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\
|
(dove q
o
e q
e
sono, rispettivamente, la portata obiettivo e quella effettivamente erogata), il
problema si riconduce alla regola del filo teso.
Allo scopo si introduce innanzi tutto la trasformata del tempo (nella cui espressione q
am
la
portata media di afflusso al serbatoio nel periodo T)
t
q
q
t
am
o
d
0
}
= ,
che implica ovviamente le relazioni
t
q
q
am
o
d d =
,
d d
o
am
q
q
t =
.
Quindi si considera un piano cartesiano in cui in ordinate si riportano ancora i volumi d'acqua,
come nei grafici finora considerati, mentre in ascisse si riporta il tempo trasformato . Nel
nuovo piano cartesiano la curva che rappresenta l'erogazione obiettivo diventa una retta.
Infatti il volume d'acqua V
o
() erogato secondo la regolazione obiettivo al tempo trasformato
, volume che ovviamente uguale a quello erogato al tempo reale t
19
( ) t q t V
t
o
o o
d
}
= ,
rappresentato dalla relazione (ottenuta sostituendo la variabile t con la variabile )
( )
am am
o
am
o o
q q
q
q
q V = =
} }
d = d
0 0
.
Quindi la linea che rappresenta l'andamento del volume erogato nella regolazione obiettivo in
funzione del tempo trasformato una retta.
Ora, si pu dimostrare che applicare la regola del filo teso nel piano cartesiano in cui l'ascissa
il tempo trasformato equivale appunto a soddisfare alla condizione che sia minimo lintegrale
t q
q
q q
o
T
o
o e
d
2
0
} |
|
.
|
\
|
.
Per ricavare l'erogazione effettiva occorre dunque tracciare, nel nuovo piano, la curva A che
rappresenta l'afflusso al serbatoio e la curva A' uguale alla precedente e traslata verso l'alto di
una quantit uguale al volume V del serbatoio. Quindi si procede come gi descritto per il caso
di regolazione obiettivo a portata costante. Il tracciamento della curva A particolarmente
semplice, perch nelle applicazioni alla curva si sostituisce necessariamente una spezzata. Se
quindi nel tempo reale t la regolazione obiettivo prevede in un intervallo di tempo At una
portata q
o
uguale a una certa frazione
am
o
q
q
r =
della portata media di afflusso q
am
, nel tempo trasformato all'intervallo di tempo At occorre
sostituire un intervallo di tempo A uguale a rAt.
20
3.2.2 Procedimenti basati sulla simulazione
La disponibilit di elaboratori elettronici ha reso agevole la simulazione del funzionamento
degli impianti (con o senza serbatoi) per l'intero periodo di tempo per il quale sono disponibili i
dati necessari (che sono costituiti sostanzialmente dalle osservazioni di portata nella sezione
del corso d'acqua interessata dall'impianto). La simulazione numerica del funzionamento viene
condotta discretizzando il tempo in intervalli elementari, di lunghezza congruente con le
necessit della progettazione.
Il calcolo di simulazione essenzialmente un calcolo di verifica e richiede, come ogni altro
calcolo del genere, che siano assegnate le caratteristiche dell'impianto necessarie a simularne il
funzionamento. In particolare, necessario assegnare il volume del serbatoio.
Congruentemente con la sua natura, il calcolo di simulazione deve essere ripetuto pi volte, se
si vuole utilizzarlo per determinare, in sede di progettazione, il volume da assegnare al
serbatoio. In sostanza, occorre prendere in considerazione pi volumi tra loro diversi,
effettuare per ciascuno il calcolo di simulazione e quindi confrontare i risultati della
regolazione. Il volume che fornisce i risultati migliori si adotta quindi come volume di
progetto.
La scelta dei diversi volumi da prendere in considerazione guidata sia da considerazioni
tecniche e di buon senso (il volume che pu essere assegnato al serbatoio condizionato, per
esempio, dalla topografia della valle), sia dai risultati preliminari ottenuti con un metodo di
prima approssimazione. (I metodi di prima approssimazione possono essere grafici, come quelli
gi esposti, o statistici, come quelli che saranno illustrati pi avanti.)
