomo
eterne e verità assolute dell’uomo come se fossero verità fondamentali

La morale sottopone l’uomo a valori I principi morali hanno una bassa e L’altruismo maschera
L’uomo agisce spinto
che lui stesso ha creato, e che ora spregievole radice umana, non l’egoismo; la verità dalla lotta per la
crede trascendenti. I valori morali derivano da qualcosa di superiore, l’impulso alla sopravvivenza
bloccano l’esistenza, negano la vita ma solo dal loro contrario falsificazione

Lo spirito libero non L’ideale di umanità libera


crede ciecamente alla dalle illusioni, in cui
ragione, ma diffida e l’uomo abbia la forza di
pone interrogativi: è il riconoscersi è rappresentata
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grande scettico dallo spirito libero
Nietzsche: la filosofia del mattino
La figura dello spirito libero si
allontana da quella dello spietato
critico e si avvicina a quella di un
uomo che rischia e fa esperimenti
con la vita

Lo spirito libero intende la vita


come esperimento, giunge a La sua scienza è gaia e il suo
conquistare la propria esistenza, stato d’animo si abbandona
crea e impone valori propri. La SPIRITO all’ebbrezza, alla danza
sua vita diventa libera, l’infinito dionisiaca, al gioco
a cui anela è l’umanità LIBERO

Lo spirito libero vive Ma non smarrisce il senso


sulla superficie del storico, nella sua spiritualità
mondo, orfano di ogni esprime l’intera storia
metafisica passata dell’umanità: questa
è la felicità

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IL SUPERUOMO
L’uomo è un cavo teso tra la bestia e il superuomo

Il superuomo sta al di là E’ l’eroe affermatore animato Ha l’indifferenza di chi è al


dell’uomo presente, come da un fatalismo gioioso e di là del bene e del male, è
quest’ultimo sta fiducioso, ma è dotato anche l’uomo insieme del grande
attualmente al di là della di un pessimismo coraggioso amore e del grande
scimmia che lo rende in grado di non disprezzo, l’uomo che
chiudere gli occhi anche di salverà l’umanità dal
fronte alla verità più orribili nichilismo

Superuomo
come figura
mitica

E’ innanzitutto uomo di questo mondo, che sa


dire di sì alla vita sapendo che non c’è nulla al
di là di essa.
La grandezza del superuomo sta nel saper
accettare la vita come “transizione e tramonto”

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La nascita della tragedia: il “dionisiaco” e l’”apollineo”
Ne La nascita della tragedia Nietzsche mostra come la società greca presocratica
abbia amato l’ebbrezza della vita, il coraggio dinanzi al fato minaccioso,
l’affermazione dell’esistenza. Nietzsche rovescia così l’interpretazione romantica
della civiltà greca. Di qui la famosa distinzione tra spirito “dionisiaco” e spirito
“apollineo”. Il primo è rappresentato dal dio Dioniso, simbolo dell’energia vitale,
della sensualità, degli istinti ebbri di vita, in cui umanità e natura convergono. Il
secondo è rappresentato dal dio Apollo, simbolo della moderazione, della misura
e dell’equilibrio, grazie al quale le arti rappresentative traducono il mondo in
termini di limpidezza plastica e proporzionalità. Le due forme spirituali non sono
necessariamente inconciliabili: anzi, l’arte greca deve il suo particolare fascino
proprio al concerto di entrambi. Ma quando il tragico Euripide volle eliminare
dalla tragedia stessa, l’arte greca per eccellenza, lo spirito dionisiaco, per
introdurvi motivi morali ed intellettualistici, è nata la “superficialità”
razionalistica classica. Socrate e Platone sarebbero i sintomi del decadimento,
della dissoluzuione greca, anzi sarebbero egli stessi degli anti-greci.
Socrate, in particolare, avrebbe odiato la vita, dato che preferì morire; il suo
spirito era anti-dionisiaco: con lui si sarebbe aperta una fase di decadenza che solo
un quivoco clamoroso ha potuto mistificarla come “miracolo greco”.
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Luigi Pirandello
E’ noto come Pirandello sia stato uno dei pochi scrittori
moderni a non aver trasmesso alcun mito letterario. Ha voluto
piuttosto comunicare alcuni dei più aspri motivi del
risorgente conflitto spirituale nell’uomo contemporaneo ed ha
voluto indagare l’uomo, ma rimuovendo quella maschera
sociale, fatta di ipocrisie e convenzioni, che nasconde la sua
angoscia esistenziale, la sua vanità, la sua tragica
inconsistenza, ma che nel contempo ne soffoca l’aspirazione
alla libertà e ad una vita più autentica

Vita Dal verismo


ed opere al relativismo L’umorismo

La visione
www.matura.it Il fu
Il pessimismo del mondo Mattia Pascal
Pirandello: vita ed opere
Luigi Pirandello nacque nel 1867 presso Girgenti da una famiglia di agiata condizione borghese e di tradizioni risorgimentali e garibaldine.
Studiò Lettere all'università di Roma e si laureò in Filologia romanza all'università di Bonn; durante gli studi iniziò la sua produzione
letteraria, scrivendo poesie ed una tragedia.

