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Capitolo 1. Esercito e societ in Europa tra XVIII e XIX secolo.

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PAR. 1.1.: GLI ESERCITI DELLE MONARCHIE ASSOLUTE.

La figura di Napoleone Bonaparte viene spesso ricordata come una sorta di reincarnazione del Dio Marte sulla terra. Come scrive S.J. Woolf,

parafrasando lo storico francese J. Tulard, "delle tre immagini che costituiscono il mito napoleonico... - il giovane eroe, il padrone del mondo, l'esiliato scacciato - due sono militari" (1). Pi delle riforme giuridico amministrative, pi dell'uomo politico, pi della sfrenata ambizione, di questo personaggio, maggiormente le sue si tramandano del quali "piccolo sui

testimonianze caporale

simboliche formidabili

corso",

vittorie

campi di battaglia. Vittorie che lo resero dal 1796, anno della prima campagna in Italia da semplice

generale, al 18 giugno 1815, data della battaglia di Waterloo (2), l'indiscusso protagonista di quel

periodo storico. La tesi di Napoleone visto eminentemente come personaggio militare avvalorata da fatti oggettivi: venti anni di guerra quasi ininterrotta, appunto dal

(1)

S.J.WOOLF, "Napoleone e la conquista dell'Europa". Bari 1990 pag. 207. (2) "La giornata del destino", come scrive VICTOR HUGO nel romanzo "I Miserabili". CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 12

1796 al 1815; le centinaia di migliaia di morti sui campi di battaglia, provocati dalle tante campagne militari a cui Napoleone costrinse la Francia ed i suoi alleati e, di conseguenza, gli Stati suoi

nemici; il sistema coscrizionale gravosissimo sulle popolazioni, specie rurali, destinato ad alimentare l'esercito dell'Impero. in Francia Del e negli Stati "vassalli" militare

resto

l'estrazione

dell'Imperatore francese ci perviene anche attraverso le preziose testimonianze ai famosi visive dipinti rimasteci, che i

dipinti.

Accanto

ritraggono

l'Imperatore a Rivoli, al valico del San Bernardo, ad Eylau, Wagram, Smolensk e in genere in ogni localit dove condusse il suo esercito, colpisce, per la sua sistematicit, un dipinto eseguito nel 1810 da David, artista ufficiale della corte napoleonica, che

rappresenta Napoleone all' apice della sua potenza, all'interno del suo studio. L'essenza del dipinto sta nel sottile gioco dei particolari che l'artista ha creato: accanto alla spada, perfettamente bilanciata sul tavolo, spicca invece l'instabile equilibrio che caratterizza la posizione della penna, che si

configura come l'unico elemento dinamico del dipinto


(3).

(3)

D.CHANDLER, "Waterloo". Milano 1982, didascalia a pag. 28. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 13

Se il dipinto avvalora l'argomento, inserendo la figura di Napoleone tra i pi leggendari

personaggi militari ed i pi grandi condottieri, non dobbiamo trarre conclusioni affrettate. La spada che nel dipinto "prevale" sulla penna, non deve essere intesa come la forza che prevale sulla diplomazia: non dimentichiamo che a seguito di vittorie militari Napoleone era solito un chiedere a titolo di

"risarcimento" sproporzionato, conseguenti Questo grazie

prezzo alle

politico concrete

comunque risultanze nemico. solo azione

rispetto

alla

sconfitta

dell'esercito era

atteggiamento alla "felice

politico

possibile del'

integrazione
(4).

diplomatica con quella di forza" Quindi scaltrezza accanto al

genio e dal

militare, connubio

la tra

dell'uomo

politico

forza e abilit diplomatica, la capacit di creare un Impero stesso. L'energia del condottiero coinvolse, per la Francia, per i francesi e per se

involontariamente, ma in maniera innegabile, specie in chiave prospettica, anche tutti i paesi d'Europa stimolando sentimenti il risveglio delle coscienze in quegli e dei

nazionali

soprattutto

stati,

come l'Italia, che non si potevano ancora dire tali.


(4)

P.PIERI, "Guerra e politica". Vicenza 1975, pag. 140. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 14

Ma da dove riceveva la propria forza militare il "generale" Bonaparte? Indubbiamente dal profondo legame tra il suo genio da guerriero e la pi

formidabile

macchina

guerra

dell'era

moderna:

l'esercito imperiale, la Grande Arme. Per superiorit delle meglio delle comprendere "armi" che le ragioni sugli della

francesi per

eserciti

coalizioni

nacquero

contrastarle,

finendo regolarmente battuti, occorre fare un passo indietro cercando di spiegare le origini

dell'esercito napoleonico e quelle dei vari eserciti che lottarono contro la Francia. Questi ultimi, l'esercito austriaco, russo e in particolar modo quello prussiano, si presentavano negli anni a cavallo del 1800, ancora come tipici eserciti del XVIII secolo. I modelli di Federico II erano stati del ben presto dimenticati prussiano e dell'opera rimaste

militare

condottiero

erano

tracce sbiadite, pi marcate per ci che riguardava l'aspetto formale e la composizione dell'esercito, meno per quello che si riferiva alla concezione

strategica. "Nell'esercito gli ufficiali erano per la

maggior parte prussiani di nobile origine, e Federico faceva affidamento su di loro pi che sui suoi

uomini. In cambio dei loro privilegi gli junker [i


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nobili] erano lieti di servire nell'esercito; ogni famiglia militare mandava e agli almeno un figlio veniva alla scuola lo

ufficiali

inculcato

"spirito di corpo", il senso della patria e della disciplina e ad essi veniva impartita un'educazione pratico migliore truppa] militare. che era si di Federico potesse riteneva con fino che la cosa [la

fare

gli a

uomini che

addestrarli

ognuno

divenisse un perfetto automa pi timoroso dei propri ufficiali che del pericolo al quale era esposto" (3). Tali caratteristiche erano evidenti anche

negli eserciti della coalizione che presentavano un corpo ufficiali di estrazione nobile, ed una truppa dalla ferrea disciplina ma dallo scarso entusiasmo. Per quel che riguarda la concezione strategica, tali eserciti si caratterizzavano per la loro prudenza

operativa, mentre, tatticamente, si distinguevano per la loro estrema lentezza nei movimenti e nelle

manovre. Ed proprio in questi ultimi elementi che venivano completamente disattesi i contenuti del

"testamento militare" di Federico II (4). Non pi guerre brevi e violente, battaglie come conditio sine

(3) B.L.MONTGOMERY, "Storia delle Guerre". Milano 1970, pag. 338. (4) Mi riferisco alle "Istruzioni segrete" del 1748 che raccolgono il pensiero militare di Federico II. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 16

qua

non

per

riuscire

vittoriosi volte

(5); alla

non

pi

blitzkrieg

annientatrici

diretta

distruzione del nemico, ma strategia di logoramento e scarsa fiducia nel concetto di battaglia quale

strumento di risoluzione di una contesa. Sotto l'usanza di l'aspetto affidarsi, logistico quale fonte "era invalsa di

principale

rifornimento a lunghi e lenti convogli di carri che operavano da depositi e magazzini riforniti in

precedenza" (6). Ci avveniva essenzialmente per due motivi: in primo luogo, nell' "Et della Ragione", vi era stata una reazione contro la spietatezza e gli orrori compiuti dai militari durante i numerosi indiscriminati saccheggi che si erano e

verificati

durante le guerre di religione, in secondo luogo, la maggior parte degli effettivi degli eserciti europei non era composta da truppe volontarie bens da

contadini coscritti e da condannati a pene detentive, cui veniva offerto un modo alternativo di pagare il loro debito verso la giustizia. A simile truppa non si poteva concedere l'allontanamento dai ranghi,

durante i trasferimenti e le marce, per consentire

(5) D.CHANDLER, "Le campagne di Napoleone". Milano 1968 pag. 207. (6) ibidem pag. 227. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 17

l'approvvigionamento, diserzioni di massa (7). Gli eserciti

dato

l'alto

rischio

di

si

presentavano di ogni

come

masse

pachidermiche, necessario estranee alla ai

sovraccariche guerra fini. e,

materiale di cose Mario

spesso, sue

anche

suoi

Nelle

memorie

Antonio Fabbri descriveva l'eleganza e la pompa delle truppe "annoveriane" che il 9 marzo 1796 transitarono da Cesena. "Circa le ore 21 arriv... un cariaggio

militare scortato da alcuni uomini di servigio [si tratta] di colonna di truppa che deve passare per lo stato ecclesiastico, e che va in Corsica al servigio di S.M. Britannica imbarcandosi a Civitavecchia... Queste truppe vengano dal ANNOVER ed altri paesi di Germania. Essi sono cariaggi circa 2400 individui tutti con bene

uffizialit,

necessari,

montati... aveva ogni rispettivo battaglione numerosa banda militare... con i rispettivi uffiziali alla

testa, a bandiere spiegate e suono di banda per ogni battaglione fra immensa popolazione sono entrati in citt... prendendo alloggio i soldati in San

Agostino, ne' chiostri inferiori v'erano i soldati ammogliati con le pie donne e i figli... (8)

(7) ibidem pag. 229. (8) M.A.FABBRI, "Memorie di Cesena (1780-1824)". pagg. 94-96. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 18

Quindi carriaggi l'esempio e

bande altra

di

suonatori,

mogli,

figli,

"zavorra" fosse

simile.

Nonostante particolare,

riportato

abbastanza

poich riguardava il trasferimento verso una zona da presidiare e non verso il luogo di un combattimento, del reggimento in esame, in la regola generale non per si

un'unit

impegnata

operazioni

belliche

discostava poi di tanto dalla situazione descritta nelle "memorie" del Fabbri. (9) Ancora pi difficile da comprendere il

cambiamento che ci fu nella concezione strategica. Dall'operato di Federico II, ispiratore della scontro breve e violento, capace di decidere rapidamente le sorti di un conflitto, si pass alle teorie, pi attendiste e ragionate, della cosiddetta "metodica della pura manovra" (10). Ci fu sicuramente

provocato da una serie di fattori (11), tra i quali il pi importante riguard il miglioramento

introdotto nella tecnologia delle armi da fuoco, in special modo nelle artiglierie, rese pi leggere e
(9) "... nell'esercito prussiano... ogni tenente aveva un cavallo da sella e uno per il bagaglio e il capitano [...solo...] per il bagaglio da tre a cinque quadrupedi..." P.PIERI op. cit. nota a pag. 136. (10) ibidem pag. 131. (11) Pieri cita tra i motivi anche il "tradimento" che avrebbe compiuto lo stesso Federico II nell'ultima Guerra di Successione, durante la quale il suo atteggiamento non fu improntato verso una condotta offensiva della campagna militare. Ci avrebbe avvalorato le ipotesi dei teorici della manovra pura. ibidem, pag. 130. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 19

quindi pi manovrabili. L'accresciuto impiego delle stesse aument la potenza di fuoco degli eserciti e privilegi, almeno inizialmente, strategie di tipo difensivo. particolare scontri su La battaglia nessun terreni doveva essere doveva evitata, in

comandante che non

accettare

fossero

estremamente

favorevoli alle sue forze. Lo studio a tavolino del territorio trasform ben presto i generali in cultori di orografia. Il generale inglese Lloyd, al servizio francese durante la " guerra dei sette anni", fu portato ad affermare che "un generale deve fondare la sua azione sulla conoscenza del territorio, lo studio delle posizioni degli accampamenti... cos potr agire con rigore

geometrico, senza mai venire alla necessit di dover combattere" (12). Intere regioni venivano ad essere considerate come gigantesche fortificazioni, mentre il linguaggio dell'arte fortificatoria sostituiva

progressivamente i comuni termini geografici: cos i fiumi erano "i fossati" mentre i rilievi erano i "bastioni" di queste fortezze naturali (13). In una rappresentazione grafica, che pu

essere considerata come un vero e proprio "teorema della strategia", si cercava di spiegare un concetto

(12) ibidem (13) ibidem

pag. 132. pag. 133.

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addirittura esercito era

banale tanto

nella pi

sua

ovviet: quanto

come pi

un si

"sicuro"

manteneva vicino alla sua base di rifornimento. "La linea che dalla base conduce al proprio esercito e da questo all'esercito e per nemico dire che fu detta opportuno linea che

d'operazione;

l'esercito non la prolunghi troppo e non s'allontani eccessivamente dalla propria base , si rappresent questa come la linea costituente la base d'un

triangolo di cui l'esercito operante era il vertice; e si proclam che l'angolo al vertice non doveva essere troppo acuto, non doveva raggiungere i

sessanta gradi" (14). La strategia della manovra fece regredire a tal punto il concetto di scontro fisico tra i due eserciti che, durante il barone le cosiddette Bulow guerre della che,

Rivoluzione,

Von

sosteneva

"...oggetto delle operazioni non l'esercito nemico, ma i magazzini che lo alimentano e costituiscono il cuore che gli d la vita: attraverso e senza alle sforzo manovre spalle quella

strategiche

sui si

fianchi otterr

dell'avversario,

vittoria che per l'addietro era... riportata colle armi" (15).

(14) ibidem pag. 132. (15) VON BULOW, "Geist des neveren kriegssystems", Amburgo 1799. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 21

Nel

1770

il

colonnello

francese

conte

de

Guibert pubblic a Londra l'Essai general de tactique nel quale poneva in chiara evidenza il malcontento per la situazione politica e militare in Europa. In particolare sottolineava come gli eserciti fossero formati dalle peggiori categorie sociali,

evidenziando la paura delle monarchie di armare il popolo, diventato ormai vile e restio verso le armi.

Pieri riassume la sua "profezia" con queste parole: "il predominio la europeo un spetter a quella avr nazione saputo

presso

quale

governo

energico

creare un solido esercito di popolo, capace, libero dalla servit dei magazzini, di condurre una guerra rapida e vittoriosa e con minima spesa, sia vivendo sul paese, sia sfruttando adeguatamente la vittoria" (16). Le parole del Conte de Guibert non rimasero inascoltate: nel corso degli anni i fatti

testimoniarono della validit di queste teorie, che trovarono la loro prima applicazione nel corso delle campagne militari combattutesi e durante in il seguito dominio alla di

Rivoluzione Napoleone.

francese

(16) ibidem

pag. 130.

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PAR. 1.2.: L'ESERCITO RIVOLUZIONARIO FRANCESE.AUX ARMS CITOYENS!

L'esercito francese ante rivoluzione era un esercito dalle caratteristiche simili a quelle viste per le truppe era del resto da d'Europa. una "spina dalla Esercito dorsale" provata

mercenario, composta da

costituito

reggimenti

stranieri

fedelt al re , e da un corpo ufficiali che, per la gran parte di estrazione dalla aristocratica, causa era

sicuramente

dipendente

monarchica.

Affiancata all'esercito era una milizia civica che veniva reclutata fra i comuni, dallo scarso peso

operativo. Con lo scoppio delle ostilit, tra la Francia rivoluzionaria e le monarchie assolutiste l'esercito francese si era considerevolmente indebolito, dato che aveva perduto la totalit dei suoi reggimenti stranieri, fedeli a Luigi XVI, gran parte del corpo ufficiali (circa i 2/3 per il Pieri, addirittura i 5/6 per Montgomery) la e l'intera aveva milizia i civica. comuni

Infatti

Costituente

dispensato

dall'obbligo di fornire uomini per l'arruolamento in tale corpo; nell'enfasi rivoluzionaria il servizio militare era visto come una limitazione del diritto
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alla libert di ogni cittadino. La ghigliottina aveva dunque rimanere decapitato mercenario anche anche l'esercito, per i che doveva della

teorici

Rivoluzione. La Convenzione pens di coprire i vuoti lasciati dalle defezioni con la creazione di una

Guardia Nazionale che si rivel, peraltro, del tutto insufficiente, sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello quantitativo. Ad essa furono affiancati numerosi battaglioni di volontari e insieme a ci che rimaneva dell'esercito di Luigi XVI, la Francia

affront la guerra. Il reclutamento dei battaglioni volontari fu molto sofferto, all'inizio. Nel 1791, infatti, riteneva linea, dei 100000 per volontari che l'assemblea di

necessari un

rafforzare fu

l'esercito e

solamente

terzo

arruolato

divenne

necessario destinare, al servizio attivo, una Guardia Nazionale ogni venti in organico. La fallita campagna in Belgio, la serie di sconfitte e le umiliazioni subite sul piano militare da questo ammasso eterogeneo di truppe portarono la Francia ad un passo dal tracollo. Gli eserciti austro prussiani apparivano forti, disciplinati, superiori in tutti i sensi. Il pericolo smosse finalmente l'opinione

pubblica: per salvare la patria accorsero a frotte, sotto i vessilli della Rivoluzione, migliaia di

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volontari. Questi, del tutto privi di addestramento e di disciplina e, oltre tutto, disprezzati dai

volontari del 1791 (17), costituirono quella "massa" che avrebbe fatto pendere le sorti della guerra dalla parte della Francia (18). Dell'importanza di Valmy specie sul piano

psicologico e sul piano politico non si finir mai di parlare. Quando, il 20 settembre 1792, 5000 francesi riuscirono a non fuggire davanti a 35000 prussiani, scambiando con loro salve di artiglieria per

un'intera giornata, l'impressione per questo scacco causato al nemico si se a fu enorme. L'esperimento come era una del

cittadino-soldato soluzione (anche il

confermava Valmy si

giusta in e le

distinto, monarchico)

particolare,

vecchio del

esercito

coll'allargarsi

conflitto,

nonostante

resistenze in gran parte dei dipartimenti francesi, fu decretata il 24 febbraio 1793 una leva di 300000 uomini. Erano le premesse per la "leve en masse" dell'agosto 1793. La Convenzione, infatti, approv la proposta di Carnot sul servizio militare

obbligatorio.
(17) Per testimoniare dello scarso affiatamento che regnava tra le truppe dell'esercito rivoluzionario francese di quegli anni va ricordato che, mentre i "primi" volontari arruolatisi detestavano gli ultimi arrivati, le truppe "regolari" (praticamente ci che era rimasto dell'esercito monarchico) erano insofferenti ad entrambi. (18) D.CHANDLER, "Le campagne..." op. cit., pagg. 428-429. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 25

"Tutti i francesi... [fu proclamato]... sono chiamati dal loro paese a difendere la libert... Da questo momento dal deve fino a quando il nemico non sar ogni

cacciato francese

territorio considerarsi

della

Repubblica, I

mobilitato.

giovani

andranno al fronte, gli sposati forgeranno le armi e trasporteranno i viveri; le donne faranno tende ed indumenti, e lavoreranno negli ospedali; i ragazzi ricaveranno bende dalla biancheria vecchia; i vecchi verranno trasportati sulle piazze a incitare i

combattenti, a inculcare l'odio per i re e l'amore per l'unit della Repubblica." (19) La chiamata di agosto fu ripartita tra tutti i celibi di otto classi di et, quelle dal 1768 al 1775, cos che l'anno si chiuse con un esercito

rivoluzionario prossimo alle 800000 unit, due terzi delle quali mobilitate. Era un esercito enorme per l'epoca, che consent alla Francia di sconfiggere le armate nemiche proprio grazie alla possibilit di

schierare in battaglia, contingenti doppi o tripli rispetto a quelli austro prussiani. L'impegno dell'esercito, nell'opera dal di riorganizzazione della guerra

compiuta

ministro

Carnot, si concretizz inoltre con il provvedimento


(19) CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS, "Storia del Mondo Moderno". Vol. IX "Le guerre napoleoniche e la Restaurazione". Milano 1968, pag. 1973. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 26

d'innesto, formati in

nei

vecchi

reggimenti, da nuove

di

battaglioni accanto a

prevalenza

reclute

quelli composti da veterani, nel tentativo di creare quell'amalgama che era mancata nei primi tempi della guerra e, nel contempo, di accelerare l'istruzione dei coscritti. Inoltre fu notevole lo sforzo per

riuscire a creare un corpo ufficiali, tratto in parte dalla bassa forza e in parte maggiore dal ceto

borghese, animato dai nuovi ideali. Tali ufficiali avrebbero dovuto sostenere sacrifici ben maggiori di quelli che erano abituati a sopportare i loro

predecessori: essi avrebbero vissuto pi a contatto della truppa, marciando verso il nemico insieme al pi umile fantaccino e riducendo, in generale, ogni loro possibile agio. Tutto ci, unito alla

consapevolezza e all'adattamento dei soldati a vivere delle risorse del paese occupato, diede all'esercito una grande capacit tra la di movimento. e i propri Inoltre la

"vicinanza"

truppa

ufficiali,

aument la coesione interna e lo spirito di corpo, importante caratteristica del nuovo esercito

rivoluzionario e in seguito della Grande Arme di Napoleone (20). Quando nel 1798, con la riforma Jourdan, si stabilirono le norme per il reclutamento,

(20) P.PIERI, op. cit., pag. 136. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 27

probabilmente potesse prussiana

non

si

pensava fino

che alla e

questo guerra in

sistema franco parte

rimanere del

valido in

1870,

Francia

gran

dell'Europa (21). Nella sua linearit la riforma prevedeva un servizio servizio classe militare colpiva di leva, della per durata parte un'altra di 5 anni. di Tale una

una

soltanto aliquota

mentre,

della

stessa, concorreva alla formazione della "riserva", attivata solo pochi mesi all'anno; in tal modo solo 1/3 circa della classe di leva era chiamata sotto le armi (22).

(21) Per il confronto tra il sistema coscrizionario francese e quello prussiano, rimando al 4 paragrafo del presente capitolo. (22) P.PIERI, op. cit., pag. 137. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 28

PAR. 1.3.: L'ESERCITO NAPOLEONICO, LA "GRANDE ARME".

Con l'avvento di Napoleone il filo che legava esercito Creatura e coscrizione vicende divent davvero doppio.

delle

rivoluzionarie,

l'esercito

francese subiva tra il 1802 e il 1804 ad opera del Primo Console, una ad serie di adattamenti il suo che lo

dovevano

portare

esprimere

massimo

potenziale militare. Una volta istituzionalizzata la struttura di base del Corpo d'Armata (gi apparsa nel 1800 durante la campagna di Napoleone in Italia) un principio fondamentale, introdotto da Bonaparte fu quello della centralit organizzativa e di comando. Sparivano i vecchi eserciti "territoriali",

denominati a seconda del fronte che occupavano, e si creava "l'esercito francese". Tutto ci era possibile solo adesso che

Napoleone, come Primo Console, poteva esercitare de facto un potere incontrastato nelle faccende

militari, dove la sua fama e i suoi successi come generale erano indiscussi. Per la prima volta dalla caduta affidato della ad monarchia, una sola infatti, non l'esercito ad uno era Stato

persona,

Maggiore diviso da invidie e gestito da comandanti

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imposti politici.

dal

regime

seconda

dei

loro

appoggi

Sotto Grande Arme,

Napoleone accrebbe

l'esercito

francese, i

ora

enormemente

propri

effettivi, passando dai 350000 uomini del 1805 ai 900000 circa del 1812. I "serbatoi", da cui attingere per procurarsi tanti effettivi, erano ovviamente le popolazioni, francesi e non, che nel corso degli anni sarebbero entrate a far parte dell'Impero francese. Grazie, infatti, al meccanismo della coscrizione, in Francia e negli stati annessi od alleati ad essa, era possibile reclutare puntualmente i soldati necessari. Comunque, accanto al reclutamento coattivo, una mossa vincente speciali di Napoleone era stata tra l'istituzione i quali di

Istituti

Militari,

l'Ecole

Spciale Militaire e l'Ecole Politecnique in Francia, l'Accademia di Modena e la Scuola Militare di Pavia, quella di Napoli e altre in Italia. Da queste scuole uscivano ottimi ufficiali e sottufficiali, che

coprirono pienamente le esigenze dell'Arme, almeno fino al 1812 (23). Sotto il profilo strategico Napoleone cre una macchina da guerra moderna, del tutto

indipendente da magazzini e perfettamente in grado di approvvigionarsi con le risorse rimediate sul posto.
(23) D.CHANDLER, "Le campagne...", op. cit., pagg. 427-431. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 30

Di

conseguenza dalla

una

forza

mobilissima, dei carri

poich che

svincolata

gran

parte

necessitavano agli altri eserciti per il trasporto delle sussistenze. da parte L'impiego dell'esercito il marcato

evidenziava,

dell'Imperatore,

influsso di Federico il Grande: l'urto diretto col nemico, la ricerca della battaglia come risoluzione finale dei conflitti, costituivano la strategia

prediletta da Napoleone, il quale per possedeva un arma in pi rispetto al suo "maestro": la forza

morale del suo esercito. Passato dalla strenua, ma esaltante, lotta per la difesa del territorio e degli ideali della Rivoluzione, all'altrettanto esaltante sapore del trionfo sotto le aquile dell'Imperatore, tutto l'esercito francese, dall'ultimo dei tamburini al pi importante tra i Marescialli, era conscio di vivere una leggenda e di costituirne l'essenza. Non importava pi la nobilt degli ideali per i quali si combatteva e l'essersi trasformato da aggredito ad aggressore, l'inebriante gusto della vittoria certa alimentava gli spiriti dei soldati. Ci costitu un enorme vantaggio per

Napoleone, che spesso vinse le resistenze del nemico prima che sul campo di battaglia, proprio sotto il profilo della forza morale. Nonostante il credo

napoleonico fosse, strategicamente parlando, derivato


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da quello federiciano, lo scontro diretto si svolgeva come il corollario di operazioni precedenti, miranti ad isolare "porzioni" di esercito nemico. Infatti

Napoleone cercava di separare e battere singolarmente i diversi eserciti che componevano la coalizione di turno, cos ad esempio nel 1805 riusc dapprima a sconfiggere le armate austriache, o comunque il loro "grosso" ad Ulm, per poi battere un esercito

prevalentemente russo ad Austerlitz. Quando erano ormai la battaglia i si svolgeva, avevano le sorti il

decise:

francesi

scelto

luogo pi adatto e il momento pi favorevole per l'attacco e l'esercito nemico era in uno stato di shock derivante dagli improvvisi e repentini

mutamenti degli sviluppi: partito in situazione di vantaggio (logistico e numerico), doveva affrontare i francesi strategica. in La palese saldezza condizione morale delle d'inferiorit truppe della

coalizione, in questi frangenti, non era paragonabile a quella dell'esercito francese. Se il soldato

francese seguiva ciecamente il proprio capo, anche quando questi li guidava contro forze in apparenza soverchianti, quello delle monarchie assolutiste non aveva la stessa forza d'animo, proprio perch privo degli stimoli che arricchivano il soldato

napoleonico.
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L'azione militare di Napoleone port a cinque campagne in Europa nell'arco di 11 anni, campagne concluse con altrettanti trionfi: nel 1796 e nel 1800 due successi sull'Austria in Italia; nel 1805

distruggendo la coalizione austro-russa; nel 1806 con la sottomissione della Prussia, nel 1807 contro le velleit dei combattenti della "Santa Russia". Furono gli anni pi brillanti per Napoleone, quelli che

immortalarono la sua leggenda militare. All'azione militare si affiancava la grande arguzia diplomatica. Napoleone sfruttava al massimo lo stato di prostrazione che accompagnava il governo nemico sconfitto. Tale stato di prostrazione,

ingigantito dalla sorpresa di trovarsi di fronte ad un modo di condurre la guerra veramente

"rivoluzionario", indeboliva la resistenza politica del vinto in misura sproporzionata. dunque pi che Le monarchie

assolutiste

cedevano

militarmente,

proprio politicamente (24). Ma come afferma il Clausewitz "ad onta di ci il nemico non mai stato veramente annientato: n l'Austria dopo Austerlitz e Wagram, n la Prussia dopo Jena e tanto meno la Russia dopo Friedland...Le risorse degli stati sono oggi grandissime e si sono rivelate nella loro interezza proprio attraverso le
(24) P.PIERI, op. cit., pag. 140. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 33

guerre napoleoniche" (25). Ecco il formarsi di altre coalizioni, ecco la metamorfosi dei loro eserciti

che, non pi ispirati dal teoricismo della "metodica della pura manovra", assumevano aspetti e

comportamenti sempre pi simili a quelli dell'Arme francese (26). Il della campagna risultato strategia dopo fu che l'effetto perse

intimidatorio d'importanza

francese

campagna,

"l'esprit

militaire" dei suoi soldati, che avevano perso il loro cieco iniziale entusiasmo ed erano ormai logori dopo tante guerre, andava costantemente scemando

mentre, invece, maturava nelle popolazioni del resto d'Europa un forte senso di rivincita, che sfociava in un sentimento di odio contro colui che era visto come l'oppressore. Lentamente la scala qualitativa del valore dei soldati cominci a pendere dalla parte degli

alleati fino alla sconfitta finale di Napoleone (27).


(25) ibidem pag. 148. (26) ibidem pag. 131. (27) Sintomatico, a tale proposito, fu la campagna sul Danubio del 1809. Pur concludendosi con una vittoria francese, il successo cost a Napoleone circa 60000 caduti nei campi di battaglia di Eckmuhl, Aspern Essling e Wagram che costituirono gli scontri principali della campagna Le prime cinque campagne suindicate erano costate all'esercito francese "solo" 72000 caduti tra i campi di battaglia che da Castiglione a Friedland avevano visto ben nove scontri violentissimi, per ricordare solo i principali. Da questo momento il soldato francese perdeva l'alone d'invincibilit: il troppo sangue versato gli fece ben presto dimenticare la gloria, la leggenda. Col peggioramento della qualit delle truppe si rendevano necessari nuovi accorgimenti nell'esercito imperiale francese: una CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 34

Il fenomeno militare in Francia va analizzato anche sotto il profilo dell'impatto sociale (28). Per J.Tulard, nella Francia napoleonica l'ascesa sociale era legata soprattutto alla spada (29). Poter

diventare un ufficiale dell'Arme era una garanzia di prestigio e ricchezza tanto pi grande quanto pi alto era il grado che si riusciva a raggiungere. Per se le guerre della rivoluzionarie leva dei di avevano forgiato napoleonici clamorose, gran ed con

parte avevano

Marescialli carriere

visto

casi

semplici soldati e piccoli sottufficiali diventati generali, ed il in seguito, appunto, Marescialli non fu cos

dell'Impero,

periodo

napoleonico

prodigo di riconoscimenti ai militari. Nonostante i proclami di carrier ouverts aux talents (30), non ci furono che rari esempi di carriere militari

maggiore presenza dell'artiglieria a supporto della fanteria e l'utilizzo di tattiche diverse sul campo di battaglia. vedi D.CHANDLER, "Le Campagne...", op. cit., pagg. 1313-1317. (28) "Grazie alle mediazioni operate dai concetti di patria e di popolo rese immediatamente visibili per effetto dei conflitti succedutisi tra Rivoluzione e Impero, la guerra non respinta nel settecentesco isolamento della insocievolezza, ma abita nel vivo della storia umana, ineliminabile portato del muoversi della civilt." L.MASCILLI MIGLIORINI, "Un paradigma per la societ ottocentesca: l'esercito napoleonico." in "Rivista italiana di studi napoleonici", 1988, pag. 209. (29) J.TULARD, "La vita quotidiana in Francia ai tempi di Napoleone". Milano 1984, pag. 250. (30) E' famosa la frase "ogni soldato ha riposto nel suo zaino il bastone di Maresciallo" che Napoleone usava per spiegare ai suoi soldati come con il valore , il sacrificio e l'eroismo, le possibilit di far carriera nell' esercito fossero numerosissime. Il bastone da Maresciallo era il simbolo "dell'investitura" alla pi alta carica militare francese. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 35

fulminanti. carriera famiglie

In

aggiunta, ormai

le

poche

possibilit figli a

di

erano

riservate le

ai

delle potersi

dell'alta

borghesia,

uniche

permettere le costose rette delle scuole militari che l'Imperatore aveva instaurato un po' dovunque. Il

fascino emanato dalla vita militare, alimentato dalla propaganda dei "bulletins de la Grande Arme", dalle roboanti Napoleone vittorie e dalla figura ad carismatica infiammare di i

contribuiva,

comunque,

cuori di molti giovani borghesi, francesi e non, che accorsero a frotte nelle scuole militari per tentare l'avventura nell'esercito. Questa offriva grossi

incentivi per i graduati, diventando un importante sbocco professionale e una via di promozione sociale (31). Del tutto diversa era la situazione e le

prospettive per coloro che erano chiamati al servizio militare dalla coscrizione. Soprattutto il ceto

rurale vi fu coinvolto e insieme ad esso tutti gli strati sociali pi poveri, impossibilitati a reperire supplenti che svolgessero il servizio in loro vece, data l'estrema indigenza in cui vivevano (32).

(31) S.J.WOOLF, op. cit., pagg. 206-207. (32) A ci va aggiunto che nessuna delle possibilit di esenzione, previste dalla legge sulla coscrizione, riguardava specificamente il ceto rurale. vedi J.TULARD, op. cit., pagg. 142-143. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 36

Una volta arruolati, i coscritti si trovavano di fronte a realt alquanto erano crude: la le splendenti di un

aquile

napoleoniche

solo

facciata

esercito che in realt si trascinava nelle sue logore uniformi e con paghe misere, spesso in arretrato di mesi. A marce estenuanti si alternavano lunghi e

noiosi periodi di caserma, e sempre la preoccupazione principale era quella di procurarsi il cibo e il vino. Inevitabilmente generare invidie e un tale Un sistema doveva che

rancori.

meccanismo

permetteva al ceto borghese di scegliere tra il non fare il servizio militare surrogandosi con un

supplente, o, peggio, comprando un esonero da medici compiacenti, posizione di o il lite, a fare come il servizio militare si in

ufficiale,

prestava che

inevitabilmente

lampanti

discriminazioni

snaturavano il concetto di "egalit" fra i cittadini, partorito dalla Rivoluzione. Emergeva infatti sovrano il potere esercitato dalle possibilit economiche

dei ceti pi abbienti che col denaro potevano molto, se non tutto, a scapito delle classi pi umili che reggevano da sole tutto il peso della coscrizione. Si manifest cos, nei confronti del "borghese" ma

soprattutto nei confronti della "casta militare", un sentimento di crescente e malcelato rancore. In "La
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 37

vita quotidiana...", Tulard cita la lettera di un certo de Rmusat che, scrivendo alla moglie,

affermava a proposito dei militari di carriera: "E' strano sentirli parlare di cose che non siano

militari. Sono cos tronfi verso di noi, della loro gloria ancora bella calda che ci vuole parecchia

abilit e un notevole sacrificio dell'orgoglio per riuscire a farsi sopportare da loro" (33). I ceti rurali manifestarono presto la

reticenza ad abbandonare i loro villaggi ed i loro campi, andando a costituire il numeroso "esercito" dei disertori; l'lite d'altro declino di estrazione dovette ben borghese presto Francia,

dell'esercito, affrontare il

canto,

militare

della

rivelandosi spesso, insieme agli appartenenti alla nuova nobilt francese (34) infida e traditrice nei confronti di colui che aveva fatto la sua fortuna.

