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Pierre Bourdieu (1930-

2002)
«Il compito della sociologia è quello di portare alla luce
le strutture più nascoste dei vari mondi sociali
che costituiscono l’universo sociale e di evidenziare
i meccanismi che tendono a garantirne la riproduzione e
la trasformazione» (2002)
• Il sociologo è colui che trova i mezzi per portare alla luce cose
che nessuno vuol sapere…Io ho voluto essere qualcuno che
contribuisce a fornire strumenti di liberazione. Io mi vedo così,
mentre le persone che vi parlano di libertà libertà libertà sono
personaggi da teatro che dicono andiamo andiamo andiamo e
restano fermi…(2002)
Cenni
biografici
• Nasce in una umile famiglia nella profonda provincia francese
• La sua iniziazione intellettuale avviene in Algeria, dove scopre
lo ‘sfasamento’ tra presente e passato cognitivi

• «Don Chisciotte è colui il cui habitus corrisponde a uno stato


passato dell’ordine sociale e che perpetua delle disposizioni
che girano a vuoto. C’è un Don Chisciotte in tutti i vegliardi:
il brontolio dei vegliardi è la nostalgia di un ordine
scomparso nel quale l’habitus era come un pesce
nell’acqua e,
inversamente i momenti del buonumore, dell’euforia sono i
momenti in cui vi è una coincidenza tra l’habitus e il
mondo, ossia quando il mondo risponde immediatamente
alle attese dell’habitus»
Cenni
biografici
• Dal Centre de sociologie historique al centro di sociologie
europeenne: rottura con Aron
• Fondazione degli Actes de la recherce en sciences sociales
(1970) e di diverse collane
• Impegno politico
Punti di
forza
I punti di forza del lavoro di
• L’ANTIDUALISMO (l’aspirazione
Bourdieu sono: a superare le opposizioni dualiste)
• SINTETICITÀ (superamento delle tradizionali divisioni di
• natura disciplinare)
• VISIONE CONFLITTUALE DELLA SOCIETÀ
Sociologia e
storia
• «La separazione tra sociologia e storia mi pare disastrosa e
totalmente priva di giustificazione epistemologica: ogni
sociologia deve essere storica e ogni storia sociologica. Una
delle funzioni della teoria dei campi da me proposta è di far
sparire la contrapposizione tra riproduzione e trasformazione,
tra statica e dinamica, o tra struttura e storia»
Intento conoscitivo
L’intento conoscitivo che anima il progetto scientifico
di Bourdieu è quello di elaborare una
SCIENZA DELLA PRATICA DELL’UOMO attraverso
la quale condurre una rigorosa
analisi critica del dominio.

Bourdieu centra la sua analisi sulla


GENEALOGIA DELLE FORME DI DOMINIO.
• «Mi sembra che non si possano comprendere appieno i
rapporti di forza fondamentali dell’ordine sociale senza far
intervenire la dimensione simbolica di questi rapporti: se i
rapporti di forza fossero solo rapporti di forza fisici, militari o
anche economici, è probabile che essi sarebbero infinitamente
più fragili e molto facili da invertire»
Dal modello alla
strategia
STRATEGIA (condotte orientate dai fini, pur non
essendo consapevolmente dirette ad essi).

Teoria della pratica


(Le sens pratique, 1976)
H
A
BI
T
U
S
L’habitus

Bourdieu usa la nozione di habitus per indicare


quel sistema di disposizioni interiorizzate che hanno
il compito di mediare tra le STRUTTURE OGGETTIVE
e le STRUTTURE INTERIORIZZATE dagli attori
sociali sotto forma di “senso pratico”.
L’habitus
è:di schemi di percezione, di valutazione e
“Sistema durevole e trasferibile
di azione, prodotto dal sociale che si istituisce nei corpi, l’habitus è una
struttura strutturata: possiede, cioè, un legame di dipendenza
dal mondo sociale. Ma è anche una struttura strutturante, perché organizza
le pratiche e la percezione delle pratiche” (P. Bourdieu, La distinzione.
Critica sociale del gusto, Il Mulino, Bologna 1979, p. 191).

