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CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 11
La figura di Napoleone Bonaparte viene spesso ricordata come una sorta di reincarnazione del Dio Marte sulla terra. Come scrive S.J. Woolf,
parafrasando lo storico francese J. Tulard, "delle tre immagini che costituiscono il mito napoleonico... - il giovane eroe, il padrone del mondo, l'esiliato scacciato - due sono militari" (1). Pi delle riforme giuridico amministrative, pi dell'uomo politico, pi della sfrenata ambizione, di questo personaggio, maggiormente le sue si tramandano del quali "piccolo sui
testimonianze caporale
simboliche formidabili
corso",
vittorie
campi di battaglia. Vittorie che lo resero dal 1796, anno della prima campagna in Italia da semplice
generale, al 18 giugno 1815, data della battaglia di Waterloo (2), l'indiscusso protagonista di quel
periodo storico. La tesi di Napoleone visto eminentemente come personaggio militare avvalorata da fatti oggettivi: venti anni di guerra quasi ininterrotta, appunto dal
(1)
S.J.WOOLF, "Napoleone e la conquista dell'Europa". Bari 1990 pag. 207. (2) "La giornata del destino", come scrive VICTOR HUGO nel romanzo "I Miserabili". CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 12
1796 al 1815; le centinaia di migliaia di morti sui campi di battaglia, provocati dalle tante campagne militari a cui Napoleone costrinse la Francia ed i suoi alleati e, di conseguenza, gli Stati suoi
nemici; il sistema coscrizionale gravosissimo sulle popolazioni, specie rurali, destinato ad alimentare l'esercito dell'Impero. in Francia Del e negli Stati "vassalli" militare
resto
l'estrazione
dell'Imperatore francese ci perviene anche attraverso le preziose testimonianze ai famosi visive dipinti rimasteci, che i
dipinti.
Accanto
ritraggono
l'Imperatore a Rivoli, al valico del San Bernardo, ad Eylau, Wagram, Smolensk e in genere in ogni localit dove condusse il suo esercito, colpisce, per la sua sistematicit, un dipinto eseguito nel 1810 da David, artista ufficiale della corte napoleonica, che
rappresenta Napoleone all' apice della sua potenza, all'interno del suo studio. L'essenza del dipinto sta nel sottile gioco dei particolari che l'artista ha creato: accanto alla spada, perfettamente bilanciata sul tavolo, spicca invece l'instabile equilibrio che caratterizza la posizione della penna, che si
(3)
D.CHANDLER, "Waterloo". Milano 1982, didascalia a pag. 28. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 13
personaggi militari ed i pi grandi condottieri, non dobbiamo trarre conclusioni affrettate. La spada che nel dipinto "prevale" sulla penna, non deve essere intesa come la forza che prevale sulla diplomazia: non dimentichiamo che a seguito di vittorie militari Napoleone era solito un chiedere a titolo di
prezzo alle
politico concrete
rispetto
alla
sconfitta
dell'esercito era
politico
possibile del'
integrazione
(4).
genio e dal
militare, connubio
la tra
dell'uomo
politico
forza e abilit diplomatica, la capacit di creare un Impero stesso. L'energia del condottiero coinvolse, per la Francia, per i francesi e per se
involontariamente, ma in maniera innegabile, specie in chiave prospettica, anche tutti i paesi d'Europa stimolando sentimenti il risveglio delle coscienze in quegli e dei
nazionali
soprattutto
stati,
P.PIERI, "Guerra e politica". Vicenza 1975, pag. 140. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 14
Ma da dove riceveva la propria forza militare il "generale" Bonaparte? Indubbiamente dal profondo legame tra il suo genio da guerriero e la pi
formidabile
macchina
guerra
dell'era
moderna:
l'esercito imperiale, la Grande Arme. Per superiorit delle meglio delle comprendere "armi" che le ragioni sugli della
francesi per
eserciti
coalizioni
nacquero
contrastarle,
finendo regolarmente battuti, occorre fare un passo indietro cercando di spiegare le origini
dell'esercito napoleonico e quelle dei vari eserciti che lottarono contro la Francia. Questi ultimi, l'esercito austriaco, russo e in particolar modo quello prussiano, si presentavano negli anni a cavallo del 1800, ancora come tipici eserciti del XVIII secolo. I modelli di Federico II erano stati del ben presto dimenticati prussiano e dell'opera rimaste
militare
condottiero
erano
tracce sbiadite, pi marcate per ci che riguardava l'aspetto formale e la composizione dell'esercito, meno per quello che si riferiva alla concezione
maggior parte prussiani di nobile origine, e Federico faceva affidamento su di loro pi che sui suoi
nobili] erano lieti di servire nell'esercito; ogni famiglia militare mandava e agli almeno un figlio veniva alla scuola lo
ufficiali
inculcato
"spirito di corpo", il senso della patria e della disciplina e ad essi veniva impartita un'educazione pratico migliore truppa] militare. che era si di Federico potesse riteneva con fino che la cosa [la
fare
gli a
uomini che
addestrarli
ognuno
divenisse un perfetto automa pi timoroso dei propri ufficiali che del pericolo al quale era esposto" (3). Tali caratteristiche erano evidenti anche
negli eserciti della coalizione che presentavano un corpo ufficiali di estrazione nobile, ed una truppa dalla ferrea disciplina ma dallo scarso entusiasmo. Per quel che riguarda la concezione strategica, tali eserciti si caratterizzavano per la loro prudenza
operativa, mentre, tatticamente, si distinguevano per la loro estrema lentezza nei movimenti e nelle
manovre. Ed proprio in questi ultimi elementi che venivano completamente disattesi i contenuti del
"testamento militare" di Federico II (4). Non pi guerre brevi e violente, battaglie come conditio sine
(3) B.L.MONTGOMERY, "Storia delle Guerre". Milano 1970, pag. 338. (4) Mi riferisco alle "Istruzioni segrete" del 1748 che raccolgono il pensiero militare di Federico II. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 16
qua
non
per
riuscire
vittoriosi volte
(5); alla
non
pi
blitzkrieg
annientatrici
diretta
distruzione del nemico, ma strategia di logoramento e scarsa fiducia nel concetto di battaglia quale
strumento di risoluzione di una contesa. Sotto l'usanza di l'aspetto affidarsi, logistico quale fonte "era invalsa di
principale
rifornimento a lunghi e lenti convogli di carri che operavano da depositi e magazzini riforniti in
precedenza" (6). Ci avveniva essenzialmente per due motivi: in primo luogo, nell' "Et della Ragione", vi era stata una reazione contro la spietatezza e gli orrori compiuti dai militari durante i numerosi indiscriminati saccheggi che si erano e
verificati
durante le guerre di religione, in secondo luogo, la maggior parte degli effettivi degli eserciti europei non era composta da truppe volontarie bens da
contadini coscritti e da condannati a pene detentive, cui veniva offerto un modo alternativo di pagare il loro debito verso la giustizia. A simile truppa non si poteva concedere l'allontanamento dai ranghi,
(5) D.CHANDLER, "Le campagne di Napoleone". Milano 1968 pag. 207. (6) ibidem pag. 227. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 17
dato
l'alto
rischio
di
si
presentavano di ogni
come
masse
spesso, sue
anche
suoi
Nelle
memorie
Antonio Fabbri descriveva l'eleganza e la pompa delle truppe "annoveriane" che il 9 marzo 1796 transitarono da Cesena. "Circa le ore 21 arriv... un cariaggio
militare scortato da alcuni uomini di servigio [si tratta] di colonna di truppa che deve passare per lo stato ecclesiastico, e che va in Corsica al servigio di S.M. Britannica imbarcandosi a Civitavecchia... Queste truppe vengano dal ANNOVER ed altri paesi di Germania. Essi sono cariaggi circa 2400 individui tutti con bene
uffizialit,
necessari,
montati... aveva ogni rispettivo battaglione numerosa banda militare... con i rispettivi uffiziali alla
testa, a bandiere spiegate e suono di banda per ogni battaglione fra immensa popolazione sono entrati in citt... prendendo alloggio i soldati in San
Agostino, ne' chiostri inferiori v'erano i soldati ammogliati con le pie donne e i figli... (8)
(7) ibidem pag. 229. (8) M.A.FABBRI, "Memorie di Cesena (1780-1824)". pagg. 94-96. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 18
bande altra
di
suonatori,
mogli,
figli,
"zavorra" fosse
simile.
Nonostante particolare,
riportato
abbastanza
poich riguardava il trasferimento verso una zona da presidiare e non verso il luogo di un combattimento, del reggimento in esame, in la regola generale non per si
un'unit
impegnata
operazioni
belliche
discostava poi di tanto dalla situazione descritta nelle "memorie" del Fabbri. (9) Ancora pi difficile da comprendere il
cambiamento che ci fu nella concezione strategica. Dall'operato di Federico II, ispiratore della scontro breve e violento, capace di decidere rapidamente le sorti di un conflitto, si pass alle teorie, pi attendiste e ragionate, della cosiddetta "metodica della pura manovra" (10). Ci fu sicuramente
provocato da una serie di fattori (11), tra i quali il pi importante riguard il miglioramento
introdotto nella tecnologia delle armi da fuoco, in special modo nelle artiglierie, rese pi leggere e
(9) "... nell'esercito prussiano... ogni tenente aveva un cavallo da sella e uno per il bagaglio e il capitano [...solo...] per il bagaglio da tre a cinque quadrupedi..." P.PIERI op. cit. nota a pag. 136. (10) ibidem pag. 131. (11) Pieri cita tra i motivi anche il "tradimento" che avrebbe compiuto lo stesso Federico II nell'ultima Guerra di Successione, durante la quale il suo atteggiamento non fu improntato verso una condotta offensiva della campagna militare. Ci avrebbe avvalorato le ipotesi dei teorici della manovra pura. ibidem, pag. 130. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 19
quindi pi manovrabili. L'accresciuto impiego delle stesse aument la potenza di fuoco degli eserciti e privilegi, almeno inizialmente, strategie di tipo difensivo. particolare scontri su La battaglia nessun terreni doveva essere doveva evitata, in
accettare
fossero
estremamente
favorevoli alle sue forze. Lo studio a tavolino del territorio trasform ben presto i generali in cultori di orografia. Il generale inglese Lloyd, al servizio francese durante la " guerra dei sette anni", fu portato ad affermare che "un generale deve fondare la sua azione sulla conoscenza del territorio, lo studio delle posizioni degli accampamenti... cos potr agire con rigore
geometrico, senza mai venire alla necessit di dover combattere" (12). Intere regioni venivano ad essere considerate come gigantesche fortificazioni, mentre il linguaggio dell'arte fortificatoria sostituiva
progressivamente i comuni termini geografici: cos i fiumi erano "i fossati" mentre i rilievi erano i "bastioni" di queste fortezze naturali (13). In una rappresentazione grafica, che pu
essere considerata come un vero e proprio "teorema della strategia", si cercava di spiegare un concetto
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banale tanto
nella pi
sua
ovviet: quanto
come pi
un si
"sicuro"
manteneva vicino alla sua base di rifornimento. "La linea che dalla base conduce al proprio esercito e da questo all'esercito e per nemico dire che fu detta opportuno linea che
d'operazione;
l'esercito non la prolunghi troppo e non s'allontani eccessivamente dalla propria base , si rappresent questa come la linea costituente la base d'un
triangolo di cui l'esercito operante era il vertice; e si proclam che l'angolo al vertice non doveva essere troppo acuto, non doveva raggiungere i
sessanta gradi" (14). La strategia della manovra fece regredire a tal punto il concetto di scontro fisico tra i due eserciti che, durante il barone le cosiddette Bulow guerre della che,
Rivoluzione,
Von
sosteneva
"...oggetto delle operazioni non l'esercito nemico, ma i magazzini che lo alimentano e costituiscono il cuore che gli d la vita: attraverso e senza alle sforzo manovre spalle quella
strategiche
sui si
fianchi otterr
dell'avversario,
(14) ibidem pag. 132. (15) VON BULOW, "Geist des neveren kriegssystems", Amburgo 1799. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 21
Nel
1770
il
colonnello
francese
conte
de
Guibert pubblic a Londra l'Essai general de tactique nel quale poneva in chiara evidenza il malcontento per la situazione politica e militare in Europa. In particolare sottolineava come gli eserciti fossero formati dalle peggiori categorie sociali,
evidenziando la paura delle monarchie di armare il popolo, diventato ormai vile e restio verso le armi.
Pieri riassume la sua "profezia" con queste parole: "il predominio la europeo un spetter a quella avr nazione saputo
presso
quale
governo
energico
creare un solido esercito di popolo, capace, libero dalla servit dei magazzini, di condurre una guerra rapida e vittoriosa e con minima spesa, sia vivendo sul paese, sia sfruttando adeguatamente la vittoria" (16). Le parole del Conte de Guibert non rimasero inascoltate: nel corso degli anni i fatti
testimoniarono della validit di queste teorie, che trovarono la loro prima applicazione nel corso delle campagne militari combattutesi e durante in il seguito dominio alla di
Rivoluzione Napoleone.
francese
(16) ibidem
pag. 130.
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L'esercito francese ante rivoluzione era un esercito dalle caratteristiche simili a quelle viste per le truppe era del resto da d'Europa. una "spina dalla Esercito dorsale" provata
mercenario, composta da
costituito
reggimenti
stranieri
fedelt al re , e da un corpo ufficiali che, per la gran parte di estrazione dalla aristocratica, causa era
sicuramente
dipendente
monarchica.
Affiancata all'esercito era una milizia civica che veniva reclutata fra i comuni, dallo scarso peso
operativo. Con lo scoppio delle ostilit, tra la Francia rivoluzionaria e le monarchie assolutiste l'esercito francese si era considerevolmente indebolito, dato che aveva perduto la totalit dei suoi reggimenti stranieri, fedeli a Luigi XVI, gran parte del corpo ufficiali (circa i 2/3 per il Pieri, addirittura i 5/6 per Montgomery) la e l'intera aveva milizia i civica. comuni
Infatti
Costituente
dispensato
dall'obbligo di fornire uomini per l'arruolamento in tale corpo; nell'enfasi rivoluzionaria il servizio militare era visto come una limitazione del diritto
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alla libert di ogni cittadino. La ghigliottina aveva dunque rimanere decapitato mercenario anche anche l'esercito, per i che doveva della
teorici
Rivoluzione. La Convenzione pens di coprire i vuoti lasciati dalle defezioni con la creazione di una
Guardia Nazionale che si rivel, peraltro, del tutto insufficiente, sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello quantitativo. Ad essa furono affiancati numerosi battaglioni di volontari e insieme a ci che rimaneva dell'esercito di Luigi XVI, la Francia
affront la guerra. Il reclutamento dei battaglioni volontari fu molto sofferto, all'inizio. Nel 1791, infatti, riteneva linea, dei 100000 per volontari che l'assemblea di
necessari un
rafforzare fu
l'esercito e
solamente
terzo
arruolato
divenne
necessario destinare, al servizio attivo, una Guardia Nazionale ogni venti in organico. La fallita campagna in Belgio, la serie di sconfitte e le umiliazioni subite sul piano militare da questo ammasso eterogeneo di truppe portarono la Francia ad un passo dal tracollo. Gli eserciti austro prussiani apparivano forti, disciplinati, superiori in tutti i sensi. Il pericolo smosse finalmente l'opinione
pubblica: per salvare la patria accorsero a frotte, sotto i vessilli della Rivoluzione, migliaia di
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volontari. Questi, del tutto privi di addestramento e di disciplina e, oltre tutto, disprezzati dai
volontari del 1791 (17), costituirono quella "massa" che avrebbe fatto pendere le sorti della guerra dalla parte della Francia (18). Dell'importanza di Valmy specie sul piano
psicologico e sul piano politico non si finir mai di parlare. Quando, il 20 settembre 1792, 5000 francesi riuscirono a non fuggire davanti a 35000 prussiani, scambiando con loro salve di artiglieria per
un'intera giornata, l'impressione per questo scacco causato al nemico si se a fu enorme. L'esperimento come era una del
confermava Valmy si
giusta in e le
distinto, monarchico)
particolare,
vecchio del
esercito
coll'allargarsi
conflitto,
nonostante
resistenze in gran parte dei dipartimenti francesi, fu decretata il 24 febbraio 1793 una leva di 300000 uomini. Erano le premesse per la "leve en masse" dell'agosto 1793. La Convenzione, infatti, approv la proposta di Carnot sul servizio militare
obbligatorio.
(17) Per testimoniare dello scarso affiatamento che regnava tra le truppe dell'esercito rivoluzionario francese di quegli anni va ricordato che, mentre i "primi" volontari arruolatisi detestavano gli ultimi arrivati, le truppe "regolari" (praticamente ci che era rimasto dell'esercito monarchico) erano insofferenti ad entrambi. (18) D.CHANDLER, "Le campagne..." op. cit., pagg. 428-429. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 25
"Tutti i francesi... [fu proclamato]... sono chiamati dal loro paese a difendere la libert... Da questo momento dal deve fino a quando il nemico non sar ogni
cacciato francese
territorio considerarsi
della
Repubblica, I
mobilitato.
giovani
andranno al fronte, gli sposati forgeranno le armi e trasporteranno i viveri; le donne faranno tende ed indumenti, e lavoreranno negli ospedali; i ragazzi ricaveranno bende dalla biancheria vecchia; i vecchi verranno trasportati sulle piazze a incitare i
combattenti, a inculcare l'odio per i re e l'amore per l'unit della Repubblica." (19) La chiamata di agosto fu ripartita tra tutti i celibi di otto classi di et, quelle dal 1768 al 1775, cos che l'anno si chiuse con un esercito
rivoluzionario prossimo alle 800000 unit, due terzi delle quali mobilitate. Era un esercito enorme per l'epoca, che consent alla Francia di sconfiggere le armate nemiche proprio grazie alla possibilit di
schierare in battaglia, contingenti doppi o tripli rispetto a quelli austro prussiani. L'impegno dell'esercito, nell'opera dal di riorganizzazione della guerra
compiuta
ministro
d'innesto, formati in
nei
vecchi
reggimenti, da nuove
di
battaglioni accanto a
prevalenza
reclute
quelli composti da veterani, nel tentativo di creare quell'amalgama che era mancata nei primi tempi della guerra e, nel contempo, di accelerare l'istruzione dei coscritti. Inoltre fu notevole lo sforzo per
riuscire a creare un corpo ufficiali, tratto in parte dalla bassa forza e in parte maggiore dal ceto
borghese, animato dai nuovi ideali. Tali ufficiali avrebbero dovuto sostenere sacrifici ben maggiori di quelli che erano abituati a sopportare i loro
predecessori: essi avrebbero vissuto pi a contatto della truppa, marciando verso il nemico insieme al pi umile fantaccino e riducendo, in generale, ogni loro possibile agio. Tutto ci, unito alla
consapevolezza e all'adattamento dei soldati a vivere delle risorse del paese occupato, diede all'esercito una grande capacit tra la di movimento. e i propri Inoltre la
"vicinanza"
truppa
ufficiali,
aument la coesione interna e lo spirito di corpo, importante caratteristica del nuovo esercito
rivoluzionario e in seguito della Grande Arme di Napoleone (20). Quando nel 1798, con la riforma Jourdan, si stabilirono le norme per il reclutamento,
(20) P.PIERI, op. cit., pag. 136. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 27
non
si
pensava fino
che alla e
questo guerra in
rimanere del
valido in
1870,
Francia
gran
dell'Europa (21). Nella sua linearit la riforma prevedeva un servizio servizio classe militare colpiva di leva, della per durata parte un'altra di 5 anni. di Tale una
una
soltanto aliquota
mentre,
della
stessa, concorreva alla formazione della "riserva", attivata solo pochi mesi all'anno; in tal modo solo 1/3 circa della classe di leva era chiamata sotto le armi (22).
(21) Per il confronto tra il sistema coscrizionario francese e quello prussiano, rimando al 4 paragrafo del presente capitolo. (22) P.PIERI, op. cit., pag. 137. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 28
Con l'avvento di Napoleone il filo che legava esercito Creatura e coscrizione vicende divent davvero doppio.
delle
rivoluzionarie,
l'esercito
francese subiva tra il 1802 e il 1804 ad opera del Primo Console, una ad serie di adattamenti il suo che lo
dovevano
portare
esprimere
massimo
potenziale militare. Una volta istituzionalizzata la struttura di base del Corpo d'Armata (gi apparsa nel 1800 durante la campagna di Napoleone in Italia) un principio fondamentale, introdotto da Bonaparte fu quello della centralit organizzativa e di comando. Sparivano i vecchi eserciti "territoriali",
denominati a seconda del fronte che occupavano, e si creava "l'esercito francese". Tutto ci era possibile solo adesso che
Napoleone, come Primo Console, poteva esercitare de facto un potere incontrastato nelle faccende
militari, dove la sua fama e i suoi successi come generale erano indiscussi. Per la prima volta dalla caduta affidato della ad monarchia, una sola infatti, non l'esercito ad uno era Stato
persona,
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imposti politici.
dal
regime
seconda
dei
loro
appoggi
Napoleone accrebbe
l'esercito
francese, i
ora
enormemente
propri
effettivi, passando dai 350000 uomini del 1805 ai 900000 circa del 1812. I "serbatoi", da cui attingere per procurarsi tanti effettivi, erano ovviamente le popolazioni, francesi e non, che nel corso degli anni sarebbero entrate a far parte dell'Impero francese. Grazie, infatti, al meccanismo della coscrizione, in Francia e negli stati annessi od alleati ad essa, era possibile reclutare puntualmente i soldati necessari. Comunque, accanto al reclutamento coattivo, una mossa vincente speciali di Napoleone era stata tra l'istituzione i quali di
Istituti
Militari,
l'Ecole
Spciale Militaire e l'Ecole Politecnique in Francia, l'Accademia di Modena e la Scuola Militare di Pavia, quella di Napoli e altre in Italia. Da queste scuole uscivano ottimi ufficiali e sottufficiali, che
coprirono pienamente le esigenze dell'Arme, almeno fino al 1812 (23). Sotto il profilo strategico Napoleone cre una macchina da guerra moderna, del tutto
indipendente da magazzini e perfettamente in grado di approvvigionarsi con le risorse rimediate sul posto.
(23) D.CHANDLER, "Le campagne...", op. cit., pagg. 427-431. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 30
Di
conseguenza dalla
una
forza
poich che
svincolata
gran
parte
necessitavano agli altri eserciti per il trasporto delle sussistenze. da parte L'impiego dell'esercito il marcato
evidenziava,
dell'Imperatore,
influsso di Federico il Grande: l'urto diretto col nemico, la ricerca della battaglia come risoluzione finale dei conflitti, costituivano la strategia
prediletta da Napoleone, il quale per possedeva un arma in pi rispetto al suo "maestro": la forza
morale del suo esercito. Passato dalla strenua, ma esaltante, lotta per la difesa del territorio e degli ideali della Rivoluzione, all'altrettanto esaltante sapore del trionfo sotto le aquile dell'Imperatore, tutto l'esercito francese, dall'ultimo dei tamburini al pi importante tra i Marescialli, era conscio di vivere una leggenda e di costituirne l'essenza. Non importava pi la nobilt degli ideali per i quali si combatteva e l'essersi trasformato da aggredito ad aggressore, l'inebriante gusto della vittoria certa alimentava gli spiriti dei soldati. Ci costitu un enorme vantaggio per
Napoleone, che spesso vinse le resistenze del nemico prima che sul campo di battaglia, proprio sotto il profilo della forza morale. Nonostante il credo
da quello federiciano, lo scontro diretto si svolgeva come il corollario di operazioni precedenti, miranti ad isolare "porzioni" di esercito nemico. Infatti
Napoleone cercava di separare e battere singolarmente i diversi eserciti che componevano la coalizione di turno, cos ad esempio nel 1805 riusc dapprima a sconfiggere le armate austriache, o comunque il loro "grosso" ad Ulm, per poi battere un esercito
prevalentemente russo ad Austerlitz. Quando erano ormai la battaglia i si svolgeva, avevano le sorti il
decise:
francesi
scelto
luogo pi adatto e il momento pi favorevole per l'attacco e l'esercito nemico era in uno stato di shock derivante dagli improvvisi e repentini
mutamenti degli sviluppi: partito in situazione di vantaggio (logistico e numerico), doveva affrontare i francesi strategica. in La palese saldezza condizione morale delle d'inferiorit truppe della
coalizione, in questi frangenti, non era paragonabile a quella dell'esercito francese. Se il soldato
francese seguiva ciecamente il proprio capo, anche quando questi li guidava contro forze in apparenza soverchianti, quello delle monarchie assolutiste non aveva la stessa forza d'animo, proprio perch privo degli stimoli che arricchivano il soldato
napoleonico.
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L'azione militare di Napoleone port a cinque campagne in Europa nell'arco di 11 anni, campagne concluse con altrettanti trionfi: nel 1796 e nel 1800 due successi sull'Austria in Italia; nel 1805
distruggendo la coalizione austro-russa; nel 1806 con la sottomissione della Prussia, nel 1807 contro le velleit dei combattenti della "Santa Russia". Furono gli anni pi brillanti per Napoleone, quelli che
immortalarono la sua leggenda militare. All'azione militare si affiancava la grande arguzia diplomatica. Napoleone sfruttava al massimo lo stato di prostrazione che accompagnava il governo nemico sconfitto. Tale stato di prostrazione,
"rivoluzionario", indeboliva la resistenza politica del vinto in misura sproporzionata. dunque pi che Le monarchie
assolutiste
cedevano
militarmente,
proprio politicamente (24). Ma come afferma il Clausewitz "ad onta di ci il nemico non mai stato veramente annientato: n l'Austria dopo Austerlitz e Wagram, n la Prussia dopo Jena e tanto meno la Russia dopo Friedland...Le risorse degli stati sono oggi grandissime e si sono rivelate nella loro interezza proprio attraverso le
(24) P.PIERI, op. cit., pag. 140. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 33
guerre napoleoniche" (25). Ecco il formarsi di altre coalizioni, ecco la metamorfosi dei loro eserciti
che, non pi ispirati dal teoricismo della "metodica della pura manovra", assumevano aspetti e
comportamenti sempre pi simili a quelli dell'Arme francese (26). Il della campagna risultato strategia dopo fu che l'effetto perse
intimidatorio d'importanza
francese
campagna,
"l'esprit
militaire" dei suoi soldati, che avevano perso il loro cieco iniziale entusiasmo ed erano ormai logori dopo tante guerre, andava costantemente scemando
mentre, invece, maturava nelle popolazioni del resto d'Europa un forte senso di rivincita, che sfociava in un sentimento di odio contro colui che era visto come l'oppressore. Lentamente la scala qualitativa del valore dei soldati cominci a pendere dalla parte degli
Il fenomeno militare in Francia va analizzato anche sotto il profilo dell'impatto sociale (28). Per J.Tulard, nella Francia napoleonica l'ascesa sociale era legata soprattutto alla spada (29). Poter
diventare un ufficiale dell'Arme era una garanzia di prestigio e ricchezza tanto pi grande quanto pi alto era il grado che si riusciva a raggiungere. Per se le guerre della rivoluzionarie leva dei di avevano forgiato napoleonici clamorose, gran ed con
parte avevano
Marescialli carriere
visto
casi
semplici soldati e piccoli sottufficiali diventati generali, ed il in seguito, appunto, Marescialli non fu cos
dell'Impero,
periodo
napoleonico
prodigo di riconoscimenti ai militari. Nonostante i proclami di carrier ouverts aux talents (30), non ci furono che rari esempi di carriere militari
maggiore presenza dell'artiglieria a supporto della fanteria e l'utilizzo di tattiche diverse sul campo di battaglia. vedi D.CHANDLER, "Le Campagne...", op. cit., pagg. 1313-1317. (28) "Grazie alle mediazioni operate dai concetti di patria e di popolo rese immediatamente visibili per effetto dei conflitti succedutisi tra Rivoluzione e Impero, la guerra non respinta nel settecentesco isolamento della insocievolezza, ma abita nel vivo della storia umana, ineliminabile portato del muoversi della civilt." L.MASCILLI MIGLIORINI, "Un paradigma per la societ ottocentesca: l'esercito napoleonico." in "Rivista italiana di studi napoleonici", 1988, pag. 209. (29) J.TULARD, "La vita quotidiana in Francia ai tempi di Napoleone". Milano 1984, pag. 250. (30) E' famosa la frase "ogni soldato ha riposto nel suo zaino il bastone di Maresciallo" che Napoleone usava per spiegare ai suoi soldati come con il valore , il sacrificio e l'eroismo, le possibilit di far carriera nell' esercito fossero numerosissime. Il bastone da Maresciallo era il simbolo "dell'investitura" alla pi alta carica militare francese. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 35
In
aggiunta, ormai
le
poche
possibilit figli a
di
erano
riservate le
ai
delle potersi
dell'alta
borghesia,
uniche
permettere le costose rette delle scuole militari che l'Imperatore aveva instaurato un po' dovunque. Il
fascino emanato dalla vita militare, alimentato dalla propaganda dei "bulletins de la Grande Arme", dalle roboanti Napoleone vittorie e dalla figura ad carismatica infiammare di i
contribuiva,
comunque,
cuori di molti giovani borghesi, francesi e non, che accorsero a frotte nelle scuole militari per tentare l'avventura nell'esercito. Questa offriva grossi
incentivi per i graduati, diventando un importante sbocco professionale e una via di promozione sociale (31). Del tutto diversa era la situazione e le
prospettive per coloro che erano chiamati al servizio militare dalla coscrizione. Soprattutto il ceto
rurale vi fu coinvolto e insieme ad esso tutti gli strati sociali pi poveri, impossibilitati a reperire supplenti che svolgessero il servizio in loro vece, data l'estrema indigenza in cui vivevano (32).
(31) S.J.WOOLF, op. cit., pagg. 206-207. (32) A ci va aggiunto che nessuna delle possibilit di esenzione, previste dalla legge sulla coscrizione, riguardava specificamente il ceto rurale. vedi J.TULARD, op. cit., pagg. 142-143. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 36
Una volta arruolati, i coscritti si trovavano di fronte a realt alquanto erano crude: la le splendenti di un
aquile
napoleoniche
solo
facciata
esercito che in realt si trascinava nelle sue logore uniformi e con paghe misere, spesso in arretrato di mesi. A marce estenuanti si alternavano lunghi e
noiosi periodi di caserma, e sempre la preoccupazione principale era quella di procurarsi il cibo e il vino. Inevitabilmente generare invidie e un tale Un sistema doveva che
rancori.
meccanismo
permetteva al ceto borghese di scegliere tra il non fare il servizio militare surrogandosi con un
supplente, o, peggio, comprando un esonero da medici compiacenti, posizione di o il lite, a fare come il servizio militare si in
ufficiale,
prestava che
inevitabilmente
lampanti
discriminazioni
snaturavano il concetto di "egalit" fra i cittadini, partorito dalla Rivoluzione. Emergeva infatti sovrano il potere esercitato dalle possibilit economiche
dei ceti pi abbienti che col denaro potevano molto, se non tutto, a scapito delle classi pi umili che reggevano da sole tutto il peso della coscrizione. Si manifest cos, nei confronti del "borghese" ma
soprattutto nei confronti della "casta militare", un sentimento di crescente e malcelato rancore. In "La
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 37
vita quotidiana...", Tulard cita la lettera di un certo de Rmusat che, scrivendo alla moglie,
affermava a proposito dei militari di carriera: "E' strano sentirli parlare di cose che non siano
militari. Sono cos tronfi verso di noi, della loro gloria ancora bella calda che ci vuole parecchia
abilit e un notevole sacrificio dell'orgoglio per riuscire a farsi sopportare da loro" (33). I ceti rurali manifestarono presto la
reticenza ad abbandonare i loro villaggi ed i loro campi, andando a costituire il numeroso "esercito" dei disertori; l'lite d'altro declino di estrazione dovette ben borghese presto Francia,
dell'esercito, affrontare il
canto,
militare
della
rivelandosi spesso, insieme agli appartenenti alla nuova nobilt francese (34) infida e traditrice nei confronti di colui che aveva fatto la sua fortuna.