Nel caso specifico di un serbatoio artificiale, la simulazione del funzionamento dell'impianto
richiede innanzi tutto che si assuma un certo grado di riempimento del serbatoio all'inizio della
regolazione. Il periodo per cui si simula la regolazione si fa cominciare in un momento
dell'anno in cui verosimile che il serbatoio sia pieno, assumendo il massimo grado di
riempimento (quota massima di regolazione). E` comunque chiaro che, affinch la simulazione
sia attendibile, l'effetto del volume d'acqua inizialmente contenuto nel serbatoio si deve
annullare in un tempo breve. In altre parole: non avrebbe senso una simulazione in cui le
erogazioni fossero rese possibili, per l'intero periodo per cui la simulazione condotta, dal
graduale svuotamento di un serbatoio molto grande, arbitrariamente assunto pieno all'inizio del
periodo di regolazione. Il volume iniziale deve essere realistico. Perch si possa considerare
tale, occorre che un grado di riempimento uguale a quello iniziale si raggiunga anche in
qualche altro momento successivo.
La simulazione si basa quindi sull'applicazione al serbatoio dell'equazione di continuit
S V E A + A + = ,
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dove A, E, AV ed S sono, rispettivamente, il volume d'acqua affluito al serbatoio (coincidente
con il deflusso naturale nella sezione in cui si trova la diga), quello erogato per soddisfare le
richieste (di produzione di energia elettrica, per esempio), non sempre soddisfatte
completamente, la variazione del volume d'acqua invasato nel serbatoio e, infine, il volume
d'acqua in esubero eventualmente rilasciato attraverso le opere di sfioro, relativi all'intervallo di
tempo elementare considerato (che pu essere, per esempio, di un mese). (Volendo, si possono
considerare anche il volume d'acqua perduto per evaporazione e quello perduto per filtrazione,
che dipendono entrambi, in ultima analisi, dal livello dell'acqua nel serbatoio.)
Per ogni intervallo di tempo sono noti il volume A affluito, il volume D richiesto e il volume V
0
invasato nel serbatoio all'inizio dell'intervallo. Il calcolo procede quindi nel modo seguente.
Innanzitutto si calcola la somma V
0
+ A, che rappresenta il volume d'acqua disponibile per
soddisfare la richiesta D dell'intervallo di tempo considerato, e la si confronta con D. Se la
somma V
0
+ A risulta inferiore a D, il volume erogato E si pone uguale a V
0
+ A. Il volume
sfiorato S e il volume d'acqua contenuto nel serbatoio alla fine dell'intervallo considerato (che
costituisce il valore iniziale V
0
dell'intervallo seguente) si pongono uguali a zero. Se la somma
V
0
+ A risulta uguale o superiore al volume richiesto, il volume erogato E si pone uguale a D.
Si calcola quindi la differenza tra V
0
+ A ed E. Se la differenza risulta inferiore o uguale al
volume massimo immagazzinabile nel serbatoio V
M
, il volume d'acqua contenuto nel serbatoio
alla fine dell'intervallo considerato si pone uguale a V
0
+ A - E. Se invece la differenza risulta
superiore a V
M
, il volume d'acqua contenuto nel serbatoio alla fine dell'intervallo si pone uguale
a V
M
e il volume sfiorato S si pone uguale alla differenza tra V
0
+ A - E e V
M
.
Il calcolo di simulazione pu comprendere la determinazione dell'energia elettrica prodotta.
Allo scopo si utilizza il valor medio del salto motore lordo (differenza tra il livello dell'acqua
nel serbatoio e nel bacino di restituzione) nell'intervallo considerato.
La simulazione permette di individuare gli intervalli di tempo in cui l'impianto non in grado di
soddisfare la richiesta, e quindi di stabilire un confronto tra soluzioni di progetto diverse e
scegliere quella pi conveniente. In particolare permette di scegliere il volume del serbatoio.
3.3 Procedimenti di tipo statistico
La capacit del serbatoio dipende
- dall'entit e dalla variabilit delle portate,
- dalla domanda,
- dal grado di sicurezza (affidabilit) con cui si vuole garantire la fornitura.
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In realt non solo le portate, ma anche le domande d'acqua hanno carattere aleatorio
(stocastico). Per in prima approssimazione si considera univocamente definita la domanda.
A un assegnato volume e a un assegnato schema di gestione del serbatoio corrispondono un
certo ritorno economico e un certo grado di affidabilit.
La progettazione del serbatoio implica la ricerca della soluzione pi vantaggiosa, che quella
che fornisce il massimo ritorno economico, garantendo il grado di affidabilit prescelto.
