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Unit didattiche sui materiali - Classi Prime


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Materiali da Costruzione auladitecnica.blogspot.it Archive Like & Archive Like I MATERIALI DA COSTRUZIONE Sono quei materiali, naturali e artificiali, pi usati nelledilizia e nelle grandi opere di ingegneria civile (strade, ponti, canali; dighe, gallerie). I materiali da costruzione possono essere schematizzati come segue: PIETRE NATURALI Le pietre naturali sono rappresentate da vari tipi di rocce. Per millenni queste pietre sono state il materiale fondamentale nelle costruzioni, usate per lo pi secondo le disponibilit locali. Cos se a Roma si costruito per secoli in tufo o travertino, a Firenze era molto diffuso luso delle arenarie, a Carrara quello del marmo bianco o a Verona quello del marmo rosso e nella sicilia orientale le pietre laviche Le rocce naturali si estraggono dalle cave per mezzo di cariche esplosive o tagliandole con apposite strumentazioni. Il loro valore dipende oltre che dallaspetto, anche dalla loro lavorabilit, dalla loro resistenza meccanica e dalla resistenza agli agenti atmosferici Le rocce possono essere classificate secondo la loro origine: Rocce eruttive (o ignee, o magmatiche, o vulcaniche): derivano dalla solidificazione del magma vulcanico, avvenuta o allinterno della crosta terrestre (rocce eruttive intrusive) o allesterno (rocce eruttive estrusive). Rocce sedimentarie: si sono formate in seguito al lento deposito (sedimento) di sabbie, ciottoli, resti organici cementati tra loro. Rocce metamorfiche: si sono formate in seguito a profonde trasformazioni, dovute a calore e pressione, sia della rocce eruttive sia di quelle sedimentarie Numerose e diverse sono le rocce che fanno parte delle tre categorie. Fra le pi diffuse nelledilizia possiamo ricordare quelle riassunte nello schema sottostante: Graniti: sono rocce composte ( possibile distinguere infatti scaglie di diverse sfumature) e possono essere di diversi colori (bianco, grigio, nero, rosa, rosso, verde). Sono durissimi e spesso vengono lucidati. Vengono utilizzati per pavimentazioni o finiture (soglie, davanzali). Alla luce risultano frequentemente brillanti (effetto tipico di una rocce intrusiva) Porfidi: sono rocce molto compatte, dure e resistenti allusura. Per questo motivo trovano largo impiego nelle pavimentazioni stradali. In lastre o, pi spesso, in cubetti, possono essere disposti in diversi modi, cos da ottenere disegni geometrici di gran pregio. Le composizioni pi frequenti dei cubetti, nelle pavimentazioni stradali, prendono il nome di: A correre: disposti semplicemente uno di seguito allaltro, in linee orizzontali affiancate, avendo cura di disporre i cubetti in modo tale che due file contigue non abbiano corrispondenza nella posizione dei cubetti stessi; Ad archi contrastanti: disposti in modo da ottenere archi concentrici affiancati fra loro; A coda di pavone: disposti in modo da ottenere il tipico disegno a coda, archi via via pi piccoli che si riducono ad una punta; Circolare: disposti in cerchi concentrici. Spesso, per arricchire ulteriormente il disegno sul manto stradale, vengono intervallati da cubetti in marmo bianco, in modo da ottenere cornici colorate alle suddette composizioni. In lastre possono essere utilizzate per ricoprire piazze o per i cordoli dei marciapiedi. -

Argille: sono la materia prima per la fabbricazione di mattoni, tegole e ceramiche. Uno dei componenti fondamentali delle argille il caolino. Il loro uso come pietra intera e lavorata, quindi, molto limitato, preferendo invece lo sbriciolamento e la cottura per successive lavorazioni

Calcari: impiegati principalmente nella produzione delle calci idrauliche.

Arenarie: sono pietre compatte, esteticamente molto belle. Molto diffuse nellItalia centrale, soprattutto in Toscana, fra le arenarie pi note ci sono la Pietra Forte e la Pietra Serena. La Pietra Forte di colore giallo ocra, molto compatta e resistente: stata molto utilizzata fin dal Rinascimento per la costruzione di Palazzi monumentali (si pensi al Palazzo Vecchio o Palazzo Pitti a Firenze). La Pietra Serena, pi morbida e lavorabile, di colore grigio, stata invece impiegata, per le decorazioni dei palazzi (cornici di finestre, ornamenti, piccole sculture) o per le pavimentazioni di marciapiedi (non carrabili, per via della loro facile usura).