(33) J.TULARD, op. cit. , pag. 258. (34) Il riferimento ai famosi Marescialli dell'Impero che, oltre al grado militare, rivestivano titoli nobiliari pi o meno importanti. Durante la sua reggenza l'Imperatore nomin 23 duchi, 193 conti, 648 baroni e 117 cavalieri. Nella campagna del 1815, che culmin nella battaglia di Waterloo, l'ala sinistra dell'esercito francese era comandata dal Maresciallo Ney, duca di Elchingen e principe della Moskova; l'ala destra dal neo Maresciallo Grouchy gi conte dell'Impero. Se Grouchy fosse giunto in tempo "all'appuntamento col destino" in quella drammatica domenica del 1815, probabilmente si sarebbe visto nominare principe di Waterloo! vedi CHANDLER, "I marescialli di Napoleone", Milano 1988, pag.30. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 38
Woolf trova comunque un aspetto positivo nel fenomeno di militarizzazione derivante dal della societ. La
socializzazione
cameratismo
delle
truppe di nazionalit diverse (l'esercito francese schierava, italiane, belghe, all'apice svizzere, olandesi, della sua potenza, slave, truppe
austriache, polacche,
tedesche, e
danesi,
norvegesi
turche oltre che francesi) contribu a spezzare per la prima volta "le barriere linguistiche e
geografiche". Il numero di uomini di ogni nazionalit che con Napoleone o contro di lui si trovarono a combattere in questo tormentato ventennio, fece s "che le campagne napoleoniche si imprimessero nella memoria collettiva di un gran numero di famiglie in un modo che trov in seguito il suo paragone solo nella Grande Guerra" (35).
(35) S.J.WOOLF, op. cit. , pagg. 206-207. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 39
L'ESERCITO
DOPO
1808.
Con la sconfitta del 1806, la Prussia si vide costretta dal diktat napoleonico a tenere sotto le armi un esercito non maggiore di 42000 uomini. Ci che sembrava la fine dell'epopea militare prussiana, inizio. in realt non era altro che un nuovo fu
Accanto
all'intelaiatura
minima,
cui
costretto dal trattato di Parigi del 1808, la Prussia istru ogni anno un contingente di 40000 riservisti che ritornarono molto utili nelle campagne contro
Napoleone del 1813-1815. Oltre a ci tale sistema coscrizionario permise, una volta sconfitta la
Francia, di mantenere sotto le armi ben 3 classi di et, con l'obbligo Il metodo, di 7 anni di con "ferma" diffidenza invece nella dai alla
riserva. teorici
guardato
militari
dell'epoca,
permise
Prussia di porre le basi per la costituzione degli eserciti vittoriosi del 1866 e 1870-1871 (36). Il
segreto della vittoria della Prussia sulla Francia, sia negli anni del "premier empire" che alla fine del
(36) PIERI, op. cit. , pagg. 137-138 e 184-190. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 40
secolo XIX lo stesso che aveva portato la Francia rivoluzionaria a trionfare sulle monarchie assolute alla fine del XVIII secolo: la riduzione della
frattura esistente tra popolazione ed esercito (37). Da un esercito mercenario la Francia prima, la
Prussia poi erano passate ad un esercito di massa, la cui forza principale risiedeva nello spirito del
soldato e della popolazione che s'identificava nella sua armata, cos da spiegare e motivare realmente la definizione di "mobilitazione generale", tanto usata per descrivere le leve militari del periodo. Con Napoleone, invece, tale frattura si
riprodusse in Francia, e l'esercito torn ad essere un corpo estraneo alla popolazione, addirittura
indesiderato. L'aristocrazia dall'Imperatore privarlo a vantaggio dei militare, di pochi, che creata fin per
dell'appoggio
tanti
dalla
guerra
(37) CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS, op. cit., volume IX, pagg. 7677. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 41
Bibliografia cap. 1 S.J.WOOLF, "Napoleone e la conquista dell'Europa", Bari 1990 . D.CHANDLER, "Le campagne di Napoleone", Milano 1968. D.CHANDLER, "Waterloo", Milano 1982. D.CHANDLER, "I marescialli di Napoleone", Milano 1988. P.PIERI, "Guerra e politica", Vicenza 1975. B.L.MONTGOMERY, "Storia delle Guerre", Milano 1970. M.A.FABBRI, "Memorie di Cesena (1780-1824)". VON BULOW, "Geist des neveren kriegssystems", Amburgo 1799. CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS, "Le guerre napoleoniche e la Restaurazione", in "Storia del Mondo Moderno". Milano 1968. Vol. IX. L.MASCILLI MIGLIORINI, "Un paradigma per la societ ottocentesca: l'esercito napoleonico", in "Rivista italiana di studi napoleonici", 1988. J.TULARD, "La vita quotidiana in Francia ai tempi di Napoleone", Milano 1984. E.V.TARLE, "La vita economica dell'Italia napoleonica", Torino 1950. nell'et
F.LEMMI, "Storia politica d'Italia. L'et napoleonica", Milano 1938. L.BERGEROU, "Napoleone e la societ francese", Napoli 1975. F.HERRE, "Napoleone Bonaparte", Milano 1991.
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 42
(39).
La poco lusinghiera affermazione che d il titolo al capitolo, era purtroppo vera e derivante dalla situazione della penisola agli inizi del 1800. L'assenza dell'unit nazionale, la presenza di
sovranit e dominazioni straniere pi o meno estese sul nostro territorio, da secoli ormai pura
"espressione geografica", alimentavano sentimenti di lotta in una minoranza ancora infima della
popolazione. Se il desiderio d'indipendenza era gi vivo nei cuori di patrioti e romantici italiani, i governi dei diversi stati che occupavano la penisola non
erano sicuramente intenzionati a prestare attenzione a questi neo giacobini, specie in frangenti cos
delicati politicamente. A tenere vive, per, le speranze patriottiche italiane Bonaparte, campagna simpatie in fu, il involontariamente, quale, nel fu corso il della generale sua prima delle del
Italia,
ben
presto la
conscio figura
che
poteva
attrarre
(39) C.ZAGHI, "L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno", in "Storia d'Italia", vol. XVIII, Torino 1986, pag. 540
condottiero giunto per rovesciare lo status quo e donare agli italiani la tanto sospirata "patria"; ed egli non esit a sostenere proprio questo ruolo,
ottenendo cos l'appoggio dei patrioti che accorsero numerosi sotto le sue bandiere. Era il primo abbozzo di esercito italiano. La legione Cisalpina, la Legione Cispadana, poi
Italiana, la Coorte Romagnola, la Legione Bresciana, portavano nei loro emblemi le a parole "libert", del
"democrazia",
"indipendenza"
testimonianza
preciso impegno politico che animava questi volontari accorsi da ogni ceto sociale. Non "regolare": si era poteva ancora un parlare ammasso di di esercito uomini
piuttosto
raggruppati in "un'armata" fortemente disorganizzata e dalla scarsa disciplina, totalmente dipendente dai quadri francesi. Il crollo della Cisalpina trascin con s
tutte le speranze riposte negli ideali repubblicani e democratici; fu cos che l'esercito divent, ancora di pi, il rifugio di e tutte a le volte speranze costitu
indipendentistiche
italiane
Al ritorno dei francesi in Italia, nel 1800, la situazione miglior molto lentamente. Ci che era stato organizzato nel triennio 1796-1799 era ormai svanito: la Guardia Nazionale, creata a somiglianza del modello francese, dopo aver beneficiato degli
entusiasmi popolari, gi nel 1797 (anno della pace di Campoformio) aveva perso molta della sua forza e del suo spirito (41); l'esercito di linea, in tutte le sue specialit, era sotto organico, falcidiato dalle continue ed incontrastate diserzioni. L'assenza di un qualsiasi coordinamento logistico lasciava spesso le truppe alla merc di appaltatori, fornitori e
magazzinieri senza scrupoli, che ne approfittavano per frodare l'armata di qualunque genere di
casermaggio. La necessit di poter affidare la difesa dei destini esercito governo della neonata era si Repubblica comunque adoperava a Italiana avvertita tale ad e un il Un
fine.
esercito italiano avrebbe, oltretutto, sgravato il bilancio nazionale dalle ingenti spese derivanti dal mantenimento dei contigenti stranieri dislocati in Italia.
(41) Il livello di questo corpo scese alquanto negli anni a venire, tanto che fu necessaria una totale rifondazione che avvenne nel 1805.
Un ragionamento ispirato da fini diversi ma che contemplava lo stesso presupposto, era cio la che
creazione
dell'esercito
italiano,
quello
faceva Napoleone: l'aiuto armato che poteva offrire l'Italia alla causa francese faceva della creazione dell'esercito uno dei pi importanti obiettivi da
raggiungere e nel pi breve tempo possibile, da parte del futuro Imperatore (42). Se necessario la volont del politica governo per assicurava la il
impegno
creazione canto
dell'esercito
nazionale,
d'altro
l'instaurazione di una leva militare obbligatoria era un provvedimento che si ripercuoteva gravemente sulla sensibilit della popolazione. Va considerato infatti che i patrioti pronti a combattere per la causa in cui credevano erano una minoranza, rispetto al totale della popolazione. Quest'ultima era lontanissima
dall'idea di svolgere il servizio militare poich, da anni, non esistevano coattivo che rari casi di forme questo di ci
arruolamento
(43).
Anche
per
(42) F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ nell'Italia napoleonica", Milano 1988, pagg. 11-26. (43) Per ulteriori informazioni al riguardo, vedi V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia (1506-1870)" vol. 1. Roma 1989.
(44) L.ANTONIELLI, "I prefetti del Regno", Bologna 1983, pag. 455.
LEGGI
10
VII
BRUMALE ANNO
X).
Gi la prima Cisalpina aveva promulgato la legge del 10 Frimale anno VII, ovvero del 30 novembre 1798, con la quale era stata proclamata la
coscrizione militare. Tale legge, redatta solo tre mesi dopo l'analogo provvedimento preso in Francia, fall sia per di la scarsa energia sia per degli il organismi timore di
incaricati
applicarla,
insorgenze nella popolazione (45). Nel corso della sua tentata applicazione, era stata ben presto modificata, in alcuni suoi punti, dal contenuto del dettato legislativo dell'11 Nevoso anno VII. Le variazioni pi interessanti riguardavano il contenuto di alcuni articoli del precedente testo di legge. In particolare era modificato il dettato dell'art. 8, veniva ridotto da due a uno il numero di fratelli requisibili per l'armata, in famiglie con pi figli in et di coscrizione, dell'art. 20, colui che, requisito, non si presentava al corpo era a tutti gli effetti un disertore e dell'art. 24, che riduceva da 24 a 18 mesi il servizio militare dei volontari.
(45) ibidem
Rimanevano
invariati,
invece,
capisaldi
della legge: requisizione per tutti coloro che, non sposati, non figli unici, non invalidi al servizio militare, non prestanti servizio nella Guardia
Nazionale sedentaria, erano compresi tra i 18 e i 26 anni. La requisizione avveniva tramite pubblica
estrazione, sulla base di liste nelle quali erano segnati tutti i coscritti; i volontari erano portati in detrazione del contingente assegnato al comune; non era ammessa la facolt di usufruire di supplenti (se non tra farsi fratelli, uno dei quali, il requisito, fratello
poteva
sostituire,
purch
sostituto, rientrasse in un'et compresa tra i 18 e i 30 anni e fosse anch'egli abile al servizio militare (46). La legge 8 Brumale anno X, (30 ottobre 1801), che doveva poi evolversi nella legge 13 agosto 1802, dopo la Consulta di Lione e la creazione della
Repubblica Italiana, portava nel suo testo diversi elementi difformi dalle leggi precedenti. Innanzitutto i Ministri del Culto diventavano una categoria (art. espressamente III), inoltre esentata l'et dal servizio
militare
di
coscrizione
(46) Copia delle due leggi conservata presso l'Archivio di Stato di Cesena, Raccolta delle leggi, registro n 2394 A, pagg. 140-142 e 175-177.
i 25 anni. La requisizione era ora svolta seguendo il preciso ordine di et, partendo dal pi giovane
coscritto in lista, e non pi con un'estrazione a sorte; veniva, di infine, supplenza, istituzionalizzata mentre non c'era la alcun
possibilit
"...dalla
seguita
brumale (12 novembre), dalla Consulta straordinaria a Lione [...] il 28 brumale (19 novembre) un nuovo decreto aveva annullato ufficialmente la legge,
lasciando che la questione passasse in eredit al successivo governo." (48) Non era facile neppure a livello normativo redigere leggi che obbligassero i giovani a dare
(47) Raccolta delle leggi, registro n 2397, pagg. 131-132. (48) L.ANTONIELLI, op. cit., pagg. 455-456.
Il 17 agosto 1802 il governo della Repubblica Italiana proclamava legge il decreto del Corpo
Legislativo del 13 agosto dello stesso anno, con il quale si istituiva il fondamento giuridico per la creazione dell'esercito della Repubblica e poi del Regno. Finalmente, dopo i primi tentativi mal
riusciti di creare un esercito nazionale, il Governo era riuscito non solo riguardo, necessaria ma, ad elaborare una legge al aveva maturato di una la
soprattutto,
convinzione
dell'utilit
forza
armata nazionale. La parola Coscrizione diventava, da questo momento, un vocabolo a tutti ben noto: era l'impegno delle amministrazioni per riuscire a
formare un esercito, era l'affanno delle famiglie dei coscritti per riuscire a far esonerare o sostituire i propri giovani, chiamati sotto le armi, era il dramma stesso dei coscritti, destinati ad una vita militare che non desideravano condurre, tutto ci fece s che nessun cittadino della Repubblica rimanesse
Formalmente essa si suddivideva in sei titoli per un totale di 84 articoli (12). Il primo titolo comprendeva le "Disposizioni Preliminari" nelle quali era fissato, oltre al principio generale di
coscrizione, l'obiettivo di formazione di una riserva di 60000 uomini che affiancasse l'Armata. La riserva doveva costituirsi in 5 anni, con contingenti di
12000 uomini da requisirsi annualmente. Nel titolo secondo, "modo di coscrizione", si entrava nella fase operativa del dettato legislativo. Innanzitutto la legge individuava coloro che erano compresi nella
coscrizione militare, e cio i "nazionali" dall'et tra i 20 e i 25 anni. Chiunque ricadesse in questo intervallo soggiaceva di agli et era definito di legge "coscritto" relativi. e I
obblighi
coscritti venivano divisi in 5 classi di et ognuna delle quali formava una lista. "La prima lista - affermava il quarto comma dell' art. 10 - comprende la prima classe composta di coloro che al primo di ottobre del 1802 hanno
compiuto l'et di 20 anni", le altre comprendevano, rispettivamente, tutti coloro che, alla stessa data, avevano compiuto l'et di 21, 22, 23 e 24 anni. Emergono quindi alcuni punti interessanti che bene chiarire subito. Le liste consistevano in una raccolta d'iscritti suddivisi per et. L'iscrizione
era
il
fondamento
sul
quale
si
basava
tutto
il
meccanismo. E' ovvio che se i giovani in et di leva evitavano di iscriversi, le amministrazioni erano
costrette a formare liste alquanto imprecise causa la scarsit di fonti anagrafiche. Ritornando al testo di legge l'art. 11
fissava il principio secondo il quale, ogni anno, le liste dei coscritti dovevano essere rinnovate,
inserendo la nuova classe dei ventenni, ed eliminando la quinta classe dell'anno precedente. All'interno di ogni classe venivano iscritti per primi gli ultimi nati. Unica deroga a tale principio era fissata
dall'art. 14, che stabiliva come i figli unici di padre vivente o di donna vedova, quelli che avevano un fratello nell'armata, gli ammogliati (dopo l'epoca di presentazione della legge) di una stessa lista fossero collocati in fondo ad essa, in maniera tale che queste categorie fossero le "ultime a marciare". Oltre a questi i titoli di di "privilegio" erano poi
previsti
casi
esenzione
totale
dalla
coscrizione. A questo riguardo l'art. 5 elencava i titoli necessari per parte l'esonero per essere esonerati dalla leva. A i congedati, erano dispensati
dall'obbligo gli ammogliati in data anteriore alla legge, i vedovi con prole e i religiosi appartenenti almeno al "primo degli ordini maggiori".
Oltre a questi erano dispensati dall'obbligo di leva coloro che, per gravi difetti fisici
accertati in sede d'iscrizione nelle liste, non erano idonei al servizio militare. Peraltro l'esenzione
dalla leva era un "privilegio" che comportava una tassa, calcolata sulla rendita annua del coscritto (49). I possessori di redditi inferiori alle 1000 lire annue (la moneta esclusi di conto era la lira il di
Milano),
erano
dal
balzello,
quale
comunque non poteva avere un importo superiore alle . 1500. Come gi ricordato, un eventuale titolo di esenzione non comportava l'esonero dall'iscrizione
nelle liste in possesso del Consiglio Distrettuale, di conseguenza tale organo veniva a possedere una serie di elenchi (degli esentati , dei coscritti
ecc.) della cui regolare tenuta era responsabile. I cittadini potevano controllare l'esattezza delle
liste, che erano esposte nel capoluogo del Distretto, e reclamare su eventuali errori in esse contenuti.
(49) L'importo della tassa era calcolato applicando le seguenti aliquote al reddito del coscritto: RENDITA ANNUA a 1000 a 2000 a 2001 a 3000 oltre 3000 ALIQUOTA 6% 8% 12%
illustrava
le
modalit dapprima
di il del
coscritti, si giungeva
spiegando
all'assegnazione
contingente di coscritti per ogni distretto. L'operazione partiva dal governo il quale
fissava il numero di uomini destinati a far parte dell'armata; questo numero, cio il contingente di leva per l'anno in in corso ragione veniva ripartito tra i
dipartimenti
della
popolazione. il
L'amministrazione
dipartimentale
suddivideva
contingente tra i propri distretti, sempre in ragione della popolazione, e poneva il riparto all'esame di un consiglio dipartimentale per l'approvazione. Una volta ratificata, la ripartizione giungeva in ogni distretto, dove il Consiglio Distrettuale provvedeva alla suddivisione tra i vari comuni. Ogni anno la leva veniva a cadere su di una determinata classe di et o su pi classi, come per la leva del 1803; solitamente la prima classe era la pi colpita. Nella legge veniva prevista la possibilit di procurarsi un sostituto che svolgesse il servizio
militare al posto del coscritto. Tale facolt era subordinata al pagamento della tassa, di cui all'art. 8 suddetto, (la tassa era diminuita, nel suo
era destinato a restare sotto le armi per un periodo di tempo che, illimitato in tempo di guerra, era di 4 anni in tempo di pace. Nel caso per il coscritto fosse destinato in corpi "specialistici" quali la
cavalleria, il genio e l'artiglieria la ferma veniva prolungata a 6 anni. In relazione alla leva del 1803, che, come ricordato, colpiva indistamente tutte le classi, la ferma variava in relazione alla classe di
appartenenza, cos un requisito della quinta classe avrebbe prestato servizio per 2 anni, un requisito della terza o della quarta classe per 3 anni e solo i requisiti della prima e della seconda classe
avrebbero protratto il servizio militare fino al 4 anno. Un discorso a parte merita la riserva
"destinata unicamente a portare l'armata al piede di guerra se ci si rende necessario". I 60000 uomini necessari requisiti al in suo 5 completamento anni con dovevano di essere 12000
contingenti
riservisti ogni anno. Durante i 5 anni di permanenza nella riserva, i coscritti rimanevano alle nelle loro che si si case e
partecipavano "nelle
tenevano alla
stagioni,
lavora
permesso, da chiedersi "all'Ufficiale istruttore", in caso di allontanamento dal Dipartimento. Ritornando alla possibilit di procurarsi un sostituto, l'istituto della supplenza era regolato nel titolo 5. In esso venivano elencate le modalit con le quali si cessava di appartenere alla
coscrizione. Per un supplito ci avveniva quando il supplente portava a termine i 4 anni di servizio militare, oppure quando lo stesso supplente otteneva il congedo per ferite o infermit contratte in
servizio o, infine, in caso di sua morte "sotto le insegne". consegnato Solo un in questi casi di al supplito veniva agli
certificato
adempimento
obblighi previsti dalla legge sulla coscrizione. In tutti gli altri casi doveva provvedere alla eventuale sostituzione del supplente, cercandone un altro o
impegnandosi personalmente. Era dunque responsabile del buon fine del servizio militare del suo sostituto e rimaneva con la "qualifica" di coscritto per tutto il periodo, anche senza essere mai partito.
Addirittura i supplenti, nel corpo cui erano stati designati, aggiungevano al proprio il nome di chi sostituivano, designati". Le "prescrizioni generali", al titolo VI del testo di legge, comprendevano una serie di articoli ed erano con questo "militarmente
riguardanti per lo pi il fenomeno della diserzione. A norma dell'art. 65 i coscritti non potevano uscire dal territorio della Repubblica senza essere
considerati disertori. Nel corso degli anni emergeva peraltro una spiccata tendenza all'applicazione del 2 comma dello dietro di un stesso articolo all' che permetteva
l'espatrio, Municipale
richiesta
Amministrazione L'Amministrazione
passaporto.
provvedeva ad inoltrare la richiesta al Prefetto ed in seguito si occupava della riscossione della tassa per il rilascio del passaporto. Durante gli anni della coscrizione a Cesena, alcune localita' furono scelte dai coscritti quali mete preferenziali per motivi di studio o di lavoro. Tali erano tipicamente il Granducato di Toscana con Firenze e Livorno, lo Stato Pontificio con Roma,
Venezia. Alla
scadenza del passaporto, un eventuale mancato ritorno comportava nella lista l'inserimento dei immediato Ad essa del coscritto
disertori.
appartenevano
anche coloro che avevano disertato dall'Armata o non l'avevano mai raggiunta, nonostante fossero compresi nel contingente da requisirsi. Le pene per i disertori erano severissime: alla prima diserzione un coscritto veniva punito con tre mesi di carcere e con l'obbligo di servire
l'Armata per 4 ulteriori anni, una volta terminata la prima ferma; per le successive alle leggi diserzioni vigenti il che
Legislatore
rimandava
tutti coloro che,in qualsiasi maniera ostacolassero la coscrizione. La negligenza dei pubblici funzionari in materia, ad esempio, comportava la destituzione dalla carica e il pagamento di 300 lire di multa. Il loro favoreggiamento era punito invece con due anni di reclusione e una multa oscillante dalle 600 alle 1800 lire. Peggior destino attendeva gli Ufficiali incaricati dell'arresto dei disertori: in caso di
negligenza era immediata la destituzione, alla quale si aggiungevano cinque anni di "ferri". Infine ai cittadini che nascondessero coscritti requisiti o
disertori era comminata una multa variabile dalle 600 alle 1800 lire cui si aggiungeva un anno di
reclusione. Il testo di legge rimase formalmente immutato per tutto il periodo napoleonico anche se, di fatto, ogni anno di coscrizione fu accompagnato da numerose novit nel campo di attuazione della legge stessa. Le autorit governative per il emanavano regolare delle periodiche delle
"istruzioni
svolgimento
il contenuto della legge in diversi suoi aspetti. Gi le istruzioni del 1803, ad esempio, prevedevano per le amministrazioni comunali un gravoso carico di
lavoro che non risaltava affatto nel testo di legge. In esse era evidenziato fascia l'obbligo d'et di chiunque si
trovasse
nella
soggetta
alla
coscrizione, d'iscriversi presso il proprio Comune. Nelle istruzioni suddette, invece, i compiti
municipali s'allargavano fino a comprendere, oltre all'aspetto di gestione e compilazione dei registri e delle liste, anche aspetti d'indagine e ricerca
normalmente estranei alle loro pratiche burocratiche. "Le amministrazioni comunali registreranno come
presenti tutt'i Nazionali soggetti alla Coscrizione, lontani dall'ordinario dalle le loro loro domicilio, ed in e si
famiglie, che
qualunque
notizie
possano
riguardarli,
rendendo conto nel processo verbale, delle diligenze che avranno usate a questo effetto" (50). Tutto questo era stato reso necessario dalla difficolt, in tutta la Repubblica, di giungere
celermente alla formazione dei Consigli Distrettuali; si rese inevitabile una sorta di distrettuazione
(ad eccezione proprio del dipartimento del Rubicone, che comprendeva Cesena, ove fu ulteriormente
ritardata) e che port le competenze ed i compiti del consiglio distrettuale ad essere gestite a livello di amministrazione "temporanea", municipale coincise della con (51). la Questa fase pi gestione, delicata nelle
dell'introduzione
legge,
l'iscrizione
liste dei coscritti. Nonostante venissero inviati nei vari Dipartimenti diversi ufficiali superiori,
incaricati dal Ministero della Difesa di collaborare con le autorit locali, il problema di superare il disinteresse e la scarsa disponibilita' delle
(51) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 44. ASC 3259, tit.XVII, rub. 25. (52) ASC, Raccolta di Editti, Ordini, Bandi e Proclami, legge 13 agosto 1802.
V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia", Roma 1989, vol. I. F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ napoleonica", Milano 1988. nell'Italia
C.ZAGHI, "L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno", in "Storia d'Italia", Torino 1986, vol. XVIII. G.CANDELORO, "Storia dell'Italia moderna", Milano 1956, vol. I. S.J.WOOLF, "La storia politica e sociale", in "Storia d'Italia. Dal primo Settecento all'unit", Torino, vol. III. A.VARNI, "L'Emilia Romagna nell'et napoleonica", in "Storia dell'Emilia Romagna", Imola 1980, vol. III. A.VARNI, "Bologna napoleonica. Potere e societ dalla Repubblica Cisalpina al Regno d'Italia", Bologna 1973. L.ANTONIELLI, "I prefetti del Regno". Bologna 1983.
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
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La precaria situazione economica di Cesena, ai primi del XIX secolo, era una diretta conseguenza delle politiche di gestione municipale, cui la
costringevano i governanti pontifici. Fortemente agricole, decisamente Cesena si dipendente presentava sul piano dalle come attivit una citt (53).
arretrata
economico
Insufficiente per i suoi fabbisogni era la produzione agricola e l'allevamento (54). Il grano, "mancante per la terza parte", costituiva assieme alla canapa la cultura erbacea pi importante e coltivata. La resa per ettaro del cereale era circa pari a 4 volte e mezzo il seminato (55).
(53) Le notizie sono tratte dall'indagine statistica che il governo italiano condusse nel 1807 su tutti i comuni di I classe; copia di tale indagine presente presso l'Archivio di Stato di Cesena, ASC 3038, titolo IX, Consistenza e confini dello stato, rubrica 7 statistica. (54) Ci non condiviso dal Mineccia che afferma esattamente il contrario ricordando come, nonostante molta della potenzialit del territorio Cesenate fosse inutilizzata, l'agricoltura era comunque "in grado di coprire al cento per cento il fabbisogno locale, nelle annate buone." F.MINECCIA, "Tra riforme e rivoluzione. L'economia del Cesenate dalla fine dell'Antico Regime alla caduta del Regno Italico", in "Storia di Cesena", Rimini 1987. Vol. IV, pag. 328. (55) N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche di Cesena prima e dopo la Rivoluzione Francese", Cesena 1888, pagg. 12-13. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
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"Il degli
basso
livello di
dei
rendimenti...
uno e per
indicatori
un'agricoltura
povera
scarsamente
tecnicizzata
caratteristica,
l'appunto di tutte le campagne pontificie" (56). In essa erano perpetuati quei difetti tipici del sistema colturale fondato quasi prevalentemente su terra e lavoro, cio su solo due dei tre fattori della
produzione. L'apporto di capitale contribuiva solo in minima potevano misura a quelle la migliorie fondiarie dei che e
aumentare
produttivit
terreni
della manodopera agricola. Era dunque un'agricoltura di tipo estensivo, che avevano con diffuse coltivazioni le
cerealicole
ridotto
sensibilmente
colture prative. Da ci, e dal progressivo abbandono delle pratiche di maggese annuale, derivava
l'impoverimento dei terreni, e la loro "stanchezza". L'inserimento del mais nelle rotazioni colturali non era sufficiente che a far le riacquistare coltivazioni alla terra la
fertilit
cerealicole
compromettevano (57). Tra le colture arboree, la vite e i "frutti diversi" costituivano un importante fonte di guadagno per i possidenti agricoli. Se fabbisogno l'agricoltura della citt, non il bastava settore a coprire il e
industriale
(56) F.MINECCIA, Op. cit., pag. 322-323. (57) ibidem, pag. 328. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
- 66
quello commerciale, erano in situazioni ancora pi precarie. Le uniche industrie presenti erano quelle relative all'estrazione alle dello zolfo di e alla e sua alla
raffinazione,
fabbriche
cappelli
esaltavano le ricchezze naturali di Cesena, indicata dal padre gesuita Hervas y Panduro come una nuova Tours per le ottime risultanze che aveva la
coltivazione della canapa (59), la mancanza di una forza imprenditoriale vivace capace di sviluppare una valida industria manifatturiera, impediva a Cesena un chiaro decollo economico. "Per nostra disavventura... sebbene il
- 67
vegetabbile minerale, ed animale moltissime materie, che manifatturate potrebbero centuplicare il loro
ricomprarle sotto un aspetto diverso, pagandole cento volte dappi di quello si siano vendute. Noi abbiamo lo zolfo, abbiamo il Canape, abbiamo un Territorio, ove il gelso unico cibo del prezioso verme, che fila la seta trova un clima adattato, e propizio, abbiamo una quantit di bestiame che potrebbe fornirci di sufficienti carni, e cuoj; abbiamo finalmente una
vasta corona di deliziose Colline, nelle cui sodaglie potrebbero alimentare un immenso Gregge di Ovino da somministrarci Panni. regali, Ma le Lane ci per la Fabbricazione di questi de'
come... la
serviamo ci
preziosi di
che
Natura
presta?
Contenti
acconciare alla peggio codeste derrate, cos greggie come sono, ne facciamo un Capo di Commercio, e non vediamo l'ora di sbarazzarcene... Niuno stabilimento di rimarco, pochissime fabbriche, ove si riffiniscono le cose, nessun genio finalmente negli abitanti n quell'entusiasmo per fare risorgere le Arti, e le manifatture, che formano la norma dei Paesi
(60) ASC 3038 tit. IX, rub. 7. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
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Se l'impulso francese "cambi la natura" dei Cesenati, come afferma il Trovanelli, e dunque fu rilevante nello sviluppo di una nuova coscienza
civile, pi incline alle aperture ed ai contatti tra i popoli, lo stesso impulso ebbe effetti non del tutto positivi sull'economia del Cesenate. dalle Gli
innegabili
miglioramenti e il
portati
riforme con
istituzionali
progresso
registratosi
l'allargarsi della classe borghese (61) coinvolsero anche il Cesenate, ma non servirono a dimenticare gli aspetti negativi Le degli tanta che tasse, l'occupazione le francese il la
eserciti giovent,
significava specie in
manodopera
preziosissima,
campagna, causarono notevoli disagi all'economia di Cesena ed ai suoi abitanti, specie a quelli
appartenenti alle classi meno agiate. "Restava, profondo e incolmabile, il distacco del regime con l'universo senza tempo dei lavoratori
(61) L'allargamento, come afferma il Montoni, "... non legato, in generale, alla crescita delle figure direttamente impegnate nel processo produttivo... bens ... alimentata dagli acquisti dei beni della Chiesa... E' per vero...[ che ]... questa borghesia con tutti i suoi limiti ha contribuito notevolmente a... rinnovare la classe dirigente... formando i quadri necessari per il successo delle riforme istituzionali napoleoniche." G.MONTRONI, "L'et napoleonica", in "Storia della Societ italiana", Milano 1985. pag. 254. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
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dei
campi.