(33) J.TULARD, op. cit. , pag. 258. (34) Il riferimento ai famosi Marescialli dell'Impero che, oltre al grado militare, rivestivano titoli nobiliari pi o meno importanti. Durante la sua reggenza l'Imperatore nomin 23 duchi, 193 conti, 648 baroni e 117 cavalieri. Nella campagna del 1815, che culmin nella battaglia di Waterloo, l'ala sinistra dell'esercito francese era comandata dal Maresciallo Ney, duca di Elchingen e principe della Moskova; l'ala destra dal neo Maresciallo Grouchy gi conte dell'Impero. Se Grouchy fosse giunto in tempo "all'appuntamento col destino" in quella drammatica domenica del 1815, probabilmente si sarebbe visto nominare principe di Waterloo! vedi CHANDLER, "I marescialli di Napoleone", Milano 1988, pag.30. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 38

Woolf trova comunque un aspetto positivo nel fenomeno di militarizzazione derivante dal della societ. La

socializzazione

cameratismo

delle

truppe di nazionalit diverse (l'esercito francese schierava, italiane, belghe, all'apice svizzere, olandesi, della sua potenza, slave, truppe

austriache, polacche,

tedesche, e

danesi,

norvegesi

turche oltre che francesi) contribu a spezzare per la prima volta "le barriere linguistiche e

geografiche". Il numero di uomini di ogni nazionalit che con Napoleone o contro di lui si trovarono a combattere in questo tormentato ventennio, fece s "che le campagne napoleoniche si imprimessero nella memoria collettiva di un gran numero di famiglie in un modo che trov in seguito il suo paragone solo nella Grande Guerra" (35).

(35) S.J.WOOLF, op. cit. , pagg. 206-207. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 39

PAR. 1.4.: L'ESERCITO PRUSSIANO DOPO IL


IL

L'ESERCITO

DOPO

1808.

Con la sconfitta del 1806, la Prussia si vide costretta dal diktat napoleonico a tenere sotto le armi un esercito non maggiore di 42000 uomini. Ci che sembrava la fine dell'epopea militare prussiana, inizio. in realt non era altro che un nuovo fu

Accanto

all'intelaiatura

minima,

cui

costretto dal trattato di Parigi del 1808, la Prussia istru ogni anno un contingente di 40000 riservisti che ritornarono molto utili nelle campagne contro

Napoleone del 1813-1815. Oltre a ci tale sistema coscrizionario permise, una volta sconfitta la

Francia, di mantenere sotto le armi ben 3 classi di et, con l'obbligo Il metodo, di 7 anni di con "ferma" diffidenza invece nella dai alla

riserva. teorici

guardato

militari

dell'epoca,

permise

Prussia di porre le basi per la costituzione degli eserciti vittoriosi del 1866 e 1870-1871 (36). Il

segreto della vittoria della Prussia sulla Francia, sia negli anni del "premier empire" che alla fine del
(36) PIERI, op. cit. , pagg. 137-138 e 184-190. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 40

secolo XIX lo stesso che aveva portato la Francia rivoluzionaria a trionfare sulle monarchie assolute alla fine del XVIII secolo: la riduzione della

frattura esistente tra popolazione ed esercito (37). Da un esercito mercenario la Francia prima, la

Prussia poi erano passate ad un esercito di massa, la cui forza principale risiedeva nello spirito del

soldato e della popolazione che s'identificava nella sua armata, cos da spiegare e motivare realmente la definizione di "mobilitazione generale", tanto usata per descrivere le leve militari del periodo. Con Napoleone, invece, tale frattura si

riprodusse in Francia, e l'esercito torn ad essere un corpo estraneo alla popolazione, addirittura

indesiderato. L'aristocrazia dall'Imperatore privarlo a vantaggio dei militare, di pochi, che creata fin per

dell'appoggio

tanti

dalla

guerra

potevano ricevere solo disagi.

(37) CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS, op. cit., volume IX, pagg. 7677. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 41

Bibliografia cap. 1 S.J.WOOLF, "Napoleone e la conquista dell'Europa", Bari 1990 . D.CHANDLER, "Le campagne di Napoleone", Milano 1968. D.CHANDLER, "Waterloo", Milano 1982. D.CHANDLER, "I marescialli di Napoleone", Milano 1988. P.PIERI, "Guerra e politica", Vicenza 1975. B.L.MONTGOMERY, "Storia delle Guerre", Milano 1970. M.A.FABBRI, "Memorie di Cesena (1780-1824)". VON BULOW, "Geist des neveren kriegssystems", Amburgo 1799. CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS, "Le guerre napoleoniche e la Restaurazione", in "Storia del Mondo Moderno". Milano 1968. Vol. IX. L.MASCILLI MIGLIORINI, "Un paradigma per la societ ottocentesca: l'esercito napoleonico", in "Rivista italiana di studi napoleonici", 1988. J.TULARD, "La vita quotidiana in Francia ai tempi di Napoleone", Milano 1984. E.V.TARLE, "La vita economica dell'Italia napoleonica", Torino 1950. nell'et

F.LEMMI, "Storia politica d'Italia. L'et napoleonica", Milano 1938. L.BERGEROU, "Napoleone e la societ francese", Napoli 1975. F.HERRE, "Napoleone Bonaparte", Milano 1991.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 42

Capitolo 2. "gli italiani non si battono" (38)

(38) S.WHITTAM, "Storia dell'esercito italiano", Milano 1979, pag. 13.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 43

PAR. 2.1.: I PRIMI PASSI PER LA FORMAZIONE DI UN ESERCITO NAZIONALE: "POLISSONS


RUES" RAMASSES DANS LES

(39).

La poco lusinghiera affermazione che d il titolo al capitolo, era purtroppo vera e derivante dalla situazione della penisola agli inizi del 1800. L'assenza dell'unit nazionale, la presenza di

sovranit e dominazioni straniere pi o meno estese sul nostro territorio, da secoli ormai pura

"espressione geografica", alimentavano sentimenti di lotta in una minoranza ancora infima della

popolazione. Se il desiderio d'indipendenza era gi vivo nei cuori di patrioti e romantici italiani, i governi dei diversi stati che occupavano la penisola non

erano sicuramente intenzionati a prestare attenzione a questi neo giacobini, specie in frangenti cos

delicati politicamente. A tenere vive, per, le speranze patriottiche italiane Bonaparte, campagna simpatie in fu, il involontariamente, quale, nel fu corso il della generale sua prima delle del

Italia,

ben

presto la

conscio figura

che

poteva

attrarre

(39) C.ZAGHI, "L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno", in "Storia d'Italia", vol. XVIII, Torino 1986, pag. 540

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 44

condottiero giunto per rovesciare lo status quo e donare agli italiani la tanto sospirata "patria"; ed egli non esit a sostenere proprio questo ruolo,

ottenendo cos l'appoggio dei patrioti che accorsero numerosi sotto le sue bandiere. Era il primo abbozzo di esercito italiano. La legione Cisalpina, la Legione Cispadana, poi

Italiana, la Coorte Romagnola, la Legione Bresciana, portavano nei loro emblemi le a parole "libert", del

"democrazia",

"indipendenza"

testimonianza

preciso impegno politico che animava questi volontari accorsi da ogni ceto sociale. Non "regolare": si era poteva ancora un parlare ammasso di di esercito uomini

piuttosto

raggruppati in "un'armata" fortemente disorganizzata e dalla scarsa disciplina, totalmente dipendente dai quadri francesi. Il crollo della Cisalpina trascin con s

tutte le speranze riposte negli ideali repubblicani e democratici; fu cos che l'esercito divent, ancora di pi, il rifugio di e tutte a le volte speranze costitu

indipendentistiche

italiane

addirittura un rifugio "fisico" per molti patrioti (40).

(40) C.ZAGHI, op. cit., pagg. 539-544.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 45

Al ritorno dei francesi in Italia, nel 1800, la situazione miglior molto lentamente. Ci che era stato organizzato nel triennio 1796-1799 era ormai svanito: la Guardia Nazionale, creata a somiglianza del modello francese, dopo aver beneficiato degli

entusiasmi popolari, gi nel 1797 (anno della pace di Campoformio) aveva perso molta della sua forza e del suo spirito (41); l'esercito di linea, in tutte le sue specialit, era sotto organico, falcidiato dalle continue ed incontrastate diserzioni. L'assenza di un qualsiasi coordinamento logistico lasciava spesso le truppe alla merc di appaltatori, fornitori e

magazzinieri senza scrupoli, che ne approfittavano per frodare l'armata di qualunque genere di

casermaggio. La necessit di poter affidare la difesa dei destini esercito governo della neonata era si Repubblica comunque adoperava a Italiana avvertita tale ad e un il Un

nazionale del Melzi

fine.

esercito italiano avrebbe, oltretutto, sgravato il bilancio nazionale dalle ingenti spese derivanti dal mantenimento dei contigenti stranieri dislocati in Italia.

(41) Il livello di questo corpo scese alquanto negli anni a venire, tanto che fu necessaria una totale rifondazione che avvenne nel 1805.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 46

Un ragionamento ispirato da fini diversi ma che contemplava lo stesso presupposto, era cio la che

creazione

dell'esercito

italiano,

quello

faceva Napoleone: l'aiuto armato che poteva offrire l'Italia alla causa francese faceva della creazione dell'esercito uno dei pi importanti obiettivi da

raggiungere e nel pi breve tempo possibile, da parte del futuro Imperatore (42). Se necessario la volont del politica governo per assicurava la il

impegno

creazione canto

dell'esercito

nazionale,

d'altro

l'instaurazione di una leva militare obbligatoria era un provvedimento che si ripercuoteva gravemente sulla sensibilit della popolazione. Va considerato infatti che i patrioti pronti a combattere per la causa in cui credevano erano una minoranza, rispetto al totale della popolazione. Quest'ultima era lontanissima

dall'idea di svolgere il servizio militare poich, da anni, non esistevano coattivo che rari casi di forme questo di ci

arruolamento

(43).

Anche

per

vollero quattro anni prima che venisse elaborato un

(42) F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ nell'Italia napoleonica", Milano 1988, pagg. 11-26. (43) Per ulteriori informazioni al riguardo, vedi V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia (1506-1870)" vol. 1. Roma 1989.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 47

disegno di legge definitivo, che regolasse la materia in maniera organica (44).

(44) L.ANTONIELLI, "I prefetti del Regno", Bologna 1983, pag. 455.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 48

PAR. 2.2.: I PRIMI ABBOZZI CIRCOSCRIZIONARI (LE


FRIMALE ANNO

LEGGI

10

VII

BRUMALE ANNO

X).

Gi la prima Cisalpina aveva promulgato la legge del 10 Frimale anno VII, ovvero del 30 novembre 1798, con la quale era stata proclamata la

coscrizione militare. Tale legge, redatta solo tre mesi dopo l'analogo provvedimento preso in Francia, fall sia per di la scarsa energia sia per degli il organismi timore di

incaricati

applicarla,

insorgenze nella popolazione (45). Nel corso della sua tentata applicazione, era stata ben presto modificata, in alcuni suoi punti, dal contenuto del dettato legislativo dell'11 Nevoso anno VII. Le variazioni pi interessanti riguardavano il contenuto di alcuni articoli del precedente testo di legge. In particolare era modificato il dettato dell'art. 8, veniva ridotto da due a uno il numero di fratelli requisibili per l'armata, in famiglie con pi figli in et di coscrizione, dell'art. 20, colui che, requisito, non si presentava al corpo era a tutti gli effetti un disertore e dell'art. 24, che riduceva da 24 a 18 mesi il servizio militare dei volontari.

(45) ibidem

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 49

Rimanevano

invariati,

invece,

capisaldi

della legge: requisizione per tutti coloro che, non sposati, non figli unici, non invalidi al servizio militare, non prestanti servizio nella Guardia

Nazionale sedentaria, erano compresi tra i 18 e i 26 anni. La requisizione avveniva tramite pubblica

estrazione, sulla base di liste nelle quali erano segnati tutti i coscritti; i volontari erano portati in detrazione del contingente assegnato al comune; non era ammessa la facolt di usufruire di supplenti (se non tra farsi fratelli, uno dei quali, il requisito, fratello

poteva

sostituire,

purch

sostituto, rientrasse in un'et compresa tra i 18 e i 30 anni e fosse anch'egli abile al servizio militare (46). La legge 8 Brumale anno X, (30 ottobre 1801), che doveva poi evolversi nella legge 13 agosto 1802, dopo la Consulta di Lione e la creazione della

Repubblica Italiana, portava nel suo testo diversi elementi difformi dalle leggi precedenti. Innanzitutto i Ministri del Culto diventavano una categoria (art. espressamente III), inoltre esentata l'et dal servizio

militare

di

coscrizione

veniva ristretta nell'intervallo compreso tra i 20 e

(46) Copia delle due leggi conservata presso l'Archivio di Stato di Cesena, Raccolta delle leggi, registro n 2394 A, pagg. 140-142 e 175-177.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 50

i 25 anni. La requisizione era ora svolta seguendo il preciso ordine di et, partendo dal pi giovane

coscritto in lista, e non pi con un'estrazione a sorte; veniva, di infine, supplenza, istituzionalizzata mentre non c'era la alcun

possibilit

riferimento a forme di volontariato (47). A vanificata detta dell'Antonielli, convocazione la legge il fu 21

"...dalla

seguita

brumale (12 novembre), dalla Consulta straordinaria a Lione [...] il 28 brumale (19 novembre) un nuovo decreto aveva annullato ufficialmente la legge,

lasciando che la questione passasse in eredit al successivo governo." (48) Non era facile neppure a livello normativo redigere leggi che obbligassero i giovani a dare

tanta parte di s, o anche la vita stessa in cambio di nulla.

(47) Raccolta delle leggi, registro n 2397, pagg. 131-132. (48) L.ANTONIELLI, op. cit., pagg. 455-456.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 51

PAR. 2.3.: LA LEGGE 13 AGOSTO 1802.

Il 17 agosto 1802 il governo della Repubblica Italiana proclamava legge il decreto del Corpo

Legislativo del 13 agosto dello stesso anno, con il quale si istituiva il fondamento giuridico per la creazione dell'esercito della Repubblica e poi del Regno. Finalmente, dopo i primi tentativi mal

riusciti di creare un esercito nazionale, il Governo era riuscito non solo riguardo, necessaria ma, ad elaborare una legge al aveva maturato di una la

soprattutto,

convinzione

dell'utilit

forza

armata nazionale. La parola Coscrizione diventava, da questo momento, un vocabolo a tutti ben noto: era l'impegno delle amministrazioni per riuscire a

formare un esercito, era l'affanno delle famiglie dei coscritti per riuscire a far esonerare o sostituire i propri giovani, chiamati sotto le armi, era il dramma stesso dei coscritti, destinati ad una vita militare che non desideravano condurre, tutto ci fece s che nessun cittadino della Repubblica rimanesse

totalmente estraneo agli effetti della legge del 13 agosto.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 52

Formalmente essa si suddivideva in sei titoli per un totale di 84 articoli (12). Il primo titolo comprendeva le "Disposizioni Preliminari" nelle quali era fissato, oltre al principio generale di

coscrizione, l'obiettivo di formazione di una riserva di 60000 uomini che affiancasse l'Armata. La riserva doveva costituirsi in 5 anni, con contingenti di

12000 uomini da requisirsi annualmente. Nel titolo secondo, "modo di coscrizione", si entrava nella fase operativa del dettato legislativo. Innanzitutto la legge individuava coloro che erano compresi nella

coscrizione militare, e cio i "nazionali" dall'et tra i 20 e i 25 anni. Chiunque ricadesse in questo intervallo soggiaceva di agli et era definito di legge "coscritto" relativi. e I

obblighi

coscritti venivano divisi in 5 classi di et ognuna delle quali formava una lista. "La prima lista - affermava il quarto comma dell' art. 10 - comprende la prima classe composta di coloro che al primo di ottobre del 1802 hanno

compiuto l'et di 20 anni", le altre comprendevano, rispettivamente, tutti coloro che, alla stessa data, avevano compiuto l'et di 21, 22, 23 e 24 anni. Emergono quindi alcuni punti interessanti che bene chiarire subito. Le liste consistevano in una raccolta d'iscritti suddivisi per et. L'iscrizione

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 53

era

il

fondamento

sul

quale

si

basava

tutto

il

meccanismo. E' ovvio che se i giovani in et di leva evitavano di iscriversi, le amministrazioni erano

costrette a formare liste alquanto imprecise causa la scarsit di fonti anagrafiche. Ritornando al testo di legge l'art. 11

fissava il principio secondo il quale, ogni anno, le liste dei coscritti dovevano essere rinnovate,

inserendo la nuova classe dei ventenni, ed eliminando la quinta classe dell'anno precedente. All'interno di ogni classe venivano iscritti per primi gli ultimi nati. Unica deroga a tale principio era fissata

dall'art. 14, che stabiliva come i figli unici di padre vivente o di donna vedova, quelli che avevano un fratello nell'armata, gli ammogliati (dopo l'epoca di presentazione della legge) di una stessa lista fossero collocati in fondo ad essa, in maniera tale che queste categorie fossero le "ultime a marciare". Oltre a questi i titoli di di "privilegio" erano poi

previsti

casi

esenzione

totale

dalla

coscrizione. A questo riguardo l'art. 5 elencava i titoli necessari per parte l'esonero per essere esonerati dalla leva. A i congedati, erano dispensati

dall'obbligo gli ammogliati in data anteriore alla legge, i vedovi con prole e i religiosi appartenenti almeno al "primo degli ordini maggiori".

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 54

Oltre a questi erano dispensati dall'obbligo di leva coloro che, per gravi difetti fisici

accertati in sede d'iscrizione nelle liste, non erano idonei al servizio militare. Peraltro l'esenzione

dalla leva era un "privilegio" che comportava una tassa, calcolata sulla rendita annua del coscritto (49). I possessori di redditi inferiori alle 1000 lire annue (la moneta esclusi di conto era la lira il di

Milano),

erano

dal

balzello,

quale

comunque non poteva avere un importo superiore alle . 1500. Come gi ricordato, un eventuale titolo di esenzione non comportava l'esonero dall'iscrizione

nelle liste in possesso del Consiglio Distrettuale, di conseguenza tale organo veniva a possedere una serie di elenchi (degli esentati , dei coscritti

ecc.) della cui regolare tenuta era responsabile. I cittadini potevano controllare l'esattezza delle

liste, che erano esposte nel capoluogo del Distretto, e reclamare su eventuali errori in esse contenuti.
(49) L'importo della tassa era calcolato applicando le seguenti aliquote al reddito del coscritto: RENDITA ANNUA a 1000 a 2000 a 2001 a 3000 oltre 3000 ALIQUOTA 6% 8% 12%

ASC, Raccolta di Editti, Ordini, Bandi e Proclami, legge 13 agosto 1802.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 55

Il requisizione metodo con

titolo dei cui

illustrava

le

modalit dapprima

di il del

coscritti, si giungeva

spiegando

all'assegnazione

contingente di coscritti per ogni distretto. L'operazione partiva dal governo il quale

fissava il numero di uomini destinati a far parte dell'armata; questo numero, cio il contingente di leva per l'anno in in corso ragione veniva ripartito tra i

dipartimenti

della

popolazione. il

L'amministrazione

dipartimentale

suddivideva

contingente tra i propri distretti, sempre in ragione della popolazione, e poneva il riparto all'esame di un consiglio dipartimentale per l'approvazione. Una volta ratificata, la ripartizione giungeva in ogni distretto, dove il Consiglio Distrettuale provvedeva alla suddivisione tra i vari comuni. Ogni anno la leva veniva a cadere su di una determinata classe di et o su pi classi, come per la leva del 1803; solitamente la prima classe era la pi colpita. Nella legge veniva prevista la possibilit di procurarsi un sostituto che svolgesse il servizio

militare al posto del coscritto. Tale facolt era subordinata al pagamento della tassa, di cui all'art. 8 suddetto, (la tassa era diminuita, nel suo

ammontare, di un terzo). Il coscritto o il supplente

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 56

era destinato a restare sotto le armi per un periodo di tempo che, illimitato in tempo di guerra, era di 4 anni in tempo di pace. Nel caso per il coscritto fosse destinato in corpi "specialistici" quali la

cavalleria, il genio e l'artiglieria la ferma veniva prolungata a 6 anni. In relazione alla leva del 1803, che, come ricordato, colpiva indistamente tutte le classi, la ferma variava in relazione alla classe di

appartenenza, cos un requisito della quinta classe avrebbe prestato servizio per 2 anni, un requisito della terza o della quarta classe per 3 anni e solo i requisiti della prima e della seconda classe

avrebbero protratto il servizio militare fino al 4 anno. Un discorso a parte merita la riserva

"destinata unicamente a portare l'armata al piede di guerra se ci si rende necessario". I 60000 uomini necessari requisiti al in suo 5 completamento anni con dovevano di essere 12000

contingenti

riservisti ogni anno. Durante i 5 anni di permanenza nella riserva, i coscritti rimanevano alle nelle loro che si si case e

partecipavano "nelle

esercitazioni in cui meno

tenevano alla

stagioni,

lavora

Campagna". Unico vincolo alla loro libert era il

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 57

permesso, da chiedersi "all'Ufficiale istruttore", in caso di allontanamento dal Dipartimento. Ritornando alla possibilit di procurarsi un sostituto, l'istituto della supplenza era regolato nel titolo 5. In esso venivano elencate le modalit con le quali si cessava di appartenere alla

coscrizione. Per un supplito ci avveniva quando il supplente portava a termine i 4 anni di servizio militare, oppure quando lo stesso supplente otteneva il congedo per ferite o infermit contratte in

servizio o, infine, in caso di sua morte "sotto le insegne". consegnato Solo un in questi casi di al supplito veniva agli

certificato

adempimento

obblighi previsti dalla legge sulla coscrizione. In tutti gli altri casi doveva provvedere alla eventuale sostituzione del supplente, cercandone un altro o

impegnandosi personalmente. Era dunque responsabile del buon fine del servizio militare del suo sostituto e rimaneva con la "qualifica" di coscritto per tutto il periodo, anche senza essere mai partito.

Addirittura i supplenti, nel corpo cui erano stati designati, aggiungevano al proprio il nome di chi sostituivano, designati". Le "prescrizioni generali", al titolo VI del testo di legge, comprendevano una serie di articoli ed erano con questo "militarmente

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 58

riguardanti per lo pi il fenomeno della diserzione. A norma dell'art. 65 i coscritti non potevano uscire dal territorio della Repubblica senza essere

considerati disertori. Nel corso degli anni emergeva peraltro una spiccata tendenza all'applicazione del 2 comma dello dietro di un stesso articolo all' che permetteva

l'espatrio, Municipale

richiesta

Amministrazione L'Amministrazione

passaporto.

provvedeva ad inoltrare la richiesta al Prefetto ed in seguito si occupava della riscossione della tassa per il rilascio del passaporto. Durante gli anni della coscrizione a Cesena, alcune localita' furono scelte dai coscritti quali mete preferenziali per motivi di studio o di lavoro. Tali erano tipicamente il Granducato di Toscana con Firenze e Livorno, lo Stato Pontificio con Roma,

Ancona e Senigallia, la Repubblica di

Venezia. Alla

scadenza del passaporto, un eventuale mancato ritorno comportava nella lista l'inserimento dei immediato Ad essa del coscritto

disertori.

appartenevano

anche coloro che avevano disertato dall'Armata o non l'avevano mai raggiunta, nonostante fossero compresi nel contingente da requisirsi. Le pene per i disertori erano severissime: alla prima diserzione un coscritto veniva punito con tre mesi di carcere e con l'obbligo di servire

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 59

l'Armata per 4 ulteriori anni, una volta terminata la prima ferma; per le successive alle leggi diserzioni vigenti il che

Legislatore

rimandava

contemplavano anche la pena capitale. Particolarmente pesanti erano le pene per

tutti coloro che,in qualsiasi maniera ostacolassero la coscrizione. La negligenza dei pubblici funzionari in materia, ad esempio, comportava la destituzione dalla carica e il pagamento di 300 lire di multa. Il loro favoreggiamento era punito invece con due anni di reclusione e una multa oscillante dalle 600 alle 1800 lire. Peggior destino attendeva gli Ufficiali incaricati dell'arresto dei disertori: in caso di

negligenza era immediata la destituzione, alla quale si aggiungevano cinque anni di "ferri". Infine ai cittadini che nascondessero coscritti requisiti o

disertori era comminata una multa variabile dalle 600 alle 1800 lire cui si aggiungeva un anno di

reclusione. Il testo di legge rimase formalmente immutato per tutto il periodo napoleonico anche se, di fatto, ogni anno di coscrizione fu accompagnato da numerose novit nel campo di attuazione della legge stessa. Le autorit governative per il emanavano regolare delle periodiche delle

"istruzioni

svolgimento

operazioni di leva", che finirono con lo stravolgere

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 60

il contenuto della legge in diversi suoi aspetti. Gi le istruzioni del 1803, ad esempio, prevedevano per le amministrazioni comunali un gravoso carico di

lavoro che non risaltava affatto nel testo di legge. In esse era evidenziato fascia l'obbligo d'et di chiunque si

trovasse

nella

soggetta

alla

coscrizione, d'iscriversi presso il proprio Comune. Nelle istruzioni suddette, invece, i compiti

municipali s'allargavano fino a comprendere, oltre all'aspetto di gestione e compilazione dei registri e delle liste, anche aspetti d'indagine e ricerca

normalmente estranei alle loro pratiche burocratiche. "Le amministrazioni comunali registreranno come

presenti tutt'i Nazionali soggetti alla Coscrizione, lontani dall'ordinario dalle le loro loro domicilio, ed in e si

procureranno altro modo,

famiglie, che

qualunque

notizie

possano

riguardarli,

rendendo conto nel processo verbale, delle diligenze che avranno usate a questo effetto" (50). Tutto questo era stato reso necessario dalla difficolt, in tutta la Repubblica, di giungere

celermente alla formazione dei Consigli Distrettuali; si rese inevitabile una sorta di distrettuazione

provvisoria che venne ultimata solo nel dicembre 1802


(50) ASC 3259, tit. XVII, rub.25. "Istruzioni alle autorit amministrative sulla formazione regolare ed uniforme delle liste dei Coscritti in esecuzione della Legge 13 Agosto 1802, Anno I." Art. 8, comma 1.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 61

(ad eccezione proprio del dipartimento del Rubicone, che comprendeva Cesena, ove fu ulteriormente

ritardata) e che port le competenze ed i compiti del consiglio distrettuale ad essere gestite a livello di amministrazione "temporanea", municipale coincise della con (51). la Questa fase pi gestione, delicata nelle

dell'introduzione

legge,

l'iscrizione

liste dei coscritti. Nonostante venissero inviati nei vari Dipartimenti diversi ufficiali superiori,

incaricati dal Ministero della Difesa di collaborare con le autorit locali, il problema di superare il disinteresse e la scarsa disponibilita' delle

municipalit rimase sempre (52).

(51) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 44. ASC 3259, tit.XVII, rub. 25. (52) ASC, Raccolta di Editti, Ordini, Bandi e Proclami, legge 13 agosto 1802.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 62

Bibliografia cap. 2 S.WHITTAM, "Storia 1979. dell'esercito italiano", Milano

V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia", Roma 1989, vol. I. F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ napoleonica", Milano 1988. nell'Italia

C.ZAGHI, "L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno", in "Storia d'Italia", Torino 1986, vol. XVIII. G.CANDELORO, "Storia dell'Italia moderna", Milano 1956, vol. I. S.J.WOOLF, "La storia politica e sociale", in "Storia d'Italia. Dal primo Settecento all'unit", Torino, vol. III. A.VARNI, "L'Emilia Romagna nell'et napoleonica", in "Storia dell'Emilia Romagna", Imola 1980, vol. III. A.VARNI, "Bologna napoleonica. Potere e societ dalla Repubblica Cisalpina al Regno d'Italia", Bologna 1973. L.ANTONIELLI, "I prefetti del Regno". Bologna 1983.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 63

Capitolo 3. Cesena tra papi e re: la societ e l'economia.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 64

PAR. 3.1.: GLI ASPETTI ECONOMICI.

La precaria situazione economica di Cesena, ai primi del XIX secolo, era una diretta conseguenza delle politiche di gestione municipale, cui la

costringevano i governanti pontifici. Fortemente agricole, decisamente Cesena si dipendente presentava sul piano dalle come attivit una citt (53).

arretrata

economico

Insufficiente per i suoi fabbisogni era la produzione agricola e l'allevamento (54). Il grano, "mancante per la terza parte", costituiva assieme alla canapa la cultura erbacea pi importante e coltivata. La resa per ettaro del cereale era circa pari a 4 volte e mezzo il seminato (55).

(53) Le notizie sono tratte dall'indagine statistica che il governo italiano condusse nel 1807 su tutti i comuni di I classe; copia di tale indagine presente presso l'Archivio di Stato di Cesena, ASC 3038, titolo IX, Consistenza e confini dello stato, rubrica 7 statistica. (54) Ci non condiviso dal Mineccia che afferma esattamente il contrario ricordando come, nonostante molta della potenzialit del territorio Cesenate fosse inutilizzata, l'agricoltura era comunque "in grado di coprire al cento per cento il fabbisogno locale, nelle annate buone." F.MINECCIA, "Tra riforme e rivoluzione. L'economia del Cesenate dalla fine dell'Antico Regime alla caduta del Regno Italico", in "Storia di Cesena", Rimini 1987. Vol. IV, pag. 328. (55) N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche di Cesena prima e dopo la Rivoluzione Francese", Cesena 1888, pagg. 12-13. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 65

"Il degli

basso

livello di

dei

rendimenti...

uno e per

indicatori

un'agricoltura

povera

scarsamente

tecnicizzata

caratteristica,

l'appunto di tutte le campagne pontificie" (56). In essa erano perpetuati quei difetti tipici del sistema colturale fondato quasi prevalentemente su terra e lavoro, cio su solo due dei tre fattori della

produzione. L'apporto di capitale contribuiva solo in minima potevano misura a quelle la migliorie fondiarie dei che e

aumentare

produttivit

terreni

della manodopera agricola. Era dunque un'agricoltura di tipo estensivo, che avevano con diffuse coltivazioni le

cerealicole

ridotto

sensibilmente

colture prative. Da ci, e dal progressivo abbandono delle pratiche di maggese annuale, derivava

l'impoverimento dei terreni, e la loro "stanchezza". L'inserimento del mais nelle rotazioni colturali non era sufficiente che a far le riacquistare coltivazioni alla terra la

fertilit

cerealicole

compromettevano (57). Tra le colture arboree, la vite e i "frutti diversi" costituivano un importante fonte di guadagno per i possidenti agricoli. Se fabbisogno l'agricoltura della citt, non il bastava settore a coprire il e

industriale

(56) F.MINECCIA, Op. cit., pag. 322-323. (57) ibidem, pag. 328. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 66

quello commerciale, erano in situazioni ancora pi precarie. Le uniche industrie presenti erano quelle relative all'estrazione alle dello zolfo di e alla e sua alla

raffinazione,

fabbriche

cappelli

concia di pelli (58). Nonostante fossero molti coloro che

esaltavano le ricchezze naturali di Cesena, indicata dal padre gesuita Hervas y Panduro come una nuova Tours per le ottime risultanze che aveva la

coltivazione della canapa (59), la mancanza di una forza imprenditoriale vivace capace di sviluppare una valida industria manifatturiera, impediva a Cesena un chiaro decollo economico. "Per nostra disavventura... sebbene il

Territorio della nostra Comune somministri dal regno


(58) La concia di pelli e la fabbricazione di cappelli, vedevano impiegati circa 100 operai. La paga era di 2,69 lire di Milano (abro. .). Per il lavoro nelle miniere solfuree un operaio percepiva, sempre giornalmente, .1,61. Sia la fabbricazione di cappelli che la raffinazione dello zolfo, permettevano un'attivit di esportazione nelle altre parti del Regno e all'estero. Negli anni dal 1804 al 1807, queste attivit avevano procurato i seguenti fatturati: CAPPELLI: esportazione nel regno............ 26862.50 CAPPELLI: esportazione all'estero........... 9670.50 ZOLFO: esportazione all'estero............268625.00 La mortalit degli operai era stata dal 1804 al 1807 in ragione del 3% circa. Vedi nota n (53) del presente capitolo. (59) "... met della ricchezza del Brabante e della Fiandra la fa il canape, perch non la potr fare ancora qui ?" L.HERVAS Y PANDURO, "Memoria sopra i vantaggi e svantaggi dello stato temporale della citt di Cesena", in "Storia di Cesena", op. cit., vol. IV, pag 345. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 67

vegetabbile minerale, ed animale moltissime materie, che manifatturate potrebbero centuplicare il loro

valore, sciaguratamente abbandoniamo queste e dandole in mano dell'Estero, ritorniamo di nuovo a

ricomprarle sotto un aspetto diverso, pagandole cento volte dappi di quello si siano vendute. Noi abbiamo lo zolfo, abbiamo il Canape, abbiamo un Territorio, ove il gelso unico cibo del prezioso verme, che fila la seta trova un clima adattato, e propizio, abbiamo una quantit di bestiame che potrebbe fornirci di sufficienti carni, e cuoj; abbiamo finalmente una

vasta corona di deliziose Colline, nelle cui sodaglie potrebbero alimentare un immenso Gregge di Ovino da somministrarci Panni. regali, Ma le Lane ci per la Fabbricazione di questi de'

come... la

serviamo ci

preziosi di

che

Natura

presta?

Contenti

acconciare alla peggio codeste derrate, cos greggie come sono, ne facciamo un Capo di Commercio, e non vediamo l'ora di sbarazzarcene... Niuno stabilimento di rimarco, pochissime fabbriche, ove si riffiniscono le cose, nessun genio finalmente negli abitanti n quell'entusiasmo per fare risorgere le Arti, e le manifatture, che formano la norma dei Paesi

industriali, e sagaci" (60).

