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IGIENE
Def: scienza della promozione e della conservazione della salute OMS ha dato come definizio dei salute lo stato di completo benessere fsiico, psichico e sociale. inoltre un diritto fondamentale dellessere umano. una condizione indispensabile per un reale progresso economico e sociale. La salute vista come risorsa per la vita di ogni giorno e non come obiettivo di vita. La promozione della salute non una repsonsabilit esclusiva del settore sanitraio. Lindividuo deve partecipare alle scelte che influiscono sul liveollo di salute. Promozione della salute: processo culturale che permette alla gente di raggiungere livelli di consapevolezza tali da fare scelte e non sbuirle. Benessere: frutto delladattamento dinamico fra persone e ambiente. Condizioni per la salute: pace, alloggio, educazione, cibo, reddito, ambiente sicuro di vita, ecosistema stabile, risorse sostenibile, giustizia sociale ed equit. Il benessere si realizza qnd un servizio sanitario grado di soddisfare i bisogni di salute della popolazione Lequit la capacit di tale servizio di non creare differenze allinterno della popolazione. La disuguaglianza la non omogenea distribuzione dei servizi nel mondo. Individuazione dei bisogni ed identificazione della loro natura e rilevanza: qualificazione e quantificazione degli stati di salute e di malattia nella popolazione, percezione del gruppo del proprio stato di salute e dellacquisibile per migliorarlo attraverso una domanda. Identificazione dei determinanti della salute e delle malattie: necessit di individuare i determinanti degli eventi cio le variabili indipendenti che interagendo con i substrati suscettibili concorrono a determinare la variabile dipendente salute/malattia. Individuazione degli interventi: necessit di applicare interventi che oltre a risp a requisiti di efficacia devono anche rispondere a requisiti di efficienza. Occorre quindi operare delel scelte secondo valutazione dei costi e dei vantaggi.
EPIDEMIOLOGIA
Studio della distribuzione e dei determinanti della frequenza degli eventi nella popolaizone. Lepidemiologia si occupa di misurare la frequenza di malattie ed altri eventi, indagare suelle epidemie, cercare cause e fattori di rischio delle malattie, valutare nuovi test e nuovi metodi di prevenzione, effettuare la sorveglianza su nuove malattie e cambiamenti delle vecchie, studiare la disponibilit e prestazione dei servizi sanitari e, infine, stabilire i rapporti costo-vantaggio e costo-efficacia di interventi preventivi, diagnostici e terapeutici. Strategie del disegno degli studi epidemiologici Si dividono in due grande categorie: lepidemiologia descrittiva e analitica. Epidemiologia descrittiva: studi della distribuzione degli eventi = generare ipotesi popolazioni: studi di correlazione o ecologici, individuali: case reports, serie di casi, studi trasversali o cross sectional (surveys) Epidemiologia analitica: studio dei determinanti degli eventi = saggiare ipotesi con lobiettivo di stabilire se una particolare esposizione causa o previene una malattia. studi osservazionali: studi di caso-controllo, studi coorte retrospettivi e prospettivi. Studi sperimentali o dintervento
MISURE DI FREQUENZA
Ci sono tre classi generali di parametri usati per mettere in relazione il n di casi di malattia con la dimensione della popolazione-fonte che li ha generati: rapporto, proporzione, tasso e odds. Rapporto: valore che si ottiene dividendo una quota per unaltra a/b Proporzione: un rapporto in cui il numeratore incluso nel denominatore a/a+b Tasso: misura della variazione di una qta al variare di unaltra cui la prima funzionalmente legata. Il tempo una parte intrinseca del denominatore. Misura della velocit di occorrenza di un evento. Tassi di frequenza: (n eventi/popolazione in cui si verificano gli eventi) * K * intervallo di tempo di osservazione Prevalenza: fotografia istantanea della situazione: proporzione di individui in una popolazione che ha la malattia/condizione in uno specifico momento. Tasso di prevalenza periodale = n eventi/popolazione media residente nel periodo * K * periodo Tasso di prevalenza puntuale = n eventi/ popolazione media residente * K * t2-t1 tendente allo 0. Fattori che influenzano la prevalenza