Che,
istintivamente
ostili
verso
ogni
novit introdotta sul terreno della fede, conobbero la "democrazia", dapprima, solo sotto la forma delle depredazioni effettuate dai soldati delle armate; poi attraverso fiscale le maglie di una sconosciuta di rigidit di un
richiesta
dall'imporsi
strutture
apparato statale moderno; nonch all'interno delle regole odiate della coscrizione militare, subito
respinta, combattuta, avversata in ogni modo, anche con la fuga dai paesi ed il formarsi di una sorta di opposizione armata, diffusa soprattutto nelle
(62) A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", in "Storia di Cesena", Rimini 1987, VOL. IV, pag. 2. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
- 70
PAR.
Nel
quadro
di
una
sempre
maggiore
rivalutazione degli studi attinenti a temi connessi con la vita militare, appare interessante affrontare un tale argomento partendo proprio dall'esame
dell'impatto che la "militarizzazione" francese ebbe sul tessuto sociale Cesenate. In una realt locale in cui la desuetudine all'impegno militare si protraeva da anni e dove il sostegno politico al deposto regime pontificio era ancora ben vivo nell'animo dei suoi abitanti (63) , trovarono scarso favore i tentativi del Governo di "avvicinare" l'esercito alla societ. Eppure in tutta Europa si viveva un periodo in cui la storia militare connessa con la storia civile, dati i nuovi legami che univano il popolo alle Armate (64). Questi vincoli non erano solo dei semplici sentimenti patriottistici collocazione ma riflettevano stesso invece nelle la nuova
dell'esercito
strutture
della societ. Per il Blanch l'armata trovava la sua massima espressione di solidit proprio perch
(63) ibidem, pag. 34. (64) L.MASCILLI, "Un paradigma per la societ Ottocentesca. L'esercito napoleonico", in "Rivista Italiana di studi Napoleonici", 1988, n 1, pag. 207-223. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
- 71
"figlia
della
moderna
divisione
del
lavoro"
(65).
L'uomo poteva ora scegliere di svolgere l'attivit militare lavoro, cos di come una qualsiasi la altra e forma di
conseguenza
stretta
continua
correlazione tra il mondo civile e quello militare fecero s che la figura del militare oltrepassasse i confini della leva mercenaria o forzata e divenisse una configurazione perdendo il caratteristica suo del tessuto isolamento
sociale, (66).
Settecentesco
Anche
Cesena
si
vide
investita
da
queste
modificazioni nel campo civile e militare, ma esse non furono accettate se non con la coscrizione. I due poli sociali continuarono infatti a respingersi tanto che "il militare", dapprima considerato un elemento estraneo diventarne alla un normale elemento vita di civile, fin col Le
pesante
disturbo.
ragioni di questo ostracismo derivavano dal retaggio culturale maturato negli ultimi secoli di dominazione papalina. Storicamente infatti, fin dalla fine del XV secolo, Cesena aveva goduto di quella "libert
ecclesiastica" che aveva permesso al papato, tramite la concessione di privilegi alle pi ricche famiglie locali, di consolidare il proprio dominio su tutta la
(65) L.BLANCH, "Scritti Storici" a cura di B.CROCE. Bari 1945, pag. 150. (66) L.MASCILLI, Op. cit., pag. 210. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
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Romagna (67). I privilegi concessi, avevano portato ad una estrema frammentazione del territorio: il
fenomeno del "municipalismo", non era altro che il formarsi di tanti comuni, fra loro indipendenti ma fortemente vincolati all'autorit centrale di Roma (68). All'interno delle mura, i Cesenati, frazionati nelle diversit sociali, limitavano il pi possibile i rapporti con il resto della Romagna (con i
"forastieri") e, soprattutto, con gli abitanti delle provincie poste al di fuori dello Stato Pontificio (con gli "stranieri"). Le diversit di ceto avevano formato una
piramide sociale che vedeva un numerosissimo clero, che con l'elevata ingerenza negli "affari terreni" aveva accumulato immense ricchezze; un buon numero di famiglie nobili con notevoli mezzi e prerogative di tipo feudale a causa delle quali il richiamo alla carriera militare si presentava scarsamente
incentivante. Anche la numerosa classe rurale, che insieme a quella artigiana ed al cospicuo numero di mendicanti costituiva la base della piramide (69),
(67) Le notizie contenute in questo capitolo sono in gran parte tratte dall'opera di N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche ..." op. cit., Cesena 1888. (68) ibidem, pag. 6. (69) Per ulteriori approfondimenti sul contesto sociale di Cesena durante il periodo francese, vedi M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, economia e societ dal 1811 al 1859", in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV, pag. 421-510. F.MINECCIA, Op. cit., pag. 317-419. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
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era reticente ad abbracciare le bandiere dell'Armata, visto che della vita militare avrebbe dovuto
sopportare gli aspetti meno gratificanti. La quasi totale mancanza di un ceto medio, che garantisse nuova linfa allo sviluppo economico, svincolando il concetto di ricchezza da quello di propriet della terra e, soprattutto, l'ineguale
allocazione delle risorse che rendeva poverissime le classi meno abbienti, non turbava i pensieri n
alimentava un qualunque spirito di reazione: "agli artigiani, scarso lavoro, ma frequenti spettacoli; ai poveri, elemosine, abbrutimento e preghiere" (70). "Abbagliati" pubbliche, organizzate dallo per sfarzo delle i due feste Papi
festeggiare
cesenati (Pio VI e Pio VII) e i numerosi cardinali di Cesena (ben 5) eletti nella seconda met del XVIII secolo, i Cesenati si sentivano probabilmente, nella loro "piccola succursale della curia romana" (71), come isolati dal resto del mondo, in una posizione che appariva privilegiata, ma che non dava, in
realt, alcun vantaggio concreto alla citt. Ci lo si vide chiaramente quando Cesena fu occupata dalle truppe francesi, ed incominci un
A.MAMBELLI, "La popolazione romagnola dall'et romana all'Unit d'Italia. Note storiche-statistiche-economiche-sociali", Forl 1964, pag. 217 e segg. (70) N.TROVANELLI, Op. cit, pag. 7. (71)...ibidem..., pag. 22. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
- 74
periodo
difficile periodo
e che
pieno
di
sacrifici per un
per
cittadini,
rappresent
sicuro
passo avanti sulla strada del progresso. "L'avviamento alle carriere militari
[malgrado le forti resistenze da parte di tutti i ceti sociali] e civili; una grande quantit di beni stabili messi ...in circolazione; lo sbandeggiamento di tante tonache, di tante cocolle, di tante figure carnevalesche e medioevali; l'abolizione di
l'antica sapienza romana era chiamata a servizio de' moderni deturpata originavano rapporti da sociali, da e non pi da tante oscurata e che
bolle, tante
bandi,
immunit,
confusioni,
ingiustizie;
l'obbligo... di provvedere all'istruzione popolare, affermato creata; per il la prima volta...l'attivit l'affiatamento, d'ogni ordine laica il
rimescolamento,
d'abitanti
nello stesso paese, ma d'Italiani d'ogni provincia, anzi d'Italiani degli con stranieri; fino il conseguente allora tanto
allargarsi
orizzonti,
ristretti; la gloria procacciatasi dai nostri soldati nelle campagne napoleoniche, in cui non ultimi furono i Romagnoli, che dettero...guerrieri...; il muoversi; l'agitarsi; lo scambiarsi idee e sentimenti; il
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
- 75
ragionar
d'ogni
cosa;
l'operare lo in
sopra
tutto; gridare,
e, il
ammettiamolo vivere,
pure,
anche
scomposto un
insomma
poterono
ventennio
farci
(72)...ibidem..., pagg. 24-25. Sul tema degli effetti che l'influsso francese port in merito all'evoluzione della societ italiana, ricordo la citata opera di G.MONTRONI, pag. 253- 292. Per il contributo, dato dai Romagnoli, alle armate napoleoniche rimando all'opera di A.MAMBELLI, "I romagnoli nelle armate napoleoniche. Stati di servizio, elenchi di documenti, note biografiche", Forl 1969. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
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Bibliografia cap. 3 M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, economia e societ dal 1811 al 1859", in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV. A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", Cesena", Rimini 1987, vol. IV. in "Storia di
F.MINECCIA, "Tra riforme e rivoluzione. L'economia del Cesenate dalla fine dell'Antico Regime alla caduta del Regno Italico", in "Storia di Cesena", Rimini 1987. Vol. IV. L.HERVAS Y PANDURO, "Memoria sopra i vantaggi e svantaggi dello stato temporale della citt di Cesena", in "Storia di Cesena", vol. IV. G.MONTRONI, "L'et napoleonica", in Societ italiana", Milano 1985. "Storia della
N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche di Cesena prima e dopo la Rivoluzione Francese", Cesena 1888. N.TROVANELLI, "Cesena dal 1796 al 1859", Cesena 1906, vol. I. L.MASCILLI, "Un paradigma per la societ Ottocentesca. L'esercito napoleonico", in "Rivista Italiana di studi Napoleonici", 1988, n 1. L.BLANCH, "Scritti Storici" a cura di B.CROCE. Bari 1945. A.MAMBELLI, "La popolazione romagnola dall'et romana all'Unit d'Italia. Note storiche-statisticheeconomiche-sociali", Forl 1964. A.MAMBELLI, "I romagnoli nelle armate napoleoniche. Stati di servizio, elenchi di documenti, note biografiche", Forl 1969. L.DAL PANE, "Economia e societ a Bologna nell'et del Risorgimento", Bologna 1969.
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
- 77
D.MENOZZI, "La Chiesa, la rivoluzione francese e l'impero napoleonico", in "Storia della societ italiana. L'Italia giacobina e napoleonica", Milano 1985. V.TONELLI, "Sarsina napoleonica", Imola 1980.
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.
- 78
La legge per la coscrizione introdotta il 10 Frimale anno VII (30 novembre 1798) e successivamente modificata con decreto 11 Nevoso anno VII, fissava in 9000 uomini il contingente da ottenersi con le
requisizioni in tutti i Dipartimenti della Repubblica Cisalpina. Al Dipartimento del Rubicone, di cui faceva parte il Comune di Cesena, spettarono 799 coscritti, da ripartirsi per ogni distretto in ragione della popolazione (73). In particolare, Cesena si vedeva assegnato un contingente di 74 coscritti da
requisirsi tra tutti i celibi tra i 18 e i 26 anni, abili "pel servizio militare" (74). Il primo era passo la necessario per dei di avviare la
coscrizione, (cos
compilazione le liste
"cataloghi" leva). La
venivano
chiamate
necessit di ottenere "registri certi ed ineccepibili dell'et dei cittadini componenti la nostra Comune" (75), fece s che per riuscire rapidamente e con la massima precisione nell'intento, la municipalit
(73) ASC 2394 A, Raccolta delle leggi, proclami, ordini e avvisi. (74) ASC 2320 B, Processi verbali della municipalit. (75) ibidem CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 80
ricorse all'aiuto dei parroci e dei loro registri parrocchiali (registri battesimali, in genere). Se l'ausilio di tali strumenti poteva dare un notevole contributo alla compilazione delle liste, l'operazione stessa doveva peraltro essere condotta sotto la vigilanza pi stretta da parte dell'autorit comunale. Al contrario l'onere della compilazione del "catalogo" fu affidato quasi interamente ai parroci, i quali dovevano trascrivere le generalit di tutti coloro che, iscritti nel registro in loro possesso, fossero in et di coscrizione. I municipali si
riservarono solamente il compito di confrontare le risultanze delle singole parrocchie con i registri "anagrafici" in loro possesso. Questa delega
operativa non contribu certo a favore della maggior precisione del risultato finale, infatti, gi pochi giorni dopo l'inizio delle operazioni di controllo e rettifica dei registri parrocchiali (svolte in
municipio), le tante inesattezze contenute in essi, avevano bloccato la compilazione delle liste
ufficiali. E' difficile risalire alla causa precipua di tali errori. Presumibilmente degli essi furono causati in
dall'inadeguatezza
strumenti
anagrafici
possesso del Comune e dei parroci. L'ostacolo portato da questi ultimi, che per ovvie ragioni osteggiavano
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 81
l'operazione, non ebbe gli effetti clamorosi che si verificarono carteggio ad esempio durante il 1803. un Dal certo tra della
rinvenuto
anzi,
interessato)
rappresentanti
delle
difficolt dei
tecniche nei
che quali
compilare
registri
l'elemento fondamentale era l'et di coloro che vi venivano iscritti, i parroci, dopo l'approvazione del Comune, avevano compiuto una parziale suddivisione per et della massa dei loro parrocchiani. Con essa, per, vennero ad identificare tutti i giovani in et compresa tra i 16 e i 28 anni. Poich le classi di leva destinate dalla legge a sopportare il peso della coscrizione erano quelle comprendenti i giovani dai 18 ai 26 anni, era palese l'aggiunta di quattro
classi che non dovevano invece essere coinvolte dalla leva. La giustificazione che diedero i parroci di questa evitare parziale "scrematura" dalle era liste che di essa doveva che
l'esclusione
persone
avrebbero dovuto appartenervi (76). La mossa dei parroci era invero piuttosto
astuta, in quanto consentiva di addossare la parte pi gravosa del lavoro di compilazione delle liste
(76) ibidem CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 82
sulle
spalle
dei
municipali.
Prevaleva
allora
il
desiderio di non occuparsi della questione, piuttosto che quello di contrastarla, tendenza che invece
dovere affrontare un problema pi duro del previsto, con rettifiche, spesso complesse, delle informazioni avute dalle parrocchie. Il dover stilare la lista definitiva di coscrizione eliminando ben quattro
classi di et, attraverso l'uso di mezzi inadeguati, provoc sensibili ritardi, tanto da costringere il rinvio dell'estrazione del contingente. Nelle campagne, intanto, cominciavano a
manifestarsi i primi sentimenti d'intolleranza verso l'applicazione contadini strade, della legge. "Attruppamenti" la sicurezza comunale, di
armati
minacciavano
delle "...
dell'immediato
circondario
tutta la Montagna generalmente in insurrezione per l'esecuzione della legge 11 Nevoso..." (77). Oltre violenta, cominciava esenzioni con a alla protesta, in in forma pi della o meno legge delle che loro
l'entrata diffondersi o
vigore il
malcostume
comprate i
comunque in
discriminavano
coscritti
Scriveva il Comandante Gamba della Guardia Nazionale di Ravenna, unitamente al Maggiore Grasceni, entrambi agenti militari del Rubicone, "... di prevenire i Comandanti le piazze del Dipartimento; perch secondo l'istruzioni [municipali] loro con note i concorrano mezzi che con sono a voi loro
tutti
disposizione, sull'esecuzione della legge 11 Nevoso; ed alfine di consolidare le intenzioni del Governo, e di reprimere gli abusi per o gli far intrighi; argine alla che si
potessero
manifestare
legge
suddetta" (78).
(78) ASC
Dai processi verbali della municipalit (79), possibile compiere un'analisi piuttosto dettagliata delle liste dei coscritti che si vennero a formare in seguito al lavoro combinato di parroci e municipali. Iscritti nelle liste del Comune di Cesena, erano 1763 coscritti. Di questi, 304 erano stati
giudicati inabili al servizio militare e dei restanti 1459, 613 vivevano all'interno della citt, o nelle campagne dell'immediato circondario e 846 risiedevano nelle campagne del Cesenate. I coscritti erano suddivisi a seconda delle parrocchie di appartenenza, come mostrato dalle
tabelle II e III; in queste viene messa in evidenza anche la ripartizione per classi di et. L'analisi fatta sui dati in nostro possesso, specie per ci che riguarda le tabelle delle et dei coscritti, sicuramente inficiata dalle inesattezze e dall'assenza di una sicura fonte anagrafica. Anche se solo dell'1,10% dei coscritti non si conosceva l'et, la grossa disparit esistente tra alcune delle classi, ben evidente nella tabella del totale dei
(79) vedi nota (74) di questo capitolo. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 85
Sensibili differenze esistevano anche tra le classi d'et dei coscritti di citt e quelle dei coscritti di campagna. La pi lampante era quella che riguardava la classe dei diciottenni e quella dei diciannovenni: campagna, molto pi pi numerosi numerosi i i primi secondi in in
altrettanto
citt. Se si accorpasse, per, il dato delle due classi, si raggiungerebbe, in citt e in campagna un risultato abbastanza simile.
(80) ASC 2320 B, Processi verbali della Municipalit. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 86
Tabella II: Coscritti di Cesena per parrocchie e classi di et, (1799) (81). Classi di et Parrocchie Cattedrale S. Cristina S. Martino S. Pietro Casa di Dio S. Giovanni Boccaquattro S. Zenone S. Michele S. Maria S. Bartolomeo Abadesse S. Lucia Totale 5 1 7 4 1 117 116 13 10 10 5 1 92 78 9 2 2 3 1 66 53 51 32 3 9 2 4 2 3 1 2 1 1 18 19 7 5 11 22 23 21 8 5 3 20 11 5 9 18 19 10 9 5 7 21 3 3 6 32 10 10 5 3 4 22 1 3 4 24 16 6 6 4 3 23 3 2 1 23 8 12 4 2 5 24 2 1 2 17 5 7 1 4 3 25 1 2 4 18 5 7 4 2 2 2 1 1 26 2 8 1 10 4 1 1 ? Tot 30 30 38 166 91 73 38 25 32 0 57 30 3 613
Le percentuali
altre
classi
d'et omogenei
valori
abbastanza
contesti,
tranne nel caso dei ventenni e ventiquattrenni, ci comporta che l'andamento delle spezzate, nel grafico che segue, notevolmente coincidente.
(81) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 87
Tabella III: Coscritti della campagna Cesenate per classi d'et, (1799) (82). Classi di et 22 23 24 5 7 4 5 3 4 4 2 1 11 8 6 1 2 8 6 5 1 9 8 8 2 5 3 4 8 3 10 4 4 11 7 13 2 6 2 8 2 8 3 1 2 2 1 3 2 1 2 4 3 1 2 7 1 4 2 2 1 1 123 125 104 1 87 94 1 73 4 2 2 2 8 1 2 2 3 5 1
Parrocchie Pieve Sistina S. Andrea in B. Diegaro S. Mauro Tipano S. Vittore Monticino Ronta S.Martino in F. Gattolino Ruffio Bulgaria Carpineta S. Tommaso S. Cristoforo Provezza Paderno Formignano Luzena Martorano Diolaguardia Calisese Casale S. Demetrio Montereale Montevecchio Lizzano S. Mamante Monteaguzzo Massa Totale
18 4 4 6 4 2 1 4 4 1 9
19 10 4 8 5 6 14 3 7 11 6 1 8 5 2 3 3 5
20 8 7 5 4 7 3 7 4 5 8 18 3 10 3 2 4 2 3 7 2 3 4 3
21 7 2 5 3 4 10 12 8 3 3 7 1 18 6 3 2 7 2 3 8 2 4 2 2 1
25 6 6 2 1 3 9 2 4 2 7 4 4 4 2 5 4 1 3 1 1 2
26 1 1 7 5 2 3 2 5 7 6 2 3 3
8 1
1 1 1
2 2 3 2
3 1 3 1 1 2 1 1 59 13
2 1 1 2 1 3 1 1 113
2 55
Tot 52 36 24 54 26 46 9 71 31 43 50 85 13 60 29 13 15 26 20 16 1 47 10 14 15 14 13 5 3 5 846
(82) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 88
sc tt ei co ri i er nt le d p ce ua
20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 18 19 20 21 22 23 24 25 26
quel un
che a
concerne prima
l'occupazione
dei di
dato dei
vista
sorprendente cio
numero
coscritti
"possidenti",
coloro che con terminologia pi moderna potrebbero essere definiti proprietari terrieri. All'epoca la loro percentuale era superiore al 7% del totale dei coscritti. Ci potrebbe apparire come una conferma delle tesi portate dal Montroni, che parla di cambiamento della distribuzione fondiaria (83), e, soprattutto, delle tesi dello Zaghi, che si esprime in termini di
(11)
G.MONTRONI, "L'et Napoleonica", in "Storia della Societ Italiana", Milano 1985, pag. 254. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 89
"rivoluzione fondiaria" (84). L'aumento del numero di proprietari terrieri durante l'et napoleonica, e il cambiamento della natura stessa del possidente, che non era pi di estrazione nobile o borghese, ma
semplice "proprietario, senza altri aggettivi" (85), coinvolse senza dubbio anche il Cesenate, dove la sottrazione di beni immobili alla Chiesa fu ingente. Parlando della produzione agricola nelle campagne di Cesena nel '700, il Trovanelli ricordava come "le ricchezze accennate erano assai male distribuite. Fu gi detto quanta parte stagnasse gran nelle mani di del
clero"
(86).
Sicuramente
parte
queste
ricchezze entrarono a far parte del patrimonio degli appartenenti al nuovo ceto sociale, ma questo non si verific immediatamente. Di conseguenza l'alto numero di possidenti era probabilmente dovuto ad altri
fattori. Uno di questi era rappresentato dal fatto che il dato, comprensivo di tutti i coscritti che erano proprietari, non teneva in considerazione che molto spesso la loro propriet consisteva di miseri "fazzoletti di terra" assolutamente insufficienti al mantenimento del coscritto e della sua famiglia.
Inoltre, sempre tra i "possidenti", era inserita una larga fetta di agricoltori che lavoravano il proprio
(84) ibidem, pag. 254 (85) ibidem, pag. 256. (86) N.TROVANELLI, "Sulle condizioni..." op. cit., pag. 13. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 90
terreno,
ricavandone spesso
solo pi
il
mezzo di
per
il
loro dei
misero
quello
circa una
il
60%
dei parte ai
cospicua
preziosissima
agricola.
Oltre
necessaria alle famiglie pi ricche o alle botteghe, per lavori di servit o garzonaggio. Circa il 70% degli esaminati costituiva dunque manodopera
salariata, mentre svolgeva attivit artigiane pi del 17% del totale dei coscritti (88). Altri due dati meritano attenzione: il primo quello riguardante di il il bassissimo superiore interessa tasso al il di
disoccupazione percentuale,
poco secondo
punto grado
d'istruzione dei coscritti: solo il 2.5% di essi era impegnato seminario). Per un considerevole numero di coscritti (338 su 1459, pari ad oltre il 23%) non fu possibile a studiare (per la maggior parte in
(87) La percentuale calcolata sul totale dei coscritti di cui si conosceva la professione. (88) Nella percentuale di artigiani compreso anche il dato riguardante gli operai della fabbrica di cappelli, 20 di questi erano coscritti, mentre, dalle liste di leva, non risultavano esserci coscritti occupati nelle miniere di zolfo. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 91
risalire alla professione (89). Il contenuto della tabella IV ovviamente privo di tale aliquota, ed riferito ai dati che ebbe a disposizione l'autorit municipale.
Tabella IV: Tipo di occupazione dei coscritti Cesenati (1799) (90). Coscritti di citt Professione Colono Possidente Artigiano Commerciante Servo Studente Disoccupato Libero prof.ta Impiegati Totale N 47 36 199 35 61 21 13 5 3 420 % 11,19 8,57 47,38 8,33 14,52 5,00 3,10 1,19 0,72 100 701 100 29 7 4,13 1,00 Coscritti di campagna N 617 46 2 % 88,02 6,56 0,29 Coscritti Totale N 664 82 201 35 90 28 13 5 3 1121 % 59,23 7,32 17,93 3,12 8,03 2,50 1,16 0,45 0,27 100
Un coscrizione
altro del
aspetto 1799 fu
interessante quello
della il
riguardante
capitolo delle esenzioni. Come ricordato, ci furono 304 giovani in et di coscrizione che, per diversi motivi, furono dispensati dall'obbligo di prestare servizio militare. L'alta percentuale di esentati,
(89) Il numero dei coscritti di cui non si conosceva la professione era molto pi alto in citt (193 su 613, pari al 31.49%) rispetto alla campagna (145 su 846 pari al 17.14%). Le cause di ci derivano dalle minori tipologie d'impiego del contesto rurale, che portavano la maggior parte degli abitanti a svolgere la professione di agricoltore. (90) ASC 2320 B, Processi verbali della Municipalit. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 92
oltre il 17%, va per scorporata prendendo in esame le precise cause che avevano portato al
provvedimento.
Tabella V: Cause di esenzione (91). Cause di esenzione Fisica Burocratica Tot.esentati Numero 105 199 304 % sul totale degli esentati 34,86 65,14 100,00 % sul totale dei coscritti 5,96 11,29 17,24
Le
cause
"burocratiche"
riguardavano
nella
quasi totalit (198 casi su 199), le esenzioni date ai coscritti che erano figli unici. L'unico altro privilegio concesso di ad esenzione un era stato misteriosamente Lorenzo,
coscritto,
Maroncelli
impiegato come segretario comunale a Sorrivoli. Pi articolata era la tipologia riguardante l'esenzioni (92). stilata concesse per "fisica indisponibilit"
ricorrevano pi di sovente (11 casi). Numerosi erano gli storpi agli arti inferiori o superiori (9 casi),
(91) ibidem. (92) Per un approfondimento sull'argomento vedi B.FAROLFI, "Una critica antropometrica dell'industrialismo: i riformati alla leva a Bologna (1862-1866)", Bologna 1979. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 93
mentre si contavano anche due paralitici. Un'altro tipo di patologia alquanto comune riguardava quella afferente all'apparato addominale. Oltre a 10 casi di ernia inguinale erano riportati i nomi di 12
coscritti afflitti da non meglio precisati dolori al ventre. Fra le altre patologie da evidenziare i casi di tubercolosi (10 coscritti), rogna (8 coscritti), epilessia (4 coscritti), gonorrea (3 coscritti) e i diversi casi di difetti rientranti nella patologia oculistica. Questi ultimi riguardavano 13 coscritti afflitti da "monoculia" (6 casi), miopia (4 casi) e da "infezioni agli occhi" (3 casi) (93). L'estrazione del contingente per il comune di Cesena, fissato a 74 coscritti, interess solamente 53 di loro, poich si arruolarono ben 21 volontari. Quest'ultimo resta un dato abbastanza sorprendente; nonostante le difficolt e gli ostacoli derivanti
dall'inserimento di una legge sulla coscrizione in un contesto civile come quello Cesenate, completamente privo di tradizioni militari, oltre un quarto dei coscritti requisiti era volontario (94).
(93) ASC 2320 B, Processi verbali della Municipalit. (94) "Il carattere volontaristico delle prime formazioni" del nascente esercito italiano era giustificato dall'entusiasmo che animava gli irrequieti patrioti accorsi sotto le bandiere della Cisalpina. Questi sentimenti erano destinati a rimanere tali: l'esercito Cisalpino fu dapprima frantumato ed incorporato nelle divisioni francesi dell'Armata d'Italia, sconfitta dagli Austro Russi nel 1799; successivamente fu composta una Legione Italica a Digione, grazie al generale Lechi, che segu CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 94
Il tentativo fatto con la legge 10 Frimale d'introdurre la coscrizione ebbe comunque risultati assai deludenti nel resto della Repubblica. "...tre anni pi tardi un terzo della forza disponibile era composto di polacchi, e il resto da disertori..." (95). Dal carteggio rinvenuto non possibile
sapere quale fu il destino del contingente fornito da Cesena (96). Ancora 1801 (legge 2 pi lacunosa anno risultava X); dal la leva del si
Brumale
carteggio
risale unicamente al testo di legge, mentre non c' traccia di atti che possano testimoniare di questa leva a Cesena. Del resto quel testo di legge fu ben presto abrogato dai contenuti della normativa del 13 Agosto 1802 che sanciva definitivamente l'entrata in vigore della coscrizione.
Bonaparte nella fortunata campagna in Italia del 1800. C.ZAGHI, op. cit., pag.542-544. (95) V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia", Roma 1989, vol. I. (96) "Una tale recluta venne fatta...nell'anno 1799 ed anche in altro tempo, le quali reclute poi non ebbero effetto, se non con quelli che non furono facoltosi a pagare denaro." C.A.ANDREINI,"Memorie di Cesena", vol. IX, pagg. 427-428. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 95
Bibliografia cap. 4 G.MONTRONI, "L'et Napoleonica", in "Storia della Societ Italiana." Milano 1985, pag. 254. N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche di Cesena prima e dopo la rivoluzione francese." Cesena 1888. C.ZAGHI, "L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno." in "Storia d'Italia." Torino 1986, vol. XVIII. V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia", Roma 1989, vol. I. B.FAROLFI, "Una critica antropometrica dell'industrialismo: i riformati alla leva a Bologna (1862-1866)", Bologna 1979.
le
istruzioni
per
la
formazione
delle
coscritti
pervenute ufficiale
alla la
municipalit, 13 agosto
applicazione
legge
riguardassero
nazionali nati dall'1/10/77 sino al 30/9/82 inclusi". Di ogni coscritto doveva essere fornita una serie di dati anagrafici (nome e cognome del coscritto e dei suoi genitori e giorno, mese ed anno di nascita), cui si aggiungevano altri informazioni riguardanti la
professione. Oltre a ci dovevano essere specificate la statura e e le caratteristiche somatiche titolo del di
coscritto
naturalmente
l'eventuale
esenzione in suo possesso. All'art. IV era evidenziato come l'obbligo d'iscrizione nelle liste fosse a carico del coscritto il quale, se non provvedeva nei termini fissati,
veniva portato in testa agli iscritti della prima classe ed era dunque il primo ad essere requisito. L'ordine di requisizione era dato dall'et. Il primo
(97) Tali istruzioni pervennero alla municipalit nel febbraio 1803. Copia di esse conservata in ASC 3259 titolo XVII, "Militari e Guerre", rub. 25 Coscrizione. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 98
"marciare"
(se
non
ci
fossero
stati
coscritti
renitenti) sarebbe stato colui che, nell'intervallo temporale predetto, era il pi giovane. Oltre ai compiti di formazione di tali liste, l'amministrazione comunale doveva provvedere alla
nomina di un chirurgo che incaricato di esaminare i coscritti inidoneit valutandone fisica. Per gli eventuali gli titoli esentati di la
tutti
Municipalit aveva poi l'obbligo di calcolare la loro rendita, alfine di applicare le aliquote previste
dalla legge per la tassa d'esenzione (98). Uno dei primi problemi che il Governo dovette affrontare, fu proprio quello di riuscire ad ottenere dalle Municipalit tutto l'impegno e la precisione necessarie per riuscire a portare a termine un
compito cos gravoso. Data infatti l'assenza di una qualunque anagrafe pubblica (99), che fu introdotta proprio quell'anno con la creazione di un registro delle della nascite, le uniche erano fonti le di identificazione battesimali" in
popolazione
"fedi
possesso dei parroci dalle quali si potevano desumere pochissime notizie sul battezzato (data di nascita,
(98) ibidem. (99) "...i documenti statistici assursero in quegli anni a strumenti di conoscenza ai fini della direzione politica ed economica." M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, Economia e Societ dal 1811 al 1859." in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV, pag. 430-431. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 99
genitori
e,
ovviamente,
parrocchia).
