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Lezione 3 ( Capitolo 6 di DeLong)

Elementi costitutivi del modello a prezzi flessibili

celi

Il piano della lezione


Il lato dellofferta: (in particolare si parte dalla produzione potenziale, flessibilit dei salari ed equilibrio nel mercato del lavoro) Si introduce poi il lato della domanda: le componenti della spesa interna e le loro determinanti Infine per rendere il modello completo si introduce il commercio internazionale

Macroeconomia neoclassica (precedente al modello keynesiano)

Ipotesi: lofferta determina la domanda vige un sistema di concorrenza perfetta sui mercati i prezzi sono flessibili conta solo il sistema reale delleconomia perfettamente : la moneta solo un lubrificante degli scambi

implicazioni del modello


le implicazioni che ne derivano sono quelle definite classiche: piena flessibilit di prezzi e salari mercato del lavoro sempre in equilibrio produzione effettiva sempre uguale a quella potenziale eventuali shock da domanda cambiano la composizione del Pil ma non il suo livello

Dicotomia monetaria e reale

La descrizione delleconomia reale nel modello macroeconomico neoclassico si fonda sulla legge di Say secondo la quale: lofferta crea la propria domanda. La descrizione delleconomia monetaria si fonda invece sullequazione degli scambi di Fisher

Legge di Say
La produzione di beni e servizi nelleconomia dipende dalla produttivit dei fattori e dallofferta dei fattori di produzione (lavoro, capitale). Il tasso di interesse ( un fenomeno reale) si aggiusta in modo da mantenere in equilibrio il mercato dei fondi prestabili. il salario reale si aggiusta in modo da garantire la piena occupazione. Il livello di produzione, (lofferta aggregata) pertanto, trover sempre una domanda equivalente. Qualsiasi squilibrio (eccesso di domanda o di offerta)su qualsiasi mercato sanato dai meccanismi di mercato (prezzi, salari, tasso di interesse).

Dicotomia neoclassica

Suddivisione delle variabili economiche in due classi I settori monetario e reale sono separati Lequilibrio nel settore reale (mercato del lavoro e mercato delle merci) determina il livello del reddito reale il settore monetario (domanda e offerta di moneta) determina soltanto il livello generale dei prezzi e il tasso di inflazione

Differenze tra analisi classica ed analisi keynesiana

Produzione potenziale, salari reali ed equilibrio del mercato del lavoro


Nel modello macroeconomico a prezzi flessibili i due ingredienti fondamentali per spiegare come si determina la produzione potenziale e il livello dei salari reali sono: la funzione di produzione Il meccanismo di market clearing che opera nel mercato del lavoro

La funzione di produzione
Nella forma Cobb-Douglas della funzione di produzione, come si visto, loutput potenziale Y* dato dalla dotazione di lavoro L, dallo stock di capitale K delleconomia, dallefficienza del lavoro E e dal parametro che indica lelasticit del prodotto rispetto al capitale e la rapidit con cui operano i rendimenti decrescenti del capitale. La funzione di produzione assume cio la forma:

Y* = K(LE)1-

La funzione di produzione
Se la forza lavoro e lefficienza del lavoro sono mantenute costanti, il PIL reale aumenta allaumentare dello stock di capitale. Poich ogni successivo aumento dello stock di capitale produce un minore aumento del livello di produzione, la funzione di produzione rappresentata da una curva non rettilinea. Pi alto il livello di , maggiore la curvatura e maggiore la rapidit con cui diminuiscono i rendimenti dellinvestimento.

Produzione potenziale, salari reali ed equilibrio del mercato del lavoro


Quando il sistema economico opera in condizioni di pieno impiego, la produzione effettiva uguale a quella potenziale (ossia vi il pieno utilizzo della capacit produttiva delleconomia). Il meccanismo di market clearing che opera nel mercato del lavoro, basato sullipotesi classica di flessibilit di prezzi e salari, garantisce lequilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro e la piena occupazione. In equilibrio, ogni persona che desideri lavorare al salario corrente (quello di market clearing) pu farlo e ogni impresa che intenda assumere lavoratori al salario corrente (quello di market clearing) pu farlo.