In pi: maggiore durata della malattia, prolungamento della vita dei malati senza guarigione, aumento dei nuovi casi, immigrazione di casi, emigrazione di persone sane, immigrazione di persone suscettibili miglioramento delle capacit diagnostiche. In meno: durata pi breve della malattia, elevato tasso di letalit della malattia, diminuzione dei nuovi casi, immigrazione di persone sane, emigrazione di casi e miglioramento del tasso di guarigione dei casi. Incidenza: numero di nuovi eventi che si sviluppano in una popolazione di individui a rischio durante uno specifico intervallo di tempo. Incidenza cumulativa: n eventi/popolazione a rischio degli eventi * K * periodo tempo di osservazione. Densit di incidenza: numero di nuovi casi in un periodo di tempo/numero di anni persona di esposizione nello stesso periodo di tempo. Interrelazione tra prevalenza e incidenza La prevalenza (P) proporzionale al prodotto del tasso di incidenza (I) per la durata media della malattia (D) se la situazione stabile e quindi il tasso di incidenza di una malattia sia rimasto costante nel tempo e la distribuzione della durata della malattia sia rimasta costante, la prevalenza approssimativamente uguale al prodotto I x D. Odds: se in un campione di individui indichiamo algebricamente la proporzione dei successi con p e la proporzione dei fallimenti con q, ovvero 1-p, lodds di un successo il rapporto tra il numero di successi e il numero di fallimenti. I principali tassi di frequenza sono la morbosit incidente (mortalit), la morbosit prevalente di periodo (generale) la morbosit prevalente puntuale (specifica- per malattia, et), letalit (frequenza in per cento). Tasso grezzo di mortalit: il tasso grezzo di mortalit non dipende soltanto dal livello intrinseco della mortalit ma anche dalla struttura per et della popolazione. Non va confuso con il tasso di letalit. Il tasso di natalit: numero di nati vivi in un anno / popolazione totale a met anno * K, il tasso di mortalit: numero di morti in un anno / popolazione totale a met anno * K, il tasso di mortalit perinatale: (n morti dalla 28 sett. di vita intraut. alla 1 sett. di vita extraut. / nascite nel periodo) * 1000 * anno solare il tasso di mortalit infantile numero morti nel primo anno di vita/ numero nati vivi nel periodo * 1000 * anno solare, un indice dello standard di vita in una comunit, le malattie infettive sono state storicamente, e lo sono ancora oggi nei paesi in via di sviluppo, le principali cause di mortalit infantile. Tassi che misurano la crescita in una popolazione - Tasso grezzo di natalit: n di nati vivi in un anno/pop. totale * 1000 - Tasso generale annuale di fecondit: n di nati vivi in un anno/n di donne in et compresa tra 15 e 49 o 44 anni * 1000
LA DEMOGRAFIA lo studio della struttura e delle dinamiche evolutive di una popolazione, con particolare riferimento a caratteristiche quali la numerosit, la densit abitativa, la distribuzione in et e sesso, la frequenza di nascite, morti, matrimoni, migrazione ed altro. Le principali configurazioni delle piramidi delle et sono: - ACCENTO CIRCONFLESSO, caratteristico del regime demografico con forte natalit e forte mortalit a tutte le et. La base larga, gli adulti sono di poco pi numerosi dei giovani, il numero degli anziani assai limitato. - CAMPANA dai contorni arrotondati e con base media, caratteristico dei paesi demograficamente maturi, nei quali la mortalit molto diminuita a tutte le et e il tasso di natalit ha subito una flessione, perch il numero assoluto delle nascite ha cessato di crescere annualmente. Indica una popolazione stazionaria. - MITRA o BULBO corrisponde alla tappa successiva della campana, rappresenta cio la situazione di paesi demograficamente senili. La base stretta, il numero assoluto delle nascite decresce continuamente, la osstitusione di una generazione con la seguente non pi assicurata. - SALVADANAIO indica una popolazione in fase di ripresa della natalit un paese che in precedenza aveva conosciuto una decadenza demografica. La parte alta ricorda il profilo precedente, ma la base si allarga sotto la strozzatura che indica il rovesciamento di tendenza delle nascite. Questa figura corrisponde alle popolazioni in via di ringiovanimento demografico. LItalia ha una piramide dellet a MITRA.
EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA
Gli obiettivi sono di comprendere gli strumenti metodologici necessari a descrivere correttamente eventi sanitari significativi come le malattie, le cause di morte, la presenza di fattori di rischio, lospedalizzazione per rispondere alle domande chi, come, quando e dove. Utilizza, a tal fine, le tecniche della statistica descrittiva per la corretta raccolta, sintesi e descrizione dei dati. Gli studi di correlazione o ecologici utilizzano dati da gruppi o da popolazioni intere per confrontare le frequenze di malattia tra differenti gruppi nello stesso periodo di tempo o nella stessa popolazione in periodi di tempo diversi. Quando unesposizione abbastanza comune, gli studi ecologici possono fornire utili evidenze sugli effetti delle esposizioni stesse, ma anche la mancata dimostrazione da parte degli studi ecologici di unassociazione tra un esposizione ampiamente diffusa che rapidamente aumentata nel tempo e lincidenza di una malattia presumibilmente causata da questesposizione, non compatibile con un forte rapporto causale. Utili per la formulazione di ipotesi, gli studi ecologici, non possono essere usati per saggiare ipotesi a causa dei loro limiti intrinseci: 1. dal momento che gli studi si riferiscono ad intere popolazioni piuttosto che a individui, non possibile collegare esposizione e malattia nello stesso individuo o classe di individui 2. molti potenziali determinanti di malattia, diversi da quelli oggetto dello studio, possono variare tra aree ad alta e bassa incidenza (fattori genetici, ambientali, comportamentali, alimentari) 3. gli studi non possono essere riprodotti in modo indipendente. Il case report il pi semplice tipo di studio descrittivo e consiste nella descrizione dettagliata e accurata del profilo di un singolo paziente, suggestivo, presenta molte spiegazioni alternative ma necessita di ulteriori studi. La serie di casi la descrizione delle caratteristiche di un certo numero di pazienti con lo stesso quadro clinico. suggestivo, ma necessita di altri studi per accertare che il rischio di malattia sia differente tra individui esposti e non al fattore di rischio di interesse. Gli studi trasversali o survey sono lo stato di un individuo rispetto alla presenza o assenza sia dellesposizione che dellesito (malattia) che viene osservato e valutato simultaneamente. 1. istantanea della popolazione in studio 2. non possono generalmente distinguere se lesposizione precede lo sviluppo della malattia o se la presenza della malattia condiziona il livello individuale di esposizione. 3. per fattori che rimangono inalterati nel tempo, es. sesso, razza, gruppo sanguigno, questo tipo di studio pu fornire evidenza di unassociazione valida da un punto di vista statistico.
