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05/09/09 Gonçalves Dos Santos Raphaella 2^E 1

È conosciuto anche con il nome latinizzato


Renatus Cartesius, in Italia modificato in Cartesio .
Descartes, ritenuto da molti fondatore della
filosofia moderna e padre della matematica
moderna, è considerato uno dei più grandi e
influenti pensatori nella storia dell'umanità. Con il
suo pensiero estese la concezione razionalistica e
matematizzante della conoscenza, che era stata
propugnata da Francesco Bacone, ma formulata e
applicata effettivamente solo da Galilei, a ogni
aspetto del sapere, dando vita a quello che oggi è
conosciuto con il nome di
razionalismo continentale, una posizione filosofica
dominante in Europa tra XVII e XVIII secolo.

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Descartes nacque a La Haye, villaggio poi ribattezzato La Haye -
Descartes in onore del filosofo, nella regione francese della
Touraine, e fu educato presso il collegio gesuita di La Fleche
dove studiò dal 1604 al 1612. Dopo il baccalaureato in legge,
conseguito nel 1616 presso l'università di Poitiers invece di
dedicarsi all'attività forense, nel 1618 intraprese la carriera
militare alle dipendenze del principe Maurizio di Nassau. Di
stanza a Brema, incontrò il medico Isaac Beeckman con il quale
collaborò a diverse ricerche scientifiche. Il breve trattato sulla
musica intitolato Compedium Musicae fu offerto da Descartes a
Beeckman come strenna per il nuovo anno, il 1619.
Il 10 novembre del 1619, mentre si trovava in Germania, ebbe un
sogno in cui affermò di aver avuto la rivelazione di un nuovo
sistema scientifico e matematico, che egli chiamò scientia
penitus nova, ovvero scienza completamente nuova (si trattava,
in realtà, dell'estensione del metodo matematico-quantitativo agli
altri campi del sapere). Nel 1622 rientrò in patria e trascorse gli
anni immediatamente successivi tra Parigi e le città culturalmente
più all'avanguardia d'Europa. Tra il 1623 ed il 1625 si trova in
Italia.

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Nel 1649 accettò l'invito della regina Cristina di Svezia, sua discepola e
desiderosa di approfondire i contenuti della sua filosofia, e si trasferì a
Stoccolma. Quello stesso anno dedicò il trattato sulle
Passioni dell'anima alla principessa Elisabetta. Il rigido inverno
svedese e gli orari in cui Cristina lo costringeva ad uscire di casa per
impartirle lezione - prime ore del mattino quando il freddo era più
pungente - minarono il suo fisico. Descartes si spense l'11 febbraio
1650, vittima della polmonite. Le sue spoglie vennero portate in Francia
e tumulate a Parigi nella chiesa di S.te Geneviève-du-Mont.
Nel 1667 i suoi libri vennero messi all'Indice dalla Chiesa cattolica.
Durante la Rivoluzione francese i suoi resti furono tumulati al Panthéon
assieme a quelli degli altri grandi pensatori francesi e il villaggio in cui
era nato venne ribattezzato La Haye - Descartes; oggi i suoi resti
riposano a Parigi, nella chiesa di Saint-Germain-des-Prés.

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« Volendo seriamente ricercare la verità delle cose, non si deve scegliere una
scienza particolare, infatti esse sono tutte connesse tra loro e dipendenti l'una
dall'altra. Si deve piuttosto pensare soltanto ad aumentare il lume naturale
della ragione, non per risolvere questa o quella difficoltà di scuola, ma perché
in ogni circostanza della vita l'intelletto indichi alla volontà ciò che si debba
scegliere; e ben presto ci si meraviglierà di aver fatto progressi di gran lunga
maggiori di coloro che si interessano alle cose particolari e di aver ottenuto non
soltanto le stesse cose da altri desiderate, ma anche più profonde di quanto
essi stessi possano attendersi »
(Cartesio da "Discorso sul metodo)