• PRODOTTO DELLA STORIA, L’HABITUS PRODUCE A SUA VOLTA LA


STORIA
• «Storia incorporata fatta natura, e perciò dimenticata
in quanto tale, l’habitus è la presenza agente di tutto
il passato di cui è il prodotto».
Esempio
• ESEMPIO.
• «Chi è cresciuto nel benessere, nella ricchezza economica e
culturale, in relativa sicurezza e libertà, svilupperà non solo un
altro gusto, ma anche un altro rapporto col mondo rispetto a
chi si è dovuto confrontare fin dall’infanzia con la miseria e la
necessità, a chi non ha conosciuto i prodotti culturali legittimi
e il modo legittimo di rapportarsi ad essi, in una situazione di
costante insicurezza sociale, costretto ad abbassare lo sguardo
e a tacere in presenza di persone influenti e potenti».
• B. Krais, G. Gebauer, Habitus, 2002/2009, pp. 40-41.
L' habitus è «una specie di senso pratico di ciò che va fatto in
una situazione data – quello che, nello sport, si chiama senso
del gioco, l’arte di anticipare il futuro del gioco inscritto e
tratteggiato nel suo stato presente».
P. Bourdieu, Ragioni pratiche, Bologna, Mulino, 1995, p. 45.
«Se la peculiarità della pratica è, come sostiene Bourdieu, quella di
obbedire a “una logica che si realizza direttamente nella
ginnastica del corpo”, senza passare per la coscienza discorsiva e
l’esplicitazione riflessiva, allora ci sono poche attività più
“pratiche della boxe”».
L. Wacquant, Anima e corpo, DeriveApprodi, Roma, 2002, pp. 60-
62.
Il pugilato è un «sapere pratico fatto di schemi immanenti alla pratica.
Ne consegue che l’insegnamento delle regole che fanno il pugile
si riduce essenzialmente ad un processo di educazione del corpo (…), in cui –
come scrive Bourdieu – “il lavoro pedagogico ha la funzione di sostituire al
corpo selvaggio un ‘corpo assuefatto’, vale a dire temporalmente
strutturato”
e fisicamente rimodellato secondo le esigenze specifiche del campo».
«Ogni gesto, ogni postura del corpo possiede un’infinità di proprietà
specifiche, minimali e invisibili agli occhi di chi non abbia le categorie di
percezione e valutazione appropriate».
L. Wacquant, Anima e corpo, DeriveApprodi, Roma, 2002, pp. pp. 60-62 e 104-
106.
«La padronanza teorica ha scarsa rilevanza fino a quando il
gesto non è stato iscritto nello schema corporeo: e solo dopo
essere stato assimilato attraverso l’esercizio fisico ripetuto
ad nauseam il colpo diventa a sua volta completamente
chiaro all’intelletto. C’è di fatto una comprensione del
corpo che supera – e precede – la piena comprensione
visiva e mentale.»
.
«La semplice sincronizzazione dei movimenti nel tempo e la prossimità fisica
dei pugili nello spazio fanno sì che si vedano in ogni momento
dei corpi in azione. Questo sostegno visivo e auditivo permanente
genera uno stato di “effervescenza collettiva”, del tutto simile
all’eccitazione frenetica delle grandi celebrazioni totemiche
aborigene, che ha l’effetto di facilitare l’assimilazione dei gesti contribuendo
a far cadere le inibizioni, a “rilassare il corpo” e a rinvigorire le energie».
.
«La conoscenza che i pugili acquisiscono del funzionamento del loro
corpo, l’appercezione pratica che hanno dei propri limiti, delle carte da
giocare e dei punti deboli della loro anatomia (…), il comportamento
e la tattica adottati sul ring, il programma di allenamento, le regole di
vita da seguire» non derivano da un calcolo razionale preventivo,
costituiscono piuttosto «una specie di “scienza concreta” del
proprio corpo, delle sue potenzialità e delle sue debolezze, estratta
dall’allenamento quotidiano e dalla terribile esperienza di essere
colpito e di colpire a ripetizione».
L. Wacquant, Anima e corpo, DeriveApprodi, Roma, 2002, p. 113.
I significati delle PRATICHE sono forniti da un
duplice livello di determinazione:

LE DISPOSIZIONI
inscritte nell’habitus

LA POSIZIONE
occupata nello spazio
sociale
Il
campo
Il concetto di “campo” consente a Bourdieu di pensare l’oggettività
di quel mondo sociale che gli individui interiorizzano.