(60) ASC 3038 tit. IX, rub. 7. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 68

Se l'impulso francese "cambi la natura" dei Cesenati, come afferma il Trovanelli, e dunque fu rilevante nello sviluppo di una nuova coscienza

civile, pi incline alle aperture ed ai contatti tra i popoli, lo stesso impulso ebbe effetti non del tutto positivi sull'economia del Cesenate. dalle Gli

innegabili

miglioramenti e il

portati

riforme con

istituzionali

progresso

registratosi

l'allargarsi della classe borghese (61) coinvolsero anche il Cesenate, ma non servirono a dimenticare gli aspetti negativi Le degli tanta che tasse, l'occupazione le francese il la

comportava. mantenimento scomparsa privazione di di

requisizioni, di passaggio, che

eserciti giovent,

significava specie in

manodopera

preziosissima,

campagna, causarono notevoli disagi all'economia di Cesena ed ai suoi abitanti, specie a quelli

appartenenti alle classi meno agiate. "Restava, profondo e incolmabile, il distacco del regime con l'universo senza tempo dei lavoratori

(61) L'allargamento, come afferma il Montoni, "... non legato, in generale, alla crescita delle figure direttamente impegnate nel processo produttivo... bens ... alimentata dagli acquisti dei beni della Chiesa... E' per vero...[ che ]... questa borghesia con tutti i suoi limiti ha contribuito notevolmente a... rinnovare la classe dirigente... formando i quadri necessari per il successo delle riforme istituzionali napoleoniche." G.MONTRONI, "L'et napoleonica", in "Storia della Societ italiana", Milano 1985. pag. 254. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 69

dei

campi.

Che,

istintivamente

ostili

verso

ogni

novit introdotta sul terreno della fede, conobbero la "democrazia", dapprima, solo sotto la forma delle depredazioni effettuate dai soldati delle armate; poi attraverso fiscale le maglie di una sconosciuta di rigidit di un

richiesta

dall'imporsi

strutture

apparato statale moderno; nonch all'interno delle regole odiate della coscrizione militare, subito

respinta, combattuta, avversata in ogni modo, anche con la fuga dai paesi ed il formarsi di una sorta di opposizione armata, diffusa soprattutto nelle

contrade della parte montana della provincia" (62).

(62) A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", in "Storia di Cesena", Rimini 1987, VOL. IV, pag. 2. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 70

PAR.

3.2.: GLI ASPETTI SOCIALI.

Nel

quadro

di

una

sempre

maggiore

rivalutazione degli studi attinenti a temi connessi con la vita militare, appare interessante affrontare un tale argomento partendo proprio dall'esame

dell'impatto che la "militarizzazione" francese ebbe sul tessuto sociale Cesenate. In una realt locale in cui la desuetudine all'impegno militare si protraeva da anni e dove il sostegno politico al deposto regime pontificio era ancora ben vivo nell'animo dei suoi abitanti (63) , trovarono scarso favore i tentativi del Governo di "avvicinare" l'esercito alla societ. Eppure in tutta Europa si viveva un periodo in cui la storia militare connessa con la storia civile, dati i nuovi legami che univano il popolo alle Armate (64). Questi vincoli non erano solo dei semplici sentimenti patriottistici collocazione ma riflettevano stesso invece nelle la nuova

dell'esercito

strutture

della societ. Per il Blanch l'armata trovava la sua massima espressione di solidit proprio perch

(63) ibidem, pag. 34. (64) L.MASCILLI, "Un paradigma per la societ Ottocentesca. L'esercito napoleonico", in "Rivista Italiana di studi Napoleonici", 1988, n 1, pag. 207-223. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 71

"figlia

della

moderna

divisione

del

lavoro"

(65).

L'uomo poteva ora scegliere di svolgere l'attivit militare lavoro, cos di come una qualsiasi la altra e forma di

conseguenza

stretta

continua

correlazione tra il mondo civile e quello militare fecero s che la figura del militare oltrepassasse i confini della leva mercenaria o forzata e divenisse una configurazione perdendo il caratteristica suo del tessuto isolamento

sociale, (66).

Settecentesco

Anche

Cesena

si

vide

investita

da

queste

modificazioni nel campo civile e militare, ma esse non furono accettate se non con la coscrizione. I due poli sociali continuarono infatti a respingersi tanto che "il militare", dapprima considerato un elemento estraneo diventarne alla un normale elemento vita di civile, fin col Le

pesante

disturbo.

ragioni di questo ostracismo derivavano dal retaggio culturale maturato negli ultimi secoli di dominazione papalina. Storicamente infatti, fin dalla fine del XV secolo, Cesena aveva goduto di quella "libert

ecclesiastica" che aveva permesso al papato, tramite la concessione di privilegi alle pi ricche famiglie locali, di consolidare il proprio dominio su tutta la
(65) L.BLANCH, "Scritti Storici" a cura di B.CROCE. Bari 1945, pag. 150. (66) L.MASCILLI, Op. cit., pag. 210. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 72

Romagna (67). I privilegi concessi, avevano portato ad una estrema frammentazione del territorio: il

fenomeno del "municipalismo", non era altro che il formarsi di tanti comuni, fra loro indipendenti ma fortemente vincolati all'autorit centrale di Roma (68). All'interno delle mura, i Cesenati, frazionati nelle diversit sociali, limitavano il pi possibile i rapporti con il resto della Romagna (con i

"forastieri") e, soprattutto, con gli abitanti delle provincie poste al di fuori dello Stato Pontificio (con gli "stranieri"). Le diversit di ceto avevano formato una

piramide sociale che vedeva un numerosissimo clero, che con l'elevata ingerenza negli "affari terreni" aveva accumulato immense ricchezze; un buon numero di famiglie nobili con notevoli mezzi e prerogative di tipo feudale a causa delle quali il richiamo alla carriera militare si presentava scarsamente

incentivante. Anche la numerosa classe rurale, che insieme a quella artigiana ed al cospicuo numero di mendicanti costituiva la base della piramide (69),
(67) Le notizie contenute in questo capitolo sono in gran parte tratte dall'opera di N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche ..." op. cit., Cesena 1888. (68) ibidem, pag. 6. (69) Per ulteriori approfondimenti sul contesto sociale di Cesena durante il periodo francese, vedi M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, economia e societ dal 1811 al 1859", in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV, pag. 421-510. F.MINECCIA, Op. cit., pag. 317-419. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 73

era reticente ad abbracciare le bandiere dell'Armata, visto che della vita militare avrebbe dovuto

sopportare gli aspetti meno gratificanti. La quasi totale mancanza di un ceto medio, che garantisse nuova linfa allo sviluppo economico, svincolando il concetto di ricchezza da quello di propriet della terra e, soprattutto, l'ineguale

allocazione delle risorse che rendeva poverissime le classi meno abbienti, non turbava i pensieri n

alimentava un qualunque spirito di reazione: "agli artigiani, scarso lavoro, ma frequenti spettacoli; ai poveri, elemosine, abbrutimento e preghiere" (70). "Abbagliati" pubbliche, organizzate dallo per sfarzo delle i due feste Papi

festeggiare

cesenati (Pio VI e Pio VII) e i numerosi cardinali di Cesena (ben 5) eletti nella seconda met del XVIII secolo, i Cesenati si sentivano probabilmente, nella loro "piccola succursale della curia romana" (71), come isolati dal resto del mondo, in una posizione che appariva privilegiata, ma che non dava, in

realt, alcun vantaggio concreto alla citt. Ci lo si vide chiaramente quando Cesena fu occupata dalle truppe francesi, ed incominci un

A.MAMBELLI, "La popolazione romagnola dall'et romana all'Unit d'Italia. Note storiche-statistiche-economiche-sociali", Forl 1964, pag. 217 e segg. (70) N.TROVANELLI, Op. cit, pag. 7. (71)...ibidem..., pag. 22. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 74

periodo

difficile periodo

e che

pieno

di

sacrifici per un

per

cittadini,

rappresent

sicuro

passo avanti sulla strada del progresso. "L'avviamento alle carriere militari

[malgrado le forti resistenze da parte di tutti i ceti sociali] e civili; una grande quantit di beni stabili messi ...in circolazione; lo sbandeggiamento di tante tonache, di tante cocolle, di tante figure carnevalesche e medioevali; l'abolizione di

privilegi, di ridicolezze feudali; l'istituzione di ordinamenti e la promulgazione di leggi, in cui

l'antica sapienza romana era chiamata a servizio de' moderni deturpata originavano rapporti da sociali, da e non pi da tante oscurata e che

bolle, tante

bandi,

immunit,

confusioni,

ingiustizie;

l'obbligo... di provvedere all'istruzione popolare, affermato creata; per il la prima volta...l'attivit l'affiatamento, d'ogni ordine laica il

contatto, non solo

rimescolamento,

d'abitanti

nello stesso paese, ma d'Italiani d'ogni provincia, anzi d'Italiani degli con stranieri; fino il conseguente allora tanto

allargarsi

orizzonti,

ristretti; la gloria procacciatasi dai nostri soldati nelle campagne napoleoniche, in cui non ultimi furono i Romagnoli, che dettero...guerrieri...; il muoversi; l'agitarsi; lo scambiarsi idee e sentimenti; il

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 75

ragionar

d'ogni

cosa;

l'operare lo in

sopra

tutto; gridare,

e, il

ammettiamolo vivere,

pure,

anche

scomposto un

insomma

poterono

ventennio

farci

cambiar natura" (72).

(72)...ibidem..., pagg. 24-25. Sul tema degli effetti che l'influsso francese port in merito all'evoluzione della societ italiana, ricordo la citata opera di G.MONTRONI, pag. 253- 292. Per il contributo, dato dai Romagnoli, alle armate napoleoniche rimando all'opera di A.MAMBELLI, "I romagnoli nelle armate napoleoniche. Stati di servizio, elenchi di documenti, note biografiche", Forl 1969. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 76

Bibliografia cap. 3 M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, economia e societ dal 1811 al 1859", in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV. A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", Cesena", Rimini 1987, vol. IV. in "Storia di

F.MINECCIA, "Tra riforme e rivoluzione. L'economia del Cesenate dalla fine dell'Antico Regime alla caduta del Regno Italico", in "Storia di Cesena", Rimini 1987. Vol. IV. L.HERVAS Y PANDURO, "Memoria sopra i vantaggi e svantaggi dello stato temporale della citt di Cesena", in "Storia di Cesena", vol. IV. G.MONTRONI, "L'et napoleonica", in Societ italiana", Milano 1985. "Storia della

N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche di Cesena prima e dopo la Rivoluzione Francese", Cesena 1888. N.TROVANELLI, "Cesena dal 1796 al 1859", Cesena 1906, vol. I. L.MASCILLI, "Un paradigma per la societ Ottocentesca. L'esercito napoleonico", in "Rivista Italiana di studi Napoleonici", 1988, n 1. L.BLANCH, "Scritti Storici" a cura di B.CROCE. Bari 1945. A.MAMBELLI, "La popolazione romagnola dall'et romana all'Unit d'Italia. Note storiche-statisticheeconomiche-sociali", Forl 1964. A.MAMBELLI, "I romagnoli nelle armate napoleoniche. Stati di servizio, elenchi di documenti, note biografiche", Forl 1969. L.DAL PANE, "Economia e societ a Bologna nell'et del Risorgimento", Bologna 1969.
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 77

D.MENOZZI, "La Chiesa, la rivoluzione francese e l'impero napoleonico", in "Storia della societ italiana. L'Italia giacobina e napoleonica", Milano 1985. V.TONELLI, "Sarsina napoleonica", Imola 1980.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET E
L'ECONOMIA.

- 78

Capitolo 4. Le coscrizioni cisalpine (1799-1801).

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 79

PAR. 4.1.: LA COSCRIZIONE DEL 1799.

La legge per la coscrizione introdotta il 10 Frimale anno VII (30 novembre 1798) e successivamente modificata con decreto 11 Nevoso anno VII, fissava in 9000 uomini il contingente da ottenersi con le

requisizioni in tutti i Dipartimenti della Repubblica Cisalpina. Al Dipartimento del Rubicone, di cui faceva parte il Comune di Cesena, spettarono 799 coscritti, da ripartirsi per ogni distretto in ragione della popolazione (73). In particolare, Cesena si vedeva assegnato un contingente di 74 coscritti da

requisirsi tra tutti i celibi tra i 18 e i 26 anni, abili "pel servizio militare" (74). Il primo era passo la necessario per dei di avviare la

coscrizione, (cos

compilazione le liste

"cataloghi" leva). La

venivano

chiamate

necessit di ottenere "registri certi ed ineccepibili dell'et dei cittadini componenti la nostra Comune" (75), fece s che per riuscire rapidamente e con la massima precisione nell'intento, la municipalit

(73) ASC 2394 A, Raccolta delle leggi, proclami, ordini e avvisi. (74) ASC 2320 B, Processi verbali della municipalit. (75) ibidem CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 80

ricorse all'aiuto dei parroci e dei loro registri parrocchiali (registri battesimali, in genere). Se l'ausilio di tali strumenti poteva dare un notevole contributo alla compilazione delle liste, l'operazione stessa doveva peraltro essere condotta sotto la vigilanza pi stretta da parte dell'autorit comunale. Al contrario l'onere della compilazione del "catalogo" fu affidato quasi interamente ai parroci, i quali dovevano trascrivere le generalit di tutti coloro che, iscritti nel registro in loro possesso, fossero in et di coscrizione. I municipali si

riservarono solamente il compito di confrontare le risultanze delle singole parrocchie con i registri "anagrafici" in loro possesso. Questa delega

operativa non contribu certo a favore della maggior precisione del risultato finale, infatti, gi pochi giorni dopo l'inizio delle operazioni di controllo e rettifica dei registri parrocchiali (svolte in

municipio), le tante inesattezze contenute in essi, avevano bloccato la compilazione delle liste

ufficiali. E' difficile risalire alla causa precipua di tali errori. Presumibilmente degli essi furono causati in

dall'inadeguatezza

strumenti

anagrafici

possesso del Comune e dei parroci. L'ostacolo portato da questi ultimi, che per ovvie ragioni osteggiavano
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 81

l'operazione, non ebbe gli effetti clamorosi che si verificarono carteggio ad esempio durante il 1803. un Dal certo tra della

rinvenuto

traspare, (anche Stato e se

anzi,

"collaborazionismo" rappresentanti Chiesa. Consci comportava dello

interessato)

rappresentanti

delle

difficolt dei

tecniche nei

che quali

compilare

registri

l'elemento fondamentale era l'et di coloro che vi venivano iscritti, i parroci, dopo l'approvazione del Comune, avevano compiuto una parziale suddivisione per et della massa dei loro parrocchiani. Con essa, per, vennero ad identificare tutti i giovani in et compresa tra i 16 e i 28 anni. Poich le classi di leva destinate dalla legge a sopportare il peso della coscrizione erano quelle comprendenti i giovani dai 18 ai 26 anni, era palese l'aggiunta di quattro

classi che non dovevano invece essere coinvolte dalla leva. La giustificazione che diedero i parroci di questa evitare parziale "scrematura" dalle era liste che di essa doveva che

l'esclusione

persone

avrebbero dovuto appartenervi (76). La mossa dei parroci era invero piuttosto

astuta, in quanto consentiva di addossare la parte pi gravosa del lavoro di compilazione delle liste
(76) ibidem CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 82

sulle

spalle

dei

municipali.

Prevaleva

allora

il

desiderio di non occuparsi della questione, piuttosto che quello di contrastarla, tendenza che invece

caratterizz gli anni successivi. Certo fu che la municipalit si trov a

dovere affrontare un problema pi duro del previsto, con rettifiche, spesso complesse, delle informazioni avute dalle parrocchie. Il dover stilare la lista definitiva di coscrizione eliminando ben quattro

classi di et, attraverso l'uso di mezzi inadeguati, provoc sensibili ritardi, tanto da costringere il rinvio dell'estrazione del contingente. Nelle campagne, intanto, cominciavano a

manifestarsi i primi sentimenti d'intolleranza verso l'applicazione contadini strade, della legge. "Attruppamenti" la sicurezza comunale, di

armati

minacciavano

delle "...

dell'immediato

circondario

tutta la Montagna generalmente in insurrezione per l'esecuzione della legge 11 Nevoso..." (77). Oltre violenta, cominciava esenzioni con a alla protesta, in in forma pi della o meno legge delle che loro

l'entrata diffondersi o

vigore il

malcostume

comprate i

comunque in

ingiustificate, relazione alla

discriminavano

coscritti

posizione sociale, o a quella della loro famiglia.


(77) ibidem CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 83

Scriveva il Comandante Gamba della Guardia Nazionale di Ravenna, unitamente al Maggiore Grasceni, entrambi agenti militari del Rubicone, "... di prevenire i Comandanti le piazze del Dipartimento; perch secondo l'istruzioni [municipali] loro con note i concorrano mezzi che con sono a voi loro

tutti

disposizione, sull'esecuzione della legge 11 Nevoso; ed alfine di consolidare le intenzioni del Governo, e di reprimere gli abusi per o gli far intrighi; argine alla che si

potessero

manifestare

legge

suddetta" (78).

(78) ASC

2288, Lettere di Comandanti militari.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 84

PAR. 4.2.: I RISULTATI DELLA COSCRIZIONE.

Dai processi verbali della municipalit (79), possibile compiere un'analisi piuttosto dettagliata delle liste dei coscritti che si vennero a formare in seguito al lavoro combinato di parroci e municipali. Iscritti nelle liste del Comune di Cesena, erano 1763 coscritti. Di questi, 304 erano stati

giudicati inabili al servizio militare e dei restanti 1459, 613 vivevano all'interno della citt, o nelle campagne dell'immediato circondario e 846 risiedevano nelle campagne del Cesenate. I coscritti erano suddivisi a seconda delle parrocchie di appartenenza, come mostrato dalle

tabelle II e III; in queste viene messa in evidenza anche la ripartizione per classi di et. L'analisi fatta sui dati in nostro possesso, specie per ci che riguarda le tabelle delle et dei coscritti, sicuramente inficiata dalle inesattezze e dall'assenza di una sicura fonte anagrafica. Anche se solo dell'1,10% dei coscritti non si conosceva l'et, la grossa disparit esistente tra alcune delle classi, ben evidente nella tabella del totale dei

(79) vedi nota (74) di questo capitolo. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 85

coscritti, induce a sospettare che ci fosse qualcosa d'errato.


Tabella I: I coscritti a Cesena nel 1799 (80). Et Coscritti della citt N 18 19 20 21 22 23 24 25 26 ? TOTALE 5 117 116 92 78 66 53 51 32 3 613 % 0,82 19,09 18,92 15,01 12,72 10,77 8,65 8,32 5,22 0,49 42,02 Coscritti della campagna N 55 113 123 125 104 87 94 73 59 13 946 % 6,5 13,36 14,54 14,78 12,29 10,28 11,11 8,63 6,97 1,54 57,98

Sensibili differenze esistevano anche tra le classi d'et dei coscritti di citt e quelle dei coscritti di campagna. La pi lampante era quella che riguardava la classe dei diciottenni e quella dei diciannovenni: campagna, molto pi pi numerosi numerosi i i primi secondi in in

altrettanto

citt. Se si accorpasse, per, il dato delle due classi, si raggiungerebbe, in citt e in campagna un risultato abbastanza simile.

(80) ASC 2320 B, Processi verbali della Municipalit. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 86

Tabella II: Coscritti di Cesena per parrocchie e classi di et, (1799) (81). Classi di et Parrocchie Cattedrale S. Cristina S. Martino S. Pietro Casa di Dio S. Giovanni Boccaquattro S. Zenone S. Michele S. Maria S. Bartolomeo Abadesse S. Lucia Totale 5 1 7 4 1 117 116 13 10 10 5 1 92 78 9 2 2 3 1 66 53 51 32 3 9 2 4 2 3 1 2 1 1 18 19 7 5 11 22 23 21 8 5 3 20 11 5 9 18 19 10 9 5 7 21 3 3 6 32 10 10 5 3 4 22 1 3 4 24 16 6 6 4 3 23 3 2 1 23 8 12 4 2 5 24 2 1 2 17 5 7 1 4 3 25 1 2 4 18 5 7 4 2 2 2 1 1 26 2 8 1 10 4 1 1 ? Tot 30 30 38 166 91 73 38 25 32 0 57 30 3 613

Le percentuali

altre

classi

d'et omogenei

presentavano nei due

valori

abbastanza

contesti,

tranne nel caso dei ventenni e ventiquattrenni, ci comporta che l'andamento delle spezzate, nel grafico che segue, notevolmente coincidente.

(81) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 87

Tabella III: Coscritti della campagna Cesenate per classi d'et, (1799) (82). Classi di et 22 23 24 5 7 4 5 3 4 4 2 1 11 8 6 1 2 8 6 5 1 9 8 8 2 5 3 4 8 3 10 4 4 11 7 13 2 6 2 8 2 8 3 1 2 2 1 3 2 1 2 4 3 1 2 7 1 4 2 2 1 1 123 125 104 1 87 94 1 73 4 2 2 2 8 1 2 2 3 5 1

Parrocchie Pieve Sistina S. Andrea in B. Diegaro S. Mauro Tipano S. Vittore Monticino Ronta S.Martino in F. Gattolino Ruffio Bulgaria Carpineta S. Tommaso S. Cristoforo Provezza Paderno Formignano Luzena Martorano Diolaguardia Calisese Casale S. Demetrio Montereale Montevecchio Lizzano S. Mamante Monteaguzzo Massa Totale

18 4 4 6 4 2 1 4 4 1 9

19 10 4 8 5 6 14 3 7 11 6 1 8 5 2 3 3 5

20 8 7 5 4 7 3 7 4 5 8 18 3 10 3 2 4 2 3 7 2 3 4 3

21 7 2 5 3 4 10 12 8 3 3 7 1 18 6 3 2 7 2 3 8 2 4 2 2 1

25 6 6 2 1 3 9 2 4 2 7 4 4 4 2 5 4 1 3 1 1 2

26 1 1 7 5 2 3 2 5 7 6 2 3 3

8 1

1 1 1

2 2 3 2

3 1 3 1 1 2 1 1 59 13

2 1 1 2 1 3 1 1 113

2 55

Tot 52 36 24 54 26 46 9 71 31 43 50 85 13 60 29 13 15 26 20 16 1 47 10 14 15 14 13 5 3 5 846

(82) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 88

Figura I: Coscritti per classi di et (1799)

Coscritti delle parrocchie


di citt e campagna

sc tt ei co ri i er nt le d p ce ua

20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 18 19 20 21 22 23 24 25 26

Et dei coscritti Citt Campagna

Per coscritti, l'alto

quel un

che a

concerne prima

l'occupazione

dei di

dato dei

vista

sorprendente cio

numero

coscritti

"possidenti",

coloro che con terminologia pi moderna potrebbero essere definiti proprietari terrieri. All'epoca la loro percentuale era superiore al 7% del totale dei coscritti. Ci potrebbe apparire come una conferma delle tesi portate dal Montroni, che parla di cambiamento della distribuzione fondiaria (83), e, soprattutto, delle tesi dello Zaghi, che si esprime in termini di
(11)

G.MONTRONI, "L'et Napoleonica", in "Storia della Societ Italiana", Milano 1985, pag. 254. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 89

"rivoluzione fondiaria" (84). L'aumento del numero di proprietari terrieri durante l'et napoleonica, e il cambiamento della natura stessa del possidente, che non era pi di estrazione nobile o borghese, ma

semplice "proprietario, senza altri aggettivi" (85), coinvolse senza dubbio anche il Cesenate, dove la sottrazione di beni immobili alla Chiesa fu ingente. Parlando della produzione agricola nelle campagne di Cesena nel '700, il Trovanelli ricordava come "le ricchezze accennate erano assai male distribuite. Fu gi detto quanta parte stagnasse gran nelle mani di del

clero"

(86).

Sicuramente

parte

queste

ricchezze entrarono a far parte del patrimonio degli appartenenti al nuovo ceto sociale, ma questo non si verific immediatamente. Di conseguenza l'alto numero di possidenti era probabilmente dovuto ad altri

fattori. Uno di questi era rappresentato dal fatto che il dato, comprensivo di tutti i coscritti che erano proprietari, non teneva in considerazione che molto spesso la loro propriet consisteva di miseri "fazzoletti di terra" assolutamente insufficienti al mantenimento del coscritto e della sua famiglia.

Inoltre, sempre tra i "possidenti", era inserita una larga fetta di agricoltori che lavoravano il proprio
(84) ibidem, pag. 254 (85) ibidem, pag. 256. (86) N.TROVANELLI, "Sulle condizioni..." op. cit., pag. 13. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 90

terreno,

ricavandone spesso

solo pi

il

mezzo di

per

il

loro dei

sostentamento, coloni. Costoro coscritti della (87),

misero

quello

rappresentavano e costituivano manodopera

circa una

il

60%

dei parte ai

cospicua

preziosissima

agricola.

Oltre

coloni un altro 8% dei coscritti rappresentava la manodopera, impiegata prevalentemente in citt,

necessaria alle famiglie pi ricche o alle botteghe, per lavori di servit o garzonaggio. Circa il 70% degli esaminati costituiva dunque manodopera

salariata, mentre svolgeva attivit artigiane pi del 17% del totale dei coscritti (88). Altri due dati meritano attenzione: il primo quello riguardante di il il bassissimo superiore interessa tasso al il di

disoccupazione percentuale,

poco secondo

punto grado

d'istruzione dei coscritti: solo il 2.5% di essi era impegnato seminario). Per un considerevole numero di coscritti (338 su 1459, pari ad oltre il 23%) non fu possibile a studiare (per la maggior parte in

(87) La percentuale calcolata sul totale dei coscritti di cui si conosceva la professione. (88) Nella percentuale di artigiani compreso anche il dato riguardante gli operai della fabbrica di cappelli, 20 di questi erano coscritti, mentre, dalle liste di leva, non risultavano esserci coscritti occupati nelle miniere di zolfo. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 91

risalire alla professione (89). Il contenuto della tabella IV ovviamente privo di tale aliquota, ed riferito ai dati che ebbe a disposizione l'autorit municipale.
Tabella IV: Tipo di occupazione dei coscritti Cesenati (1799) (90). Coscritti di citt Professione Colono Possidente Artigiano Commerciante Servo Studente Disoccupato Libero prof.ta Impiegati Totale N 47 36 199 35 61 21 13 5 3 420 % 11,19 8,57 47,38 8,33 14,52 5,00 3,10 1,19 0,72 100 701 100 29 7 4,13 1,00 Coscritti di campagna N 617 46 2 % 88,02 6,56 0,29 Coscritti Totale N 664 82 201 35 90 28 13 5 3 1121 % 59,23 7,32 17,93 3,12 8,03 2,50 1,16 0,45 0,27 100

Un coscrizione

altro del

aspetto 1799 fu

interessante quello

della il

riguardante

capitolo delle esenzioni. Come ricordato, ci furono 304 giovani in et di coscrizione che, per diversi motivi, furono dispensati dall'obbligo di prestare servizio militare. L'alta percentuale di esentati,
(89) Il numero dei coscritti di cui non si conosceva la professione era molto pi alto in citt (193 su 613, pari al 31.49%) rispetto alla campagna (145 su 846 pari al 17.14%). Le cause di ci derivano dalle minori tipologie d'impiego del contesto rurale, che portavano la maggior parte degli abitanti a svolgere la professione di agricoltore. (90) ASC 2320 B, Processi verbali della Municipalit. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 92

oltre il 17%, va per scorporata prendendo in esame le precise cause che avevano portato al

provvedimento.
Tabella V: Cause di esenzione (91). Cause di esenzione Fisica Burocratica Tot.esentati Numero 105 199 304 % sul totale degli esentati 34,86 65,14 100,00 % sul totale dei coscritti 5,96 11,29 17,24

Le

cause

"burocratiche"

riguardavano

nella

quasi totalit (198 casi su 199), le esenzioni date ai coscritti che erano figli unici. L'unico altro privilegio concesso di ad esenzione un era stato misteriosamente Lorenzo,

coscritto,

Maroncelli

impiegato come segretario comunale a Sorrivoli. Pi articolata era la tipologia riguardante l'esenzioni (92). stilata concesse per "fisica indisponibilit"

Nell'articolatissima casistica medica che fu le cause pi frequenti di riforma

riguardavano le patologie dell'apparato locomotore. In particolare il rachitismo e le "malformazioni"

ricorrevano pi di sovente (11 casi). Numerosi erano gli storpi agli arti inferiori o superiori (9 casi),
(91) ibidem. (92) Per un approfondimento sull'argomento vedi B.FAROLFI, "Una critica antropometrica dell'industrialismo: i riformati alla leva a Bologna (1862-1866)", Bologna 1979. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 93

mentre si contavano anche due paralitici. Un'altro tipo di patologia alquanto comune riguardava quella afferente all'apparato addominale. Oltre a 10 casi di ernia inguinale erano riportati i nomi di 12

coscritti afflitti da non meglio precisati dolori al ventre. Fra le altre patologie da evidenziare i casi di tubercolosi (10 coscritti), rogna (8 coscritti), epilessia (4 coscritti), gonorrea (3 coscritti) e i diversi casi di difetti rientranti nella patologia oculistica. Questi ultimi riguardavano 13 coscritti afflitti da "monoculia" (6 casi), miopia (4 casi) e da "infezioni agli occhi" (3 casi) (93). L'estrazione del contingente per il comune di Cesena, fissato a 74 coscritti, interess solamente 53 di loro, poich si arruolarono ben 21 volontari. Quest'ultimo resta un dato abbastanza sorprendente; nonostante le difficolt e gli ostacoli derivanti

dall'inserimento di una legge sulla coscrizione in un contesto civile come quello Cesenate, completamente privo di tradizioni militari, oltre un quarto dei coscritti requisiti era volontario (94).
(93) ASC 2320 B, Processi verbali della Municipalit. (94) "Il carattere volontaristico delle prime formazioni" del nascente esercito italiano era giustificato dall'entusiasmo che animava gli irrequieti patrioti accorsi sotto le bandiere della Cisalpina. Questi sentimenti erano destinati a rimanere tali: l'esercito Cisalpino fu dapprima frantumato ed incorporato nelle divisioni francesi dell'Armata d'Italia, sconfitta dagli Austro Russi nel 1799; successivamente fu composta una Legione Italica a Digione, grazie al generale Lechi, che segu CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 94

Il tentativo fatto con la legge 10 Frimale d'introdurre la coscrizione ebbe comunque risultati assai deludenti nel resto della Repubblica. "...tre anni pi tardi un terzo della forza disponibile era composto di polacchi, e il resto da disertori..." (95). Dal carteggio rinvenuto non possibile

sapere quale fu il destino del contingente fornito da Cesena (96). Ancora 1801 (legge 2 pi lacunosa anno risultava X); dal la leva del si

Brumale

carteggio

risale unicamente al testo di legge, mentre non c' traccia di atti che possano testimoniare di questa leva a Cesena. Del resto quel testo di legge fu ben presto abrogato dai contenuti della normativa del 13 Agosto 1802 che sanciva definitivamente l'entrata in vigore della coscrizione.

Bonaparte nella fortunata campagna in Italia del 1800. C.ZAGHI, op. cit., pag.542-544. (95) V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia", Roma 1989, vol. I. (96) "Una tale recluta venne fatta...nell'anno 1799 ed anche in altro tempo, le quali reclute poi non ebbero effetto, se non con quelli che non furono facoltosi a pagare denaro." C.A.ANDREINI,"Memorie di Cesena", vol. IX, pagg. 427-428. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 95

Bibliografia cap. 4 G.MONTRONI, "L'et Napoleonica", in "Storia della Societ Italiana." Milano 1985, pag. 254. N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche di Cesena prima e dopo la rivoluzione francese." Cesena 1888. C.ZAGHI, "L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno." in "Storia d'Italia." Torino 1986, vol. XVIII. V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia", Roma 1989, vol. I. B.FAROLFI, "Una critica antropometrica dell'industrialismo: i riformati alla leva a Bologna (1862-1866)", Bologna 1979.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 96

Capitolo 5. LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804)

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 97

PAR. 5.1.: GLI ERRORI INIZIALI.

Con liste trovava dei

le

istruzioni

per

la

formazione

delle

coscritti

pervenute ufficiale

alla la

municipalit, 13 agosto

applicazione

legge

1802 (97). Le formazione istruzioni di liste governative che prevedevano "tutti la i

riguardassero

nazionali nati dall'1/10/77 sino al 30/9/82 inclusi". Di ogni coscritto doveva essere fornita una serie di dati anagrafici (nome e cognome del coscritto e dei suoi genitori e giorno, mese ed anno di nascita), cui si aggiungevano altri informazioni riguardanti la

professione. Oltre a ci dovevano essere specificate la statura e e le caratteristiche somatiche titolo del di

coscritto

naturalmente

l'eventuale

esenzione in suo possesso. All'art. IV era evidenziato come l'obbligo d'iscrizione nelle liste fosse a carico del coscritto il quale, se non provvedeva nei termini fissati,

veniva portato in testa agli iscritti della prima classe ed era dunque il primo ad essere requisito. L'ordine di requisizione era dato dall'et. Il primo
(97) Tali istruzioni pervennero alla municipalit nel febbraio 1803. Copia di esse conservata in ASC 3259 titolo XVII, "Militari e Guerre", rub. 25 Coscrizione. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 98

"marciare"

(se

non

ci

fossero

stati

coscritti

renitenti) sarebbe stato colui che, nell'intervallo temporale predetto, era il pi giovane. Oltre ai compiti di formazione di tali liste, l'amministrazione comunale doveva provvedere alla

nomina di un chirurgo che incaricato di esaminare i coscritti inidoneit valutandone fisica. Per gli eventuali gli titoli esentati di la

tutti

Municipalit aveva poi l'obbligo di calcolare la loro rendita, alfine di applicare le aliquote previste

dalla legge per la tassa d'esenzione (98). Uno dei primi problemi che il Governo dovette affrontare, fu proprio quello di riuscire ad ottenere dalle Municipalit tutto l'impegno e la precisione necessarie per riuscire a portare a termine un

compito cos gravoso. Data infatti l'assenza di una qualunque anagrafe pubblica (99), che fu introdotta proprio quell'anno con la creazione di un registro delle della nascite, le uniche erano fonti le di identificazione battesimali" in

popolazione

"fedi

possesso dei parroci dalle quali si potevano desumere pochissime notizie sul battezzato (data di nascita,

(98) ibidem. (99) "...i documenti statistici assursero in quegli anni a strumenti di conoscenza ai fini della direzione politica ed economica." M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, Economia e Societ dal 1811 al 1859." in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV, pag. 430-431. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 99

genitori

e,

ovviamente,

parrocchia).