3.3.1 Tecniche di progettazione preliminare
Qui si illustrano diverse tecniche di progettazione preliminare, che tengono conto del carattere
aleatorio del deflusso del corso d'acqua (che costituisce l'afflusso al serbatoio). Le tecniche
illustrate si basano su alcune ipotesi semplificative:
- si considera l'erogazione sempre costante;
- si trascurano le perdite per evaporazione, infiltrazione, sedimentazione.
Si illustrano cinque metodi. I primi tre si riferiscono alla regolazione pluriennale e si applicano
a serie di deflussi annuali. Gli altri due si riferiscono alla regolazione annuale e si applicano a
serie di deflussi mensili. La regolazione considerata in generale incompleta.
3.3.1.1. Metodi per i deflussi annuali
Consideriamo tre diverse tecniche di progettazione preliminare basate sulla considerazione dei
deflussi annuali. Tutte e tre le tecniche mirano allo stesso scopo: determinare il volume d'acqua
che deve essere fornito dal serbatoio (uguale al volume del medesimo) per assicurare la
fornitura richiesta in una serie di n anni con deflusso totale (negli n anni) con assegnata
probabilit di superamento (o di non superamento) P.
Il metodo di Alexander
Lo scopo del metodo di Alexander (1962) (McMahon e Mein, 1978) , come si detto, di
determinare il volume d'acqua che deve essere fornito dal serbatoio per assicurare la fornitura
richiesta in una serie di n anni con deflusso totale (negli n anni) con assegnata probabilit di
23
superamento P (che sempre grande, dal momento che per dimensionare il serbatoio si
considera una serie di anni magri).
La rarit della serie di n anni (definita con un solo scalare, il deflusso totale) si pu esprimere
anche in termini di tempo di ritorno T. Il tempo di ritorno rappresenta in questo caso il numero
medio di serie di n anni che debbono essere osservate, dopo una serie con deflusso totale che
non supera quello assegnato, per osservarne una seconda, ed legato alla probabilit di
superamento P dalla relazione
P
T
=
1
1
.
Si assume innanzi tutto che il deflusso annuale x sia distribuito secondo una legge Gamma con
parametri e , la cui funzione di probabilit fornita dal rapporto
( )
( )
( )
I
I
=
; x
x P
tra la funzione Gamma incompleta e la funzione Gamma completa con parametro . Si assume
inoltre che i deflussi di anni diversi siano tra loro indipendenti. Allora anche il deflusso totale di
n anni risulta distribuito secondo una legge Gamma, con parametri
n
= ,
n
= n.
Si pu quindi costruire la curva che fornisce il deflusso x
n
(P) di n anni, con probabilit di
superamento P, in funzione di n. La curva che fornisce l'erogazione richiesta in n anni
ovviamente una retta. Il numero di anni per cui la differenza tra le ordinate della retta e della
curva massimo rappresenta il numero di anni critico n(P). Il serbatoio dovr fornire la
differenza di volume che si riferisce al numero di anni critico. Poich la domanda si assume
generalmente uguale solo a una frazione D del deflusso medio (x
n
), si pu essere sicuri che al
crescere del numero degli anni n il deflusso naturale con probabilit P non solo si avviciner
alla fornitura, ma che a un certo punto addirittura la superer.
Alexander ha preso in considerazione il caso particolare in cui
= 1,
= 1,
24
e ha prodotto un grafico (fig. 3.7) che rappresenta i legami tra i valori della frazione D, del
tempo di ritorno T (funzione della probabilit di superamento P), del numero di anni critico
n*(P) e del volume del serbatoio * (l'asterisco serve a indicare che il numero di anni critico e
il volume si riferiscono al caso particolare di distribuzione Gamma con parametri entrambi
uguali a uno). Entrando nel grafico con i valori assegnati di D e di P si ricavano quelli di n*(P)
e di *.
Dai valori di n*(P) e di * ricavati dal grafico si ricavano il numero di anni critico n(P) e il
volume relativi al caso considerato (in cui i parametri e della distribuzione del deflusso
annuale sono in generale diversi da uno) per mezzo delle relazioni
( )
( )
) ( ) ( *
2
*
x CV P n
P n
P n = =
,
) ( ) ( *
*
x CV x
= =
(che esprimono il numero di anni critico e il volume del serbatoio sia in funzione dei parametri
e della distribuzione Gamma dei deflussi annuali, sia in funzione dello scarto quadratico
medio e del coefficiente di variazione dei deflussi annuali).
Il metodo di Dincer
Il metodo di Dincer (McMahon e Mein, 1978) prende in considerazione i deflussi annui.