La domanda di lavoro
Il primo passo per vedere come si stabilisce lequilibrio nel mercato del lavoro determinare la domanda di lavoro. Partiamo dalle seguenti ipotesi di concorrenza perfetta: nel sistema economico operano K imprese identiche, ognuna proprietaria di 1 unit di capitale; ciascuna di queste imprese assume L lavoratori a cui paga un salario W stabilito dal mercato; ciascuna impresa vende Y unit di prodotto al prezzo P stabilito dal mercato

La domanda di lavoro
Lobiettivo dellimpresa quello di massimizzare il suo profitto, ossia la differenza tra i suoi ricavi e i suoi costi (per ipotesi, gli unici costi sono rappresentati dai salari pagati ai lavoratori): profitto = ricavi costi = (P Y) (W L) Per realizzare questo obiettivo, limpresa aumenta la produzione assumendo lavoratori fino a quando il ricavo marginale generato dallultimo lavoratore assunto eguaglia il suo costo di assunzione rappresentato dal salario: (P PML) W = 0

La domanda di lavoro
Il prodotto marginale del lavoro PML la differenza tra quanto limpresa in grado di produrre con la sua forza lavoro corrente Limpresa e quanto produrrebbe se assumesse 1 lavoratore addizionale. In simboli, se la funzione di produzione dellimpresa rappresentativa Yimpresa = F(1, Limpresa), dove 1 rappresenta 1 unit di capitale, il prodotto marginale del lavoro dato da: PML = F(1, Limpresa + 1) F(1, Limpresa)

La domanda di lavoro
Se la funzione di produzione dellimpresa rappresentativa espressa nella forma di una Cobb-Douglas Y = 1(LE)1- (con K=1, per ipotesi) , il prodotto marginale del lavoro pu essere calcolato derivando la funzione rispetto ad L e ottenendo:

Limpresa assumer lavoratori fino al punto in cui il valore del prodotto marginale (PxPML) uguale al salario:

La domanda di lavoro
Limpresa tipica sceglie di assumere il numero di lavoratori che rende il ricavo marginale il prodotto marginale del lavoro moltiplicato per il prezzo del prodotto P uguale al salario W. In questo punto, la curva del ricavo e la curva del costo sono parallele e il protto massimizzato.

La domanda di lavoro
Dalla condizione di eguaglianza tra ricavo marginale (PxPML) e costo marginale (W)

possiamo derivare unespressione per la domanda di lavoro di unimpresa tipica (Limpresa): Limpresa =

La domanda di lavoro
La domanda di lavoro nellintero sistema economico (K imprese) sar uguale a K volte la domanda di lavoro dellimpresa tipica:

Ld

= K

Come si nota, vi una relazione inversa tra domanda di lavoro e salario reale.

Lequilibrio del mercato del lavoro


Lequilibrio nel mercato del lavoro si realizza quando domanda e offerta di lavoro sono uguali. Abbiamo determinato la domanda di lavoro complessiva del sistema economico. Come si determina lofferta di lavoro? Lofferta di lavoro rappresentata semplicemente da chi desidera lavorare, ossia dalla forza lavoro. Sotto lipotesi di perfetta flessibilit di prezzi e salari, possibile che ci sia un divario tra domanda di lavoro delle imprese e forza lavoro? La risposta no. Vediamo perch.

Lequilibrio del mercato del lavoro


Supponiamo che i lavoratori disposti a lavorare al salario e ai prezzi correnti siano in numero maggiore rispetto alla domanda di lavoro delle imprese. In questa situazione, la concorrenza tra lavoratori provocher un abbassamento del salario W e quindi, per un dato livello dei prezzi, una riduzione del salario reale W/P inducendo le imprese ad assumere lavoratori. Se invece la richiesta di lavoratori da parte delle imprese eccede la forza lavoro, la concorrenza tra imprese per accaparrarsi lavoratori provocher un innalzamento del salario reale W/P e quindi una riduzione della domanda di lavoro.

Lequilibrio del mercato del lavoro


La flessibilit salariale alla base del meccanismo di market clearing che porta in equilibrio il mercato del lavoro. Formalmente, il salario reale di equilibrio pu essere derivato dalleguaglianza tra domanda di lavoro Ld e forza lavoro L :

Risolvendo per W/P, si ha:

Lequilibrio del mercato del lavoro


Il livello di equilibrio delloccupazione uguale alla forza lavoro. Al livello di equilibrio del salario reale, non vi eccesso di domanda n eccesso di offerta di lavoro.