Si
possono
intuire le difficolt che si sarebbero presentate se i "nazionali" non sarebbe si fossero molto presentati difficile
all'iscrizione:
stato
riuscire a stabilire tutte le notizie da riportare nelle liste. Diveniva allora fondamentale lo stimolo che la Municipalit avrebbe dovuto dare ai coscritti per riuscire a convincerli all'iscrizione. Questo resta il momento pi a importante e nel degli Regno. 11 Dal anni di
reclutamento
Cesena
fallito
obiettivo di convincere i coscritti all'iscrizione, derivarono condizionarono successive. Le cause del fallimento furono molteplici. Anzitutto da ricordare come Cesena fosse una citt la cui popolazione era pi abituata "alle messe che infatti gravi conseguenze l'esito delle che leve
pesantemente
alle guerre" (100). Durante la dominazione pontificia non era virtualmente esistito alcun obbligo di leva (101) e le uniche forme di contatto tra il popolo e
(100) In riferimento allo scarso spirito militare, non solo dei Cesenati ma anche di tutti gli altri sudditi pontifici, l'Ilari cita le parole contenute in un anonimo progetto di riforma dell'esercito papalino, datato 1793: "altrove i sudditi nascono per cos dire soldati, mentre quelli pontifici che sono nati in seno alla pace, hanno bisogno di essere preparati a poco a poco." V.ILARI, op. cit., pag. 154. (4) La milizia pontificia aveva assunto nel corso degli anni una configurazione tale, da poter essere definita "una sorta di CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 100
l'esercito, erano costituite dalle parate militari che effettuavano le colonne di truppe di passaggio nel Comune. Queste suscitavano nel popolo un enorme ammirazione, delle dovuta ed pi all'eleganza alla che delle uniformi e
montature ma,
delle ardori
"evoluzioni",
guerreschi della gente, tali parate rappresentavano forme di svago alternative al teatro e alle compagnie di attori che transitavano periodicamente in citt. Inoltre la Romagna era pervasa da forti
sentimenti campanilistici, tali per cui venivano ad essere considerati "stranieri", tutti gli abitanti residenti al di l del pi immediato circondario. Tali sentimenti costituivano senza dubbio un grosso ostacolo al pensiero di un servizio militare da
effettuarsi lontano da casa, in paesi con lingue ed usanze radicalmente diverse. Racconta il Fabbri, memorialista dell'epoca, che il giorno 8 luglio 1796, "circa le ore 14 non si sa da quale parte si propall in questa citt e
contado... una voce che i Francesi reclutavano e che un picchetto di questi si trovavano a tale effetto alla Porta della Trova per il che il popolo si mise nella massima costernazione e sull'istante in citt e
guardia nazionale ante litteram" nel quale prestavano servizio esclusivamente volontari dei pi disparati ceti sociali. Ibidem, pag. 148. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 101
suborghi si chiusero tutte le case e botteghe ed a torme li Nobili, cittadini... in correvano La verso le
montagne
rifugiandosi
queste...
campagna
rasentava oramai un deserto...- solo quando la voce si rivel infondata- ... circa le ore 20 di detto giorno otto ritorn... la calma in citt e campagna, ripopolandosi la citt e la campagna" (102). Il ricordo di tali avvenimenti e di quelli che caratterizzarono la leva del 1799, unito alla conoscenza dei sentimenti dei Cesenati avrebbe dovuto allarmare locale i membri dell'autorit se che non una amministrativa altro, simile la almeno legge loro questa
rendendo e gli
loro. di
invece anche
chiara di
voglia
tutta
enorme mole di lavoro, che si aggiungeva, a parit di compenso, all'occupazione quotidiana. Principalmente non furono capiti, o non si vollero capire, quelli che dovevano essere i compiti delle Amministrazioni. Esse avevano un ruolo cardine nel meccanismo della coscrizione essenzialmente per due motivi: innanzitutto perch dovevano fare
presente in modo chiaro ai coscritti i loro obblighi e le sanzioni a cui sarebbero andati incontro se non avessero rispettato gli ordini. In aggiunta avrebbero
(102) M.A.FABBRI, op. cit., pag. 126. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 102
dovuto
rivestire
un
ruolo
chiarificatore
del
meccanismo di coscrizione vero e proprio (103). Tutto ci non fu intuito ed inoltre si compirono scelte errate quando, dietro i pressanti inviti del Governo fatti per mano del Prefetto, la Municipalit fu
chiamata a dar prova del proprio impegno in materia militare. "Giovani della Comune di Cesena! E' in voi che la patria ha riposto le sue pi belle speranze: dal vostro coraggio che attende prosperit e
sicurezza... possiate un giorno vedervi con lodevole compiacenza... della Gloria, verdeggiare sublime sul crine, di gli ogni Allori grande
animatrice
intrapresa... Onori, virt, nomi sacri e sublimi! Fu per voi solo che trecento bravi di Sparta inondarono del sangue di un mezzo miglione di schiavi le
Termopili e costrinsero Serse abbattuto, sconfitto e ferito a ripassare con gli avanzi delle sue falangi, l'Ellesponto. Sia per voi pure, che i Giovani di questa Comune ascoltino finalmente quella voce benefica, che
(103) Per molto tempo la gran parte dei coscritti non seppe in quale maniera fosse possibile ottenere esenzioni, rinvii ed altre agevolazioni previste nel testo di legge. Inoltre non fu mai abbastanza evidenziato che l'iscrizione nelle liste di leva non significava necessariamente dover Partire. Il sistema coscrizionario francese introdotto in Italia prevedeva, infatti, la chiamata solo per un'aliquota di iscritti mentre, dei restanti, solo una parte era arruolato nella riserva (destinata a brevissimi periodi di attivit). CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 103
togliendoli dall'ozio domestico li chiama a militare sotto i vessilli della gloria" (104). Molti furono i bandi come questo che
sembravano fatti apposta per ostacolare l'operazione anzich agevolarla. Essi racchiudevano infatti due fondamentali vettore errori. Anzitutto mezzo la di scelta di un
cartaceo
come
comunicazione
rappresentava una grave ingenuit in una citt il cui tasso di alfabetismo era basso (105), inoltre, altra cosa assai importante, il contenuto era del tutto inopportuno, visti i destinatari cui era diretto.
(104) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. Proclama della Municipalit di Cesena del 1 Gennaio 1803. (105) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n337. Per avere un'idea dell'analfabetismo nel distretto tra tutti coloro che rientravano nell'intervallo di et dei coscritti, sono utili i prospetti redatti nel 1807 a seguito dei decreti 17 e 27 giugno, con i quali si ordinava, in tutto il Regno, una leva di 250 uomini per la Gendarmeria e la requisizione dei coscritti per la Guardia Reale. Requisito fondamentale, per l'arruolamento in tale corpo, era, tra gli altri, appunto il saper leggere e scrivere. La leva fu condotta sulle classi gi colpite dalla leva per l'Armata attiva del 1807, in particolare sui coscritti "risparmiati" da essa. Dalle liste rimasteci, che riguardano le posizioni di oltre 300 coscritti, possibile giungere ai seguenti risultati:
CANTONE
Nel comune di Cesena il valore si abbassava fino al 55.17% (32 coscritti su 58 non sapevano n leggere n scrivere). CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 104
L'enfasi esasperata, il richiamo al sacrificio per una patria a cui i Cesenati non sentivano di
appartenere, l'utilizzo ripetuto di parole cruente, fecero s che i proclami ottenessero l'effetto
opposto al voluto, soprattutto dopo che il Governo del Melzi gioc la carta pi rischiosa nella
"partita" della coscrizione coinvolgendo il clero. Per l'ascendente che la Chiesa possedeva sulle
popolazioni del Regno (e in special modo sulle ex "Legazioni Pontificie" alle quali appartenevano le citt romagnole), il poter contare sull'appoggio del clero sarebbe sicuramente stato per il Governo una garanzia di successo negli affari di coscrizione. Non ci si rese conto per che la Chiesa di Roma non aveva alcuna Governo, interesse anzi in ad tal appoggiare modo Melzi ed il suo la
avrebbe
appoggiato
Francia, nazione che aveva usurpato il suo dominio nella penisola (106). Occorreva per distinguere tra il comportamento del clero delle "curie", coinvolto solo marginalmente nell'operazione attraverso le
"eccitatorie" governative, che produssero come unico risultato le cosiddette "lettere pastorali" (107) e
(106) Sui conflitti del periodo fra Vaticano e Francia rimando alla vastissima bibliografia. (107) Le lettere pastorali venivano scritte dai vescovi ai parroci della propria diocesi al fine di esortarli a propagandare la coscrizione tra i parrocchiani. "Quasi tutti i vescovi, che non gradivano la parte assegnata dal governo, si trassero d'impaccio con pastorali generiche e poche CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 105
l'atteggiamento
del
clero
delle
"parrocchie",
pi
vicino alla popolazione. Se il rifiuto dei vescovi era comunque camuffato dall'accettazione formale del ruolo che assegnava loro il governo, ben pi radicale era il rifiuto dei sacerdoti, condizionati dagli
umori e dallo scontento della gente cui si aggiungeva la motivata avversione verso l'occupazione
napoleonica. Solo a Cesena infatti i francesi avevano provveduto a chiudere ben 12 tra conventi e chiese, requisendone le ricchezze e riducendole spesso alla condizione di squallide caserme (108). A quello stesso clero veniva ora chiesto di appoggiare la causa
"nazionale" invitando i coscritti ad iscriversi nelle liste di coscrizione e facendo loro presente i doveri da rispettare. I sacerdoti avrebbero dovuto impiegare tutta la loro arte oratoria alfine di convincere la popolazione che una possibile ferma di 4 anni per un coscritto, non era poi quel dramma che poteva
sembrare (109).
impegnative infarcite di citazioni delle Sacre scritture e di reminescenze classicheggianti, poco adatte a suscitare spiriti guerrieri nelle popolazioni." F.DELLA PERUTA, op. cit., pag.48. (10) ASC 3260, tit. XVII, rub. 25. Nel 1804 le caserme a Cesena erano 4, precisamente: Convento di SAN AGOSTINO: per le truppe di guarnigione. Convento dei CARMELITANI: per le fanterie di passaggio. Convento e Chiesa di SAN FRANCESCO: per le fanterie e cavallerie di passaggio. Convento dei SERVI: per le fanterie e cavallerie di passaggio. (109) "Di che finalmente si tratta? Di quattro anni di servizio: e tutto finito. Oh quattro anni passano pur velocemente nel seno della gloria!" CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 106
Nel
Distretto
di
Cesena
non
si
ebbero
incidenti, n altre situazioni spiacevoli del tipo ricordato nelle memorie del Fabbri; l'azione dei
parroci, se non ebbe quella influenza positiva che auspicava il Governo per intensificare il ritmo di iscrizione dei Cesenati nelle liste di coscrizione, serv comunque a mantenere la calma in tutto il
Distretto (110). Intanto il Governo cercava disperatamente di rimediare agli errori propri e delle Municipalit. Verso la met del gennaio 1803, con una circolare ai Prefetti, il Ministro della Guerra invitava ad
evitare le "misure di clamorosa pubblicit" contenute nei bandi fino a quel meno momento pubblicati. Questi ad
dovevano informare
diventare i
retorici, su
limitandosi e
coscritti
termini
modalit
d'iscrizione alle liste (111). Tale raccomandazione fu peraltro disattesa come dimostra il bando del 26
A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", in Storia di Cesena, Rimini 1987, vol. IV, pag. 87. Il Prefetto del Dipartimento del Rubicone, Masi, Gennaio 1803. (110) Ci rappresent quasi un'eccezione visto i disordini che invece scoppiarono in parecchi altri Dipartimenti all'introduzione della legge. A tale proposito rimando all'opera, pi volte citata, del DELLA PERUTA, pag. 46. (15) ibidem, pag. 47. (112) ASC 3259 , tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 107
Nonostante il ritrovato vigore dei municipali cesenati, numero la situazione nelle del liste comune, riguardo al non
d'iscritti
coscrizionarie,
migliorava. In risposta alla richiesta prefettizia del 17 marzo con la quale si chiedeva il numero di coloro che si erano iscritti volontariamente nelle liste comunali, la Municipalit non pot nascondere che solo 75 giovani avevano provveduto agli obblighi di legge (di questi appena 10 erano residenti al di fuori delle mura di Cesena). La circolare
prefettizia, oltre al dato quantitativo, richiedeva anche altri ragguagli. Come "la gara o ripugnanza dei cittadini a farsi iscrivere", lo zelo del cancelliere inviato da Forl, il nome dei parroci e dei
municipali maggiormente distintisi nel compito. Nella sua risposta la Municipalit affermava come "nessuna gara si veduta anzi una somma ripugnanza", e
continuava elogiando indistintamente tutti i parroci e i municipali. del Non si pronunciava, affermando, giudicare invece, con un una uomo
sull'operato punta
d'ironia,
imposto dall'alto (113). Dunque i coscritti continuavano imperterriti ad ignorare la chiamata di leva, mettendo in
la loro impotenza presso gli organi gerarchici a loro superiori. Ne seguiva un'intensa corrispondenza,
piena di richieste, risposte, esortazioni, consigli e anche minacce (114). Intanto costituito agiva il anche a Cesena si era finalmente Tale organo era
Consiglio
Distrettuale.
internamente
alle
municipalit
(ne
praticamente una loro emanazione peri due terzi) ed era composto da un delegato prefettizio, che assumeva il ruolo di Cancelliere di Cesena Distrettuale, e uno di e da due La
municipali,
uno
Longiano.
creazione di tale organo non fu scevra di polemiche: Carlo dei Re, che ricopriva la carica di Cancelliere, lamentava comuni l'assenza di rappresentanti assenza i che due per degli altri il
del di
distretto,
privava
Consiglio d'altro
rappresentativit; si lamentavano
municipali, la gravosa
canto,
(114) Il 2 marzo il Prefetto Masi fece pervenire al Comune di Cesena una circolare del Ministro della Guerra con la quale si riconoscevano le oggettive difficolt che comportava il compimento delle liste di coscrizione. Soprattutto si riconosceva "...la difficolt di portare nelle liste suddette i connotati e statura dei coscritti originata dall'assenza o renitenza dei coscrivendi a presentarsi per l'iscrizione...". Come se non bastasse, molti comuni del Distretto risultavano sprovvisti di adeguati strumenti per la misurazione dell'altezza dei coscritti. La circolare si concludeva permettendo l'omissione di tali dati per tutti i coscritti che non si fossero iscritti, con la sola clausola d'indicare la motivazione che aveva portato all'assenza del dato stesso (se per renitenza del coscritto o per mancanza di idonei strumenti di misurazione). ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 109
loro voce"
capitata, per
mentre a di
il
mettere
tacere dei
(115).
Le una
lamentele
ebbero che si
successivamente
giustificazione,
visto
ingenerarono forti sospetti sulla regolarit delle operazioni coscrizionarie. Specie nei ceti rurali, si radic l'opinione di favoritismi nei confronti delle famiglie pi ricche della citt, a scapito dei ceti pi umili. Pur se con qualche difficolt, comunque, il Consiglio cominci a lavorare regolarmente. Ad esso era preposto il compito di formare le liste ed
esaminare i coscritti che chiedevano esenzioni per malattie. Allo scopo gli furono affiancati due
medici: il chirurgo Giacomo Bufalini e Michelangelo Aldini, entrambi di Cesena. era Un altro di compito del i
Consiglio
Distrettuale
quello
verificare
redditi degli esentati ai fini del pagamento della tassa prevista dall'articolo 8 della legge 13 agosto.
(115) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 110
Il termine per l'iscrizione nelle liste di leva, scaduto il 18 marzo fu inutilmente prorogato fino al 10 aprile. Alla scadenza del secondo termine le liste coscrizionarie non presentavano modifiche, tanto che la prima fase della coscrizione poteva
dirsi conclusa con i famosi 75 miseri coscritti posti nelle liste. Precedentemente le autorit municipali
avevano chiesto alle parrocchie di fornire la lista dei giovani in et di coscrizione, per avere almeno il riferimento anagrafico dei registri battesimali dei parroci. Le liste inviate dalle parrocchie per, si rivelarono del tutto inadatte allo scopo per il quale erano state richieste. Esse non erano altro che lunghe serie di nomi, con a fianco un numero che ne indicava l'et (senza specificazione della data di nascita), ed erano prive di qualsiasi ai fini altra della
aggiuntiva
utile
liste il
erano
composte le
da
due
corpi di
primo
riguardava
parrocchie
citt (per un totale di 11 parrocchie), il secondo quelle di campagna (31 parrocchie). Per poter avere
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 111
un termine di paragone con i registri di leva del 1799 occorre considerare che mentre quest'ultima leva interessava i coscritti appartenenti alle classi di et dai 18 ai 26 anni, la leva del 1803 riguardava solo le classi dai 20 ai 25 anni. Di conseguenza dovremo scorporare (diciottenni, questa dalla leva del 1799 tre classi e 1078 ventiseienni). coscritti, In che
diciannovenni otteniamo
maniera
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 112
Tabella I: Coscritti della citt di Cesena per classi di et (1803) (116). Classi di et Parrocchie Cattedrale S. Cristina S. Martino S. Pietro Casa di Dio S. Giovanni Boccaquattro S. Zenone S. Michele S. Maria S. Bartolomeo Totale 20 4 2 17 24 18 14 7 9 15 5 16 131 21 7 6 10 19 23 12 6 5 11 6 20 125 22 6 7 9 28 10 20 8 9 7 5 8 117 23 5 6 13 19 10 12 7 7 7 4 13 103 24 0 2 8 16 15 14 7 6 3 6 11 88 25 8 1 6 13 9 11 1 3 13 7 13 85 Tot 30 24 63 119 85 83 36 39 56 33 81 649
Di una parrocchia, Ponte Abadesse, mancava totalmente il numero dei coscritti suddivisi e,
inoltre, da ben 5 parrocchie di campagna, non era stato fornito alcun dato sull'et.
(116) Manca il dato che si riferiva a Ponte Abadesse, quarta parrocchia dei sobborghi di Cesena insieme a S.Bartolomeo, S.Pietro e S.Michele. ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 113
Tabella II: Coscritti delle parrocchie di campagna per classi di et (1803) (117).
Parrocchie Pieve Sistina S. Andrea in B. Diegaro S. Mauro in V. Tipano S. Vittore Monticino Ronta Tisello Ruffio Bulgaria Carpineta S. Tommaso S. Cristoforo Provezza Paderno Formignano Luzena Martorano S. Lucia Calisese Casale S. Demetrio Montereale Montevecchio Roversano S.Martino in F. Mamante S. Mamante Monteaguzzo S.Apollinare Totale
20 2
21 3 6 5
Classi di et 22 23 24 25 9 4 4 6 4 3 7 2 7 15 3 5 3 3 5 2 3 3 8 1 7 1 8 16 5 4 4 1 5 4 1 10 4 3 2 1 6 5 7 5 3 10 5 4 6 2 9 3 2 3 4 2 7 3 4 2 3 4 1 12 6 1 3 7 3 5 8 2 2
Tot 52 20 20 34 17 39 3 46 12 35 55 19 45 14
5 5 4 1 6
5 3 10 1 9 1 12
3 15
13 6 8 9
11 4 1 6 2 3 3 2 5 4 1 2 5 9 1 74 4 4 2 4 2 1 123 1
11 10 15 21
48 5 33 4 19 12 9 15 22 14 22 6 4 658
(117) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 114
L'incompletezza dei registri rende difficile l'analisi uniche della prima leva sono ed della Repubblica. queste Le
fonti
rimasteci incomplete
appunto
liste non
parrocchiali,
imprecise,
mentre
esiste alcuna traccia di registri comunali redatti allo scopo. L'assenza di liste comunali, la mancanza del "registro documenti", particolare previsto corredato 6 da della legittimi legge di
dall'art.
coscrizione, nel quale andavano iscritte le persone esentate dalla coscrizione (a norma dell'art. 5), ed ancora l'assenza di un dato di sintesi sui coscritti "che per titolo di d'infermit, corpo" furono o di cattiva dalla
conformazione
dispensati
su codesta
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 115
Tabella III: Suddivisione per luogo di residenza e classi di et dei coscritti (1803) (118).
Et 20 21 22 23 24 25 ?
Coscritti della citt N 131 125 117 103 88 85 649 (%) 20,18 19,26 18,03 15,87 13,56 13,10 100,0
Coscritti della campagna N 74 123 114 103 106 60 78 658 (%) 11,25 18,69 17,33 15,65 16,11 9,12 11,85 100,0
Per riuscire ad approfondire l'argomento si pu tentare una comparazione tra i risultati della leva del 1799 e quelli della leva del 1803. stessa comparazione peraltro sommaria La
poich
diversi dati sono difficilmente paragonabili, senza ricorrere (119). Il confronto per utile per scoprire, con la citata approssimazione, le diversit di risultati raggiunte nei due diversi anni di leva. a vistose forzature, tra i due periodi
(118) ibidem. (119) E' il caso ad esempio di alcune diversit di costruzione degli agglomerati urbani e rurali (la parrocchia di S.Lucia, che nel 1799 faceva parte della citt, nel 1803 era considerata centro rurale). Lo stesso dato degli esentati della leva del 1799, appare del tutto inutile nella comparazione tra le due leve, perch di questi esentati mancava la suddivisione per classi di et. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 116
CITTA'
26 25 24 23
os it % c cr ti
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 117
CAMPAGNA
22 21 20 19
os it % C cr ti
Dai
grafici
si
nota,
principalmente,
come
l'andamento delle spezzate, nelle parrocchie di citt risulti essere molto simile anche con 190 coscritti in meno iscritti nelle liste. La sola classe dei ventenni presenta un dato fortemente diverso tra i due anni presi in considerazione Anche nelle parrocchie di campagna
l'andamento delle due curve simile, anche se in misura minore rispetto alle parrocchie di citt, ed anche qui il dato della classe dei ventenni ad essere fortemente disomogeneo.
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 118
GLOBALE
23 22 21 20
os it % c cr ti
Il dato sui ventenni, va ad influire anche sull'andamento delle curve che esprimono il totale dei coscritti, alterando in parte la somiglianza tra le due spezzate. Queste ultime mostrano come
caratteristica peculiare la tendenza alla decrescenza con l'aumentare dell'et. A tale proposito, se esaminiamo il contenuto delle liste del 1803 rileviamo un fatto singolare. In entrambe (liste di parrocchie di citt e di campagna) il valore percentuale pi basso quello dei
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 119
venticinquenni
(13.10
nelle
prime,
9.12
nelle
seconde) per, mentre in citt il valore pi alto quello dei ventenni, in campagna il secondo valore pi basso. Avanzando delle ipotesi, destinate a
rimanere tali, e, quindi, facilmente confutabili, si potrebbe azzardare l'affermazione che i parroci di citt cercarono di privilegiare, omettendolo dalle liste, uscire il coscritto di "maturo" che, in procinto di
dall'et un'et
coscrizione, di 25
poteva anni e
anche quindi
dimostrare
maggiore
sfuggire alle requisizioni. Al contrario i parroci dei centri rurali favorirono i coscritti pi giovani omettendoli avvalorata dalle dal liste. che, Una su tale 26 ipotesi di
fatto
parrocchie
campagna (di 5, come si visto non furono fornite notizie sull'et dei coscritti), addirittura nove, con ben 180 coscritti in lista, non presentavano
di
coscritti
o,
addirittura,
coscrizione (ad esempio nomi di defunti), fu un altro motivo della confusione che si cre all'atto della formazione della lista. Da un'indagine condotta sui registri
dell'anagrafe napoleonica concernenti la parrocchia di San Pietro risulta inoltre che, su 119 coscritti, ben 23 risultavano sposati e quindi, a norma
dell'art. 6, suscettibili d'iscrizione nel registro particolare precedentemente menzionato. Anche se i parroci non erano a conoscenza dell'esistenza di un tale registro, certamente sapevano che le persone
sposate non eran requisibili (o lo erano per ultimi, se sposati dopo l'entrata in vigore della legge). Oltre a ci le liste di San Pietro presentavano 24 coscritti con un'et non coincidente con quella
risultante dai registri dell'anagrafe e di questi 24 coscritti, cinque avevano un'et tale da non farli ricadere nella coscrizione. Sempre dall'esame dei
registri anagrafici risultano poi i nomi di cinque persone, aventi un'et compresa nell'intervallo di coscrizione, ma che non risultano iscritte nelle
(121) ASC 2605 (18-21), Ruolo generale famiglie della parrocchia di S.Pietro,
della
popolazione,
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 121
L'assenza di una revisione accurata da parte dei municipali sicuramente port ad un moltiplicarsi di casi del genere, frapponendo un altro grosso
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 122
Nonostante difficolt di
la
disastrosa della
situazione fase
le
compimento
"burocratica"
della coscrizione, nel Comune di Cesena venivano ad ultimarsi quei ritocchi organizzativi necessari per la seconda parte della leva, quella pi gravosa in quanto riguardante la requisizione dei coscritti. Il contingente per il Distretto di Cesena, fissato seguente:
Tabella IV: Ripartizione del contingente del distretto di Cesena (leva del 1803) (122). LOCALITA' N Coscritti
198
coscritti,
fu
ripartito
nel
modo
CESENA..........................140 LONGIANO.........................16 SOGLIANO..........................8 ROVERSANO.........................7 RONCOFREDDO.......................6 MONTIANO..........................5 MONTECOGRUZZO.....................4 S.MARTINO con BORGHI..............3 DIOLAGUARDIA con MONTEAGUZZO......2 MONTELEONE........................2 CIOLA ARALDI......................1 MONTENOVO.........................1 MONTEBORO con CASALECCHIO.........1 ARDIANO...........................1 SORRIVOLI.........................1
Per favorire la fase di requisizione Cesena doveva anzitutto arginare quel diffuso fenomeno di
(122) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 123
emigrazione
che
coinvolgeva
gran
parte
delle
popolazioni delle zone collinari. Attratte dai salari offerti nelle zone toscane e marchigiane, numerosi giovani impiegavano le loro braccia al servizio dei latifondisti residenti al di fuori del Distretto.
Tali zone potevano ora essere mete di emigrazioni clandestine per sfuggire alla chiamata di leva. La stessa conformazione geografica del distretto,
incastrato com'era tra le "maremme toscane e quelle pontificie" sortite, si prestava, l'estrema del resto, di a fughe e un
data
difficolt
eseguire
controllo capillare dei confini pedemontani. "I coscritti non possono sortire dal Comune del loro domicilio. Quelle autorit che permettono e favoriscono la sortita (123). Invano sono il personalmente Prefetto Masi
responsabili..."
scriveva queste parole ai municipali di Cesena, le zone collinari in furono verso sempre luoghi il pi pi percorse tranquilli da e di
coscritti purtroppo
fuga
divennero
anche
ricettacolo
delinquenti e briganti, i quali, organizzandosi in bande, resero alquanto infidi e pericolosi molti
Distretto.
La
municipalit,
infatti,
si
trovava
spesso a concedere, in ossequio all'art. 65 della legge persone 13 agosto, passaporti iscritte per in l'espatrio lista alle La
regolarmente
(124).
possibilit di riuscire ad ottenere un supplente da parte del mallevadore era (in genere il padre a chi del il
coscritto)
naturalmente
limitata
supplente poteva permetterselo; di questa possibilit si avvalse, principalmente, il ceto borghese della citt. Grazie ad essa i figli delle famiglie pi facoltose potevano continuare studi o altre attivit senza il rischio di essere requisiti (125). Per incaricate esercitare le forze la messe requisizione a furono del
disposizione
(124) La legge 13 agosto spiegava come la concessione del passaporto fosse subordinata, oltre all'iscrizione nelle liste di leva, anche alla presentazione di un "idoneo mallevadore", il quale s'impegnasse personalmente, in caso di requisizione del coscritto emigrato, a presentare un supplente, provvedendo anche al pagamento della tassa corrispettiva, oppure a richiamare il coscritto "dall'estero". In aggiunta la richiesta del passaporto doveva essere motivata, il coscritto doveva cio dimostrare di dover effettivamente svolgere un'attivit altrove. (125) La possibilit di essere prelevato, anche per errore, fu molto alta durante l'esecuzione delle prime requisizioni. Il rischio di passare diversi giorni rinchiusi in fetidi depositi, con trasferimenti in catene da Comune a Comune, invogliarono notevolmente le persone pi facoltose, ad usufruire dell'occasione offerta dall'articolo 65. L'assenza del coscritto era, infatti, un'arma ben pi efficace, di fronte ai soldati incaricati della requisizione, della presentazione di certificati o attestati comprovanti il diritto a non partire del coscritto stesso. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 125
Forl, avrebbero inviato un distaccamento a Cesena, i corpi destinati alla requisizione furono la
Gendarmeria e la Guardia Nazionale. Soprattutto la situazione alla di quest'ultima "Questa da gran destava nostra tempo preoccupazioni Comune servita trovasi da una
Municipalit: e gi
attualmente,
sedicente Guardia Nazionale. Questa composta di un numero fisso di fazionari, che sono sempre i medesimi raccolti dalla pi vile, e viziosa faccia del Popolo, di professione vagabondi, ladri, oziosi e del
continuo ubriachi, e pieni di tutti i vizi, i quali colla loro connaturale immoralit, e colla loro
cattiva ed irregolare condotta, danno tutto giorno occasione a continui giusti reclami. Con tutta
raggione i cittadini fortemente si lamentano di dover soggiacere pel mantenimento di una Guardia obrobriosa per tutti i titoli, ad un aggravio, e tassa, la quale non porta alla citt nessun utile e vantaggio ma continui disturbi..." (126). Il processo di riorganizzazione della Guardia Nazionale era d'altronde appena iniziato (il decreto che ne sanciva l'organizzazione ed i compiti era la legge 17 settembre 1802) e, nonostante la creazione di un'apposita Commissione, nata per sveltirne la
(126) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. Lettera della Municipalit al Prefetto, 26 Aprile 1803. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 126
corpo verso il
dall'essere
approntato. Ancora nel 1804 la Municipalit di Cesena si lamentava con il Prefetto per i "continui arbitri ai quali si abbandona con nostro vivo rincrescimento, e con sorpresa questo Cittadino Angelo Bandi
requisizione. Inutilmente il cittadino Masini (futuro Podest di Cesena), di aveva scritto da Milano, per la con
consigliando requisizione,
adottare
metodi il
"morbidi"
incoraggiando
volontariato
congrui incentivi economici. "Questa Comune [quella di Milano] ha creduto, per liberare li suoi cittadini dalla coscrizione, poich dar ad di... il suplir... con il 545 suo 4
volontari... effetto si
pensiero
sortisca
ogni
volontario
zecchini
d'ingaggio e soldi 5 al giorni, fin tanto che star al servizio" (129). La municipalit non sembrava intenzionata a simili forme, anzi, dai documenti consultati
risultava
chiara
l'apprensione
dell'autorit
(127) ASC 3259, tit. XVII, rub. 30. (128) ASFo Prefettura napoleonica, busta n 74, tit. XVII, rub. 25. (129) ASC 3259, tit. XVII, rub. 30. Lettera del 1 Giugno 1803. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 127
amministrativa
locale,
impegnata
tempestare
il
Prefetto di richieste per un pi numeroso contingente di truppa di linea da affiancare alla Guardia
Nazionale e alla Gendarmeria. Per attuare la requisizione al distaccamento di Ussari furono affiancate truppe francesi ed
italiane (130). A questo punto nelle fonti c' un vuoto. Non ci sono informazioni sui metodi di requisizione, sul numero dei coscritti Certo, requisiti, a sui disagi dal delle
popolazioni.
giudicare
carteggio
successivo, appare evidente che i modi usati dalla forza militare per portare a termine la coscrizione non furono certo gentili. D'altronde non ci si poteva attendere di meglio, con una siffatta Guardia
Nazionale, con gli Ussari (corpo del quale spesso si tramandano pi del valore militare, le passioni per il gioco, per gli alcolici e la spiccata predilezione per le risse che ed mal i saccheggi) sopportava e con una di truppa essere
francese
l'idea
impiegata per un compito cos "dequalificante" e che quindi era ancor pi intollerante nei confronti delle popolazioni (131).