Nell'ipotesi che i deflussi di due anni diversi siano tra loro indipendenti, se la media e lo scarto
quadratico medio del deflusso annuo x sono, rispettivamente, (x) e (x), i corrispondenti
parametri dei deflussi di n anni consecutivi sono
x
n
( ) = n x ( )
,
x
n
( ) = n x ( )
.
Al crescere di n la distribuzione di x
n
tende alla normalit. Indicando con E
n
l'erogazione
richiesta in n anni, e con x
n
(P) il deflusso con probabilit assegnata (di non superamento, per
fissare le idee), il volume d'acqua necessario per garantire l'erogazione
25
V
n
P ( )= E
n
x
n
P ( ).
Ponendo
E
n
= Dn x ( ),
e sostituendo l'espressione di x
n
valida per la distribuzione di Gauss e quella di E
n
sopra scritta
nell'espressione del volume V
n
(P), si ottiene l'espressione di V
n
(P) in funzione di n. Ricercando
il massimo di V
n
(P) (al variare di n) si ottiene
max V
n
P ( )=
z
2
P ( )
4 1 D ( )
CV
2
x ( ) x ( )
,
dove z(P) la variabile gaussiana standardizzata con probabilit di non superamento P e
CV(x), (x) sono, come si visto, i parametri (coefficiente di variazione e media) della
distribuzione del deflusso annuale.
Il metodo di Gould
Il metodo di Gould (1964) una modifica del metodo di Dincer. La modifica consiste
nellutilizzare per i deflussi di n anni la distribuzione Gamma anzich quella normale ed
suggerita dal fatto che la distribuzione Gamma generalmente interpreta le serie di deflussi
meglio di quella normale. Quindi il metodo di Gould fornisce - in linea di principio almeno - lo
stesso risultato del metodo di Alexander: la differenza consiste essenzialmente nelle operazioni
di calcolo attraverso le quali si determina il volume da assegnare al serbatoio (operazioni che,
come si vedr, nel caso del metodo di Gould implicano unapprossimazione).
Illustriamo la modifica.
Consideriamo innanzi tutto il deflusso annuo, che ha media (x) e varianza
2
(x), ancora come
distribuito normalmente, in accordo con il metodo di Dincer (e ancora assumiamo che i deflussi
di due anni diversi siano tra loro indipendenti). Introduciamo quindi la variabile trasformata
adimensionale
u = x
x ( )
2
x ( )
= x
1
x ( )CV
2
x ( )
26
(che una variabile gaussiana adimensionale, ma non standardizzata). La trasformazione rende
adimensionali i deflussi, perch la costante (x)CV
2
(x) , come la variable originaria x, un
volume.
La media e la varianza del deflusso annuo adimensionale u sono uguali tra loro:
u ( ) =
2
u ( ) =
1
CV
2
x ( )
.
Quindi la distribuzione di u individuata dal solo parametro CV(x).
Consideriamo ora il deflusso adimensionale di n anni consecutivi, che indichiamo con u
n
. La
media e la varianza di u
n
(uguali tra loro, come nel caso del deflusso annuo adimensionale u)
sono
u
n
( ) =
n
CV
2
x ( )
,
2
u
n
( )=
n
CV
2
x ( )
,
e il deflusso con probabilit P di non superamento fornito dall'espressione
u
n
P ( ) = u
n
( )+ z P ( ) u
n
( ),
dove z(P) la variabile gaussiana standardizzata con probabilit di non superamento P.
L'erogazione richiesta in n anni, che indichiamo con F
n
, (sempre nella forma adimensionale
adottata per i deflussi, e assegnando a D il solito significato)
F
n
= D
n
CV
2
x ( )
e il volume (anch'esso adimensionale) che occorre assegnare al serbatoio per garantire
l'erogazione richiesta
W
n
P ( ) = F
n
u
n
P ( ).
Ricercando infine il valore di n che rende massimo il volume del serbatoio, si ottiene
27
max W
n
P ( )=
z
2
P ( )
4 1 D ( )
.
Fin qui non si fatto altro che ripetere il procedimento di Dincer, semplicemente rendendo
tutti i volumi adimensionali dividendoli per la stessa costante (dimensionale) (x)CV
2
(x).
Vediamo ora come si pu sostituire alla distribuzione di Gauss la distribuzione Gamma.