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Considerato il primo pensatore moderno ad avere fornito un quadro
filosofico di riferimento per la scienza moderna all'inizio del suo
sviluppo, Descartes ha cercato di individuare l'insieme dei principi
fondamentali che possono essere conosciuti con assoluta certezza. Per
individuarli si è servito di un metodo chiamato scetticismo metodologico:
rifiutare come falsa ogni idea che può essere revocata in dubbio.
La conoscenza sensibile è la prima a essere messa in mora: non è
bene fidarsi di chi ci ha già ingannato e potrà farlo ancora in seguito.
Addirittura nel sonno capita di rappresentarsi cose che non esistono
come se fossero vere. Perciò bisogna rifiutarsi di credere nei sensi.
La conoscenza matematica solo apparentemente può sfuggire al
metodo del dubbio metodico messo in atto da Descartes. Infatti, benché
sembri che non ci possa essere nulla di più sicuro e di più certo, non si
può neppure escludere che un "genio maligno", supremamente
malvagio e potente, si diverta ad ingannarci ogni volta che effettuiamo
un calcolo matematico.

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Il motivo per il quale Cartesio studia il suono è quello di comprendere in
maniera più ampia come la musica riesce a commuoverci. Egli assume di
poter comprendere tale proprietà dall’esame che fa delle caratteristiche
fondamentali che rendono commovente il suono, ovvero la durata ed il tono.
Egli è dell’opinione che una semplice analisi matematica della consonanza
possa fornirci le nozioni fondamentali sul modo di produrre il suono e quindi
sulla natura della musica. Per Cartesio ogni oggetto piacevole viene
percepito come semplice, le serie armoniche sono più semplici delle
serie geometriche e quindi da preferire. Egli traduce i rapporti musicali in
segmenti di linea in modo da renderli visibili all’occhio e quindi intuitivamente
più chiari.

Cartesio suppone che la semplicità di ascolto venga rispecchiata nella


semplicità visiva, privilegiando perciò la percezione visiva di segmenti
di linea rispetto ai rapporti matematici.
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Nell’opera di Cartesio si trova anche tutta una parte dedicata al rapporto tra
note basse e note alte. In particolare sostiene che il suono sta al suono come
la corda sta alla corda, poiché una corda più corta è contenuta in una corda più
lunga, allo stesso modo le note più alte sono contenute in quelle più basse, per
questo la nota più bassa è la più importante. Inoltre, come Platone nel Timeo,
Cartesio sostiene che le note alte hanno più velocità delle note basse. Cartesio
osservò anche che ogni nota contiene la sua ottava, fenomeno che aveva già
accennato Aristotele. La spiegazione per cui l’intervallo di quarta risulta essere
l’ombra dell’intervallo di quinta per Cartesio ha una semplice spiegazione
geometrica.

Se si prende una corda AC e la si pizzica si ottiene anche la sua ottava,


quindi AC fa risuonare anche EF. Ora quest’ultima nota è effettivamente
una quarta considerata a partire dalla nota suonata da DB.
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La spiegazione di Cartesio sulla consonanza è analoga a quella di Galileo. Le due
corde A e B stiano tra loro nel rapporto di 3:1 e le corde A e C nel rapporto di 3:2.
Se A e B vengono messe in moto nello stesso momento, A compirà
un’oscillazione mentre B ne compirà tre. Segue che quando A inizia la sua
seconda oscillazione, B inizierà la sua quarta, e quando A inizia la terza, B inizia
la settima. In questo modo le due corde iniziano ogni oscillazione insieme a
distanza di un momento. Ora se A e C vengono messe in moto
contemporaneamente, A avrà completato un’oscillazione mentre C è già a metà
della sua seconda, quindi C non sarà in grado di partire nuovamente con A nel
secondo momento di tempo , ma solo nel terzo. Quindi mentre le corde A e C
iniziano contemporaneamente solo ad intervalli di due momenti, A e B partono
insieme ad ogni momento, questo fa sì che i suoni si mescolino meglio e
producano un’armonia più dolce.

Cartesio sviluppa l’idea che la dolcezza delle consonanze dipende dalla frequenza
con cui i battiti prodotti dai corpi sonori coincidono a intervalli regolari. Tuttavia
Cartesio sostiene che la teoria matematica non può fornire un criterio di qualità
05/09/09 criterio che dipendeGonçalves
estetica, Dos Santosdai
esclusivamente Raphaella 2^E
gusti dell’ascoltatore. 9
Questo Lavoro è stato presentato da
Raphaella Gonçalves Dos Santos
alunna della 2°E.

Spero che vi sia piaciuto e che potrà


esservi utile

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