Si trasferì a Roma dove visse grazie ad un assegno concessogli dal padre ed alle sue collaborazioni per varie riviste; sposò Maria Antonietta
Portulano e diventò docente di ruolo.

Nel 1903 la condizione economica e familiare cambiò completamente a causa di un allagamento della miniera di zolfo dove il padre aveva
investito tutto il suo patrimonio e la dote della nuora. Maria Antonietta, appreso il fatto, ebbe una crisi, complicata dalla fragilità del suo
equilibrio psichico, che la fece sprofondare irreversibilmente nella follia. Da questo momento in poi la convivenza con la moglie, ossessionata
da una patologica gelosia, costituì per Pirandello un continuo tormento; fu inoltre costretto dalla mutata condizione sociale ad intensificare la
sua produzione di novelle e romanzi, per trarre sostentamento per sè e per la sua famiglia.

Pirandello lavorò anche in ambito cinematografico, allora agli albori, e teatrale.

La Grande Guerra, vista inizialmente in maniera positiva da Pirandello per le sue posizioni patriaottiche, gli provocò ulteriori dispiaceri: il
figlio venne fatto prigioniero dagli austriaci e la malattia mentale della moglie, provata da un tale dispiacere, si aggravò a tal punto da
costringerlo a farla ricoverare in una casa di cura dove ella restò fino alla morte.

Nel primo dopoguerra il teatro di Pirandello ebbe fortuna sia in Italia, sia all'estero, ciò gli permise di lasciare la cattedra universitaria, di
vivere una vita più agiata e di dedicarsi interamente al teatro, seguendo le compagnie nelle loro tournées. In seguito venne nominato direttore
del Teatro d'Arte a Roma, cosa che gli fu possibile grazie all'appoggio da parte del regime, dopo la sua iscrizione al partito fascista.

Nei confronti del regime, Pirandello ebbe sempre un atteggiamento ambiguo: se da un lato lo appoggiava in quanto garante dell'ordine,
dall'altro il suo spirito antiborghese ne scopriva l'affermazione di una genuina energia vitale che spazzava via le forme fasulle e soffocanti della
vita sociale dell'Italia postunitaria; in un secondo tempo però si rese conto del carattere di vuota esteriorità del regime che lo portò ad
accentuare il suo distacco, pur evitando qualsiasi tipo di rottura e di dissenso.

Negli ultimi anni si adoperò alla pubblicazione organica delle sue opere in numerosi volumi; ottenne il premio Nobel per la letteratura.
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Si ammalò di polmonite e morì nel 1936.
Pirandello: dal verismo al relativismo
L’ordine positivo delle cose si
rivela contraddittorio rispetto
ad una realtà psicologica
complessa e profonda, L’impossibilità di una
La realtà si frantuma nella
caratterizzata dalla molteplicità rappresentazione oggettiva
molteplicità dei punti di vista
dei punti di vista e delle della realtà
opinioni, dalla complessità dei
sentimenti e delle sofferenze
individuali

RELATIVISMO che rivela la


Esaurimento della crisi definitiva di conoscenza
stagione del Positivismo della ragione

Crisi d’identità dell’individuo borghese


che, schiacciato dai processi di
massificazione della società, oppresso dai
meccanismi spersonalizzati, impaurito dal
crescente potere delle “folle”, si sente perso
in quell’immenso vuoto quale ormai gli
appare una società che non gli permette più
www.matura.it di aver alcun ruolo determinante
Pirandello: l’umorismo

Pirandello vede nell’umorismo


il modo di rappresentare la
contraddittorietà del reale

“coi capelli ritinti…tutta


imbellettata e parata d’abiti
giovanili” L’umorismo scalza ogni
illusione, consentendo di
La comicità, suscitando il
“mettere a nudo il
riso, è qualcosa
personaggio” e di evitare
d’immediato e superficiale
ogni atteggiamento
L’umorismo si ferma a d’inutile e vuota retorica
riflettere fa nascere il
Umorismo ≠ comicità: la “sentimento del contrario”
comicità registra il
contrario, l’umorismo si
basa sul sentimento del
contrario