Innanzi tutto premettiamo che, cos come la somma di n variabili distribuite ciascuna secondo
una distribuzione di Gauss ancora distribuita secondo una distribuzione di Gauss, anche la
somma di n variabili distribuite ciascuna secondo una distribuzione Gamma ancora distribuita
secondo una distribuzione Gamma. Quindi le considerazioni che ora faremo per il deflusso
annuale x si potranno ripetere per il deflusso di n anni consecutivi.
L'uguaglianza della media e della varianza, che come si visto vale per la variabile
adimensionale u (deflusso annuale nella nuova unit di misura adimensionale) tipica della
distribuzione Gamma a un solo parametro, distribuzione che si pu pensare ottenuta da quella
a due parametri (indicati con e ) sostituendo alla variabile originaria x la variabile
trasformata adimensionale
y = x .
La distribuzione Gamma della variabile trasformata y risulta cos caratterizzata dal solo
parametro . Anche nel caso della variabile y, come in quello della variabile u, la media e la
varianza sono uguali tra loro:
y ( ) =
2
y ( ) = .
Dunque, una volta resa adimensionale la variabile x dividendola per (x)CV
2
(x), possiamo sia
assumere che la nuova variabile sia distribuita normalmente (e allora la indichiamo con il
simbolo u), sia assumere che sia distribuita secondo una distribuzione Gamma a un solo
parametro (e allora la indichiamo con il simbolo y). Come si visto, in entrambi i casi la
distribuzione completamente individuata dalla media, che ovviamente sempre la stessa.
Introduciamo ora la differenza
d = y u
tra i valori della variabile y e della variabile u con la stessa probabilit P di non superamento. In
linea generale sia il valore di y, sia quello di u dipendono dall'unico parametro della
distribuzione, che si pu identificare con la media, come si appena visto, e dalla probabilit P.
28
Per valori di P abbastanza piccoli, per, la differenza d tra y e u, sempre positiva,
praticamente indipendente dal valore del parametro che identifica la distribuzione, e si pu
dunque assumere che dipenda soltanto dalla probabilit P. Con buona approssimazione si pu
scrivere quindi
y P ( ) = u P ( ) + d P ( ).
Del tutto analogamente, considerando il deflusso di n anni consecutivi, e indicando con u
n
il
deflusso adimensionale distribuito normalmente e con y
n
quello distribuito secondo una
distribuzione Gamma, si pu scrivere
y
n
P ( ) = u
n
P ( )+ d P ( ).
La differenza d tabulata, in funzione della probabilit di non superamento P, nella tab. 1.
Tab. 1 Valori del termine correttivo d della variabile gaussiana
P [%] d
0,5 d variabile con (u) = (y)
1,0 1,5
2,0 1,1
3,0 0,9
4,0 0,8
5,0 0,6
7,5 (*) 0,4
10,0 (*) 0,3
(*) L'uso del metodo di Gould per la distribuzione Gamma non raccomandato
per questi valori di probabilit.
A questo punto si pu procedere alla ricerca del numero di anni n che rende massimo il volume
adimensionale W
n
(P). Sostituendo, nellespressione di W
n
(P)
( ) ( ) P y E P W
n n n
=
,
il termine y
n
(P) con la somma
29
( ) ( ) P d P u
n
+
,
e ripetendo la ricerca del massimo del volume V
n
(P) si ottiene
( )
( )
( )
( ) P d
D
P z
P W
n
=
1 4
max
2
.
Per esprimere il volume cos trovato nell'originaria forma dimensionale, basta moltiplicarlo per
(x)CV
2
(x). Si ottiene
( )
( )
( )
( ) ( ) ( ) x x CV P d
D
P z
P V
n
2
2
1 4
max
(
= .
In sostanza, applicare il metodo di Gould si riduce a sottrarre la differenza d(P) alla frazione
( )
( ) D
P z
1 4
2
nella formula finale del metodo di Dincer.
3.3.1.2 Metodi per i deflussi mensili
Consideriamo due diverse tecniche di progettazione preliminare basate sulla considerazione dei
deflussi mensili (ma sempre assumendo costante nel tempo l'erogazione richiesta).
Il metodo delle magre indipendenti
Innanzi tutto si stima la media dei deflussi annuali (x) e si calcola il volume di erogazione
mensile
( )
12
x
D
(dove D un numero non superiore a uno).
30
Quindi si fissa una durata t (per esempio di due mesi), e si ricercano nella serie dei deflussi
mensili disponibili tutte le magre indipendenti, cio i periodi di durata t con deflusso inferiore
all'erogazione richiesta che non presentano sovrapposizione tra loro.
