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Molti studiosi ritengono che l'attuale impianto istituzionale della Banca Centrale Europea sia inadeguato a fronteggiare la sfide

che l'Unione Europea si trover ad affrontare nel futuro prossimo. Il candidato analizzi l'attuale struttura della BCE, le funzioni che svolge e gli obiettivi che si prefigge, confrontandola con la Federal Reserve statunitense.

A seguito della crisi dei debiti sovrani che ha investito lEurozona, emersa, ancora pi pressante, la necessit di un ruolo diverso della Banca centrale europea. La Banca centrale europea la Banca centrale incaricata dell'attuazione della politica monetaria per i diciassette paesi dell'Unione europea che hanno aderito all'euro e che formano la cosiddetta Eurozona. Scopo principale della Banca centrale europea quello di tenere sotto controllo l'andamento dei prezzi mantenendo il potere d'acquisto nell'area dell'euro. La BCE esercita, infatti, il controllo dell'inflazione nell'area dell'euro, badando a contenere, tramite opportune politiche monetarie (controllando la base monetaria o fissando i tassi di interesse a breve), il tasso di inflazione di medio periodo a un livello inferiore (ma tuttavia prossimo) al 2%. La BCE segue dunque una politica di inflation targeting, finalizzata al mantenimento dellinflazione entro un intervallo ben preciso nel medio termine. Compito per statuto della Banca centrale regolare l'offerta di moneta. La Banca centrale, determinando l'offerta di moneta, ha la leva per controllare i tassi d'interesse. Gli strumenti della politica monetaria della BCE sono: operazioni di mercato aperto; operazioni su iniziativa delle controparti, per la gestione giornaliera della liquidit; modifiche del coefficiente di riserva obbligatorio delle banche. Le operazioni di mercato aperto si svolgono tramite acquisto (o vendita) di titoli in cui si crea (o si assorbe) base monetaria. Sotto la denominazione di operazioni su iniziativa delle controparti rientrano due tipi di operazioni, che, rispettivamente, iniettano o assorbono liquidit overnight (dal pomeriggio alla mattina del giorno dopo): il rifinanziamento marginale, in cui una banca chiede un prestito ad un tasso prestabilito dalla banca centrale pi alto di quello che troverebbe sul mercato interbancario dietro garanzia; il deposito marginale, in cui una banca deposita solitamente un eccesso di liquidit ad un certo tasso stabilito dalla Banca centrale lievemente inferiore a quello del mercato interbancario. Un terzo strumento la riserva obbligatoria, che, dal dicembre 2011, stato portato dal 2% all1%. Consiste in una percentuale dei depositi, titoli di debito e titoli del mercato monetario con scadenza inferiore ai due anni che le banche devono depositare presso la banca centrale. Il Federal Reserve System conosciuto anche come Federal Reserve la banca centrale degli Stati Uniti d'America. La FED fu istituita con l'approvazione del Federal Reserve Act nel 1913 dal Congresso degli Stati Uniti. La Fed ha il compito di: stabilire la politica monetaria nazionale influenzando la quantit di moneta in circolazione e le condizioni creditizie dell'economia, al fine di perseguire il massimo impiego, la stabilit dei prezzi e moderati tassi di interesse a lungo termine; supervisionare e regolare le istituzioni bancarie per assicurarne la sicurezza e la stabilit del sistema bancario e finanziario nazionale e proteggere i diritti dei consumatori; mantenere la stabilit del sistema finanziario e contenere il rischio sistemico che pu nascere nei mercati finanziari. La Fed nasce come una branca del governo, tecnicamente indipendente, ma strettamente legata allesecutivo. Negli ultimi anni il processo di indipendenza si rafforzato attraverso modifiche della regolamentazione, ma resta fondamentale il coordinamento tra funzionari della Fed e funzionari dellamministrazione per discutere i rispettivi programmi economici.

