Sei sulla pagina 1di 6

Alcuni risultati dovuti a Girolamo Saccheri 1. Definizione. Consideriamo un quadrilatero Q.

Se gli angoli in A e in B sono entrambi retti e se i lati AD e BC sono congruenti, Q si dice quadrilatero birettangolo isoscele (o di Saccheri) sulla base AB. Se invece sono retti gli angoli in A, B, C, allora Q si dice quadrilatero trirettangolo (o di Lambert). D = A C = B A B D C

2. Esercizio/osservazione. Provare a dimostrare che entrambi i quadrilateri precedenti sono dei rettangoli, osservando che le dimostrazioni dipendono comunque dal V postulato (o da una sua formulazione equivalente). Proveremo a dedurre delle propriet di questi quadrilateri nella geometria assoluta: nella geometria che assume tutti i postulati espliciti ed impliciti delle geometria euclidea (ed elencati in modo completo da Hilbert) con leccezione del V postulato. 3. Proposizione. Sia ABCD un quadrilatero con gli angoli in A e in B sono entrambi retti. I lati AD e BC sono congruenti (ossia ABCD un quadrilatero birettangolo isoscele) se e solo se gli angoli interni in C e in D sono congruenti. Se i lati AD e BD sono disuguali, anche gli angoli in D e in C lo sono ed maggiore langolo adiacente a lato minore e viceversa. Dim. Consideriamo un quadrilatero di Saccheri ABCD e siano M, N i punti medi dei lati AB e CD rispettivamente. Consideriamo poi i triangoli ADM e BCM: sono congruenti (per LAL), di conseguenza DM e CM sono congruenti come anche gli angoli AMD BMC, allora sono congruenti (per LLL) i triangoli DMN e CMN sono congruenti ed in particolare lo sono gli angoli MDN e MCN. Si noti, di passaggio, che allora il segmento MN asse di entrambi i lati AB e CD. N D C _ B M Allora gli angoli interni al quadrilatero in C e in D sono congruenti in quanto somme di angoli congruenti. Se invece i lati AD e BC sono disuguali (supponiamo AD > BC), prolunghiamo il lato BC dalla parte di C fino ad un punto E tale che BE sia congruente ad AD. D E C C _ A B A

Allora il quadrilatero di ABED di Saccheri sulla base AB quindi , per quanto appena dimostrato, gli angoli ADE e BED sono congruenti. Ma langolo BCD risulta cos angolo esterno del triangolo DEC e pertanto per il teorema debole dellangolo esterno BCD > BED. Si conclude osservando che langolo ADC minore dellangolo ADE in quando incluso in esso e quindi maggiore langolo adiacente a lato minore. Un argomento simile permette di dimostrare il viceversa della prima parte dellenunciato: infatti se ora gli angoli interni in C e in D sono congruenti ma non lo fossero i lati AD e BC allora, supponendo per fissare le idee AD > BC si potrebbe prolungare BC fino ad E come prima ottenendo di nuovo un quadrilatero di Saccheri ABED, allora per la prima parte della dimostrazione, per il teorema debole dellangolo esterno e per inclusione di angoli si avrebbe tra i corrispettivi angoli: ADC < ADE DEB < DCB mentre, per ipotesi, gli angoli ADC e DCB sono congruenti. Si conclude osservando che se se sono gli angoli ad essere disuguali allora per la prima parte della proposizione anche i lati devono essere disuguali con la relazione fra gli angoli opposta a quella fra i lati adiacenti. 4. Osservazione/notazioni. In un quadrilatero di Saccheri ABCD di base AB, gli angoli in C ed in D sono congruenti. Allora si verifica uno dei seguenti casi: IR: C = D = un angolo retto (ipotesi dellangolo retto) IO: C = D > un angolo ottuso (ipotesi dellangolo ottuso) IA: C = D < un angolo acuto (ipotesi dellangolo acuto) Saccheri dimostra (noi non lo faremo) che se vale una delle tre ipotesi in un particolare quadrilatero birettangolo isoscele, allora la stessa ipotesi vale in ogni altro quadrilatero birettangolo isoscele. Solo IR comporta che la somma degli angoli interni di ABCD sia 4 angoli retti, quindi lunica coerente con il quinto postulato euclideo. Il lavoro di Saccheri teso a dimostrare che sia IO sia IA conducono ad una contraddizione: lobbiettivo raggiunto solo per IO.

