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Cos un tumore ?
Una proliferazione incontrollata di cellule atipiche Conseguenza di unalterazione a livello del codice genetico Differenza tra le cellule normali e quelle tumorali Aspetto istologicamente diverso Funzione afinalistica Comportamento moltiplicazione indefinita, infiltrazione tessuti circostanti, ripetizione a distanza (metastasi), cachessia neoplastica.
Carcinogenesi
Danni ripetuti e molteplici che colpiscono la cellula, se la cellula non in grado di riparare il danno pu insorgere un tumore maligno Interazioni complesse tra agenti cancerogeni, suscettibilit individuale e diminuzione delle difese organiche La possibilit di individuare tali mutazioni in anticipo consente di prevenire il cancro
Fattori di rischio
Tra i fattori di rischio generali:
1. Et (il rischio aumenta con let) 2. Razza 3. Sesso (ormoni) 4. Geografia 5. Dieta 6. Familiarit (genetici) 7. Ambiente
La cellula neoplastica
Il fenotipo morfologico di una cellula maligna quello di una cellula diversa, ma non totalmente diversa o aberrante; la microscopia elettronica non riuscita a dimostrare differenze eclatanti, se non la occasionale presenza di virus.
La valutazione della potenziale cancerogenicit di agenti per luomo avviene attraverso diversi tipi di studi: Epidemiologici - Si indaga su popolazioni esposte in confronto con gruppi di controllo sicuramente non esposti, o con indici medi della popolazione. Questi studi spesso non portano a conclusioni statisticamente certe e anche quando non emergono differenze tra esposti e non esposti, non possono escludere che la sostanza indagata sia effettivamente cancerogena, ma semplicemente che non stata rilevata una differenza significativa di rischio di cancro tra il gruppo degli esposti e i termini di riferimento. Sperimentali - Si tratta del risultato di studi effettuati su animali da laboratorio e/o in vitro, con metodiche molto diverse, che hanno comunque come risultato una osservazione di casi di tumore su un gruppo di cavie o cellule in vitro esposte in confronto con un gruppo di cavie dello stesso tipo non esposte.
In vitro studies of asbestiform fibrous minerals related to the development of lung disease and cancer
Asbestos
inorganic mineral silicates properties
heat resistance
sub-grouped
serpentine
crysotile
amphibole
amosite crocidolite anthophillite tremolite actinolite
Amphibole
Anthophyllite
Amosite
Tremolite
Actinolite
Serpentine
Crocidolite
Chrysotile
Over the last few years, the awareness of possible health hazards not related to professional exposure to asbestos, but related instead to the back ground of such fibers generated both natural and anthropic events, has been increasing.
CASES OF ENVIRONMENTAL POLLUTION BY MINERAL FIBERS NOT CLASSIFIED AS ASBESTOS ARE BECOMING MORE FREQUENT, IN ITALY AND FOREINGN COUNTRIES, AND NATURAL AND SYNTHETIC FIBERS ARE BECOMING A GROUP OF SUBSTANCES OF POTENTIAL TOXICOLOGICAL AND PUBLIC HEALTH CONCERN.
high levels of cytotoxicity causing a wide variety of respiratory diseases ranging from inflammation and fibrosis to cancer
THE RISK OF DEVELOPING BREATHABLE MINERAL-RELATED LUNG DISEASES OR CANCER VARIES BETWEEN FIBRE TYPES, BECAUSE OF THE VARIOUS PHYSIOCHEMICAL PROPERTIES:
fibre dimensions
fibre structure surface charge ability to generate reactive oxygen species biopersistance
UNDERSTANDING how asbestos-like fibers interact with target cells of diseases (i.e. epithelial, mesothelial, macrophage and fibroblastic cells) how these events contribute to the pathogenesis of diseases are critical to designing preventive and therapeutic approaches to lung and pleural disorders
In an epidemiological study on mortality from malignant pleural neoplasms in Italy, it was found that some subjects who resided in Biancavilla were diagnosed with malignant pleural mesothelioma. These residents had never any relevant exposure to asbestos during their professional life.
A possible cause for fibrous mineral exposure of Biancavilla population was the stone quarries present in Monte Calvario. The materials extracted from the quarries are widely used in the local building industry and contain large quantities of fibrous amphibole.
Approvazione CNMMN dellIMA come nuovo anfibolo approvato in data 31/01/2000 con il numero 2000/49
FLUOROEDENITE
Il caso Biancavilla
Il caso Biancavilla
Biancavilla (CT)
Monte Calvario
Biancavilla
Fluoro-edenite
Ideal formula: NaCa2Mg5(Si7Al)O22F2 Length of the fibres: 12-40 m Diameters of the fibres: 0.4-1 m
Fluoro-edenite
aciculare prismatica Fluoro-edenite del Monte Calvario
asbestiforme
Cytological examination
WESTERN ALPS
(PIEMONTE, ITALY)
In the veins of serpentine rocks, the asbestiform minerals, carlosturanite, balangeroite, antigorite, diopside, olivine, brugnatellite, brucite and the crysotile, tremolite, and actinolite asbestos were found, probably involved in lung disease risk or development.