Lequilibrio del mercato del lavoro


Fino a quando la flessibilit salariale consente il meccanismo di market clearing, il sistema economico operer in condizioni di pieno impiego. E importante notare che la situazione di piena occupazione non necessariamente garantisce un benessere sociale elevato. I redditi reali delle persone non proprietarie dei mezzi di produzione sono i loro salari reali: W/P = (1-) x (Y/L). Se molto elevato, i redditi dei salariati potrebbero essere molto bassi e cos pure il benessere sociale.

Occupazione e produzione
Quando il mercato del lavoro in equilibrio, limpresa rappresentativa produce un output pari a: Yimpresa = 1E 1-(L/K) 1- (se K il numero delle imprese esistenti, L/K la quantit di lavoro impiegata da una singola impresa)

Occupazione e produzione
Quando i mercati funzionano bene (equilibrio concorrenziale e flessibilit di prezzi e salari), la produzione totale effettiva sar uguale a quella potenziale del sistema economico: Y = K Yimpresa= K x 1E 1-(L/K) 1- = KE 1-L1- = = K(LE) 1- = Y*

Occupazione e produzione
Quando il sistema economico in condizioni di piena occupazione, il livello di occupazione uguale alla forza lavoro e il PIL reale uguale alla produzione potenziale Y*

SEMPLIFICANDO IL LATO DELLOFFERTA

Funzione di produzione aggregata nel modello neoclassico Y=F(N) stabilisce il livello di produzione associato al pieno impiego della forza lavoro Leconomia tramite il meccanismo dei prezzi e dei salari realizza la piena occupazione

Se i prezzi e i salari nominali sono perfettamente flessibili anche i salari reali sono perfettamente flessibili. Secondo gli economisti classici questo significa che il mercato del lavoro sempre in equilibrio. Assumiamo che ci sia un raddoppio dei prezzi dei beni finali e che non si sposti n la domanda n lofferta di lavoro. A parit di salario nominale, il salario reale si dimezza e nel mercato del lavoro ci sarebbe un eccesso di domanda di lavoro. Laumento della domanda di lavoro porter a un aumento del salario nominale e quindi anche di quello reale Solo quando il salario nominale sar raddoppiato (al pari dei prezzi) il salario reale sar ritornato al livello precedente e il mercato sar di nuovo in equilibrio. Il livello dei prezzi quindi non ha effetti sui salari reali e sulloccupazione

Offerta aggregata classica


la funzione di offerta aggregata mostra la quantit di prodotto che le imprese desiderano offrire ai vari prezzi. Stabilito lequilibrio nel mercato del lavoro e il livello massimo di output che possibile ottenere da quella quantit di lavoro, la quantit di prodotto offerto sempre pari al prodotto di piena occupazione ed indipendente dal livello dei prezzi nel modello neoclassico, quindi, la curva di offerta aggregata sar rappresentata da una retta perpendicolare allasse delle ascisse

Offerta aggregata e prodotto reale

P
P1

AS
Una diminuzione dei prezzi non modifica il livello delloutput

P2

Y*

Il lato della domanda (la spesa totale)


Come sappiamo, in uneconomia aperta, la spesa totale divisa in quattro componenti: consumi (C) investimenti (I), spesa pubblica (G) ed esportazioni nette (NX) La somma di queste quattro componenti costituisce il reddito nazionale che, secondo il principio del flusso circolare, uguale alla domanda aggregata (E) e al PIL reale (Y) : C + I + G + NX = E = Y Ricordiamo quali sono le determinanti di ogni singola componente della spesa totale

La spesa in consumi
Le famiglie prendono decisioni su consumo e risparmio dopo aver versato una parte del loro reddito alla pubblica amministrazione sotto forma di imposte nette (imposte meno trasferimenti). Assumiamo che le imposte nette siano ottenute moltiplicando laliquota media costante t per il reddito nazionale: T=tY Assumere t come costante una semplificazione del mondo reale perch nella maggior parte dei paesi industrializzati il sistema di imposizione fiscale progressivo