Si

possono

intuire le difficolt che si sarebbero presentate se i "nazionali" non sarebbe si fossero molto presentati difficile

all'iscrizione:

stato

riuscire a stabilire tutte le notizie da riportare nelle liste. Diveniva allora fondamentale lo stimolo che la Municipalit avrebbe dovuto dare ai coscritti per riuscire a convincerli all'iscrizione. Questo resta il momento pi a importante e nel degli Regno. 11 Dal anni di

reclutamento

Cesena

fallito

obiettivo di convincere i coscritti all'iscrizione, derivarono condizionarono successive. Le cause del fallimento furono molteplici. Anzitutto da ricordare come Cesena fosse una citt la cui popolazione era pi abituata "alle messe che infatti gravi conseguenze l'esito delle che leve

pesantemente

alle guerre" (100). Durante la dominazione pontificia non era virtualmente esistito alcun obbligo di leva (101) e le uniche forme di contatto tra il popolo e
(100) In riferimento allo scarso spirito militare, non solo dei Cesenati ma anche di tutti gli altri sudditi pontifici, l'Ilari cita le parole contenute in un anonimo progetto di riforma dell'esercito papalino, datato 1793: "altrove i sudditi nascono per cos dire soldati, mentre quelli pontifici che sono nati in seno alla pace, hanno bisogno di essere preparati a poco a poco." V.ILARI, op. cit., pag. 154. (4) La milizia pontificia aveva assunto nel corso degli anni una configurazione tale, da poter essere definita "una sorta di CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 100

l'esercito, erano costituite dalle parate militari che effettuavano le colonne di truppe di passaggio nel Comune. Queste suscitavano nel popolo un enorme ammirazione, delle dovuta ed pi all'eleganza alla che delle uniformi e

montature ma,

spettacolarit ispirare gli

delle ardori

"evoluzioni",

guerreschi della gente, tali parate rappresentavano forme di svago alternative al teatro e alle compagnie di attori che transitavano periodicamente in citt. Inoltre la Romagna era pervasa da forti

sentimenti campanilistici, tali per cui venivano ad essere considerati "stranieri", tutti gli abitanti residenti al di l del pi immediato circondario. Tali sentimenti costituivano senza dubbio un grosso ostacolo al pensiero di un servizio militare da

effettuarsi lontano da casa, in paesi con lingue ed usanze radicalmente diverse. Racconta il Fabbri, memorialista dell'epoca, che il giorno 8 luglio 1796, "circa le ore 14 non si sa da quale parte si propall in questa citt e

contado... una voce che i Francesi reclutavano e che un picchetto di questi si trovavano a tale effetto alla Porta della Trova per il che il popolo si mise nella massima costernazione e sull'istante in citt e
guardia nazionale ante litteram" nel quale prestavano servizio esclusivamente volontari dei pi disparati ceti sociali. Ibidem, pag. 148. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 101

suborghi si chiusero tutte le case e botteghe ed a torme li Nobili, cittadini... in correvano La verso le

montagne

rifugiandosi

queste...

campagna

rasentava oramai un deserto...- solo quando la voce si rivel infondata- ... circa le ore 20 di detto giorno otto ritorn... la calma in citt e campagna, ripopolandosi la citt e la campagna" (102). Il ricordo di tali avvenimenti e di quelli che caratterizzarono la leva del 1799, unito alla conoscenza dei sentimenti dei Cesenati avrebbe dovuto allarmare locale i membri dell'autorit se che non una amministrativa altro, simile la almeno legge loro questa

rendendo e gli

evidente, sforzi Emergeva occuparsi

l'impegno richiedeva scarsa

loro. di

invece anche

chiara di

voglia

tutta

enorme mole di lavoro, che si aggiungeva, a parit di compenso, all'occupazione quotidiana. Principalmente non furono capiti, o non si vollero capire, quelli che dovevano essere i compiti delle Amministrazioni. Esse avevano un ruolo cardine nel meccanismo della coscrizione essenzialmente per due motivi: innanzitutto perch dovevano fare

presente in modo chiaro ai coscritti i loro obblighi e le sanzioni a cui sarebbero andati incontro se non avessero rispettato gli ordini. In aggiunta avrebbero
(102) M.A.FABBRI, op. cit., pag. 126. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 102

dovuto

rivestire

un

ruolo

chiarificatore

del

meccanismo di coscrizione vero e proprio (103). Tutto ci non fu intuito ed inoltre si compirono scelte errate quando, dietro i pressanti inviti del Governo fatti per mano del Prefetto, la Municipalit fu

chiamata a dar prova del proprio impegno in materia militare. "Giovani della Comune di Cesena! E' in voi che la patria ha riposto le sue pi belle speranze: dal vostro coraggio che attende prosperit e

sicurezza... possiate un giorno vedervi con lodevole compiacenza... della Gloria, verdeggiare sublime sul crine, di gli ogni Allori grande

animatrice

intrapresa... Onori, virt, nomi sacri e sublimi! Fu per voi solo che trecento bravi di Sparta inondarono del sangue di un mezzo miglione di schiavi le

Termopili e costrinsero Serse abbattuto, sconfitto e ferito a ripassare con gli avanzi delle sue falangi, l'Ellesponto. Sia per voi pure, che i Giovani di questa Comune ascoltino finalmente quella voce benefica, che
(103) Per molto tempo la gran parte dei coscritti non seppe in quale maniera fosse possibile ottenere esenzioni, rinvii ed altre agevolazioni previste nel testo di legge. Inoltre non fu mai abbastanza evidenziato che l'iscrizione nelle liste di leva non significava necessariamente dover Partire. Il sistema coscrizionario francese introdotto in Italia prevedeva, infatti, la chiamata solo per un'aliquota di iscritti mentre, dei restanti, solo una parte era arruolato nella riserva (destinata a brevissimi periodi di attivit). CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 103

togliendoli dall'ozio domestico li chiama a militare sotto i vessilli della gloria" (104). Molti furono i bandi come questo che

sembravano fatti apposta per ostacolare l'operazione anzich agevolarla. Essi racchiudevano infatti due fondamentali vettore errori. Anzitutto mezzo la di scelta di un

cartaceo

come

comunicazione

rappresentava una grave ingenuit in una citt il cui tasso di alfabetismo era basso (105), inoltre, altra cosa assai importante, il contenuto era del tutto inopportuno, visti i destinatari cui era diretto.

(104) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. Proclama della Municipalit di Cesena del 1 Gennaio 1803. (105) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n337. Per avere un'idea dell'analfabetismo nel distretto tra tutti coloro che rientravano nell'intervallo di et dei coscritti, sono utili i prospetti redatti nel 1807 a seguito dei decreti 17 e 27 giugno, con i quali si ordinava, in tutto il Regno, una leva di 250 uomini per la Gendarmeria e la requisizione dei coscritti per la Guardia Reale. Requisito fondamentale, per l'arruolamento in tale corpo, era, tra gli altri, appunto il saper leggere e scrivere. La leva fu condotta sulle classi gi colpite dalla leva per l'Armata attiva del 1807, in particolare sui coscritti "risparmiati" da essa. Dalle liste rimasteci, che riguardano le posizioni di oltre 300 coscritti, possibile giungere ai seguenti risultati:

CANTONE

n coscritti 131 110 77 318

n analfabeti 100 107 76 283

% analfabeti 76.33 97.27 98.70 88.99

Cesena Savignano Mercato Sar. TOTALE

Nel comune di Cesena il valore si abbassava fino al 55.17% (32 coscritti su 58 non sapevano n leggere n scrivere). CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 104

L'enfasi esasperata, il richiamo al sacrificio per una patria a cui i Cesenati non sentivano di

appartenere, l'utilizzo ripetuto di parole cruente, fecero s che i proclami ottenessero l'effetto

opposto al voluto, soprattutto dopo che il Governo del Melzi gioc la carta pi rischiosa nella

"partita" della coscrizione coinvolgendo il clero. Per l'ascendente che la Chiesa possedeva sulle

popolazioni del Regno (e in special modo sulle ex "Legazioni Pontificie" alle quali appartenevano le citt romagnole), il poter contare sull'appoggio del clero sarebbe sicuramente stato per il Governo una garanzia di successo negli affari di coscrizione. Non ci si rese conto per che la Chiesa di Roma non aveva alcuna Governo, interesse anzi in ad tal appoggiare modo Melzi ed il suo la

avrebbe

appoggiato

Francia, nazione che aveva usurpato il suo dominio nella penisola (106). Occorreva per distinguere tra il comportamento del clero delle "curie", coinvolto solo marginalmente nell'operazione attraverso le

"eccitatorie" governative, che produssero come unico risultato le cosiddette "lettere pastorali" (107) e
(106) Sui conflitti del periodo fra Vaticano e Francia rimando alla vastissima bibliografia. (107) Le lettere pastorali venivano scritte dai vescovi ai parroci della propria diocesi al fine di esortarli a propagandare la coscrizione tra i parrocchiani. "Quasi tutti i vescovi, che non gradivano la parte assegnata dal governo, si trassero d'impaccio con pastorali generiche e poche CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 105

l'atteggiamento

del

clero

delle

"parrocchie",

pi

vicino alla popolazione. Se il rifiuto dei vescovi era comunque camuffato dall'accettazione formale del ruolo che assegnava loro il governo, ben pi radicale era il rifiuto dei sacerdoti, condizionati dagli

umori e dallo scontento della gente cui si aggiungeva la motivata avversione verso l'occupazione

napoleonica. Solo a Cesena infatti i francesi avevano provveduto a chiudere ben 12 tra conventi e chiese, requisendone le ricchezze e riducendole spesso alla condizione di squallide caserme (108). A quello stesso clero veniva ora chiesto di appoggiare la causa

"nazionale" invitando i coscritti ad iscriversi nelle liste di coscrizione e facendo loro presente i doveri da rispettare. I sacerdoti avrebbero dovuto impiegare tutta la loro arte oratoria alfine di convincere la popolazione che una possibile ferma di 4 anni per un coscritto, non era poi quel dramma che poteva

sembrare (109).
impegnative infarcite di citazioni delle Sacre scritture e di reminescenze classicheggianti, poco adatte a suscitare spiriti guerrieri nelle popolazioni." F.DELLA PERUTA, op. cit., pag.48. (10) ASC 3260, tit. XVII, rub. 25. Nel 1804 le caserme a Cesena erano 4, precisamente: Convento di SAN AGOSTINO: per le truppe di guarnigione. Convento dei CARMELITANI: per le fanterie di passaggio. Convento e Chiesa di SAN FRANCESCO: per le fanterie e cavallerie di passaggio. Convento dei SERVI: per le fanterie e cavallerie di passaggio. (109) "Di che finalmente si tratta? Di quattro anni di servizio: e tutto finito. Oh quattro anni passano pur velocemente nel seno della gloria!" CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 106

Nel

Distretto

di

Cesena

non

si

ebbero

incidenti, n altre situazioni spiacevoli del tipo ricordato nelle memorie del Fabbri; l'azione dei

parroci, se non ebbe quella influenza positiva che auspicava il Governo per intensificare il ritmo di iscrizione dei Cesenati nelle liste di coscrizione, serv comunque a mantenere la calma in tutto il

Distretto (110). Intanto il Governo cercava disperatamente di rimediare agli errori propri e delle Municipalit. Verso la met del gennaio 1803, con una circolare ai Prefetti, il Ministro della Guerra invitava ad

evitare le "misure di clamorosa pubblicit" contenute nei bandi fino a quel meno momento pubblicati. Questi ad

dovevano informare

diventare i

retorici, su

limitandosi e

coscritti

termini

modalit

d'iscrizione alle liste (111). Tale raccomandazione fu peraltro disattesa come dimostra il bando del 26

giugno 1803 (112), in cui temi retorici ed enfatici abbondano.

A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", in Storia di Cesena, Rimini 1987, vol. IV, pag. 87. Il Prefetto del Dipartimento del Rubicone, Masi, Gennaio 1803. (110) Ci rappresent quasi un'eccezione visto i disordini che invece scoppiarono in parecchi altri Dipartimenti all'introduzione della legge. A tale proposito rimando all'opera, pi volte citata, del DELLA PERUTA, pag. 46. (15) ibidem, pag. 47. (112) ASC 3259 , tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 107

Nonostante il ritrovato vigore dei municipali cesenati, numero la situazione nelle del liste comune, riguardo al non

d'iscritti

coscrizionarie,

migliorava. In risposta alla richiesta prefettizia del 17 marzo con la quale si chiedeva il numero di coloro che si erano iscritti volontariamente nelle liste comunali, la Municipalit non pot nascondere che solo 75 giovani avevano provveduto agli obblighi di legge (di questi appena 10 erano residenti al di fuori delle mura di Cesena). La circolare

prefettizia, oltre al dato quantitativo, richiedeva anche altri ragguagli. Come "la gara o ripugnanza dei cittadini a farsi iscrivere", lo zelo del cancelliere inviato da Forl, il nome dei parroci e dei

municipali maggiormente distintisi nel compito. Nella sua risposta la Municipalit affermava come "nessuna gara si veduta anzi una somma ripugnanza", e

continuava elogiando indistintamente tutti i parroci e i municipali. del Non si pronunciava, affermando, giudicare invece, con un una uomo

sull'operato punta

Cancelliere di non poter

d'ironia,

imposto dall'alto (113). Dunque i coscritti continuavano imperterriti ad ignorare la chiamata di leva, mettendo in

difficolt le autorit locali, le quali lamentavano


(113) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 108

la loro impotenza presso gli organi gerarchici a loro superiori. Ne seguiva un'intensa corrispondenza,

piena di richieste, risposte, esortazioni, consigli e anche minacce (114). Intanto costituito agiva il anche a Cesena si era finalmente Tale organo era

Consiglio

Distrettuale.

internamente

alle

municipalit

(ne

praticamente una loro emanazione peri due terzi) ed era composto da un delegato prefettizio, che assumeva il ruolo di Cancelliere di Cesena Distrettuale, e uno di e da due La

municipali,

uno

Longiano.

creazione di tale organo non fu scevra di polemiche: Carlo dei Re, che ricopriva la carica di Cancelliere, lamentava comuni l'assenza di rappresentanti assenza i che due per degli altri il

del di

distretto,

privava

Consiglio d'altro

rappresentativit; si lamentavano

municipali, la gravosa

canto,

(114) Il 2 marzo il Prefetto Masi fece pervenire al Comune di Cesena una circolare del Ministro della Guerra con la quale si riconoscevano le oggettive difficolt che comportava il compimento delle liste di coscrizione. Soprattutto si riconosceva "...la difficolt di portare nelle liste suddette i connotati e statura dei coscritti originata dall'assenza o renitenza dei coscrivendi a presentarsi per l'iscrizione...". Come se non bastasse, molti comuni del Distretto risultavano sprovvisti di adeguati strumenti per la misurazione dell'altezza dei coscritti. La circolare si concludeva permettendo l'omissione di tali dati per tutti i coscritti che non si fossero iscritti, con la sola clausola d'indicare la motivazione che aveva portato all'assenza del dato stesso (se per renitenza del coscritto o per mancanza di idonei strumenti di misurazione). ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 109

incombenza "alzava l'altro la

loro voce"

capitata, per

mentre a di

il

Viceprefetto gli Re uni e

mettere

tacere dei

(115).

Le una

lamentele

ebbero che si

successivamente

giustificazione,

visto

ingenerarono forti sospetti sulla regolarit delle operazioni coscrizionarie. Specie nei ceti rurali, si radic l'opinione di favoritismi nei confronti delle famiglie pi ricche della citt, a scapito dei ceti pi umili. Pur se con qualche difficolt, comunque, il Consiglio cominci a lavorare regolarmente. Ad esso era preposto il compito di formare le liste ed

esaminare i coscritti che chiedevano esenzioni per malattie. Allo scopo gli furono affiancati due

medici: il chirurgo Giacomo Bufalini e Michelangelo Aldini, entrambi di Cesena. era Un altro di compito del i

Consiglio

Distrettuale

quello

verificare

redditi degli esentati ai fini del pagamento della tassa prevista dall'articolo 8 della legge 13 agosto.

(115) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 110

PAR. 5.2.: DUE LEVE A CONFRONTO.

Il termine per l'iscrizione nelle liste di leva, scaduto il 18 marzo fu inutilmente prorogato fino al 10 aprile. Alla scadenza del secondo termine le liste coscrizionarie non presentavano modifiche, tanto che la prima fase della coscrizione poteva

dirsi conclusa con i famosi 75 miseri coscritti posti nelle liste. Precedentemente le autorit municipali

avevano chiesto alle parrocchie di fornire la lista dei giovani in et di coscrizione, per avere almeno il riferimento anagrafico dei registri battesimali dei parroci. Le liste inviate dalle parrocchie per, si rivelarono del tutto inadatte allo scopo per il quale erano state richieste. Esse non erano altro che lunghe serie di nomi, con a fianco un numero che ne indicava l'et (senza specificazione della data di nascita), ed erano prive di qualsiasi ai fini altra della

informazione coscrizione. Le principali:

aggiuntiva

utile

liste il

erano

composte le

da

due

corpi di

primo

riguardava

parrocchie

citt (per un totale di 11 parrocchie), il secondo quelle di campagna (31 parrocchie). Per poter avere
CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 111

un termine di paragone con i registri di leva del 1799 occorre considerare che mentre quest'ultima leva interessava i coscritti appartenenti alle classi di et dai 18 ai 26 anni, la leva del 1803 riguardava solo le classi dai 20 ai 25 anni. Di conseguenza dovremo scorporare (diciottenni, questa dalla leva del 1799 tre classi e 1078 ventiseienni). coscritti, In che

diciannovenni otteniamo

maniera

rappresentano le sole classi dai 20 ai 25 anni, e i 304 esonerati.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 112

Tabella I: Coscritti della citt di Cesena per classi di et (1803) (116). Classi di et Parrocchie Cattedrale S. Cristina S. Martino S. Pietro Casa di Dio S. Giovanni Boccaquattro S. Zenone S. Michele S. Maria S. Bartolomeo Totale 20 4 2 17 24 18 14 7 9 15 5 16 131 21 7 6 10 19 23 12 6 5 11 6 20 125 22 6 7 9 28 10 20 8 9 7 5 8 117 23 5 6 13 19 10 12 7 7 7 4 13 103 24 0 2 8 16 15 14 7 6 3 6 11 88 25 8 1 6 13 9 11 1 3 13 7 13 85 Tot 30 24 63 119 85 83 36 39 56 33 81 649

Di una parrocchia, Ponte Abadesse, mancava totalmente il numero dei coscritti suddivisi e,

inoltre, da ben 5 parrocchie di campagna, non era stato fornito alcun dato sull'et.

(116) Manca il dato che si riferiva a Ponte Abadesse, quarta parrocchia dei sobborghi di Cesena insieme a S.Bartolomeo, S.Pietro e S.Michele. ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 113

Tabella II: Coscritti delle parrocchie di campagna per classi di et (1803) (117).

Parrocchie Pieve Sistina S. Andrea in B. Diegaro S. Mauro in V. Tipano S. Vittore Monticino Ronta Tisello Ruffio Bulgaria Carpineta S. Tommaso S. Cristoforo Provezza Paderno Formignano Luzena Martorano S. Lucia Calisese Casale S. Demetrio Montereale Montevecchio Roversano S.Martino in F. Mamante S. Mamante Monteaguzzo S.Apollinare Totale

20 2

21 3 6 5

Classi di et 22 23 24 25 9 4 4 6 4 3 7 2 7 15 3 5 3 3 5 2 3 3 8 1 7 1 8 16 5 4 4 1 5 4 1 10 4 3 2 1 6 5 7 5 3 10 5 4 6 2 9 3 2 3 4 2 7 3 4 2 3 4 1 12 6 1 3 7 3 5 8 2 2

Tot 52 20 20 34 17 39 3 46 12 35 55 19 45 14

5 5 4 1 6

5 3 10 1 9 1 12

3 15

13 6 8 9

11 4 1 6 2 3 3 2 5 4 1 2 5 9 1 74 4 4 2 4 2 1 123 1

11 10 15 21

48 1 5 4 1 9 2 3 4 4 1 114 103 4 4 2 2 3 5 3 2 1 106 60 78 3 1 2 6 4

48 5 33 4 19 12 9 15 22 14 22 6 4 658

(117) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 114

L'incompletezza dei registri rende difficile l'analisi uniche della prima leva sono ed della Repubblica. queste Le

fonti

rimasteci incomplete

appunto

liste non

parrocchiali,

imprecise,

mentre

esiste alcuna traccia di registri comunali redatti allo scopo. L'assenza di liste comunali, la mancanza del "registro documenti", particolare previsto corredato 6 da della legittimi legge di

dall'art.

coscrizione, nel quale andavano iscritte le persone esentate dalla coscrizione (a norma dell'art. 5), ed ancora l'assenza di un dato di sintesi sui coscritti "che per titolo di d'infermit, corpo" furono o di cattiva dalla

conformazione

dispensati

coscrizione, tutto questo rende lo studio leva abbastanza frammentario.

su codesta

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 115

Tabella III: Suddivisione per luogo di residenza e classi di et dei coscritti (1803) (118).

Et 20 21 22 23 24 25 ?

Coscritti della citt N 131 125 117 103 88 85 649 (%) 20,18 19,26 18,03 15,87 13,56 13,10 100,0

Coscritti della campagna N 74 123 114 103 106 60 78 658 (%) 11,25 18,69 17,33 15,65 16,11 9,12 11,85 100,0

Per riuscire ad approfondire l'argomento si pu tentare una comparazione tra i risultati della leva del 1799 e quelli della leva del 1803. stessa comparazione peraltro sommaria La

poich

diversi dati sono difficilmente paragonabili, senza ricorrere (119). Il confronto per utile per scoprire, con la citata approssimazione, le diversit di risultati raggiunte nei due diversi anni di leva. a vistose forzature, tra i due periodi

(118) ibidem. (119) E' il caso ad esempio di alcune diversit di costruzione degli agglomerati urbani e rurali (la parrocchia di S.Lucia, che nel 1799 faceva parte della citt, nel 1803 era considerata centro rurale). Lo stesso dato degli esentati della leva del 1799, appare del tutto inutile nella comparazione tra le due leve, perch di questi esentati mancava la suddivisione per classi di et. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 116

Figura I: Coscritti di citt - Leve del 1799 e del 1803.

CITTA'
26 25 24 23

os it % c cr ti

22 21 20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 20 21 22 Classi di et leva del 1799 leva del 1803 23 24 25

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 117

Figura II: Coscritti di campagna - Leve del 1799 e del 1803.

CAMPAGNA
22 21 20 19

os it % C cr ti

18 17 16 15 14 13 12 11 10 20 21 22 Classi di et leva del 1799 leva del 1803 23 24 25

Dai

grafici

si

nota,

principalmente,

come

l'andamento delle spezzate, nelle parrocchie di citt risulti essere molto simile anche con 190 coscritti in meno iscritti nelle liste. La sola classe dei ventenni presenta un dato fortemente diverso tra i due anni presi in considerazione Anche nelle parrocchie di campagna

l'andamento delle due curve simile, anche se in misura minore rispetto alle parrocchie di citt, ed anche qui il dato della classe dei ventenni ad essere fortemente disomogeneo.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 118

Figura III: Totale coscritti - Leve del 1799 e del 1803.

GLOBALE
23 22 21 20

os it % c cr ti

19 18 17 16 15 14 13 12 11 20 21 22 Classi di et leva del 1799 leva del 1803 23 24 25

Il dato sui ventenni, va ad influire anche sull'andamento delle curve che esprimono il totale dei coscritti, alterando in parte la somiglianza tra le due spezzate. Queste ultime mostrano come

caratteristica peculiare la tendenza alla decrescenza con l'aumentare dell'et. A tale proposito, se esaminiamo il contenuto delle liste del 1803 rileviamo un fatto singolare. In entrambe (liste di parrocchie di citt e di campagna) il valore percentuale pi basso quello dei

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 119

venticinquenni

(13.10

nelle

prime,

9.12

nelle

seconde) per, mentre in citt il valore pi alto quello dei ventenni, in campagna il secondo valore pi basso. Avanzando delle ipotesi, destinate a

rimanere tali, e, quindi, facilmente confutabili, si potrebbe azzardare l'affermazione che i parroci di citt cercarono di privilegiare, omettendolo dalle liste, uscire il coscritto di "maturo" che, in procinto di

dall'et un'et

coscrizione, di 25

poteva anni e

anche quindi

dimostrare

maggiore

sfuggire alle requisizioni. Al contrario i parroci dei centri rurali favorirono i coscritti pi giovani omettendoli avvalorata dalle dal liste. che, Una su tale 26 ipotesi di

fatto

parrocchie

campagna (di 5, come si visto non furono fornite notizie sull'et dei coscritti), addirittura nove, con ben 180 coscritti in lista, non presentavano

neppure un ventenne (120).


(120) Una delle parrocchie priva di coscritti ventenni era Calisese. In tale centro non risultava risiedere, su di una popolazione di 1443 anime, nemmeno un ventenne. Nel mese di luglio, quando 3 parroci furono arrestati nel cesenate per aver ostacolato le operazioni di requisizione, uno dei tre parroci era proprio quello della parrocchia di Calisese, Don Mario Fiumani. Ad esso fu imputato "... di aver nella notte dei 22 ai 23 luglio con minacce di suono di campane a martello, e successive reali esplosioni dalla propria casa di Armi da fuoco dirette ad allarmare gli Abitanti, impedito nel momento con vie di fatto le operazioni... per esecuzione della legge 13 agosto 1802..." A.VARNI, op. cit., VOL. IV, pag. 78. In aggiunta occorre dire che, dei due restanti parroci, uno era Don Paolo Angeli, parroco a Diegaro, una delle 9 parrocchie senza coscritti di 20 anni. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 120

L'omissione l'inserimento di nomi

di

coscritti

o,

addirittura,

di persone non coinvolte nella

coscrizione (ad esempio nomi di defunti), fu un altro motivo della confusione che si cre all'atto della formazione della lista. Da un'indagine condotta sui registri

dell'anagrafe napoleonica concernenti la parrocchia di San Pietro risulta inoltre che, su 119 coscritti, ben 23 risultavano sposati e quindi, a norma

dell'art. 6, suscettibili d'iscrizione nel registro particolare precedentemente menzionato. Anche se i parroci non erano a conoscenza dell'esistenza di un tale registro, certamente sapevano che le persone

sposate non eran requisibili (o lo erano per ultimi, se sposati dopo l'entrata in vigore della legge). Oltre a ci le liste di San Pietro presentavano 24 coscritti con un'et non coincidente con quella

risultante dai registri dell'anagrafe e di questi 24 coscritti, cinque avevano un'et tale da non farli ricadere nella coscrizione. Sempre dall'esame dei

registri anagrafici risultano poi i nomi di cinque persone, aventi un'et compresa nell'intervallo di coscrizione, ma che non risultano iscritte nelle

liste fornite dai parroci (121).

(121) ASC 2605 (18-21), Ruolo generale famiglie della parrocchia di S.Pietro,

della

popolazione,

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 121

L'assenza di una revisione accurata da parte dei municipali sicuramente port ad un moltiplicarsi di casi del genere, frapponendo un altro grosso

ostacolo alla riuscita dell'operazione.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 122

PAR. 5.3.: LA REQUISIZIONE E LE PRIME DISERZIONI.

Nonostante difficolt di

la

disastrosa della

situazione fase

le

compimento

"burocratica"

della coscrizione, nel Comune di Cesena venivano ad ultimarsi quei ritocchi organizzativi necessari per la seconda parte della leva, quella pi gravosa in quanto riguardante la requisizione dei coscritti. Il contingente per il Distretto di Cesena, fissato seguente:
Tabella IV: Ripartizione del contingente del distretto di Cesena (leva del 1803) (122). LOCALITA' N Coscritti

198

coscritti,

fu

ripartito

nel

modo

CESENA..........................140 LONGIANO.........................16 SOGLIANO..........................8 ROVERSANO.........................7 RONCOFREDDO.......................6 MONTIANO..........................5 MONTECOGRUZZO.....................4 S.MARTINO con BORGHI..............3 DIOLAGUARDIA con MONTEAGUZZO......2 MONTELEONE........................2 CIOLA ARALDI......................1 MONTENOVO.........................1 MONTEBORO con CASALECCHIO.........1 ARDIANO...........................1 SORRIVOLI.........................1

Per favorire la fase di requisizione Cesena doveva anzitutto arginare quel diffuso fenomeno di
(122) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 123

emigrazione

che

coinvolgeva

gran

parte

delle

popolazioni delle zone collinari. Attratte dai salari offerti nelle zone toscane e marchigiane, numerosi giovani impiegavano le loro braccia al servizio dei latifondisti residenti al di fuori del Distretto.

Tali zone potevano ora essere mete di emigrazioni clandestine per sfuggire alla chiamata di leva. La stessa conformazione geografica del distretto,

incastrato com'era tra le "maremme toscane e quelle pontificie" sortite, si prestava, l'estrema del resto, di a fughe e un

data

difficolt

eseguire

controllo capillare dei confini pedemontani. "I coscritti non possono sortire dal Comune del loro domicilio. Quelle autorit che permettono e favoriscono la sortita (123). Invano sono il personalmente Prefetto Masi

responsabili..."

scriveva queste parole ai municipali di Cesena, le zone collinari in furono verso sempre luoghi il pi pi percorse tranquilli da e di

coscritti purtroppo

fuga

divennero

anche

ricettacolo

delinquenti e briganti, i quali, organizzandosi in bande, resero alquanto infidi e pericolosi molti

angoli del Distretto. Oltre all'emigrazione clandestina, esisteva

per una forma legalizzata di esodo periodico dal


(123) ibidem CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 124

Distretto.

La

municipalit,

infatti,

si

trovava

spesso a concedere, in ossequio all'art. 65 della legge persone 13 agosto, passaporti iscritte per in l'espatrio lista alle La

regolarmente

(124).

possibilit di riuscire ad ottenere un supplente da parte del mallevadore era (in genere il padre a chi del il

coscritto)

naturalmente

limitata

supplente poteva permetterselo; di questa possibilit si avvalse, principalmente, il ceto borghese della citt. Grazie ad essa i figli delle famiglie pi facoltose potevano continuare studi o altre attivit senza il rischio di essere requisiti (125). Per incaricate esercitare le forze la messe requisizione a furono del

disposizione

Dipartimento. Accanto agli Ussari che, di stanza a

(124) La legge 13 agosto spiegava come la concessione del passaporto fosse subordinata, oltre all'iscrizione nelle liste di leva, anche alla presentazione di un "idoneo mallevadore", il quale s'impegnasse personalmente, in caso di requisizione del coscritto emigrato, a presentare un supplente, provvedendo anche al pagamento della tassa corrispettiva, oppure a richiamare il coscritto "dall'estero". In aggiunta la richiesta del passaporto doveva essere motivata, il coscritto doveva cio dimostrare di dover effettivamente svolgere un'attivit altrove. (125) La possibilit di essere prelevato, anche per errore, fu molto alta durante l'esecuzione delle prime requisizioni. Il rischio di passare diversi giorni rinchiusi in fetidi depositi, con trasferimenti in catene da Comune a Comune, invogliarono notevolmente le persone pi facoltose, ad usufruire dell'occasione offerta dall'articolo 65. L'assenza del coscritto era, infatti, un'arma ben pi efficace, di fronte ai soldati incaricati della requisizione, della presentazione di certificati o attestati comprovanti il diritto a non partire del coscritto stesso. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 125

Forl, avrebbero inviato un distaccamento a Cesena, i corpi destinati alla requisizione furono la

Gendarmeria e la Guardia Nazionale. Soprattutto la situazione alla di quest'ultima "Questa da gran destava nostra tempo preoccupazioni Comune servita trovasi da una

Municipalit: e gi

attualmente,

sedicente Guardia Nazionale. Questa composta di un numero fisso di fazionari, che sono sempre i medesimi raccolti dalla pi vile, e viziosa faccia del Popolo, di professione vagabondi, ladri, oziosi e del

continuo ubriachi, e pieni di tutti i vizi, i quali colla loro connaturale immoralit, e colla loro

cattiva ed irregolare condotta, danno tutto giorno occasione a continui giusti reclami. Con tutta

raggione i cittadini fortemente si lamentano di dover soggiacere pel mantenimento di una Guardia obrobriosa per tutti i titoli, ad un aggravio, e tassa, la quale non porta alla citt nessun utile e vantaggio ma continui disturbi..." (126). Il processo di riorganizzazione della Guardia Nazionale era d'altronde appena iniziato (il decreto che ne sanciva l'organizzazione ed i compiti era la legge 17 settembre 1802) e, nonostante la creazione di un'apposita Commissione, nata per sveltirne la

(126) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. Lettera della Municipalit al Prefetto, 26 Aprile 1803. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 126

formazione (responsabile Dipartimento)

(127), della era

questo scorta ancora dei ben

importante coscritti lungi

corpo verso il

dall'essere

approntato. Ancora nel 1804 la Municipalit di Cesena si lamentava con il Prefetto per i "continui arbitri ai quali si abbandona con nostro vivo rincrescimento, e con sorpresa questo Cittadino Angelo Bandi

Comandante la Guardia Nazionale" (128). Si avvicinava frattanto la data della

requisizione. Inutilmente il cittadino Masini (futuro Podest di Cesena), di aveva scritto da Milano, per la con

consigliando requisizione,

adottare

metodi il

"morbidi"

incoraggiando

volontariato

congrui incentivi economici. "Questa Comune [quella di Milano] ha creduto, per liberare li suoi cittadini dalla coscrizione, poich dar ad di... il suplir... con il 545 suo 4

volontari... effetto si

pensiero

sortisca

ogni

volontario

zecchini

d'ingaggio e soldi 5 al giorni, fin tanto che star al servizio" (129). La municipalit non sembrava intenzionata a simili forme, anzi, dai documenti consultati

risultava

chiara

l'apprensione

dell'autorit

(127) ASC 3259, tit. XVII, rub. 30. (128) ASFo Prefettura napoleonica, busta n 74, tit. XVII, rub. 25. (129) ASC 3259, tit. XVII, rub. 30. Lettera del 1 Giugno 1803. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 127

amministrativa

locale,

impegnata

tempestare

il

Prefetto di richieste per un pi numeroso contingente di truppa di linea da affiancare alla Guardia

Nazionale e alla Gendarmeria. Per attuare la requisizione al distaccamento di Ussari furono affiancate truppe francesi ed

italiane (130). A questo punto nelle fonti c' un vuoto. Non ci sono informazioni sui metodi di requisizione, sul numero dei coscritti Certo, requisiti, a sui disagi dal delle

popolazioni.

giudicare

carteggio

successivo, appare evidente che i modi usati dalla forza militare per portare a termine la coscrizione non furono certo gentili. D'altronde non ci si poteva attendere di meglio, con una siffatta Guardia