The harmfulness of chrysotile is known, whereas nothing is recognized about fibrous antigorite, that has very similar chemical composition to chrysotile but fairly different in atomic arrangements.
Balangero (Turin)
Balangeroite
AIMS
to understand how asbestos-like fluoro-edenite
and/or antigorite fibres interact with target cells of lung diseases to understand how these events contribute to the pathogenesis of fibre-associated and malignant diseases to evaluate the possible use of some parameters as a biomarker of fibrous minerals exposure
cytotoxicity
oxidative stress
DNA damage
E un saggio colorimetrico che sfrutta la capacit delle deidrogenasi mitocondriali di scindere lanello tetrazolico della molecola di MTT (sale di tetrazolio) di colore giallo per dare un sale di formazano violetto. La quantit di formazano prodotta viene misurata allo spettrofotometro ed proporzionale al numero di cellule vive. Per poter eseguire il saggio le cellule vengono cresciute su di una piastra multi-pozzetto e trattate con concentrazioni crescenti della sostanza da analizzare in triplicato per un tempo predeterminato. Al termine del trattamento, la soluzione contenente lMTT viene aggiunta alle cellule. Dopo circa tre ore, tempo necessario affinch si formi il sale di formazano, viene misurata lassorbanza a 550 nm. I dati cos ottenuti vengono normalizzati rispetto al controllo ed utilizzati per costruire le curve dose-risposta.
MTT
NADH
NH
Formazano
NAD+
CH 3
SAGGIO MTT
Sospensione cellulare + MTT Incubazione (3 4 ore) a 37 C
Misurazione dellassorbanza dei campioni tramite ELISA Reader con filtro da 550 nm
1) Aggiunta del sale di tetrazolio alle cellule trattate 2) Nelle cellule attive metabolicamente il sale di colore giallo ridotto a cristalli insolubili di colore blu 3) Il valore dell assorbanza direttamente proporzionale alla concentrazione di cellule vitali
LETTURA SPETTROFOTOMETRICA
MTT assay
Fibroblasts
100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
% viability
% viability
50 40 30 20 10 0
% viability
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
100 90 80 70 60
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Monocyte-macrophage J774
100 90 80 70
% viability
% viability
% viability
60 50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
100 90 80 70
100 90 80 70
100 90 80 70
% viability
% viability
% viability
60 50 40 30 20 10 0
60 50 40 30 20 10 0
60 50 40 30 20 10 0
LDH release
90 80 70 60
% release
% release
50 40 30 20 10 0
50 40 30 20 10 0
% release
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Fibroblasts
90 80 70 60
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Monocyte-macrophage J774
90 80 70 60
% release
50 40 30 20 10 0
% release
50 40 30 20 10 0
% release
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
90 80 70 60
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
90 80 70 60
% release
% release
% release
50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc
Control 5g/ml FE 50g/ml FE 100g/ml FE 5g/ml Croc. 50g/ml Croc. 100g/ml Croc.
90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Lo stress ossidativo
costituisce uno dei fattori di rischio emergenti per la salute; non esibisce una propria sintomatologia; non d luogo ad un vero e proprio quadro clinico; non fornisce al medico elementi tali da suggerire un adeguato approfondimento diagnostico. Il medico, per una serie di ragioni, non sempre informato sullargomento; lanalista di laboratorio non generalmente attrezzato per lesecuzione di test mirati alla valutazione dello stress ossidativo.
Lo stress ossidativo una condizione patologica che viene a determinarsi nellorganismo umano quando la produzione di specie chimiche reattive non pi adeguatamente controllata dai sistemi di difesa antiossidanti.
I radicali liberi
sono atomi o raggruppamenti di atomi aventi in uno degli orbitali esterni delle specie che li costituiscono uno o pi elettroni spaiati, indipendentemente dalla carica espressa.
Vengono classificati sulla base della natura dellatomo al quale appartiene lorbitale con lelettrone spaiato.
Ne
Anione superossido
sono responsabili della lipoperossidazione e di alterazioni aspecifiche della permeabilit delle membrane plasmatiche; possono reagire con le proteine denaturandole ed anche intercalarsi con gli acidi nucleici
cancerogenesi
Anione perossinitrito
Diverse specie chimiche reattive sono implicate nella patogenesi dello STRESS OSSIDATIVO
Specie chimica
Ozono Anione superossido Ossigeno singoletto Perossido di idrogeno Radicale ossidrile Radicale alchilico (Alchill-)perossil radicale (Alchil)idroperossido Semichinone (dal Coenz. Q) Fenossile (dalla vitamina E)
Formula
O3 O2
1
Classe
Non radicale Radicale Radicale (?) Non radicale Radicale Radicale Radicale Non radicale Radicale Radicale
Specie chimica
Ossido nitrico Acido nitroso Tetrossido nitrico Triossido nitrico Perossinitrito Acido perossinitroso Catione nitronio (Alchil)perossinitrito Acido ipocloroso Tiile
Formula
NO HNO2 N2 O 4 N2 O 3 ONOOONOOH NO2+ ROONO HOClO -S
Classe
Radicale Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Radicale
O 2*
Le specie reattive di rilevante interesse biologico sono centrate su pochi elementi (O, N, C, Cl, S)
Un organismo umano di 70 kg utilizza normalmente 3,5 ml di ossigeno al minuto per kg di peso e se si assume che circa l1% dellossigeno viene convertito a radicale superossido, vengono prodotti circa 1,72 kg di radicale superossido allanno.