La spesa in consumi
Il reddito che resta alle famiglia dopo aver pagato le imposte il reddito disponibile YD : YD= Y T = (1 t)Y Al fine di accrescere il loro patrimonio e la spesa nel futuro, le famiglie detengono una parte del loro reddito disponibile sotto forma di risparmio SH . La quota del reddito delle famiglie destinata allacquisto di beni di consumo sar, allora, pari a: C = YD SH = Y- T SH Nei principali paesi avanzati i consumi sono pari ai 2/3 del PIL

La spesa in consumi
Assumiamo che la spesa in consumi venga suddivisa in una parte che non dipende dal reddito e che denotiamo con C0 (livello di consumi di base) e in una parte che funzione positiva del reddito disponibile Cy x YD (il parametro Cy la propensione marginale al consumo). Possiamo allora esprimere la spesa in consumi come una funzione lineare del reddito: C = C0 + Cy YD = C0 + Cy (1 t)Y Questa funzione del consumo una semplificazione del mondo reale. Le determinanti del consumo non si esauriscono nel solo reddito disponibile.

Altre determinanti della spesa in consumi

La funzione del consumo


La funzione del consumo espressa in forma lineare. Il parametro C0 (intercetta) il livello del consumo quando il reddito disponibile zero (pu essere interpretato come lammontare
del patrimonio a cui le famiglie devono rinunciare al fine di restare in vita in assenza di reddito)

La propensione marginale al consumo (PMC), denotata dal parametro Cy (inclinazione) , indica di quanto variano i consumi se il reddito disponibile varia di 1 euro. Cy > 0: se il reddito aumenta, le famiglie accrescono il consumo. Cy < 1: quando il reddito aumenta, le famiglie aumentano anche il risparmio

Funzione del consumo

La funzione del consumo pu essere rappresentata in forma lineare come:

Dove cy=C/ Y la propensione marginale al consumo e c0 rappresenta il consumo autonomo

La funzione del consumo


Il valore della PMC dipender anche dalle aspettative delle famiglie circa le variazioni del loro reddito. Se la variazione del reddito percepita come permanente, allora tanto pi probabile che la PMC sia relativamente elevata. Se invece la variazione del reddito percepita come transitoria , probabile che la PMC assuma un valore pi contenuto. Sulla base delle ipotesi semplificatrici adottate, i due parametri C0 e Cy sono allora sufficienti per calcolare il livello della spesa totale in beni di consumo C in corrispondenza di ogni possibile livello del reddito disponibile YD

La funzione del consumo

C= 250 + 0,7 Yd Algebricamente la funzione del consumo sopra descritta ci dice che il consumo autonomo (intercetta con lasse delle ordinate) 250, mentre la PMC = 0,7 (inclinazione della funzione). Il suo significato che se il reddito aumenta di 1 euro, 0,70 euro vengono spesi per beni di consumo e 0,30 vengono risparmiati. Poich tutto il reddito pu essere consumato o risparmiato dalla funzione del consumo si deriva quella del risparmio

Un Esempio Numerico

Qual la PMC e la PMS?


Dallesempio precedente: PMC= C/ YD= 1800-900/1000= 0,9 La variazione del consumo per ogni data variazione di reddito 0,9 (costante) PMS= S/ YD= 200-100/1000= 0,1 La variazione del risparmio per ogni data variazione di reddito = 0,1= costante Infatti, ricordando che Y= C+S, dovr essere: Y= C+ S e dividendo per Y: Y/ Y= C/ Y+ S/ Y 1= cy+ s s+ cy= 0,9+ 0,1 =1

Inclinazione e spostamenti della FC


Se cy aumenta la FC diventa pi inclinata. Questo significa che per ogni variazione di reddito disponibile si genera una maggiore variazione del consumo Se c0 aumenta, perch per esempio aumenta la fiducia dei consumatori, la funzione si sposta verso lalto (cambia lintercetta) Se Yd aumenta o diminuisce il cambiamento nel consumo si misura lungo la curva

Il consumo in Italia

Risparmio= reddito residuale


S= Y-C S= Y- (c0 + cyY) che si pu anche scrivere riaggiustando i termini: S= - c0 + (1- cy) Y (funzione del risparmio) NB: - c0 lintercetta della funzione del risparmio (1- cy)=s linclinazione della F. del risparmio