5. Osservazione. Consideriamo un quadrilatero di Saccheri ABCD sulla base AB. Nel corso della dimostrazione della proposizione 3 si provato che il segmento che unisce i punti medi dei lati AB e CD ortogonale ad entrambi

N D _ A B C

Quindi entrambi i quadrilateri MNAD e MNCB sono trirettangoli pertanto le analoghe ipotesi sugli angoli possono essere fatte su di essi. Si noti in particolare che, sempre per la proposizione 3, IR comporta che NC sia congruente MB quindi che CD sia congruente ad AB, mentre IO comporta NC < MB, quindi CD < AB ed IA comporta NC > MB, quindi CD > AB. Quindi, dato un quadrilatero di Saccheri ABCD con base AB, si ha:

IR DC AB IO DC < AB IA DC > AB Viceversa dato un quadrilatero trirettangolo ABCD con angoli retti in A, B, C, prolungando i lati DA e CB fino ai punti EF in modo che CB BE e DA AF si ottiene il quadrilatero ECDF che un quadrilatero di Saccheri sulla base EC. Infatti i triangoli ADB e AFB sono congruenti per LAL, in particolare BD BF e DBA FBA da cui CBD EBF ed allora sono congruenti i triangoli BCD e BEF per LAL. D _ A C = B

_ F

= E

Ne segue che se vale una delle tre ipotesi sul quarto angolo in un particolare quadrilatero trirettangolo, allora la stessa ipotesi vale in ogni altro quadrilatero trirettangolo e che vale una delle tre ipotesi per i quadrilateri di saccheri se e solo se la stessa ipotesi vale per i quadrilateri di Lambert. Ai fini della verifica dellipotesi euclidea lavorare con i quadrilateri di Saccheri equivale a lavorare con i quadrilateri trirettangoli. 6. Proposizione. Vale lipotesi IR, oppure IO, oppure IA se e solo se che la somma degli angoli interni di un triangolo rispettivamente uguale, oppure maggiore, oppure minore di due angoli retti. Dim. Dato che ogni triangolo diviso in due triangoli rettangoli da una delle altezze, basta dimostrare il risultato per triangoli rettangoli. Sia ora ABC un triangolo rettangolo in B e completiamolo ad un quadrilatero tracciando il segmento AD congruente a BC e ad perpendicolare ad AB: un quadrilatero di Saccheri sulla base AB. D _ C _

Se vale IR, i triangoli ABC e ADC sono congruenti (perch?) e la somma degli angoli interni al triangolo ABC due retti.

Nel caso IO AB maggiore di CD, quindi langolo ACB maggiore dellangolo CAD: si tratta di angoli compresi fra copie di lati ordinatamente congruenti in due triangoli i cui lati opposti sono invece disuguali: allora a lato maggiore si oppone angolo maggiore. Allora 2R = DAB + ABC = CAD + CAB + ABC < ACB + CAB + ABC, che la somma degli angoli interni di ABC. Il caso IA procede in modo analogo, ma ora CD maggiore di AB e langolo ACB minore dellangolo CAD e quindi 2R > ACB + CAB + ABC. 7. Lemma. Se in un triangolo rettangolo ABC rettangolo in B, M il punto medio dellipotenusa AC e H il piede della perpendicolare condotta da M al cateto AB allora AH risulta congruente, minore, maggiore di HB a seconda che valga rispettivamente IR, IO, IA. Dim. Infatti conduciamo da M entrambe le perpendicolari ai cateti MH, MK il quadrilatero HBKM trirettangolo e quindi (per losservazione 5) langolo HMK risulta retto, ottuso oppure acuto (e scriviamo HMK = R, HMK > R, HMK < R) a seconda che valga IR, IO oppure IA e nelle stesse ipotesi MK risulta congruente, minore o maggiore di HB. C M K

Confrontiamo ora fra loro i triangoli rettangoli AHM e MKC con ipotenuse congruenti. Basta dimostrare che AH risulta congruente, minore o maggiore di MK a seconda di IR, IO, IA e questo segue dal fatto che langolo AMH sia congruente, minore o maggiore dellangolo MCK nelle tre ipotesi considerate. Nellipotesi IR gli angoli considerati sono congruenti ( la condizione necessaria al parallelismo delle rette supporto di HM e BC entrambe perpendicolari alla stessa retta supporto di AB). In altro modo possiamo osservare che la somma degli angoli interni del triangolo MCK (come di ogni triangolo) vale due angoli retti (e scriviamo S(MCK) = 2R). Tuttavia, indipendentemente dallipotesi angolare considerata, di due angoli retti la somma degli angoli AMH, HMK, KMC. Allora in IR risulta AMH + HMK + KMC = 2R = S(MCK) = KMC + MCK + CKM, da cui AMH + HMK = MCK + CKM. Ora CKM = R (indipendentemente dallipotesi angolare) mentre in IR anche CKM = R. Da cui AMH = MCK. Questa seconda dimostrazione si adatta anche alle altre ipotesi angolari. Infatti in IO si ha: AMH + HMK + KMC =2R < S(MCK) = KMC + MCK + CKM: infatti la somma degli angoli interni di un triangolo questa volta maggiore di due angoli retti. Quindi AMH + HMK < MCK + CKM ed ora CKM = R < HMK, quindi AMH < MCK. Nel caso IA si ha: AMH + HMK + KMC > KMC + MCK + CKM, da cui AMH + HMK > MCK + CKM e quindi AMH > MCK, dato che CKM = R > HMK. 8. Corollario. Date due rette incidenti oblique e considerando su una di esse dei segmenti consecutivi fra loro congruenti, le loro proiezioni sullaltra retta risultano essere fra loro congruenti, crescenti o decrescenti a seconda di IR, IO, IA. Dim. Segue dal lemma 7 (fare nei dettagli). 9. Osservazione. Grazie a questi risultati Saccheri dimostra che IR ed IO implicano il postulato dellobliqua, equivalente al quinto postulato euclideo, mentre solo IR coerente

