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L'universo sarebbe nato in uno stato molto denso e caldo, in una specie di "esplosione" che prender il nome di "Big

Bang".Prima dell'esplosione non c'era niente: n spazio, n tempo, n materia.... Tutto ebbe inizio in quel momento e da allora l'Universo ha continuato ad espandersi continuamente. L'idea che l'Universo abbia avuto un inizio, che sia in evoluzione e possa dunque avere una fine, relativamente recente, infatti emerse solo negli anni '20 grazie a Friedmann ed al suo modello dell'Universo inflazionario. Da che cosa abbia avuto origine il Big Bang non stato ancora chiarito con certezza, infatti sono state avanzate molte ipotesi di cui la pi valida quella di Friedmann che considera l'Universo, all'inizio del tempo cio nell'istante zero, concentrato in un volume pi piccolo di un atomo, con una densit pressoch infinita e a una temperatura di miliardi e miliardi di gradi. Nei primissimi istanti l'energia ha cominciato a condensarsi prima in particelle elementari(quark ed elettroni) poi in particelle maggiori (protoni e neutroni) fino a che i primi tre minuti, cio quando la temperatura scesa a circa 10 alla nona K, si sono formati i primi nuclei atomici di idrogeno litio ed elio. idrogeno risalente a quando l'universo aveva meno di 1 miliardo di anni, ...Solo quando dopo 300.000 anni la temperatura scese a circa 3.000 K, gli elettroni furono catturati dai nuclei e si form un gas neutro formato da idrogeno e in piccola parte da elio, che poi dar vita alle nebulose, alle galassie, alle stelle.L'effettiva scoperta di quest'esplosione avvenne nel 1964 da parte di due ingegneri americani che, per caso, osservarono l'esistenza di una radiazione cosmica di fondo, rilevabile con i radiotelescopi in ogni direzione dello spazio; tale radiazione residua come l'eco del Big Bang. La teoria del Big Bang va di pari passo con quella dell'americano E. Hubble, il quale constat che la luce che ci giunge dalle galassie lontane si sposta verso la parte rossa dello spettro, cio verso le basse frequenze. L'effetto tanto pi marcato quanto maggiore la distanza degli oggetti in questione. Nel 1929, Edwin Hubble annunci che quasi tutte le galassie sembrano allontanarsi da noi.Infatti, scopr che l'Universo si sta espandendo, e che tutte le galassie si stanno allontanando l'una dall'altra. Questo fenomeno si pu dedurre dallo "spostamento verso il rosso" (redshft in inglese) della radiazione emessa da queste galassie. Questo redshift tanto maggiore quanto pi distante la galassia, quindi le galassie pi lontane sono quelle che si allontanano pi velocemente da noi. La velocitdi allontanamento (o recessione) di una galassia si pu esprimere matematicamente con la formula v=Hxd dove v = la velocit di allotanamento della galassia nella direzione della nostra linea di vista in km/sec, d = la distanza della galassia dalla Terra in megaparsec H = una costante di proporzionalit detta "costante di Hubble 15/10 9 anni luce. Questo fenomeno gi conosciuto per il suono, si tratta dell'effetto Doppler. Infatti, quando un oggetto sonoro si allontana, noi percepiamo una variazione di tonalit del suono emesso, dato che la frequenza dell'onda sonora diminuisce. Anche la luce un'onda e quindi si comporter allo stesso modo.Per Hubble si tratta di una teoria inconfutabile: la luce delle galassie scala verso le basse frequenze, perch le galassie fuggono da noi; questo accade tanto pi sono distanti, dunque l'Universo in espansione. Questa espansione dell'Universo altro non che un effetto del Big Bang, un residuo di quella immensa esplosione.Tre scienziati si sono aggiudicati il Nobel per la fisica 2011 per la scoperta dell'espansione accelerata dell'universo attraverso l'osservazione dell'esplosione di stelle. Lo ha annunciato il comitato che assegna il premio. Met dell'ammontare del premio (10 milioni di corone svedesi, quasi 1,1 milioni di euro) andr allo statunitense Saul Perlmutter, mentre l'altra met verr divisa tra l'americano-australiano Brian Schmidt e lo statunitense Adam Riess. Hanno studiato diverse decine di stelle esplodenti, chiamate supernovae, e scoperto che l'universo si sta espandendo a un ritmo sempre pi rapido, spiega il Comitato per il Nobel per la fisica dell'Accademia reale svedese per le scienze, che assegna il premio. La scoperta arrivata in maniera