Per ogni 1012 molecole di ossigeno che entrano nella cellula ogni giorno 1/100 danneggia proteine 1/200 il DNA.
- OH radicale idrossile: possiede il pi elevato potenziale di elettro-riduzione (2310 mV) ed in grado di attaccare tutte le strutture biochimiche basilari come lipidi, polipeptidi, proteine e le basi del DNA; - 1O2 ossigeno singoletto coinvolto nellossidazione del colesterolo; - ROO radicale perossile: possiede un elevato potenziale standard di riduzione (> 1000 mV) ed coinvolto nella fasi di propagazione delle reazioni a catena radicaliche di perossidazione lipidica; - LOO radicale lipoperossido: prodotto dellossidazione lipidica; - NO2- biossido di azoto radicale anione: pu innescare reazioni di perossidazione lipidica; - OONO- perossinitrito: causa ossidazione diretta di proteine e del DNA; - H2O2 perossido didrogeno o acqua ossigenata: chimicamente non rappresenta un radicale libero, e sebbene non possegga un potenziale di pericolosit al pari di altre specie radicaliche pu, nondimeno, causare un danneggiamento ossidativo nelle cellule.
Lacqua ossigenata una specie dannosa in quanto capace di ossidare composti sulfidrici come i residui di metionina nelle proteine e, a concentrazioni basse, pu portare alla lisi degli eritrociti umani. La pericolosit dellacqua ossigenata non dovuta ad un suo attacco diretto a livello dei componenti cellulari, bens allinterazione con le forme ridotte di alcuni metallo-ioni come il ferro bivalente o il rame monovalente, che porta alla formazione dellidrossi radicale e dello ione ossidrilico.
Reazione di Fenton
combinazione o disproporzione.
Fonti metaboliche primarie di radicali liberi: la membrana plasmatica; i mitocondri; i perossisomi; il reticolo endoplasmatico liscio (microsomi); il citosol.
Gli antiossidanti
possono essere classificati secondo diversi criteri: sulla base dellorigine in endogeni ed esogeni; sulla base della natura chimica in enzimatici e non enzimatici; sulla base della solubilit in liposolubili ed idrosolubili; sulla base del meccanismo di azione prevalente in antiossidanti preventivi, scavenger, agenti di riparo e agenti di adattamento.
Invecchiamento , malattie
Il sistema di difesa antiossidante regolarmente distribuito nellorganismo sia a livello extracellulare che a livello intracellulare.
Molecole antiossidanti Vitamina E Vitamina C Coenzima Q10 Acido urico Carotenoidi Glutatione
Il potenziale di riduzione una misura della reattivit di un antiossidante come donatore di idrogeno o di elettroni in condizioni standard
Potenziali di riduzione di alcuni polifenoli e antiossidanti naturali della dieta
Antiossidante
Ascorbato (vitamina C) Epigallocatechina gallato -tocoferolo (vitamina E) Teaflavina Acido caffeico epicatechina
Stress ossidativo Possiamo quindi definire lo stress ossidativo come una particolare forma di stress chimico indotto dalla presenza di una quantit eccessiva di specie reattive per unaumentata produzione delle stesse e/o per una ridotta capacit di smaltirne le quantit.
