Filippo Benzoni 3G Alberto Aschieri Anno scolastico 2019/2020 PISANELLO
Pisano Antonio di Puccio, è stato il principale
rappresentante del Gotico internazionale in Italia. Fu abilissimo disegnatore. Uno dei tratti distintivi dell’artista è l’attenzione per il repertorio classico.
Quest’attenzione è ancora improntata alla sensibilità
antiquaria tipica del mondo cortese con un’interpretazione libera dei modelli. Pisanello fu un’artista itinerante: operò a Pavia, alla corte di Ferrara, a Napoli per Alfonso d’Aragona, e a Mantova presso i Gonzaga. Questo affresco si trova sulla parete esterna della Cappella Pellegrini, nella chiesa di Sant’Anastasia a Verona.
Esso si sviluppa sopra l’arco di ingresso e
si compone di due parti: a destra è presente il commiato di San Giorgio, a sinistra l’antro del drago. Sui pilastri posti sotto erano raffigurati Sant’Eustachio e San Giorgio.
Del ciclo però rimane una sola parte; infatti
l’affresco è stato strappato nel 1891 e fu ricollocato nella sua originaria sede verso la fine del Novecento STORIA Il tema è tratto dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine. Si narra che in una città della Libia chiamata Selem, un drago avesse dimora in una caverna presso uno stagno. Il drago aveva il potere di uccidere con il fiato chiunque si avvicinasse e veniva placato con l’offerta di due pecore al giorno. Poiché gli animali scarseggiavano venivano estratti giovani a sorte. Quando toccò alla figlia del re giunse a cavallo San Giorgio, che affrontò il drago e lo ammansì portandolo in città legato alla cintura della fanciulla, prima di ucciderlo. IL SANTO GUERRIERO San Giorgio rappresentò un cavaliere nobile e puro, spinto da spinto da fermi valori morali e dotato di coraggio, perché sorretto dalla fede. Nella sua leggenda rivive la nostalgia per il mondo cortese, raffinato, in un momento storico di notevoli cambiamenti. Tuttavia, Pisanello opera una scelta iconografica che fa pensare a una sorta di storicizzazione del soggetto. Infatti Pisanello non rappresenta lo scontro contro la mostruosa creatura, bensì il tempo che lo precede, ossia il tempo del commiato. Pisanello sceglie di fermare il momento sospeso che precede la battaglia. Il piede sinistro di San Giorgio è già infilato nella staffa, sengo dell’imminente azione, ma il suo volto è trasognato e malinconico: le labbra sono socchiuse e lo sguardo si dirige inquieto oltre l’arcata che suddivide l’affresco, verso il luogo in cui il cavaliere dovrà misurare il suo coraggio;una folta chioma gli cinge il capo, facendosi presagio del suo destino. LA TECNICA Il volto del cavaliere che affianca la principessa testimonia il fatto che nell’opera convivano soluzioni fiabesche e descrizione fedele della realtà. Il giovane è anche caratterizzato dal punto di vista psicologico, infatti mostra tensione e inquietudine. Pisanello utilizza la pittura ad affresco al fine di ottenere risultati di realismo analitico, e ricorre alle incrostazioni metalliche per impreziosire il racconto. I TEMI NATURALISTICI
Un carattere distintivo della cultura figurativa
tardogotica è la presenza di temi naturalistici, dove in quest’opera raggiunge il livello più alto.Gli animali infatti dimostrano, ancora una volta la predilizione dell’autore per le raffigurazioni acute e tratte dal vero della natura.Va ricordato inoltre che la varietà di natura, così come la varietà di invenzioni, era stata un tema caro anche ad altri umanisti, come Guarino Veronese. VERONA(SCRIGNO VERONA(SCRIGNO GOTICO) GOTICO)
La città di Verona è concepita da Pisanello come
un prezioso scrigno: mentre uomini, animali, e singole specie botaniche sono trattati con naturalismo, le architetture appaiono il risultato di un raffinato lavoro di traforo, in cui la componente decorativa prevale sulla descrizione topografica. In questo affresco Pisanello utilizzò PRECISIONE Incrostazioni dorate a rilievo e lamine DESCRITTIVA d’argento, poi incise, il quale rilucevano nelle bardature dei cavalli, nelle armature e nelle spade, nell’abito e nel’acconciatura della principessa, donando particolare ricchezza materica alla rappresentazione. Un’atmosfera lunare doveva caratterizzare il paesaggio, sullo sfondo blu lapislazzulo percorso dai riflessi argentei del cielo, che si facevano lividi presso la grotta del drago. La città sullo sfondo è l’immagine idealizzata di Verona. La composizione risulta frammentata, priva di un centro unificatore, e lo spazio appare irrealistico: ogni elemento vive a se, nella sua esattezza descrittiva.