Sei sulla pagina 1di 7

La scuola come impresa culturale

di Benedetto Di Rienzo
Voglio offrire un ringraziamento particolare a TreeLLLe per linvito a questo seminario che offre unoccasione per parlare di scuola. La scuola uno dei problemi centrali, se non il problema centrale della nostra societ, un problema da vivere con passione, su cui animare il dibattito e la discussione, su cui investire le nostre migliori energie. Troppo spesso sento invece che questa centralit non avvertita: di scuola si parla, si dibatte, si discute in ambito scientifico sia pure a livelli alti, oppure dal punto di vista delle norme e delle procedure, cio da un punto di vista troppo burocratico. I colleghi stranieri presenti in questaula hanno messo in evidenza come negli anni Settanta e Ottanta, nei loro Paesi, il problema della scuola sia diventato centrale e abbia costituito il volano, la base per importanti riforme. Noi non siamo in grado di farle queste riforme e quando proviamo lo facciamo in maniera non partecipata, fredda; spesso non riusciamo a comunicarle al Paese, non riusciamo a diffonderle, a renderle positivamente operanti; quando, nel migliore dei casi, si riesce a porre in essere unazione di cambiamento non riusciamo a fare arrivare linnovazione allattenzione dellutenza e ad aprire un dibattito adeguato alla portata del problema da discutere. Ci grave ed soprattutto italiano. Ne la prova il fatto che, in conseguenza della pubblicazione dei risultati dellindagine PISA prodotta dallOCSE nei vari Paesi europei, i giornali tedeschi diedero il massimo rilievo agli esiti non del tutto positivi riportati dalla scuola tedesca: i cattivi risultati in matematica occupavano la prima pagina dei quotidiani tedeschi. Io credo che nessun giornale italiano abbia avuto il coraggio di mettere in prima pagina un fatto che invece era rilevante ed eclatante anche per lItalia, che usciva male da quella indagine. Al contrario troviamo nelle prime pagine di oggi che lItalia stata bocciata cio non stata designata come sede per i campionati europei di calcio. Queste sono le bocciature che fanno male allItalia! Questo pu essere un episodio ma deve servire a farci comprendere che bisogna che lopinione pubblica pensi pi seriamente alla scuola e cominci a pensarla come un problema centrale. Il problema di fondo certamente la necessit di una pi forte presa in carico

dei problemi da parte del potere politico. Si conferita alle scuole lautonomia, si conferita la dirigenza ai capi di istituto ma si gestita lautonomia e la dirigenza, dal 99 ad oggi, per otto anni, con i vecchi organi collegiali col risultato di innestareuna funzione nuova in un contesto pensato per un diverso ruolo del capo di istituto. Da una parte il dirigente, dallaltra parte tutti gli organi collegiali. A livello politico non si avuto il coraggio di fare una legge, che non era cos complessa o cos difficile da fare, quale quella di modificare gli organi collegiali ma che era essenziale per gestire la scuola italiana Spesso la scuola al centro di dibattiti che non sono sostenuti da una attenzione forte dei media sia per sostenere il cambiamento sia per criticarne le modalit, se non nelle pagine interne dei quotidiani; al massimo si promuove qualche inchiesta sui settimanali, pochi, pi accreditati e ci perch sul problema scuola non sipercepisce un impegno forte del Paese. Quando si parla di scuola in prima pagina si tratta della scuola del bullismo, della scuola dei telefonini, di una scuola che secondo me non c. Si rincorrono le occasionali patologie e si trascurano i problemi veramente importanti e il prezioso lavoro quotidiano di presidi e docenti che, spesso, fanno fronte al vuoto di cambiamento con una didattica innovativa e in presa diretta con la societ e il mondo produttivo. Si parla dellalbero che cade e non della foresta che cresce, come disse una volta anche il ministro Lombardi. La mia testimonianza vuole essere la voce della scuola che c, di quella che in questo momento sta facendo lezione con soddisfazione; ecco di questa dobbiamo cominciare a parlare e a questo tipo di scuola dobbiamo riferirci. Della scuolaitaliana non si pu fare sempre di tutta lerba un fascio. Dobbiamo smetterla di piangerci addosso, di parlare sempre male della nostra scuola. La legge della dirigenza malvenuta, perch ha fatto tutti dirigenti -, avrebbe dovuto avere il coraggio di operare una selezione, di affidare ai nuovi dirigenti degli obiettivi controllabili, di predisporre insieme al profilo professionale le modalit e gli strumenti per la valutazione. Credo che allora qualche cosa sarebbe cambiato. Oggi nella scuola italiana parlare di monitoraggio, parlare di controllo, fuori da ogni orizzonte. Lamministrazione amministra la scuola e trasmette la cultura dellamministrare; noi vorremmo invece una scuola che fosse gestita: passare da una scuola amministrata a una scuola gestita un salto culturale non da poco. Per fare questo occorre far riferimento alle singole persone. Ecco perch bisogna investire sui singoli dirigenti, bisogna fare in modo che si possa