Travertini: sono pietre calcaree di struttura semicompatta, contenenti piccole cavit dovute alla presenza di resti fossili. Quando queste cavit sono pi ampie, si ha la variet detta Tufo, daspetto pi spugnoso e meno resistente. Il colore varia dal bianco al giallo, fino al grigio. Sono largamente usati come materiali da rivestimento perche resistono bene agli agenti atmosferici (si pensi al Colosseo, interamente rivestito in travertino e ancora oggi arrivato a noi: le parti di Colosseo mancanti non sono state distrutte dal tempo, ma dagli uomini, che utilizzarono il Colosseo come vera e propria cava di Travertino per la costruzione di opere successive). Molto diffuso nel centro Italia e soprattutto a Roma (in travertino sono realizzati anche i cordoli di molti marciapiedi romani) Marmi: sono pietre calcaree dagli splendidi colori e venature. Il colore varia da un bianco candido (Marmo di Carrara), al verde (Serpentino di Prato), al rosso (Rosso di Verona), al giallo (Giallo di Siena), al nero (Nero di Varenna) Utilizzati per finiture di pregio, oltre che nellarte statuaria. Ardesie: pietre di colore variabile, dal grigio, al verde, al nero. Impiegate per il rivestimenti di muri o per le coperture dei tetti (al posto dei laterizi). In passato erano la materia prima per la realizzazione delle lavagne (ora realizzate principalmente con materie plastiche). MATERIALI ARTIFICIALI Per materiali artificiali si intendono materiali che non esistono in natura ma vengono prodotti dal lavoro delluomo, I principali materiali artificiali utilizzati nelledilizia sono: Laterizi Prodotti ceramici Vetro Laterizi Con il termine laterizi si intendono essenzialmente i mattoni (in latino later significa, appunto, mattone) e le tegole. Sono materiali artificiali ottenuti per cottura dellargilla. In base alluso, i laterizi si possono classificare in: Laterizi per strutture verticali (muri) Laterizi per strutture orizzontali (solai) Laterizi per strutture oblique (tetti) Diversi e numerosissimi sono i tipi di laterizi esistenti per le diverse categorie. Quelli che seguono sono solo gli esempi principali, pi diffusi, che possono essere considerati come le tipologie principali. Tutti i numerosi altre laterizi esistenti ad oggi possono essere intesi come varianti di quelli qui citati. Nelle moderne costruzioni, realizzate per lo pi in cemento armato, i laterizi non hanno alcuno scopo portante, ma solo di tamponamento. In passato invece, prima dellinvenzione del cemento armato, i mattoni erano utilizzati come struttura portante degli edifici. Anche i laterizi utilizzati per i tetti non hanno scopo portante ma servono solo per favorire lo scolo delle acque nelle grondaie ed evitare cos che la struttura sottostante si bagni o, peggio, si formino ristagni dacqua. Mattoni: le misure pi frequenti di un mattone sono 12x25x5. Possono essere compatti o forati e vengono utilizzati per i tamponamenti interni degli edifici (i muri che separano le stanze allinterno di un edificio). Essendo utilizzati allinterno e non allesterno, hanno il solo scopo di separare le stanze, senza alcuno scopo di barriera termica. Blocchi: sono di dimensioni pi grandi dei mattoni (solitamente 25x38x12) e vengono utilizzati per i tamponamenti esterni, i divisori, cio, dello spazio interno di un edifico dallesterno. Per questo motivo, oltre a delimitare gli interni rispetto agli esterni, devono anche contribuire allisolamento termico. Lisolamento termico viene realizzato per mezzo dei fori di cui sono dotati i blocchi, disposti in modo tale da non essere corrispondenti fra di loro: il freddo, attraversando la materia per conduzione (attraverso il corpo), trova nellaria contenuta nei fori un ostacolo da aggirare, rallentando quindi il raffreddamento della faccia interna del blocco stesso. I fori dei blocchi assumono anche altri due compiti importanti. Facilitano lunione di un blocco con laltro, poich la calce che li unisce pu penetrare nei fori e saldare in modo pi resistente due blocchi sovrapposti; permettono di far passare dei ferri che, avvolti dalla calce, forniscono ulteriore resistenza alla struttura stessa. Pignatte: sono dei blocchi utilizzati per la costruzione dei solai. Le loro dimensioni pi frequenti sono 38/50x25/30 con unaltezza variabile (12, 16, 20, 26 cm). Nel caso delle pignatte i fori servono esclusivamente per alleggerire il solaio che vanno a costituire (infatti, dividendo un piano dallaltro, laspetto termico relativo). Sono propriamente delle strutture di alleggerimento, in quanto, anchessi come gli altri laterizi, non hanno funzione portante (demandate alle travi e ai travetti). Servono per formare lo strato che verr poi ricoperto col cemento e rivestito di malta e piastrelle, in modo da rendere il solaio calpestabile. Le forme sono varie e servono a facilitare lunione con il cemento e lappoggio sui travetti. Sono ideali per solai resistenti a pesanti carichi.