Ossidanti Antiossidanti
Lo stress ossidativo la conseguenza di uno squilibrio tra processi proossidanti e processi antiossidanti
Radiazioni, farmaci, metalli pesanti Fumo di sigaretta, alcool, inquinamento Esercizio fisico inadeguato, sedentariet Infezioni ed altre malattie Ridotta assunzione e/o diminuita sintesi e/o ridotta capacit di utilizzazione e/o aumentato consumo di antiossidanti
Specie reattive
Danno cellulare
Difese antiossidanti
Danno tissutale
Danno dorgano
Danno sistemico
Malattie cardiovascolari
Demenza, M. di Parkinson
Invecchiamento precoce
Infiammazioni, tumori
Altre malattie
Le specie chimiche reattive possono essere sia la causa che leffetto dello STRESS OSSIDATIVO
Lorganizzazione mondiale della Sanit raccomanda una dieta con cinque pasti giornalieri, che comprende:
ROS
ROS determination
Control
40000 35000
Fibroblasts
40000 35000
5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
I.F./mg protein
I.F./mg protein
I.F./mg protein
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Monocyte-macrophage J774
35000 30000 25000
I.F./mg protein
I.F./mg protein
I.F./mg protein
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
I.F./mg protein
I.F./mg protein
I.F./mg protein
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Control
40000 35000 30000 25000 20000 15000 10000 5000 0
5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Monocyte-macrophage J774
Griess assay
Immunocytochemistry
Control
FE 50 g/ml
FE 100 g/ml
* *
Nel 1984 Ostling e Johanson furono i primi a sviluppare un metodo per lindagine al fine di rilevare i danni indotti al DNA su singole cellule utilizzando lelettroforesi su gel di agarosio. Questa tecnica che prende il nome di elettroforesi su gel a singola cellula (SCGE) o pi comunemente Comet Assay (test della cometa), permette lo studio del danno primario al DNA rilevato come rotture a singolo o doppio filamento, siti alcalo-labili e cross-link in cellule eucariotiche in vitro e in vivo in diversi tessuti di diversi organismi (uomo e roditori, pesci, molluschi, uccelli, organismi vegetali, etc).
Elettroforesi
E una tecnica analitica e separativa basata sul movimento di particelle elettricamente cariche immerse in un fluido per effetto di un campo elettrico applicato mediante una coppia di elettrodi al fluido stesso. Le particelle si spostano verso il catodo se hanno carica positiva e verso l'anodo se hanno carica negativa; nel primo caso il processo detto cataforesi, nel secondo anaforesi.
L elettroforesi senza dubbio una delle tecniche maggiormente utilizzate nei laboratori di biologia molecolare, che permette la separazione la visualizzazione e la purificazione di molecole di interesse biologico quali acidi nucleici e proteine. Tale separazione resa possibile e dal peso molecolare e dalla carica elettrica di cui sono dotate le particelle, ioni o macromolecole. Tali particelle poste in un campo elettrico generatosi dalla d.d.p. applicata a due elettrodi, si muoveranno in direzione dell'elettrodo di carica opposta, quelle cariche positivamente verso il polo negativo e viceversa. Gli acidi nucleici migrano sempre verso il polo positivo per la presenza nella loro molecola di cariche negative dei gruppi fosfato (PO4-- ).
Lelettroforesi pu avvenire su vari supporti Quelli maggiormente utilizzati sono: 1- Carta (elettroforesi delle globuline del sangue) 2- Fase liquida (allinterno di capillari) 3- Gel
Supporto elettivo nei laboratori di biologia molecolare costituito dal gel, che rispetto agli altri supporti presenta diversi vantaggi:
ELETTROFORESI SU GEL
1)il gel non contiene cariche in quanto non sono presenti gruppi ionizzanti; 2) possibile avere gel con maglie di grandezza variabile (in base alla concentrazione della matrice da usare), per tale motivo si effettua una separazione non solo in base alla carica ma anche in base al peso molecolare; 3) si possono facilmente recuperare i campioni dopo la separazione elettroforetica.
I gel maggiormente utilizzati nei laboratori di biologia molecolare sono costituiti da : - poliacrilamide (PAGE), - agarosio.
Usualmente per la separazione di molecole : -a pi basso peso molecolare si usa come supporto del gel l'acrilamide (<500 bp) -a pi alto peso molecolare si usa come supporto l'agarosio (da 500 bp a 20 Kb) I gel possono essere neutri o denaturanti a seconda che essi permettano la migrazione di doppie o singole eliche. La denaturazione di solito permessa grazie all'aggiunta di agenti quali la formamide, urea, ecc.
In entrambi i supporti acrilamide o agarosio, si assembla il sistema su un apparecchio per elettroforesi o CELLA ELETTROFORETICA. Esistono in commercio un gran numero e modelli di celle elettroforetiche, di varia: - forma - grandezza - verticali - orizzontali ORIZZONTALE
VERTICALE
Il sistema collegato ad un alimentatore in grado di creare il campo elettrico. Grazie al campo elettrico generatosi la miscela di frammenti comincer a migrare verso il polo positivo in base al loro diverso peso molecolare: quelle pi pesanti (a maggior PM) migreranno pi lentamente rispetto a quelle pi leggere (a minor PM), che a loro volta migreranno pi velocemente.
DNA
Il risultato della corsa elettroforetica consister in una serie di bande. Sul gel si depone anche una miscela di frammenti a PM noto (MARKER) che servir per il calcolo della lunghezza in basi delle bande incognite.
Elettroforesi di DNA
I gel sono fatti di agarosio o di poliacrilammide I campioni di DNA vengono caricati ed e applicata una differenza di potenziale Il DNA, carico negativamente, migra verso lelettrodo + I frammenti di DNA piu piccoli migrano piu velocemente
Elettroforesi di Proteine
Piu complessa dellelettroforesi di DNA
Proteine diverse hanno cariche diverse Le proteine variano molto per forma
1 kilobase di DNA = 650 kDa 1 kilobase di DNA codifica 333 amminoacidi = 36 kDa
Northern blot: per lanalisi dellRNA. Western blot: per lanalisi delle proteine.