selezionare e poi sostenere una classe dirigente forte. Va detto anche che i criteri di reclutamento, anche quelli dei dirigenti, premiano nei concorsi lanzianit di servizio col risultato che stanno entrando in ruolo persone nate nel 1941; comunque la media di 56 anni. Una selezione che non premia le forze giovani dimostra di non credere nel cambiamento. Riconosco qui tanti colleghi con cui ho vissuto una stagione forte negli anni 80 e 90, in cui sono stati ideati e realizzati tutti i progetti che hanno rinnovato listruzione tecnica e professionale, il Piano Nazionale dellinformatica, le sperimentazioni di struttura; ma eravamo giovani, avevamo 40 anni, portavamo nella scuola la nostra forza, la nostra tensione, la nostra missione. Oggi la scuola gestita cos, in maniera prevalentemente burocratica e, come dicevo, autonomia e dirigenza non sono sostenute dallamministrazione, che anzi fa di tutto per limitare il ruolo dei dirigenti e lautonomia delle scuole; basti pensate alla abolizione dellorganico funzionale che era fondamentale per la realizzazione della flessibilit curricolare prevista con lattuazione dal decreto interministeriale n. 234, 26 giugno 2000 art 3. In realt, i presidi che hanno voglia di fare, facevano gi prima, i presidi che hanno avuto voglia di rischiare, rischiavano gi prima di diventare dirigenti. Si trattadi saper giocare allinterno delle opportunit, delle possibilit che la normativa ci offre, e queste cose avvengono ancora. Nella mia scuola (1.400 studenti di un istituto tecnico,) non ho cali di iscrizione, ho forti progettualit allinterno, ho fortivisioni. Non ho un POF immaginario, ho un POF strategico, programmato per cinque anni, con degli obiettivi strategici da realizzare in cinque anni. E questo realizzato grazie al lavoro dei docenti che collaborano non per decreto del Provveditore ma perch ci siamo organizzati con una buona gestione dei tempi di lavoro e in modo tale da poter recuperare risorse economiche allinterno e allesterno, magari anche attraverso buone pratiche di lifelong learning come, ad esempio, la possibilit di aprire la scuola a 480 adulti dalle 18 alle 23 per permetter loro di conseguire competenze nelle lingue e nelluso delle nuove tecnologie della comunicazione: non solo un vantaggioso ritorno economico per la scuola ma un pi vantaggioso ritorno in termini di immagine e di credibilit nel territorio. chiaro che ci non corrisponde a una visione classica della scuola che prevede lapertura alle 8 e la chiusura alle 14. la scuola che sta sul territorio.