Tavelle/Tavelloni: fra loro si differenziano unicamente per la loro lunghezza. Infatti se la larghezza solitamente sempre da 25 cm e laltezza da 6/10 cm, la lunghezza pu variare dai 50 cm (tavelle) fino ai 2 metri (tavelloni). Il ridotto spessore rispetto alle pignatte, li rende ideali nel caso in cui necessario realizzare solai di spessore minimo (ad esempio per problemi di altezze). Per lo stesso motivo, per, i solai realizzati in tavelle o tavelloni, non possono sopportare carichi eccessivi.

di spessore minimo (ad esempio per problemi di altezze). Per lo stesso motivo, per, i solai realizzati in tavelle o tavelloni, non possono sopportare carichi eccessivi. Come per le pignatte, il solaio viene completato con un getto di cemento, calce e la successiva posa delle piastrelle.

Coppo: una tegola dalla forma ricurva, utilizzata fin dai tempi dei Romani. Da solo pu essere utilizzato con una disposizione definita coppo-coppo, cio file di coppi in posizioni concave convesse, in modo tale che il coppo poggiato sul dorso assume il compito di canaletta per lo scolo delle acque, mentre il coppo poggiato sopra, a coprire, assume il compito di protezione, permettendo lo scorrere dellacqua piovana sul coppo sottostante. Solitamente lungo 40-50 cm, largo 13-17 cm, con un forma svasata che favorisce lassemblaggio con i coppi sottostanti: infatti i coppi vengono poggiati luno sullaltro, appena sovrapposti. Embrice: una tegola piatta, sempre utilizzata in abbinamento al coppo, nella disposizione definita, appunto, coppo-embrice, funge da canaletta di scolo (al posto del coppo poggiato sul dorso nel caso del coppo-coppo). Questa copertura viene anche chiamata alla romana o fiorentina. Portoghese/Olandese: di pi recente fabbricazione, queste due tegole derivano dallunione, in un unico pezzo, di un coppo e un embrice, in modo da rendere pi facile e veloce la posa. Quindi, se la produzione di una tegola del genere risulta pi costosa di quella di un coppo o di un embrice, la posa risulta pi rapida e, quindi, meno costosa. La differenza fra la tegola portoghese e quella olandese sta nella ondulatura del coppo: pi accentuata nella Portoghese (che risulta leggermente pi alta), pi lieve nella Olandese (pi bassa). Marsigliese: tegola piana, rettangolare, con delle tipiche nervature (una sorta di due coppi, poco concavi, affiancati). Vengono fissati a incastro o con perni.