Per quanto riguarda la BCE, il principio di indipendenza stato sancito nel Trattato sullUnione Europea. La BCE rappresenta il primo caso di banca centrale sopranazionale: non ha di fronte un corrispondente governo che eserciti la politica fiscale, ma tanti singoli governi la cui capacit di pressione sulla banca centrale risulta ridotta. Di contro pur vero che la BCE rimane responsabile delle proprie decisioni sia nei confronti del Parlamento europeo che del Consiglio dei ministri; le nomine del presidente, del vicepresidente e degli altri membri del Comitato esecutivo della BCE devono essere approvate da Consiglio e Parlamento prima di diventare effettive e, inoltre, la BCE deve presentare una relazione annuale del proprio operato di fronte al Parlamento riunito in seduta plenaria. Lindipendenza isola la banca centrale da interferenze politiche che mirino allottenimento di benefici di breve periodo - senza tener conto dei conseguenti costi di pi lungo termine - e, limitando le pressioni a perseguire benefici di breve periodo, rafforza la credibilit dellimpegno della banca centrale alla stabilit dei prezzi. Si pu osservare che entrambe le banche centrali conservano margini di discrezionalit allinterno del mandato assegnato, anche se con importanti differenze. La Fed risulta, infatti, maggiormente costretta ad operare nellambito degli obiettivi complessivi delle politiche del governo e a confrontarsi con esso anche per il perseguimento dei suoi obiettivi. Il Congresso americano pu, inoltre, approvare apposite leggi che riducano il grado di indipendenza della Fed. La Bce, dovendo perseguire unicamente la stabilit dei prezzi nel medio periodo, pu operare senza coordinarsi con gli altri policy makers. Inoltre, per una revisione delle sue attribuzioni e per qualunque modifica che riguardi il suo funzionamento necessaria una modifica dei Trattati dellUnione. Mentre la BCE per espresso volere del legislatore europeo - risulta legata allobiettivo antinflazionistico, la Fed mira alla crescita complessiva del sistema economico, mostrandosi pi flessibile nel controllo del livello dei prezzi. Il problema che emerso negli ultimi anni legato alla stabilit finanziaria e al peso che tale obiettivo dovrebbe avere rispetto agli altri obiettivi precedentemente determinati per la Fed e la Bce. In particolare, per la Fed, in presenza di uno shock finanziario, si verificherebbe unilliquidit nel sistema che porterebbe a una contrazione del volume di prestiti, di conseguenza una minore possibilit di effettuare investimenti e quindi una riduzione delloutput e della crescita . Tale problema ha assunto una drammatica importanza proprio alla luce della crisi dei subprime dalla quale, successivamente, si sviluppato un lungo dibattito tuttora in corso sulle modalit dintervento che stanno adottando le banche centrali e, nello specifico, sul diverso atteggiamento che stanno avendo la Fed e la Bce. La Fed ha messo in atto una politica monetaria espansiva, motivando i ripetuti interventi compiuti come forme dintervento volte a ristabilire una liquidit adeguata nel sistema e scongiurare o limitare la possibilit di una recessione economica, assegnando priorit allobiettivo della crescita rispetto a quello della stabilit dei prezzi. La preoccupazione che tali politiche possano creare situazioni di moral hazard: azioni volte ad alleviare situazioni di stress finanziario possono incoraggiare gli investitori ad assumere maggiori rischi, confidando nel salvataggio da parte della banca centrale. La Fed negli ultimi anni, forse decenni, stata sempre prodiga nel soccorrere banche, societ finanziarie e Tesoro americano. Di tutti gli strumenti monetari, il pi utilizzato stato e rimane il quantitative easing, ossia l'acquisto massiccio di titoli di Stato sul mercato, stampando nuova moneta. Latteggiamento da parte della Bce stato invece influenzato dal timore che una politica monetaria espansiva avrebbe reso ancora pi elevata la crescita dei prezzi, sebbene la crisi avesse gi causato una riduzione della crescita delleconomia. L'opinione comune che la Bce stia facendo troppo poco e, quel poco, lo stia facendo troppo tardi. Lesperienza americana dimostra come il quantitative easing abbia soprattutto l'effetto di contenere il costo del debito pubblico, tenendo bassi i tassi interesse, di aiutare l'export e di immettere liquidit sui mercati con la quale gli investitori comprano azioni e soprattutto titoli di Stato.