“Il campo è una rete di relazioni oggettive


(di dominio o di subordinazione) tra posizioni.
Ogni posizione è oggettivamente definita in base
alla sua relazione oggettiva con altre posizioni”
(P. Bourdieu, Le regole dell’arte. Genesi e struttura del campo
letterario,
Saggiatore, Milano 2005, p. 307).
• Il campo, funzionante come un campo magnetico, è
allo stesso tempo un campo di lotte e un campo da
gioco. Un campo di lotte in quanto al suo interno gli
agenti sociali lottano per la «conservazione o la
trasformazione della configurazione» del campo.
Vale a dire, gli agenti lottano sfruttando il più
possibile i loro capitali per vincere la battaglia
interna al gioco del campo.
• È inoltre un campo da gioco: entrare in un campo
implica il riconoscimento della legittimità del suo
funzionamento (le regole del gioco) e la
disposizione (illusio) ad un investimento materiale e
corporeo per la conquista della posta in gioco.
A sua volta, la POSIZIONE di ciascun individuo nello
spazio sociale è definita:

• dal VOLUME complessivo di CAPITALE


posseduto
• Dalla COMPOSIZIONE di tale CAPITALE

Ciò che definisce la struttura del campo è lo stato


dei rapporti di forza tra coloro che vi sono coinvolti
METAFORA DEL GIOCO
(poste in gioco e illusio)
Il
capitale
Indica ogni genere di RISORSA che permette

di appropriarsi dei PROFITTI che derivano dall’essere situato


in un campo specifico .
ECONOMICO

SOCIALE

CULTURAL
E

SIMBOLICO
• Capitale economico: reddito, beni materiali.
• Capitale culturale: incorporato: l’insieme delle
disposizioni nei confronti degli oggetti culturali;
oggettivato: i beni culturali posseduti
(biblioteche, opere d’arte, strumenti scientifici,
ecc.); istituzionalizzato: il titolo di studio.
• Capitale sociale: «l’insieme delle risorse
potenziali o attuali che sono connesse al possesso
di una rete durevole di relazioni»..
• Capitale simbolico: è la forma che ognuna delle diverse
specie di capitali «può assumere quando viene vista
attraverso categorie di percezione che (…) non colgono
l’arbitrarietà del suo possesso e accumulo».
• Capitale statuale: è una «specie di metacapitale che
conferisce potere sulle altre specie di capitale e su chi le
detiene».
Nozione di capitale
simbolico
• Nel suo pensiero, ogni proprietà individuale e collettiva può
costituire una forma di capitale, dal momento in cui funziona
come un fattore distintivo: il colore della pelle, la religione,
sono forme di capitale, risorse cui, secondo la configurazione
sociale, è riconosciuto più o meno valore.

• Il valore delle proprietà (o del capitale) dipende dalla storia


e dallo stato del mercato in cui gli individui si trovano a
competere. Quindi non è la proprietà in sé che funziona come
un capitale, ma il modo in cui è socialmente percepita.
• Il simbolico nel linguaggio di Bourdieu è fondamentalmente
questo: il senso e il valore che le cose assumono per i soggetti.
• Per questo la lotta intorno al simbolico, intorno alla
rappresentazione della realtà, è fondamentale, anche nei
conflitti apparentemente materiali. Perché l’economia ci
appaia importante, perché la borsa funzioni, bisogna che
qualcuno creda nei titoli in borsa, che qualcuno investa.
Economico e simbolico sono sempre imbricati, non c’è
fenomeno che sia solo materiale.
• I rapporti umani sono sempre, al tempo stesso, rapporti di forza e
rapporti di senso.

