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12 Maggio 2012 MI L A NO F I NA NZ A

di Francesco Ninfole
D
ove investire men-
tre lEuropa rimane
nella trappola della
crisi? Molti operatori
hanno scelto di pun-
tare sugli Usa, dove la redditivit
delle aziende arrivata su livel-
li mai visti dal Dopoguerra. Ma,
nonostante Wall Street sia sali-
ta del 7% da inizio anno (indice
S&P 500), i profitti delle societ
non sono ancora del tutto scontati
nei prezzi. Carla Scarano, gesto-
re del fondo Americhe di Anima
sgr, spiega: Lindice S&P 500 ha
chiuso gioved 10 maggio a quo-
ta 1.350, un livello inferiore del
14% ai 1.550 punti toccati come
picco massimo nel 2007, prima
della crisi. Ma nel primo trime-
stre di questanno gli utili sono
gi arrivati a 100 dollari per azio-
ne, superando quelli raggiunti nel
secondo trimestre 2007.
Alcuni fattori hanno contribuito alla
ripresa rapida delle societ america-
ne: Innanzitutto la globalizzazione
ha permesso alle aziende di ridurre
i costi, esportando la capacit pro-
duttiva allestero, osserva Scarano.
Inoltre, le societ hanno investito
in modo pi oculato e la produt-
tivit aumentata, grazie anche
allattenzione dei manager allin-
novazione. Oggi il return on equity
delle societ dellindice S&P 500
del 20%, un valore difficile da tro-
vare in altri listini. E questo anche
se leconomia Usa cresce soltan-
to del 2%: vuol dire che le aziende
non hanno soltanto guardato alla
ripresa economica, ma sono anche
andate a cercare la domanda fuori
dai confini nazionali, si sono rinno-
vate, hanno trovato nuovi mercati
di nicchia. Le stime degli analisti
prevedono a fine anno un aumen-
to dei ricavi del 6% e degli utili del
9%. Per Scarano nelle valutazioni
di mercato comunque scontato un
margine di sicurezza, nel caso gli
utili si rivelassero alla fine inferiori
alle attese: I profitti sono all8,9%
dei ricavi al netto delle tasse, mai
cos alti dal Dopoguerra, con ren-
dimento del 6,5% a livello di free
cash flow. Si tratta di valori da con-
frontare con il bond decennale del
Tesoro americano, che non arriva
neppure al 2%.
Allinterno del listino di Wall
Street, che cresciuto del 100%
rispetto ai minimi del 2008, bi-
sogna comunque selezionare con
attenzione titoli e settori. La pre-
ferenza del gestore di Anima va al
comparto tecnologico: Hanno va-
lutazioni medie inferiori a quelle
storiche e a quelle degli altri set-
tori, ma prevista a fine anno una
crescita dei ricavi dell11% e degli
utili del 20%. C il rischio di bolle
in qualche caso? Eviterei i titoli
del cloud computing, dice il gesto-
re. Un discorso diverso va fatto per
i titoli pi noti, che mostrano an-
cora vitalit. Riguardo ad Apple,
ad esempio, il titolo ha raggiunto
una capitalizzazione record (ad-
dirittura pari a quella dellintero
listino milanese), per non si pu
parlare di sopravvalutazione: I
profitti crescono ancora con un
ritmo dell80% e resta comunque
il titolo pi presente nel nostro
portafoglio. In generale preferia-
mo le societ che generano cassa
e hanno bassi multipli, come per
esempio Activision, leader nel ga-
ming, precisa Scarano. Sono in
buona salute anche Google (ha
una valutazione in linea con il
mercato, ma cresce a tassi doppi)
e anche Microsoft (ha un dividend
yield del 2,6% contro l1,8% del de-
cennale americano e una crescita
degli utili a doppia cifra).
Insomma, tirando le somme,
per fine anno il ritorno totale do-
vrebbe essere attorno al 15%, tra
crescita del mercato e dividendi.
Anima ha una minore esposizione
rispetto al benchmark sui titoli
finanziari, tuttavia non sembra
preoccupare il rosso da 2 miliar-
di di Jp Morgan legato ai derivati:
neppure il listino si scomposto
dopo lannuncio delle perdite (si
veda box in pagina).
Nellinvestimento in titoli Usa
occorre poi considerare le fluttua-
zioni del cambio. Il rafforzamento
del dollaro avvantaggia un investi-
tore europeo con titoli americani.
Dal punto di vista delle aziende,
tuttavia, si potrebbe pensare a un
impatto negativo sulle vendite
allestero. Per, fa notare Scarano,
bisogna pensare che in media il
30% del fatturato delle societ
americane generato fuori dagli
Usa. Coca-Cola ad esempio arriva
al 50%. Landamento del dollaro
perci non tra i fattori deter-
minanti per i fondamentali delle
societ e non tra gli elementi
considerati dagli investitori per
definire il valo-
re di una
soci et.
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Loccasione Wall Street

P
er colpa della balena londinese nata in
Francia, Jp Morgan perde 2 miliardi di dol-
lari sui derivati sintetici. E si profila per le
banche Usa unera di maggiore disciplina. Tutto ha
origine dalle operazioni di un trader francese del-
la banca americana attivo a Londra, Bruno Michel
Iksil detto London Whale (appunto balena londinese)
per le sue posizioni in derivati, arrivate a superare i
100 miliardi di dollari di nozionale. Iksil aveva ven-
duto a piene mani credit default
swap. Gli investimenti, e le perdi-
te, sono legati a un indice creato
dal gruppo Markit, e che calco-
lato sul rischio di default di 121
societ Usa. Chi vende i derivati,
in questo caso Iksil e il suo gruppo,
si impegna a pagare la contropar-
te in caso di default di una delle
societ comprese nellindice ma
risente anche delle fluttuazio-
lennesima prova che quello che le banche defini-
scono operazioni di copertura sono spesso pericolose
scommesse che non dovrebbero fare. In realt il di-
battito verte sulla normativa Volcker. Barney Frank,
il congressman che ha dato il suo nome alla rifor-
ma della finanza, stato anche pi duro, dicendo
che queste notizie smentiscono che leccesso di re-
gole pesi sui risultati delle istituzioni finanziarie.
Frank ha anche citato un calcolo fatto dalla stessa
Jp Morgan, la quale stima tra 400 e
600 milioni di dollari i costi delle regole
aggiuntive, commentando che la ban-
ca ha perso da sola cinque volte tanto
in un sol colpo. Cos oggi difficile so-
stenere che non servono nuove regole
a evitare le azioni alla base della cri-
si del 2008.
Dimon, uno dei banchieri americani
pi considerati, annunciando la per-
dita sui cds ha detto apertamente che
Una balena londinese sul collo di Jp Morgan
11 feb 12 11 mag 12
JP MORGAN
37
41
39
43
45
47 quotazioni in dollari
d
s
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A
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LA SCELTA DI ANIMA SGR


I titoli pi presenti nel fondo Americhe
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
Apple
Exxon Mobil
Microsoft
Activision Blizzard
The Coca-Cola Company
Wells Fargo & Co
Mcdonald's
Google
Intl Business Machines
Berkshire Hathaway

4,9%
3,9%
3,6%
3,0%
2,8%
2,8%
2,6%
2,0%
2,0%
2,0%

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