La scuola oggi deve essere capace non di essere azienda, ma certamente impresa. Cio deve essere capace di mettere insieme le sue risorse per realizzare determinati fini. Noi abbiamo bisogno come scuola di avere maggiori finanziamenti e bisogna avere il coraggio non di andare a chiederli solo al Ministero, ma di andare a cercare opportunit attraverso le quali possono arrivare nella scuola ulteriori risorse. Credo che questa sia una delle cose importanti. Dopo di che, lautonomia, se la gestiscono la scuola e il preside. NellITC Tosi di Busto Arsizio ne siamo convinti, lo facciamo ogni giorno. Combattendo, lottando, non dando mai niente per scontato, dovendo continuamente produrre innovazioni e nuove idee, alimentare e sostenere le opportunit di cambiamento, credendo fermamente nel valore della nostra funzione e del nostro ruolo. Lo si deve fare non perch qualcuno per decreto ci ha detto: Sei dirigente, ma perch nei fatti, nel rapporto con gli studenti, con i genitori, con il proprio territorio si ha po di prestigio, perch non solo il preside che prestigioso, la scuola che prestigiosa. Allora a questo punto il tanto conclamato burnout dei docenti deriva anche dalla percezione della perdita di prestigio sociale del loro lavoro e della scuola in generale; vorrebbero avere dei presidi che fossero in grado di alzare il livello qualitativo di quella scuola, perch anche a loro farebbe piacere stare in una scuola in cui il livello qualitativo alto e quindi recuperare un prestigio allesterno, ma un prestigio della nostra funzione non lo si recupera per decreto o per legge, lo si recupera con la quotidianit della nostra attivit, con la stima che si guadagna nella scuola e nel territorio. Una scuola che non rischia le sfide dei cambiamenti, rimanendo immutabile e autoreferenziale, una scuola destinata inevitabilmente a perdere consenso e stima. Una scuola che non si adatta ad essere amministrata e ad amministrare, ma chevuole essere in grado di gestire, nella consapevolezza della propria autonomia, la propria organizzazione dando ad essa obiettivi strategici di lungo respiro la scuola per cui vale la pena di testimoniare la propria esperienza professionale e talvolta anche con rischio, perch le scuole, come le imprese, sono organizzazioni che, vivendo della ricchezza delle persone che le popolano, hanno bisogno di amore e di passione.
Tratto da: www.treellle.org/files/lll/seminario089.pdf

Benedetto di Rienzo
Benedetto di Rienzo ha ricoperto la carica di preside del liceo ITC Enrico Tosi di Busto Arsizio (Va) dallinizio degli anni ottanta fino al 2010. Nato a Sala Consilina (SA) il 7 giugno 1946 e residente in Castellanza (Va) . Egli ha ottenuto innumerevoli titoli professionali come: Laurea in lettere classiche presso lUniversit agli Studi di Napoli nel 1969; Carica di docente ordinario di ruolo dal 1 ottobre 1974; Preside presso la scuola media statale di Solbiate Olona dal 1975-76 al 1978-79; Preside incaricato presso lITC Tosi di Busto Arsizio dal 1979-80 al 1982-83; Vincitore del concorso ordinario a Preside negli Istituti Tecnici Commerciali (1983); Preside di ruolo presso lITC Tosi di Busto Arsizio dal 1983 ad oggi; Vincitore del concorso ordinario a Preside nei Licei Classici (1983). Non solo ottenne numerosi titoli professionali, ma anche diversi riconoscimenti: Nominato su proposta del Ministro della Pubblica istruzione Cavaliere al merito della Repubblica nel 1982 dal Presidente Pertini; Nominato su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione Ufficiale al merito della Repubblica nel 1995 dal Presidente Scalfaro; Preside dellIstituto, vincitore del premio Cento Progetti al Servizio del Cittadino nel 1996; Preside dellIstituto, vincitore del premio Cento Progetti al Servizio del Cittadino nel 1998; dellIstituto, premiato con Eurolabel, riconoscimento assegnato dalla Commissione Europea, per aver sviluppato in modo significativo lapprendimento linguistico nel 1998 (prima scuola italiana). Ottenne anche molti incarichi oltre ai titoli professionali ed ai riconoscimenti: Preside dellIstituto individuato come responsabile delle attivit nazionali di Monitoraggio del Programma Nazionale di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche 1998-2000; Responsabile dellufficio Relazioni Internazionali dellUfficio Scolastico Regionale della Lombardia 2004; Presidente del Comitato di Busto Arsizio della Societ Dante Alighieri per la diffusione e la valorizzazione della lingua italiana nel mondo; dal 2005 al 2007; Componente del Comitato Nazionale Tecnico Scientifico del Programma di Sviluppo delle Biblioteche istituito presso il Ministero della Pubblica Istruzione 1999;