Funzione del risparmio

risparmio
Inclinazione = PMS

S= -c0+(1-cy)Yd S=0 Yd 0 -c0 S

reddito

Caratteristiche della funzione del risparmio


La funzione del risparmio mostra il risparmio programmato per ogni livello di reddito. Lintercetta pari al consumo autonomo ma con segno negativo. Infatti se il reddito disponibile pari a zero, gli individui potranno consumare solo attingendo al risparmio il quale diminuir proprio dellammontare c0 . Ne risulta che S= -c0. La propensione marginale al risparmio invece una misura della variazione del risparmio per una data variazione del reddito disponibile

La spesa in investimenti
La spesa in investimenti la componente pi variabile e volatile del PIL Per dare unidea dellordine di grandezza, nel caso degli USA essa ammonta attualmente a circa il 17% del PIL Le cause delle fluttuazione della spesa in beni di investimento sono principalmente due: il tasso di interesse e gli animal spirits degli imprenditori Tasso di interesse. Pi alto (basso) il tasso di interesse reale, pi bassa (alta) la spesa in investimenti perch diventa pi costoso (meno costoso) per le imprese intraprendere progetti di investimento Animal spirits. Pi alta (bassa) la fiducia degli imprenditori, pi elevata (bassa) sar la spesa in investimenti

Investimento reale in Italia (% del PIL)

Ancora su investimenti e tasso di interesse


Le imprese investono quando il rendimento dellinvestimento, ossia il flusso dei profitti futuri attualizzati, maggiore del costo dellinvestimento stesso. Quanto maggiore il tasso di interesse, e quindi il costo dellinvestimento, tanto minore sar il numero di progetti di investimento potenzialmente redditizi. Al livello aggregato, vi quindi una relazione inversa tra tasso di interesse e spesa in investimenti. Ma qual il tasso di interesse rilevante? E il tasso di interesse reale rischioso a lungo termine. A lungo termine, perch i progetti di investimento influenzano costi e profitti dellimpresa in un lungo arco di tempo Reale, ossia corretto per linflazione, perch linvestimento intrapreso dallimpresa rappresentato da unattivit materiale e non da un titolo finanziario Rischioso, perch i progetti di investimento sono rischiosi in quanto sono basati su aspettative che riguardano il futuro

La funzione di investimento
Assumiamo che anche la funzione di investimento sia espressa in forma lineare: I = I0 Ir r dove I0 sono gli investimenti di base (intercetta) e Ir r la parte degli investimenti che dipendono inversamente dal tasso di interesse reale r (Ir la sensibilit degli investimenti al tasso di interesse, ossia la pendenza della funzione di investimento)

La funzione di investimento

Altre determinanti degli investimenti


Come nel caso della funzione del consumo, anche nel caso della funzione degli investimenti abbiamo adottato una grande semplificazione della realt. Nel mondo reale le decisioni di investimento dipendono non solo dal tasso di interesse reale ma anche dalle risorse finanziarie delle imprese e dai profitti totali. Inoltre, alcune componenti degli investimenti (costruzioni) sono molto sensibili alle variazioni di r , altre invece sono poco sensibili (investimenti in scorte delle piccole imprese) Il livello di spesa in investimenti pu anche essere espressa come funzione del livello del mercato azionario in quanto gli stessi fattori che determinano il valore del mercato azionario determinano anche il livello della spesa in investimenti. Infatti, quando r basso, gli investitori preferiscono le azioni alle obbligazioni e questo fa salire il mercato azionario al pari degli investimenti delle imprese. Analogamente, se gli utili futuri attesi sono elevati, il valore del mercato azionario salir e cos pure gli investimenti delle imprese

Acquisti pubblici
Gli acquisti pubblici di beni e servizi nelle principali economie industrializzate costituiscono circa il 25% del PIL, includendo gli acquisti delle pubbliche amministrazioni locali, statali e federali La spesa pubblica maggiore degli acquisti pubblici in quanto include i trasferimenti che, nella contabilit nazionale, vengono considerati come imposte negative Nel nostro modello, gli acquisti pubblici sono indicati dalla variabile G che assunta come esogenamente determinata. Al pari della contabilit nazionale, assumiamo i trasferimenti come imposte negative (come si visto, abbiamo definito le imposte come imposte nette).