Nazionale, con gli Ussari (corpo del quale spesso si tramandano pi del valore militare, le passioni per il gioco, per gli alcolici e la spiccata predilezione per le risse che ed mal i saccheggi) sopportava e con una di truppa essere

francese

l'idea

impiegata per un compito cos "dequalificante" e che quindi era ancor pi intollerante nei confronti delle popolazioni (131).
(130) Precisamente tali distaccamenti facevano parte della 10 demibrigade francese e della 2 demibrigade italiana. La demibrigade era il corrispettivo, dell'esercito rivoluzionario francese, del "regiment" dell'esercito napoleonico. (131) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 61. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 128

Le requisizioni furono condotte di notte e, mancando attuata precisi una riferimenti nelle che liste (132), fu la

enorme

"retata"

coinvolse

generalit delle famiglie cesenati, anche quelle che non avevano coscritti. Furono cos prelevati, e

condotti nei "depositi", tutti coloro che sembravano avere un'et compresa tra i 20 e i 25 anni, non curandosi coscritti dei documenti loro per l'esenzione n dei che i

potevano

mostrare,

lampanti

casi di inabilit al servizio militare. Se fecero i le fonti "ufficiali" cesenati tacquero del non cos La la per

memorialisti militare fu un

periodo. come essi

coscrizione definivano)

(la valido

"recluta" motivo

di

spunto

numerose pagine delle loro cronache. Il Guidi, ad esempio, era quello che con maggior dettaglio

illustrava le varie fasi della coscrizione, dapprima informando dello scarso esito delle operazioni

d'iscrizione nelle liste di leva e successivamente del risultato delle requisizioni situazioni (133). Dai suoi ed

scritti

emergono

interessanti

impreviste. La requisizione avvenuta la notte tra il 15 e il 16 luglio, c'informa il Guidi, non riguard i
(132) Praticamente tutti i giovani facevano parte della prima classe di leva, quella dalla quale prelevare il contingente, che aveva raccolto tutti i renitenti all'iscrizione. (133) M.GUIDI, "Il Giornale, Cronaca di Cesena" (1781-1787; 1793-1829) vol. II, pag. 32. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 129

coscritti Distretto.

bens

gli

oziosi

che

vivevano

nel

"... gli sbirri del paese in detta giornata hanno arrestato n 43 di quei soggetti li quali

vivono oziosi senza mestiere e tutto il giorno sulla piazza e per le contrade ed osterie a giuocare, li quali sono ladri, e fra questi vi sono non solo

giovani adulti, ma uomini ammogliati, fra tante cose che si opperato questa l'unica e ben fatta ma non basta per acquietare il contado e la citt, non basta se ne prendessero un miliaro" (134). Il tentativo di saldare almeno una parte del contingente dovuto con questi soggetti marginali

della societ era, da parte della Municipalit, una mossa che dava davvero poche garanzie, considerato che la lealt di queste persone verso l'esercito era facilmente immaginabile. Le cronache si soffermavano a lungo sui fatti che maggiormente urtavano la le fantasia lunghe e file la di

sensibilit

popolare;

dapprima

coscritti cesenati che, "legati... [e]... condotti in prigione come rei di delitti" (135), erano sottratti alle loro famiglie per essere condotti nel "deposito -prigione" del Carmine; successivamente le colonne di

(134) ibidem, pag. 37. (135) ibidem, pag. 45. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 130

reclute che, provenienti da Rimini o da Forl, si recavano ai loro corpi e poi "alla guerra" (136). Ma anche, sistema meccanismi e la sensibilit del popolo era urtata che il suoi ai

soprattutto, coscrizionario profonde

dalla

convinzione nei

racchiudesse e

iniquit

discriminazioni

danni dei pi poveri. "In Cesena questa notte nno arrestato gran quantit di giovent, ed hanno dato disturbo a molte famiglie, ma la mattina molti nno pagato denari, e questa non giusta perch chi ha denaro libero e chi non ha denaro alla guerra..." (137). Un altro memorialista del periodo, Carlo

Antonio Andreini, si spingeva pi a fondo in questa denuncia, "...in coinvolgendo precise categorie hanno sociali: fatto li

queste

circoscrizioni

non

municipali... sortire gli ex nobili, n veruno del Ceto civico o n sia tampoco veruno ma del la partito povera

democratico,

giacobino,

bens

gente." (138) "...chi vol essere libero dalla febbre di guerra, bisogni che adopri l'argomento dell'oro, o dell'argento essendo queste tutte trappole di chi

(136) Cesena arriv ad ospitare, in una sola giornata, oltre 1500 coscritti di passaggio, e questo per pi volte nel corso del 1803. Logico quindi che accanto alla tristezza per la partenza di tanti cesenati, vi fosse la compassione verso tanta giovent sacrificata. (137) M.GUIDI, op. cit., VOL. II, pag. 38 (138) C.A.ANDREINI, "Memorie di Cesena", vol. IX, pag. 428. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 131

governa per far denaro... a suo tempo tutto verr al luce" (139). Il significato di un esercito italiano era quindi oscuro alla gran parte della gente, che non poteva ovviamente capire gli interessi politici di Melzi o di in Napoleone. particolare La popolazione la propria cesenate realt

osservava

solo

locale. Il sospetto, la diffidenza verso l'autorit amministrativa aumentava giorno dopo giorno,

alimentata da tutti gli impopolari provvedimenti che la Municipalit era costretta a prendere. Spesso la scarsa conoscenza delle leggi

faceva supporre cose sbagliate; cos il denaro che il Municipio pretendeva quale indennizzo per l'esenzione data agli inabili o a chiunque altro ne avesse

diritto, non erano in effetti tasse giuridicamente previste, ma un'autentica imposizione dell'autorit. Per il popolo della Essa si la coscrizione era il del i segnale dominio poveri,

rivelatore francese.

gravosa accaniva

tirannia sia

verso

costretti al servizio militare, sia verso i ricchi, costretti a pagare pesanti balzelli per evitare la chiamata. "... hanno guadagnato cosa hanno volsuto...

(139) ibidem, pag. 456. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 132

e chi non ha potuto regallare e spendere hanno dovuto andare alla guerra" (140). Dalle cronache non si riesce a ricavare un dato preciso sull'entit effettiva della coscrizione a Cesena. Guidi parla di 50 volontari partiti il 15 luglio da Cesena per Forl (141), mentre, per ci che riguarda i disertori: "non va giorno o notte che non arrestano o 30 o 50 giovani e fra giorno e notte non fanno che a disertare 50 alla volta. Il motivo che ci danno poca paga e li fanno morire di fame ecco il motivo per cui fuggono e si gettano gi dalle mura" (142). Dalle fonti ufficiali possibile avere solo un limitato quadro alcuni delle requisizioni; riguardanti presso ospitare luglio quali al sono le la i 5

conservati

solo del

prospetti

"consistenze" caserma del Qui

deposito

istituito ad 23 dei

Carmine,

destinata dal 71

requisiti. agosto

transitarono, coscritti,

1803,

103

furono

esaminati. Nonostante la piccola aliquota di cui possibile avere notizie, comunque fattibile

un'analisi dei dati rimastici, che porta a risultati significativi.

(140) ibidem, vol. XI, pagg. 201-202. (141) M.GUIDI, op. cit., pag. 37. (142) ibidem, pag. 39. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 133

Tabella V: Coscritti a Cesena dal 23 luglio al 5 agosto. (143) Esaminati Numero (%) 71 100 Arruolati 11 15,49 Esentati 58 81,69 Disertori 2 2,82

Una percentuale di oltre l'80% di esentati era sicuramente un dato clamoroso, un dato che, al di l del fatto che la requisizione potesse aver colpito indiscriminatamente, si presta a qualche sospetto.
Tabella VI: analisi delle tipologie di esenzione. (144) Tipo di esenzione Burocratica Fuori et Ammogliato D'autorit Suppliti Fisica P A T O L O G I E Statura Arti viziati Varie Tigna Ulcere gola Cachessia Asmatico Cieco Zoppo Totale 8 4 3 2 1 1 1 1 1 58 58 8 4 22 2 22 11,27 5,63 4,23 2,82 1,41 1,41 1,41 1,41 1,41 81,69 81,69 Numero 36 11,27 5,63 30,99 2,82 30,89 % sul totale degli esaminati 50,61

Un riguardante

dato i

piuttosto che

misterioso furono

quello dal

coscritti

rilasciati

(143) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. (144) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 134

deposito, su ordini dell'autorit. Gi il fatto che non vi fosse un'ulteriore motivazione che chiarisse i motivi effettivi della decisione, in un contesto

invece piuttosto particolareggiato, lascia perplessi anche per la rilevanza numerica che assumeva il dato: quasi il 31% dei coscritti erano difatti compresi in questa voce. D'altronde denunciava in in lo stesso Cancelliere periodo, Distretto

Distrettuale numerosi (145).

quello

stesso del

arbitri

diversi

comuni

Un altro dato sorprendente quello dell'alto numero di esentati per mancanza di statura. (146) Per la fanteria leggera, la specialit che richiedeva

l'altezza minore rispetto alle altre armi, venivano accettati soldati alti anche solo 5 piedi (cm.162,5). Stupisce, dunque che oltre l'11% degli esaminati non raggiungesse un tale livello minimo d'altezza! Il problema maggiore che assillava la

Municipalit, spronata dal Prefetto al completamento del contingente, era comunque quello di riuscire ad arrestare tutti i coscritti che, senza alcun titolo d'esenzione, scorazzavano per le colline eludendo le pattuglie fenomeno militari. della Allo scopo, il per arginare pens il di

renitenza,

Governo

(145) Tra questi il pi incriminato era il comune di Sogliano. ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. (146) cfr. B.FAROLFI, "Una critica... ", op. cit. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 135

adottare cittadini,

un la

provvedimento "tansa". Le

alquanto famiglie

detestato dei

dai

renitenti

dovevano cio ospitare e mantenere dei soldati, in casa propria e a proprie spese (147). Nonostante le continue perlustrazioni e la "tansa", il fenomeno della renitenza non fu per

sconfitto, ed anzi gli si affianc la piaga della diserzione che, dalla met di agosto, scoppi

violenta nel Cesenate. Interrogato dal Governo sulle cause di

diserzione, il Garimberti, Viceprefetto di Cesena, notava come "fattesi le pi accurate indagini per iscoprirne i motivi si avuto campo di rilevare che niun altro eccitamento trovano questi giovani a

disertare, che la sicurezza di essere accolti nelle case de' loro parenti ed amici, e di poter rimanere tranquilli. Ci prova la niuna vigilanza, o la

indolenza delle Autorit locali, cui certamente non mancano i mezzi di essere informati del ritorno de' Coscritti in seno delle loro famiglie. Non pu

addursi... la difficolt di distinguerli dacch hanno i capelli tagliati militarmente, non quella di

(147) "... alcune famiglie della Parrocchia di S.Pietro tuttora renuenti a dare li Coscritti vanno domani a sortire il peso del mantenimento della Forza Armata: compiacetevi Citt. Municipali di ordinare la spedizione alla Parrocchia stessa di cinque letti completi per uso del distaccamento che ivi deve stazionare." ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. Lettera del 26 Settembre 1803, Consiglio Distrettuale alla Municipalit. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 136

arrestarli, d'arme, e

[poich] in caso

non di

evvi

Comune

senza di

uomini non

deficienza

forza

avrebbero che a chiederla... Io vi prevengo Cittadini Municipali, che d'ora innanzi Voi sarete tenuti

responsabili per ogni Disertore... ricoverato nella vostra Comune od in qualunque altra del Vostro

Distretto..." (148). Quella della "caccia ai disertori" era

un'altra grossa incombenza, del tutto indesiderata, che cadeva sulla municipalit. "Inconsci dei nomi de' Coscritti, e requisiti, nonch delle diverse

parrocchie a cui appartengono, senza alcuna direzione Politica... privi di forze e di relazioni non potiamo essere caricati della responsabilit per la

diserzione de' Coscritti" (149). Dunque nasceva una polemica tra il Viceprefetto e il Comune. La risposta della Municipalit fece arrabbiare il Garimberti, che intuiva come le autorit comunali cercassero di

sottrarsi alle loro precise responsabilit (150). Dal tono della risposta del Viceprefetto si evinceva

peraltro come lo stesso Garimberti interpretasse un ruolo piuttosto passivo in materia di leva.

(148) ASC 3259, tit. XVII, rub. 25. Lettera del Viceprefetto alla Municipalit di Cesena, 5 Settembre 1803. (149) ibidem. Lettera della Municipalit al Viceprefetto del 6 Settembre 1803. (150) ibidem. Esse si definivano "semplicemente addette al patrimonio economico della Comune". CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 137

"Io

vorrei

Cittadini

Municipali,

che

intendeste bene questa massima, che i Viceprefetti non rappresentano per i n rispettivi i quali distretti lo che il

Governo

Prefetti,

rappresentano

immediatamente" (151). Indubbiamente il ruolo esercitato dalla

Municipalit era un ruolo cardine delicatissimo, nel meccanismo di coscrizione. Spesso lo "zelo", se

giudicato eccessivo dalla popolazione poteva attrarre odi e rancori verso i preposti agli organi (cos come succeder negli anni successivi con i membri della Commissione Cantonale di Leva), d'altro canto i

responsabili non potevano permettersi atteggiamenti troppo remissivi, per non incorrere nelle sanzioni governative (152). Mancava per, nella piramide rappresentante l'organigramma delle amministrazioni locali, una

figura guida, un catalizzatore che fosse investito dei poteri necessari per vincere l'inerzia negativa dei vari organi locali. Questa figura doveva

accentrare su di s tutti i centri di responsabilit

(151) ibidem. Lettera del 6 Settembre 1803 del Viceprefetto alla Municipalit. (152) Il Governo cerc, negli anni successivi, di rimediare alle situazioni d'imbarazzo che si potevano creare nelle realt locali, dove l'autorit pi alta in grado era spesso una persona conosciuta non solo politicamente, mettendo alla testa degli esecutivi pi importanti, personaggi originari di altri distretti o dipartimenti. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 138

e di decisione che ora erano frammentati, riunendo sotto il suo controllo tutte le fasi della

coscrizione. Tirando le somme il primo anno di coscrizione fu disastroso sia del numerico a Cesena che in non tutto avendo il un sui

Dipartimento ragguaglio

Rubicone. preciso

Pur sugli

arruolati,

riformati e sui disertori, la leva certamente non fu completata (153). La cosa pi grave era per che il maldestro esito del 1803 si doveva ripercuotere anche sugli anni successivi di leva. Gli errori della

Municipalit, volontari o involontari che fossero, avevano alienato quasi del tutto la fiducia che il popolo riponeva sull'autorit amministrativa locale. Un Distretto tipicamente rurale come quello di Cesena non poteva infatti legge (e non la non soffrire dei torti che la municipalit, in questo caso)

conteneva e recava loro. La rabbia per i privilegi che la legge concedeva sui ai ceti di pi un agiati, non

discriminava

colpevoli

tale

sistema:

nell'immaginario collettivo l'unica responsabile era la Municipalit, fucina di ogni intrigo ed inganno.
(153) Ancora nel 1805 il Delegato Prefettizio Romagnoli doveva professare tutto il suo impegno alla prefettura, alfine di riuscire a portare a compimento la leva del 1803 e quella del 1804. ASFo Prefettura napoleonica, busta n 82. Lettera di Romagnoli al Prefetto, 23 Aprile 1805 CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 139

PAR. 5.4.: IL FALLIMENTO DELLA LEVA DEL 1804.

Nonostante

il

minor

contingente

richiesto

(154) e l'assenza dell'impatto provocato dalla novit, la leva del 1804, ebbe uno sviluppo ancor pi

tormentato e difficile di quella precedente. Per la prima volta ci furono manifestazioni di resistenza armata verso la forza che eseguiva la requisizione, per la prima volta il rancore verso la Municipalit ebbe un riscontro concreto. Ci che non rappresent, invece una novit fu invece il

risultato, negativo, della leva stessa. Le istruzioni per la leva del 1804 (155),

pubblicate il 7 giugno, prescrivevano che i distretti somministrassero giorni dopo il i contingenti assegnati circa 40

ricevimento

delle

istruzioni.

Tale

contingente doveva essere formato da tutti i morosi dell'anno precedente e, qualora il numero non

bastasse dovevano prelevarsi i coscritti necessari per coprire il residuo, per un terzo dalla prima classe e per un sesto dalle classi rimanenti. Se
(154) La leva del 1803 era stata estesa a 18000 coscritti della Repubblica. Il Dipartimento del Rubicone si vide assegnato 1005 coscritti, 198 dei quali li forn Cesena. La leva del 1804 fu di 6000 coscritti, 423 dei quali assegnati al Rubicone. (155) Copia di esse conservata presso ASC 3260, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 140

invece il numero dei morosi fosse stato maggiore del contingente, l'eccedenza sarebbe stata collocata in testa alla prima lista del Distretto. Il fatto che la requisizione avvenisse su

lista unica di Distretto e non su base comunale (come era successo l'anno precedente) e che si procedesse nuovamente col metodo di mettere in testa alle liste i pi giovani, fin con l'essere causa di grossi inconvenienti in distretti dove erano presenti comuni scarsamente popolati ed altri popolatissimi. "...nel giro di pochi senza anni qualche comune pi sarebbe adatta potuto per i

rimanere

giovani

dell'et

lavori agricoli" (156). All'articolo 23, le istruzioni ricordavano

come un delegato prefettizio sarebbe stato inviato, a carico dei membri del consiglio comunale, in quei distretti che non avessero fornito in tempo il loro contingente. Allo scopo di evitare simili

ripercussioni, la Municipalit cesenate aveva cercato di muoversi per tempo avvertendo gi nel novembre del 1803 i parroci, affinch facessero pervenire alla

Municipalit gli elenchi dei loro parrocchiani nati dal 1 ottobre 1778 a tutto il 30 settembre 1783. La data di nascita doveva essere comprovata "non dalla semplice loro asserzione, spesse volte erronea e

(156) F.DELLA PERUTA, op. cit., pagg. 106-107. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 141

fallace,

ma

dalle

fedi

battesimali,

le

quali,

vostra insinuazione, saranno procurate nei luoghi del rispettivo natale" (157). La circolare continuava

esprimendo il rammarico provocato dal fatto che molti parroci pretendevano, per il rilascio della fede, il pagamento di una somma di denaro del tutto

illegittima, mettendo in difficolt i coscritti pi poveri. Nonostante la Municipalit sapesse gi come muoversi nel difficile compito di stesura della lista distrettuale, ancora una volta il ritardo nella

compilazione fu molto grave. Verso la met di aprile del 1804 la lista, che doveva essere gi pronta, era ancora reclamata inutilmente dal Prefetto (158). La leva del 1804, se sotto il profilo delle fonti presenta le stesse lacune di quella dell'anno precedente, ha invece nel suo svolgimento una

caratteristica peculiare: la rivalit che si venne a creare tra il delegato di prefettura ed il Consiglio Distrettuale. La "sanzione" prevista dall'articolo

23, fu infatti ben presto una realt per il cesena te, dato il grave ritardo con il quale procedevano le

(157) ASC 3260, tit. XVII, rub. 25. (158) ibidem. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 142

operazioni di leva. A Cesena fu cos destinato nel luglio del 1804 il delegato Romagnoli (159). A questa specie d'imposizione, per l'organo preposto alle funzioni pi importanti di leva, si doveva aggiungere lo smacco per i consiglieri che furono spesso sorpresi e disturbati dall'attivismo del Romagnoli, tanto che cercarono di ostacolarne

l'opera. D'altronde l'invio del delegato a Cesena si era reso necessario data la situazione insostenibile che si era creata. Mauro Il presidente aveva le del Consiglio le leva e in

Distrettuale, proprie

Sirotti, poich, sul

rassegnato di

dimissioni

funzioni

ricadevano particolare

interamente sulla sua

Consiglio tanto

stesso da

persona,

risultare

insostenibili (160). Il Prefetto Brunetti respinse le


(159) Il Marchese Lorenzo Romagnoli, apparteneva ad una ricca famiglia cesenate che conquist nobilt e ricchezze sotto il dominio pontificio. Nonostante tali fortune avessero avuto origini Vaticane, i Romagnoli servirono anche la Repubblica ed il Regno d'Italia. Lorenzo, in particolare, dopo aver occupato cariche secondarie a Firenze ed a Forl, fece di Cesena il "trampolino di lancio" per la conquista di ruoli molto pi importanti. Divent infatti Prefetto, ed esercit il suo mandato, prima a Forl e poi a Novara. L'Antonielli lo descrive come "uno di quei ricchi nobili politicamente moderati che, pur essendo in linea di massima disposti ad accettare incarichi governativi, subordineranno tuttavia ogni loro scelta alla logica dell'interesse privato, per cui anche l'impegno in un ufficio era sempre valutato in relazione alla resa che poteva offrire nell'ambito del potere e degli interessi locali." La severa descrizione non toglie peraltro, al delegato Romagnoli, nessun merito all'indiscutibile opera che condusse sulla coscrizione. L.ANTONIELLI, op. cit., pag. 265-266. ASC n 266/R, Famiglie nobili di Cesena. (160) Nel certificato medico, che accompagnava la lettera di dimissioni, si leggeva come la sua persona fosse da "esentarsi CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 143

dimissioni di Sirotti proprio perch sperava in uno sgravio del peso del lavoro del Consiglio, data la comparsa del delegato Romagnoli che doveva affiancare l'organo gi esistente (161). L'ingresso del Romagnoli fu, per, piuttosto traumatico: il suo ricordato zelo ci viene

testimoniato dai primi "scontri" che avvennero con il Consiglio Distrettuale. Il conflitto pi grande lo si ebbe quando il Consiglio Distrettuale, che deteneva le liste dei requisibili ed era a conoscenza di tutte le informazioni sui coscritti (domicilio, connotati, ecc.) argomentava che "per condurre una cosa di tanta importanza secretezza [la ci coscrizione] siamo [per]fino nonch i e colla pi a de' loro possibile segnare coscritti dimora,

impegnati le note di

riservatamente requisibili,

luoghi

escludendo, da questo operato anco li stessi nostri impiegati, quantunque zelanti, e fedeli nel

disimpegno delle loro incombenze. N la legge poi, n l'uso ci amaestra di dover comunicare preventivamente il dove sono dirette le operazioni della Leva e il numero de' coscritti da requisire, onde senza ledere

da qualunque fatica che pu pregiudicarlo dippi, quantoppi egli obeso, e facile ad essere soggetto a mali inflammatori...[soprattutto doveva evitare]...l'assiduit al tavolino." ASFo Prefettura napoleonica, busta n 74, tit. XVII, rub. 25. Lettera del 24 Giugno 1804. (161) ibidem. Lettera del 26 Giugno 1804. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 144

li particolari attributi de' Consigli Distrettuali non possiamo, Cittadino Delegato, farvi conoscere

anticipatamente le nostre mire, quali a seconda delle combinazioni ponno essere nel momento variabili, e come tali, non si pu da Noi stabilire e domandarvi tutte le volte un determinato numero di Guardie..." (162). Poich il Delegato prefettizio era il diretto responsabile delle forze di polizia, appare chiaro come entrambi gli organi non potessero prescindere l'uno dall'altro: non era da un'azione separata, ma da un accurato che Lo si coordinamento sarebbe tra Consiglio ad e

Delegato, efficace.

giunti

un'azione era dunque

scambio

d'informazioni

fondamentale, e avrebbe dovuto essere intensissimo. Tutta la segretezza, nei rapporti fra questi due

organi, era, a dir poco, controproducente. Purtroppo il Romagnoli cadde nell'errore di voler usare la stessa deleteria condotta del

Consiglio. Invece di provare ad instaurare un clima di reciproca che, collaborazione, forse, iniziali, erano il cercando di vincere di ad

quelli

solo

atteggiamenti cominci

diffidenza

Delegato

applicare la medesima "riservatezza" del Consiglio, sugli affari di sua diretta competenza. Cos tenne segrete l'entit e la dislocazione delle forze

(162) ibidem. Lettera del 19 Luglio 1804. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 145

destinate alla requisizione e, soprattutto, cerc di "concertare" l'esecuzione della leva con gli altri delegati prefettizi operanti nel distretto, in modo da creare una specie di comitato dei delegati (163) che agisse al di sopra del Consiglio Distrettuale e delle singole Municipalit. Resta requisizioni peraltro potessero da intuire come le senza

essere

condotte

l'ausilio delle liste di leva! Il Romagnoli, del resto, notava come nello svolgersi della coscrizione "vanno accadendo delle eventualit capaci di alterare... la pacifica

situazione delle famiglie". Il delegato citava gli arresti di persone non idonee fisicamente o fuori et, che quindi dovevano essere rilasciate (164), ma soprattutto evidenziava la cattiva condotta "...della forza che si occupa degli arresti medesimi... Questa circostanza ha prodotto dei reclami alla Delegazione,

(163) ibidem. Tale collaborazione fra i delegati diede i primi risultati immediatamente, con l'anticipo di un giorno della data di requisizione dei coscritti. Infatti, come avvertiva il Podest di Sogliano, Comune del Distretto di Cesena confinante con quello di Rimini, la requisizione in quest'ultimo Distretto sarebbe avvenuta in anticipo rispetto al Distretto di Cesena. Ci avrebbe sicuramente portato l'allarme nel Distretto pregiudicando l'esito della requisizione. Le prime avvisaglie di una requisizione provocavano infatti vere e proprie "fughe" in massa di coscritti sulle montagne che duravano per tutto il tempo della coscrizione. (164) ibidem. A Longiano, invece, il delegato Passinari si scandalizzava per le "molte esenzioni ridicole" che rendevano di difficile completamento il contingente assegnato. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 146

relativi a reiterati furti di polli commessi dalla Truppa nella Campagna...[mentre gli abitanti in citt reclamavano] per essere stati indebitamente

spaventati in tempo di notte senza frutto, perch nelle loro famiglie non esisteva soggetto alcuno

adebitato dalla Coscrizione" (165). Si evince dunque da questi documenti come la requisizione dei

coscritti detenesse ancora le caratteristiche di una gigantesca retata, condotta alla cieca, con modi

rozzi e violenti da parte della forza armata. L'impopolarit della legge di coscrizione

divenne ben presto tale, da scatenare una violenta reazione (anche armata) nelle campagne del distretto. A causa delle sempre maggiori difficolt, il Romagnoli vide elevare il suo mandato che da Delegato Prefettizio divenne di Delegato Speciale (166). Cos egli trov il modo di attuare la sua "vendetta" verso il Consiglio Distrettuale. Parlando di una situazione ormai compromessa, addotte al momento il Romagnoli del

criticava Consiglio

aspramente Distrettuale

"...le fino

misure

praticate,

[che] hanno condotto l'affare alla circostanza della

(165) ibidem. Lettera di Romagnoli al Prefetto del 31 Luglio 1804. (166) ibidem. La carica di Delegato Speciale era affidata dal Governo a quei funzionari che dovevano vigilare su dipartimenti o distretti il cui contingente fosse del tutto mancante, o, comunque, mancante in parte considerevole. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 147

pi astrusa esecuzione. I coscritti, dei quali doveva effettuarsi il fermo si trovano nella massima parte emigrati e rifuggiati n Stati limitrofi; quei pochi che attualmente dimorano nelle campagne rimangono

profoghi dalle loro case, essendo anche armati, ed uniti in Drappelli siano disposti ad affrontare la Forza Armata. In tale circostanza voi comprenderete, che inutile, o almeno difficoltosa riuscirebbe

l'impresa di fermarli...Nulla di meno non ometter di prendere una maggiore cortezza della operazione del

Consiglio, riportandomi agli atti del medesimo..." (167). Secondo il Romagnoli era lo stesso Consiglio Distrettuale che aveva reso difficoltosa la leva fino al punto di renderla quasi inattuabile. La cosa pi strana e curiosa era per il fatto che, il mese prima, il presidente Sirotti si era visto minacciato ed offeso da un foglietto

satirico apparso sui muri della citt. Nel "satirico infame foglio", oltre a vedere "deturpato" il suo onore, Sirotti veniva minacciato anche di morte da alcuni coscritti che lo accusavano di "estorsioni a loro danno" (168). E' difficile sapere se le accuse avessero forma di un fondamento, o fossero che, solo dai l'ennesima documenti

protesta,

certo

(167) ibidem. Lettera di Romagnoli al Prefetto dell' 11 Settembre 1804. (168) ibidem. Lettera di Sirotti al Prefetto del 9 Agosto 1804. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 148

rimastici, non appare il Sirotti come un funzionario energico ed intransigente, capace d'attrarre su di s odi ed antipatie. Il disagio per una carica che non ambiva lo manifestava spesso: "non posso sostenere pi oltre [l'incarico] senza socombere colla persona o per malattia o per mal d'animo di chi crede che io possa commettere delle estorsioni" (169). La storia un delle misto legge) di non presunte dicerie, dovette estorsioni invidie essere e di

(probabilmente ignoranza

della

molto

pubblicizzata visto che non giunse agli orecchi dei vari memorialisti di Cesena; in genere pronti a

raccogliere ogni pretesto per scagliarsi contro il Governo italiano e le sue istituzioni locali (170). L'impegno del Romagnoli non serv per a dare un esito positivo alla leva del 1804; la necessit di eliminare gli errori contenuti nelle liste

coscrizionarie, e la indispensabile rielaborazione di tali registri avevano portato ad un sovraccarico di

(169) ibidem. Lettera di Sirotti al Prefetto del 7 Agosto 1804. (170) Il Guidi, in particolare, fu il cronista dai pi evidenti sentimenti antifrancesi. "La nazione Francese vera inimica della Religione Cattolica de strerminio delle belle cose, avendo portato in Europa... il malcostume ed il libertinaggio, ed essendosi cautivati in ogni citt una partita di ogni sesso, condizione e grado che li proteggono e che vivono secondo alla loro storta massima, il loro desiderio era di non creare pi il Papa e di levare il Battesimo... a che l'Europa tutta divenisse idolatra." M.GUIDI, op. cit., vol. II, pag. 29. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 149

lavoro tale da rendere difficilmente requisibile in poco tempo il contingente assegnato. La Governo renitenza della prima delle per diverse amnistie il che il

proclam non

arginare nel

fenomeno come nel

della resto della si

serv, a

Cesenate

Repubblica, (171).

migliorare l'anno le

l'esito

coscrizione chiudeva

Anzi con

coscrizionario di

proprio

notizie

numerose

diserzioni dai corpi di appartenenza, dei coscritti cesenati appena requisiti (172).

(171) ASC 3260, tit. XVII, rub. 25. (172) ASFo Prefettura napoleonica, buste 155 e 156, tit. XVII, rub. 8. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 150

Bibliografia cap. 5 M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, Economia e Societ dal 1811 al 1859." in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV. F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ napoleonica." Milano 1988. dell'Italia nell'Italia napoleonica."

L.ANTONIELLI, "I Prefetti Bologna 1983.

A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", in Storia di Cesena, Rimini 1987, vol. IV. B.FAROLFI, "Una critica antropometrica all'industrialismo: i riformati alla leva a Bologna (18621866)", Bologna 1979.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DELLA REPUBBLICA (1802-1804) - 151

Capitolo 6.: le coscrizioni del regno (1805-1813)

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 152

PAR. 6.1.: L'EVOLUZIONE DELLA LEGGE DI COSCRIZIONE.

Il

17

marzo

1805

Napoleone

trasformava

la

Repubblica Italiana in Regno ed aggiungeva al titolo d'Imperatore dei Francesi quello di Re d'Italia. "Nei primi anni del Regno il punto nevralgico dell'apparato militare rest quello della coscrizione e della leva, un meccanismo che richiese vari

aggiustamenti e revisioni per riuscire ad eliminare i difetti e superare le difficolt che avevano reso cos faticose e contrastate le requisizioni del

periodo repubblicano" (173). Il corretto meccanismo in coscrizionario al nuovo fu dapprima di

relazione delle un

modello

organizzazione (174). In

amministrazioni di

dipartimentali maggiore

quadro

sempre

centralizzazione del potere verso la massima autorit del Dipartimento, il Prefetto, militare un venivano e di a

costituirsi, organismi piano in

nell'ambito a

nuovi ruolo

vecchi primo la la

destinati materia

svolgere

di

coscrizione.

Innanzitutto proponeva

reintroduzione

della

Viceprefettura

(173) F.DELLA PERUTA, op cit., pag. 150-151. (174) Il rinnovamento dell'organizzazione territoriale ebbe luogo nel 1805. Nello stesso anno le istruzioni per la leva introdussero il principio del rafforzamento dell'autorit centrale dei Prefetti. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 153

creazione di un intermediario tra il Prefetto e le autorit locali. Pur se strettamente subordinata ai voleri della prefettura, era finalmente attivato un organo che poteva vantare l'assoluta preminenza

gerarchica su ogni altra autorit locale. A livello operativo di fondamentale

importanza era invece la creazione delle Commissioni Cantonali di Leva, organi che rivestivano un ruolo chiave (175). nell'esecuzione materiale della coscrizione

(175) A tale organo era tra l'altro affidata l'organizzazione delle requisizioni e delle scorte dei coscritti nei punti di raccolta del Dipartimento. F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 151. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 154

CONSIGLIO DI LEVA DIPARTIMENTALE Prefetto Capo della Gendarmeria Un consigliere di prefettura

CONSIGLIO DI LEVA DISTRETTUALE Viceprefetto 2 membri (scelti dal Prefetto)

COMMISSIONE CANTONALE

DI

LEVA

Podest Cancelleria del censo 2 Savi (eletti dal Viceprefetto)

Si

veniva

dunque

formare

una

scala

gerarchica dalla rigida conformazione, con precisi rapporti di dipendenza e con una stretta correlazione tra ambiti d'influenza ed estensione dei poteri

esercitati sugli stessi (176). Il perfezionamento del meccanismo

coscrizionario fu un valido motivo d'impegno per i legislatori del periodo, i quali si prodigarono in

(176) Ibidem, pag. 151-152. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 155

tal senso, cos che il risultato che si raggiunse con le istruzioni per la leva del 1807, poteva

sicuramente dirsi soddisfacente. Queste, nel quadro dell'accentramento alle municipalit dell'autorit gli citato, di affidavano base" (177).