Comet test o elettroforesi su gel di agarosio di una singola cellula danno al DNA, apoptosi, riparazione del DNA. Biomarker per lo stress ossidativo
Lestrema sensibilit del Comet assay e la capacit che ha di misurare il danno al DNA a livello di ciascuna cellula, lo hanno reso uno strumento mediante il quale risulta estremamente rapida la valutazione della genotossicit di agenti fisici o chimici. La capacit di registrare il danno in un numero alto di cellule d forza statistica al metodo e, allo stesso tempo, permette di rilevare leterogeneit di risposta in una popolazione di cellule.
Il Comet assay si basa sulla capacit del DNA di migrare, in presenza di un campo elettrico, fuori dalla cellula. Il DNA di cellule danneggiate, visualizzato al microscopio, appare come una cometa con la testa (regione nucleare) e una coda determinata dai frammenti o filamenti di DNA che migrano pi velocemente nella direzione dellanodo; il DNA non danneggiato migra invece molto poco e rimane prevalentemente ai confini del nucleo.
Lo scopo della visualizzazione dei campioni al microscopio a fluorescenza la quantificazione del numero di cellule che presentano il DNA frammentato rispetto a quelle con nucleo intatto, e la quantificazione del danno genetico subito attraverso misurazioni di determinati parametri strutturali della cometa stessa. testa - superficie occupata dal nucleo; coda superficie DNA migrato; densit - rapporto tra il numero di pixel e la superficie dellimmagine.
Questi parametri vengono elaborati dal software consentendo di procedere allanalisi quantitativa e la scelta dei valori da attribuire fondamentale e pu risultare estremamente variabile a seconda delle condizioni sperimentali adottate. Le misure necessarie a determinare lentit del danno genotossico subito vengono effettuate su n. 50 immagini prese random tra 100 cellule. Sulla base di queste misure vengono calcolate:
% di DNA migrato tail moment % DNA migrato x lunghezza coda (tail) tail moment olive % DNA migrato x distanza tra la testa e il centro di massa del DNA nella coda
Il test della cometa in grado di stabilire se un agente induce la formazione di danni al DNA, ma non permette di determinare l'entit del danno o la porzione di genoma che lo ha subito. Per questo, per avere dei risultati sperimentali pi specifici, deve essere accompagnato da altri test di mutagenesi.
A) la lunghezza della coda (TL); lintensit della coda (TI); larea della coda (TA).
B) la lunghezza della testa (HT); lintensit della testa (HI); la superficie della testa (HA). Questi parametri sono stati usati per determinare il livello del
danno al DNA come: percentuale di DNA frammentato (TDNA) momento della coda (TMOM)
2000
control
TMOM
1500
1000
500
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
5 g/ml
80
50 g/ml
TDNA
70 60 50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
100 g/ml
Fibroblasts
80 70 60
Monocyte-macrophage J774
80
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc. 100 g/ml FE
70 60
TDNA
TDNA
50 40 30 20 10 0
50 40 30 20 10 0
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
2500
2500
2000
TMOM
1000
TMOM
1500
500
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
2000
1500
1000
500
Control 5 g/ml FE 50 g/ml FE 100 g/ml FE 5 g/ml Croc. 50 g/ml Croc. 100 g/ml Croc.
Infiammazione e cancro
While acute inflammation is a part of the defense response, chronic inflammation can lead to cancer, diabetes, cardiovascular, pulmonary, and neurological diseases. Several pro-inflammatory gene products have been identified that mediate a critical role in suppression of apoptosis, proliferation, angiogenesis, invasion, and metastasis. Among these gene products are TNF and members of its superfamily, IL1 , IL-1 , IL-6, IL-8, IL-18, chemokines, MMP-9, VEGF, COX-2, and 5-LOX. The expression of all these genes are mainly regulated by the transcription factor NF-kB, which is constitutively active in most tumors and is induced by carcinogens (such as cigarette smoke), tumor promoters, carcinogenic viral proteins, and -irradiation.
Ambiente extracellulare e
NF-kB
NIK: NF-kB inducing kinase MEKK1: mitogen-activated protein kinase/extracellular signal regulated kinase kinase1 IRAK: interleukin-1 receptor associated kinase TRAF: tumour necrosis factor alpha receptor associated factors PKC: protein kinase C
18 16 14 12
* * * * * * *
A.D.U.