Acquisti pubblici, trasferimenti e imposte

Spesa pubblica/PIL

Commercio internazionale
Lultima componente del PIL da considerare sono le esportazioni nette (NX), ossia la differenza tra esportazioni lorde (GX) e importazioni (IM) Sommando le esportazioni nette NX a C+I+G, teniamo conto delle produzioni nazionali vendute agli stranieri e che non compaiono in C+I+G ; inoltre, correggiamo la spesa dei residenti per escludere i beni di produzione estera che non attivano il PIL nazionale La funzione di comportamento delle esportazioni nette ovviamente il risultato combinato delle due funzioni di comportamento riferite rispettivamente alle esportazioni lorde e alle importazioni

Grado di apertura= Export + import/PIL

Esportazioni lorde
Il volume delle esportazioni lorde (GX) di un paese dipende positivamente da due variabili: il reddito estero (Yf) e il tasso di cambio reale (): GX = (Xf Yf) + (X )
dove: Xf la sensibilit delle esportazioni nazionali al reddito estero (GX/ Yf) ; X la sensibilit delle esportazioni nazionali al tasso di cambio reale (GX/ );
(Nota bene il tipo di notazione utilizzata per i parametri: la lettera maiuscola indica la variabile della quale vogliamo misurare la reattivit mentre il pedice fa riferimento alla variabile rispetto alla quale vogliamo misurare tale reattivit ( variabile esplicativa contenuta nel secondo membro)

Importazioni
La domanda di importazioni (IM) dipende positivamente dal PIL reale interno (Y). Dipende (negativamente) anche dal tasso di cambio reale, nel senso che un deprezzamento (apprezzamento), rendendo le merci straniere pi (meno) costose, provoca una riduzione (aumento) dei beni importati. Tuttavia, per semplicit, nel nostro modello assumiamo che le importazioni IM siano espresse come una quota costante del Pil reale Y: IM = IMy x Y (dove IMy la propensione marginale ad importare; 0< IMy <1)

Rappresentazione grafica
Al livello di reddito Y0 il saldo della BC=0 deficit surplus esportazioni

import

Y0

La funzione delle esportazioni nette NX

Surplus o deficit 0

surplus deficit

NX=GXIM Y0

Funzione delle NX
Date le esportazioni, un aumento del reddito interno aumenta le importazioni e riduce le esportazioni nette (GX-IM) NX NX=0

Esportazioni nette
Definiamo le esportazioni nette (NX) come la differenza tra le esportazioni lorde (GX) e le importazioni (IM): NX = GX IM = (Xf Yf) + (X ) (IMy Y) Quindi le esportazioni nette NX dipendono positivamente (pensare a un tasso di cambio /$) dal reddito estero Yf e dal tasso di cambio reale , e negativamente dal reddito interno Y

Esportazioni nette e curva J


Come nel caso delle altre determinanti della domanda aggregata, anche nel caso delle esportazioni nette abbiamo semplificato notevolmente la funzione di comportamento. Le NX dipendono anche da altri fattori (pensiamo, per esempio, al ruolo della politica commerciale). Inoltre, limpatto del tasso di cambio reale sulle esportazioni nette opera con una serie di ritardi: una variazione di nellanno corrente avr uno scarso effetto sulle NX nellanno in corso; gli effetti saranno visibili solo dopo qualche anno. Anzi, nellanno corrente, un eventuale deprezzamento del cambio reale pu determinare un peggioramento del valore delle esportazioni nette, anzich un miglioramento. La ragione di questo risultato che nel breve periodo il deprezzamento provoca un immediato aumento dei prezzi dei beni importati senza una sostanziale variazione dei volumi (quantit) dei beni importati ed esportati. Questo effetto perverso delle variazioni del tasso di cambio sulle esportazioni nette pu essere rappresentato con una curva a forma di J: al momento del deprezzamento le NX peggiorano repentinamente per poi migliorare progressivamente con il passare del tempo

Gli effetti sul saldo della BC

Saldo BC

Saldo della BC prima peggiora e poi migliora

Tempo, t La curva J la rappresentazione grafica dellaggiustamento dinamico della BC in seguito a un deprezzamento reale