(130) Precisamente tali distaccamenti facevano parte della 10 demibrigade francese e della 2 demibrigade italiana. La demibrigade era il corrispettivo, dell'esercito rivoluzionario francese, del "regiment" dell'esercito napoleonico. (131) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 61. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 128
Le requisizioni furono condotte di notte e, mancando attuata precisi una riferimenti nelle che liste (132), fu la
enorme
"retata"
coinvolse
generalit delle famiglie cesenati, anche quelle che non avevano coscritti. Furono cos prelevati, e
condotti nei "depositi", tutti coloro che sembravano avere un'et compresa tra i 20 e i 25 anni, non curandosi coscritti dei documenti loro per l'esenzione n dei che i
potevano
mostrare,
lampanti
casi di inabilit al servizio militare. Se fecero i le fonti "ufficiali" cesenati tacquero del non cos La la per
memorialisti militare fu un
coscrizione definivano)
(la valido
"recluta" motivo
di
spunto
numerose pagine delle loro cronache. Il Guidi, ad esempio, era quello che con maggior dettaglio
illustrava le varie fasi della coscrizione, dapprima informando dello scarso esito delle operazioni
d'iscrizione nelle liste di leva e successivamente del risultato delle requisizioni situazioni (133). Dai suoi ed
scritti
emergono
interessanti
impreviste. La requisizione avvenuta la notte tra il 15 e il 16 luglio, c'informa il Guidi, non riguard i
(132) Praticamente tutti i giovani facevano parte della prima classe di leva, quella dalla quale prelevare il contingente, che aveva raccolto tutti i renitenti all'iscrizione. (133) M.GUIDI, "Il Giornale, Cronaca di Cesena" (1781-1787; 1793-1829) vol. II, pag. 32. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 129
coscritti Distretto.
bens
gli
oziosi
che
vivevano
nel
"... gli sbirri del paese in detta giornata hanno arrestato n 43 di quei soggetti li quali
vivono oziosi senza mestiere e tutto il giorno sulla piazza e per le contrade ed osterie a giuocare, li quali sono ladri, e fra questi vi sono non solo
giovani adulti, ma uomini ammogliati, fra tante cose che si opperato questa l'unica e ben fatta ma non basta per acquietare il contado e la citt, non basta se ne prendessero un miliaro" (134). Il tentativo di saldare almeno una parte del contingente dovuto con questi soggetti marginali
della societ era, da parte della Municipalit, una mossa che dava davvero poche garanzie, considerato che la lealt di queste persone verso l'esercito era facilmente immaginabile. Le cronache si soffermavano a lungo sui fatti che maggiormente urtavano la le fantasia lunghe e file la di
sensibilit
popolare;
dapprima
coscritti cesenati che, "legati... [e]... condotti in prigione come rei di delitti" (135), erano sottratti alle loro famiglie per essere condotti nel "deposito -prigione" del Carmine; successivamente le colonne di
(134) ibidem, pag. 37. (135) ibidem, pag. 45. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 130
reclute che, provenienti da Rimini o da Forl, si recavano ai loro corpi e poi "alla guerra" (136). Ma anche, sistema meccanismi e la sensibilit del popolo era urtata che il suoi ai
dalla
convinzione nei
racchiudesse e
iniquit
discriminazioni
danni dei pi poveri. "In Cesena questa notte nno arrestato gran quantit di giovent, ed hanno dato disturbo a molte famiglie, ma la mattina molti nno pagato denari, e questa non giusta perch chi ha denaro libero e chi non ha denaro alla guerra..." (137). Un altro memorialista del periodo, Carlo
Antonio Andreini, si spingeva pi a fondo in questa denuncia, "...in coinvolgendo precise categorie hanno sociali: fatto li
queste
circoscrizioni
non
municipali... sortire gli ex nobili, n veruno del Ceto civico o n sia tampoco veruno ma del la partito povera
democratico,
giacobino,
bens
gente." (138) "...chi vol essere libero dalla febbre di guerra, bisogni che adopri l'argomento dell'oro, o dell'argento essendo queste tutte trappole di chi
(136) Cesena arriv ad ospitare, in una sola giornata, oltre 1500 coscritti di passaggio, e questo per pi volte nel corso del 1803. Logico quindi che accanto alla tristezza per la partenza di tanti cesenati, vi fosse la compassione verso tanta giovent sacrificata. (137) M.GUIDI, op. cit., VOL. II, pag. 38 (138) C.A.ANDREINI, "Memorie di Cesena", vol. IX, pag. 428. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 131
governa per far denaro... a suo tempo tutto verr al luce" (139). Il significato di un esercito italiano era quindi oscuro alla gran parte della gente, che non poteva ovviamente capire gli interessi politici di Melzi o di in Napoleone. particolare La popolazione la propria cesenate realt
osservava
solo
locale. Il sospetto, la diffidenza verso l'autorit amministrativa aumentava giorno dopo giorno,
alimentata da tutti gli impopolari provvedimenti che la Municipalit era costretta a prendere. Spesso la scarsa conoscenza delle leggi
faceva supporre cose sbagliate; cos il denaro che il Municipio pretendeva quale indennizzo per l'esenzione data agli inabili o a chiunque altro ne avesse
diritto, non erano in effetti tasse giuridicamente previste, ma un'autentica imposizione dell'autorit. Per il popolo della Essa si la coscrizione era il del i segnale dominio poveri,
rivelatore francese.
gravosa accaniva
tirannia sia
verso
costretti al servizio militare, sia verso i ricchi, costretti a pagare pesanti balzelli per evitare la chiamata. "... hanno guadagnato cosa hanno volsuto...
(139) ibidem, pag. 456. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 132
e chi non ha potuto regallare e spendere hanno dovuto andare alla guerra" (140). Dalle cronache non si riesce a ricavare un dato preciso sull'entit effettiva della coscrizione a Cesena. Guidi parla di 50 volontari partiti il 15 luglio da Cesena per Forl (141), mentre, per ci che riguarda i disertori: "non va giorno o notte che non arrestano o 30 o 50 giovani e fra giorno e notte non fanno che a disertare 50 alla volta. Il motivo che ci danno poca paga e li fanno morire di fame ecco il motivo per cui fuggono e si gettano gi dalle mura" (142). Dalle fonti ufficiali possibile avere solo un limitato quadro alcuni delle requisizioni; riguardanti presso ospitare luglio quali al sono le la i 5
conservati
solo del
prospetti
deposito
istituito ad 23 dei
Carmine,
destinata dal 71
requisiti. agosto
transitarono, coscritti,
1803,
103
furono
esaminati. Nonostante la piccola aliquota di cui possibile avere notizie, comunque fattibile
(140) ibidem, vol. XI, pagg. 201-202. (141) M.GUIDI, op. cit., pag. 37. (142) ibidem, pag. 39. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 133
Tabella V: Coscritti a Cesena dal 23 luglio al 5 agosto. (143) Esaminati Numero (%) 71 100 Arruolati 11 15,49 Esentati 58 81,69 Disertori 2 2,82
Una percentuale di oltre l'80% di esentati era sicuramente un dato clamoroso, un dato che, al di l del fatto che la requisizione potesse aver colpito indiscriminatamente, si presta a qualche sospetto.
Tabella VI: analisi delle tipologie di esenzione. (144) Tipo di esenzione Burocratica Fuori et Ammogliato D'autorit Suppliti Fisica P A T O L O G I E Statura Arti viziati Varie Tigna Ulcere gola Cachessia Asmatico Cieco Zoppo Totale 8 4 3 2 1 1 1 1 1 58 58 8 4 22 2 22 11,27 5,63 4,23 2,82 1,41 1,41 1,41 1,41 1,41 81,69 81,69 Numero 36 11,27 5,63 30,99 2,82 30,89 % sul totale degli esaminati 50,61
Un riguardante
dato i
piuttosto che
misterioso furono
quello dal
coscritti
rilasciati
(143) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. (144) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 134
deposito, su ordini dell'autorit. Gi il fatto che non vi fosse un'ulteriore motivazione che chiarisse i motivi effettivi della decisione, in un contesto
invece piuttosto particolareggiato, lascia perplessi anche per la rilevanza numerica che assumeva il dato: quasi il 31% dei coscritti erano difatti compresi in questa voce. D'altronde denunciava in in lo stesso Cancelliere periodo, Distretto
quello
stesso del
arbitri
diversi
comuni
Un altro dato sorprendente quello dell'alto numero di esentati per mancanza di statura. (146) Per la fanteria leggera, la specialit che richiedeva
l'altezza minore rispetto alle altre armi, venivano accettati soldati alti anche solo 5 piedi (cm.162,5). Stupisce, dunque che oltre l'11% degli esaminati non raggiungesse un tale livello minimo d'altezza! Il problema maggiore che assillava la
Municipalit, spronata dal Prefetto al completamento del contingente, era comunque quello di riuscire ad arrestare tutti i coscritti che, senza alcun titolo d'esenzione, scorazzavano per le colline eludendo le pattuglie fenomeno militari. della Allo scopo, il per arginare pens il di
renitenza,
Governo
(145) Tra questi il pi incriminato era il comune di Sogliano. ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. (146) cfr. B.FAROLFI, "Una critica... ", op. cit. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 135
adottare cittadini,
un la
provvedimento "tansa". Le
alquanto famiglie
detestato dei
dai
renitenti
dovevano cio ospitare e mantenere dei soldati, in casa propria e a proprie spese (147). Nonostante le continue perlustrazioni e la "tansa", il fenomeno della renitenza non fu per
sconfitto, ed anzi gli si affianc la piaga della diserzione che, dalla met di agosto, scoppi
diserzione, il Garimberti, Viceprefetto di Cesena, notava come "fattesi le pi accurate indagini per iscoprirne i motivi si avuto campo di rilevare che niun altro eccitamento trovano questi giovani a
disertare, che la sicurezza di essere accolti nelle case de' loro parenti ed amici, e di poter rimanere tranquilli. Ci prova la niuna vigilanza, o la
indolenza delle Autorit locali, cui certamente non mancano i mezzi di essere informati del ritorno de' Coscritti in seno delle loro famiglie. Non pu
addursi... la difficolt di distinguerli dacch hanno i capelli tagliati militarmente, non quella di
(147) "... alcune famiglie della Parrocchia di S.Pietro tuttora renuenti a dare li Coscritti vanno domani a sortire il peso del mantenimento della Forza Armata: compiacetevi Citt. Municipali di ordinare la spedizione alla Parrocchia stessa di cinque letti completi per uso del distaccamento che ivi deve stazionare." ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. Lettera del 26 Settembre 1803, Consiglio Distrettuale alla Municipalit. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 136
arrestarli, d'arme, e
[poich] in caso
non di
evvi
Comune
senza di
uomini non
deficienza
forza
avrebbero che a chiederla... Io vi prevengo Cittadini Municipali, che d'ora innanzi Voi sarete tenuti
responsabili per ogni Disertore... ricoverato nella vostra Comune od in qualunque altra del Vostro
un'altra grossa incombenza, del tutto indesiderata, che cadeva sulla municipalit. "Inconsci dei nomi de' Coscritti, e requisiti, nonch delle diverse
parrocchie a cui appartengono, senza alcuna direzione Politica... privi di forze e di relazioni non potiamo essere caricati della responsabilit per la
diserzione de' Coscritti" (149). Dunque nasceva una polemica tra il Viceprefetto e il Comune. La risposta della Municipalit fece arrabbiare il Garimberti, che intuiva come le autorit comunali cercassero di
sottrarsi alle loro precise responsabilit (150). Dal tono della risposta del Viceprefetto si evinceva
peraltro come lo stesso Garimberti interpretasse un ruolo piuttosto passivo in materia di leva.
(148) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. Lettera del Viceprefetto alla Municipalit di Cesena, 5 Settembre 1803. (149) ibidem. Lettera della Municipalit al Viceprefetto del 6 Settembre 1803. (150) ibidem. Esse si definivano "semplicemente addette al patrimonio economico della Comune". CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 137
"Io
vorrei
Cittadini
Municipali,
che
intendeste bene questa massima, che i Viceprefetti non rappresentano per i n rispettivi i quali distretti lo che il
Governo
Prefetti,
rappresentano
Municipalit era un ruolo cardine delicatissimo, nel meccanismo di coscrizione. Spesso lo "zelo", se
giudicato eccessivo dalla popolazione poteva attrarre odi e rancori verso i preposti agli organi (cos come succeder negli anni successivi con i membri della Commissione Cantonale di Leva), d'altro canto i
responsabili non potevano permettersi atteggiamenti troppo remissivi, per non incorrere nelle sanzioni governative (152). Mancava per, nella piramide rappresentante l'organigramma delle amministrazioni locali, una
figura guida, un catalizzatore che fosse investito dei poteri necessari per vincere l'inerzia negativa dei vari organi locali. Questa figura doveva
(151) ibidem. Lettera del 6 Settembre 1803 del Viceprefetto alla Municipalit. (152) Il Governo cerc, negli anni successivi, di rimediare alle situazioni d'imbarazzo che si potevano creare nelle realt locali, dove l'autorit pi alta in grado era spesso una persona conosciuta non solo politicamente, mettendo alla testa degli esecutivi pi importanti, personaggi originari di altri distretti o dipartimenti. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 138
e di decisione che ora erano frammentati, riunendo sotto il suo controllo tutte le fasi della
coscrizione. Tirando le somme il primo anno di coscrizione fu disastroso sia del numerico a Cesena che in non tutto avendo il un sui
Dipartimento ragguaglio
Rubicone. preciso
Pur sugli
arruolati,
riformati e sui disertori, la leva certamente non fu completata (153). La cosa pi grave era per che il maldestro esito del 1803 si doveva ripercuotere anche sugli anni successivi di leva. Gli errori della
Municipalit, volontari o involontari che fossero, avevano alienato quasi del tutto la fiducia che il popolo riponeva sull'autorit amministrativa locale. Un Distretto tipicamente rurale come quello di Cesena non poteva infatti legge (e non la non soffrire dei torti che la municipalit, in questo caso)
conteneva e recava loro. La rabbia per i privilegi che la legge concedeva sui ai ceti di pi un agiati, non
discriminava
colpevoli
tale
sistema:
nell'immaginario collettivo l'unica responsabile era la Municipalit, fucina di ogni intrigo ed inganno.
(153) Ancora nel 1805 il Delegato Prefettizio Romagnoli doveva professare tutto il suo impegno alla prefettura, alfine di riuscire a portare a compimento la leva del 1803 e quella del 1804. ASFo Prefettura napoleonica, busta n 82. Lettera di Romagnoli al Prefetto, 23 Aprile 1805 CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 139
Nonostante
il
minor
contingente
richiesto
(154) e l'assenza dell'impatto provocato dalla novit, la leva del 1804, ebbe uno sviluppo ancor pi
tormentato e difficile di quella precedente. Per la prima volta ci furono manifestazioni di resistenza armata verso la forza che eseguiva la requisizione, per la prima volta il rancore verso la Municipalit ebbe un riscontro concreto. Ci che non rappresent, invece una novit fu invece il
risultato, negativo, della leva stessa. Le istruzioni per la leva del 1804 (155),
pubblicate il 7 giugno, prescrivevano che i distretti somministrassero giorni dopo il i contingenti assegnati circa 40
ricevimento
delle
istruzioni.
Tale
contingente doveva essere formato da tutti i morosi dell'anno precedente e, qualora il numero non
bastasse dovevano prelevarsi i coscritti necessari per coprire il residuo, per un terzo dalla prima classe e per un sesto dalle classi rimanenti. Se
(154) La leva del 1803 era stata estesa a 18000 coscritti della Repubblica. Il Dipartimento del Rubicone si vide assegnato 1005 coscritti, 198 dei quali li forn Cesena. La leva del 1804 fu di 6000 coscritti, 423 dei quali assegnati al Rubicone. (155) Copia di esse conservata presso ASC 3260, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 140
invece il numero dei morosi fosse stato maggiore del contingente, l'eccedenza sarebbe stata collocata in testa alla prima lista del Distretto. Il fatto che la requisizione avvenisse su
lista unica di Distretto e non su base comunale (come era successo l'anno precedente) e che si procedesse nuovamente col metodo di mettere in testa alle liste i pi giovani, fin con l'essere causa di grossi inconvenienti in distretti dove erano presenti comuni scarsamente popolati ed altri popolatissimi. "...nel giro di pochi senza anni qualche comune pi sarebbe adatta potuto per i
rimanere
giovani
dell'et
come un delegato prefettizio sarebbe stato inviato, a carico dei membri del consiglio comunale, in quei distretti che non avessero fornito in tempo il loro contingente. Allo scopo di evitare simili
ripercussioni, la Municipalit cesenate aveva cercato di muoversi per tempo avvertendo gi nel novembre del 1803 i parroci, affinch facessero pervenire alla
Municipalit gli elenchi dei loro parrocchiani nati dal 1 ottobre 1778 a tutto il 30 settembre 1783. La data di nascita doveva essere comprovata "non dalla semplice loro asserzione, spesse volte erronea e
(156) F.DELLA PERUTA, op. cit., pagg. 106-107. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 141
fallace,
ma
dalle
fedi
battesimali,
le
quali,
vostra insinuazione, saranno procurate nei luoghi del rispettivo natale" (157). La circolare continuava
esprimendo il rammarico provocato dal fatto che molti parroci pretendevano, per il rilascio della fede, il pagamento di una somma di denaro del tutto
illegittima, mettendo in difficolt i coscritti pi poveri. Nonostante la Municipalit sapesse gi come muoversi nel difficile compito di stesura della lista distrettuale, ancora una volta il ritardo nella
compilazione fu molto grave. Verso la met di aprile del 1804 la lista, che doveva essere gi pronta, era ancora reclamata inutilmente dal Prefetto (158). La leva del 1804, se sotto il profilo delle fonti presenta le stesse lacune di quella dell'anno precedente, ha invece nel suo svolgimento una
caratteristica peculiare: la rivalit che si venne a creare tra il delegato di prefettura ed il Consiglio Distrettuale. La "sanzione" prevista dall'articolo
23, fu infatti ben presto una realt per il cesena te, dato il grave ritardo con il quale procedevano le
(157) ASC 3260, tit. XVII, rub. 25. (158) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 142
operazioni di leva. A Cesena fu cos destinato nel luglio del 1804 il delegato Romagnoli (159). A questa specie d'imposizione, per l'organo preposto alle funzioni pi importanti di leva, si doveva aggiungere lo smacco per i consiglieri che furono spesso sorpresi e disturbati dall'attivismo del Romagnoli, tanto che cercarono di ostacolarne
l'opera. D'altronde l'invio del delegato a Cesena si era reso necessario data la situazione insostenibile che si era creata. Mauro Il presidente aveva le del Consiglio le leva e in
Distrettuale, proprie
rassegnato di
dimissioni
funzioni
ricadevano particolare
Consiglio tanto
stesso da
persona,
risultare
dimissioni di Sirotti proprio perch sperava in uno sgravio del peso del lavoro del Consiglio, data la comparsa del delegato Romagnoli che doveva affiancare l'organo gi esistente (161). L'ingresso del Romagnoli fu, per, piuttosto traumatico: il suo ricordato zelo ci viene
testimoniato dai primi "scontri" che avvennero con il Consiglio Distrettuale. Il conflitto pi grande lo si ebbe quando il Consiglio Distrettuale, che deteneva le liste dei requisibili ed era a conoscenza di tutte le informazioni sui coscritti (domicilio, connotati, ecc.) argomentava che "per condurre una cosa di tanta importanza secretezza [la ci coscrizione] siamo [per]fino nonch i e colla pi a de' loro possibile segnare coscritti dimora,
impegnati le note di
riservatamente requisibili,
luoghi
escludendo, da questo operato anco li stessi nostri impiegati, quantunque zelanti, e fedeli nel
disimpegno delle loro incombenze. N la legge poi, n l'uso ci amaestra di dover comunicare preventivamente il dove sono dirette le operazioni della Leva e il numero de' coscritti da requisire, onde senza ledere
da qualunque fatica che pu pregiudicarlo dippi, quantoppi egli obeso, e facile ad essere soggetto a mali inflammatori...[soprattutto doveva evitare]...l'assiduit al tavolino." ASFo Prefettura napoleonica, busta n 74, tit. XVII, rub. 25. Lettera del 24 Giugno 1804. (161) ibidem. Lettera del 26 Giugno 1804. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 144
li particolari attributi de' Consigli Distrettuali non possiamo, Cittadino Delegato, farvi conoscere
anticipatamente le nostre mire, quali a seconda delle combinazioni ponno essere nel momento variabili, e come tali, non si pu da Noi stabilire e domandarvi tutte le volte un determinato numero di Guardie..." (162). Poich il Delegato prefettizio era il diretto responsabile delle forze di polizia, appare chiaro come entrambi gli organi non potessero prescindere l'uno dall'altro: non era da un'azione separata, ma da un accurato che Lo si coordinamento sarebbe tra Consiglio ad e
Delegato, efficace.
giunti
scambio
d'informazioni
fondamentale, e avrebbe dovuto essere intensissimo. Tutta la segretezza, nei rapporti fra questi due
organi, era, a dir poco, controproducente. Purtroppo il Romagnoli cadde nell'errore di voler usare la stessa deleteria condotta del
Consiglio. Invece di provare ad instaurare un clima di reciproca che, collaborazione, forse, iniziali, erano il cercando di vincere di ad
quelli
solo
atteggiamenti cominci
diffidenza
Delegato
applicare la medesima "riservatezza" del Consiglio, sugli affari di sua diretta competenza. Cos tenne segrete l'entit e la dislocazione delle forze
(162) ibidem. Lettera del 19 Luglio 1804. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 145
destinate alla requisizione e, soprattutto, cerc di "concertare" l'esecuzione della leva con gli altri delegati prefettizi operanti nel distretto, in modo da creare una specie di comitato dei delegati (163) che agisse al di sopra del Consiglio Distrettuale e delle singole Municipalit. Resta requisizioni peraltro potessero da intuire come le senza
essere
condotte
l'ausilio delle liste di leva! Il Romagnoli, del resto, notava come nello svolgersi della coscrizione "vanno accadendo delle eventualit capaci di alterare... la pacifica
situazione delle famiglie". Il delegato citava gli arresti di persone non idonee fisicamente o fuori et, che quindi dovevano essere rilasciate (164), ma soprattutto evidenziava la cattiva condotta "...della forza che si occupa degli arresti medesimi... Questa circostanza ha prodotto dei reclami alla Delegazione,
(163) ibidem. Tale collaborazione fra i delegati diede i primi risultati immediatamente, con l'anticipo di un giorno della data di requisizione dei coscritti. Infatti, come avvertiva il Podest di Sogliano, Comune del Distretto di Cesena confinante con quello di Rimini, la requisizione in quest'ultimo Distretto sarebbe avvenuta in anticipo rispetto al Distretto di Cesena. Ci avrebbe sicuramente portato l'allarme nel Distretto pregiudicando l'esito della requisizione. Le prime avvisaglie di una requisizione provocavano infatti vere e proprie "fughe" in massa di coscritti sulle montagne che duravano per tutto il tempo della coscrizione. (164) ibidem. A Longiano, invece, il delegato Passinari si scandalizzava per le "molte esenzioni ridicole" che rendevano di difficile completamento il contingente assegnato. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 146
relativi a reiterati furti di polli commessi dalla Truppa nella Campagna...[mentre gli abitanti in citt reclamavano] per essere stati indebitamente
spaventati in tempo di notte senza frutto, perch nelle loro famiglie non esisteva soggetto alcuno
adebitato dalla Coscrizione" (165). Si evince dunque da questi documenti come la requisizione dei
coscritti detenesse ancora le caratteristiche di una gigantesca retata, condotta alla cieca, con modi
rozzi e violenti da parte della forza armata. L'impopolarit della legge di coscrizione
divenne ben presto tale, da scatenare una violenta reazione (anche armata) nelle campagne del distretto. A causa delle sempre maggiori difficolt, il Romagnoli vide elevare il suo mandato che da Delegato Prefettizio divenne di Delegato Speciale (166). Cos egli trov il modo di attuare la sua "vendetta" verso il Consiglio Distrettuale. Parlando di una situazione ormai compromessa, addotte al momento il Romagnoli del
criticava Consiglio
aspramente Distrettuale
"...le fino
misure
praticate,
(165) ibidem. Lettera di Romagnoli al Prefetto del 31 Luglio 1804. (166) ibidem. La carica di Delegato Speciale era affidata dal Governo a quei funzionari che dovevano vigilare su dipartimenti o distretti il cui contingente fosse del tutto mancante, o, comunque, mancante in parte considerevole. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 147
pi astrusa esecuzione. I coscritti, dei quali doveva effettuarsi il fermo si trovano nella massima parte emigrati e rifuggiati n Stati limitrofi; quei pochi che attualmente dimorano nelle campagne rimangono
profoghi dalle loro case, essendo anche armati, ed uniti in Drappelli siano disposti ad affrontare la Forza Armata. In tale circostanza voi comprenderete, che inutile, o almeno difficoltosa riuscirebbe
l'impresa di fermarli...Nulla di meno non ometter di prendere una maggiore cortezza della operazione del
Consiglio, riportandomi agli atti del medesimo..." (167). Secondo il Romagnoli era lo stesso Consiglio Distrettuale che aveva reso difficoltosa la leva fino al punto di renderla quasi inattuabile. La cosa pi strana e curiosa era per il fatto che, il mese prima, il presidente Sirotti si era visto minacciato ed offeso da un foglietto
satirico apparso sui muri della citt. Nel "satirico infame foglio", oltre a vedere "deturpato" il suo onore, Sirotti veniva minacciato anche di morte da alcuni coscritti che lo accusavano di "estorsioni a loro danno" (168). E' difficile sapere se le accuse avessero forma di un fondamento, o fossero che, solo dai l'ennesima documenti
protesta,
certo
(167) ibidem. Lettera di Romagnoli al Prefetto dell' 11 Settembre 1804. (168) ibidem. Lettera di Sirotti al Prefetto del 9 Agosto 1804. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 148
rimastici, non appare il Sirotti come un funzionario energico ed intransigente, capace d'attrarre su di s odi ed antipatie. Il disagio per una carica che non ambiva lo manifestava spesso: "non posso sostenere pi oltre [l'incarico] senza socombere colla persona o per malattia o per mal d'animo di chi crede che io possa commettere delle estorsioni" (169). La storia un delle misto legge) di non presunte dicerie, dovette estorsioni invidie essere e di
(probabilmente ignoranza
della
molto
pubblicizzata visto che non giunse agli orecchi dei vari memorialisti di Cesena; in genere pronti a
raccogliere ogni pretesto per scagliarsi contro il Governo italiano e le sue istituzioni locali (170). L'impegno del Romagnoli non serv per a dare un esito positivo alla leva del 1804; la necessit di eliminare gli errori contenuti nelle liste
(169) ibidem. Lettera di Sirotti al Prefetto del 7 Agosto 1804. (170) Il Guidi, in particolare, fu il cronista dai pi evidenti sentimenti antifrancesi. "La nazione Francese vera inimica della Religione Cattolica de strerminio delle belle cose, avendo portato in Europa... il malcostume ed il libertinaggio, ed essendosi cautivati in ogni citt una partita di ogni sesso, condizione e grado che li proteggono e che vivono secondo alla loro storta massima, il loro desiderio era di non creare pi il Papa e di levare il Battesimo... a che l'Europa tutta divenisse idolatra." M.GUIDI, op. cit., vol. II, pag. 29. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 149
lavoro tale da rendere difficilmente requisibile in poco tempo il contingente assegnato. La Governo renitenza della prima delle per diverse amnistie il che il
proclam non
arginare nel
serv, a
Cesenate
Repubblica, (171).
migliorare l'anno le
l'esito
coscrizione chiudeva
Anzi con
coscrizionario di
proprio
notizie
numerose
diserzioni dai corpi di appartenenza, dei coscritti cesenati appena requisiti (172).
(171) ASC 3260, tit. XVII, rub. 25. (172) ASFo Prefettura napoleonica, buste 155 e 156, tit. XVII, rub. 8. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 150
Bibliografia cap. 5 M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, Economia e Societ dal 1811 al 1859." in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV. F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ napoleonica." Milano 1988. dell'Italia nell'Italia napoleonica."
A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", in Storia di Cesena, Rimini 1987, vol. IV. B.FAROLFI, "Una critica antropometrica all'industrialismo: i riformati alla leva a Bologna (18621866)", Bologna 1979.
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 151
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 152
Il
17
marzo
1805
Napoleone
trasformava
la
Repubblica Italiana in Regno ed aggiungeva al titolo d'Imperatore dei Francesi quello di Re d'Italia. "Nei primi anni del Regno il punto nevralgico dell'apparato militare rest quello della coscrizione e della leva, un meccanismo che richiese vari
aggiustamenti e revisioni per riuscire ad eliminare i difetti e superare le difficolt che avevano reso cos faticose e contrastate le requisizioni del
relazione delle un
modello
organizzazione (174). In
amministrazioni di
dipartimentali maggiore
quadro
sempre
centralizzazione del potere verso la massima autorit del Dipartimento, il Prefetto, militare un venivano e di a
nell'ambito a
nuovi ruolo
vecchi primo la la
destinati materia
svolgere
di
coscrizione.
Innanzitutto proponeva
reintroduzione
della
Viceprefettura
(173) F.DELLA PERUTA, op cit., pag. 150-151. (174) Il rinnovamento dell'organizzazione territoriale ebbe luogo nel 1805. Nello stesso anno le istruzioni per la leva introdussero il principio del rafforzamento dell'autorit centrale dei Prefetti. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 153
creazione di un intermediario tra il Prefetto e le autorit locali. Pur se strettamente subordinata ai voleri della prefettura, era finalmente attivato un organo che poteva vantare l'assoluta preminenza
importanza era invece la creazione delle Commissioni Cantonali di Leva, organi che rivestivano un ruolo chiave (175). nell'esecuzione materiale della coscrizione
(175) A tale organo era tra l'altro affidata l'organizzazione delle requisizioni e delle scorte dei coscritti nei punti di raccolta del Dipartimento. F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 151. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 154
COMMISSIONE CANTONALE
DI
LEVA
Si
veniva
dunque
formare
una
scala
gerarchica dalla rigida conformazione, con precisi rapporti di dipendenza e con una stretta correlazione tra ambiti d'influenza ed estensione dei poteri
coscrizionario fu un valido motivo d'impegno per i legislatori del periodo, i quali si prodigarono in
(176) Ibidem, pag. 151-152. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 155
tal senso, cos che il risultato che si raggiunse con le istruzioni per la leva del 1807, poteva
sicuramente dirsi soddisfacente. Queste, nel quadro dell'accentramento alle municipalit dell'autorit gli citato, di affidavano base" (177).