10 8 6 4 2 0
PGE2
*
80 70 60
* * * * * *
pg/mg protein
24 h
48 h
72 h
96 h
50 40 30 20 10 0
24 h
* * * * * *
48 h
72 h
96 h
Fluoro-edenite induces functional modifications and affect some biochemical parameters, playing an essential role in the development and progression of cancer, in lung cells in a concentration- and time-dependent manner. The sequence of the damage seems to be as follows: at increasing fluoro-edenite concentrations, and/or treatment times, the increase in ROS production, with upregulation of iNOS or NO., could trigger significant DNA damage in fibroblasts, A549 and J774 cells, concomitantly with a drop in cell metabolism, an increase in LDH release and COX-2 and PGE2 production.
This is a typical example of nonoccupational exposure of an environmental nature caused by natural fluoro-edenite fibrous amphiboles
ANTIGORITE
from serpentine rock outcropping at Blue Lake near St. Jacques
(AOSTA, ITALY)
J774
Met-5A
100
MTT assay
*
80
% viability
60 40 20 0
* *
J774
C 5 50 100
100 80
Antigorite
% viability
60 40 20 0
* *
C 5 50 100
Antigorite
LDH release
Met-5A
60
* * *
% release
40
20
J774
0
50 Antigorite
100
60
% release
40
20
*
0
50
100
Antigorite
I.F./mg protein
3000
2000
*
1000
J774
C 5 50 100
4000
Antigorite
I.F./mg protein
3000
2000
1000
0
C 5 50 Antigorite 100
30
* * *
nM/10 cells
20
10
J774
C 5 50 Antigorite 100
40
30
nM/10 cells
*
20
*
10
50 Antigorite
100
Met-5A
40
PGE2 production
30 pg/ml
20
*
10
0 C 5 50 Antigorite 100
40
J774
30
pg/ml
20
10
*
C 5 50
*
100
Antigorite
These results surely confirm that mesothelial cells and macrophages exposed to antigorite generate ROS and NO and may undergo oxidative stress. Both ROS and NO can induce inflammatory reactions and/or cell transformation in adjacent tissues. This is confirmed by PGE2 results. In our experimental conditions, the results show a more evident pro-inflammatory effect induced by fibrous antigorite on mesothelial cells than on the macrophages cells.
The results of this study revealed significant biochemical changes in mesothelial Met-5A and monocyte-macrophage J774 cells after antigorite treatment and suggested that these changes may directly or indirectly be responsible for eliciting of antigorite-mediated host pathological or neoplastic responses.
CONCLUSIONS
mineralogical characterization of rocks mined from specific deposits helps determine the presence, form, abundance and morphology of potential toxicants, and can be used to develop predictive models of mineral deposit types where such components may be present.
in vitro toxicity tests of well-characterized ore can help the understanding of toxicity effects of potential toxicants upon exposure present in rocks, soils, dusts and water as a result of natural erosion and weathering of mineral deposits and host rocks. the in vitro investigation is important in order to determine the degree of cell damage induced by the environmental exposure to single breathable inorganic fibres.
Our results have been helpful in revealing the properties of some asbestiform fibers important in toxicity, inflammation and disease, and provided information on the reactivity in fibrous mineral-induced biological and pathological responses.
Opere previste per la messa in sicurezza dellarea di cava del Monte Calvario Legge 241/90
Fluoro-edenite 3+ 27
TREMOLITE
Ca2(Mg,Fe2+)5[Si8O22](OH)2
Formula chimica
Stati patologici Infezioni virali Febbre Infiammazioni Ischemia Lesioni da ossidanti Neoplasie Fattori cellulari normali Ciclo di divisione cellulare Fattori di crescita Sviluppo e differenziamento
Sono state ritrovate anche nellambiente extracellulare assumendo un importante ruolo nellinduzione delle risposte immunitarie
Proteine da stress
Descritte inizialmente come proteine da shock termico; Cellule di Drosophila sottoposte a temperature crescenti determinano un incremento della concentrazione di una proteina di P.M. 70000 (da 35 a 37C); Tale proteina stata contraddistinta con la sigla HSP70 (heat shock protein).
HSP70
Le proteine Hsp70 si ritrovano in tutte le specie e la loro funzione quella di favorire lassemblaggio di complessi multimerici proteici e, come chaperones molecolari, di facilitare il folding intracellulare delle proteine. Sono costituite da due domini funzionali; un dominio carbossiterminale (circa 25 kDa) contenente il sito di legame per il polipeptide ed un dominio amminoterminale (circa 40 kDa) contenente il sito di legame per ADP/ATP e che ha attivit ATPasica. Funzionano come monomeri o come dimeri, riconoscendo porzioni di 7-8 residui amminoacidici.