Leffetto J dovuto ai seguenti fattori

Valuta di fatturazione (i beni esteri sono fatturati in valuta estera e rende immediatamente pi care le importazioni e non modifica il valore delle esportazioni che sono fatturate in valuta nazionale durata dei contratti . Alcuni contratti stipulati anteriormente alla svalutazione devono essere eseguiti in date future e le quantit prefissate con mesi di anticipo non possono essere modificate. Rigidit della domanda di alcuni beni importati (macchinari, materie prime) a variazioni del tasso di cambio reale

Il tasso di cambio
Abbiamo visto come il tasso di cambio sia unimportante variabile esplicativa delle esportazioni nette. Chiediamoci ora che cosa determina il tasso di cambio Coloro che operano sul mercato dei cambi scambiano titoli denominati in differenti valute per trarne un profitto. Due sono i moventi alla base dellattivit degli operatori: avidit e paura Avidit. Se, per esempio, vengono osservati interessi pi elevati su titoli statunitensi piuttosto che su quelli europei, un operatore potr ottenere un profitto vendendo titoli europei (in posizione corta) ed acquistando titoli statunitensi (in posizione lunga). Quanto maggiore sar il differenziale tra tasso di interesse statunitense e tasso di interesse europeo, tanto maggiore sar il guadagno delloperatore.

Il tasso di cambio
Paura. Sempre con riferimento allesempio precedente, lattivit delloperatore sar condizionata anche dalla paura di un deprezzamento della valuta , evento che potrebbe cancellare i profitti derivanti dal differenziale di interesse perch la variazione del cambio comporterebbe una perdita in conto capitale. Il deprezzamento di una valuta sar tanto pi probabile quanto pi il tasso di cambio corrente apprezzato (pi basso) rispetto al suo valore medio o di lungo periodo Equilibrio. Lequilibrio sul mercato dei cambi si determina quando avidit e paura si compensano: quanto maggiore il fattore avidit derivante da un elevato differenziale dei tassi di interesse tanto maggiore dovr essere la paura di un deprezzamento e quindi tanto pi basso dovr essere il valore corrente del tasso di cambio (cambio apprezzato rispetto al valore medio)

Il tasso di cambio
Lequazione che segue esprime il tasso di cambio reale corrente in funzione del suo valore medio (di lungo periodo) 0 e del differenziale tra tasso di interesse interno r e tasso di interesse estero rf :

= 0 - r (r rf)
(Il parametro r la sensibilit del tasso di cambio reale corrente al differenziale di interesse)

Lequazione di determinazione del tasso di cambio reale corrente pu essere illustrata dal seguente grafico

Il tasso di cambio

Aspettativa di deprezzamento della valuta nazionale

r>rf

ra= rf r <rf

Aspettativa di apprezzamento della valuta nazionale

In sintesi

Se r> rf gli investitori finanziari esteri vorranno acquistare titoli nazionali. La domanda di euro aumenta e quindi il tasso di cambio si apprezza (ossia diminuisce) = 0 - r (r rf)

Se r= rf allora = 0 Il contrario accade se r<rf ( aumenta e quindi il cambio reale si deprezza)

Tasso di cambio ed esportazioni nette


Se prendiamo lequazione delle esportazioni nette

NX = GX IM = (Xf Yf) + (X ) (IMy Y)


possiamo sostituire in essa lespressione per = 0 - r (r rf) derivata dallequazione di determinazione del tasso di cambio reale corrente vista in precedenza, ottenendo:

NX = (Xf Yf) +(X 0) (X r r)+(X r rf) (IMy Y)


Questa equazione segnala come il tasso di interesse interno e quello estero influenzino le esportazioni nette in via diretta, senza passare per il tasso di cambio

CONCLUSIONI
Abbiamo rivisto il modello a prezzi flessibili Esiste equilibrio nel mercato del lavoro La funzione del consumo va rivista: se consideriamo variabili come la ricchezza, gli incrementi di reddito permanenti distinti da quelli temporanei ( risultato la PM e PMC nel lungo periodo sono pi alte di quelle di breve periodo La funzione degli investimenti tiene conto delle aspettative (animal spirits) Le esportazioni nette sono funzione negativa del reddito interno Esiste equilibrio nel mercato dei beni pur dopo aver introdotto le complicazioni viste

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