La ricerca delle magre prosegue come qui sotto illustrato (McMahon e Mein, 1978).
Supponiamo che la durata t sia uguale a due mesi. Dapprima si considerano tutte le sequenze
possibili di due mesi consecutivi dell'intera serie storica e si ricerca la sequenza a cui
corrisponde il deflusso minimo, che si assume come primo valore della serie di magre di due
mesi. Quindi si ripete la stessa ricerca sulla serie storica depurata dalla sequenza gi scelta e si
individua il secondo valore della serie delle magre. Si procede cos, individuando magre di
valore via via pi elevato, fino a quando nella serie storica depurata dalle magre gi individuate
non pi possibile reperire una sequenza di due mesi con un deflusso inferiore a quello da
erogare.
La ricerca della serie di magre indipendenti si ripete per valori diversi della durata t (per
esempio 2, 4, 6, 12, 24, 48 mesi).
La distribuzione di probabilit dei deflussi di magra di una certa durata t limitata sia
inferiormente (deflusso nullo), sia superiormente (deflusso uguale a quello da erogare). Ci
nonostante il metodo, nella forma proposta in origine, assume il deflusso di magra x
t
di durata t
distribuito normalmente, con media (x
t
) e scarto quadratico medio (x
t
). Il volume con
prefissata probabilit di non superamento P quindi
x
t
P ( ) = x
t
( )+ z P ( ) x
t
( )
,
dove z(P) la variabile gaussiana standardizzata con probabilit di non superamento P.
Il volume V
t
necessario per completare il deflusso x
t
e garantire l'erogazione E
t
dunque
V
t
= E
t
x
t
P ( ) .
Se si misura la durata t della magra in mesi e si assume per l'erogazione annuale E, come al
solito, l'espressione
E = D x ( )
,
l'erogazione E
t
relativa alla durata t fornita dall'espressione
E
t
= E
t
12
.
31
Una volta determinati i volumi V
t
(P) relativi alle diverse durate t, si assume come volume del
serbatoio il massimo dei volumi trovati.
Vale la pena di fare due osservazioni.
La prima che le magre sono scelte sotto la condizione che il volume sia minore di quello da
erogarsi. Quindi il risultato dell'elaborazione una distribuzione condizionata. Poich non si
tiene conto della probabilit che la condizione sia soddisfatta, la nozione di probabilit acquista
un significato essenzialmente convenzionale.
La seconda osservazione che alla distribuzione normale si pu senza difficolt sostituire una
distribuzione limitata sia inferiormente sia superiormente (per esempio una distribuzione Beta).
L'analisi della regolazione
Il metodo dell'analisi della regolazione indicato sopra tutto per una regolazione parziale (per
cui, cio, il volume d'acqua necessario per soddisfare la richiesta inferiore all'afflusso naturale
medio) ed statisticamente corretto, a condizione che sia rispettata l'indipendenza delle singole
operazioni (come sar illustrato pi avanti).
Il metodo prevede innanzi tutto la costruzione della curva che fornisce l'andamento del
deflusso cumulato (relativo cio all'intervallo di tempo compreso tra l'istante iniziale e l'istante t
considerato) in funzione del tempo t.
Una volta costruita la curva, si individuano tutti i punti in cui la tangente ha pendenza uguale
alla portata (costante) di erogazione. A partire dall'ultimo punto di tangenza inferiore (fig. 3.8)
e procedendo a ritroso nel tempo si individuano tutti i periodi in cui necessaria la
regolazione.
Ogni periodo composto da una prima fase di riempimento del serbatoio, che termina in
corrispondenza del successivo punto di tangenza (superiore). Possono fare eccezione a questo
comportamento gli eventuali periodi di regolazione aventi l'inizio (o la fine) coincidenti con
l'inizio (o con la fine) della serie storica. Per evitare problemi, l'anno idrologico, il cui deflusso
si vuole regolare, dovrebbe cominciare con un periodo di invaso, e la serie storica dovrebbe
essere un multiplo intero dell'anno idrologico. Inoltre la regolazione non dovrebbe avvicinarsi
troppo alla regolazione completa, per evitare che si renda necessaria gi all'inizio dell'anno la
presenza di un certo volume d'acqua, che pu essere garantita solo dalla regolazione dell'anno
precedente.
La distanza, misurata lungo l'asse delle ordinate, tra le due tangenti (superiore e inferiore) alla
curva del deflusso cumulato in corrispondenza di un ciclo di invaso e svaso uguale al volume
V necessario per superare la magra corrispondente.
