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Il pianista di Roman Polaoski del 2002

tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Wadysaw Szpilman. E il racconto di ci che ha vissuto il pianista ebreo Wadysaw Szpilman dallo scoppio della seconda guerra mondiale con l'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche, l'occupazione di Varsavia, la creazione del ghetto, la vita e la sopravvivenza nel ghetto e la sua fuga e sopravvivenza fuori dal ghetto, fino alla liberazione della citt da parte dell'Armata Rossa, momento in cui rischi di essere ucciso per il fatto di aver indosso un cappotto tedesco. Il pianista sopravvive soprattutto grazie alla forza datagli dalla sua passione per la musica: ideale di sopravvivenza. Il suo pianoforte costretto a venderlo prima di trasferirsi nel ghetto di Varsavia. Immediatamente dopo l'occupazione da parte delle truppe tedesche vengono emanate una serie di restrizioni alla popolazione, restrizioni rese ancora pi pesanti per la numerosa comunit ebraica come la limitazione del possesso di denaro, estromissione dal lavoro, divieto di accesso ai locali ed obbligo di indossare un bracciale bianco con la stella di David ben evidente. Rinchiuso nel ghetto (assieme alla famiglia costruito dai tedeschi per gli ebrei di Varsavia nei quali gli ebrei vivono come reclusi), Szpilman riesce a fuggire poco prima della deportazione nei campi di concentramento dove invece finir tutta la sua numerosa famiglia. Da questo momento in poi inizier a vagare, nascondendosi in vuoti appartamenti dove coraggiosi polacchi davano asilo agli ebrei scampati alla deportazione. Dalle finestre di questi freddi rifugi assiste, solo ed impotente, al massacro dei suoi amici, alle battaglie tra tedeschi e partigiani polacchi, qui trover conforto in un vecchio pianoforte che finger di suonare nelle lunghe giornate vissute in solitudine, fino all'arrivo delle guarnigioni russe che liberano la sua citt. Con l'approssimarsi delle truppe russe Varsavia insorge e

Wadysaw, scampato miracolosamente alla distruzione della citt, rientra in ci che resta delle macerie del ghetto vagando solo, ed ormai allo stremo delle forze, alla ricerca di cibo. Trova riparo in una soffitta, in una delle poche case rimaste ancora in piedi. Ma il giorno dopo, mentre cerca di aprire un barattolo con mezzi di fortuna, viene scoperto da un ufficiale tedesco che, venuto a conoscenza della sua antica professione, lo conduce in una stanza dove c' un pianoforte e lo invita a suonare; Wadysaw lo accontenta e l'ufficiale, rimanendo colpito dalla sua esecuzione, decide di aiutarlo, per i mesi successivi lo nutrir fino a quando i tedeschi con l'attacco russo, non abbandoneranno la citt. In quel momento l'ufficiale lo saluta chiedendogli il suo nome ma senza dirgli il proprio. Una mattina Wadysaw sente risuonare le note dell'inno polacco, esce dal nascondiglio e corre incontro ai soldati sovietici, rischiando di essere ucciso in quanto indossa il cappotto che gli ha regalato l'ufficiale per ripararsi dal freddo. Invece l'ufficiale viene catturato e portato in un campo di prigionia in attesa di essere trasferito in Unione Sovietica. Tempo dopo Wadysaw torna in quel campo ma stato smantellato e non vi pi traccia dei prigionieri tedeschi e dell'ufficiale. Gli ebrei sono dapprima increduli, convinti che tutto ci non potr arrivare alle estreme tragiche conseguenze. Dicono infatti non durer a lungo, talmente assurdo .. Poi, con il peggiorare degli eventi, subentra un senso di disorientamento ed una assoluta incapacit di comprendere quale debba essere l'atteggiamento giusto per cercare di salvare la propria vita e quella dei propri cari. In realt, ci si rende conto, che non esiste una soluzione, una via di uscita, perch di fronte alla cieca brutalit delle teorie naziste non esiste un granello di ragione. Sono tanti gli episodi terribile, di pura cattiveria e crudelt come la persona in carrozzella gettato dal balcone, quando passano sulle persone ancora vive, a cui hanno gi sparato, proibito assolutamente di parlare Szpilman sembra accettare tutte le disgrazie che gli piovono con rassegnazione, assiste alla tragedia che gli si dispiega attorno. Il bambino che cerca di salvare attraverso il muro ma inutilmente, il pianto di due genitori per aver soffocato il proprio bambino nella speranza che i tedeschi non lo scoprissero .. Sembrerebbe una assoluta inattivit invece un'assoluta certezza di non poter far nulla di fronte alla violenza nazista. Aspetta la morte. E una storia tristissima, commovente soprattutto per il fatto che pura realt, storia vissuta e sofferta. E tanta la ferocia che ho sentito, il film lo esprime molto bene. Talmente forte che, guardando il film, spesso ho odiato i nazisti, a volte volevo essere un nazista, per stare dalla parte del pi forte, per non essere annullato, per non essere trattato male, per non essere annientato, per non essere mortificato .. deve essere stata proprio dura per gli ebrei.

In fondo c il lieto fine e visse felice e contento . Penso che dopo una esperienza tale non si possa tornare come prima e tanto meno dimenticare. La citt dopo i bombardamenti non c pi, desolante, triste, mette paura, tutto intorno sa di morte ma c una calma impressionante. Lui cammina tra queste macerie e forse lincubo finito. Molto, molto bello. Lo rivedrei di nuovo.

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