Nonostante i bond governativi acquistati finora, la Bce non riuscita a drenare liquidit sufficiente. Molti auspicano che la Bce adotti la stessa politica della Fed: per dare nuovo ossigeno ai mercati dovrebbe acquistare i titoli tossici immettendo liquidit nel sistema, cio stampando moneta. Ai sensi dellArt. 123 del Trattato di Lisbona, la Bce non ha la facolt di acquistare direttamente i titoli di debito emessi dai governi o da altri enti del settore pubblico al momento dellemissione, ma pu acquistarli solo sul mercato secondario, con operazioni di mercato aperto. Se da una parte la Bce non pu quindi reperire i bond in prima persona dagli enti emittenti, tuttavia conferita alla Banca Centrale la facolt di acquistare indirettamente i titoli di stato intervenendo sul mercato secondario. I bond acquistati figurano nellattivo del bilancio dellEurosistema. Al tempo stesso, il corrispondente nel passivo la voce creazione di moneta, la quale viene introdotta sul mercato secondario e, in ultima analisi, rientra nel bilancio desercizio di tutti quegli istituti bancari e finanziari in possesso di asset tossici. Tuttavia, i parametri restrittivi stabiliti dallUE sullinflazione rendono molto rischioso servirsi di iniezioni di QE. Concretamente, non utilizzando questo strumento, la BCE pi indipendente, ma certamente meno incisiva. Attualmente la BCE, comprando sui mercati secondari titoli di Stato dei Paesi in difficolt, cerca di placare la speculazione dei mercati su Paesi troppo indebitati (Italia e Spagna) e di risolvere soprattutto i problemi relativi a quelli a rischio di insolvenza (Grecia e Portogallo). Lo scorso dicembre, costatando le difficolt del mercato interbancario, la Banca centrale europea ha modificato considerevolmente lo strumento di finanziamento di lungo termine alle banche. Ha, infatti, esteso da uno a tre anni la durata dei prestiti per le banche che desiderano rifinanziarsi e ha consentito che venissero portati in garanzia, per tali operazioni, titoli di qualit inferiore a quella precedentemente richiesta, per esempio i mutui cartolarizzati. In pratica le banche europee potranno ottenere dalla BCE prestiti in quantit illimitata al tasso dell1 per cento, che dovranno restituire non prima di tre anni e, inoltre, potranno scaricare alla BCE i titoli scarsamente affidabili, ancora nei loro bilanci. Per altro, con questo strumento la BCE verr di fatto a sostenere i titoli di stato. Le banche, infatti, potranno finanziarsi all1% e acquistare titoli di stato e potranno continuare a erogare prestiti alle imprese e alle famiglie. In questa maniera la BCE si pone di fatto e indirettamente come prestatore di ultima istanza nei confronti delle banche, con lobiettivo di allentare la crisi di liquidit che stava attanagliando il sistema. Le banche, infatti, a causa della difficile situazione economica e dellincertezza sulla qualit dei loro attivi, hanno incontrato crescenti difficolt a raccogliere le risorse a breve necessarie per finanziare i loro impieghi a lungo termine. Stava aumentando, in altre parole, il rischio che una banca seppure solvente, si trovasse coinvolta senza motivo in una crisi di illiquidit. Tuttavia, tale mossa ha deluso le aspettative: le banche che hanno avuto accesso ai prestiti hanno riversato quanto ricevuto alla BCE. Ci si giustifica col timore di andare incontro a perdite. Le banche sono restie a concedere prestiti ad altre banche; e, venendo meno i prestiti interbancari, imprese e famiglie non vengono finanziate. Inoltre, concedere crediti direttamente alle imprese e ai privati, con il rischio di recessione e il tasso dinsolvibilit in aumento, risulterebbe troppo rischioso. E, soprattutto, acquistare titoli di Stato con elevati tassi dinteresse (quali quelli dei paesi maggiormente indebitati) sembrerebbe unalternativa redditizia (ricevere prestiti ad un tasso dell1% dalla BCE e prestare nellattesa di elevati rendimenti), sennonch nessuno di questi Stati esente dal rischio di andare in default e dunque generare perdite enormi sul capitale prestato. Quindi, i finanziamenti ricevuti vengono sottratti al circuito economico e, per ragioni di sicurezza, rimessi nella Banca centrale. Un altro intervento, preso in ambito europeo, sempre riconducibile allimpossibilit da parte della BCE di acquistare titoli al momento dellemissione e dettato dalla necessit di garantire gli istituti bancari dal rischio di illiquidit e insolvenza, consiste nella ricapitalizzazione delle banche. Il risultato dovr essere quasi il raddoppio del cosiddetto capitale Core Tier1, il coefficiente patrimoniale, ossia il livello minimo di risorse proprie della banca, portandolo dall'attuale 4-5% al 9%.

Inoltre, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di abbassare temporaneamente il coefficiente di riserva obbligatoria dal 2% all'1%. Per estendere il mandato della Banca centrale europea necessaria una riforma dei Trattati (in particolare va rivisto l'art. 105 del TUE, che identifica nel mantenimento della stabilit dei prezzi lobiettivo principale del SEBC). Bisognerebbe includere tra gli obiettivi non solo il mantenimento della stabilit dei prezzi, ma anche la tenuta del sistema economico-finanziario e il sostegno alla crescita. Questi due compiti - freno all'inflazione e interventi per stabilizzare i mercati - assieme ad interventi regolatori e di sorveglianza, sono contenuti nello statuto della Fed e di molte banche centrali. Viene pertanto considerata un'anomalia da correggere il fatto che sia soltanto la Bce a non vedere esplicitati nei Trattati i suoi poteri di un intervento forte sui mercati. La convinzione diffusa che solo con un acquisto massiccio e senza limiti di titoli dellEurozona listituto centrale europeo possa salvare la moneta unica: Francoforte dovrebbe comportarsi come la Fed, agendo da prestatore di ultima istanza, che acquista i titoli dei debiti pubblici degli Stati debitori sottraendoli alla speculazione e al default.

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