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Pirandello: la visione del mondo
Nuova concezione
dell’uomo:esso tende
a fissarsi in una Ciascuna di queste forme è
Concezione forma individuale, una costruzione fittizia, una
vitalistica: tutta la che però è solo un “maschera” che l’uomo Frantumazione
realtà è vita, illusione s’impone e che gli impone il dell’io in un insieme
perpetuo contesto sociale; sotto questa di stati incoerenti in
movimento vitale, non c’è nessuno, c’è solo un continua
L’uomo crede di
flusso continuo. fluire indistinto ed incoerente trasformazione
essere uno, per sé e
di stati in perenne
per gli altri, in realtà
trasformazione
è tanti individui
diversi

Critica alla famiglia,


Pessimismo definita come prima
pirandelliano “trappola” Rifiuto delle forme
totale: la critica è della vita sociale, Sentimento di smarrimento
puramente che impongono e dolore nei personaggi
negativa e non all’uomo pirandelliani
propone “maschere”
alternative La seconda “trappola” è
quella economica

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Il pessimismo di Pirandello
Drammatica ed
alienata condizione
Impossibilità di dell’uomo
conoscere se stesso da contemporaneo
parte dell’uomo
Condizione di
Inevitabile sconfitta cui
inautenticità in
Illusione folgorazione di ciascuno è destinato
questa società, in
libertà, ma nient’altro che cui l’uomo è
l’illusione di un istante costretto a vivere i
suoi rapporti con
gli altri e persino
con se stesso

Dura requisitoria contro la vita e atto di accusa contro le


condizioni di alienazione e di solitudine tipiche della
società borghese contemporanea
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Il fu Mattia Pascal

Percorso di formazio
Trama ne del personaggio Conclusione del roma
nzo

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Trama
Il romanzo si apre con un lungo racconto sulla giovinezza di Mattia Pascal: sfaccendato
bibliotecario di un ipotetico paesino ligure, egli infatti vive una giovinezza fortuita e imprevista.
Il suo stesso matrimonio risulta essere imprevisto, cui finisce obbligato dalla sua eccessiva
disponibilità alle evenienze del caso. E sarà ancora il caso a sottrarre Mattia alle odiate moglie
Romilda e suocera vedova Pescatore: un eccezionale vincita a Montecarlo e poi, uno sbaglio di
cadavere nel quale egli viene riconosciuto, lo rendono improvvisamente ricco e "libero". Mattia
decide infatti di non ritornare più a casa e di rinascere come Adriano Meis. Dopo un lungo
viaggiare, Adriano decide di sostare a Roma dove decide di affittare una camera in una casa. Qui
fa la conoscenza di Anselmo Paleari, padrone di casa, Terenzio Papiano, suo cognato, Adriana,
la figlia, e della signorina Caporale, altra inquilina. Adriano si innamora subito di Adriana con la
quale ha anche una piccola relazione e intanto si fa operare all'occhio strabico per eliminare
l'imperfezione. Durante il suo soggiorno a Roma però, Adriano scopre a poco a poco gli
svantaggi di questa sua apparente "libertà": prima decide di comprarsi un cagnolino ma poi
pensando alla tassa che avrebbe dovuto pagare rinuncia all'acquisto, poi subisce un furto ma non
lo può denunciare essendo lui anagraficamente morto, infine viene sfidato a duello ma non vi
può partecipare. Tutto ciò alla fine contribuisce a spingere Adriano Meis a uccidersi per ritornare
ad essere il vecchio Mattia Pascal. Tornato a Miragno, quindi, tra la sorpresa dei parenti, scopre
che la moglie si era risposata e aveva avuto una figlia: così, pur avendo la possibilità di
riprendersi la moglie e di far annullare il matrimonio decide di lasciar perdere e rimanere in
quella condizione in cui era, né vivo né morto.
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Processo di formazione di Mattia Pascal
SITUZIONE INIZIALE: Mattia cerca di rompere con la Mattia non si accontenta di vivere
Mattia, piccolo borghese fuga il meccanismo che lo libero da ogni “forma” limitante,
prigioniero di una “trappola” imprigiona. Per due fatti immerso nel flusso contino della vita:
sociale, costituita da una famiglia fortuiti si trova di colpo, come non è ancora all’altezza di elevarsi ad
oppressiva e da un lavoro frustante miracolosamente, libero una superiore posizione “filosofica”

L’identità falsa rivela in La seconda identità è Dopo aver perso la sua identità
modo traumatico a Mattia peggiore della prima decide subito di crearsene
la verità sull’inconsistenza
perché non presenta i un’altra: è troppo attaccato al
dell’io, si sente come
vantaggi connessi con comune concetto d’identità, e
un’ombra inconsistente
l’identità normale persino alla “trappola”