"adempimenti
Tali erano, in sostanza, la compilazione delle liste, da formarsi secondo le nuove istruzioni in maniera sensibilmente diversa da quella precedente (178). Le istruzioni del 1807 contenevano altre due fondamentali requisizioni (con innovazioni. che ora La prima su a riguardava liste seconda le
avvenivano ripartiti
comunali della
contingenti
avrebbe dovuto cancellare quei fenomeni di renitenza che si verificavano quando, ad esempio a seguito
delle diserzioni di coscritti di un certo Comune, si procedeva seguendo l'ordine della lista distrettuale,
(177) Ibidem, pag. 168. (178) Ibidem, pag. 168-169. Le classi di et non erano pi cinque, ma si riducevano a due. Nella prima erano compresi i coscritti di 20 e 21 anni, mentre nella seconda erano raggruppati quelli con et fino ai 25 anni. Per ognuna delle due classi erano poi formate cinque liste. La prima comprendeva tutti coloro che chiedevano l'esenzione ai sensi dell'art. 5 della legge 13 agosto 1802. La seconda elencava gli esentati per "fisica indisponibilit". Nella terza erano riportati tutti coloro che non si erano regolarmente iscritti o erano illegalmente assenti. La quarta lista era formata dai coscritti senza alcun titolo d'esenzione mentre nella quinta erano iscritti coloro che, idonei alla requisizione, possedevano titoli tali da poter essere considerati "ultimi a marciare". CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 156
alla requisizione di coscritti di un Comune diverso (appartenente allo stesso Distretto). A volte ci
aveva provocato il fatto che coscritti residenti in Comuni nei quali per non vi erano stati renitenti, in altre
"pagassero"
diserzioni
avvenute
Municipalit del Distretto. In un contesto sociale caratterizzato dai forti sentimenti campanilistici
ci era considerata una pesante ingiustizia (179). Con l'introduzione della riforma, il completamento del contingente da parte di un Comune donava ai coscritti non requisiti una relativa tranquillit (180). La seconda novit riguardava invece "la
sostituzione del sorteggio all'ordine di nascita per stabilire il rango, ossia l'ordine di successione dei requisiti" (181). Quest'ultima iniziativa era presa a corollario del nuovo principio di estrema trasparenza che dovevano caratterizzare tutte le operazioni di leva. Il sospetto del Regno inculcatosi sulle nelle menti che dei la
cittadini
ingiustizie
(179) Ibidem, pag. 153. Si era addirittura giunti a fenomeni d'incitamento alla renitenza da parte degli stessi municipali, i quali consigliavano la fuga ai "propri" coscritti, in modo da evitare che venissero requisiti come rimpiazzi per coscritti di altri Comuni che avevano disertato. (180) Ibidem, pag. 153-154. Inoltre un altro difetto della requisizione su lista unica di Distretto, era che un tale metodo privilegiava eccessivamente i Comuni pi popolosi a scapito dei meno abitati. Spesso infatti la lista unica poteva alterare la proporzione tra il numero dei coscritti di un Comune e il numero dei requisiti dello stesso, privilegiando, come faceva, l'ordine di requisizione per et. (181) Ibidem, pagg. 168-170. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 157
coscrizione provocava a danno dei ceti sociali pi umili doveva essere rimosso, negli intendimenti del Governo, proprio con la palese dimostrazione della correttezza del meccanismo. Una tale tendenza si mantenne per tutti i rimanenti anni della coscrizione. Ancora nelle
istruzioni per la leva del 1811 (182), si elencavano i numerosi obblighi a carico delle autorit locali in materia di pubblicit alle operazioni di leva.
Dall'affissione degli avvisi riguardanti le date di apertura e chiusura del registro contenente i nomi dei coscritti (art. LXVIII), all'esposizione della lista generale dei coscritti di ogni classe (art. LXXXII) (183). Dalla tenuta dei registri dei reclami (art. LXXXIII), sul quale ogni cittadino poteva
denunciare le "irregolarit", eventualmente contenute nelle liste generali, alla correzione delle liste
stesse (art. LXXXV). Con l'invio delle liste alle Commissioni fase della Cantonali rettifica di Leva iniziava ed la seconda un
delle
liste,
assumeva
ruolo prioritario il Viceprefetto. Costui si recava presso le Commissioni Cantonali del suo Distretto in giorni prefissati ed indicati "con pubblico avviso"
(182) Copia di esse presso l'ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. (183) Con tali istruzioni le classi di leva tornavano ad essere cinque. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 158
alla popolazione, la quale era esortata ad assistere all'operazione di rettifica (art. XCI), ed insieme ad un medico "esercente anche la chirurgia", procedeva all'esame delle varie categorie di coscritti (184). E' fuori di dubbio che nel corso degli anni la coscrizione e raggiunse di dal punto di vista
legislativo
regolamentazione,
un'eccellente
configurazione. Negli anni dal 1803 al 1811 la leva evolvette verso svolgimenti sempre pi regolari, con perfezionamenti continui nei modi e nelle forme che portarono in quasi tutto il Regno a una notevole velocit e regolarit di esecuzione. Rimanevano i problemi legati alla renitenza ma, anche quantitativamente, la loro gravit sembrava scemare. Con gli ultimi due anni di coscrizione il meccanismo di leva vide per bruscamente interrompere il funzionamento dei suoi ingranaggi. Il massiccio aumento dei contingenti richiesti ai comuni italiani, la rovina militare di Napoleone e la conseguente
(184) Per primi erano esaminati i coscritti "deformi" (art. XCIV), poi i "bassi di statura" (art. XCV). Era poi il turno dei coscritti "affetti da malattie e ...incompatibili con il servizio militare" (art. XCVI). Terminato l'esame di questa aliquota di coscritti, raccolta in lista II, cominciava quello relativo a coloro che si erano resi volontariamente inabili, procurandosi mutilazioni o altro (art. C). Costoro erano iscritti nella lista VI. Per ultimi erano esaminati i casi degli "ultimi a marciare". ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n354 CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 159
convinzione di un prossimo veloce ritorno delle forze della Restaurazione disgregarono rapidamente i
fondamenti sui quali si reggeva la coscrizione. Non fu peraltro del il fallimento a della legge quanto la
caduta
Regno
decretare
l'insuccesso
delle
ultime leve, a conferma del buon risultato raggiunto nell'organizzazione della coscrizione. La legge dunque era formalmente ben
articolata ma gli innegabili arbitri nei confronti delle classi pi umili e la desuetudine all'impegno militare, pregiudicarono irrimediabilmente la sua
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 160
PAR.
6.2.:
IL
PERFEZIONAMENTO
DEL
MECCANISMO
Durante gli anni del Regno, il Dipartimento del Rubicone e in particolar modo il Distretto di Cesena (185), non seguirono la tendenza positiva che caratterizz la gran parte degli altri Dipartimenti in tema di coscrizione del meccanismo (186). di L'indubbio si
perfezionamento
coscrizione
scontr, nel Cesenate, con la spiccata tendenza alla pi totale ritrosia nel da parte del della popolazione. Cesena diversi
Addirittura figur
contesto agli
sempre
ultimi
Distretti, sia per la lentezza nel compimento delle requisizioni, caratterizz l'impatto esecuzione sia molte provocato della per sue la diffusa Ci renitenza fece s che che di
dai
regolamenti spesso
leva
risultanze
(185) Il Distretto di Cesena era formato nel 1805 da tre Cantoni: oltre a Cesena, completavano infatti il Distretto i Cantoni di Savignano e Mercato Saraceno. Nel 1811 venne poi a costituirsi il Cantone di Santagata. (186) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 245. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 161
I problemi di compilazione delle liste, che avevano caratterizzato anche le prime leve
repubblicane, rimasero sempre insoluti nel Distretto. Oltre a ci la leva fu volte ostacolata da numerose da parte
disattenzioni
(alcune
volontarie)
delle Autorit. Il loro pigro incedere in materia di leva port, inizialmente, ad una ritardata
composizione delle Commissioni Cantonali di Leva che, per diverso tempo, furono rette dai presidenti della municipalit, dato che all'atto della creazione di tali organi la nomina dei Podest con chiamati a
presiederli
procedeva
ancora
qualche
indugio
(187). Si ripeteva dunque il caso del 1803, anche allora il Distretto si era distinto per il ritardo nella formazione di un altro organo fondamentale, il Consiglio Distrettuale. Nonostante gli sforzi legislativi del Governo e gli accorgimenti adottati dalle Municipalit, le questioni da risolvere furono praticamente sempre le solite. "Le Liste Coscrizionali di questo Distretto sono state soggette a molte e replicate variazioni, ed annotazioni che ne hanno confuso di maniera il
(187) ASC 3262, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 162
tenore, che facilissimo pu riuscire qualsiasi errore ..." (188). Le consuete di ed ormai stereotipate di frasi tali
sull'importanza
un'esatta
compilazione
elenchi affioravano da ogni documento, da ogni bando a testimoniare la necessit di tale operazione. "L'esame delle Liste di Coscrizione ha
convinto S.E. il Sig. Ministro della Guerra della poca, e forse nessuna diligenza La maggior con cui furono di tali
generalmente
compilate.
parte
liste non ofrono che un ammasso di nomi di individui per lo pi senza indicazione dell'epoca e del luogo di nascita, del domicilio, della Professione degli individui stessi n della loro rendita, e del loro stato di unicit, o di matrimonio. Quindi derivano le infinite difficolt che si incontrano nell'esecuzione della leva e l'inutilit di molte perquisizioni della Giandarmeria ..." (189). Particolarmente delicata era la situazione
del Cantone di Savignano dove per gli errori compiuti in fase di approntamento della leva, si era giunti, nel 1807, a compromettere gravemente l'esito delle leve degli anni successivi. "L'esecuzione della
(188) ASC 3265, tit. XVII, rub. 25. Stampa del Viceprefetto Brighenti ai Podest del Distretto, 30 Novembre 1809. (189) ASC 3262, tit. XVII, rub. 25. Lettera del Cancelliere del Censo, alla Municipalit di Cesena, 7 Dicembre 1806. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 163
prossima
scaduta
Leva
ha
incontrato
in
quest'anno
delle dificolt anche maggiori del passato. [...] Ora essendo accaduto che parecchi delle Liste quarte, ed anche tr gl'ultimi inscritti sono stati presi ed accettati tanto per l'attiva che per la riserva,
sembra che tutti quelli che li precedevano nei ranghi debbano mancanza rigardarsi ha dato come luogo disertori, giach la loro
all'indebita
requisizione
degl'altri. Cade per in acconcio il riflettere che i Coscritti assenti, cio non intervenuti alla
fissazione de' ranghi, ai quali non fu ufficialmente anunziata la propria requisizione hanno diritto di opporre l'ignoranza [...]. In tale stato di cose si domanda se i Coscritti indicati, ai quali non fu formalmente intimata la requisizione, si debbino
ritenere come refrattari ... trattandosi di un numero notabile di individui" (190). Le sempre maggiori responsabilit afferenti al Viceprefetto in materia di rettificazione delle liste (191), se da un lato costituivano un necessario
(190) ASC Viceprefettura napoleonica, busta n 337. Lettera del Poggi, Cancelliere del Censo, al Viceprefetto di Cesena, 7 Ottobre 1807. (191) ASC Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Istruzioni del 10 Novembre 1811 sull'esecuzione della legge sulla coscrizione militare, art. XCIII. La rettificazione delle liste era un'operazione da compiersi pubblicamente da parte del Viceprefetto, "... si fa presentare le liste di ogni Municipalit coi certificati e note dei Parrochi che le accompagnano, i registri dei riclami aperti presso la Municipalit e presso la Commissione Cantonale ... Il CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 164
provvedimento per riuscire a creare un'autorit al di sopra delle parti sui (che casi potesse di giudicare che
imparzialmente
tanti
coscritti
chiedevano un riesame della loro posizione), d'altro canto oberava il Viceprefetto di una quantit enorme di lavoro da svolgere in ristrettissimi periodi di tempo, rigidamente determinati. "E' dunque inibito ai Viceprefetti
intraprendere la detta rettifica prima di tale epoca. Intanto il Mese di Novembre quasi sempre diboccante di pioggia, della di fiumi gonfi dalla di acque e di I strade Cantoni
guaste
Montagna
Stagione.
montuosi sono di difficile e forse anche pericoloso accesso... torrenti avviene Ma vi ancora spesso di di il pi, libero la piena de' ne alla
tragitto manca
parte
Coscritti...
rettifica e ci disesta non poco la operazione e la rende... difettosa e quasi inutile. L'esperienza di
Viceprefetto esamina questi atti e dopo aver sentito tutte le osservazioni che possono essergli fatte, e aver fatto leggere quelle risultanti dal registro dei riclami, procede a tutte quelle modificazioni che trova giusto di operare sulle liste." Con queste modificazioni alcuni coscritti cambiavano di lista, per aver maturato titoli d'esenzione totale o parziale, o perch tramite la rettificazione stessa emergeva come i titoli di esenzione che avevano inserito il coscritto in una certa lista "privilegiata", negli anni precedenti, fossero non veritieri. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 165
sette anni in questo distretto me ne ha assicurato" (192). Oltre ad ostacoli di tipo climatico ed alla consistente mole di lavoro spesso da i svolgere, propri la
Viceprefettura
vedeva
sforzi
vanificati da collaboratori infidi che alimentavano, con il loro subdolo operato, i dubbi e i sospetti della popolazione (193). "Il Sig. Maraldi di Ronta ha 4 o 5 figli tutti esentati dalla Coscrizione per la protezione del Canonico Massi, e Vicario Capitolare di Cesena sotto pretesto di farne una parte Preti, l'altra
sotto il nome di Chierici adetti al Seminario. Fa meraviglia che essendo una famiglia possidente non abbia cercato di collocarne alcuno nei Veliti, amando piuttosto di liberarli tutti. Francesco Giulia detto Corbaja di Santa Lucia ricco possidente e dicesi Brigante con tre figli, nessun Coscritto, per l'assistenza del Cancelliere Censuario di Cesena.
(192) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Il Viceprefetto al Prefetto, a commento delle istruzioni del 10 Novembre 1811. (193) Il caso pi eclatante al riguardo fu quello che vide protagonista, nel 1812, il Podest di Cesena. Costui diede rifugio sui propri fondi rustici, ad alcuni disertori in cambio della loro manodopera. F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 267. Gi nel 1807 comunque il Viceprefetto di Cesena denunziava la disdicevole abitudine di alcuni Podest i quali avevano rilasciato certificati di adempiuta leva a dei refrattari. ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 337. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 166
Giovanni Francesco Montanari ... di Roversano Possidente abitante nel Castello, con quattro figli, nessun requisito. Tre fratelli Mambelli di Roversano ricchi
Possidenti ... nessun requisito. [...] Paolo Mazzola della Parrocchia di San Vittore ricco Possidente e Sindaco del suo Comune di
Roversano con vari figli atti al militare servizio, ma nessuno marciato, dicesi per qualche maliziosa
operazione nell'estrazione de' coscritti..." (194). Questa lettera di un "anonimo delatore" che si impegn a scriverla nel maggio del 1810, fa
risaltare appieno il clima di sospetto che si era venuto a creare attorno alla coscrizione. Nonostante la dettagliata smentita sul caso in questione,
contenuta nella risposta del Regoli, Commissario di Polizia in Cesena (195), il dubbio di brogli non
poteva non rimanere nel pensiero della gente. Lo stesso trattamento in forma
particolarmente riservata di argomenti di questo tipo da parte delle autorit, in un contesto di generale trasparenza di tutto il meccanismo coscrizionario,
(194) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 344 (195) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 344, il Commissario di Polizia al Viceprefetto, lettera riservata del 30 maggio 1810. "Dal fin qui esposto rilever la Signoria Vostra quanto indebite e calunniose sono state le denunzie avanzate alla Superiorit dall'anonimo delatore, ed in conseguenza quanto siano da non curarsi." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 167
rendeva proprio
questa laddove
tanto se
vantata ne
pubblicit
carente il
sentiva
maggiormente
bisogno. Del tutto inutile ai fini di convincere la popolazione sulla regolarit della esecuzione della legge, la pubblicit data alle operazioni di leva finiva con l'avere un effetto addirittura
controproducente sulla stessa. Infatti, grazie alle informazioni sui tempi e modi di tutte le operazioni inerenti la coscrizione, essa fin con il diventare un preziosissimo campanello d'allarme per tutti i
coscritti prossimi alla renitenza. "Dai rapporti che sonoci fin qui pervenuti ci consta che...[nel si Cantone eseguita di Savignano] ... Nulla
l'operazione
regolarmente.
sappiamo ancora della Comune di Longiano... Il suo silenzio ci fa temere che la requisizione non abbia prodotto alcun effetto, come potea prevedersi attesta l'inopportuna pubblicit che si dovuta dare ad
un'operazione che esigerebbe la massima segretezza" (196). Anche il delegato di Polizia inviato nel
Cantone di Savignano tradiva il proprio scetticismo nei confronti di questa "trasparenza" che aveva
(196) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 335. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Savignano al Viceprefetto, 6 Marzo 1807. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 168
provocato la scomparsa dei "...coscritti liberi da ogni titolo di esenzione..." (197). Il tentativo del Governo doveva ancora una volta scontrarsi con la ritrosia ormai diffusa in tutto il Distretto (198). Veniva cos vanificato tutto il lavoro condotto che si da erano Viceprefetto prodigati e per Commissioni riuscire a
Cantonali,
requisizione di tutti coloro che sembravano essere in et di coscrizione, ad un'azione ben pi precisa che presupponesse la requisizione dei soli coscritti
destinati alla partenza (in seguito alla fissazione del rango) (199).
(197) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Lettera del delegato di Polizia al Viceprefetto, 23 Marzo 1807. (198) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 340. Lettera del 23 marzo 1809. Ancora nel 1809 la Commissione Cantonale di Leva di Savignano scriveva al Viceprefetto esprimendosi, sulla coscrizione, in termini di "segretezza cotanto necessaria in questa operazione." La pubblicit non era dunque la panacea per evitare la renitenza. (199) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 337. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 13 Ottobre 1807. Tale necessit era stata avvertita dal Prefetto Pallavicini, accortosi dell'alto numero di refrattari appartenenti al Distretto di Cesena. "Invece di diffidare i Coscritti designati sulle liste, e chiamati dalla Legge, invece di presentare ad essi la lettera di Requisizione o alle loro case, e passare contemporaneamente al loro arresto quando vi era il dubbio di fuga, si commessa sovente per le Comuni una generale perlustrazione, e l'arresto quasi generale di tutti i Giovani in eta coscrizionaria. Sono pochi gli Abitanti della Campagna alle di cui case non si sia fatto ricerche di Coscritti. Se tutti in conseguenza i Giovani Coscritti ricercati confusamente per la Leva dovessero essere CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 169
Durante tutto il periodo di coscrizione un tale risultato non fu mai raggiunto ad di ed anzi il
Dipartimento dell'effettiva
del
Rubicone,
ulteriore compimento
riprova delle
difficolt
requisizioni, legalizz un espediente che non trovava ratifica in nessuna delle numerose istruzioni che
accompagnavano periodicamente i bandi di leva. Per riuscire nel completamento dei contingenti assegnati fu infatti osservata la consuetudine di requisire un numero di coscritti doppio, rispetto a quello
richiesto, in modo da poter avere un "serbatoio" da cui attingere in caso di renitenza dei coscritti
designati.
dichiarati refrattari una gran parte della Giovent coscritta sarebbe in questo numero." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 170
PAR. 6.3.: "CARNE DA CANNONE", ASPETTI QUANTITATIVI DELLA LEVA NEL DISTRETTO DI CESENA (200).
Dal 1805 al 1813 la coscrizione pretese un numero sempre gli maggiore organici di reclute, destinate del ad
aumentare
dell'esercito
Regno
d'Italia, ormai costantemente al fianco dell'Armata Francese in tutte le campagne militari combattute in quei sanguinosi anni (201). Come detto, la coscrizione nel Distretto di Cesena, reduce dai disastri del periodo repubblicano, mostr ancora nei primi anni del Regno, le consuete difficolt in fase di organizzazione ed esecuzione. Nel Distretto non era stata completata nessuna delle quattro leve ordinate dal Governo dal 1803 al 1806, cos che una delle prime incombenze affidate ai
(200) Le fonti archivistiche utili ai fini della costruzione di questo paragrafo sono il fondo della Viceprefettura e quello del Municipio (carteggio amministrativo). Soprattutto il primo costituisce un validissimo ausilio per la ricostruzione quantitativa della leva nel Distretto di Cesena. Purtroppo per per i primi due anni, 1805 e 1806, l'unica fonte disponibile quella del carteggio amministrativo, che risulta essere del tutto insufficiente per una ricostruzione analitica della coscrizione di quel biennio. E' stato dunque necessario riferirsi, in prevalenza, a ci che era contenuto in proposito nei documenti degli anni successivi. (201) Per tutte le informazioni sugli organici dell'esercito italiano e sulle campagne combattute rimando alla citata opera del Della Peruta. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 171
nuovi organi appena costituiti, fu proprio quella di portarle a compimento nel pi breve tempo possibile (202). Lo scetticismo delle Commissioni (203) nei
confronti di una simile operazione non derivava tanto dall'impossibilit di requisire un numero di
coscritti sufficiente a completare i contingenti dei diversi fornire anni, in quanto dall'estrema nuove difficolt reclute dai corpi. di per Si
rimpiazzare
disertavano
arrivava cos a completamenti temporanei di questi contingenti arretrati (204) ma, con il susseguirsi
(202) ASC 3262, tit. XVII, rub. 25. Bando Napoleone, 4 Agosto 1806. Questa operazione fu ordinata dallo stesso Napoleone, desideroso di completare finalmente gli organici dell'esercito, fin troppo falcidiato dalle diserzioni e dalla renitenza, e quindi poco utile ai fini per cui era stato concepito. (203) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Lettera della Commissione Cantonale di leva di Cesena al Viceprefetto, 4 Giugno 1807. "Il timore incubo generata dalla leva forzata della riserva di questo anno e la fuga quindi seguita di molti coscritti... non lasciano luogo a sperare di poter compiere in verun modo la riserva degli anni 1805 e 1806." (204) ASC 2560. Lettera della Commissione Cantonale di Leva al Viceprefetto, 18 Gennaio 1807. Circolare del Prefetto al Viceprefetto, 16 Luglio 1807. Il 18 Gennaio 1807 la Commissione Cantonale di Leva di Cesena annunciava trionfante al Viceprefetto il completamento del contingente per le quattro leve degli anni precedenti; 6 mesi pi tardi per il Prefetto avvertiva che il debito non era stato ancora saldato. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 172
Tabella I: Contingenti richiesti al Distretto di Cesena. (205) L E V A Cesena 1805 (207) 1806 (208) 1807 (209) 1808 (210) 1809 (211) 1810 (212) 1811 (213) 1812 (214) 1813 (216) 1814 (218) 1808-13 (220) 38 38 48 34 38 46 52 55 51 58 85 C A N T O N E (206) Mercato S. 12 12 16 8 12 12 14 13 13 14 20 Savignano 30 30 36 28 26 30 38 37 38 44 63 12 13 12 14 21 S.Agata Totale 80 80 100 70 76 88 116 118(215) 114(217) 130(219) 189(221)
(205) Quando non specificato altrimenti tali contingenti vanno intesi come destinati per met all'armata attiva e per met all'armata di riserva. (206) S.Agata si costitutiva nel 1811 come quarto Cantone del Distretto di Cesena, ed assorbiva la Municipalit di Talamello in precedenza appartenente al Cantone di Mercato Saraceno. (207) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 9 Maggio 1807. (35) ibidem. (209) ibidem. (210) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. Fissazione dei contingenti, 7 Dicembre 1807. (211) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. (212) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 343. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 16 Gennaio 1810. (213) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 348. (214) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 351. (43) La leva per l'armata attiva fu di 71 coscritti cos suddivisi: Cesena 33, Mercato S. 8, Savignano 22, S.Agata 8. I 47 rimanenti fecero parte della riserva. (216) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 357. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 20 Novembre 1812. (217) La leva per l'armata attiva fu di 69 coscritti cos suddivisi: Cesena 31, Mercato S. 8, Savignano 23, S.Agata 7. I 45 rimanenti fecero parte della riserva. (218) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 358. (219) L'intero contingente fu destinato all'armata attiva. (220) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 24 Ottobre 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 173
Totale
543
146
400
72
1161
Sia la leva del 1805 che quella del 1806 (222) avevano richiesto al Distretto di Cesena, un
contingente di 80 uomini, met per "l'armata attiva" met del per quella di "riserva". Se il completamento contingente per l'armata attiva non dest
soverchie preoccupazioni alle Municipalit, fu invece l'attivazione difficolt contingente e della a (223). Riserva a generare alcune del
determinare
l'incompletezza a
Ricominciavano
manifestarsi
diffusamente i preoccupanti fenomeni di renitenza che avevano vanificato le due leve repubblicane. La leva del 1807 segn un aumento del
contingente richiesto al Cesenate. L'operazione di requisizione si svolse con sufficiente regolarit un po' ovunque nel Distretto, fatta eccezione
(221) L'intero contingente fu destinato all'armata attiva. (222) ASC 3261, tit. XVII, rub. 25. Bando Napoleone, 24 Giugno 1805 (223) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 9 Maggio 1807. Su 80 coscritti, rappresentanti il totale delle reclute per la riserva del 1805 e del 1806, alla met del 1807 il Distretto ne doveva somministrare ancora 22. Il Cantone di Cesena era infatti debitore di 10 coscritti (su 38 assegnati), Mercato Saraceno mancava di 2 (su 12) mentre Savignano doveva ancora fornirne 12 (su 30). CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 174
Distretti del Dipartimento del Rubicone, fu per la "soverchia lentezza" nella fase di requisizione dei coscritti (224). La difficolt di giungere celermente al completamento della coscrizione derivava anche
dell'operazione. "Gli individui della Guardia Nazionale che con zelo si prestano al servizio di coscrizione ogni volta che da noi sono comandati ci hanno avanzato i loro reclami per la mala condotta di alcuni che si fanno lecito d'insultarli e dir loro villanie
chiamandoli birbanti e sbirri..." (225). Oltre a questi e ad altri atteggiamenti che si mantenevano nei limiti dell'ostilit "verbale", ve ne erano altri ben pi importanti e dalle pi gravi conseguenze. periodo gravi Si verificarono ai proprio danni in delle questo forze
aggressioni
incaricate della requisizione dei coscritti, veri e propri reclute, agguati che improntati sfocieranno alla liberazione in delle pi
successivamente
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 175
In aggiunta ai contingenti sopracitati, nel 1807 il Distretto dovette fornire coscritti anche per le Guardie d'Onore e i Veliti Reali oltrech per la Gendarmeria (furono inoltre requisiti due ragazzi tra i 13 e i 15 anni, da arruolarsi come "tamburini") (227). Costituite nel 1805, Guardie d'Onore e Veliti dovevano rappresentare, negli intendimenti di
Napoleone quei "quadri di base" (ufficiali inferiori e sottufficiali) indispensabili per la graduale
formazione dell'esercito italiano. Dopo un biennio di formazione italiane, in una e delle neonate scuole militari nei
guardie
veliti
sarebbero
passate
reggimenti, le prime con il grado di sottotenente, i secondi con quello di sergente. Durante i due anni di addestramento, le famiglie di questi "accademisti" dovevano pagare una tassa di mantenimento pari a
.1200 di Milano per le Guardie d'Onore e a .200 per i Veliti (228). La possibilit di pagamento di questa tassa costituiva un primo requisito di ammissione
riguard il Comune di Formignano, appartenente al Cantone di Cesena, dove, per permettere la liberazione di un coscritto, fu aggredito e ferito un Gendarme. Nel Comune venne spedito un distaccamento di uomini della Guardia Nazionale e fu condotta un'indagine che port alla destituzione del Sindaco del paese, reo di aver nascosto, nel rapporto al Viceprefetto, i veri motivi dell'aggressione al Gendarme e di aver tassato le famiglie pi ricche del Comune, invece della famiglia del coscritto liberato, per pagare la "tansa" della Guardia. (227) ASC, Viceprefettura napoleonica, buste n 335-336-337. (228) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag.135-143. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 176
alla scuola. Del resto tali corpi di lite erano destinati ad accogliere i giovani appartenenti ai
ceti borghesi, o addirittura nobili, per i quali la carriera militare di poteva rappresentare in una Europa una valida
alternativa
impiego
fortemente
militarizzata e infiammata da continui conflitti. Con il passare che il degli anni e con l'amara non della
constatazione esercitava il
richiamo auspicato,
delle
armi
fascino
l'importo
tassa fu notevolmente ridotto, ed una parte di esso anticipato dalla Tesoreria del Regno all'atto
dell'iscrizione del giovane nella scuola (229). In tutto il Regno non si riusc peraltro a trovare un numero di volontari sufficiente a coprire i contingenti ritenuti ogni anno necessari, cos che, dal 1807, si cominci per ad eseguire due una sorta (su di
anche
questi
corpi dai
liste
appositamente
preparate
Viceprefetti)
1807
Cesena
riusc
fornire
tre
volontari per i Veliti (due residenti a Cesena uno a Mercato Saraceno), mentre per le Guardie d'Onore si
(229) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 348. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 28 Novembre 1811. Nonostante ci furono numerosi i casi riguardanti Guardie d'Onore e Veliti cesenati non in regola con il pagamento; una di loro venne addirittura estromessa dai Veliti per non aver pagato la tassa, e fin con l'essere arruolata nell'esercito di linea. (230) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 139. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 177
dovette
procedere
alla
coscrizione
per
riuscire
requisirne un egual numero. Allo scopo fu inviata la cosiddetta "requisitoriale" ad una serie di cesenati che, "per rendita e relazioni di famiglia",
sembravano possedere i requisiti richiesti (231). Tali erano essenzialmente il saper leggere e scrivere, "la buona condotta", comprovata da un documento
dell'autorit Municipale, l'et prescritta, attestata da una fede di nascita e , soprattutto, l'essere figli o nipoti di "Maggiori Estimati o di Elettori" (232). Problematica risult anche la requisizione di un cesenate per la Gendarmeria in virt del
contingente assegnato (233). In riferimento al Reale Decreto 17 giugno 1807 (che stabiliva una leva di 250 uomini per la Real Gendarmeria tra tutti coloro che erano nati dal 1 ottobre 1781 e il 30 settembre 1783), i requisiti che doveva possedere il candidato, per essere ammesso al corpo, riguardavano l'altezza,
(231) La scelta in genere veniva fatta tra i pi ricchi possidenti o tra i pi facoltosi commercianti del Distretto. Le rendite dei candidati oscillavano sensibilmente, mediamente dalle 1500 alle 5000 lire di Milano, con pochi casi di rendite superiori. Spesso non veniva presa in considerazione la rendita del coscritto ma quella della sua famiglia o dei suoi parenti. (232) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 348. (233) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 337. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 3 Agosto 1807. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 178
non inferiore ai 5 piedi e 4 pollici, e il saper leggere e scrivere (234). Se le operazioni concernenti la leva del 1808 nel Regno furono definite "consolantissime" (235),
Cesena si distinse ancora per il ritardo con il quale complet il contingente assegnato al Distretto.