Si individua cos una sere di volumi V del serbatoio.
32
Si considerano i volumi V distribuiti secondo una distribuzione normale. (Questa nelloriginaria
formulazione del metodo: naturalmente possibile scegliere un altro tipo di distribuzione.) Si
calcola quindi il volume del serbatoio con probabilit di non superamento P assegnata con la
formula
V P ( )= V ( ) + z P ( ) V ( ),
dove (V) e (V) sono la media e lo scarto quadratico medio dei volumi del serbatoio e z(P) ,
al solito, la variabile gaussiana standardizzata con probabilit di non superamento P.
3.3.2 Le tecniche Montecarlo
I risultati ottenuti simulando il funzionamento dell'impianto con l'intera serie storica delle
portate osservate possono gi essere oggetto di un'analisi statistica. Per esempio si pu
determinare la frequenza delle fallanze, cio delle situazioni in cui l'impianto non riesce a
soddisfare la domanda: nel caso di un impianto idroelettrico per cui la simulazione stata
condotta discretizzando il tempo su base mensile, si pu contare il numero dei mesi in cui
l'impianto non riesce a produrre la quantit di energia per cui stato progettato, e quindi
stabilire ogni quanti mesi, in media, si presenta una fallanza.
Se la serie storica disponibile fosse estremamente lunga, l'analisi dei risultati della simulazione
potrebbe gettare luce anche sulla probabilit di avvenimenti molto rari (fallanze che si
protraggono per un lungo periodo di tempo, per esempio). In realt la lunghezza della serie
storica sempre molto limitata (al pi di qualche decina d'anni). La circostanza impedisce di
usare l'analisi dei risultati della serie storica per indagare su avvenimenti bens possibili, ma cos
rari da non essersi mai presentati nell'intero periodo di osservazione.
Si potrebbe pensare di risolvere il problema in altro modo, individuando il meccanismo
probabilistico che governa la serie degli afflussi (in sostanza considerando la serie storica come
un processo stocastico), e derivando da questo la probabilit dell'avvenimento che interessa.
Per le difficolt di trovare una soluzione analitica sarebbero insormontabili.
Si ricorre quindi alla tecnica di soluzione numerica nota come metodo Montecarlo.
Ci limitiamo qui a prendere in considerazione un tipo di applicazione del metodo
particolarmente semplice, ma utile a metterne in luce l'essenza.
Innanzi tutto si individua il modello probabilistico (processo stocastico) che rappresenta gli
afflussi, stimandone i parametri a partire dalla serie storica, e si utilizza il modello cos
individuato per generare una serie artificiale di afflussi di lunghezza molto grande (di 1000 o
10 000 anni, per esempio). La serie artificiale statisticamente conserva, e tanto meglio quanto
33
pi lunga, tutte le caratteristiche della serie storica di cui si tenuto conto per individuare il
modello. In pi, data la grande lunghezza, pu anche comprendere eventi abbastanza rari,
storicamente non osservati, ma congruenti con le caratteristiche della serie storica che si sono
volute conservare. Quindi si simula il funzionamento dell'impianto utilizzando la lunga serie
generata. L'analisi dei risultati questa volta pu riguardare anche eventi che, per quanto non si
siano mai presentati nella serie storica, possono comunque verificarsi con una probabilit non
trascurabile.
Bibliografia citata
Alexander, G. N. 1962. "The use of the Gamma distribution in estimating regulated output
from storages", Transactions of the Institution of Engineers, Australia, Civil Engineering, 4.
Arredi, F. 1977. Costruzioni Idrauliche, Torino, UTET, 4 vol.
Contessini, F. 1956. Impianti idroelettrici, Milano, Libreria Editrice Politecnica Cesare
Tamburini.
Gherardelli, L. 1931. "Capacit e regolazione dei serbatoi alpini", L'Energia elettrica, maggio.
Gould, B. W. 1964. "Discussion of paper by Alexander",in Water Resources Use and
Management, Melbourne, Melbourne University Press.
Marzolo, F. 1963. Costruzioni idrauliche, Padova, CEDAM.
McMahon, T. A., Mein, R. G. 1978. Reservoir Capacity and Yield, Amsterdam, Elsevier
Scientific Publishing Company.