Tornato a casa si rende Completa assunzione di


Mattia decide di tornare conto di non poter consapevolezza , per cui Mattia
alla sua identità rientrare nella vecchia Pascal diviene veramente l’eroe-
originaria “forma”: ora l’eroe non coscienza, il “filosofo”
superiore, che ha compreso come
può più avere alcuna
l’identità non esista
identità

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Conclusione de Il fu Mattia Pascal

Anche la conclusione del Fu Mattia Pascal potrebbe essere dotata di un


“succo” o, come dice Pirandello di un “frutto” che sarebbe possibile
“cavarne”. A prima vista la morale del romanzo potrebbe sembrare
quella enunciata da Don Eligio: fuori dalle convenzioni sociali è
impossibile vivere. In realtà, la conclusione è diversa, come si può
vedere dalla risposta del protagonista all’amico. Se è vero che Adriano
Meis ha sperimentato che fuori da un assetto sociale è impossibile
vivere, è anche vero che il “fu” Mattia Pascal ha imparato a non vivere,
o a vivere come “fu”, in una condizione di totale estraneità alla vita.
Mentre Adriano Meis aveva ancora l’illusione di poter “vivere, vivere,
vivere”, come esclamava a un certo punto, il “fu” Mattia Pascal ha
rinunciato a tale autoinganno. E infatti risponde a Don Eligio di non
essere affatto rientrato nella legge e nello stato civile;nnè
evidentemente, vuole rientrarvi. Dichiara inoltre di non saper proprio
dire chi egli sia, cioè di non conoscere la propria identità. Ha intuito,
infatti, che un’identità vera non esiste, né, d’altra parte, può essere
conferita da norme sociali false e inautentiche che riducono l’uomo a
un nome e a una maschera.
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I terremoti
scosse scale sismiche Registrazione
•sussultorie delle onde
sismiche
•ondulatorie
Mercalli Richter

•empirica •oggettiva

•12 gradi •calcolo della


magnitudo

Zone sismicamente attive

dorsali oceaniche sistemi arco-fossa faglie zone orogenetiche

Le onde sismi
che
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Le onde sismiche

generate da

provenienti
tensioni
delle rocce

dall’ipocentro dall’ipocentro dall’epicentro

P (prime) S (seconde) superficiali

•più veloci •Velocità costante


•meno veloci
•si propagano in solidi e
•si propagano solo nei
liquidi solidi
•sono onde longitudinali
•sono onde trasversali

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Ipocentro ed Epicentro

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Faglie

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Seneca
… Questa contraddittorietà, espressa i uno stile
inquieto e “drammatico”, la non sistematicità del
pensiero filosofico, il carattere esistenzialistico
della sua riflessione, il suo umanesimo
disarmonico e post-classico, fanno di Seneca “lo
scrittore più moderno della letteratura latina”…

Vita ed oper Epistulae ad Luciliu


e m

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Seneca: vita ed opere
•Nasce a Cordova, città della Spagna di tradizioni repubblicane
•In tenera età si reca a Roma dove studia retorica, accostandosi in seguito alla filosofia sotto la
guida delo stoico Attalo, del neopitagorico Sozione e di Papiro Fabiano
•Da questi maestri eredita l’impronta ascetica e austera della sua filosofia, l’esigenza di esercizi
morali attraverso i quali educare la volontà, la pratica dell’esame di cowscienza, l’interesse per gli
studi naturalistici
•Dopo aver trascorso alcuni anni in Egitto, torna a Roma dove ottiene la questura e acquistò vasta
rinomanza per la sua abilità oratoria
•Nel 41 fu condannato alla relegatio in Corsica dove rimase per 8 anni e nel 49 torna a Roma
•Ebbe l’incarico di provvedere all’educazione di Nerone e con la successione di quest’ultimo alla
guida dell’impero Seneca assunse il ruolo di consigliere del principe
•Nel 62 si ritira a vita privata, non volle più affollamento di visitatori
•Nel 65 venne scoperta la congiura pisoniana e Seneca accolse l’ordine di morire con fierezza e
serenità
•Fu una personalità controversa per l’incoerenza fra le austere dottrine professate e le ricchezze
accumulate senza scrupoli e nell’attività politica, per i compromessi attuati all’epoca del principato
neroniano, ma anche per la doppiezza e l’opportunismo mostrati negli anni precedenti
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Epistulae ad Lucilium

Ridotto al silenzio politico Seneca è costretto a riflettere sul rapporto fra vita contemplativa e vita attiva: che cosa deve fare
il saggio quando è costretto a vivere in uno Stato “dove la guerra civile è senza sosta, dove la libertà è fatale ai migliori, si fa
pochissimo conto del giusto e dell’onesto, dove vi è una crudeltà disumana verso i nemici, e una certa ostilità anche nei
riguardi dei cittadini? Anche questo Stato il saggio eviterà” (De otio8, 2). Nelle epistulae ad Lucilium il saggio si è ritirato
dal mondo per dedicarsi al perfezionamento interiore. Il suo destinatario non sono più i contemporanei, ma i posteri, cui il
filosofo si rivolge come una guida spirituale al fine di assicurare la tranquillità dell’animo.