Esistono inoltre numerosi pezzi speciali di finitura (basi per comignoli, pezzi di colmo, tegole ferma neve, etc Prodotti ceramici I prodotti ceramici sono ottenuti per foggiatura (modellazione) di materie plastiche naturali (argilla e caolino), con laggiunta di materiali sgrassanti, di materiali fondenti e di coloranti minerali: tutte queste materie vengono impastate con acqua e successivamente cotte. Anche i laterizi sono, di fatto, prodotti ceramici. Tuttavia per prodotto ceramico si intende quella che viene comunemente chiamata ceramica. La prima fase della produzione la macinazione dellargilla, del calcio e del quarzo, nelle dosi desiderate. Quindi si passa allimpasto delle sostanze macinate con acqua. La fase della formatura serve per dare forma allimpasto plastico. Durante lessiccamento i pezzi formati vengono fatti asciugare fino a perdere completamente lacqua che contengono. Solo successivamente possibile passare alla cottura, la fase pi delicata. Il rivestimento la fase successiva e pu avvenire o con vetrina (che conferisce un rivestimento trasparente) o con smalti (rivestimento opaco): dopo di che avviene la ricottura del materiale (per questo si parla di biscotto). Lultima fase , infine, quella eventuale della decorazione. Le ceramiche si suddividono in due categorie: Ceramiche a pasta porosa Ceramiche a pasta compatta Le ceramiche a pasta porosa vengono cotte a basse temperature, massimo 1000C: in questo modo allinterno del prodotto si formano micro-bolle daria, che rendono la ceramica, appunto, porosa. Sono economiche e meno pregiate. In pasta porosa vengono prodotte le terracotte, pentole e tegami, la maioliche, lavabi, vasi Le ceramiche a pasta compatta, invece, vengono cotte ad alte temperature, tali da fondere completamente limpasto facendo evaporare laria che si forma allinterno delle bolle: in questo modo la pasta acquisisce maggiore compatezza. Sono di qualit pregiata e, quindi, pi costose. In pasta compatta si producono i grs per apparecchi sanitari, i grs porcellanati (di qualit ancora superiore), le porcellane (per oggetti di ornamenti). Riassumendo in uno schema possiamo cos sintetizzare: Vetro Il vetro una massa amorfa (senza forma), omogenea, trasparente, impermeabile, resistente alla maggior parte delle sostanze chimiche, dura, fragile, elettricamente isolante. In particolare la trasparenza la propriet maggiormente caratterizzante e quella per cui il vetro un materiale insostituibile nelledilizia. Le materie prime usate per la sua fabbricazione sono la silice (tipo di roccia molto compatta), la soda (una specie di sale cristallino) o la potassa (carbonato di potassio, usato ad esempio nei saponi), la calce (pietra cotta). Vengono inoltre aggiunte sostanze che conferiscono al vetro determinate caratteristiche, come unalta resistenza, durezza, trasparenza e lucentezza: ossido di piombo, ossido di zinco, acido borico, allumina Le materie prime vengono macinate e miscelate quindi portate a fusione dentro particolari forni. Per la sua particolare struttura il vetro non passa direttamente dallo stato solido dei suoi componenti allo stato liquido, ma con il calore diventa pastoso, lasciandosi cos foggiare facilmente. La formatura dipende dai prodotti che si vogliono ottenere. Il metodo attualmente pi usato per ottenere il vetro piano quello del float glass (vetro galleggiante): dopo la fusione il materiale viene versato in una vasca piena di stagno fuso. Il vetro si allarga sulla superficie del metallo e forma una lastra perfettamente piana e uniforme. La lastra, poi, fatta passare in un forno di ricottura, quindi raffreddata e infine viene tagliata automaticamente. Per ottenere il vetro cavo si utilizzano macchine automatiche che utilizzano un processo di soffiatura. Aria calda, a forte pressione viene immessa allinterno della forma dentro la quale stata immessa una certa quantit di vetro allo stato plastico. Per effetto della pressione dellaria la sostanza plastica viene schiacciata contro la forma rimanendo cos cava allinterno. I vetri si possono classificare secondo il loro impiego come nello schema seguente:

I vetri si possono classificare secondo il loro impiego come nello schema seguente: MATERIALI LEGANTI I leganti da costruzione sono quei materiali che, impastati con acqua e sabbia, formano delle masse semifluide (malte), impiegate per legare tra loro i vari materiali da costruzione (pietre naturali o laterizi) tra i quali vengono interposti. Le malte hanno la caratteristica di indurire lentamente (far presa) formando una sostanza dura e resistente come una pietra. I materiali leganti si differenziano in Aerei : possono far presa solo allaria Idraulici: possono far presa anche sottacqua Sono materiali leganti aerei: Il gesso Ottenuta dalla lavorazione della pietra da gesso, viene utilizzato per intonaci e rivestimenti murari. Dal gesso si possono ottenere anche la scagliola (ideale per lavori di incisione) e lo stucco (ottimo per lavorazioni in bassorilievo). La calce aerea Ottenuta dalla lavorazione della pietra da calce, viene utilizzata sotto forma di malta per legare pietre e mattoni. Sono materiali leganti idraulici: La calce idraulica E un legante idraulico in quanto, al contrario della calce aerea, capace di resistere dopo lindurimento anche allazione dellacqua. Ottenuta dalla lavorazione di argilla e calcari, trova impiego nella costruzione delle fondamenta, per gli intonaci, sia interni che esterni, e in sostituzione della calce aerea laddove necessario. I cementi Ottenuti per cottura di calcari e argille in particolari forni rotanti, vengono sempre utilizzati in abbinamento ad altri materiali, sotto forma di malta cementizia o calcestruzzo. Sono utilizzati per la costruzione della maggior parte delle strutture portanti dei moderni edifici, per lo pi abbinati a tondini di acciaio (cemento armato) Il cemento armato Lunione della malta cementizia con delle armature in ferro prende il nome di cemento armato. Il principio di utilizzo del cemento armato si basa sul fatto che il cemento, da solo, molto resistente alla compressione ma scarsamente resistente alla trazione. Caratteristiche esattamente inverse a quelle del ferro, pi resistente alla trazione che alla compressione. I due materiali quindi, insieme, migliorano le caratteristiche di resistenza degli edifici. In cemento armato infatti possibile costruire sia le strutture portanti verticali (i pilastri) sia le strutture portanti orizzontali e oblique (le travi). Per la colata della malta cementizia (che andr ad inglobare i ferri) si utilizzano delle casseformi (in legno i in ferro) che vengono poi smontate una volta che la malta si sar essiccata. Un particolare tipo di manufatto poi il cemento armato precompresso (c.a.p.). Nel calcestruzzo vengono inglobati tondini di acciaio in tensione: durante lessiccamento, il rilascio dei tondini dalla loro tensione comprimer il calcestruzzo ad essi attaccato. Il calcestruzzo cos sottoposto ad una compressione preventiva che compenser gli sforzi di trazione durante il funzionamento della struttura. . Tecnologia - Settori Produttivi - Vol.B (Gianni Arduino - Ed. Lattes) Siti Internet auladitecnica.blogspot.it Archive Like & Archive Like La carta auladitecnica.blogspot.it Archive Like & Archive Like LA CARTA La carta un prodotto ottenuto dalla lavorazione di fibre vegetali macerate, ridotte in pasta e quindi in fogli pi o meno sottili. Il principale costituente delle fibre vegetali la cellulosa, sostanza che si forma durante il processo della fotosintesi clorofilliana. Altri elementi fondamentali sono le sostanze di carica (che rendono la carta liscia e bianca) e le sostanze collanti (che rendono la carta impermeabile agli inchiostri. A volte possono essere utilizzati anche dei coloranti. FIBRE DI + SOSTANZE + SOSTANZE = CARTA CELLULOSA DI CARICA COLLANTI La principale materia prima utilizzata per fare la carta il legno, ricavato in genere, da alberi coltivati apposta per produrre cellulosa. Sono foreste composte da alberi a rapida crescita, in cui gli alberi tagliati, ogni anno, sono immediatamente sostituiti da un numero uguale di piante nuove, che saranno pronte, a loro volta, per il taglio entro 10 o 20 anni. Cos il patrimonio forestale non si esaurisce mai. La distruzione delle foreste vergini dellAmazzonia, dellAfrica o dellAsia non quindi da imputare al consumo di carta, ma ad altre cause, come la ricerca di legname di pregio per lindustria del legno lestensione di nuove aree epe la coltivazione, la costruzione di strade, e cos via. Oltre al legname proveniente da piantagioni a rapida crescita, vengono impiegati anche: - scarti di segherie;