Decretata il 30 ottobre 1807, la leva per l'anno 1808 doveva essere improrogabilmente terminata entro il 15 gennaio dell'anno successivo (236), invece, ancora il 5 aprile 1808 cio 80 giorni dopo la scadenza dei termini, consegna il Prefetto si rammaricava e della mancata al
dell'intero
contingente
ordinava
Viceprefetto la requisizione di altri nove coscritti destinati a completarlo nella parte destinata
(234) ASC, Viceprefettura napoleonica, Stato dei Giovani non requisiti per l'Armata che possono concorrere per far parte del contingente per la Real Gendarmeria. Agosto 1808. A Cesena le lettere di requisizione furono inviate a nove cittadini. Di questi, quattro erano possidenti (con rendite rispettive di .1050, 2800, 7000 e 21000), due erano scrittori (rendite di .700 e 840), dei restanti, dei quali non era specificata la rendita, uno svolgeva il mestiere di orefice, l'altro di orologiaio e il terzo era finanziere. Dei nove candidati, quattro opposero titoli d'esenzione o furono comunque scartati "per non avere la complessit adatta", cos che il prescelto, che peraltro le fonti non nominano, fu selezionato sui cinque restanti candidati. (235) F. DELLA PERUTA, op. cit., pag. 179. Diego Guicciardi, direttore generale di Polizia, al Ministro della Guerra. (236) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 7 Dicembre 1807. (237) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. Lettera del Prefetto al Viceprefetto del 5 Aprile 1807. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 179
ci
fosse
stata
una
sensibile
diminuzione
nel
contingente richiesto al Distretto. Oltre alla "recluta" per l'esercito di linea, Cesena dovette fornire anche due Gendarmi e tre
Veliti. Lo scarso entusiasmo che aveva caratterizzato la leva per l'Armata accrebbe le difficolt della commissione nominata in aprile per procedere alla
requisizione per questi corpi "elitari" (238). Se la leva del 1808 aveva visto una riduzione dei contingenti richiesti al Distretto, la tendenza verso coscrizioni sempre pi esigenti fu ben presto ripristinata con la leva dell'anno successivo. La coscrizione cerc di colpire anzitutto
coloro che si erano resi refrattari o non avevano provveduto ad iscriversi nelle liste (gli "omessi"). Il rischio di dovere requisire i regolarmente
iscritti quando, a decine, erano presenti refrattari che scorazzavano indisturbati per citt e campagne, poteva ulteriormente incrinare la fiducia della
popolazione sulla capacit delle Autorit locali e del Governo che esse rappresentavano, costituendo un pericoloso incentivo alla renitenza (239). Eppure,
(238) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. (239) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Savignano al Viceprefetto, 13 Dicembre 1808. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 180
continue
perlustrazioni
non
condussero
che
all'arresto di pochi renitenti, "parte perch la Real Gendarmeria non potendo agire su tutti i punti per mancanza di forza, parte per la poca fedelt de' parrochi nascosti" e parte (240). poich Il questi si individui mostrava si sono
Prefetto
comunque
soddisfatto dell'esito della leva nel Distretto e nel Dipartimento (241), lodava la solerzia e lo zelo di coloro che avevano la responsabilit dell'esecuzione della coscrizione dei e, sudditi soprattutto, del esaltava al
l'attaccamento
Dipartimento
Sovrano. A detta di molti, per, il completamento della leva era stato possibile solo grazie alla eco delle vittorie ottenute da Napoleone in Austria,
visto che i critici sviluppi iniziali della guerra (specie sul fronte italiano) avevano compromesso non solo la riuscita della leva, ma anche la stabilit politica, un po' in tutto il Regno (242). Oltre alla leva per l'Armata fu eseguita la coscrizione per il completamento dei contingenti
(240) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Cesena al Viceprefetto, 24 Dicembre 1808. (241) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 340. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 24 Aprile 1809. (242) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 340. Lettera del Podest di Sogliano al Viceprefetto, 26 Aprile 1809. "Qu pochi che sembravano cangiati, avviliti forse dalle prime incerte notizie di guerra...[con]...le decisive vittorie riportate dalle armi di Sua Maest l'invitto nostro Sovrano sono anche essi in perfetta calma." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 181
delle Guardie d'Onore e dei Veliti che richiese la requisizione rispettivamente di quattro e otto
coscritti (243). La leva del 1810 si svolse secondo il solito clich, evidenziando ancora una volta la tendenza di qualche comune del Cesenate, a svolgere le operazioni con esasperante lentezza. Oltre a Longiano,
nuovamente all'ultimo posto tra i Comuni del Cantone di Savignano, quanto a velocit di completamento del contingente presenza ritardo (245). La leva del 1811 di complicata per l'Armata di attiva Cesena (244), spiccava la in
del sui
Comune tempi di
clamorosamente della
esecuzione
coscrizione
(243) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. (244) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 343. Lettera del Viceprefetto al Podest di Longiano, 19 Gennaio 1810. "Tutte le Comuni del Cantone di Savignano eccetto codesto hanno saldato il proprio contingente, e fa ben meraviglia che come in ogni altro anno, cos pure in questo voglia Longiano essere notato per essere moroso in un affare il pi interessante per lo stato, qual la coscrizione." Il ritardo secondo, il Podest, era dovuto al fatto che, nonostante le famiglie di molti coscritti avessero trovato dei supplenti, l'obbligo della presenza dei coscritti stessi al momento della presentazione del supplente, risultava essere un duro ostacolo da superare poich la maggior parte dei coscritti si era data alla fuga ed era irreperibile. (245) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 343. Lettera del Viceprefetto al Prefetto, 19 Gennaio 1810. "I parrochi sono stati negligentissimi quanto infedeli nelle liste degli ommessi e dei morosi, e quindi molte requisizioni inutili hanno avuto luogo e di quasi trenta...[requisiti] appena dieci sono rimasti per la leva avendo gli altri giustificato di non appartenervi." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 182
l'armata di riserva non fu messa in attivit in un unico blocco ma suddivisa in contingenti destinati a pi corpi (246) e mobilitata in diversi periodi. Era ormai cominciato il periodo pi amaro
della coscrizione. Le decine di coscritti chiamati alle armi provocavano fughe in massa dal Distretto, che si segnalava ancora come quello pi difficilmente governabile nel Dipartimento del Rubicone. Invano il Prefetto si prodigava in consigli per la regolare esecuzione della leva nel Distretto. "...conviene aver disposto le cose in modo che l'intimazione della requisizione onde sia non
immediatamente
successiva
all'estrazione,
lasciare tempo ai coscritti requisibili di sottrarsi. Questo deve esser il principale di Lei scopo, e che io Le raccomando caldamente" (247). Neppure un mese dopo queste parole, la situazione nel Distretto era inesorabilmente peggiorata. "Con sommo dispiacere
la
met
dei
coscritti
che
mancano
al
saldo
del
contingente dipartimentale e che il distretto stesso supera in refrattari tutto il restante del
ritardi, nonostante la latitanza di un ingente numero di renitenti che rendevano malsicure le requisizioni nelle zone montagnose del Distretto, la leva fu
portata a compimento anche nel 1811. Non solo, quando nel dicembre di quell'anno usc il bando che chiamava sotto le armi i coscritti facenti parte dell'Armata attiva del 1812, quasi tutte le Autorit Municipali del Cesenate si unirono in un coro di profonda
soddisfazione per l'esito di tale leva (249). Nonostante i proclami tendenti ad esaltare l'affetto dei cittadini nei confronti del Sovrano, e la loro "volenterosa" partecipazione alla leva, le Municipalit richiamate del alla Distretto dura furono delle ben presto
realt
circolari
prefettizie che avvertivano dei mancati completamenti dei contingenti per l'armata attiva del 1812 e per il
(248) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 348. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 10 Febbraio 1811. (249) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 351. Lettere delle Commissioni Cantonali di Savignano e S.Agata al Viceprefetto del 17 e 21 Dicembre 1812. Il solo Cantone di Mercato raccomandava "...misure di massimo rigore...[poich]...la leva ha un esito infelicissimo." Ibidem. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Mercato Saraceno al Viceprefetto, 18 Dicembre 1812. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 184
residuo della riserva del 1811 (chiamato in attivit nel gennaio del 1812) (250). Nel marzo del 1812 fu inoltre posta in
attivit la riserva della leva di quell'anno che, stranamente data anche la "stravaganza del tempo" , fu eseguita con tempismo eccezionale, tanto che il Prefetto si sent di dover lodare il Distretto per il pronto saldo del contingente (251). Cadde invece nel vuoto l'invito che la
massima autorit dipartimentale faceva ai giovani del Cesenate che, desiderosi di intraprendere la carriera militare "...amerebbero talvolta di prendere servigio anche prima al dell'et loro coscrizionale, un se potessero grado di
ottenere
ingresso
qualche di
sottufficiale"
(252).
L'apertura
una
scuola
militare a Cant, offriva ai giovani del Regno una simile prerogativa. Nel Cesenate la risposta
all'iniziativa fu molto tiepida. Soltanto un giovane di Mercato Saraceno ader alla proposta, nonostante le continue pressioni del Prefetto (253).
(250) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 351. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 23 Dicembre 1811. ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 352. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 17 Aprile 1812. (251) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 353. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 21 Marzo 1812. (252) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 13 Maggio 1812. (253) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Mercato Saraceno al CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 185
Effetti
maggiori
ebbe
la
requisizione
dei
giovani "...abbandonati dai loro genitori che vivendo oziosi si familiarizzano ai delitti e si rendono poi dannosi alla societ" (254). Anche tali giovani
sarebbero stati destinati alla scuola di Cant "per esservi ammaestrati finch siano suscettibili di
passare tamburini nei corpi" (255). Per eseguire il volere governativo, nella notte tra il 18 e il 19 giugno la Gendarmeria procedette all'arresto di 57 presunti ritenuti "oziosi" per la del scuola. Distretto, Di 31 dei nove quali furono
questi,
rilasciati per aver prodotto certificati con i quali dimostravano di avere una famiglia, e dunque di non essere affatto abbandonati, di conseguenza coloro che partirono per Cant rimasero in 22 (256). In relazione all'impiego dei giovanissimi per integrare gli organici dell'Armata, in osservanza al Reale Decreto 17 gennaio 1812, nel maggio del 1812 entrarono a far parte delle compagnie dei battaglioni di flottiglia di stanza a Venezia e ad Ancona anche 23 "esposti" della Congregazione di Carit di Cesena,
Viceprefetto, 14 Maggio 1812. Ibidem, lettera del Prefetto al Viceprefetto, 10 Giugno 1812. (254) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 13 Maggio 1812. (255) ibidem. (256) ibidem. Dei restanti 26 non venne specificato il motivo del rilascio, anche se facilmente intuibile se pensiamo ai metodi alquanto approssimativi che la Gendarmeria utilizzava per portare a compimento le requisizioni. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 186
aventi
un'et
variabile
tra
gli
11
17
anni.
Cinque di loro furono scartati per inabilit fisica e fecero altri immediato 12 che, Dei ritorno tra sei il al Distretto, e non il si imitati 1816 da
1814
furono pi
rilasciati.
rimanenti
ebbero
notizie (257). L'arruolamento di tali ragazzi destava grande impressione e sconforto nella popolazione (258) e screditava ulteriormente della il Governo, visto volont come di
esecutore
spietata
1812 per
si la
con 1813.
l'avvio Il
delle
raccomandava contingenti
il nel
completamento "rispetto"
immediato delle
salvaguardando cio i diritti di coloro che erano iscritti tra gli ultimi a marciare, troppo spesso coinvolti nelle requisizioni per coprire i vuoti
lasciati dall'alto numero di refrattari (259). Le terribili notizie provenienti dalla Russia forzarono le autorit a chiedere ulteriori contributi in uomini per risanare le tremende perdite subite
(257) ASFo, Registro degli esposti n 319. (258) M.V.CRISTOFERI, op. cit., pag. 436-437. "L'allevamento e l'educazione degli orfani e dei ragazzi comunque abbandonati hanno costituito un problema pressante, un'esigenza drammaticamente vissuta e sentita delle societ preindustriali." (259) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 357. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 23 Novembre 1812. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 187
dall'esercito. L'esigenza dello Stato non si esauriva ora col completamento dei contingenti per la leva dell'Armata attiva e della Riserva, in quanto
s'intensificavano le requisizioni una tantum, miranti al soddisfacimento di necessit improvvise (260). Di conseguenza gli ultimi mesi del 1812 furono impiegati dalle autorit per una continua ed estenuante "caccia all'uomo", che vide peraltro raggiungere la massima intensit l'anno successivo. Infatti, gi nel marzo del 1813 veniva ai bandita con otto la mesi d'anticipo il 1814
rispetto
tempi
consueti,
leva
per
(Decreto 26 febbraio 1813) (261). Tale anticipo non era che il segnale d'inizio di quello che fu l'anno pi critico per la coscrizione. Le leve si
succedettero incessantemente durante tutti i mesi del 1813 e si arrestarono austriaco solo quando le avanguardie porte della
dell'esercito citt.
giunsero
alle
Gi prima della esecuzione della leva per il 1814, il Prefetto aveva ordinato il rimpiazzo di 54 uomini, dati all'Armata dalla Compagnia
(260) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 357. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 21 Dicembre 1812. "...tutti quei coscritti della Riserva Comunale [di Cesena], le quali esercitano il mestiere di Falegname da grosso o sottile di feratori, di segatori, di fabbro, di ramari e taglieri siano immediatamente requisiti..." (261) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 358. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 9 Marzo 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 188
Dipartimentale di Riserva, con altrettanti coscritti da requisirsi dalle fra coloro della che non erano del stati A
requisiti Cesena
liste 15
riserva (262)
1813.
toccarono
coscritti
che,
nelle
speranze prefettizie, dovevano costituire la base di partenza maggiore per di arruolare volontari. un numero di gran lunga
Codeste
speranze
dovevano
rimanere tali poich non solo la requisizione del contingente si complet a stento, ma nel Distretto si cre un curioso malinteso che per la poco non la che
compromise.
S'ingener
infatti
convinzione
tutto il contingente richiesto dovesse essere formato da volontari, e che di conseguenza il suo
completamento fosse del tutto facoltativo (263). La "carta" del volontariato fu giocata varie volte dal Prefetto nel corso dell'anno ma sempre con risultati desolanti. In marzo ad esempio cadde nel vuoto, malgrado i premi promessi, la richiesta di un volontario per i Granatieri della Guardia Reale (264). Stesso risultato (265) ebbero anche le "eccitatorie"
(262) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 363. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 9 Febbraio 1813. (263) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 363. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 15 Febbraio 1813. Ci volle una seccata replica del Prefetto per chiarire finalmente la situazione. (264) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 358. Lettere del Prefetto al Viceprefetto, 15 e 25 Marzo 1813. (265) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 364. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 24 Settembre 1813. "...pochissimi CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 189
che il Prefetto scrisse per favorire l'arruolamento nel battaglione di Bersaglieri volontari appena
costituitosi nel Regno (266). In ottobre mentre arrivavano lugubri i primi echi della sconfitta di Napoleone a Lipsia, si
compiva nel ristretto spazio di 60 giorni l'ultimo atto della coscrizione militare napoleonica. Ormai minacciato dalla pressante avanzata
delle forze austriache del Generale Bellegarde, il Governo Italiano intraprese una serie di confuse
azioni destinate a "raccattare" il maggior numero di uomini validi da del affiancare Regno, a ci che rimaneva disperato
dell'esercito
nell'ultimo
tentativo di resistenza. A uomini Guardie Cesena la il Prefetto chiese di una dapprima compagnia 42 di Tali
per
costituzione a livello
Nazionali
Dipartimentale.
uomini dovevano essere scelti tra tutti coloro che, in servizio presso vedovi la con medesima, prole, non capi fossero famiglia
ammogliati,
figli
unici il di
di
vedovi.
Il
Prefetto del pi
onde
evitare
degli
della per le
Guardia
strettamente
necessaria
requisizioni
coscritti e la caccia ai disertori (267). La ritrosia della popolazione a servire il il Regno di cui era fece ormai
chiaramente naufragare
vicino
crollo, Si era
iniziativa.
radicata nei pensieri della gente la convinzione che qualunque volontario richiesto dalle Autorit fosse destinato ai lontani fronti dell'Europa Orientale o della Spagna. La propaganda antigovernativa rinvigorite e la dai
suggestione
collettiva,
entrambe
racconti dei reduci dalla Penisola Iberica e dalla Russia, facevano ora apparire la coscrizione non pi come la legge che allontanava il coscritto dal
proprio campo e dalla propria famiglia ma come il provvedimento che lo condannava ad una morte quasi sicura in terra per straniera. elencare per Invano le il Prefetto si
prodigava
diverse le
ragioni
spiegare da
accresciute con un
interno
mantenersi
(267) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 364. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 5 Ottobre 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 191
pochi volontari accorsero sotto le bandiere tricolori e il temuto fu depauperamento per degli poter organici della il
Guardia
indispensabile
completare
contingente necessario per la costituenda compagnia Dipartimentale (268). Questo fatto costitu un grosso problema e pregiudic l'esito dell'ultima coscrizione del 1813, cio di quella compiuta sulle prime classi di leva dal 1808 al 1813 (269). "La nuova
(268) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 364. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 19 Ottobre 1813. (269) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 358. Istruzioni per il compimento della leva sulle prime classi dal 1808 al 1813. (270) F.DELLA PERUTA, op. cit, pag. 395. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 192
Lo scoramento fu grande anche nel Cesenate, dove il Viceprefetto si vide aumentato il contingente attribuito al Distretto per ben tre volte nel solo spazio di cinque furono giorni frutto (271). Ma le pi gravi dei
conseguenze
dell'atteggiamento
cittadini che praticamente rifiutarono di rispondere alla chiamata di leva. Dopo un mese dall'inizio delle operazioni, solo 46 coscritti su 189 erano stati
requisiti (272), mentre gran parte dei Comuni montani, in particolare Sogliano, si trovavano
l'esiguit degli organici della Guardia Nazionale che per la presenza di armati la numerosi nostra
"malviventi...che...infestavano
strada di montagna...[col pericolo che]... scendano sulla postale per assalire le scorte de' convogli
(271) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettere del Prefetto al Viceprefetto, 19, 23 e 24 Ottobre 1813. Inizialmente il contingente doveva essere identico a quello per la leva del 1814, 130 coscritti, questo era infatti quanto si desumeva dal contenuto della circolare del Prefetto del 19 ottobre. Il 23 dello stesso mese, appena quattro giorni pi tardi, Forl comunicava al Distretto il sopravvenuto aumento del contingente che risultava ora essere pari a 151 coscritti. Non passavano 24 ore che una nuova circolare informava di un'ulteriore aumento che portava il contingente a 189 coscritti. (272) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 29 Novembre 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 193
coscrizionali" (273). Una tale leva non sfior neppure il compimento malgrado il Prefetto si prodigasse in consigli al Distretto per una veloce conclusione
della stessa (274). Sempre Gendarmeria un'ispezione in del alla ottobre il comandante in seguito della ad di
Dipartimento, Compagnia
Dipartimentale
riserva, aveva evidenziato come molti di coloro che vi erano arruolati fossero "...incapaci al mestiere delle armi" e come tali da rimpiazzare immediatamente (275). Ci costrinse da le autorit sulla IV ad un'ulteriore della I
requisizione
compiersi
lista
classe del 1814 (276). Altri 20 coscritti (277) si aggiungevano Distretto, la dunque cui ai gi tanti ormai richiesti non al
popolazione
aspettava
(273) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettere della Commissione Cantonale di Leva di Savignano al Viceprefetto, 26 e 27 Ottobre 1813. (274) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 27 Novembre 1813. Il Prefetto consigliava alle autorit locali di mettere a disposizione delle somme per "comprare supplenti o volontari". Inoltre suggeriva ai municipali di suddividere i contingenti in maniera proporzionale tra le parrocchie e, tramite un'azione concertata con i parroci di "levar improvvisamente quegli individui che i parroci o le stesse municipalit, giudicassero meno utili alle famiglie o meno grati alla societ." (275) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 11 Ottobre 1813. (276) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 11 Ottobre 1813. (277) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 11 Ottobre 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 194
altro che il definitivo crollo del dominio francese per "risvegliarsi" dall'incubo della leva (278).
(278) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 360. Lettera del Vicario di Talamello al Viceprefetto, 29 Aprile 1813. "Tutto tranquillo vicino a noi, bench nelle opinione perda ogni d il Governo qualche Carato." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 195
Bibliografia cap. 6 M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, Economia e Societ dal 1811 al 1859." in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV. F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ napoleonica." Milano 1988. nell'Italia
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 196
Secondo la terminologia giuridica delle leggi di coscrizione del periodo si potevano distinguere tre categorie di renitenti: i disertori, cio coloro che fuggivano dalle armi dopo essere stati
incorporati nei reggimenti; i refrattari, coscritti che ricevevano la notizia forma della loro grazie loro ma prossima ad una dalla non si
requisizione lettera
sotto
scritta,
"requisitoriale" o dalla
recapitata Nazionale,
Gendarmeria
Guardia
presentavano al deposito di raccolta dei coscritti nel giorno prefissato, oppure fuggivano, dopo essersi presentati, durante il trasferimento verso la sede del reparto nel quale sarebbero stati incorporati. L'ultima categoria di renitenti comprendeva gli
omessi, cio coloro che non avevano provveduto ad iscrivere Un'analisi sull'oggetto il proprio nome ad nelle liste di leva. sintesi di pi
che di
conduca questo
un'esauriente quanto
capitolo
complesso possa incontrare colui che si accinge ad uno studio sulla coscrizione napoleonica. La
poliedricit del fenomeno tale da prestarsi ad una disanima condotta da pi punti di vista, con tutta una serie di complesse sfaccettature da studiare per
riuscire ad arrivare ad una sintesi sufficientemente completa. Non dunque possibile ridurre un simile studio all'arido esame della sola diserzione nel
Distretto (279), ma occorre invece analizzare altri peculiari tollerati aspetti o della renitenza, (come nel magari caso anche delle
legalizzati
supplenze) ma che comunque contribuiscono alla reale definizione del fenomeno (280). L'esigenza di condurre un'analisi cos
complessa, si scontra per con l'inadeguatezza delle fonti in nostro possesso. Per l'importanza che il fenomeno ebbe e per i problemi che caus alle Amministrazioni dell'epoca, il carteggio che riguarda pi o meno direttamente la renitenza alla leva, rappresenta una parte cospicua di tutto il materiale d'archivio inerente la
coscrizione militare. Dall'esame per di questi atti ci si accorge come una tale mole di documenti sia solo degli all'apparenza preziosa per la ricostruzione a di il volte leggi ed
avvenimenti. ricchi
contraddittori, istruzioni
sull'argomento
materiale
(279) Per ulteriori approfondimenti rimando all'opera del DELLA PERUTA, "Esercito...cit.", pag. 279. (280) Ecco perch mi parso doveroso dedicare un intero paragrafo all'esame dei matrimoni celebrati con rito civile, un aspetto importante della vicenda per gli effetti che ebbe sullo svolgimento della coscrizione durante gli anni del Regno. Vedi par. 2 del presente capitolo.
invero sembra povero per ci che riguarda le cause del fenomeno. I un i commenti delle Autorit, per leva che poter sono
inestimabile del
valore alla
motivi
rifiuto
Mancano e,
inoltre soprattutto,
precisi risulta
condurre in
un'analisi esame le
qualitativa
prendendo
caratteristiche
sociali dei renitenti. Ancora una volta il confine tra la frammentariet del materiale conservato negli Archivi e l'oggettiva incompletezza risulta gestione di del degli atti
amministrativi identificazione.
dell'epoca La gravosa
difficile fenomeno
renitenza di certo non si articol in provvedimenti legati da particolari fili conduttori. delle
L'estemporaneit,
l'aggiustamento
provvisorio
situazioni, il rimedio efficace nel breve periodo ma controproducente furono trovare questo Esse le per in un arco temporale che alla il pi esteso, seppe Tutto fonti.
uniche porre
soluzioni un freno
Governo
renitenza. delle
emerge mostrano
chiaramente confusi
dall'esame
tentativi
delle
Autorit
governative, che si concretizzavano essenzialmente in due fondamentali aspetti della lotta ai renitenti: le perquisizioni perquisizioni per arrestare in i renitenti, dalla
condotte
prevalenza
Gendarmeria, e le amnistie periodicamente concesse dal Governo. Risulta dunque curiosa l'alternanza tra i provvedimenti tendenti ad inasprire le pene e i provvedimenti che invece allentavano la tensione alla quale i giovani erano sottoposti (281). Per trovare un seppur minimo riferimento
quantitativo sulla effettiva consistenza numerica del fenomeno occorre attendere il 1812. Con l'entrata in vigore delle Istruzioni ministeriali per la leva del 1813, infatti, fu resa obbligatoria la pubblicazione periodica consistenza di un nel prospetto Distretto riassuntivo dei fenomeni della di
dell'epoca intendevano essenzialmente i fenomeni per i quali una persona si sottraeva illegalmente al
meccanismo coscrizionario, occorre sottolineare che una simile impostazione dello studio sulla renitenza tralascia l'analisi di alcuni aspetti determinanti. Il riferimento all'istituito della supplenza e la possibilit, per chi studiava Scienze Sacre in Seminario, di evitare la leva, dunque significativo per dimensionare il fenomeno anche negli aspetti
(281) Per un quadro completo di tutti i provvedimenti di amnistia presi durante gli anni della coscrizione rimando alla citata opera del DELLA PERUTA, pag. 294 e succ. Copia dei bandi di amnistia conservata presso l'ASC, Carteggio amministrativo, tit. XVII, rub. 8 Disertori. (282) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 362.
della cosiddetta "renitenza borghese", che interess particolarmente i ceti pi facoltosi e che ebbe piena ratifica nelle leggi e nei regolamenti coscrizionari. L'istituto della supplenza, previsto gi
dagli articoli della legge 13 agosto 1802, e concesso in forma pi o meno restrittiva durante tutti gli anni di coscrizione (283), fu diffusamente utilizzato da parte di coloro che potevano permettersi
l'ingaggio di un supplente. La spesa per riuscire in questo corso intento degli lievit cos infatti che la sensibilmente surroga con nel
anni,
altri
coscritti divenne sempre pi onerosa. Purtroppo di tali contratti di supplenza non rimangono venivano grosse stipulati tracce del nelle tutto fonti, visto tra che le
privatamente
(283) L'istituto sub una netta limitazione nel 1807. Per la leva di tale anno la surroga era possibile solo dopo il completamento del contingente di Guardie d'Onore e Veliti ed entro 24 ore dal momento della designazione del coscritto. In aggiunta il supplente doveva appartenere allo stesso Comune del supplito, ed essere della sua stessa classe di et. F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 171. Nel 1811 con le nuove istruzioni sulla leva , vennero concesse condizioni meno restrittive e pi improntate alla repressione degli abusi. Ora i supplenti venivano accettati fino a quando il coscritto requisito non veniva immatricolato nel corpo di appartenenza. Il supplente doveva possedere una certificata moralit ed essere integro fisicamente. Il documento che sanciva il contratto di supplenza veniva vidimato dal Prefetto. Accanto alla supplenza tali istruzioni prevedevano anche la sostituzione tra due coscritti, dei numeri che erano toccati loro in sorte all'atto della fissazione dei ranghi. ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n351. Bando prefettizio, 8 Dicembre 1812.
vidimazione
dell'atto
da
parte
del
Prefetto).
Gli
unici contratti che sono rimasti nei carteggi erano quelli nei quali vi era stato inadempimento di una delle due parti. Tipicamente ritroviamo casi di
mancato pagamento da parte del supplito della rata annuale (in tali contratti l'importo veniva suddiviso per la durata del periodo coscrizionario in tempo di pace, che era di quattro anni), oppure la diserzione una volta giunto al corpo di appartenenza. Il prezzo della supplenza variava
notevolmente a seconda del Cantone di residenza del coscritto. Per il Cantone di Cesena, dove mediamente le tariffe di erano pi alte, di leve si conservano quattro
copie
contratti alle
rispettivamente
1811. Per essi la contropartita in denaro, in cambio della supplenza (284). oscill Pi dalle 750 era alle 1000 lire un
milanesi
economico
procacciarsi
supplente nel Cantone di Savignano. A Sogliano, per la leva del 1803, un supplente era stato pagato .430 circa (285), mentre a Longiano, in riferimento alla leva del 1808, il costo era stato di .472. Nel
capoluogo di Cantone si erano invece raggiunte le 536 lire, durante la leva del 1811 (286).
(284) ASC, Viceprefettura napoleonica, buste n 345-346-349-355. (285) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. (286) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 363.
Ancor meno dispendiosa era la stipula di un contratto di questo tipo nel Cantone di Mercato
Saraceno, dove nel 1809 fu concluso un contratto di supplenza per sole 212 lire da pagarsi in rate
potenziamento dell'esercito italiano, la necessit di coscritti aument ed aumentarono anche i rischi per gli Regno arruolati, alle vista l'attiva militari pi a partecipazione del periodo. ed i del Di
campagne fu sempre
conseguenza trovare
difficile sostituire
oneroso coscritti
persone
disposte
requisiti. Un'altra via praticabile per sfuggire alla coscrizione, consisteva nell'iscrizione nei Seminari per lo studio a delle Scienze di Sacre. renitenza Un lo grosso diede
incentivo
questa
forma
l'Imperiale Decreto 21 settembre 1809, che estendeva l'esenzione dal servizio di leva anche a coloro che erano semplicemente studenti in scienze sacre. Non era pi necessaria la qualifica di "seminarista" per essere esonerato dalla leva, la semplice frequenza delle lezioni era sufficiente, non richiedendosi a
tal fine neppure l'effettiva residenza in Seminario (288). Il risultato fu che gi per la leva del 1810 erano 23 i giovani in et di coscrizione presenti in Seminario, di cui solo 7 seminaristi e ben 16
studenti in teologia (289). Nel 1812, su un totale di 28 studenti, erano sempre 23 quelli con un'et tale da ricadere negli 12 di leva intervalli loro del di coscrizione, alla come ma
prima tali
destinati ad una requisizione pressoch certa qualora fossero stati iscritti nelle normali liste di leva (290). Se tali forme di renitenza erano favorite da leggi e decreti che offrivano lecite scappatoie ai coscritti pi ricchi, fortemente combattuta furono invece la diserzione e la refrattariet. Di fronte al totale rifiuto della leva da parte dei coscritti del Cesenate, le Autorit non ebbero valide "armi" per fronteggiarne le cause e gli
(288) "S.E. il Signor Conte Ministro per il Culto...mi significa che determinando il numero di chierici che debbono essere esenti dalla coscrizione in codesta diocesi ha pur permesso che possano convivere fuori di Seminario purch per frequentino le scuole delle scienze sacre nel medesimo." ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 342. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 22 Novembre 1809. (289) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 342. Elenco dei chierici esenti per la leva del 1810. (290) ASC 3268. Tit. XVII, rub. 25. La Municipalit di Cesena alla Commissione Cantonale di Leva, 8 Ottobre 1812.
effetti.