Epistulae morales ad L
ucilium,www.matura.it
104
Epistulae morales ad Lucilium, 104
Quid per se peregrinatio prodesse cuiquam potuit? Non voluptates illa temperavit, non cupiditates
refrenavit, non iras repressit, non indomitos amoris impetus fregit, nulla denique animo mala eduxit.
Non iudicium dedit,non discussit errorem, sed ut puerum ignota mirantem ad breve tempus rerum
aliqua novitate detinuit. [14] Ceterum inconstantiam mentis, quae maxime aegra est, lacessit,
mobiliorem levioremque reddit ipsa iactatio. Itaque quae petierant cupidissime loca cupidius deserunt
et avium modo transvolant citiusque quam venerant abeunt. […]
Quamdiu quidem nescieris quid fugiendum, quid petendum, quid necessarium, quid supervacuum, quid
iustum, quid iniustum, quid honestum, quid inhonestum sit, non erit hoc peregrinari sed errare.

Un viaggio di per sé che giovamento ha mai potuto dare? Non modera i piaceri, non frena le passioni,
non reprime l’ira, non fiacca gli indomabili impulsi dell’amore, insomma non libera l’anima da nessun
male. Non rende assennati, non dissipa l’errore, ma ci attrae temporaneamente con qualche novità
come un bambino che ammiri cose sconosciute. Rende, invece, lo spirito, già gravemente infermo,
ancora più incostante, e questo agitarsi lo fa diventare più instabile e volubile. E così gli uomini
abbandonano con più smania quei posti che avevano tanto smaniosamente cercato, li oltrepassano a
volo, e se ne vanno più veloci di quanto erano venuti. […]
Ma fino a quando ignorerai che cosa si deve fuggire, che cosa ricercare, che cosa è necessario o
superfluo, giusto o ingiusto, questo non sarà viaggiare, ma vagabondare.
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James Joyce

Biography Dubliners
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Joyce: biography

Joyce, James Augustine Aloysius (1882-1941), Irish novelist and poet, whose psychological
perceptions and innovative literary techniques, as demonstrated in his epic novel Ulysses,
make him one of the most influential writers of the 20th century. Joyce was born in Dublin
on February 2, 1882, the son of a poverty-stricken civil servant. He was educated at Jesuit
schools, including University College, Dublin. Raised in the Roman Catholic faith, he broke
with the church while he was in college. In 1904 he left Dublin with Nora Barnacle, a
chambermaid whom he eventually married. They and their two children lived in Trieste,
Italy, in Paris, and in Zürich, Switzerland, meagerly supported by Joyce's jobs as a
language instructor and by gifts from patrons. In 1907 Joyce suffered an attack of iritis, the
first of the severe eye troubles that led to near blindness. After 20 years in Paris, early in
World War II, when the Germans invaded France, Joyce moved to Zürich, where he died on
January 13, 1941

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Joyce: Dubliners
Although all set in Dublin and focused upon the themes of death,
disease and paralysis throughout, Dubliners is a collection of short
stories only interconnected by symbols and moods. They are not as
bleak as their themes suggest, at least not in all cases, and are often
heartening in their subtle evocations of experience common to all. The
collection was published after numerous hassles from publishers and
almost a decade after they were written, in 1914. It is hard now to see
the innovation in Joyce’s construction of stories that are not based on
the contrived set-ups familiar from nineteenth century short stories
(Maupassant, Poe etc) and the way in which he avoids precise
beginnings or ends to present instead an ‘epiphany’ or spiritual
awakening. The Dublin portrayed in the short stories is usually grimy
and full of cynical and indecent individuals. From this gleam a few
thinking individuals who the author seems to side with. They are
generally the sensitive or young ones, and the adult world is often seen
as foolish, futile and unpleasant (see "The Boarding House" or "Ivy
Day in the Committee Room"). These stories are easily Joyce’s most
accessible works, and their vision of a composite life created around a
chronological sampling of Dublin lives from youth to age is still both
amusing, moving and serious.

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