"adempimenti

Tali erano, in sostanza, la compilazione delle liste, da formarsi secondo le nuove istruzioni in maniera sensibilmente diversa da quella precedente (178). Le istruzioni del 1807 contenevano altre due fondamentali requisizioni (con innovazioni. che ora La prima su a riguardava liste seconda le

avvenivano ripartiti

comunali della

contingenti

popolazione) e non pi cantonali n, tantomeno, su lista unica di Distretto. Un tale provvedimento

avrebbe dovuto cancellare quei fenomeni di renitenza che si verificavano quando, ad esempio a seguito

delle diserzioni di coscritti di un certo Comune, si procedeva seguendo l'ordine della lista distrettuale,

(177) Ibidem, pag. 168. (178) Ibidem, pag. 168-169. Le classi di et non erano pi cinque, ma si riducevano a due. Nella prima erano compresi i coscritti di 20 e 21 anni, mentre nella seconda erano raggruppati quelli con et fino ai 25 anni. Per ognuna delle due classi erano poi formate cinque liste. La prima comprendeva tutti coloro che chiedevano l'esenzione ai sensi dell'art. 5 della legge 13 agosto 1802. La seconda elencava gli esentati per "fisica indisponibilit". Nella terza erano riportati tutti coloro che non si erano regolarmente iscritti o erano illegalmente assenti. La quarta lista era formata dai coscritti senza alcun titolo d'esenzione mentre nella quinta erano iscritti coloro che, idonei alla requisizione, possedevano titoli tali da poter essere considerati "ultimi a marciare". CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 156

alla requisizione di coscritti di un Comune diverso (appartenente allo stesso Distretto). A volte ci

aveva provocato il fatto che coscritti residenti in Comuni nei quali per non vi erano stati renitenti, in altre

"pagassero"

diserzioni

avvenute

Municipalit del Distretto. In un contesto sociale caratterizzato dai forti sentimenti campanilistici

ci era considerata una pesante ingiustizia (179). Con l'introduzione della riforma, il completamento del contingente da parte di un Comune donava ai coscritti non requisiti una relativa tranquillit (180). La seconda novit riguardava invece "la

sostituzione del sorteggio all'ordine di nascita per stabilire il rango, ossia l'ordine di successione dei requisiti" (181). Quest'ultima iniziativa era presa a corollario del nuovo principio di estrema trasparenza che dovevano caratterizzare tutte le operazioni di leva. Il sospetto del Regno inculcatosi sulle nelle menti che dei la

cittadini

ingiustizie

(179) Ibidem, pag. 153. Si era addirittura giunti a fenomeni d'incitamento alla renitenza da parte degli stessi municipali, i quali consigliavano la fuga ai "propri" coscritti, in modo da evitare che venissero requisiti come rimpiazzi per coscritti di altri Comuni che avevano disertato. (180) Ibidem, pag. 153-154. Inoltre un altro difetto della requisizione su lista unica di Distretto, era che un tale metodo privilegiava eccessivamente i Comuni pi popolosi a scapito dei meno abitati. Spesso infatti la lista unica poteva alterare la proporzione tra il numero dei coscritti di un Comune e il numero dei requisiti dello stesso, privilegiando, come faceva, l'ordine di requisizione per et. (181) Ibidem, pagg. 168-170. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 157

coscrizione provocava a danno dei ceti sociali pi umili doveva essere rimosso, negli intendimenti del Governo, proprio con la palese dimostrazione della correttezza del meccanismo. Una tale tendenza si mantenne per tutti i rimanenti anni della coscrizione. Ancora nelle

istruzioni per la leva del 1811 (182), si elencavano i numerosi obblighi a carico delle autorit locali in materia di pubblicit alle operazioni di leva.

Dall'affissione degli avvisi riguardanti le date di apertura e chiusura del registro contenente i nomi dei coscritti (art. LXVIII), all'esposizione della lista generale dei coscritti di ogni classe (art. LXXXII) (183). Dalla tenuta dei registri dei reclami (art. LXXXIII), sul quale ogni cittadino poteva

denunciare le "irregolarit", eventualmente contenute nelle liste generali, alla correzione delle liste

stesse (art. LXXXV). Con l'invio delle liste alle Commissioni fase della Cantonali rettifica di Leva iniziava ed la seconda un

delle

liste,

assumeva

ruolo prioritario il Viceprefetto. Costui si recava presso le Commissioni Cantonali del suo Distretto in giorni prefissati ed indicati "con pubblico avviso"

(182) Copia di esse presso l'ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. (183) Con tali istruzioni le classi di leva tornavano ad essere cinque. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 158

alla popolazione, la quale era esortata ad assistere all'operazione di rettifica (art. XCI), ed insieme ad un medico "esercente anche la chirurgia", procedeva all'esame delle varie categorie di coscritti (184). E' fuori di dubbio che nel corso degli anni la coscrizione e raggiunse di dal punto di vista

legislativo

regolamentazione,

un'eccellente

configurazione. Negli anni dal 1803 al 1811 la leva evolvette verso svolgimenti sempre pi regolari, con perfezionamenti continui nei modi e nelle forme che portarono in quasi tutto il Regno a una notevole velocit e regolarit di esecuzione. Rimanevano i problemi legati alla renitenza ma, anche quantitativamente, la loro gravit sembrava scemare. Con gli ultimi due anni di coscrizione il meccanismo di leva vide per bruscamente interrompere il funzionamento dei suoi ingranaggi. Il massiccio aumento dei contingenti richiesti ai comuni italiani, la rovina militare di Napoleone e la conseguente

(184) Per primi erano esaminati i coscritti "deformi" (art. XCIV), poi i "bassi di statura" (art. XCV). Era poi il turno dei coscritti "affetti da malattie e ...incompatibili con il servizio militare" (art. XCVI). Terminato l'esame di questa aliquota di coscritti, raccolta in lista II, cominciava quello relativo a coloro che si erano resi volontariamente inabili, procurandosi mutilazioni o altro (art. C). Costoro erano iscritti nella lista VI. Per ultimi erano esaminati i casi degli "ultimi a marciare". ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n354 CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 159

convinzione di un prossimo veloce ritorno delle forze della Restaurazione disgregarono rapidamente i

fondamenti sui quali si reggeva la coscrizione. Non fu peraltro del il fallimento a della legge quanto la

caduta

Regno

decretare

l'insuccesso

delle

ultime leve, a conferma del buon risultato raggiunto nell'organizzazione della coscrizione. La legge dunque era formalmente ben

articolata ma gli innegabili arbitri nei confronti delle classi pi umili e la desuetudine all'impegno militare, pregiudicarono irrimediabilmente la sua

accettazione tra tutti gli abitanti del Regno.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 160

PAR.

6.2.:

IL

PERFEZIONAMENTO

DEL

MECCANISMO

COSCRIZIONE-REQUISIZIONE NELLA REALT LOCALE CESENATE.

Durante gli anni del Regno, il Dipartimento del Rubicone e in particolar modo il Distretto di Cesena (185), non seguirono la tendenza positiva che caratterizz la gran parte degli altri Dipartimenti in tema di coscrizione del meccanismo (186). di L'indubbio si

perfezionamento

coscrizione

scontr, nel Cesenate, con la spiccata tendenza alla pi totale ritrosia nel da parte del della popolazione. Cesena diversi

Addirittura figur

contesto agli

Dipartimento, posti tra i

sempre

ultimi

Distretti, sia per la lentezza nel compimento delle requisizioni, caratterizz l'impatto esecuzione sia molte provocato della per sue la diffusa Ci renitenza fece s che che di

zone. vari ebbe

dai

regolamenti spesso

leva

risultanze

inferiori, se non controproducenti, rispetto al resto del Regno.

(185) Il Distretto di Cesena era formato nel 1805 da tre Cantoni: oltre a Cesena, completavano infatti il Distretto i Cantoni di Savignano e Mercato Saraceno. Nel 1811 venne poi a costituirsi il Cantone di Santagata. (186) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 245. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 161

I problemi di compilazione delle liste, che avevano caratterizzato anche le prime leve

repubblicane, rimasero sempre insoluti nel Distretto. Oltre a ci la leva fu volte ostacolata da numerose da parte

disattenzioni

(alcune

volontarie)

delle Autorit. Il loro pigro incedere in materia di leva port, inizialmente, ad una ritardata

composizione delle Commissioni Cantonali di Leva che, per diverso tempo, furono rette dai presidenti della municipalit, dato che all'atto della creazione di tali organi la nomina dei Podest con chiamati a

presiederli

procedeva

ancora

qualche

indugio

(187). Si ripeteva dunque il caso del 1803, anche allora il Distretto si era distinto per il ritardo nella formazione di un altro organo fondamentale, il Consiglio Distrettuale. Nonostante gli sforzi legislativi del Governo e gli accorgimenti adottati dalle Municipalit, le questioni da risolvere furono praticamente sempre le solite. "Le Liste Coscrizionali di questo Distretto sono state soggette a molte e replicate variazioni, ed annotazioni che ne hanno confuso di maniera il

(187) ASC 3262, tit. XVII, rub. 25. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 162

tenore, che facilissimo pu riuscire qualsiasi errore ..." (188). Le consuete di ed ormai stereotipate di frasi tali

sull'importanza

un'esatta

compilazione

elenchi affioravano da ogni documento, da ogni bando a testimoniare la necessit di tale operazione. "L'esame delle Liste di Coscrizione ha

convinto S.E. il Sig. Ministro della Guerra della poca, e forse nessuna diligenza La maggior con cui furono di tali

generalmente

compilate.

parte

liste non ofrono che un ammasso di nomi di individui per lo pi senza indicazione dell'epoca e del luogo di nascita, del domicilio, della Professione degli individui stessi n della loro rendita, e del loro stato di unicit, o di matrimonio. Quindi derivano le infinite difficolt che si incontrano nell'esecuzione della leva e l'inutilit di molte perquisizioni della Giandarmeria ..." (189). Particolarmente delicata era la situazione

del Cantone di Savignano dove per gli errori compiuti in fase di approntamento della leva, si era giunti, nel 1807, a compromettere gravemente l'esito delle leve degli anni successivi. "L'esecuzione della

(188) ASC 3265, tit. XVII, rub. 25. Stampa del Viceprefetto Brighenti ai Podest del Distretto, 30 Novembre 1809. (189) ASC 3262, tit. XVII, rub. 25. Lettera del Cancelliere del Censo, alla Municipalit di Cesena, 7 Dicembre 1806. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 163

prossima

scaduta

Leva

ha

incontrato

in

quest'anno

delle dificolt anche maggiori del passato. [...] Ora essendo accaduto che parecchi delle Liste quarte, ed anche tr gl'ultimi inscritti sono stati presi ed accettati tanto per l'attiva che per la riserva,

sembra che tutti quelli che li precedevano nei ranghi debbano mancanza rigardarsi ha dato come luogo disertori, giach la loro

all'indebita

requisizione

degl'altri. Cade per in acconcio il riflettere che i Coscritti assenti, cio non intervenuti alla

fissazione de' ranghi, ai quali non fu ufficialmente anunziata la propria requisizione hanno diritto di opporre l'ignoranza [...]. In tale stato di cose si domanda se i Coscritti indicati, ai quali non fu formalmente intimata la requisizione, si debbino

ritenere come refrattari ... trattandosi di un numero notabile di individui" (190). Le sempre maggiori responsabilit afferenti al Viceprefetto in materia di rettificazione delle liste (191), se da un lato costituivano un necessario
(190) ASC Viceprefettura napoleonica, busta n 337. Lettera del Poggi, Cancelliere del Censo, al Viceprefetto di Cesena, 7 Ottobre 1807. (191) ASC Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Istruzioni del 10 Novembre 1811 sull'esecuzione della legge sulla coscrizione militare, art. XCIII. La rettificazione delle liste era un'operazione da compiersi pubblicamente da parte del Viceprefetto, "... si fa presentare le liste di ogni Municipalit coi certificati e note dei Parrochi che le accompagnano, i registri dei riclami aperti presso la Municipalit e presso la Commissione Cantonale ... Il CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 164

provvedimento per riuscire a creare un'autorit al di sopra delle parti sui (che casi potesse di giudicare che

imparzialmente

tanti

coscritti

chiedevano un riesame della loro posizione), d'altro canto oberava il Viceprefetto di una quantit enorme di lavoro da svolgere in ristrettissimi periodi di tempo, rigidamente determinati. "E' dunque inibito ai Viceprefetti

intraprendere la detta rettifica prima di tale epoca. Intanto il Mese di Novembre quasi sempre diboccante di pioggia, della di fiumi gonfi dalla di acque e di I strade Cantoni

guaste

Montagna

Stagione.

montuosi sono di difficile e forse anche pericoloso accesso... torrenti avviene Ma vi ancora spesso di di il pi, libero la piena de' ne alla

impedendo che una

tragitto manca

parte

Coscritti...

rettifica e ci disesta non poco la operazione e la rende... difettosa e quasi inutile. L'esperienza di

Viceprefetto esamina questi atti e dopo aver sentito tutte le osservazioni che possono essergli fatte, e aver fatto leggere quelle risultanti dal registro dei riclami, procede a tutte quelle modificazioni che trova giusto di operare sulle liste." Con queste modificazioni alcuni coscritti cambiavano di lista, per aver maturato titoli d'esenzione totale o parziale, o perch tramite la rettificazione stessa emergeva come i titoli di esenzione che avevano inserito il coscritto in una certa lista "privilegiata", negli anni precedenti, fossero non veritieri. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 165

sette anni in questo distretto me ne ha assicurato" (192). Oltre ad ostacoli di tipo climatico ed alla consistente mole di lavoro spesso da i svolgere, propri la

Viceprefettura

vedeva

sforzi

vanificati da collaboratori infidi che alimentavano, con il loro subdolo operato, i dubbi e i sospetti della popolazione (193). "Il Sig. Maraldi di Ronta ha 4 o 5 figli tutti esentati dalla Coscrizione per la protezione del Canonico Massi, e Vicario Capitolare di Cesena sotto pretesto di farne una parte Preti, l'altra

sotto il nome di Chierici adetti al Seminario. Fa meraviglia che essendo una famiglia possidente non abbia cercato di collocarne alcuno nei Veliti, amando piuttosto di liberarli tutti. Francesco Giulia detto Corbaja di Santa Lucia ricco possidente e dicesi Brigante con tre figli, nessun Coscritto, per l'assistenza del Cancelliere Censuario di Cesena.
(192) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Il Viceprefetto al Prefetto, a commento delle istruzioni del 10 Novembre 1811. (193) Il caso pi eclatante al riguardo fu quello che vide protagonista, nel 1812, il Podest di Cesena. Costui diede rifugio sui propri fondi rustici, ad alcuni disertori in cambio della loro manodopera. F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 267. Gi nel 1807 comunque il Viceprefetto di Cesena denunziava la disdicevole abitudine di alcuni Podest i quali avevano rilasciato certificati di adempiuta leva a dei refrattari. ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 337. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 166

Giovanni Francesco Montanari ... di Roversano Possidente abitante nel Castello, con quattro figli, nessun requisito. Tre fratelli Mambelli di Roversano ricchi

Possidenti ... nessun requisito. [...] Paolo Mazzola della Parrocchia di San Vittore ricco Possidente e Sindaco del suo Comune di

Roversano con vari figli atti al militare servizio, ma nessuno marciato, dicesi per qualche maliziosa

operazione nell'estrazione de' coscritti..." (194). Questa lettera di un "anonimo delatore" che si impegn a scriverla nel maggio del 1810, fa

risaltare appieno il clima di sospetto che si era venuto a creare attorno alla coscrizione. Nonostante la dettagliata smentita sul caso in questione,

contenuta nella risposta del Regoli, Commissario di Polizia in Cesena (195), il dubbio di brogli non

poteva non rimanere nel pensiero della gente. Lo stesso trattamento in forma

particolarmente riservata di argomenti di questo tipo da parte delle autorit, in un contesto di generale trasparenza di tutto il meccanismo coscrizionario,
(194) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 344 (195) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 344, il Commissario di Polizia al Viceprefetto, lettera riservata del 30 maggio 1810. "Dal fin qui esposto rilever la Signoria Vostra quanto indebite e calunniose sono state le denunzie avanzate alla Superiorit dall'anonimo delatore, ed in conseguenza quanto siano da non curarsi." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 167

rendeva proprio

questa laddove

tanto se

vantata ne

pubblicit

carente il

sentiva

maggiormente

bisogno. Del tutto inutile ai fini di convincere la popolazione sulla regolarit della esecuzione della legge, la pubblicit data alle operazioni di leva finiva con l'avere un effetto addirittura

controproducente sulla stessa. Infatti, grazie alle informazioni sui tempi e modi di tutte le operazioni inerenti la coscrizione, essa fin con il diventare un preziosissimo campanello d'allarme per tutti i

coscritti prossimi alla renitenza. "Dai rapporti che sonoci fin qui pervenuti ci consta che...[nel si Cantone eseguita di Savignano] ... Nulla

l'operazione

regolarmente.

sappiamo ancora della Comune di Longiano... Il suo silenzio ci fa temere che la requisizione non abbia prodotto alcun effetto, come potea prevedersi attesta l'inopportuna pubblicit che si dovuta dare ad

un'operazione che esigerebbe la massima segretezza" (196). Anche il delegato di Polizia inviato nel

Cantone di Savignano tradiva il proprio scetticismo nei confronti di questa "trasparenza" che aveva

(196) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 335. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Savignano al Viceprefetto, 6 Marzo 1807. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 168

provocato la scomparsa dei "...coscritti liberi da ogni titolo di esenzione..." (197). Il tentativo del Governo doveva ancora una volta scontrarsi con la ritrosia ormai diffusa in tutto il Distretto (198). Veniva cos vanificato tutto il lavoro condotto che si da erano Viceprefetto prodigati e per Commissioni riuscire a

Cantonali,

trasformare l'operazione di requisizione da un'azione di polizia, segreta e mirante ad una massiccia

requisizione di tutti coloro che sembravano essere in et di coscrizione, ad un'azione ben pi precisa che presupponesse la requisizione dei soli coscritti

destinati alla partenza (in seguito alla fissazione del rango) (199).
(197) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Lettera del delegato di Polizia al Viceprefetto, 23 Marzo 1807. (198) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 340. Lettera del 23 marzo 1809. Ancora nel 1809 la Commissione Cantonale di Leva di Savignano scriveva al Viceprefetto esprimendosi, sulla coscrizione, in termini di "segretezza cotanto necessaria in questa operazione." La pubblicit non era dunque la panacea per evitare la renitenza. (199) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 337. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 13 Ottobre 1807. Tale necessit era stata avvertita dal Prefetto Pallavicini, accortosi dell'alto numero di refrattari appartenenti al Distretto di Cesena. "Invece di diffidare i Coscritti designati sulle liste, e chiamati dalla Legge, invece di presentare ad essi la lettera di Requisizione o alle loro case, e passare contemporaneamente al loro arresto quando vi era il dubbio di fuga, si commessa sovente per le Comuni una generale perlustrazione, e l'arresto quasi generale di tutti i Giovani in eta coscrizionaria. Sono pochi gli Abitanti della Campagna alle di cui case non si sia fatto ricerche di Coscritti. Se tutti in conseguenza i Giovani Coscritti ricercati confusamente per la Leva dovessero essere CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 169

Durante tutto il periodo di coscrizione un tale risultato non fu mai raggiunto ad di ed anzi il

Dipartimento dell'effettiva

del

Rubicone,

ulteriore compimento

riprova delle

difficolt

requisizioni, legalizz un espediente che non trovava ratifica in nessuna delle numerose istruzioni che

accompagnavano periodicamente i bandi di leva. Per riuscire nel completamento dei contingenti assegnati fu infatti osservata la consuetudine di requisire un numero di coscritti doppio, rispetto a quello

richiesto, in modo da poter avere un "serbatoio" da cui attingere in caso di renitenza dei coscritti

designati.

dichiarati refrattari una gran parte della Giovent coscritta sarebbe in questo numero." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 170

PAR. 6.3.: "CARNE DA CANNONE", ASPETTI QUANTITATIVI DELLA LEVA NEL DISTRETTO DI CESENA (200).

Dal 1805 al 1813 la coscrizione pretese un numero sempre gli maggiore organici di reclute, destinate del ad

aumentare

dell'esercito

Regno

d'Italia, ormai costantemente al fianco dell'Armata Francese in tutte le campagne militari combattute in quei sanguinosi anni (201). Come detto, la coscrizione nel Distretto di Cesena, reduce dai disastri del periodo repubblicano, mostr ancora nei primi anni del Regno, le consuete difficolt in fase di organizzazione ed esecuzione. Nel Distretto non era stata completata nessuna delle quattro leve ordinate dal Governo dal 1803 al 1806, cos che una delle prime incombenze affidate ai

Viceprefetti e alle Commissioni Cantonali di Leva, i

(200) Le fonti archivistiche utili ai fini della costruzione di questo paragrafo sono il fondo della Viceprefettura e quello del Municipio (carteggio amministrativo). Soprattutto il primo costituisce un validissimo ausilio per la ricostruzione quantitativa della leva nel Distretto di Cesena. Purtroppo per per i primi due anni, 1805 e 1806, l'unica fonte disponibile quella del carteggio amministrativo, che risulta essere del tutto insufficiente per una ricostruzione analitica della coscrizione di quel biennio. E' stato dunque necessario riferirsi, in prevalenza, a ci che era contenuto in proposito nei documenti degli anni successivi. (201) Per tutte le informazioni sugli organici dell'esercito italiano e sulle campagne combattute rimando alla citata opera del Della Peruta. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 171

nuovi organi appena costituiti, fu proprio quella di portarle a compimento nel pi breve tempo possibile (202). Lo scetticismo delle Commissioni (203) nei

confronti di una simile operazione non derivava tanto dall'impossibilit di requisire un numero di

coscritti sufficiente a completare i contingenti dei diversi fornire anni, in quanto dall'estrema nuove difficolt reclute dai corpi. di per Si

continuazione coloro che

rimpiazzare

disertavano

arrivava cos a completamenti temporanei di questi contingenti arretrati (204) ma, con il susseguirsi

delle diserzioni, si rendevano necessarie ripetute requisizioni.

(202) ASC 3262, tit. XVII, rub. 25. Bando Napoleone, 4 Agosto 1806. Questa operazione fu ordinata dallo stesso Napoleone, desideroso di completare finalmente gli organici dell'esercito, fin troppo falcidiato dalle diserzioni e dalla renitenza, e quindi poco utile ai fini per cui era stato concepito. (203) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Lettera della Commissione Cantonale di leva di Cesena al Viceprefetto, 4 Giugno 1807. "Il timore incubo generata dalla leva forzata della riserva di questo anno e la fuga quindi seguita di molti coscritti... non lasciano luogo a sperare di poter compiere in verun modo la riserva degli anni 1805 e 1806." (204) ASC 2560. Lettera della Commissione Cantonale di Leva al Viceprefetto, 18 Gennaio 1807. Circolare del Prefetto al Viceprefetto, 16 Luglio 1807. Il 18 Gennaio 1807 la Commissione Cantonale di Leva di Cesena annunciava trionfante al Viceprefetto il completamento del contingente per le quattro leve degli anni precedenti; 6 mesi pi tardi per il Prefetto avvertiva che il debito non era stato ancora saldato. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 172

Tabella I: Contingenti richiesti al Distretto di Cesena. (205) L E V A Cesena 1805 (207) 1806 (208) 1807 (209) 1808 (210) 1809 (211) 1810 (212) 1811 (213) 1812 (214) 1813 (216) 1814 (218) 1808-13 (220) 38 38 48 34 38 46 52 55 51 58 85 C A N T O N E (206) Mercato S. 12 12 16 8 12 12 14 13 13 14 20 Savignano 30 30 36 28 26 30 38 37 38 44 63 12 13 12 14 21 S.Agata Totale 80 80 100 70 76 88 116 118(215) 114(217) 130(219) 189(221)

(205) Quando non specificato altrimenti tali contingenti vanno intesi come destinati per met all'armata attiva e per met all'armata di riserva. (206) S.Agata si costitutiva nel 1811 come quarto Cantone del Distretto di Cesena, ed assorbiva la Municipalit di Talamello in precedenza appartenente al Cantone di Mercato Saraceno. (207) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 9 Maggio 1807. (35) ibidem. (209) ibidem. (210) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. Fissazione dei contingenti, 7 Dicembre 1807. (211) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. (212) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 343. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 16 Gennaio 1810. (213) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 348. (214) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 351. (43) La leva per l'armata attiva fu di 71 coscritti cos suddivisi: Cesena 33, Mercato S. 8, Savignano 22, S.Agata 8. I 47 rimanenti fecero parte della riserva. (216) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 357. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 20 Novembre 1812. (217) La leva per l'armata attiva fu di 69 coscritti cos suddivisi: Cesena 31, Mercato S. 8, Savignano 23, S.Agata 7. I 45 rimanenti fecero parte della riserva. (218) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 358. (219) L'intero contingente fu destinato all'armata attiva. (220) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 24 Ottobre 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 173

Totale

543

146

400

72

1161

Sia la leva del 1805 che quella del 1806 (222) avevano richiesto al Distretto di Cesena, un

contingente di 80 uomini, met per "l'armata attiva" met del per quella di "riserva". Se il completamento contingente per l'armata attiva non dest

soverchie preoccupazioni alle Municipalit, fu invece l'attivazione difficolt contingente e della a (223). Riserva a generare alcune del

determinare

l'incompletezza a

Ricominciavano

manifestarsi

diffusamente i preoccupanti fenomeni di renitenza che avevano vanificato le due leve repubblicane. La leva del 1807 segn un aumento del

contingente richiesto al Cesenate. L'operazione di requisizione si svolse con sufficiente regolarit un po' ovunque nel Distretto, fatta eccezione

inizialmente per il Comune di Longiano. Una caratteristica che contraddistinse

l'operazione nel Cesenate, a differenza dei restanti

(221) L'intero contingente fu destinato all'armata attiva. (222) ASC 3261, tit. XVII, rub. 25. Bando Napoleone, 24 Giugno 1805 (223) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 9 Maggio 1807. Su 80 coscritti, rappresentanti il totale delle reclute per la riserva del 1805 e del 1806, alla met del 1807 il Distretto ne doveva somministrare ancora 22. Il Cantone di Cesena era infatti debitore di 10 coscritti (su 38 assegnati), Mercato Saraceno mancava di 2 (su 12) mentre Savignano doveva ancora fornirne 12 (su 30). CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 174

Distretti del Dipartimento del Rubicone, fu per la "soverchia lentezza" nella fase di requisizione dei coscritti (224). La difficolt di giungere celermente al completamento della coscrizione derivava anche

dall'ostile atteggiamento della popolazione, tesa ad ostacolare in tutte le maniere lo svolgimento

dell'operazione. "Gli individui della Guardia Nazionale che con zelo si prestano al servizio di coscrizione ogni volta che da noi sono comandati ci hanno avanzato i loro reclami per la mala condotta di alcuni che si fanno lecito d'insultarli e dir loro villanie

chiamandoli birbanti e sbirri..." (225). Oltre a questi e ad altri atteggiamenti che si mantenevano nei limiti dell'ostilit "verbale", ve ne erano altri ben pi importanti e dalle pi gravi conseguenze. periodo gravi Si verificarono ai proprio danni in delle questo forze

aggressioni

incaricate della requisizione dei coscritti, veri e propri reclute, agguati che improntati sfocieranno alla liberazione in delle pi

successivamente

estesi tumulti (226).


(224) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n Prefetto al Viceprefetto, 11 Marzo 1807. (225) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta della Commissione Cantonale di Savignano al Luglio 1807. (226) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta 1807. Il primo tumulto di cui si ebbero 335. Lettera del n 335. Lettera Viceprefetto, 20 n 335. Aprile precise notizie

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 175

In aggiunta ai contingenti sopracitati, nel 1807 il Distretto dovette fornire coscritti anche per le Guardie d'Onore e i Veliti Reali oltrech per la Gendarmeria (furono inoltre requisiti due ragazzi tra i 13 e i 15 anni, da arruolarsi come "tamburini") (227). Costituite nel 1805, Guardie d'Onore e Veliti dovevano rappresentare, negli intendimenti di

Napoleone quei "quadri di base" (ufficiali inferiori e sottufficiali) indispensabili per la graduale

formazione dell'esercito italiano. Dopo un biennio di formazione italiane, in una e delle neonate scuole militari nei

guardie

veliti

sarebbero

passate

reggimenti, le prime con il grado di sottotenente, i secondi con quello di sergente. Durante i due anni di addestramento, le famiglie di questi "accademisti" dovevano pagare una tassa di mantenimento pari a

.1200 di Milano per le Guardie d'Onore e a .200 per i Veliti (228). La possibilit di pagamento di questa tassa costituiva un primo requisito di ammissione

riguard il Comune di Formignano, appartenente al Cantone di Cesena, dove, per permettere la liberazione di un coscritto, fu aggredito e ferito un Gendarme. Nel Comune venne spedito un distaccamento di uomini della Guardia Nazionale e fu condotta un'indagine che port alla destituzione del Sindaco del paese, reo di aver nascosto, nel rapporto al Viceprefetto, i veri motivi dell'aggressione al Gendarme e di aver tassato le famiglie pi ricche del Comune, invece della famiglia del coscritto liberato, per pagare la "tansa" della Guardia. (227) ASC, Viceprefettura napoleonica, buste n 335-336-337. (228) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag.135-143. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 176

alla scuola. Del resto tali corpi di lite erano destinati ad accogliere i giovani appartenenti ai

ceti borghesi, o addirittura nobili, per i quali la carriera militare di poteva rappresentare in una Europa una valida

alternativa

impiego

fortemente

militarizzata e infiammata da continui conflitti. Con il passare che il degli anni e con l'amara non della

constatazione esercitava il

richiamo auspicato,

delle

armi

fascino

l'importo

tassa fu notevolmente ridotto, ed una parte di esso anticipato dalla Tesoreria del Regno all'atto

dell'iscrizione del giovane nella scuola (229). In tutto il Regno non si riusc peraltro a trovare un numero di volontari sufficiente a coprire i contingenti ritenuti ogni anno necessari, cos che, dal 1807, si cominci per ad eseguire due una sorta (su di

coscrizione speciali (230). Nel

anche

questi

corpi dai

liste

appositamente

preparate

Viceprefetti)

1807

Cesena

riusc

fornire

tre

volontari per i Veliti (due residenti a Cesena uno a Mercato Saraceno), mentre per le Guardie d'Onore si
(229) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 348. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 28 Novembre 1811. Nonostante ci furono numerosi i casi riguardanti Guardie d'Onore e Veliti cesenati non in regola con il pagamento; una di loro venne addirittura estromessa dai Veliti per non aver pagato la tassa, e fin con l'essere arruolata nell'esercito di linea. (230) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 139. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 177

dovette

procedere

alla

coscrizione

per

riuscire

requisirne un egual numero. Allo scopo fu inviata la cosiddetta "requisitoriale" ad una serie di cesenati che, "per rendita e relazioni di famiglia",

sembravano possedere i requisiti richiesti (231). Tali erano essenzialmente il saper leggere e scrivere, "la buona condotta", comprovata da un documento

dell'autorit Municipale, l'et prescritta, attestata da una fede di nascita e , soprattutto, l'essere figli o nipoti di "Maggiori Estimati o di Elettori" (232). Problematica risult anche la requisizione di un cesenate per la Gendarmeria in virt del

contingente assegnato (233). In riferimento al Reale Decreto 17 giugno 1807 (che stabiliva una leva di 250 uomini per la Real Gendarmeria tra tutti coloro che erano nati dal 1 ottobre 1781 e il 30 settembre 1783), i requisiti che doveva possedere il candidato, per essere ammesso al corpo, riguardavano l'altezza,

(231) La scelta in genere veniva fatta tra i pi ricchi possidenti o tra i pi facoltosi commercianti del Distretto. Le rendite dei candidati oscillavano sensibilmente, mediamente dalle 1500 alle 5000 lire di Milano, con pochi casi di rendite superiori. Spesso non veniva presa in considerazione la rendita del coscritto ma quella della sua famiglia o dei suoi parenti. (232) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 348. (233) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 337. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 3 Agosto 1807. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 178

non inferiore ai 5 piedi e 4 pollici, e il saper leggere e scrivere (234). Se le operazioni concernenti la leva del 1808 nel Regno furono definite "consolantissime" (235),

Cesena si distinse ancora per il ritardo con il quale complet il contingente assegnato al Distretto.

Decretata il 30 ottobre 1807, la leva per l'anno 1808 doveva essere improrogabilmente terminata entro il 15 gennaio dell'anno successivo (236), invece, ancora il 5 aprile 1808 cio 80 giorni dopo la scadenza dei termini, consegna il Prefetto si rammaricava e della mancata al

dell'intero

contingente

ordinava

Viceprefetto la requisizione di altri nove coscritti destinati a completarlo nella parte destinata

all'Armata attiva (237).