Presidente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi Internazionali di Informatica in Italia del 2012; Componente dellInternational Committee delle I.O.I (International Olympiad Informatics); Responsabile del primo Test center per gli esami della certificazione della Patente Europea del Computer, accreditato presso una scuola italiana 1996; Responsabile del progetto Olona rete tra ITC Tosi, Liceo scientifico di Busto e LIUC per la messa in rete delle dotazioni bibliografiche; Responsabile delle sede di Busto Arsizio dellUniversit di Cambridge per gli Esami di International General Secondary Certification; Responsabile della sede di Busto Arsizio dellIstituto Cervantes per gli esami per la certificazione di competenze di lingua spagnola dallIstituto Cervantes; Direttore dei seguenti corsi post-diploma: - Esperto di web publishing 1999; - Esperto di commercio estero 1999; - Esperto di e-business 2000; - Esperto di reti locali 2000. Direttore del progetto IFTS Esperto in servizi finanziari 2007. Ha anche attuato attivit di collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione come ad esempio: Organizzazione dello Stand del Ministero presso Job&Orienta Verona (300 mq), 1998-2000; Organizzazione della preparazione e della selezione della squadra italiana alle Olimpiadi Internazionali di Informatica, dal 2000 ad oggi; Sviluppo e promozione del progetto nazionale Carta dello Studente-Iostudio, 2008 Infine, Benedetto di Rienzo stato direttore di diversi seminari o corsi di formazione a livello nazionale: Seminario di formazione Presidi Progetto Autonomia, 1999; Seminari nazionali per la formazione dei progetti di Transizione Scuola-Lavoro, 2002; Seminari regionali per lavvio e la formazione di progetti di alternanza scuola Lavoro, 2005; corsi di formazione competenze di lingua inglese per docenti scuola primaria, 2006-2009.

Associazione TreeLLLe
Per una societ dellapprendimento continuo Profilo sintetico dell'Associazione L'Associazione TreeLLLe - per una societ dell'apprendimento continuo - ha come obiettivo il miglioramento della qualit dell'education (educazione, istruzione, formazione) nei vari settori e nelle fasi in cui si articola. TreeLLLe un vero e proprio "think tank" che, attraverso un'attivit di ricerca, analisi e diffusione degli elaborati offre un servizio all'opinione pubblica, alle forze sociali, alle istituzioni educative e ai decisori pubblici, a livello nazionale e locale. Inoltre, anche attraverso esperti internazionali, TreeLLLe si impegna a svolgere un'attenta azione di monitoraggio sui sistemi educativi e sulle esperienze innovative di altri paesi. In particolare si pone come "ponte" per colmare il distacco che sussiste nel nostro paese tra ricerca, opinione pubblica e pubblici decisori, distacco che penalizza l'aggiornamento e il miglioramento del nostro sistema educativo. TreeLLLe una Associazione non profit, rigidamente apartitica e agovernativa. La peculiarit e l'ambizione del progetto stanno nell'avvalersi dell'apporto di personalit di diverse tradizioni e sensibilit culturali che hanno oggi bisogno di confrontarsi e dialogare in una sede che non subisca l'influenza della competizione e delle tensioni politiche del presente. I Soci Fondatori sono garanti di questo impegno. Le pubblicazioni di TreeLLLe L'Associazione si propone di affrontare ogni anno temi strategici di grande respiro (i Quaderni) che rappresentano il prodotto pi caratterizzante della sua attivit. Sui singoli temi si forniscono dati e informazioni, si elaborano proposte, si individuano questioni aperte, con particolare attenzione al confronto con le pi efficaci e innovative esperienze internazionali.

Potrebbero piacerti anche