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Department
Department of
of Neurological
Neurological and
and Psychiatric
Psychiatric Sciences
Sciences
MIOPATIE
Caratteristiche cliniche:
Esordio verso i 5 aa (3-5 aa).
Debolezza progressiva ai cingoli
Impossibilità alla deambulazione dopo i 12 anni
Cifoscoliosi
Insufficienza respiratoria nel II-III decennio
Altri sistemi interessati:
Cardiomiopatia
Deficienza mentale (lieve)
PATOGENESI
Il gene della distrofina, ha la
caratteristica di essere il più grande
finora identificato nel genoma dei
mammiferi. Il gene si estende per più
di 2,3 milioni di basi lungo il
cromosoma X, una lunghezza che
richiede 16 ore per essere trascritta in
una singola molecola di mRNA!
Soltanto circa lo 0,6 per cento del
gene codifica effettivamente per
aminoacidi, mentre il restante 99,4 per
cento consiste in introni non
codificanti.
La proteina codificata dal gene
distrofina è localizzata nello scheletro
della membrana delle cellule
muscolari striate. Le molecole di
distrofina sono dimeri bastoncellari
posti sotto la membrana plasmatica.
Micrografia in fluorescenza di parte di una cellula muscolare scheletrica di
topo marcata con anticorpi contro la distrofina. La localizzazione della
distrofina alla superficie interna della membrana plasmatica è dimostrata
dalle aree colorate in rosso più grandi
A. Distrofia muscolare di
Duchenne che mostra
variazioni di dimensione
delle fibre muscolari,
aumento del tessuto connet-
tivo endomisiale e fibre in
rigenerazione (colore blu).
B. A Western blot appare
l’assenza della banda
relativa alla distrofina nella
DM D, un’alterazione delle
sue dimensioni nella BM D,
in confronto a un controllo
normale.
2. Elettromiografia
3. Biopsia muscolare
L’indizio per l’origine muscolare dei livelli
enzimatici aumentati è che il grado di anomalia
decresce nell’ordine:
CPK>aldolasi>LDH>SGOT>SGPT
Esami di Laboratorio:
CK anche di 200-300 volte nei
primi anni di vita
CK diminuito nelle fasi tardive per
sostituzione del tessuto muscolare
con quello connettivo
1) Movimento percettibile
5) Movimento normale
Infine andrà studiata obiettivamente la fatica, problema
molto importante nelle miopatie, legato a fattori sia
metabolici (accumulo di cataboliti tossici, scarso
anabolismo muscolare), che anatomici (ridotta
perfusione) e neurofisiologici (faticabilità della placca
neuromuscolare).
TERMOTERAPIA
MASSOTERAPIA
KINESITERAPIA
EDUCAZIONE POSTURALE
TERMOTERAPIA E MASSOTERAPIA
standing
La prevenzione delle deformità articolari si avvarrà
anche dell’utilizzo di tutori ed ortesi specifiche (ad
esempio, docce lunghe in materiale termoplastico),
che oltre a contenere e proteggere determinati
distretti corporei, rendano possibile l’esecuzione di
movimenti corretti. Importante sarà anche
l’esecuzione di alcuni esercizi di rieducazione
respiratoria, attiva autoassistita e di resistenza
passiva, finalizzati al recupero della respirazione
diaframmatica e addominale e al potenziamento di
quella costo-basale. In caso di ristagno delle
secrezioni bronchiali, sarà necessario un drenaggio
posturale.
Infine, quando le retrazioni siano gravi e non
superabili mediante trattamento conservativo, si può
decidere, di comune accordo con l’ortopedico ed il
cardiologo, di avviare il paziente ad un intervento
chirurgico (per es.: allungamento del tendine
d’Achille; fasciotomia della benderella ileo-tibiale;
allungamento dei mm.retto, sartorio e tensore della
fascia lata).
TRATTAMENTO RECUPERATIVO PRE e POST
OPERATORIO IN PAZIENTI CON DMD
Ginnastica Respiratoria
L’approccio riabilitativo nella malattia di
Duchenne implica un costante sforzo
dell’equipé riabilitativa fin dalle prime fasi
della malattia (ovvero quelle che
garantiscono al pz un certo grado di
autonomia) e successivamente anche nelle
fasi contraddistinte da un alto grado di
disabilità.
Quindi il trattamento rieducativo non solo
deve essere precoce, ma soprattutto deve
protrarsi nel tempo con caratteristiche
precise di costanza, regolarità ed
adeguandosi necessariamente al grado di
capacità funzionale ed ai “ritmi” del pz,
implicando una valutazione “globale” del
disabile.
La medicina riabilitativa non
può modificare il processo
morboso primitivo, ma si
dimostra efficace nel
permettere di accrescere
l’efficienza delle attività
funzionali quotidiane e di
conservare una capacità
motoria residua utile al
miglior espletamento delle
attività della vita quotidiana.