Impianto ad acqua fluente
Problema della scelta della portata di
di mensi onament o
Curva delle durate delle portate
Curva delle portate medie utilizzabili
Serbatoi o laghi artificiali
Utilizzazioni dell'acqua:
- produzione di energia elettrica
- i rri gazi one
- alimentazione di acquedotti a uso civile
o industriale
- alimentazione di canali navigabili
- laminazione delle piene
- trattenuta dei materiali trasportati
dalla corrente
Utilizzazione mista:
- produzione di energia elettrica e
i rri gazi one
- produzione di energia elettrica e
laminazione delle piene
. . .
Regolazione dei laghi naturali
Quota di massimo invaso
Quota massima di regolazione
Quota di svaso
Volume utile di regolazione
Volume morto
Problemi di progettazione:
- disponibilit d' acqua
- scelta della localit
- resistenza della roccia
- impermeabilit della roccia
- i nt erri ment o
Bilancio idrologico del lago
Regolazione completa e incompleta
Regolazione a portata costante e a portata
vari abi l e
Determinazione del volume da assegnare al
serbatoio, data l'erogazione richiesta
Individuazione del possibile andamento
dell'erogazione, dato il volume del serbatoio
Metodi deterministici:
metodi grafici
si mul azi one
Metodi statistici:
tecniche di progettazione
prel i mi nare
metodo Montecarlo
Determinazione del volume da assegnare al
serbatoio, data l'erogazione richiesta
Regolazione completa
Portata costante
Portata variabile
Individuazione del possibile andamento
dell'erogazione, dato il volume del serbatoio
Regolazione completa
Portata costante
Portata variabile
Volume assegnato
Obiettivo: portata costante
q
o
portata obiettivo
q
e
portata erogata
0
T
(q
o
- q
e
)
2
dt = mi ni mo
0
T
q
e
2
dt = mi ni mo
0
T
q
e
2
+ 1 d t = mi n i mo
Volume assegnato
Obiettivo: portata variabile
q
o
portata obiettivo
q
am
portata media di afflusso
variabile trasformata
=
0
t
q
o
q
a m
d t
d =
q
o
q
a m
d t
V
0
( t ) =
0
t
q
0
dt
V
0
( ) =
q
0
q
a m
q
o
d =
q
a m
d = q
a m
Volume assegnato
Obiettivo: portata variabile
q
o
portata obiettivo
q
am
portata media di afflusso
Applicazioni: curva spezzata
r =
q
o
q
a m
nell'intervallo t
t = rt
Metodi statistici
Tecniche di progettazione preliminare
Metodi per i deflussi annuali
metodo di Alexander
metodo di Dincer
metodo di Gould
Metodi per i deflussi mensili
metodo delle magre indipendenti
analisi della regolazione
Il metodo di Alexander
Deflusso annuale x distribuito secondo una
legge Gamma con parametri e
Deflusso di n anni distribuito secondo una
legge Gamma con parametri
n
=
n
= n
Per il caso di parametri
= 1 = 1
Alexander ha determinato il legame tra
D frazione del deflusso da regolare
T tempo di ritorno (della magra)
n* numero di anni critico
* volume del serbatoio
n
c
e sono legati a n* e * dalle relazioni
n
c
=
n *
=
*
Il metodo di Dincer
(x
n
) = n(x)
(x
n
) =
n(x)
Si assume gaussiana la distribuzione di x
n
Volume necessario per garantire in n anni
l'erogazione Dn(x) :
V
n
(P) = Dn(x) - x
n
(P)
Massimizzando V
n
(P):
maxV
n
(P) =
z
2
(P)
4(1-D)
CV
2
(x)(x)
Il metodo di Gould
Si sostituisce alla distribuzione normale la
distribuzione Gamma
Si ottiene
maxV
n
(P) =
z
2
(P)
4(1-D)
- d CV
2
(x)(x)
Valori del termine correttivo d
P [%] d
0,5 d variabile con la distribuzione
1,0 1,5
2,0 1,1
3,0 0,9
4,0 0,8
5,0 0,6
7,5 (*) 0,4
10,0 (*) 0,3
(*) L'uso del metodo di Gould per la distribuzione Gamma non
raccomandato per questi valori di probabilit.
Altre tecniche di progettazione preliminare:
Metodi per i deflussi mensili
Il metodo delle magre indipendenti
L'analisi della regolazione
Il metodo Montecarlo
E` una tecnica numerica
Richiede la determinazione del modello
stocastico dei deflussi naturali
Consiste
- nella generazione di una o pi
serie artificiali
- nell'analisi statistica dei risultati
della regolazione simulata con le
serie generate