La
stessa
politica
governativa,
come
ricordato, peccava spesso d'incoerenza in materia. La severit, il rigore e le pene tanto spesso minacciate dal Ministro della Guerra, che erano inframmezzate come da
amnistie cruda
offrivano
unico del Le
visione di
nella
risoluzione
amnistie davano, nella quasi totalit dei casi, esiti modestissimi, cos come modesti furono pure i
arrestare i disertori che vagavano liberamente per il Distretto. Le ragioni dell'insuccesso dei provvedimenti presi dalle Autorit governative sono facilmente
intuibili analizzando le motivazioni che portavano alla renitenza dei coscritti. Se l'istintiva
avversione alla coscrizione era la causa predominante della riottosit alla leva non si pu
semplicisticamente asserire che fosse l'unico motivo di rifiuto. La renitenza prendeva origine anzitutto dall'ignoranza diffusa delle norme. La legge and
mentre
nei
primi
anni
di
leva
fu
la
semplice
operazione d'iscrizione alle liste l'unico obbligo a carico dei coscritti, con il passare degli anni e il proliferare di istruzioni e regolamenti abrogativi, integrativi e sostitutivi, fu sempre pi marcato il distacco tra la legge ed il popolo. La difficolt di applicazione di quel groviglio di norme, che gi
mettevano a dura prova le capacit degli esponenti delle autorit municipali, s'ingigantiva di fronte agli Specie obbiettivi nei limiti culturali rurali, dei il coscritti. tasso di
comprensori
dove
analfabetismo era sensibilmente pi elevato rispetto alla citt, e dove pi intensa era l'ostilit delle genti verso la dominazione francese, il rigetto verso ogni tentativo di migliorare la situazione vanific gli sforzi del Governo (291). L'ignoranza non
permetteva un'analisi critica della norma, lasciata spesso alle interpretazioni che ne potevano dare i parroci, dal pulpito delle chiese durante la Messa, con i consueti problemi che una tale situazione
(291) Nei verbali redatti durante le "pubbliche" operazioni di fissazione dei ranghi, che avrebbero portato all'estrazione del contingente, veniva immancabilmente sottolineata la pressoch totale assenza dei coscritti, invitati ad assistere all'operazione. Ci era la prova di come fosse stato inutile lo sforzo condotto per migliorare tutto il meccanismo coscrizionario. La trasparenza nelle operazioni di leva non veniva accolta come manifestazione di regolarit di un procedimento di legge e perdeva di conseguenza la ragione stessa per cui era stata introdotta.
comportava. norme si
Oltretutto con
la
scarsa
conoscenza compiuti
delle dalla
combinava
gli
errori
Municipalit (292). Il motivo principale della renitenza, specie per i ceti meno agiati, era comunque dettato dalla necessit da parte famiglie, di utilizzare la
manodopera che i figli potevano offrire per il comune sostentamento. Indipendentemente dalla coscrizione le popolazioni dei comuni rurali del Distretto Cesenate erano da anni protagoniste che le di un intenso "nello flusso stato
migratorio
stagionale
portava
Etrusco...[e]...nel Pontificio per ivi procacciarsi il vitto collo smercio dei lavori di legna colla mietitura del grano ed altre opere di campagna" (293). Questa pratica si accrebbe durante il periodo napoleonico e le mulattiere di campagna verso
"l'Estero" divennero sentieri abituali di fuga per molti disertori. La stretta correlazione tra
(292) Nell'Agosto del 1810 l'arresto di un coscritto di Cesena, dichiarato refrattario, faceva emergere le responsabilit della Gendarmeria, rea di non avergli consegnato la lettera requisitoriale. "...pu benissimo essere, che la consegna non siasi eseguita e che la lettera sia rimasta presso la Real Gendarmeria, come accaduto per diverse altre." ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 343. Lettera del Podest al Viceprefetto, 4 Settembre 1810. (293) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Il Cancelliere del Censo di Mercato Saraceno al Viceprefetto. Una lettera del Sindaco di Sarsina dello stesso tenore presente anche nella busta 338, 11 Novembre 1808.
fatto che, con l'annessione nel Regno d'Italia dei territori umbri e marchigiani facenti parte del
territorio Pontificio, e con la conseguente creazione di tre nuovi Dipartimenti del Regno, anche essi
soggetti alla leva, il flusso migratorio si orient decisamente verso la Toscana. Se un'aliquota della manodopera salariata
trovava lavoro al di fuori dei confini del Distretto, la maggior parte di essa era comunque impegnata nel luogo di residenza, di frequente nella conduzione del podere di propriet o preso a mezzadria, oppure come servitore o garzone presso famiglie facoltose (294). Diverse sono le lettere nelle quali il Viceprefetto accusava i Sindaci dei vari comuni del Distretto, di tollerare la presenza dei disertori o refrattari che vivevano "...tranquilli alle loro case" (295). L'opera congiunta delle famiglie, dei parroci e a volta delle stesse Autorit locali, contribuiva a celare la
presenza di questi coscritti, soprattutto durante le perlustrazioni fornito dal della Gendarmeria. sui disertori Da un quadro nel
Prefetto,
arrestati
(294) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Processo verbale della Municipalit, 4 Settembre 1810. Diversi coscritti trovarono invece impiego nelle cave solfuree del Comune di Sarsina e del circondario di Cesena. ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 347. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Mercato Saraceno al Viceprefetto, 11 Febbraio 1811. ASC, Militari e Guerre, 3268. Lettera del Podest di Cesena al Viceprefetto, 11 Luglio 1811. (295) ASC 3266. Lettera del Viceprefetto al Podest di Cesena, 18 Dicembre 1812.
Dipartimento nel mese di Agosto 1808 risultava che, su 225 arresti, ben 98 erano stati eseguiti nella casa paterna e molti altri nel Comune di residenza del disertore (296).
(296) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 6 Ottobre 1808.
La intelletti
repulsione di coloro
alla che
coscrizione ne erano
affin
gli
direttamente
coinvolti. La ricerca di scappatoie per sfuggire al meccanismo di leva non si risolse solo nella
diserzione e nella refrattariet, n si esaur nella ricerca di esenzioni per "fisica indisponibilit". Tra gli articoli della legge, infatti, si annidavano allettanti pretesti per evitare la leva, o per
diminuire considerevolmente le probabilit di esserne coinvolti. Focalizzando l'analisi sul Cesenate, una
delle vie pi praticate per riuscire nei suddetti intenti, fu quella offerta dalla possibilit,
contraendo matrimoni anche solo con rito civile, di ottenere preziosi titoli d'esenzione. In un comune come quello di Cesena, dai fortissimi sentimenti
religiosi e dalla profonda devozione verso la Chiesa, il matrimonio veniva a perdere cos tutta la sua importanza spirituale, riducendosi alla stregua di un vero e proprio contratto stipulato per esclusive
(297) "Chiunque si voglia unire col Sacramento del Matrimonio prima della Cerimonia della Chiesa bisogna andare in Palazzo, li due che si vogliono unire... con li pi prossimi parenti, indi la suddetta deputazione [i municipali] dimandavano alli
tipo
religioso,
per
matrimoni
contratti
solo
per
interessi materiali, venivano a scomparire proprio perch il rito celebrato davanti al Podest, non era un matrimonio. Nel corso il degli anni, dei durante la
dominazione celebrati
francese, con il
numero rito
matrimoni s'accrebbe
solo
civile
enormemente, tanto da rivelare chiaramente l'intima essenza che lo legava alla coscrizione. "Si rilevato, che in varie Comuni del
Regno, e massima della Campagna alcuni giovani per godere la posticipazione nelle liste Coscrizionarie contraggono il matrimonio Civile, e ricusano poi di unirsi alle spose, ritenendo che il Matrimonio Civile sia una pura cerimonia. Ella ben vede di quali
funeste conseguenze pu essere fecondo quest'abuso nell'ordine sociale; non ho notizia, che ci sia mai avvenuto in questo Dipartimento, con tutto ci io la invito a ben informarsi anche col mezzo dei Signori Parochi, e riferirmi se abbia, o abbia mai avuto
parenti se sono contenti che questi si sposino... e li sposano loro [i municipali] come che fossero sacerdoti e non sono che uomini senza Religione. Li fanno delle Monizioni e sposati, preso nome e cognome de' sposi e de' parenti, il giorno la Parochia e in un foglio di carta bollata gli fanno il vaglia, e partono se sono boni cattolici se ne vanno in chiesa o quel giorno o dei giorni dopo per adempiere l'obbligo della nostra Santa Religione e se sono soggetti di Massima Francese, che abbiano rinunziato alla Religione... se ne vanno a casa con la sposa e non vanno a sposarsi in Chiesa che non credon nei preti e non sono pochi che si sono sposati cos." M.GUIDI, "Il Giornale. Cronaca di Cesena. (1781-1787), (1793-1829)", vol. II, pag. 75.
luogo (298).
nell'estensione
della
di
lei
Giurisdizione"
Nonostante gli avvertimenti del Prefetto non furono condotte che analisi molto marginali per
stabilire quale
matrimoni celebrati per semplice opportunismo. Se il requisito della effettiva convivenza tra i due
coniugi era una caratteristica non sufficiente per motivare la causa matrimoniale, l'autorit municipale non poteva i d'altronde, per sondare le personalit di del
tutti
coniugi
scoprire
l'intenzionalit
matrimonio. L'unico aspetto che poteva rivelare ai municipali la gravit del fenomeno, preso ovviamente nella sua globalit, era l'esame degli aspetti
quantitativi dello stesso. Come risulta dalla tabella I, il numero di matrimoni civili aument considerevolmente nel corso degli anni. L'aumento repentino della nuzialit si ebbe gi durante il primo anno di coscrizione, il 1803, con un numero di matrimoni civili pi che
raddoppiato rispetto al 1802 (52 contro 24) e il dato divent addirittura clamoroso a partire dal 1804 (212 matrimoni). In soli due anni, dal momento
(298) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 344, lettera del Prefetto Staurenghi al Viceprefetto di Cesena del 12 aprile 1810.
il numero dei matrimoni civili era quasi decuplicato! Negli anni successivi tale numero fin con lo
stabilizzarsi intorno alle 200 unit annuali. A ulteriore conferma della connessione tra l'incremento coscrizione del sta dato il in esame che, e con la la legge fine di del
fatto
"periodo francese", e, di conseguenza, con la fine degli obblighi di leva, il numero dei matrimoni
1803 1804 1805 1806 1807 1808 1809 1810 1811 1812 1813 1814 1815
(299) ASC 2659 I-VII, matrimoni (1801-1806); ASC 2590-2599, matrimoni (1806-1815); 2609 A-B-C, matrimoni Calisese; 2614 AB-C, matrimoni Carpineta; 2621 A-B-C, matrimoni Pieve Sistina; 2626 A-B-C, matrimoni S.Vittore.
() Le fonti non specificano le et degli sposi per gli anni dal 1803 al 1805. (*) I valori addizionati sono quelli che si riferiscono alle localit di Pieve Sistina, Martorano, Calisese e San Vittore. Esse, negli anni indicati, furono amministrativamente considerati "Comuni di III classe" appartenenti al Cantone di Cesena. Successivamente tornarono a far parte del Comune di Cesena.
La ricchezza della fonte permette un'ampia analisi della supposta connessione. Esaminando ad
esempio le et medie dei coniugi si nota come l'et media dello sposo subisse un sensibile innalzamento nei due anni successivi alla caduta del dominio
francese. Questo aumento fu causato anche dal calo del numero di matrimoni dei giovani con et inferiore ai 25 anni (e quindi coinvolti nella coscrizione o in procinto di esserlo). In particolare nel 1814 e nel 1815 veniva a ridursi notevolmente il valore
riguardante la nuzialit degli sposi che, durante il dominio francese, sarebbero appartenuti alla classe pi giovane di coscrizione (tale valore scendeva nel 1814 al 7% del totale dei matrimoni con sposo in et di coscrizione), o vi sarebbero appartenuti l'anno successivo. eccezionali Tale valore il aveva 1812 e raggiunto il 1813, picchi biennio
durante
durante il quale la coscrizione pretese il maggior numero di arruolati. In quegli anni a Cesena, chi si sposava ed era in et di coscrizione, nel 50% circa dei casi apparteneva alla prima classe di leva,
appunto nuzialit
quella dei
dei
ventenni. pi
L'alto
valore
di dal
coscritti
giovani
derivava
fatto che, nel 1812 e 1813, la prima classe di leva dovette sopportare, da sola, praticamente l'intero peso della coscrizione, in quanto i contingenti
furono prelevati quasi esclusivamente da essa. Ci rese il matrimonio civile un'irrinunciabile rifugio per molti coscritti, i quali, vedendo aumentare
vertiginosamente le probabilit di essere requisiti, desideravano "cautelarsi" nei confronti della leva pur rimanendo nella legalit. Nelle Legge della "Istruzioni Coscrizione LI, per l'esecuzione del "sono 1811 della (300),
Militare" come
l'articolo ultimi a
ricordando i
dichiarati dopo la
marciare
coscritti
ammogliati
legge che hanno la moglie vivente e convivono con essa", aggiungeva in calce la postilla "sono
dichiarati primi a marciare i coscritti che a solo oggetto sottrarsi matrimonio convivono." Nel 1812, in applicazione a tali Istruzioni, il Prefetto Frosconi scriveva al Viceprefetto di di al con eludere la legge militare vecchie e di coscrizione hanno colle e
servigio donne
per
sfuggire
alla
coscrizione,
ed
imponendogli
di
collocare nella lista 4 della prima classe (la lista dei primi ad essere requisiti), "tutti coloro che non avessero compito ancora il 5 anno della loro
coscrizione, e fossero stati negli anni precedenti... situati nelle liste degli ultimi a marciare... a
causa di matrimoni con donna vecchia, o colla quale non convivono" (301). Per evitare questi matrimoni di
"convenienza", si arriv addirittura all'estremo per il quale il di giovane, sposarsi, in et doveva alla di in massima coscrizione, precedenza autorit
desideroso chiederne
l'autorizzazione
sensibilmente pi anziane non furono mai numerosi, neppure negli anni pi duri della coscrizione. Il numero dei matrimoni in cui l'et dello sposo era minore di quella della aumentando Negli sposa, nel ultimi andarono corso due per della anni di
progressivamente dominazione
francese.
coscrizione, in oltre l'80% dei casi, quando lo sposo aveva un'et minore di quella della sposa,
significava che era compreso negli intervalli di et della leva. Con il ripristinarsi dell'influenza
Anche se i casi di matrimoni con donne molto pi anziane non furono numerosi, rimane quindi il fatto che il coscritto tendeva quanto meno ad
affrettare il matrimonio, scegliendo quasi sempre una compagnia pi vecchia di lui. Si evidenziava una
caratteristica che seppur sintomatica delle realt rurali del periodo, dove frequentemente la sposa era
pi anziana dello sposo, era comunque esasperata nei valori. municipali, Questa che situazione presero solo sfugg alle autorit qualche
tardivamente
provvedimento in tal senso (303), quando ormai era troppo tardi per arginare il fenomeno. Come ulteriore prova di quanto ricerca, affermato, possibile le et condurre degli
un'altra
confrontando
medie
sposi di sesso maschile e femminile. L'unica classe di et maschile ad avere costantemente un'et media inferiore a quella delle rispettive mogli, era quella dai 18 ai 20 anni. Ancora una volta la prima classe di leva, la pi colpita ogni anno dalla coscrizione, era quella che pi massicciamente ricorreva al
matrimonio civile per riuscire a sfuggire alla leva. L'unica eccezione in tal senso era infatti il dato del 1814. Solo per quell'anno l'et media degli sposi super quella delle spose. Un tale dato peraltro, potrebbe essere preso ad ulteriore conferma del fatto
(303)
ibidem.
che,
con
la
fine
della
coscrizione,
rallent
immediatamente il fenomeno della nuzialit precoce e con donne di et maggiore. Infatti nel 1814 e poi nel 1815 si ebbero i gli sposi pi alti valori di et media per dell' ultimo decennio
maschi
(rispettivamente 29.38 e 30.76). Tale valore aveva raggiunto il suo minimo durante il 1813 (27.56), anno della massima oppressione per quel che concerne la leva. Il fatto che un coscritto accelerasse i tempi per celebrare le proprie nozze, con donna pi anziana o meno, facilmente dimostrabile osservando la
distribuzione temporale dei matrimoni nel corso di un anno. In maniera pi o meno evidente si nota come, l'intensificarsi delle celebrazioni, era una diretta conseguenza dell'uscita dei bandi annuncianti le leve militari. Facendo ad esempio il caso del 1807, si pu notare come la distribuzione dei matrimoni nel corso dei mesi mostrasse il seguente andamento:
anno 1807
In quell'anno l'uscita dei bandi per l'armata attiva e per in quella gennaio di e in riserva febbraio. avvenne Il 30
rispettivamente
ottobre usc invece il bando che avvisava dell'inizio delle operazioni per la formazione delle liste per la leva attiva del 1808. Come si nota dal grafico, i due valori massimi in ordinata vengono raggiunti proprio nei due periodi ora menzionati ad ulteriore prova della strettissima correlazione fra coscrizione e
matrimoni. Volendo discorso trarre una conclusione fissare lecito dal lungo punti che
condotto,
occorre
alcuni affermare
fondamentali.
Anzitutto
l'aumento nella nuzialit verificatosi tra il 1800 e il 1813 nel Cesenate era dovuto per la gran parte proprio alla ricerca di esenzione dalla leva.
Nonostante le ragioni di questo aumento, i molti matrimoni celebrati non furono caratterizzati da mancate convivenze. le autorit Questo avrebbe, che, infatti, invece,
insospettito
municipali
almeno da quanto risulta dal carteggio, non dovettero mai affrontare casi del genere. Purtuttavia, ci non toglie che pass del tutto inosservata la tendenza dei coscritti a sposare donne solo di poco pi
anziane, ma in periodi estremamente "sospetti", cio in prossimit causa della di leva. Questi due da fattori parte non
furono
riflessione
della
Municipalit, e ci caus due problemi fondamentali al meccanismo di leva. Il primo problema riguardava il fenomeno della renitenza e della diserzione: molti coscritti sposati volevano dire aumento della
possibilit di requisizione da parte di coloro che, iscritti nella lista IV, non possedevano particolari titoli d'esenzione o ritardo. Di conseguenza l'unica via possibile per questi coscritti era proprio quella della fuga attraverso i monti che facevano da confine tra la Romagna e gli stati limitrofi. Un altro grosso problema riguardava il fatto che, l'incremento la dei coscritti per sposati rendeva i
necessaria
requisizione,
completare
contingenti richiesti ai vari Comuni, anche di coloro che si trovavano nelle liste degli "ultimi a
marciare".
L'esaurimento
della
lista
IV,
infatti,
presupponeva l'immediato attingimento dalla lista V, nella quale erano iscritti anche i coscritti che si erano uniti in matrimonio dopo il 13 agosto 1802. Ci significava che il coscritto doveva partire lasciando la moglie e gli eventuali figli, spesso pregiudicando gravemente la possibilit del loro sostentamento.
La
difficolt
di
quantificare
il
fenomeno
della renitenza nei suoi aspetti tipici, diserzione e refrattariet, deriva essenzialmente dall'assenza di un dato di sintesi affidabile. Fino al 1812 di non
troviamo
alcun
documento
riepilogativo
questo
fenomeno che appariva, stando alle osservazioni delle Autorit locali, di una certa gravit. La situazione non ispirava un dato alcun provvedimento sulla per riuscire ad
avere
preciso
consistenza
numerica
della renitenza e, soprattutto, per ottimizzare gli esiti delle operazioni di ricerca e perlustrazione nel territorio del Distretto. Succedeva infatti, come ricordato, che l'operato della Gendarmeria e della Guardia Nazionale fosse pesantemente ostacolato dalla mancanza di riferimenti precisi riguardo ai disertori da arrestare (di questi mancavano informazioni sul domicilio e a volte le pi necessarie caratteristiche anagrafiche), per cui nella quasi generalit dei casi la ricerca veniva condotta compiendo avevano vaste il ma solo
"generiche"
perquisizioni,
che
nel
1812,
si
cerc
finalmente con
di la
quadro
della
renitenza,
prospetti
riepilogativi
periodici
(quadrimestrali prima, addirittura trimestrali poi) per ogni Comune, emerse una situazione sconsolante. Anzitutto le leve degli anni precedenti erano avvolte in un alone di mistero che derivava da gravi
negligenze delle Municipalit, "non si trover poi segnati remoti i disertori ci e refrattari degli anni per pi la In
essendo
riuscito registri
impossibile d'allora"
irregolarit aggiunta, il
dei
(304).
fenomeno
stesso
risultava
essere
pericolosamente sottostimato. Dagli elenchi redatti dal Ministero della Guerra contemplanti i coscritti di tutti i Dipartimenti del Regno che si fossero resi disertori a tutto il mese di settembre 1812, per il Distretto di Cesena risultavano solo 10 disertori
(305). Che il dato fosse fin troppo ottimistico e sicuramente inferiore alla realt, lo testimoniava il fatto che, soltanto in risposta all'amnistia concessa nel 1812 (306), si presentarono alla Municipalit ben
(304) ASC 3268, tit. XVII, rub. 25. Lettera della Municipalit di Cesena al Viceprefetto, 11 Giugno 1812. (305) Tali elenchi raccoglievano i nomi di 1922 disertori appartenenti a 26 Dipartimenti del Regno. Il Dipartimento del Rubicone contava 69 disertori. ASC, Viceprefettura napoleonica, tit. XVI, busta n 354. (306) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 356.
21 disertori (307). Erano le stesse Municipalit ad avvisare il Viceprefetto della inesattezza dei dati ministeriali. "Siccome poi in questa Comune vi sono quattro disertori della leva 1808 sebbene di essi non siasi avuto riscontro ministeriale pure ho creduto di aggiungerli a dette note..." (308). In elenco dicembre avevano che una sorta di la su i appendice al sopracitato fino al 31 che due dati
aggiornava (309),
1812
coscritti solo I
abbandonato al
loro
reparti, di Cesena.
appartenevano
Distretto
governativi furono ben presto soppiantati da quelli ben pi gravosi elaborati dalle Municipalit in
ossequio alle citate istruzioni del 1812. Alla fine del I trimestre del 1813 erano 33 i disertori del Distretto che permanevano latitanti, nonostante le ripetute amnistie. Ad essi si aggiungevano 44
tollerabili nella loro entit numerica, occorre dire che per le leve succedutesi dal 1806 al 1812 erano stati dichiarati refrattari ben 427 coscritti (311), i
(307) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 362. Nota dei disertori arrestati o presentati volontariamente nel 4 trimestre del 1812, 13 Gennaio 1813. (308) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 365. Lettera del Podest di S.Agata al Viceprefetto, 29 Settembre 1812. (309) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 356. (310) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 362. (311) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 363.
quali arresti
soltanto operati
in
virt dalla
delle forza
amnistie di
degli non
Polizia
raggiungevano un numero assai pi alto. Lo stesso discorso era ovviamente valido anche per i disertori, pur nell'impossibilit di quantificarne il fenomeno (312). I renitenti amnistiati, pena con una il per destinati il loro comunque crimine
quale
spesso ancora
disertare
nuovamente tali e
rendendo che
volta
inaffidabili
andavano anche
continuamente elemento
riaggiornate, positivo
vanificando
l'unico
delle
tante amnistie, cio il fatto che con l'impiego dei renitenti delle nelle si evitava di leva dei un che eccessivo venivano "sfruttamento" intaccate destinati anche per
liste
aliquote
coscritti
particolari titoli ad essere "gli ultimi a marciare". Se lo strumento delle amnistie risult essere in sostanza inefficace nella lotta alla renitenza, pure risult vano il tentativo fatto dal Governo di ottenere l'appoggio della Chiesa quale intermediario
(312) Il numero dei disertori salir fino a raggiungere le 109 unit elencate nello stato trimestrale del 30 ottobre 1813, mentre quello dei refrattari arriv nello stesso periodo a 77 unit. ASC, Viceprefettura napoleonica, buste n 359-365. Disertori e refrattari III trimestre 1813. (313) "Non pochi disertori e refrattari dopo essersi presentati volontariamente per partecipare al perdono, hanno poi manifestato il non sincero ravvedimento, dandosi di nuovo alla fuga..." ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 357. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 24 Novembre 1812
con la popolazione negli affari militari. Le tante lettere pastorali indirizzate dal Bovara, Ministro per il Culto del Regno d'Italia, ai vescovi, nelle quali venivano evidenziati gli obblighi di ogni
cristiano nei confronti del proprio Sovrano e della propria morale Patria, per che dovevano coloro servire come monito
tutti
che,
"disonorevolmente
tradivano la bont del Monarca". Se "...l'episcopato reagisce in genere favorevolmente" (314), ed anche nel Distretto di Cesena il Vescovo Bellisomi scrive
diverse pastorali alle parrocchie sottolineando le sventure per i disertori, erano ancora una volta i parroci ad esprimere le insofferenze della gente.
"Probabilmente non concettualizzata in una lettura del Vangelo come radicale annuncio di pace, tale
resistenza si basa piuttosto sulla compartecipazione alle condizioni di chi viene sradicato, per motivi che gli sono estranei, dai rapporti sociali e dagli affetti familiari" (315). Nel 1811 il Prefetto raccomandava una
particolare attenzione al contenuto delle prediche dei parroci durante la Quaresima affinch "...nessuno dei Ministri dell'Altare osi trascorrere i limiti del proprio incarico mescendo alle Sacre Allocuzioni dei
(314) D.MENOZZI, "La Chiesa, la rivoluzione francese e l'Impero napoleonico." in "Storia della societ italiana." Milano 1985, pag. 178. (315) ibidem.
riflessi
quali
anzich
illuminare
fedeli
sui
doveri della religione servissero a traviare il loro spirito politico" (316). Sono diversi i casi in cui sacerdoti si resero artefici di azioni di propaganda marcatamente antigovernativa, che scatenava
l'intervento delle Autorit. Nel 1810 un predicatore, Padre Stefano da Imola, esclam in una predica fatta a Longiano: "Povera Italia la tua bella Religione Cattolica rotta, e cominci a decadere da che il lupo rapace invase i tuoi Stati, cos come accaduto alla Spagna poi e il alla caso Baviera" di Don (317). Addirittura Perlini,
clamoroso
Domenico
accusato di aver recitato orazioni satiriche contro la leva durante uno spettacolo carnevalesco! (318) L'inutilit dell'azione del Clero aveva
costretto le Autorit, gi dal 1808, ad inasprire le misure condotte per pi combattere frequenti e la renitenza. con Le un
perlustrazioni
condotte
maggiore numero di uomini (319), le pene pi pesanti per i disertori e per chi prestava loro aiuto, gli
(316) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 385. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 16 Febbraio 1811. (317) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 383. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 3 Gennaio 1810. (318) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 385. Marzo 1811. (319) Nell'Agosto del 1809 fu condotta nel Distretto una perlustrazione che vide impegnati addirittura 90 uomini, tra Guardie Nazionali e truppa di linea, per arrestare "...quei malintenzionati che si sono sottratti alla forza." ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 341. Lettera del Prefetto al Viceprefetto.
incentivi
pi
sostanziosi
per
coloro
che
collaboravano alla cattura dei renitenti, portarono ad una graduale diminuzione dei coscritti renitenti che riuscivano a rimanere nelle proprie famiglie.
Essi erano ora obbligati a pi lunghi periodi di "macchia", e ci impediva loro il prezioso apporto in manodopera che erano soliti dare alle famiglie. Ma anche i nuovi provvedimenti governativi furono contrari ben presto a destinati quelli ad ottenere in effetti si
rispetto
sperati,
quanto
svilupp, dapprima soffusamente poi in maniera pi violenta, il fenomeno del brigantaggio. I disertori cominciarono infatti ad aggregarsi in gruppi sempre pi numerosi, sia per far fronte alla Gendarmeria, sia per poter provvedere al proprio sostentamento con furti e rapine. le Queste erano necessarie poich per
difficilmente aiutarli. Si
popolazioni dunque
intervenivano "bande" di
formavano
giovani,
composte anche da "stranieri" di altri citt e paesi che non trovavano da parte della gente la stessa protezione offerta ai coscritti locali. In aggiunta ai renitenti si aggregavano i pi abbietti rifiuti della societ, con conseguenze nefaste per l'ordine pubblico. Il Sindaco di Talamello avvertiva della
assasini..." che attentavano alla tranquillit del luogo (320). Il Sindaco di Sarsina denunciava invece i "...disertori, ladri e malviventi..." del confinante Dipartimento francese, i dell'Arno quali facente parte al dell'Impero di qua
scorazzavano
dell'Appennino per compiere le loro ruberie (321). La situazione and sempre pi peggiorando con il progredire della crisi politica e militare del Regno. Nel 1813, nel Cantone di Savignano, il Podest del Comune capoluogo denunciava la presenza di
numerosi renitenti che si recavano nelle case dei coscritti per indurli ad unirsi alla banda (322). L'equazione "disertori uguale brigantaggio"
prese sempre pi corpo, tanto che verso la fine del Regno, le autorit tra i non due operavano aspetti, quasi quando pi una
distinzione
dovevano
(320) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 383. Lettera del Sindaco di Talamello al Viceprefetto, 2 Gennaio 1810. (321) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 383. Lettera del Sindaco di Sarsina al Viceprefetto, 22 Marzo 1810. (322) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 390. Lettera del Podest di Savignano al Viceprefetto, 19 Luglio 1813.
Bibliografia cap. 7 F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ napoleonica." Milano 1988. nell'Italia
D.MENOZZI, "La Chiesa, la rivoluzione francese e l'Impero napoleonico." in "Storia della societ italiana." Milano 1985.
CONCLUSIONI
Come ho pi volte ricordato i limiti delle fonti, in particolare l'assenza di liste di leva, costringono ad una ricostruzione del fenomeno
piuttosto incompleta e basata quasi esclusivamente su fonti indirette che, per quanto corpose, non
racchiudono tutte le informazioni necessarie sulla realt dei coscritti. Logicamente dunque la ricerca ha proceduto percorrendo altri sentieri di
elaborazione, peraltro non meno interessanti. Dall'esame emerge un vivace In del materiale della di a disposizione cesenate interesse
spaccato particolare
societ grande
dell'epoca.
risulta essere l'analisi del conflitto che s'ingener tra le Amministrazioni locali e le popolazioni,
specie quelle rurali che dovettero subire il maggior peso della coscrizione. Dei circa 1500 coscritti (323) che la leva una napoleonica gran parte spesso forza di richiese al Distretto a di
Cesena, contadine
famiglie era pi
dove
rappresentata giovani. Le
dalla
questioni
causarono
quindi
notevoli attriti tra governanti e governati, attriti che se da un e lato di costituirono disordine, motivo di
preoccupazione
d'altro
canto
coscienze civili. La diffusa convinzione di essere vittime di una legge ingiusta e discriminante anim alla ribellione non tutti coloro che per indigenza o
ignoranza
potevano
evitarne
gli
effetti.
Dopo
anni di torpore nelle Legazioni Pontificie, ecco che per i maggior Cesenati cominci a profilarsi un periodo di coinvolgimento nelle vicende politiche e
sociali del paese. Particolarmente esercitato appoggi dal almeno clero sintomatico nella vicenda. la fu Se il la ruolo curia in
formalmente
coscrizione,
osservanza alle circolari del Bovara, Ministro per il Culto del Regno d'Italia, preti e sacerdoti la
osteggiarono pesantemente, non solo dando rifugio ai renitenti ma, soprattutto, compromettendo
l'importante lavoro di formazione delle liste di leva che spesso li vide chiamati in causa. Se l'opera di disturbo condotta dal clero nei confronti coscrizione delle Autorit locali in materia di
difficolt di svolgimento della leva, non cos pu dirsi del tentativo fatto per ricondurre la societ cesenate, una volta terminata l'egemonia francese, all'interno degli schemi e delle logiche degli
autonomia Municipale,
l'abbondanza e l'impegno profuso dai numerosi gruppi clandestini che fiorirono in tutta la Romagna furono il frutto della consapevolezza di un governo papalino non disposto ai rinnovamenti Terminato delle e il per questo da
(324). e
periodo (325),
degli la la
pontificia
affrontare
rinnovata coscienza della popolazione, abituata ora a lottare per le proprie idee. L'occupazione francese aveva animato nuovi ideali nei cuori degli italiani,
pur senza volerlo e in modo del tutto inadeguato, facendo societ compiere pi un importante La passo prima verso pagina una del
progredita.
(324) L.M.MIGLIORINI, "Cesena nell'et della Restaurazione." in "Storia di Cesena." Rimini 1987, vol. IV, pag. 133. (325) N.TROVANELLI, "Sulle condizioni... op. cit.", pag. 7.
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Municipalit
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Lettera alla Comunit di Ministri, Commissari e altre autorit centrali. 2235 Lettere di funzionari governativi. Lettere di funzionari ed impiegati di Cesena. Lettere di comandanti militari. Lettere varie. Lettere di funzionari Cesena. governativi ed 2253,2255 2256
2278,2282,2288 2290 impiegati di 2310,2310A 2316A 2320,2320A,2320B del Rubicone. 2333,2334,2336 2356,2363,2365A Pubblica Vigilanza e 2371
centrale
Raccolta
delle
leggi
proclami
ordini
Coscrizione militare. Registro dei matrimoni (1801-1805). Registro dei matrimoni (1806-1815). Matrimoni Calisese. Matrimoni Carpineta. Matrimoni Pievesistina. Matrimoni S.Vittore. Ruolo generale della popolazione, parrocchia di San Pietro.
2569 (I-VIII) 2590-2599 2609 A,B,C 2614 A,B,C 2621 A,B,C 2626 A,B,C famiglie della 2605 (18-21)
Viceprefettura
335-365 383-394
Prefettura napoleonica.
319