- scarti di segherie; - tronchi di piccole pezzature, comunque non utilizzabili per altre lavorazioni; - sottoprodotti della foresta, vale a dire alberi non adatti ad essere segti in tavole, cime di piante, rami, etc Il processo produttivo 1) Preparazione delle paste Esistono 4 tipi di paste Le prime tre sono realizzate con un procedimento chimico, e si differenziano tra loro per la quantit di lignina eliminata. La quarta pasta, invece, ottenuta con un procedimento di tipo meccanico tanto che talvolta si parla di pasta di legno anzich pasta di cellulosa). - Pasta chimica. Durante la cottura si separa la lignina e resta cellulosa quasi pura. Da 100 Kg di legno secco si ha una resa di circa 40 Kg di cellulosa. Le carte prodotte con questo tipo di pasta sono di ottima qualit. Questa pasta si utilizza anche per la produzione di fazzoletti di carta, tovaglioli e ogni tipo di carta assorbente. - Pasta semichimica. La cottura solo parziale e la lignina non viene completamente sciolta. Da 100 Kg di legno secco si ha una resa di 60 Kg di pasta semichimica. Questa pasta viene utilizzata principalmente per la realizzazione di carte da giornale e da stampa o cartone ondulato. - Pasta ad alta resa. Durante la cottura la lignina viene solo ammorbidita, senza essere separata. Da 100 Kg di legno secco si ha una resa di 90 Kg di pasta ad alta resa. Questa pasta viene utilizzata principalmente per la realizzazione di cartoni. - Pasta meccanica. Questa pasta viene ottenuta sfibrando il legno esclusivamente per via meccanica. I tronchetti di legno vengono scortecciati e pressati contro una mola rotante e abrasiva. La pasta ottenuta viene raffinata per ridurre le dimensioni delle fibre, e sbiancata. 2) Imbianchimento delle paste Limbianchimento delle paste viene fatto tradizionalmente con il cloro, che un elemento inquinante. Attualmente in Europa la maggior parte di produttori di paste e di carta si sono spostati verso sostanze di imbianchimento alternative, meno inquinanti. Le paste dette ECF (Elemental Chlorine Free = prive di cloro elementare) hanno sostituito largamente quelle prodotte con il cloro, soprattutto nelle carte da scrivere e da stampa. 3) Lavorazione Nelle cartiere le diverse paste vengono spappolate in acqua e mescolate insieme in unapposita macchina, chiamata Pulper, in diverse percentuali, a seconda del tipo di carta che si vuole ottenere. Limpasto ottenuto viene poi sottoposto ad una raffinazione, allo scopo di ricavare una poltiglia fine ed uniforme. Nei raffinatori la pasta costretta a passare attraverso delle lame che sminuzzano sempre pi finemente le fibre di cellulosa. Limpasto raffinato viene inviato nel tino miscelatore, dove vengono aggiunte sostanze di carica (caolino), sostanze collanti ed eventuali sostanze coloranti. La trasformazione dellimpasto in carta avviene nella macchina continua. Limpasto, molto diluito, viene fatta cadere su un telo di formazione, costituito da una rete metallica, simile ad un nastro trasportatore, sempre in movimento. La poltiglia si distribuisce uniformemente sul telo, lacqua scola attraverso le maglie della rete e viene aspirata da appositi cassoni, le fibre si avvicinano e si intrecciano a cominciano a formare un nastro compatto. Alla fine di questa prima parte della macchina il foglio di carta si stacca e comincia a passare attraverso una lunga serie di cilindri rotanti che hanno lo scopo di formare un foglio, sgocciolarlo, tenderlo seccarlo, lisciarlo e finalmente arrotolarlo in grandi bobine. Bibliografia: Tecnologia - Settori Produttivi - Vol.B (Gianni Arduino - Ed. Lattes) auladitecnica.blogspot.it Archive Like & Archive Like Legno auladitecnica.blogspot.it Archive Like & Archive Like IL LEGNO Con il nome di legno sintende la materia prima fornita naturalmente dagli alberi. Nel linguaggio comune, a seconda delluso a cui destinato, il legno prende il nome di: - legna, se fornisce combustibile; - legname, se fornisce materiale utile per le costruzioni o le industrie. Dalla foresta alla segheria Le operazioni necessarie per trasformare le piante in legname da lavoro sono le seguenti. 1) Abbattimento. Il tronco viene tagliato alla base, facendo attenzione a scegliere la direzione di caduta pi opportuna. Labbattimento avviene, generalmente, nella stagione invernale, quando lattivit vegetativa minima. 2) Sramatura. E loperazione che consiste nel taglio dei rami della pianta appena abbattuta (talvolta la ramatura pu precedere labbattimento). 3) Scortecciatura. La scortecciatura del fusto avviene generalmente subito dopo labbattimento, per facilitare lessiccazione e il trasporto. 4) Troncatura. I tronchi vengono generalmente tagliati in pezzi pi piccoli per facilitarne il trasporto. 5) Trasporto. Il trasporto pu avvenire in diversi modi. - Via terra: per rotolamento, trascinamento o su mezzi di trasporto (autocarri, treni); - Via acqua (fluitazione): sfruttando corsi dacqua diretti in prossimit delle segherie; - Via aerea: per mezzo di funi o teleferiche, elicotteri o per caduta dallalto attraverso apposite canalizzazioni (solitamente utilizzato in casi di luoghi impervi). 6) Lavaggio/Asciugatura (lisciviazione). un procedimento diretto ad eliminare dal legno tutte le sostanze che possano imputridire e quindi costituire nutrimento per organismi parassiti. 7) Taglio. Pu avvenire in vari modi. I principali, utilizzati per la realizzazione di pannelli semilavorati, sono: - Tranciatura: il tronco viene tenuto fermo mentre una lama affilata taglia sottili fogli di legno; - Sfogliatura: il tronco viene imperniato nel proprio asse e fatto ruotare lentamente contro una lama affilata, che taglia un foglio sottile, largo quanto il tronco e lungo molti metri. 8) Stagionatura. La stagionatura pu avvenire in modo naturale o artificiale.