assolutamente sorprendente, persino per gli stessi vincitori, aggiunge il Comitato in una notaUna fitta rete di immense regioni dense e vuote: cos che si distribuisce nell'universo la materia oscura, stando alle osservazioni condotte dalla collaborazione CFHTLenS (Canada-France-Hawaii Telescope Lensing Survey), i cui astronomi hanno mappato la materia oscura sulla scala pi grande mai osservata.I risultati della collaborazione sono stati presentati al convegno dell'American Astronomical Society in corso (2012) a Austin, in Texas da Heymans Catherine dell'Universit di Edimburgo, e da Ludovic Van Waerbeke della University of British Columbia a Vancouver. Questa intricata rete cosmica di materia oscura e galassie che si estende per pi di un miliardo di anni luce stata ricostruita analizzando le immagini di circa 10 milioni di galassie in quattro diverse regioni del cielo, analizzando la distorsione della luce emessa da queste galassie, che viene deflessa quando passa in prossimit degli enormi ammassi di materia oscura che incontra durante il suo viaggio verso la Terra. La densit della materia diminuisce mano a mano che l'Universo si espande perch il volume dello spazio aumenta (le stelle visibili sono solamente una piccola frazione della materia; la maggior parte costituita dalla cosiddetta "materia oscura", che interagisce solo gravitazionalmente con la materia ordinaria). Sebbene si sappia davvero poco riguarda l'energia oscura, ci si aspetta che la sua densit cambi poco o nulla via via che l'Universo si espande. Oggi la densit dell'energia oscura maggiore di quella della materia, ma in un lontano passato dovrebbe essere stato il contrario. A questo punto normale chiedersi quale sar il futuro dell'Universo, se continuer a espandersi o meno. Per dare una risposta a tutto ci bisogna rifarsi alla Relativit Generale di Einstein, il quale afferma che i corpi di grandissima massa curvano lo spazio intorno a s, come delle sfere pi o meno pesanti deformerebbero un tessuto elastico. A.Einstein, con la "Teoria della relativit", induce a considerare la realt in cui viviamo, e che i fisici devono studiare, come uno spazio a quattro dimensioni, dove la quarta dimensione costituita dal tempo ; e le quattro dimensioni non possono essere considerate separatamente. In generale, con il concetto di "movimento" si intende il movimento di qualcosa rispetto ad unaltra cosa, presa come punto di riferimento; questultima pu, per, essere in movimento a sua volta. Lo spazio e il tempo sono relativi perch dipendono dal movimento del sistema di coordinate utilizzato (Teoria della relativit ristretta) ; dipendono, inoltre, dalla presenza e dai valori dei campi gravitazionali che influenzano il sistema di coordinate (Teoria della relativit generalizzata) Queste teorie mettono in crisi un presupposto fondamentale della scienza : che esperimenti in condizioni identiche portino a risultati identici. Non possiamo, infatti, considerare uniformi e costanti lo spazio e il tempo, ed un esperimento precisamente localizzato nelle sue coordinate spazio-temporali. Ci fa vacillare, a livello epistemologico, lidea di una scienza che scopre leggi eterne, evidenziandone invece la dipendenza dalla storia del mondo fisico e, ad un secondo livello di riflessione, dalla storia della scienza. Viene cos negata la acritica assunzione di teorie e risultati passati, che aveva permesso la continua accumulazione delle scoperte scientifiche. Cos, se nell'Universo esistesse massa a sufficienza, prima o poi l'espansione verrebbe rallentata fino a fermarsi e cos avrebbe inizio il fenomeno opposto,che porterebbe tutto il cosmo ad un collasso incontrollato, che si concluder con quello che stato definito Big Crush, ossia un'implosione opposta al Big Bang. Se, invece, nell'universo non ci fosse sufficiente massa per arrestare la sua espansione, esso potrebbe espandersi per sempre, fino a che le galassie, ormai spente, si ridurrebbero a isole sperdute in un oceano di spazio senza confini.

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