Le principali fonti e modalit di raccolta di dati sono: Censimento: relazione esaustiva di una popolazione, raccolta che interessa una famiglia di uno stato in x tempo. Registri anagrafici e notificazioni obbligatorie: - Nascite - Morti - Matrimoni - Migrazioni Certificazione delle cause di morte Registrazione delle nascite Notificazione delle malattie infettive Altre fonti o Documentazione ospedaliera o Registri patologie specifiche (tumori, malformazioni, tubercolosi) o Certificati medici o Documentazione istituti previdenziali ed assicurativi Indagini ad hoc (visite mediche, accertamenti vari, questionari) Gli obiettivi degli studi di sorveglianza sono: utilizzare le statistiche correnti, illustrare il quadro della distribuzione delle varie malattie in rapporto a tempo, spazio e caratteristiche individuali, calcolare i tassi di mortalit o di morbosit grezzi o standardizzati, effettuare correlazioni ecologiche tra variabili. Vantaggi: la rapida esecuzione, il basso coso, se vi sono sistemi di raccolta validi sono attendibili e usano classificazioni standard per facilitare i confronti. Svantaggi: i tempi di latenza fra raccolta ed elaborazione, dati di popolazioni e non individuali, non fornisce indicazioni di associazione fra fattori di rischio e variabili dipendenti. Inoltre vi possono essere distorsioni (bias): sottostima dei fenomeni per omissioni nelle segnalazioni, impossibilit di verificare lattendibilit dei dati e difficolt nella classificazione delle malattie. Gli obiettivi degli studi ecologici trasversali o di prevalenza sono: descrivere la prevalenza di un fenomeno ( malattia, fattore di rischio, ecc ) in una popolazione, ottenere informazioni sugli atteggiamenti della popolazione nei confronti dei servizi sanitari, sui bisogni di assistenza percepiti, sullutilizzo delle strutture sanitarie. I vantaggi sono: rapida esecuzione, basso costo, se si esegue su un campione rappresentativo i risultati si possono estendere allintera popolazione e non si vincolati sia nella scelta della popolazione da campionare che nei metodi di rilevazione. Gli svantaggi sono: non applicabile a fenomeni molto rari o di breve durata (bias di Neymann), non fornisce indicazioni sullincidenza del fenomeno e non fornisce indicazioni di associazione fra fattori di rischio ( variabili indipendenti) e variabili dipendenti. Pu subire inoltre distorsioni (bias) quali: conclusioni sbagliate per errato campionamento, errore di associazioni causali (fallacia ecologica) e le malattie acute hanno minore probabilit di essere rilevate.
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
Negli studi analitici linvestigatore assembla gruppi di individui con il proposito specifico di determinare in modo sistematico se il rischio di malattia o non diverso per gli individui esposti o non esposti ad un fattore di interesse. luso di un appropriato gruppo di confronto che consente agli studi analitici di saggiare unipotesi epidemiologica. Gli studi osservazionali sono di due tipi, lo studio caso-controllo e lo studio di coorte. La decisione di utilizzare luno o laltro dipende da vantaggi e svantaggi dei due tipi di studio, aspetti riguardanti lesposizione e la malattia, lo stato delle conoscenze allinizio dello studio e le considerazioni logistiche (tempo e risorse disponibili). Nello studio di coorte i soggetti sono classificati sulla base della presenza o assenza dellesposizione ad un particolare fattore, i soggetti allintero nei due gruppi sono poi seguiti per un determinato periodo di tempo per determinare se sviluppano o meno la malattia. Il rischio relativo(RR) stima la forza dellassociazione tra fattore di rischio e malattia = incidenza cumulativa negli esposti/incidenza cumulativa nei non esposti. RR = 1 il fattore di rischio non ha influenza sullo sviluppo della malattia, RR >1 probabilmente vi associazione tra il fattore di rischio e la malattia e RR <1 il fattore di rischio potrebbe esplicare unazione protettiva nei confronti dellinsorgenza della malattia. Il rischio attribuibile(RA) la differenza tra lincidenza cumulativa degli esposti per quella dei non esposti. Il rischio attribuibile nella popolazione il RA * prevalenza.
STUDIO CASO-CONTROLLO
Si selezionano un gruppo di soggetti con la malattia oggetto dello studio(casi) e un gruppo di confronto(controllo) senza la malattia. Si confronta, quindi, la proporzione di soggetti allinterno di ognuno dei due gruppi con lesposizione di interesse. Lodds ratio(studi di caso-controllo) stima approssimativamente il RR e la misura della forza di associazione tra fattore di rischio e malattia. OR = 1 il fattore di rischio non ha influenza sullo sviluppo della malattia OR > 1 vi la probabile associazione tra il fattore di rischio e la malattia, OR < 1 il fattore di rischio potrebbe esplicare unazione protettiva nei confronti dellinsorgenza della malattia. Studio retrospettivi o caso-controllo Vantaggi: di rapida esecuzione, di basso costo, per malattie a bassissima incidenza, validi per saggiare pi fattori di rischio, validi per saggiare ipotesi recentemente emerse e validi in quanto semplice mantenere costanti le modalit di rilevazione. Svantaggi: impossibile calcolare i tassi, problematica la scelta dei casi e dei controlli, Impossibile annullare le fonti sistematiche di distorsione (bias). Obiettivi: valutare il ruolo di uno o pi fattori di rischio nellassociazione fra variabili indipendenti e variabili dipendenti e stimare il RR attraverso il calcolo dell OR - odds ratio.