HSP70 e apoptosi
HSP70 POTREBBERO SVOLGERE UN RUOLO CHIAVE NEL MEDIARE RISPOSTE IMMUNITARIE CELLULARI
OBIETTIVI
Determinare in vitro gli effetti di diverse fibre asbestiformi: Fluoro-edenite 19 Fluoro-edenite 27 Tremolite (fibra di riferimento)
Valutare lo stress ossidativo indotto dalle fibre asbestiformi a diverso contenuto di ferro
Verificare la possibilit di utilizzare lespressione delle HSP70 come biomarker per le esposizioni alle fibre
Sedimentazione gravimetrica
2-7-diclorodiidrofluoresceina-diacetato (DCFH-DA)
spettrofotometricamente analizzando la riduzione del NADH durante la trasformazione del lattato in piruvato
MTT
[proteina], pg
Pg di Proteina
Western blot
HRP
substrato
HRP
luce
Anticorpo primario
Anticorpo secondario
Rivelazione
pg proteina
Anticorpi policlonali
Produzione Immunizzazione ripetuta dellanimale con lantigene (peptide, proteina purificata o ricombinante) Il sangue e prelevato nel momento di picco di produzione dellanticorpo ed e purificato il siero Il pool degli anticorpi riconosce molti epitopi dellantigene usato per limmunizzazione
Anticorpi monoclonali
riconoscono solo un epitopo
Fosfatasi alcalina (AP) o perossidasi del rafano (HRP: horseradish peroxidase) Substrati Chemioluminescenti
Conversione di un substrato colorimetrico in un precipitato colorato Emettono luce se convertiti dallenzima Possono essere visualizzati su lastre radiografiche
Cont rollo
10
* ^ * ^
* ^
10
* ^ *
* ^
5A
30 25 20
J774
Controllo Fluoro-edenite 19 Fluoro-edenite 27 Tremolite
Met* ^
30 25 20
M/L
Controllo Fluoro-edenite 19 Fluoro-edenite 27 Tremolite
* ^ *^
M/L
15 10 5 0 C
15 10 5 0
* ^
50
100
50
100
Concentrazione (g/ml)
Concentrazione (g/ml)
Produzione ROS
J774
7000 6000 5000 I. F. /mg di proteine 4000 3000 2000 1000 0 C 5 50 100 Concentrazione (g/ml)
Controllo Fluoro-edenite 19 Fluoro-edenite 27 Tremolite
Met-5A
7000
*^ *^
I. F. /mg.di proteine
*^ *^ * ^
50
100
Concentrazione (g/ml)
Rilascio di LDH
J774
160 140 120
% rilascio
Met-5A
160 140 120 % rilascio 100 80 60 40 20 0 C 5 50 100 Controllo Fluoro-edenite 19 Fluoro-edenite 27 Tremolite
* ^
* ^
100 80 60 40 20 0
C 5 50 100 Conce ntrazione (g/ml)
* ^
* ^
Concentrazione (g/ml)
Vitalit cellulare
5A
160 140 120
% vitalit
J774
Controllo Fluoro-edenite 19 Fluoro-edenite 27 Tremolite
Met160 140
*^
*^
% vitalit
120 100 80 60 40 20 0
100 80 60 40 20 0
C 5 50 100 Concentrazione (g/ml)
*^
*^
50
100
Concentrazione (g/ml)
CONCLUSIONI
i minerali fibrosi inducono produzione di proteine da stress HSP70; le fibre di fluoro-edenite producono un maggiore incremento dei livelli di espressione di HSP70 rispetto alle fibre di tremolite; le fibre di fluoro-edenite che hanno un contenuto maggiore di ferro danno luogo ad una maggiore produzione di specie reattive dellossigeno;
le fibre di fluoro-edenite con un minor contenuto di ferro inducono una maggiore produzione di specie reattive dellazoto; la tremolite che ha un contenuto di ferro minore rispetto alle due fibre di fluoro-edenite induce una minore produzione di specie reattive dellossigeno e dellazoto e di HSP70; le due fibre di fluoro-edenite influenzano maggiormente la vitalit cellulare rispetto alla tremolite.
Oncosoppressori
I geni oncosoppressori - o pi precisamente le proteine da essi codificate assolvono ad una grande variet di funzioni, generalmente in contrasto con le funzionalit espresse dagli oncogeni. Se gli oncogeni infatti, nella maggioranza dei casi, presiedono a tutti i meccanismi di accrescimento e proliferazione cellulare, gli oncosoppressori si pongono come limite a tali funzioni. Le funzioni degli oncosoppressori possono essere: 1. Repressione di geni essenziali per la prosecuzione del ciclo cellulare. Se tali geni non sono espressi, la cellula non sar in grado di progredire verso la mitosi. 2. Interruzione del ciclo cellulare in caso di DNA danneggiato. Finch in una cellula presente DNA danneggiato non riparato, essa non in grado di dividersi. Solo se il DNA viene riparato, la cellula pu proseguire con il ciclo. 3. Avvio dell'apoptosi. Se il danno non pu essere riparato, nella cellula viene avviata l'apoptosi, un processo di morte cellulare programmata che rimuove il rischio che tale cellula possa nuocere all'organismo. 4. Soppressione di metastasi. Diverse proteine coinvolte nell'adesione cellulare sono in grado di impedire alle cellule tumorali di disseminarsi nell'organismo e di ripristinare l'inibizione da contatto.