con esso. Nel caso quindi di IO perviene correttamente ad una contraddizione usando la consequentia mirabilis, ossia la tautologia (P P) P, ed enuncia quella che nel suo trattato la proposizione XIV: Hypothesis anguli obtusi est absolute falsa, quia se ipsam destruit (lipotesi dellangolo ottuso completamente falsa perch distrugge se stessa) e che segue quindi dal 10. Teorema. In IR ed in IO una perpendicolare ed un obliqua ad una retta data si incontrano. Dim. Siano AC e BD rispettivamente unobliqua ed una perpendicolare alla stessa retta t con A e B punti distinti di t come illustrato nel disegno C

D A B t

Prendiamo un punto A1 su AC e sia H1 la sua proiezione ortogonale su t. Prendiamo poi su AC i segmenti consecutivi A1A2, A2A3, A3A 4 tutti congruenti ad AA1. I corrispondenti segmenti AH1, H1H2, H2H3 sono tutti congruenti in IR e crescenti in IO per il corollario 8. In entrambi i casi (in una assiomatizzazione esplicita come quella hilbertiana per lassioma di Archimede) esiste un intero n tale che AH include il segmento AB. C An

A1 A

A2

A3

D B Hn t

H1

H2 H3

Abbiamo cos un triangolo AHnAn con una retta BD che entra nel triangolo passando per un punto interno del lato AHn. Nelle assiomatizzazioni esplicite viene postulato (o dimostrato a partire da uno dei sui equivalenti) un assioma che viene detto assioma di Pasch, indipendente dal V postulato ed implicito nel trattato euclideo: se retta che attraversa un lato di un triangolo che non sia un estremo, deve necessariamente attraversare un altro dei due lati o il vertice in comune tra esse. La retta BD deve quindi intersecare uno degli altri lati del triangolo, ma non pu intersecarlo nel lato HnAn: infatti la rette BD e HnAn sono perpendicolari alla medesima retta t e quindi, se si intersecassero, avremmo un triangolo con due angoli retti, contro il teorema debole dellangolo esterno. In definitiva la retta sostegno di BD deve intersecare il lato AA n in un punto interno e quindi la retta supporto di esso.

11. Osservazioni. La dimostrazione di Saccheri della contraddittoriet dellipotesi dellangolo ottuso nella geometria assoluta (ossia nella geometria che ammette tutti i postulati espliciti ed impliciti della geometria euclidea con leccezione del quinto) consente di poter enunciare il seguente risultato attribuibile, appunto, fra i molti anche a Saccheri: Nella geometria assoluta la somma degli angoli interni di un triangolo non superiore a due angoli retti. Largomento sviluppato nel teorema 10 funziona correttamente in IR, IO, ma non in IA. Infatti per il corollario 8 i segmenti sulla retta t sono tutti congruenti o sono crescenti in IR e in IO e questo sufficiente per superare da un certo indice in poi il punto B, ma nel caso IA, essendo decrescenti, non possiamo dedurlo. Correttamente Saccheri usa il corollario in questione solo per IR ed IO. Per IA svolge considerazioni diverse dimostrando innanzitutto una serie di risultati che, contro le sue aspettative, sono veri e propri teoremi validi in una diversa geometria detta iperbolica. Egli ne deduce un comportamento asintotico per le rette parallele che, se cos si pu dire, pu essere descritto come lesistenza allinfinito di una perpendicolare comune alle due rette parallele e passante per il punto allinfinito al quale asintoticamente tendono entrambe le rette. Dato che due rette che passano per uno stesso punto (al finito) e sono perpendicolari ad una stessa retta per quel punto coincidono, Saccheri ne trae quella che nel suo trattato la proposizione 33:

Hypothesis anguli acuti est absolute falsa; quia repugnans naturae lineae rectae.
(lipotesi dellangolo acuto assolutamente falsa perch ripugna alla natura della linea retta) La diversa formulazione di questa proposizione rispetto alla XIV del suo trattato pu far supporre che Saccheri stesso, rendendosi conto del diverso statuto epistemologico delle due argomentazioni, non fosse perplesso di fronte a questultima. A conforto di ci c il fatto che egli nelle successive proposizioni cerca di contraddire lipotesi dellangolo acuto in altro modo: in base al concetto di equidistanza e con argomenti vicini al calcolo infinitesimale, ma commette degli errori: tuttavia bene ricordare che il calcolo era stato introdotto e cominciava ad essere sviluppato solo da pochi decenni. Saccheri riassume queste ulteriori argomentazioni nella proposizione XXXVIII del suo trattato e nuovamente nella stessa forma della XIV: Hypothesis anguli acuti est absolute falsa, quia se ipsam destruit

Potrebbero piacerti anche