METANALISI Obiettivo: Combinare i risultati di studi individuali che non hanno fornito sufficiente evidenza dellefficacia di interventi o dellassociazione fra fattori di rischio e malattia, tenendo conto della eterogeneit degli studi stessi. Fasi: 1. Ricerca bibliografica ed identificazione degli studi pertinenti 2. Definizione dei criteri di inclusione ed esclusione degli studi 3. Valutazione della qualit degli studi 4. Estrazione dei dati 5. Analisi statistica dei dati e presentazione dei risultati (generalmente tramite lodds ratio globale con relativi limiti di confidenza al 95%)
-app. genito-urinario
-sangue
dalla capacit di resistenza nellambiente esterno del patogeno. La trasmissione pu essere: - diretta - indiretta a medio o a lungo raggio mediante veicoli inanimati che trasportano passivamente i microrganismi (saliva, mani, aerosol, polvere, terreno, acqua, alimenti, oggetti , biancheria, strumentazione, etc.) -indiretta mediante: - vettore animato artropode che chiude la catena di contagio tra persona infetta e suscettibile, obbligato in esso il patogeno svolge un ciclo necessario per la trasmissione - vettore passivo attua il trasporto passivo dei microrganismi.
Mucosa genito-urinario, mucosa congiuntivale, mucosa della bocca trasmissione diretta per contatto Mucosa respiratoria: - trasmissione indiretta a medio raggio veicolata da aria goccioline di Flugge - trasmissione indiretta a lungo raggio veicolata da polvere ed aria Mucosa enterica: - trasmissione indiretta a medio raggio veicolata dalle mani - trasmissione indiretta a lungo raggio veicolata da acqua ed alimenti Sangue: trasmissione diretta o indiretta veicolata dalle sacche per trasfusioni
Catene di contagio: 1. catena omogenea omonima ( fra soggetti della stessa specie, morbillo - febbre tifoidea - ecc) 2. catena omogenea eteronima ( fra vertebrati ma di specie diverse, rabbia - brucellosi - ecc.) 3. catena eterogenea omonima ( attraverso un vettore obbligato fra uomo e uomo, malaria - ecc) 4. catena eterogenea eteronima ( attraverso un vettore obbligato fra specie diverse, peste - ecc)
difterite morbillo
rosolia parotite
I vaccini sono preparazioni ad elevato potere antigenico al fine dindurre una immunit attiva nei riguardi di microrganismi patogeni per proteggere dalle rispettive infezioni o malattie. Vaccini possono essere costituiti da: - microrganismi vivi ed attenuati (contro la poliomielite tipo Sabin, il morbillo, la rosolia, la parotite, la varicella, la tubercolosiBCG, la febbre tifoidea-Ty21a) - microrganismi inattivati (contro la rabbia, linfluenza, la poliomielite tipo Salk, il colera, la pertosse - cellulare) - frazioni di microrganismi ( contro linfluenza - splint, ) - antigeni microbici purificati ( contro linfluenza, la meningite meningococcica, la polmonite pneumococcica, la pertosse acellulare, lepatite B, malattie da Haemophilus influenziae, ecc.) - anatossine ( contro la difterite e il tetano). Limmunizzazione attiva pu essere vista come un doppio bypass dello stato di caso infetto e di caso contagioso. - Bypassare lo stato di infetto previene la malattia nellindividuo ed importante da un punto di vista clinico. - Bypassare lo stato di contagioso previene la diffusione dellinfezione nella popolazione e la malattia in altri individui ed importante dal punto di vista della Sanit pubblica.