Rb inibisce la progressione del ciclo cellulare quando defosforilata, mentre lo promuove quando fosforilata. Rb attivata quando la cellula sta finendo la mitosi (fase M) attraverso una fosfatasi che lo defosforila, permettendogli di legare E2F. Quando invece giunto il momento per la cellula di entrare in fase S, un complesso di chinasi ciclina-dipendente (CDK) e ciclina fosforilano Rb, facendolo staccare da E2F. La prima fosforilazione fatta dal complesso Ciclina D/CDK4,6 ed seguita da quella del complesso Ciclina E/CDK2. Rb rimane fosforilata durante le fasi S, G2 ed M. La fosforilazione di Rb permette la dissociazione di E2F-DP da Rb, rendendo il fattore di trascrizione attivo. Quando E2F libero attiva la trascrizione di geni che codificano per cicline (come le Cicline E e A), che faranno procedere il ciclo cellulare attivando le CDK specifiche, ed anche per proteine chiamate Antigene nucleare delle cellule in proliferazione, o PCNA, che aumenta la velocit di duplicazione del DNA e la sua riparazione, aiutando la DNA polimerasi a legare il DNA.
a)
b)
Le cicline implicate in questo evento sono soprattutto le classi D1, D2, D3, della ciclina-D, la quale viene prodotta durante la fase G1, ma nella fase S non pi possibile ritrovarla. La ciclina-D, si lega alla CDK4, il complesso risultante, determina la iperfosforilazione del RB ed il rilascio del fattore di trascrizione E2F. Il fattore di trascrizione E2F viene rilasciato e favorisce l'entrata della cellula nel ciclo cellulare.
Segnali di trasduzione indotti da materiali fibrosi in colture di cellule epiteliali umane alveolari
Le Fosfolipasi C
Meccanismi di azione
Le Fosfolipasi C
Meccanismi di azione
Le Fosfolipasi C
Organizzazione strutturale delle isoforme della PLC
Le Fosfolipasi C
Domini delle isoforme della PLC
Le fosfolipasi C1
Regolazione dellattivit catalitica
Gs Gi Gq G12
< %Fe
tot
(Na0.307K0.157)0.464(Ca1.505Na0.495)2.000(VIAl0.104Fe3+0.333Fe2+0.162Mg4.255Ti0.062Mn0.063)4.980(Si7.520IVAl0.480)8.000O22(F1.970Cl0.020)1.990
30% di
(Na0.256K0.164)0.420(Ca1.311Na0.555Mg0.131)1.997(VIAl0.200Fe3+0.180Fe2+0.180Mg4.322Ti0.060Mn0.059)4.931(Si7.679IVAl0.317)7.996O22(F1.970Cl0.02
83% di Fe 2+ 46% di Fe 2+
Analizzare su cellule epiteliali alveolari A549 lespressione della PLC 1 e 1 dopo trattamento con fluoro-edenite Stabilire se 19 il e 27 basso o alto
contenuto di ferro totale, presente rispettivamente nelle fibre di fluoro-edenite 19 e 27, pu influenzare la produzione di Determinare se lesposizione delle citochine pro-infiammatorie cellule epiteliali polmonari alla fluoro-edenite pu indurre un aumento di citochine connesso con Comparare le risposte biologiche lattivazione della PLC della fluoro-edenite con quelle
Materiali e metodi
Le cellule A549 sono state trattate con le fibre sperimentali alla concentrazione di 50 g/ml per 48 Lespressione della PLC 1 e 1 ore stata valutata mediante analisi Western blot e Le concentrazioni delle citochine immunofluorescenza pro- infiammatorie IL-1, IL-6 e TNF- sono state
Risultati
Espressione della PLC 1 e PLC 1 in cellule A549
Risultati
Controllo Controllo
Tremolite
Fluoro-edenite 27
Risultati
Concentrazione delle citochine pro-infiammatorie
Risultati
Concentrazione delle citochine pro-infiammatorie
%Fe2+
i livelli di IL-1, IL-6 e TNF- sono pi alti in cellule A549 trattate rispetto a quelle non trattate laumento di citochine correlato positivamente con la quantit totale di ferro presente in ogni fibra, ma non con la quantit di la fluoro-edenite 27 rispetto alla 19 ferro ferroso o ferrico stimola una elevata secrezione di IL-1, IL-6 e TNF- il rilascio di citochine e l'espressione di PLC non sono rigorosamente collegati tutte le fibre promuovono la formazione di cellule giganti multinucleate
valuta
lespressione di PLC 1 e 1 in cellule A549 in rapporto alla quantit di ferro totale e di ione ferroso/ferrico presente
Le fosfolipasi C 1 e 1 e le citochine IL-1, IL-6 e TNF- svolgono un ruolo fondamentale nella risposta biologica alla fluoro-edenite e alle Lesposizione a queste altre fibre damianto fibre pu rappresentare un alto