- Stagionatura naturale: le tavole vengono messe in cataste, lasciando che lacqua contenuta nel legno si perda per evaporazione spontanea. Loperazione pu durare un anno per legni teneri o diversi anni per legni duri e compatti. - Stagionatura artificiale: effettuata con fumi e aria calda dentro appositi locali. Loperazione pu durare anche pochi giorni. I pannelli semilavorati Per ovviare ad alcuni inconvenienti propri del legno massiccio ad esempio la tendenza della tavole ad incurvarsi) e al contempo ridurre i costi dei manufatti in legno, rimediando anche a problemi di carattere ambientale, si producono pannelli in cui il legno abbinato anche ad altri materiali. Ali pannelli, che hanno ormai sostituito quasi completamente, il legno massiccio nella costruzione dei mobili, hanno ottime caratteristiche di leggerezza, resistenza e durata, e un costo molto pi basso del legno massiccio. I principali pannelli sono i seguenti: Compensato. un pannello di legno formato da 3 fogli di legno sottili, disposti e incollati con le venature incrociate fra loro. Multistrato. un pannello realizzato con lo stesso procedimento del compensato, ma utilizzando pi strati: 5, 7, 9 Il numero dispari degli strati si giustifica con una motivazione puramente estetica: disponendo le venature sempre in modo incrociato, solo un numero disperi di fogli consente di avere le venature orientate nello stesso verso su entrambe le facce del pannello. Tamburato. Pannello costituito da una cornice di legno massello rivestita, sulle due facce, da fogli di laminato o compensato. Allinterno resta vuoto o alleggerito con una struttura a nido dape di cartone. Paniforte. Pannello di legno costituito da un anima di listelli incollati fra loro, rivestiti su entrambe le facce da fogli di legno disposti con le venature contrarie rispetto a quelle dei listelli. Truciolato. Pannelli costituiti da scarti di segherie, trucioli, pezzi di rami e radici ridotti in piccole scaglie, impregnati con resine sintetiche e pressati ad alta temperatura. Possono essere rivestiti da lamine plastiche (laminati) o strati di legno vero (impiallacciati). Lamellare. formato da tavole ottenute dal taglio del tronco, unite tra loro con colle sintetiche ad alta resistenza. Caratteristiche del legno Anelli. Osservando un tronco sezionato si pu notare una serie di anelli concentrici. Essi derivano dallaccrescimento annuale del fusto, e sono costituiti da tessuto meno compatto formatosi durante la primavera, e da tessuto pi compatto formatosi nella stagione estivo-autunnale. Nellinverno si verifica un arresto delle vegetazione. Dunque corretto dire che dal numero degli anelli possibile risalire allet della pianta. Venature. Sono le striature visibili in starti di legno tagliati longitudinalmente al fusto. Non sono altro che gli anelli di cui si detto sopra, visti in modo longitudinale. Nodi. Derivano dallintersezione dei rami nel tronco. Gli artigiani, talvolta, ne sfruttano il disegno per ottenere effetti decorativi. Cipollatura. un difetto del legno. Si parla di cipollatura quando si ha un distacco tra due anelli annuali. Bibliografia: Tecnologia - Settori Produttivi - Vol.B (Gianni Arduino - Ed. Lattes) auladitecnica.blogspot.it Archive Like & Archive Like Archive All Download Newest Become an Instapaper Subscriber for just $1/month to get up to 50 articles at a time and support Instapapers development. Visit the Account section of Instapaper.com to subscribe.

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