Questo accadeva nonostante

(234) ASC, Viceprefettura napoleonica, Stato dei Giovani non requisiti per l'Armata che possono concorrere per far parte del contingente per la Real Gendarmeria. Agosto 1808. A Cesena le lettere di requisizione furono inviate a nove cittadini. Di questi, quattro erano possidenti (con rendite rispettive di .1050, 2800, 7000 e 21000), due erano scrittori (rendite di .700 e 840), dei restanti, dei quali non era specificata la rendita, uno svolgeva il mestiere di orefice, l'altro di orologiaio e il terzo era finanziere. Dei nove candidati, quattro opposero titoli d'esenzione o furono comunque scartati "per non avere la complessit adatta", cos che il prescelto, che peraltro le fonti non nominano, fu selezionato sui cinque restanti candidati. (235) F. DELLA PERUTA, op. cit., pag. 179. Diego Guicciardi, direttore generale di Polizia, al Ministro della Guerra. (236) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 7 Dicembre 1807. (237) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. Lettera del Prefetto al Viceprefetto del 5 Aprile 1807. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 179

ci

fosse

stata

una

sensibile

diminuzione

nel

contingente richiesto al Distretto. Oltre alla "recluta" per l'esercito di linea, Cesena dovette fornire anche due Gendarmi e tre

Veliti. Lo scarso entusiasmo che aveva caratterizzato la leva per l'Armata accrebbe le difficolt della commissione nominata in aprile per procedere alla

requisizione per questi corpi "elitari" (238). Se la leva del 1808 aveva visto una riduzione dei contingenti richiesti al Distretto, la tendenza verso coscrizioni sempre pi esigenti fu ben presto ripristinata con la leva dell'anno successivo. La coscrizione cerc di colpire anzitutto

coloro che si erano resi refrattari o non avevano provveduto ad iscriversi nelle liste (gli "omessi"). Il rischio di dovere requisire i regolarmente

iscritti quando, a decine, erano presenti refrattari che scorazzavano indisturbati per citt e campagne, poteva ulteriormente incrinare la fiducia della

popolazione sulla capacit delle Autorit locali e del Governo che esse rappresentavano, costituendo un pericoloso incentivo alla renitenza (239). Eppure,

nonostante le reiterate azioni della Gendarmeria, le

(238) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. (239) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Savignano al Viceprefetto, 13 Dicembre 1808. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 180

continue

perlustrazioni

non

condussero

che

all'arresto di pochi renitenti, "parte perch la Real Gendarmeria non potendo agire su tutti i punti per mancanza di forza, parte per la poca fedelt de' parrochi nascosti" e parte (240). poich Il questi si individui mostrava si sono

Prefetto

comunque

soddisfatto dell'esito della leva nel Distretto e nel Dipartimento (241), lodava la solerzia e lo zelo di coloro che avevano la responsabilit dell'esecuzione della coscrizione dei e, sudditi soprattutto, del esaltava al

l'attaccamento

Dipartimento

Sovrano. A detta di molti, per, il completamento della leva era stato possibile solo grazie alla eco delle vittorie ottenute da Napoleone in Austria,

visto che i critici sviluppi iniziali della guerra (specie sul fronte italiano) avevano compromesso non solo la riuscita della leva, ma anche la stabilit politica, un po' in tutto il Regno (242). Oltre alla leva per l'Armata fu eseguita la coscrizione per il completamento dei contingenti

(240) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Cesena al Viceprefetto, 24 Dicembre 1808. (241) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 340. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 24 Aprile 1809. (242) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 340. Lettera del Podest di Sogliano al Viceprefetto, 26 Aprile 1809. "Qu pochi che sembravano cangiati, avviliti forse dalle prime incerte notizie di guerra...[con]...le decisive vittorie riportate dalle armi di Sua Maest l'invitto nostro Sovrano sono anche essi in perfetta calma." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 181

delle Guardie d'Onore e dei Veliti che richiese la requisizione rispettivamente di quattro e otto

coscritti (243). La leva del 1810 si svolse secondo il solito clich, evidenziando ancora una volta la tendenza di qualche comune del Cesenate, a svolgere le operazioni con esasperante lentezza. Oltre a Longiano,

nuovamente all'ultimo posto tra i Comuni del Cantone di Savignano, quanto a velocit di completamento del contingente presenza ritardo (245). La leva del 1811 di complicata per l'Armata di attiva Cesena (244), spiccava la in

del sui

Comune tempi di

clamorosamente della

esecuzione

coscrizione

ricostruzione per due motivi principali. Anzitutto

(243) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. (244) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 343. Lettera del Viceprefetto al Podest di Longiano, 19 Gennaio 1810. "Tutte le Comuni del Cantone di Savignano eccetto codesto hanno saldato il proprio contingente, e fa ben meraviglia che come in ogni altro anno, cos pure in questo voglia Longiano essere notato per essere moroso in un affare il pi interessante per lo stato, qual la coscrizione." Il ritardo secondo, il Podest, era dovuto al fatto che, nonostante le famiglie di molti coscritti avessero trovato dei supplenti, l'obbligo della presenza dei coscritti stessi al momento della presentazione del supplente, risultava essere un duro ostacolo da superare poich la maggior parte dei coscritti si era data alla fuga ed era irreperibile. (245) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 343. Lettera del Viceprefetto al Prefetto, 19 Gennaio 1810. "I parrochi sono stati negligentissimi quanto infedeli nelle liste degli ommessi e dei morosi, e quindi molte requisizioni inutili hanno avuto luogo e di quasi trenta...[requisiti] appena dieci sono rimasti per la leva avendo gli altri giustificato di non appartenervi." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 182

l'armata di riserva non fu messa in attivit in un unico blocco ma suddivisa in contingenti destinati a pi corpi (246) e mobilitata in diversi periodi. Era ormai cominciato il periodo pi amaro

della coscrizione. Le decine di coscritti chiamati alle armi provocavano fughe in massa dal Distretto, che si segnalava ancora come quello pi difficilmente governabile nel Dipartimento del Rubicone. Invano il Prefetto si prodigava in consigli per la regolare esecuzione della leva nel Distretto. "...conviene aver disposto le cose in modo che l'intimazione della requisizione onde sia non

immediatamente

successiva

all'estrazione,

lasciare tempo ai coscritti requisibili di sottrarsi. Questo deve esser il principale di Lei scopo, e che io Le raccomando caldamente" (247). Neppure un mese dopo queste parole, la situazione nel Distretto era inesorabilmente peggiorata. "Con sommo dispiacere

devo rimarcarle che il di Lei distretto deve ancora


(246) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 349. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 30 Luglio 1811. Busta n 352. Lettere del Prefetto al Viceprefetto, 6 e 15 Gennaio 1812. Busta n 355. Bando del Ministro della Guerra, 13 Giugno 1812. Per un reggimento di artiglieria a piedi il Prefetto chiese al Distretto otto coscritti da prelevarsi appunto dalla riserva. Il Distretto riusc a fornirne solo cinque. Altri cinque furono richiesti per la caserma di Mantova, mentre, successivamente, 26 coscritti vennero requisiti per la costituzione di una Compagnia di riserva Dipartimentale. Il residuo finale, 22 coscritti, fu mobilitato con decreto 13 Giugno 1812. (247) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 348. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 14 Gennaio 1811. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 183

la

met

dei

coscritti

che

mancano

al

saldo

del

contingente dipartimentale e che il distretto stesso supera in refrattari tutto il restante del

Dipartimento preso complessivamente..." (248). Eppure nonostante tutte le difficolt e i

ritardi, nonostante la latitanza di un ingente numero di renitenti che rendevano malsicure le requisizioni nelle zone montagnose del Distretto, la leva fu

portata a compimento anche nel 1811. Non solo, quando nel dicembre di quell'anno usc il bando che chiamava sotto le armi i coscritti facenti parte dell'Armata attiva del 1812, quasi tutte le Autorit Municipali del Cesenate si unirono in un coro di profonda

soddisfazione per l'esito di tale leva (249). Nonostante i proclami tendenti ad esaltare l'affetto dei cittadini nei confronti del Sovrano, e la loro "volenterosa" partecipazione alla leva, le Municipalit richiamate del alla Distretto dura furono delle ben presto

realt

circolari

prefettizie che avvertivano dei mancati completamenti dei contingenti per l'armata attiva del 1812 e per il
(248) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 348. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 10 Febbraio 1811. (249) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 351. Lettere delle Commissioni Cantonali di Savignano e S.Agata al Viceprefetto del 17 e 21 Dicembre 1812. Il solo Cantone di Mercato raccomandava "...misure di massimo rigore...[poich]...la leva ha un esito infelicissimo." Ibidem. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Mercato Saraceno al Viceprefetto, 18 Dicembre 1812. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 184

residuo della riserva del 1811 (chiamato in attivit nel gennaio del 1812) (250). Nel marzo del 1812 fu inoltre posta in

attivit la riserva della leva di quell'anno che, stranamente data anche la "stravaganza del tempo" , fu eseguita con tempismo eccezionale, tanto che il Prefetto si sent di dover lodare il Distretto per il pronto saldo del contingente (251). Cadde invece nel vuoto l'invito che la

massima autorit dipartimentale faceva ai giovani del Cesenate che, desiderosi di intraprendere la carriera militare "...amerebbero talvolta di prendere servigio anche prima al dell'et loro coscrizionale, un se potessero grado di

ottenere

ingresso

qualche di

sottufficiale"

(252).

L'apertura

una

scuola

militare a Cant, offriva ai giovani del Regno una simile prerogativa. Nel Cesenate la risposta

all'iniziativa fu molto tiepida. Soltanto un giovane di Mercato Saraceno ader alla proposta, nonostante le continue pressioni del Prefetto (253).

(250) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 351. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 23 Dicembre 1811. ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 352. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 17 Aprile 1812. (251) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 353. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 21 Marzo 1812. (252) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 13 Maggio 1812. (253) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Mercato Saraceno al CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 185

Effetti

maggiori

ebbe

la

requisizione

dei

giovani "...abbandonati dai loro genitori che vivendo oziosi si familiarizzano ai delitti e si rendono poi dannosi alla societ" (254). Anche tali giovani

sarebbero stati destinati alla scuola di Cant "per esservi ammaestrati finch siano suscettibili di

passare tamburini nei corpi" (255). Per eseguire il volere governativo, nella notte tra il 18 e il 19 giugno la Gendarmeria procedette all'arresto di 57 presunti ritenuti "oziosi" per la del scuola. Distretto, Di 31 dei nove quali furono

questi,

rilasciati per aver prodotto certificati con i quali dimostravano di avere una famiglia, e dunque di non essere affatto abbandonati, di conseguenza coloro che partirono per Cant rimasero in 22 (256). In relazione all'impiego dei giovanissimi per integrare gli organici dell'Armata, in osservanza al Reale Decreto 17 gennaio 1812, nel maggio del 1812 entrarono a far parte delle compagnie dei battaglioni di flottiglia di stanza a Venezia e ad Ancona anche 23 "esposti" della Congregazione di Carit di Cesena,
Viceprefetto, 14 Maggio 1812. Ibidem, lettera del Prefetto al Viceprefetto, 10 Giugno 1812. (254) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 13 Maggio 1812. (255) ibidem. (256) ibidem. Dei restanti 26 non venne specificato il motivo del rilascio, anche se facilmente intuibile se pensiamo ai metodi alquanto approssimativi che la Gendarmeria utilizzava per portare a compimento le requisizioni. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 186

aventi

un'et

variabile

tra

gli

11

17

anni.

Cinque di loro furono scartati per inabilit fisica e fecero altri immediato 12 che, Dei ritorno tra sei il al Distretto, e non il si imitati 1816 da

1814

furono pi

rilasciati.

rimanenti

ebbero

notizie (257). L'arruolamento di tali ragazzi destava grande impressione e sconforto nella popolazione (258) e screditava ulteriormente della il Governo, visto volont come di

l'ottuso Napoleone. Il procedure

esecutore

spietata

1812 per

si la

chiudeva leva del

con 1813.

l'avvio Il

delle

Prefetto dei liste,

raccomandava contingenti

il nel

completamento "rispetto"

immediato delle

salvaguardando cio i diritti di coloro che erano iscritti tra gli ultimi a marciare, troppo spesso coinvolti nelle requisizioni per coprire i vuoti

lasciati dall'alto numero di refrattari (259). Le terribili notizie provenienti dalla Russia forzarono le autorit a chiedere ulteriori contributi in uomini per risanare le tremende perdite subite

(257) ASFo, Registro degli esposti n 319. (258) M.V.CRISTOFERI, op. cit., pag. 436-437. "L'allevamento e l'educazione degli orfani e dei ragazzi comunque abbandonati hanno costituito un problema pressante, un'esigenza drammaticamente vissuta e sentita delle societ preindustriali." (259) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 357. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 23 Novembre 1812. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 187

dall'esercito. L'esigenza dello Stato non si esauriva ora col completamento dei contingenti per la leva dell'Armata attiva e della Riserva, in quanto

s'intensificavano le requisizioni una tantum, miranti al soddisfacimento di necessit improvvise (260). Di conseguenza gli ultimi mesi del 1812 furono impiegati dalle autorit per una continua ed estenuante "caccia all'uomo", che vide peraltro raggiungere la massima intensit l'anno successivo. Infatti, gi nel marzo del 1813 veniva ai bandita con otto la mesi d'anticipo il 1814

rispetto

tempi

consueti,

leva

per

(Decreto 26 febbraio 1813) (261). Tale anticipo non era che il segnale d'inizio di quello che fu l'anno pi critico per la coscrizione. Le leve si

succedettero incessantemente durante tutti i mesi del 1813 e si arrestarono austriaco solo quando le avanguardie porte della

dell'esercito citt.

giunsero

alle

Gi prima della esecuzione della leva per il 1814, il Prefetto aveva ordinato il rimpiazzo di 54 uomini, dati all'Armata dalla Compagnia

(260) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 357. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 21 Dicembre 1812. "...tutti quei coscritti della Riserva Comunale [di Cesena], le quali esercitano il mestiere di Falegname da grosso o sottile di feratori, di segatori, di fabbro, di ramari e taglieri siano immediatamente requisiti..." (261) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 358. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 9 Marzo 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 188

Dipartimentale di Riserva, con altrettanti coscritti da requisirsi dalle fra coloro della che non erano del stati A

requisiti Cesena

liste 15

riserva (262)

1813.

toccarono

coscritti

che,

nelle

speranze prefettizie, dovevano costituire la base di partenza maggiore per di arruolare volontari. un numero di gran lunga

Codeste

speranze

dovevano

rimanere tali poich non solo la requisizione del contingente si complet a stento, ma nel Distretto si cre un curioso malinteso che per la poco non la che

compromise.

S'ingener

infatti

convinzione

tutto il contingente richiesto dovesse essere formato da volontari, e che di conseguenza il suo

completamento fosse del tutto facoltativo (263). La "carta" del volontariato fu giocata varie volte dal Prefetto nel corso dell'anno ma sempre con risultati desolanti. In marzo ad esempio cadde nel vuoto, malgrado i premi promessi, la richiesta di un volontario per i Granatieri della Guardia Reale (264). Stesso risultato (265) ebbero anche le "eccitatorie"

(262) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 363. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 9 Febbraio 1813. (263) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 363. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 15 Febbraio 1813. Ci volle una seccata replica del Prefetto per chiarire finalmente la situazione. (264) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 358. Lettere del Prefetto al Viceprefetto, 15 e 25 Marzo 1813. (265) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 364. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 24 Settembre 1813. "...pochissimi CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 189

che il Prefetto scrisse per favorire l'arruolamento nel battaglione di Bersaglieri volontari appena

costituitosi nel Regno (266). In ottobre mentre arrivavano lugubri i primi echi della sconfitta di Napoleone a Lipsia, si

compiva nel ristretto spazio di 60 giorni l'ultimo atto della coscrizione militare napoleonica. Ormai minacciato dalla pressante avanzata

delle forze austriache del Generale Bellegarde, il Governo Italiano intraprese una serie di confuse

azioni destinate a "raccattare" il maggior numero di uomini validi da del affiancare Regno, a ci che rimaneva disperato

dell'esercito

nell'ultimo

tentativo di resistenza. A uomini Guardie Cesena la il Prefetto chiese di una dapprima compagnia 42 di Tali

per

costituzione a livello

Nazionali

Dipartimentale.

uomini dovevano essere scelti tra tutti coloro che, in servizio presso vedovi la con medesima, prole, non capi fossero famiglia

ammogliati,

indispensabili al sostentamento dei propri familiari,


sono quelli che sin qui han dato il loro nome al battaglione de' Bersaglieri..." (266) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 364. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 7 Settembre 1813. Per la formazione di tale battaglione il Governo aveva stanziato la cospicua somma di 100 lire milanesi da pagarsi ad ogni volontario. "...si erano chiesti soprattutto individui dai 18 anni in su che fossero cacciatori di mestiere o guardiacaccia o guardia campestre e dei boschi." F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 410. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 190

figli

unici il di

di

vedovi.

Il

Prefetto del pi

raccomandava, alto numero

comunque, possibile riduzione

reclutamento volontari, organici

onde

evitare

un'eccessiva Nazionale, dei

degli

della per le

Guardia

strettamente

necessaria

requisizioni

coscritti e la caccia ai disertori (267). La ritrosia della popolazione a servire il il Regno di cui era fece ormai

chiaramente naufragare

avvertibile anche questa

vicino

crollo, Si era

iniziativa.

radicata nei pensieri della gente la convinzione che qualunque volontario richiesto dalle Autorit fosse destinato ai lontani fronti dell'Europa Orientale o della Spagna. La propaganda antigovernativa rinvigorite e la dai

suggestione

collettiva,

entrambe

racconti dei reduci dalla Penisola Iberica e dalla Russia, facevano ora apparire la coscrizione non pi come la legge che allontanava il coscritto dal

proprio campo e dalla propria famiglia ma come il provvedimento che lo condannava ad una morte quasi sicura in terra per straniera. elencare per Invano le il Prefetto si

prodigava

diverse le

ragioni

dell'arruolamento, esigenze di ordine

spiegare da

accresciute con un

interno

mantenersi

maggior numero di Guardie Nazionali o Gendarmi, ben

(267) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 364. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 5 Ottobre 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 191

pochi volontari accorsero sotto le bandiere tricolori e il temuto fu depauperamento per degli poter organici della il

Guardia

indispensabile

completare

contingente necessario per la costituenda compagnia Dipartimentale (268). Questo fatto costitu un grosso problema e pregiudic l'esito dell'ultima coscrizione del 1813, cio di quella compiuta sulle prime classi di leva dal 1808 al 1813 (269). "La nuova

requisizione...contribu ulteriormente a deprimere lo spirito pubblico e ad aggravare il distacco tra

Governo e governati..." (270).

(268) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 364. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 19 Ottobre 1813. (269) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 358. Istruzioni per il compimento della leva sulle prime classi dal 1808 al 1813. (270) F.DELLA PERUTA, op. cit, pag. 395. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 192

Lo scoramento fu grande anche nel Cesenate, dove il Viceprefetto si vide aumentato il contingente attribuito al Distretto per ben tre volte nel solo spazio di cinque furono giorni frutto (271). Ma le pi gravi dei

conseguenze

dell'atteggiamento

cittadini che praticamente rifiutarono di rispondere alla chiamata di leva. Dopo un mese dall'inizio delle operazioni, solo 46 coscritti su 189 erano stati

requisiti (272), mentre gran parte dei Comuni montani, in particolare Sogliano, si trovavano

nell'impossibilit di compiere le consuete operazioni di requisizione e scorta ai coscritti sia per

l'esiguit degli organici della Guardia Nazionale che per la presenza di armati la numerosi nostra

"malviventi...che...infestavano

strada di montagna...[col pericolo che]... scendano sulla postale per assalire le scorte de' convogli

(271) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettere del Prefetto al Viceprefetto, 19, 23 e 24 Ottobre 1813. Inizialmente il contingente doveva essere identico a quello per la leva del 1814, 130 coscritti, questo era infatti quanto si desumeva dal contenuto della circolare del Prefetto del 19 ottobre. Il 23 dello stesso mese, appena quattro giorni pi tardi, Forl comunicava al Distretto il sopravvenuto aumento del contingente che risultava ora essere pari a 151 coscritti. Non passavano 24 ore che una nuova circolare informava di un'ulteriore aumento che portava il contingente a 189 coscritti. (272) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 29 Novembre 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 193

coscrizionali" (273). Una tale leva non sfior neppure il compimento malgrado il Prefetto si prodigasse in consigli al Distretto per una veloce conclusione

della stessa (274). Sempre Gendarmeria un'ispezione in del alla ottobre il comandante in seguito della ad di

Dipartimento, Compagnia

Dipartimentale

riserva, aveva evidenziato come molti di coloro che vi erano arruolati fossero "...incapaci al mestiere delle armi" e come tali da rimpiazzare immediatamente (275). Ci costrinse da le autorit sulla IV ad un'ulteriore della I

requisizione

compiersi

lista

classe del 1814 (276). Altri 20 coscritti (277) si aggiungevano Distretto, la dunque cui ai gi tanti ormai richiesti non al

popolazione

aspettava

(273) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettere della Commissione Cantonale di Leva di Savignano al Viceprefetto, 26 e 27 Ottobre 1813. (274) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 27 Novembre 1813. Il Prefetto consigliava alle autorit locali di mettere a disposizione delle somme per "comprare supplenti o volontari". Inoltre suggeriva ai municipali di suddividere i contingenti in maniera proporzionale tra le parrocchie e, tramite un'azione concertata con i parroci di "levar improvvisamente quegli individui che i parroci o le stesse municipalit, giudicassero meno utili alle famiglie o meno grati alla societ." (275) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 11 Ottobre 1813. (276) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 11 Ottobre 1813. (277) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 361. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 11 Ottobre 1813. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 194

altro che il definitivo crollo del dominio francese per "risvegliarsi" dall'incubo della leva (278).

(278) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 360. Lettera del Vicario di Talamello al Viceprefetto, 29 Aprile 1813. "Tutto tranquillo vicino a noi, bench nelle opinione perda ogni d il Governo qualche Carato." CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 195

Bibliografia cap. 6 M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, Economia e Societ dal 1811 al 1859." in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV. F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ napoleonica." Milano 1988. nell'Italia

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI DEL REGNO (1805-1813) - 196

Capitolo 7.: Il rifiuto della leva.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 197

PAR. 7.1.: LA RENITENZA.

Secondo la terminologia giuridica delle leggi di coscrizione del periodo si potevano distinguere tre categorie di renitenti: i disertori, cio coloro che fuggivano dalle armi dopo essere stati

incorporati nei reggimenti; i refrattari, coscritti che ricevevano la notizia forma della loro grazie loro ma prossima ad una dalla non si

requisizione lettera

sotto

scritta,

"requisitoriale" o dalla

recapitata Nazionale,

Gendarmeria

Guardia

presentavano al deposito di raccolta dei coscritti nel giorno prefissato, oppure fuggivano, dopo essersi presentati, durante il trasferimento verso la sede del reparto nel quale sarebbero stati incorporati. L'ultima categoria di renitenti comprendeva gli

omessi, cio coloro che non avevano provveduto ad iscrivere Un'analisi sull'oggetto il proprio nome ad nelle liste di leva. sintesi di pi

che di

conduca questo

un'esauriente quanto

capitolo

complesso possa incontrare colui che si accinge ad uno studio sulla coscrizione napoleonica. La

poliedricit del fenomeno tale da prestarsi ad una disanima condotta da pi punti di vista, con tutta una serie di complesse sfaccettature da studiare per

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 198

riuscire ad arrivare ad una sintesi sufficientemente completa. Non dunque possibile ridurre un simile studio all'arido esame della sola diserzione nel

Distretto (279), ma occorre invece analizzare altri peculiari tollerati aspetti o della renitenza, (come nel magari caso anche delle

legalizzati

supplenze) ma che comunque contribuiscono alla reale definizione del fenomeno (280). L'esigenza di condurre un'analisi cos

complessa, si scontra per con l'inadeguatezza delle fonti in nostro possesso. Per l'importanza che il fenomeno ebbe e per i problemi che caus alle Amministrazioni dell'epoca, il carteggio che riguarda pi o meno direttamente la renitenza alla leva, rappresenta una parte cospicua di tutto il materiale d'archivio inerente la

coscrizione militare. Dall'esame per di questi atti ci si accorge come una tale mole di documenti sia solo degli all'apparenza preziosa per la ricostruzione a di il volte leggi ed

avvenimenti. ricchi

Ripetitivi, di stampati renitenza,

contraddittori, istruzioni

sull'argomento

materiale

(279) Per ulteriori approfondimenti rimando all'opera del DELLA PERUTA, "Esercito...cit.", pag. 279. (280) Ecco perch mi parso doveroso dedicare un intero paragrafo all'esame dei matrimoni celebrati con rito civile, un aspetto importante della vicenda per gli effetti che ebbe sullo svolgimento della coscrizione durante gli anni del Regno. Vedi par. 2 del presente capitolo.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 199

invero sembra povero per ci che riguarda le cause del fenomeno. I un i commenti delle Autorit, per leva che poter sono

assumerebbero approfondire rari.

inestimabile del

valore alla

motivi

rifiuto

Mancano e,

inoltre soprattutto,

precisi risulta

riferimenti del tutto del

quantitativi impossibile fenomeno

condurre in

un'analisi esame le

qualitativa

prendendo

caratteristiche

sociali dei renitenti. Ancora una volta il confine tra la frammentariet del materiale conservato negli Archivi e l'oggettiva incompletezza risulta gestione di del degli atti

amministrativi identificazione.

dell'epoca La gravosa

difficile fenomeno

renitenza di certo non si articol in provvedimenti legati da particolari fili conduttori. delle

L'estemporaneit,

l'aggiustamento

provvisorio

situazioni, il rimedio efficace nel breve periodo ma controproducente furono trovare questo Esse le per in un arco temporale che alla il pi esteso, seppe Tutto fonti.

uniche porre

soluzioni un freno

Governo

renitenza. delle

emerge mostrano

chiaramente confusi

dall'esame

tentativi

delle

Autorit

governative, che si concretizzavano essenzialmente in due fondamentali aspetti della lotta ai renitenti: le perquisizioni perquisizioni per arrestare in i renitenti, dalla

condotte

prevalenza

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 200

Gendarmeria, e le amnistie periodicamente concesse dal Governo. Risulta dunque curiosa l'alternanza tra i provvedimenti tendenti ad inasprire le pene e i provvedimenti che invece allentavano la tensione alla quale i giovani erano sottoposti (281). Per trovare un seppur minimo riferimento

quantitativo sulla effettiva consistenza numerica del fenomeno occorre attendere il 1812. Con l'entrata in vigore delle Istruzioni ministeriali per la leva del 1813, infatti, fu resa obbligatoria la pubblicazione periodica consistenza di un nel prospetto Distretto riassuntivo dei fenomeni della di

refrattariet e diserzione (282). Se per renitenza alla leva le Autorit

dell'epoca intendevano essenzialmente i fenomeni per i quali una persona si sottraeva illegalmente al

meccanismo coscrizionario, occorre sottolineare che una simile impostazione dello studio sulla renitenza tralascia l'analisi di alcuni aspetti determinanti. Il riferimento all'istituito della supplenza e la possibilit, per chi studiava Scienze Sacre in Seminario, di evitare la leva, dunque significativo per dimensionare il fenomeno anche negli aspetti

(281) Per un quadro completo di tutti i provvedimenti di amnistia presi durante gli anni della coscrizione rimando alla citata opera del DELLA PERUTA, pag. 294 e succ. Copia dei bandi di amnistia conservata presso l'ASC, Carteggio amministrativo, tit. XVII, rub. 8 Disertori. (282) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 362.

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della cosiddetta "renitenza borghese", che interess particolarmente i ceti pi facoltosi e che ebbe piena ratifica nelle leggi e nei regolamenti coscrizionari. L'istituto della supplenza, previsto gi

dagli articoli della legge 13 agosto 1802, e concesso in forma pi o meno restrittiva durante tutti gli anni di coscrizione (283), fu diffusamente utilizzato da parte di coloro che potevano permettersi

l'ingaggio di un supplente. La spesa per riuscire in questo corso intento degli lievit cos infatti che la sensibilmente surroga con nel

anni,

altri

coscritti divenne sempre pi onerosa. Purtroppo di tali contratti di supplenza non rimangono venivano grosse stipulati tracce del nelle tutto fonti, visto tra che le

privatamente

parti (almeno fino al 1811, quando fu introdotta la

(283) L'istituto sub una netta limitazione nel 1807. Per la leva di tale anno la surroga era possibile solo dopo il completamento del contingente di Guardie d'Onore e Veliti ed entro 24 ore dal momento della designazione del coscritto. In aggiunta il supplente doveva appartenere allo stesso Comune del supplito, ed essere della sua stessa classe di et. F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 171. Nel 1811 con le nuove istruzioni sulla leva , vennero concesse condizioni meno restrittive e pi improntate alla repressione degli abusi. Ora i supplenti venivano accettati fino a quando il coscritto requisito non veniva immatricolato nel corpo di appartenenza. Il supplente doveva possedere una certificata moralit ed essere integro fisicamente. Il documento che sanciva il contratto di supplenza veniva vidimato dal Prefetto. Accanto alla supplenza tali istruzioni prevedevano anche la sostituzione tra due coscritti, dei numeri che erano toccati loro in sorte all'atto della fissazione dei ranghi. ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n351. Bando prefettizio, 8 Dicembre 1812.

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vidimazione

dell'atto

da

parte

del

Prefetto).

Gli

unici contratti che sono rimasti nei carteggi erano quelli nei quali vi era stato inadempimento di una delle due parti. Tipicamente ritroviamo casi di

mancato pagamento da parte del supplito della rata annuale (in tali contratti l'importo veniva suddiviso per la durata del periodo coscrizionario in tempo di pace, che era di quattro anni), oppure la diserzione una volta giunto al corpo di appartenenza. Il prezzo della supplenza variava

notevolmente a seconda del Cantone di residenza del coscritto. Per il Cantone di Cesena, dove mediamente le tariffe di erano pi alte, di leve si conservano quattro

copie

contratti alle

supplenza del 1807,

riferentisi 1809, 1810 e

rispettivamente

1811. Per essi la contropartita in denaro, in cambio della supplenza (284). oscill Pi dalle 750 era alle 1000 lire un

milanesi

economico

procacciarsi

supplente nel Cantone di Savignano. A Sogliano, per la leva del 1803, un supplente era stato pagato .430 circa (285), mentre a Longiano, in riferimento alla leva del 1808, il costo era stato di .472. Nel

capoluogo di Cantone si erano invece raggiunte le 536 lire, durante la leva del 1811 (286).

(284) ASC, Viceprefettura napoleonica, buste n 345-346-349-355. (285) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 338. (286) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 363.

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Ancor meno dispendiosa era la stipula di un contratto di questo tipo nel Cantone di Mercato

Saraceno, dove nel 1809 fu concluso un contratto di supplenza per sole 212 lire da pagarsi in rate

quadrimestrali (287). Con il trascorrere degli anni e il

potenziamento dell'esercito italiano, la necessit di coscritti aument ed aumentarono anche i rischi per gli Regno arruolati, alle vista l'attiva militari pi a partecipazione del periodo. ed i del Di

campagne fu sempre

conseguenza trovare

difficile sostituire

oneroso coscritti

persone

disposte

requisiti. Un'altra via praticabile per sfuggire alla coscrizione, consisteva nell'iscrizione nei Seminari per lo studio a delle Scienze di Sacre. renitenza Un lo grosso diede

incentivo

questa

forma

l'Imperiale Decreto 21 settembre 1809, che estendeva l'esenzione dal servizio di leva anche a coloro che erano semplicemente studenti in scienze sacre. Non era pi necessaria la qualifica di "seminarista" per essere esonerato dalla leva, la semplice frequenza delle lezioni era sufficiente, non richiedendosi a

(287) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 340.

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tal fine neppure l'effettiva residenza in Seminario (288). Il risultato fu che gi per la leva del 1810 erano 23 i giovani in et di coscrizione presenti in Seminario, di cui solo 7 seminaristi e ben 16

studenti in teologia (289). Nel 1812, su un totale di 28 studenti, erano sempre 23 quelli con un'et tale da ricadere negli 12 di leva intervalli loro del di coscrizione, alla come ma

addirittura classe della

appartenevano 1812 ed erano

prima tali

destinati ad una requisizione pressoch certa qualora fossero stati iscritti nelle normali liste di leva (290). Se tali forme di renitenza erano favorite da leggi e decreti che offrivano lecite scappatoie ai coscritti pi ricchi, fortemente combattuta furono invece la diserzione e la refrattariet. Di fronte al totale rifiuto della leva da parte dei coscritti del Cesenate, le Autorit non ebbero valide "armi" per fronteggiarne le cause e gli

(288) "S.E. il Signor Conte Ministro per il Culto...mi significa che determinando il numero di chierici che debbono essere esenti dalla coscrizione in codesta diocesi ha pur permesso che possano convivere fuori di Seminario purch per frequentino le scuole delle scienze sacre nel medesimo." ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 342. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 22 Novembre 1809. (289) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 342. Elenco dei chierici esenti per la leva del 1810. (290) ASC 3268. Tit. XVII, rub. 25. La Municipalit di Cesena alla Commissione Cantonale di Leva, 8 Ottobre 1812.

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effetti.

La

stessa

politica

governativa,

come

ricordato, peccava spesso d'incoerenza in materia. La severit, il rigore e le pene tanto spesso minacciate dal Ministro della Guerra, che erano inframmezzate come da

frequentissime risultato, Governo la

amnistie cruda

offrivano

unico del Le

visione di

dell'incapacit tale problema.

nella

risoluzione

amnistie davano, nella quasi totalit dei casi, esiti modestissimi, cos come modesti furono pure i

risultati ottenuti dalle perlustrazioni compiute da Guardia Nazionale e Gendarmeria, nell'intento di

arrestare i disertori che vagavano liberamente per il Distretto. Le ragioni dell'insuccesso dei provvedimenti presi dalle Autorit governative sono facilmente

intuibili analizzando le motivazioni che portavano alla renitenza dei coscritti. Se l'istintiva

avversione alla coscrizione era la causa predominante della riottosit alla leva non si pu

semplicisticamente asserire che fosse l'unico motivo di rifiuto. La renitenza prendeva origine anzitutto dall'ignoranza diffusa delle norme. La legge and

incontro a processi di perfezionamento che, se da un lato arricchivano il suo contenuto legislativo,

d'altro canto complicavano inevitabilmente i processi di comprensione e di applicazione. Cos, ad esempio,

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mentre

nei

primi

anni

di

leva

fu

la

semplice

operazione d'iscrizione alle liste l'unico obbligo a carico dei coscritti, con il passare degli anni e il proliferare di istruzioni e regolamenti abrogativi, integrativi e sostitutivi, fu sempre pi marcato il distacco tra la legge ed il popolo. La difficolt di applicazione di quel groviglio di norme, che gi

mettevano a dura prova le capacit degli esponenti delle autorit municipali, s'ingigantiva di fronte agli Specie obbiettivi nei limiti culturali rurali, dei il coscritti. tasso di

comprensori

dove

analfabetismo era sensibilmente pi elevato rispetto alla citt, e dove pi intensa era l'ostilit delle genti verso la dominazione francese, il rigetto verso ogni tentativo di migliorare la situazione vanific gli sforzi del Governo (291). L'ignoranza non

permetteva un'analisi critica della norma, lasciata spesso alle interpretazioni che ne potevano dare i parroci, dal pulpito delle chiese durante la Messa, con i consueti problemi che una tale situazione

(291) Nei verbali redatti durante le "pubbliche" operazioni di fissazione dei ranghi, che avrebbero portato all'estrazione del contingente, veniva immancabilmente sottolineata la pressoch totale assenza dei coscritti, invitati ad assistere all'operazione. Ci era la prova di come fosse stato inutile lo sforzo condotto per migliorare tutto il meccanismo coscrizionario. La trasparenza nelle operazioni di leva non veniva accolta come manifestazione di regolarit di un procedimento di legge e perdeva di conseguenza la ragione stessa per cui era stata introdotta.

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comportava. norme si

Oltretutto con

la

scarsa

conoscenza compiuti

delle dalla

combinava

gli

errori

Municipalit (292). Il motivo principale della renitenza, specie per i ceti meno agiati, era comunque dettato dalla necessit da parte famiglie, di utilizzare la

manodopera che i figli potevano offrire per il comune sostentamento. Indipendentemente dalla coscrizione le popolazioni dei comuni rurali del Distretto Cesenate erano da anni protagoniste che le di un intenso "nello flusso stato

migratorio

stagionale

portava

Etrusco...[e]...nel Pontificio per ivi procacciarsi il vitto collo smercio dei lavori di legna colla mietitura del grano ed altre opere di campagna" (293). Questa pratica si accrebbe durante il periodo napoleonico e le mulattiere di campagna verso

"l'Estero" divennero sentieri abituali di fuga per molti disertori. La stretta correlazione tra

coscrizione ed emigrazione fu dimostrata anche dal

(292) Nell'Agosto del 1810 l'arresto di un coscritto di Cesena, dichiarato refrattario, faceva emergere le responsabilit della Gendarmeria, rea di non avergli consegnato la lettera requisitoriale. "...pu benissimo essere, che la consegna non siasi eseguita e che la lettera sia rimasta presso la Real Gendarmeria, come accaduto per diverse altre." ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 343. Lettera del Podest al Viceprefetto, 4 Settembre 1810. (293) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Il Cancelliere del Censo di Mercato Saraceno al Viceprefetto. Una lettera del Sindaco di Sarsina dello stesso tenore presente anche nella busta 338, 11 Novembre 1808.