Bourdieu parla di capitale simbolico: ogni proprietà sociale nel
momento in cui le è riconosciuto un valore è fonte di capitale
simbolico.
• Per esempio, il capitale simbolico specifico di uno scrittore è il
prestigio che gli riconoscono critici autorevoli; nel campo
dell’astrofisica, il prestigio che un ricercatore ha agli occhi dei
suoi pari.
• La lotta sociale, anche quando appare motivata da un interesse
materiale, è sempre, al tempo stesso una lotta per il riconoscimento
sociale, per sentirsi giustificati di esistere come si è.
• E questo riconoscimento non è distribuito a caso. Dipende dalla
composizione e dal volume del capitale globale di cui si dispone.
Quindi il capitale simbolico è un po’ come la posta
fondamentale di
tutte le relazioni umane.
Sistema teorico integrato
È l’incontro tra DISPOSIZIONE e POSIZIONE che
genera la pratica:

(habitus) (capitale) + CAMPO


→ PRATICA

L’habitus dà forma alle pratiche “dall’interno”,


il campo struttura l’azione sociale da “fuori”
• La disposizione strategica di un giocatore (cioè il suo habitus)
dipende «non solo dal volume e dalla struttura del suo capitale
nel momento considerato e dalle chances nel gioco (…) [cioè
nel campo] che quelle risorse gli consentono, ma anche
dall’evoluzione nel tempo del volume e della struttura del suo
capitale, cioè dalla traiettoria sociale e dalle disposizioni
(habitus) che si sono venute a costituire nel rapporto
prolungato con una certa struttura oggettiva di chances».
• Le strategie dei giocatori possono essere le più
differenti:
• A) possono giocare in modo conforme al gioco,
rispettandone le regole tacite e riproducendo così
le conformità inscritte nel gioco.
• B) possono lottare per trasformare «parzialmente
o totalmente le regole immanenti del gioco»,
cambiando «per esempio il valore relativo dei
gettoni, il tasso di cambio tra le diverse forme di
capitale», ecc.
La violenza
FORME SIMBOLICHE simbolica
DEL POTERE: capacità dei sistemi di significazione
di sancire, rafforzare e perpetuare le relazioni di oppressione
e di sfruttamento.

“ La violenza simbolica […] è quella forma


di violenza che viene esercitata su un agente
sociale con la sua complicità […]
Chiamo “misconoscimento” il fatto di
accettare quell’insieme di presupposti
fondamentali, pre-riflessivi, che gli agenti fanno entrare
in gioco per il semplice fatto di prendere il mondo
come ovvio” (P. Bourdieu, Il dominio maschile, Feltrinelli, Milano, p.
129).
Violenza
simbolica
• violenza intesa come coercizione che si instaura per mezzo
dell’adesione che i dominati non possono non accordare ai
dominanti, dal momento che essi non dispongono per
relazionarsi al dominante che di strumenti di conoscenza che
essi hanno in comune, e che non essendo altro che le forme
incorporate delle strutture della relazione di dominazione,
fanno apparire tale relazione come naturale.
• L’aggettivo simbolico indica una violenza dolce, insensibile,
invisibile per le sue stesse vittime, che si esercita
essenzialmente per le vie puramente simboliche della
comunicazione e della conoscenza
Ancora sulla violenza
simbolica
• «Di tutte le forme di persuasione occulta la più implacabile è
quella esercitata semplicemente dall’ordine delle cose»

• Sostituisce la repressione con la seduzione, la forza pubblica


con le pubbliche relazioni, l’autorità con la pubblicità, la
maniera forte con la maniera dolce, e ottiene l’integrazione
simbolica delle classi dominate più con l’imporre bisogni
che inculcando norme
L’esercizio della violenza
nella società
simbolica
contemporanea
SISTEMA EDUCATIVO
(teoria della riproduzione)
GUSTO ESTETICO
(non differenze di natura, ma differenza di cultura)
STATO
(banca centrale del capitale simbolico)
Il mondo
sociale…
• Il mondo sociale è invisibile: relazione tra professore e
studente: Rapporto di dominio invisibile
• Testo che raccoglie, sotto forma di intervista, una serie di
espressioni e illustrazioni della sociologia di Bourdieu (campo,
habitus, capitale, Stato ecc.)

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