IMMUNITA DI GREGGE: La protezione indiretta dallinfezione di membri suscettibili di una popolazione, e la protezione dellintera popolazione, che conseguita per mezzo della presenza di individui immunizzati. Potenziale teorico di trasmissione di una malattia infettiva: R0 = numero medio di casi secondari dipendente dal caso primario o caso indice in una popolazione di suscettibili Potenziale reale di trasmissione di una malattia infettiva: R = Ro X ( X = frazione suscettibile della popolazione ) -endemia : R = 1 -copertura vaccinale critica % ai fini dellinterruzione della trasmissione : indice di pinc = 1-1/ Ro condizione indispensabile per leradicazione : R<1 STRATEGIE VACCINALI NEL PRIMO ANNO DI VITA Ro = B / ( A-D) B = aspettativa media di vita, A = et media di acquisizione dellinfezione D = durata della protezione passiva degli anticorpi materni B = dipendente dalle caratteristiche demografiche A = dipendente dalle caratteristiche sociali D = dipendente dalle caratteristiche ospite/parassita
Principali fattori di cui bisogna tener conto nella formulazione del calendario vaccinale Epidemiologici Et tipica di acquisizione della malattia (limmunizzazione deve avvenire prima dellesposizione al rischio) Eventuali complicazioni della malattia secondo le et Effetti collaterali del vaccino secondo le et Programmi di vaccinazione estensiva gi in atto Immunologici Maturit del sistema immunitario Clearance degli anticorpi di origine materna Numero di dosi e relativi intervalli richiesti per ottenere una risposta protettiva Durata della protezione conferita dal vaccino Pratici Numero di vaccini da inserire nel calendario Disponibilit di vaccini combinati Numero di sedute vaccinali Organizzazione della somministrazione dei vaccini (tipologia del Servizio Sanitario) Interventi di disposizione immunitaria vaccinazioni per let anziana - Aumento della fasce di et sopra i 65 anni in una popolazione sempre pi invecchiata - Spostamento in avanti dellet lavorativa - Necessit di garantire una buona qualit di vita - Applicazione di strategie vaccinali pianificate a livello regionale - Un vero calendario vaccinale sopra i 60 anni Tuttavia, c anche un rischio: in certe circostanze, un programma di vaccinazione pu provocare pi danni che benefici dal punto di vista della Sanit pubblica. Questo pu succedere se - la malattia pi grave negli adulti che nei bambini; - la copertura vaccinale raggiunta al di sotto di una certa soglia (lapprendista Atregone).Esempi di queste malattie sono: rosolia, varicella, parotite, epatite A. Prevenzione secondaria Obiettivo mantenimento dello stato di salute in soggetti gi esposti Oggetto popolazione apparentemente sana
I presupposti metodologici per un programma di prevenzione secondaria sono: 1. conoscenza della storia naturale clinica 2. disponibilit di un test di screening 3. intervento che cambi in modo efficace la storia naturale clinica
SCREENING Sensibilit = Veri positivi (VP)/ Veri positivi(VP) + Falsi negativi(FN) la capacit che il test ha di svelare come positivi i soggetti che saranno malati Specificit = Veri negativi (VN) / Veri Negativi (VN) + Falsi positivi ( FP) la capacit che il test ha di svelare come negativi i soggetti che rimarranno sani Valore predittivo dei risultati positivi = Veri positivi (VP) / Veri positivi (VP) + Falsi positivi (FP) la probabilit che un soggetto, risultato positivo al test, ha di fare effettivamente la malattia Valore predittivo dei risultati negativi = Veri negativi (VN) / Veri negativi(VN) + Falsi negativi (FN) la probabilit che un soggetto, risultato negativo al test, ha di rimanere sano malattia si malattia no Efficienza = VP + VN / VP +VN+FP + FN Rendimento = VP + FP / VP + FP + VN + FN C1 = F + (V+N) / N ( costo per ogni singolo test ) C = C1 / R x VPP ( costo per individuare ogni singolo soggetto affetto)
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