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fatto che, con l'annessione nel Regno d'Italia dei territori umbri e marchigiani facenti parte del

territorio Pontificio, e con la conseguente creazione di tre nuovi Dipartimenti del Regno, anche essi

soggetti alla leva, il flusso migratorio si orient decisamente verso la Toscana. Se un'aliquota della manodopera salariata

trovava lavoro al di fuori dei confini del Distretto, la maggior parte di essa era comunque impegnata nel luogo di residenza, di frequente nella conduzione del podere di propriet o preso a mezzadria, oppure come servitore o garzone presso famiglie facoltose (294). Diverse sono le lettere nelle quali il Viceprefetto accusava i Sindaci dei vari comuni del Distretto, di tollerare la presenza dei disertori o refrattari che vivevano "...tranquilli alle loro case" (295). L'opera congiunta delle famiglie, dei parroci e a volta delle stesse Autorit locali, contribuiva a celare la

presenza di questi coscritti, soprattutto durante le perlustrazioni fornito dal della Gendarmeria. sui disertori Da un quadro nel

Prefetto,

arrestati

(294) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 336. Processo verbale della Municipalit, 4 Settembre 1810. Diversi coscritti trovarono invece impiego nelle cave solfuree del Comune di Sarsina e del circondario di Cesena. ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 347. Lettera della Commissione Cantonale di Leva di Mercato Saraceno al Viceprefetto, 11 Febbraio 1811. ASC, Militari e Guerre, 3268. Lettera del Podest di Cesena al Viceprefetto, 11 Luglio 1811. (295) ASC 3266. Lettera del Viceprefetto al Podest di Cesena, 18 Dicembre 1812.

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Dipartimento nel mese di Agosto 1808 risultava che, su 225 arresti, ben 98 erano stati eseguiti nella casa paterna e molti altri nel Comune di residenza del disertore (296).

(296) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 339. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 6 Ottobre 1808.

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PAR. 7.2.: I MATRIMONI CIVILI.

La intelletti

repulsione di coloro

alla che

coscrizione ne erano

affin

gli

direttamente

coinvolti. La ricerca di scappatoie per sfuggire al meccanismo di leva non si risolse solo nella

diserzione e nella refrattariet, n si esaur nella ricerca di esenzioni per "fisica indisponibilit". Tra gli articoli della legge, infatti, si annidavano allettanti pretesti per evitare la leva, o per

diminuire considerevolmente le probabilit di esserne coinvolti. Focalizzando l'analisi sul Cesenate, una

delle vie pi praticate per riuscire nei suddetti intenti, fu quella offerta dalla possibilit,

contraendo matrimoni anche solo con rito civile, di ottenere preziosi titoli d'esenzione. In un comune come quello di Cesena, dai fortissimi sentimenti

religiosi e dalla profonda devozione verso la Chiesa, il matrimonio veniva a perdere cos tutta la sua importanza spirituale, riducendosi alla stregua di un vero e proprio contratto stipulato per esclusive

ragioni pratiche (297).

Come conseguenza le remore di

(297) "Chiunque si voglia unire col Sacramento del Matrimonio prima della Cerimonia della Chiesa bisogna andare in Palazzo, li due che si vogliono unire... con li pi prossimi parenti, indi la suddetta deputazione [i municipali] dimandavano alli

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 211

tipo

religioso,

per

matrimoni

contratti

solo

per

interessi materiali, venivano a scomparire proprio perch il rito celebrato davanti al Podest, non era un matrimonio. Nel corso il degli anni, dei durante la

dominazione celebrati

francese, con il

numero rito

matrimoni s'accrebbe

solo

civile

enormemente, tanto da rivelare chiaramente l'intima essenza che lo legava alla coscrizione. "Si rilevato, che in varie Comuni del

Regno, e massima della Campagna alcuni giovani per godere la posticipazione nelle liste Coscrizionarie contraggono il matrimonio Civile, e ricusano poi di unirsi alle spose, ritenendo che il Matrimonio Civile sia una pura cerimonia. Ella ben vede di quali

funeste conseguenze pu essere fecondo quest'abuso nell'ordine sociale; non ho notizia, che ci sia mai avvenuto in questo Dipartimento, con tutto ci io la invito a ben informarsi anche col mezzo dei Signori Parochi, e riferirmi se abbia, o abbia mai avuto

parenti se sono contenti che questi si sposino... e li sposano loro [i municipali] come che fossero sacerdoti e non sono che uomini senza Religione. Li fanno delle Monizioni e sposati, preso nome e cognome de' sposi e de' parenti, il giorno la Parochia e in un foglio di carta bollata gli fanno il vaglia, e partono se sono boni cattolici se ne vanno in chiesa o quel giorno o dei giorni dopo per adempiere l'obbligo della nostra Santa Religione e se sono soggetti di Massima Francese, che abbiano rinunziato alla Religione... se ne vanno a casa con la sposa e non vanno a sposarsi in Chiesa che non credon nei preti e non sono pochi che si sono sposati cos." M.GUIDI, "Il Giornale. Cronaca di Cesena. (1781-1787), (1793-1829)", vol. II, pag. 75.

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luogo (298).

nell'estensione

della

di

lei

Giurisdizione"

Nonostante gli avvertimenti del Prefetto non furono condotte che analisi molto marginali per

stabilire quale

fosse l'incidenza, sul totale, dei

matrimoni celebrati per semplice opportunismo. Se il requisito della effettiva convivenza tra i due

coniugi era una caratteristica non sufficiente per motivare la causa matrimoniale, l'autorit municipale non poteva i d'altronde, per sondare le personalit di del

tutti

coniugi

scoprire

l'intenzionalit

matrimonio. L'unico aspetto che poteva rivelare ai municipali la gravit del fenomeno, preso ovviamente nella sua globalit, era l'esame degli aspetti

quantitativi dello stesso. Come risulta dalla tabella I, il numero di matrimoni civili aument considerevolmente nel corso degli anni. L'aumento repentino della nuzialit si ebbe gi durante il primo anno di coscrizione, il 1803, con un numero di matrimoni civili pi che

raddoppiato rispetto al 1802 (52 contro 24) e il dato divent addirittura clamoroso a partire dal 1804 (212 matrimoni). In soli due anni, dal momento

dell'entrata in vigore della legge sulla coscrizione,

(298) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 344, lettera del Prefetto Staurenghi al Viceprefetto di Cesena del 12 aprile 1810.

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il numero dei matrimoni civili era quasi decuplicato! Negli anni successivi tale numero fin con lo

stabilizzarsi intorno alle 200 unit annuali. A ulteriore conferma della connessione tra l'incremento coscrizione del sta dato il in esame che, e con la la legge fine di del

fatto

"periodo francese", e, di conseguenza, con la fine degli obblighi di leva, il numero dei matrimoni

civili venne a ridursi di oltre il 50%.


Tabella I: i matrimoni civili a Cesena dal 1803 al 1815 (299). Anno Numero di matrimoni civili 52 212 193 163+37(*) 122+62(*) 149+31(*) 184 190 212 214 216 76 92 34 53 67 75 84 91 83 92 23 28 47.22 43.44 44.97 40.76 44.21 42.93 38.78 43.05 30.26 30.43 () N di matrimoni con sposo di et inferiore ai 26 anni (%)

1803 1804 1805 1806 1807 1808 1809 1810 1811 1812 1813 1814 1815

(299) ASC 2659 I-VII, matrimoni (1801-1806); ASC 2590-2599, matrimoni (1806-1815); 2609 A-B-C, matrimoni Calisese; 2614 AB-C, matrimoni Carpineta; 2621 A-B-C, matrimoni Pieve Sistina; 2626 A-B-C, matrimoni S.Vittore.

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() Le fonti non specificano le et degli sposi per gli anni dal 1803 al 1805. (*) I valori addizionati sono quelli che si riferiscono alle localit di Pieve Sistina, Martorano, Calisese e San Vittore. Esse, negli anni indicati, furono amministrativamente considerati "Comuni di III classe" appartenenti al Cantone di Cesena. Successivamente tornarono a far parte del Comune di Cesena.

La ricchezza della fonte permette un'ampia analisi della supposta connessione. Esaminando ad

esempio le et medie dei coniugi si nota come l'et media dello sposo subisse un sensibile innalzamento nei due anni successivi alla caduta del dominio

francese. Questo aumento fu causato anche dal calo del numero di matrimoni dei giovani con et inferiore ai 25 anni (e quindi coinvolti nella coscrizione o in procinto di esserlo). In particolare nel 1814 e nel 1815 veniva a ridursi notevolmente il valore

riguardante la nuzialit degli sposi che, durante il dominio francese, sarebbero appartenuti alla classe pi giovane di coscrizione (tale valore scendeva nel 1814 al 7% del totale dei matrimoni con sposo in et di coscrizione), o vi sarebbero appartenuti l'anno successivo. eccezionali Tale valore il aveva 1812 e raggiunto il 1813, picchi biennio

durante

durante il quale la coscrizione pretese il maggior numero di arruolati. In quegli anni a Cesena, chi si sposava ed era in et di coscrizione, nel 50% circa dei casi apparteneva alla prima classe di leva,

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appunto nuzialit

quella dei

dei

ventenni. pi

L'alto

valore

di dal

coscritti

giovani

derivava

fatto che, nel 1812 e 1813, la prima classe di leva dovette sopportare, da sola, praticamente l'intero peso della coscrizione, in quanto i contingenti

furono prelevati quasi esclusivamente da essa. Ci rese il matrimonio civile un'irrinunciabile rifugio per molti coscritti, i quali, vedendo aumentare

vertiginosamente le probabilit di essere requisiti, desideravano "cautelarsi" nei confronti della leva pur rimanendo nella legalit. Nelle Legge della "Istruzioni Coscrizione LI, per l'esecuzione del "sono 1811 della (300),

Militare" come

l'articolo ultimi a

ricordando i

dichiarati dopo la

marciare

coscritti

ammogliati

legge che hanno la moglie vivente e convivono con essa", aggiungeva in calce la postilla "sono

dichiarati primi a marciare i coscritti che a solo oggetto sottrarsi matrimonio convivono." Nel 1812, in applicazione a tali Istruzioni, il Prefetto Frosconi scriveva al Viceprefetto di di al con eludere la legge militare vecchie e di coscrizione hanno colle e

servigio donne

contratto quali non

Cesena, lamentandosi dei molti matrimoni effettuati

(300) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 354.

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per

sfuggire

alla

coscrizione,

ed

imponendogli

di

collocare nella lista 4 della prima classe (la lista dei primi ad essere requisiti), "tutti coloro che non avessero compito ancora il 5 anno della loro

coscrizione, e fossero stati negli anni precedenti... situati nelle liste degli ultimi a marciare... a

causa di matrimoni con donna vecchia, o colla quale non convivono" (301). Per evitare questi matrimoni di

"convenienza", si arriv addirittura all'estremo per il quale il di giovane, sposarsi, in et doveva alla di in massima coscrizione, precedenza autorit

desideroso chiederne

l'autorizzazione

distrettuale, appunto il Viceprefetto (302). Nel Cesenate, i matrimoni con donne

sensibilmente pi anziane non furono mai numerosi, neppure negli anni pi duri della coscrizione. Il numero dei matrimoni in cui l'et dello sposo era minore di quella della aumentando Negli sposa, nel ultimi andarono corso due per della anni di

progressivamente dominazione

francese.

coscrizione, in oltre l'80% dei casi, quando lo sposo aveva un'et minore di quella della sposa,

significava che era compreso negli intervalli di et della leva. Con il ripristinarsi dell'influenza

vaticana tale percentuale scese sensibilmente.


(301) ibidem, lettera del 21 aprile 1812. (302) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 352.

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Anche se i casi di matrimoni con donne molto pi anziane non furono numerosi, rimane quindi il fatto che il coscritto tendeva quanto meno ad

affrettare il matrimonio, scegliendo quasi sempre una compagnia pi vecchia di lui. Si evidenziava una

caratteristica che seppur sintomatica delle realt rurali del periodo, dove frequentemente la sposa era

pi anziana dello sposo, era comunque esasperata nei valori. municipali, Questa che situazione presero solo sfugg alle autorit qualche

tardivamente

provvedimento in tal senso (303), quando ormai era troppo tardi per arginare il fenomeno. Come ulteriore prova di quanto ricerca, affermato, possibile le et condurre degli

un'altra

confrontando

medie

sposi di sesso maschile e femminile. L'unica classe di et maschile ad avere costantemente un'et media inferiore a quella delle rispettive mogli, era quella dai 18 ai 20 anni. Ancora una volta la prima classe di leva, la pi colpita ogni anno dalla coscrizione, era quella che pi massicciamente ricorreva al

matrimonio civile per riuscire a sfuggire alla leva. L'unica eccezione in tal senso era infatti il dato del 1814. Solo per quell'anno l'et media degli sposi super quella delle spose. Un tale dato peraltro, potrebbe essere preso ad ulteriore conferma del fatto

(303)

ibidem.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 218

che,

con

la

fine

della

coscrizione,

rallent

immediatamente il fenomeno della nuzialit precoce e con donne di et maggiore. Infatti nel 1814 e poi nel 1815 si ebbero i gli sposi pi alti valori di et media per dell' ultimo decennio

maschi

(rispettivamente 29.38 e 30.76). Tale valore aveva raggiunto il suo minimo durante il 1813 (27.56), anno della massima oppressione per quel che concerne la leva. Il fatto che un coscritto accelerasse i tempi per celebrare le proprie nozze, con donna pi anziana o meno, facilmente dimostrabile osservando la

distribuzione temporale dei matrimoni nel corso di un anno. In maniera pi o meno evidente si nota come, l'intensificarsi delle celebrazioni, era una diretta conseguenza dell'uscita dei bandi annuncianti le leve militari. Facendo ad esempio il caso del 1807, si pu notare come la distribuzione dei matrimoni nel corso dei mesi mostrasse il seguente andamento:

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 219

Figura I: matrimoni celebrati nel 1807, con sposo in et di coscrizione.


14 12 10 8 6 4 2 0

anno 1807

In quell'anno l'uscita dei bandi per l'armata attiva e per in quella gennaio di e in riserva febbraio. avvenne Il 30

rispettivamente

ottobre usc invece il bando che avvisava dell'inizio delle operazioni per la formazione delle liste per la leva attiva del 1808. Come si nota dal grafico, i due valori massimi in ordinata vengono raggiunti proprio nei due periodi ora menzionati ad ulteriore prova della strettissima correlazione fra coscrizione e

matrimoni. Volendo discorso trarre una conclusione fissare lecito dal lungo punti che

condotto,

occorre

alcuni affermare

fondamentali.

Anzitutto

l'aumento nella nuzialit verificatosi tra il 1800 e il 1813 nel Cesenate era dovuto per la gran parte proprio alla ricerca di esenzione dalla leva.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 220

Nonostante le ragioni di questo aumento, i molti matrimoni celebrati non furono caratterizzati da mancate convivenze. le autorit Questo avrebbe, che, infatti, invece,

insospettito

municipali

almeno da quanto risulta dal carteggio, non dovettero mai affrontare casi del genere. Purtuttavia, ci non toglie che pass del tutto inosservata la tendenza dei coscritti a sposare donne solo di poco pi

anziane, ma in periodi estremamente "sospetti", cio in prossimit causa della di leva. Questi due da fattori parte non

furono

riflessione

della

Municipalit, e ci caus due problemi fondamentali al meccanismo di leva. Il primo problema riguardava il fenomeno della renitenza e della diserzione: molti coscritti sposati volevano dire aumento della

possibilit di requisizione da parte di coloro che, iscritti nella lista IV, non possedevano particolari titoli d'esenzione o ritardo. Di conseguenza l'unica via possibile per questi coscritti era proprio quella della fuga attraverso i monti che facevano da confine tra la Romagna e gli stati limitrofi. Un altro grosso problema riguardava il fatto che, l'incremento la dei coscritti per sposati rendeva i

necessaria

requisizione,

completare

contingenti richiesti ai vari Comuni, anche di coloro che si trovavano nelle liste degli "ultimi a

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 221

marciare".

L'esaurimento

della

lista

IV,

infatti,

presupponeva l'immediato attingimento dalla lista V, nella quale erano iscritti anche i coscritti che si erano uniti in matrimonio dopo il 13 agosto 1802. Ci significava che il coscritto doveva partire lasciando la moglie e gli eventuali figli, spesso pregiudicando gravemente la possibilit del loro sostentamento.

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PAR. 7.3.: REFRATTARI E DISERTORI.

La

difficolt

di

quantificare

il

fenomeno

della renitenza nei suoi aspetti tipici, diserzione e refrattariet, deriva essenzialmente dall'assenza di un dato di sintesi affidabile. Fino al 1812 di non

troviamo

alcun

documento

riepilogativo

questo

fenomeno che appariva, stando alle osservazioni delle Autorit locali, di una certa gravit. La situazione non ispirava un dato alcun provvedimento sulla per riuscire ad

avere

preciso

consistenza

numerica

della renitenza e, soprattutto, per ottimizzare gli esiti delle operazioni di ricerca e perlustrazione nel territorio del Distretto. Succedeva infatti, come ricordato, che l'operato della Gendarmeria e della Guardia Nazionale fosse pesantemente ostacolato dalla mancanza di riferimenti precisi riguardo ai disertori da arrestare (di questi mancavano informazioni sul domicilio e a volte le pi necessarie caratteristiche anagrafiche), per cui nella quasi generalit dei casi la ricerca veniva condotta compiendo avevano vaste il ma solo

"generiche"

perquisizioni,

che

risultato di mettere in allarme i renitenti di altre zone.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 223

Quando, ricostruire composizione il di

nel

1812,

si

cerc

finalmente con

di la

quadro

della

renitenza,

prospetti

riepilogativi

periodici

(quadrimestrali prima, addirittura trimestrali poi) per ogni Comune, emerse una situazione sconsolante. Anzitutto le leve degli anni precedenti erano avvolte in un alone di mistero che derivava da gravi

negligenze delle Municipalit, "non si trover poi segnati remoti i disertori ci e refrattari degli anni per pi la In

essendo

riuscito registri

impossibile d'allora"

irregolarit aggiunta, il

dei

(304).

fenomeno

stesso

risultava

essere

pericolosamente sottostimato. Dagli elenchi redatti dal Ministero della Guerra contemplanti i coscritti di tutti i Dipartimenti del Regno che si fossero resi disertori a tutto il mese di settembre 1812, per il Distretto di Cesena risultavano solo 10 disertori

(305). Che il dato fosse fin troppo ottimistico e sicuramente inferiore alla realt, lo testimoniava il fatto che, soltanto in risposta all'amnistia concessa nel 1812 (306), si presentarono alla Municipalit ben

(304) ASC 3268, tit. XVII, rub. 25. Lettera della Municipalit di Cesena al Viceprefetto, 11 Giugno 1812. (305) Tali elenchi raccoglievano i nomi di 1922 disertori appartenenti a 26 Dipartimenti del Regno. Il Dipartimento del Rubicone contava 69 disertori. ASC, Viceprefettura napoleonica, tit. XVI, busta n 354. (306) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 356.

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21 disertori (307). Erano le stesse Municipalit ad avvisare il Viceprefetto della inesattezza dei dati ministeriali. "Siccome poi in questa Comune vi sono quattro disertori della leva 1808 sebbene di essi non siasi avuto riscontro ministeriale pure ho creduto di aggiungerli a dette note..." (308). In elenco dicembre avevano che una sorta di la su i appendice al sopracitato fino al 31 che due dati

aggiornava (309),

situazione altri 283

1812

coscritti solo I

abbandonato al

loro

reparti, di Cesena.

appartenevano

Distretto

governativi furono ben presto soppiantati da quelli ben pi gravosi elaborati dalle Municipalit in

ossequio alle citate istruzioni del 1812. Alla fine del I trimestre del 1813 erano 33 i disertori del Distretto che permanevano latitanti, nonostante le ripetute amnistie. Ad essi si aggiungevano 44

refrattari (310). Se i dati possono sembrare comunque

tollerabili nella loro entit numerica, occorre dire che per le leve succedutesi dal 1806 al 1812 erano stati dichiarati refrattari ben 427 coscritti (311), i
(307) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 362. Nota dei disertori arrestati o presentati volontariamente nel 4 trimestre del 1812, 13 Gennaio 1813. (308) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 365. Lettera del Podest di S.Agata al Viceprefetto, 29 Settembre 1812. (309) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 356. (310) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 362. (311) ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 363.

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quali arresti

soltanto operati

in

virt dalla

delle forza

amnistie di

degli non

Polizia

raggiungevano un numero assai pi alto. Lo stesso discorso era ovviamente valido anche per i disertori, pur nell'impossibilit di quantificarne il fenomeno (312). I renitenti amnistiati, pena con una il per destinati il loro comunque crimine

all'arruolamento finivano (313), liste, per

quale

spesso ancora

disertare

nuovamente tali e

rendendo che

volta

inaffidabili

andavano anche

continuamente elemento

riaggiornate, positivo

vanificando

l'unico

delle

tante amnistie, cio il fatto che con l'impiego dei renitenti delle nelle si evitava di leva dei un che eccessivo venivano "sfruttamento" intaccate destinati anche per

liste

aliquote

coscritti

particolari titoli ad essere "gli ultimi a marciare". Se lo strumento delle amnistie risult essere in sostanza inefficace nella lotta alla renitenza, pure risult vano il tentativo fatto dal Governo di ottenere l'appoggio della Chiesa quale intermediario
(312) Il numero dei disertori salir fino a raggiungere le 109 unit elencate nello stato trimestrale del 30 ottobre 1813, mentre quello dei refrattari arriv nello stesso periodo a 77 unit. ASC, Viceprefettura napoleonica, buste n 359-365. Disertori e refrattari III trimestre 1813. (313) "Non pochi disertori e refrattari dopo essersi presentati volontariamente per partecipare al perdono, hanno poi manifestato il non sincero ravvedimento, dandosi di nuovo alla fuga..." ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 357. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 24 Novembre 1812

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con la popolazione negli affari militari. Le tante lettere pastorali indirizzate dal Bovara, Ministro per il Culto del Regno d'Italia, ai vescovi, nelle quali venivano evidenziati gli obblighi di ogni

cristiano nei confronti del proprio Sovrano e della propria morale Patria, per che dovevano coloro servire come monito

tutti

che,

"disonorevolmente

tradivano la bont del Monarca". Se "...l'episcopato reagisce in genere favorevolmente" (314), ed anche nel Distretto di Cesena il Vescovo Bellisomi scrive

diverse pastorali alle parrocchie sottolineando le sventure per i disertori, erano ancora una volta i parroci ad esprimere le insofferenze della gente.

"Probabilmente non concettualizzata in una lettura del Vangelo come radicale annuncio di pace, tale

resistenza si basa piuttosto sulla compartecipazione alle condizioni di chi viene sradicato, per motivi che gli sono estranei, dai rapporti sociali e dagli affetti familiari" (315). Nel 1811 il Prefetto raccomandava una

particolare attenzione al contenuto delle prediche dei parroci durante la Quaresima affinch "...nessuno dei Ministri dell'Altare osi trascorrere i limiti del proprio incarico mescendo alle Sacre Allocuzioni dei
(314) D.MENOZZI, "La Chiesa, la rivoluzione francese e l'Impero napoleonico." in "Storia della societ italiana." Milano 1985, pag. 178. (315) ibidem.

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riflessi

quali

anzich

illuminare

fedeli

sui

doveri della religione servissero a traviare il loro spirito politico" (316). Sono diversi i casi in cui sacerdoti si resero artefici di azioni di propaganda marcatamente antigovernativa, che scatenava

l'intervento delle Autorit. Nel 1810 un predicatore, Padre Stefano da Imola, esclam in una predica fatta a Longiano: "Povera Italia la tua bella Religione Cattolica rotta, e cominci a decadere da che il lupo rapace invase i tuoi Stati, cos come accaduto alla Spagna poi e il alla caso Baviera" di Don (317). Addirittura Perlini,

clamoroso

Domenico

accusato di aver recitato orazioni satiriche contro la leva durante uno spettacolo carnevalesco! (318) L'inutilit dell'azione del Clero aveva

costretto le Autorit, gi dal 1808, ad inasprire le misure condotte per pi combattere frequenti e la renitenza. con Le un

perlustrazioni

condotte

maggiore numero di uomini (319), le pene pi pesanti per i disertori e per chi prestava loro aiuto, gli
(316) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 385. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 16 Febbraio 1811. (317) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 383. Lettera del Prefetto al Viceprefetto, 3 Gennaio 1810. (318) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 385. Marzo 1811. (319) Nell'Agosto del 1809 fu condotta nel Distretto una perlustrazione che vide impegnati addirittura 90 uomini, tra Guardie Nazionali e truppa di linea, per arrestare "...quei malintenzionati che si sono sottratti alla forza." ASC, Viceprefettura napoleonica, busta n 341. Lettera del Prefetto al Viceprefetto.

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incentivi

pi

sostanziosi

per

coloro

che

collaboravano alla cattura dei renitenti, portarono ad una graduale diminuzione dei coscritti renitenti che riuscivano a rimanere nelle proprie famiglie.

Essi erano ora obbligati a pi lunghi periodi di "macchia", e ci impediva loro il prezioso apporto in manodopera che erano soliti dare alle famiglie. Ma anche i nuovi provvedimenti governativi furono contrari ben presto a destinati quelli ad ottenere in effetti si

rispetto

sperati,

quanto

svilupp, dapprima soffusamente poi in maniera pi violenta, il fenomeno del brigantaggio. I disertori cominciarono infatti ad aggregarsi in gruppi sempre pi numerosi, sia per far fronte alla Gendarmeria, sia per poter provvedere al proprio sostentamento con furti e rapine. le Queste erano necessarie poich per

difficilmente aiutarli. Si

popolazioni dunque

intervenivano "bande" di

formavano

giovani,

composte anche da "stranieri" di altri citt e paesi che non trovavano da parte della gente la stessa protezione offerta ai coscritti locali. In aggiunta ai renitenti si aggregavano i pi abbietti rifiuti della societ, con conseguenze nefaste per l'ordine pubblico. Il Sindaco di Talamello avvertiva della

presenza di circa 50 tra "...disertori, refrattari ed

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assasini..." che attentavano alla tranquillit del luogo (320). Il Sindaco di Sarsina denunciava invece i "...disertori, ladri e malviventi..." del confinante Dipartimento francese, i dell'Arno quali facente parte al dell'Impero di qua

scorazzavano

dell'Appennino per compiere le loro ruberie (321). La situazione and sempre pi peggiorando con il progredire della crisi politica e militare del Regno. Nel 1813, nel Cantone di Savignano, il Podest del Comune capoluogo denunciava la presenza di

numerosi renitenti che si recavano nelle case dei coscritti per indurli ad unirsi alla banda (322). L'equazione "disertori uguale brigantaggio"

prese sempre pi corpo, tanto che verso la fine del Regno, le autorit tra i non due operavano aspetti, quasi quando pi una

distinzione

dovevano

motivare le ragioni della perlustrazione della forza.

(320) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 383. Lettera del Sindaco di Talamello al Viceprefetto, 2 Gennaio 1810. (321) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 383. Lettera del Sindaco di Sarsina al Viceprefetto, 22 Marzo 1810. (322) ASC, Viceprefettura napoleonica, "Polizia", busta n 390. Lettera del Podest di Savignano al Viceprefetto, 19 Luglio 1813.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 230

Bibliografia cap. 7 F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ napoleonica." Milano 1988. nell'Italia

D.MENOZZI, "La Chiesa, la rivoluzione francese e l'Impero napoleonico." in "Storia della societ italiana." Milano 1985.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - IL RIFIUTO DELLA LEVA. - 231

CONCLUSIONI

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Come ho pi volte ricordato i limiti delle fonti, in particolare l'assenza di liste di leva, costringono ad una ricostruzione del fenomeno

piuttosto incompleta e basata quasi esclusivamente su fonti indirette che, per quanto corpose, non

racchiudono tutte le informazioni necessarie sulla realt dei coscritti. Logicamente dunque la ricerca ha proceduto percorrendo altri sentieri di

elaborazione, peraltro non meno interessanti. Dall'esame emerge un vivace In del materiale della di a disposizione cesenate interesse

spaccato particolare

societ grande

dell'epoca.

risulta essere l'analisi del conflitto che s'ingener tra le Amministrazioni locali e le popolazioni,

specie quelle rurali che dovettero subire il maggior peso della coscrizione. Dei circa 1500 coscritti (323) che la leva una napoleonica gran parte spesso forza di richiese al Distretto a di

Cesena, contadine

apparteneva l'unica lavoro leva

famiglie era pi

dove

ricchezza dei figli

rappresentata giovani. Le

dalla

questioni

causarono

quindi

notevoli attriti tra governanti e governati, attriti che se da un e lato di costituirono disordine, motivo di

preoccupazione

d'altro

canto

rappresentarono un primo sintomo di risveglio delle

(323) Cfr. A.MAMBELLI, "I romagnoli nelle armate...", op. cit.

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coscienze civili. La diffusa convinzione di essere vittime di una legge ingiusta e discriminante anim alla ribellione non tutti coloro che per indigenza o

ignoranza

potevano

evitarne

gli

effetti.

Dopo

anni di torpore nelle Legazioni Pontificie, ecco che per i maggior Cesenati cominci a profilarsi un periodo di coinvolgimento nelle vicende politiche e

sociali del paese. Particolarmente esercitato appoggi dal almeno clero sintomatico nella vicenda. la fu Se il la ruolo curia in

formalmente

coscrizione,

osservanza alle circolari del Bovara, Ministro per il Culto del Regno d'Italia, preti e sacerdoti la

osteggiarono pesantemente, non solo dando rifugio ai renitenti ma, soprattutto, compromettendo

l'importante lavoro di formazione delle liste di leva che spesso li vide chiamati in causa. Se l'opera di disturbo condotta dal clero nei confronti coscrizione delle Autorit locali in materia di

ebbe un discreto successo ed aument le

difficolt di svolgimento della leva, non cos pu dirsi del tentativo fatto per ricondurre la societ cesenate, una volta terminata l'egemonia francese, all'interno degli schemi e delle logiche degli

Antichi Regimi. Le prime rivendicazioni di decisionale da parte dell'Assemblea

autonomia Municipale,

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l'abbondanza e l'impegno profuso dai numerosi gruppi clandestini che fiorirono in tutta la Romagna furono il frutto della consapevolezza di un governo papalino non disposto ai rinnovamenti Terminato delle e il per questo da

contestare "spettacoli" Restaurazione

(324). e

periodo (325),

degli la la

"preghiere" doveva ora

pontificia

affrontare

rinnovata coscienza della popolazione, abituata ora a lottare per le proprie idee. L'occupazione francese aveva animato nuovi ideali nei cuori degli italiani,

pur senza volerlo e in modo del tutto inadeguato, facendo societ compiere pi un importante La passo prima verso pagina una del

progredita.

Risorgimento era ormai scritta.

(324) L.M.MIGLIORINI, "Cesena nell'et della Restaurazione." in "Storia di Cesena." Rimini 1987, vol. IV, pag. 133. (325) N.TROVANELLI, "Sulle condizioni... op. cit.", pag. 7.

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CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - - 237

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Cronache manoscritte ANDREINI C.A., "Memorie di Cesena", Biblioteca Comunale Malatestiana di Cesena (B.C.M.Ce.), 164.31. ANDREINI C.A., "Notizie sacre e profane", B.C.M.Ce., 164.32. FABBRI M.A., "Memorie B.C.M.Ce., 164.16. di Cesena (1780-1824)",

GUIDI M., "Il Giornale, Cronaca di Cesena (1781-1787), (1793-1829)", B.C.M.Ce., 164.94. MARIANI M., "Cronaca cesenate (1814-1856)", B.C.M.Ce., 164.54. NORI D., "Rivoluzione italiana (1796-1817)", B.C.M.Ce., 164.68. SASSI G., "Selva di memorie e di fatti riguardanti la citt di Cesena (dalle origini all'agosto 1880)", B.C.M.Ce., 164.70.1.

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Elenco delle fonti archivistiche Archivio di stato di Cesena (ASC)

Municipalit

Carteggio amministrativo del Comune, titolo XVII "Militari e Guerre" (1803/12). Protocolli ed atti della Commissione Cantonale di Leva. Lettere alla Comunit dell'Amministrazione Dipartimentale del Rubicone. 2225,2231 2560 3259-3268

Lettera alla Comunit di Ministri, Commissari e altre autorit centrali. 2235 Lettere di funzionari governativi. Lettere di funzionari ed impiegati di Cesena. Lettere di comandanti militari. Lettere varie. Lettere di funzionari Cesena. governativi ed 2253,2255 2256

2278,2282,2288 2290 impiegati di 2310,2310A 2316A 2320,2320A,2320B del Rubicone. 2333,2334,2336 2356,2363,2365A Pubblica Vigilanza e 2371

Sessioni della Municipalit. Processi verbali della Municipalit. Lettere dell'amministrazione

centrale

Copialettere della municipalit. Copialettere del comitato Sicurezza. di

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Raccolta

delle

leggi

proclami

ordini

ed avvisi. 2394A,2397 2424

Coscrizione militare. Registro dei matrimoni (1801-1805). Registro dei matrimoni (1806-1815). Matrimoni Calisese. Matrimoni Carpineta. Matrimoni Pievesistina. Matrimoni S.Vittore. Ruolo generale della popolazione, parrocchia di San Pietro.

2569 (I-VIII) 2590-2599 2609 A,B,C 2614 A,B,C 2621 A,B,C 2626 A,B,C famiglie della 2605 (18-21)

Viceprefettura

Titolo XVI: "Militari" (1807-1813). Titolo XVII: "Polizia" (1810-1813).

335-365 383-394

Archivio di stato di Forl' (ASFo)

Prefettura napoleonica.

19,20,26,28,41, 51,74,82,108,153, 154,155,156,183.

Registro degli esposti.

319

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