Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La nomenclatura chimica regolamentata dalla IUPAC (International Union for Pure and Applied Chemistry), un'associazione internazionale che periodicamente si riunisce per aggiornare le regole della "sintassi chimica" alla luce delle nuove conoscenze. Le regole della nomenclatura, presentate qui e tuttora valide, sono state elaborate durante il congresso IUPAC del 1959, basato sulle precedenti proposte di Alfred Stock. Antoine Lavoisier, intorno al 1787, diede per primo una sistemazione alla nomenclatura chimica rendendola simile alla moderna. I suffissi -ico -oso -ato -ito -uro, usati ancora oggi, furono introdotti dal chimico francese. Per gli elementi, Lavoisier propose dei simboli geometrici, poi sostituiti da John Dalton, che all'inizio dell'Ottocento usava segni circolari. I simboli degli elementi come li conosciamo oggi furono introdotti da Jns Jacob Berzelius nel 1813. La loro semplicit ha contribuito, a poco a poco, alla definitiva affermazione di tale simbologia. I simboli degli elementi sono costituiti da una, due o tre lettere che derivano dal nome originale, spesso latino dell'elemento chimico. Per esempio, la lettera Crappresenta il carbonio (dal latino carbo), O l'ossigeno (dal greco oxis e genes), U l'uranio (dal pianeta Urano, scoperto pochi anni prima dell'elemento), Cu ilrame (dal latino cuprum), Uuq l'ununquadio ecc.
Indice
[nascondi]
3.2.1 Gli idrossidi 3.2.2 Gli ossiacidi 3.2.3 Gli acidi meta-, piro-, orto-
4 Bibliografia 5 Altri progetti
6 Collegamenti esterni
Gli atomi formano legami utilizzando gli elettroni esterni: condividendoli, cedendoli o catturandoli dagli atomi vicini. Da qui deriva il concetto di valenza. In passato, quando non era chiara la natura del legame chimico, si confrontavano le formule dei composti con quelle di composti analoghi contenenti idrogeno oppure ossigeno. La valenza di un elemento era data dal numero di idrogeni o dal doppio degli ossigeni necessari per rimpiazzare l'elemento considerato. Per esempio, in AgCl l'argento sostituisce un idrogeno di HCl, quindi Ag ha valenza 1. Conoscere la valenza degli elementi combinati di fondamentale importanza per assegnare i nomi e scrivere le formule corrette dei composti. Per ricavare le valenze dobbiamo conoscere leconfigurazioni elettroniche dei composti.
Nella moderna nomenclatura, al posto della valenza si preferisce utilizzare lo stato di ossidazione (indicato con OX). Questo stato viene assegnato sulla base di regole convenzionali che possono essere usate per ricavare lo stato di ossidazione di qualunque elemento chimico combinato.
Regola Gli atomi nelle sostanze elementari hanno sempre stato di ossidazione zero.
In Na2O, H2O, MgO, Al2O3 l'ossigeno ha stato di ossidazione -2. Lo stato di ossidazione dell'ossigeno -2, tranne nei perossidi, in Nei perossidi di idrogeno e di sodio (per esempio, cui vale -1, nei superossidi, dove vale -0.5 (anione O2-) e quando H2O2 e Na2O2) ha stato di ossidazione -1. legato al fluoro, in cui +2. In F2O l'ossigeno ha stato di ossidazione +2. In KO2 (superossido di potassio) vale -0.5 In H2O, HCl, H2SO3, HF, NH3, PH3, CH4 l'idrogeno Lo stato di ossidazione dell'idrogeno +1, fanno eccezione i casi ha OX +1. in cui H combinato con un metallo, nel qual caso ha stato di Negli idruri dei metalli, come LiH, CuH, l'idrogeno ossidazione -1. ha OX -1 (notiamo che H posto a destra della formula). Il ferro in Fe3+ ha OX +3. Il sodio in NaCl (Na+Cl-) Gli ioni monoatomici hanno stato di ossidazione coincidente con ha OX +1. Il magnesio in MgO (Mg2+O2-) ha OX la carica elettrica. +2. In OH- l'ossigeno ha OX -2 e l'idrogeno ha OX +1. La somma d -1. In SO42- i 4 ossigeni danno -8. Perch avanzi -2 allo In uno ione poliatomico la somma degli stati di ossidazione deve ione, lo zolfo deve avere OX +6. equivalere alla carica dello ione. In Cr2O72- i 7 ossigeni danno -14; perch restino due cariche negative i due atomi dicromo devono avere +12, quindi +6 ciascuno. In H2O ogni idrogeno ha OX +1 e l'ossigeno ha OX -2, quindi +1+1-2=0. In PbO2 i due ossigeni (con OX -2) danno -4; perch il totale sia zero, il piombo deve avere OX +4. In PCl3 il fosforo forma tre legami con il pi elettronegativo cloro. Quindi il fosforo ha OX +3 e il cloro ha OX -1.
In una molecola o in un composto ionico la somma degli stati di ossidazione deve essere zero.
In un legame covalente gli elettroni condivisi sono formalmente attribuiti all'atomo pi elettronegativo.
Lo stato di ossidazione non fa distinzione tra valenza covalente o ionica, ma pu essere utile saper distinguere i due casi poich i composti ionici hanno caratteristiche molto diverse da quelli covalenti. Per quanto riguarda gli stati ionici, in generale i non metalli si trasformano in anioni mentre i metalli diventano cationi. Gli ioni negativi monoatomici con carica superiore a 1 (O2-, N3-, P3-) non possono esistere nelle soluzioni acquose, poich reagiscono con l'acqua. Essi possono trovarsi solo allo stato solido, combinati con ioni positivi.
Le cariche di tali ioni presentano un andamento periodico evidente, almeno per i gruppi principali.
La maggior parte dei composti formato da due parti; una, quella a sinistra nella formula chimica, costituita da un elemento con carattere metallico o da un catione, mentre l'altra (quella a destra nella formula chimica) costituita da un non metallo o da un anione. In generale, scriviamo a sinistra della formula l'elemento che ha stato di ossidazione pi positivo. Per i composti binari, cio formati da due elementi, il nome si costruisce indicando per primo l'elemento scritto a destra (che pi negativo) con la desinenza -uro seguito dal nome dell'altro elemento. Fanno eccezione i composti dell'ossigeno, che vengono chiamati ossidi e non ossigenuri. Per poter scrivere correttamente le formule bisogna rispettare la regola 6 degli stati di ossidazione, in base alla quale la somma degli stati di ossidazione degli atomi pi positivi deve essere uguale e opposta a quella degli elementi non metallici scritti a destra nel composto. Se tutti e due gli ioni (catione e anione) hanno lo stesso stato di ossidazione in valore assoluto (+1 -1, +2 -2, +3 -3 ecc.), otteniamo la formula scrivendo affiancati i simboli dei due ioni. Se gli stati di ossidazione sono diversi, la strada pi veloce per arrivare alla formula consiste nell'usare lo stato di ossidazione di un elemento come indice dell'altro e viceversa.
Nei composti binari, per esempio, il numero di atomi di ciascun elemento nella formula uguale allo stato di ossidazione dell'altro elemento, come nella formula dell'ossido di piombo con stato di ossidazione Pb +4. 1. Scriviamo i simboli con i rispettivi stati di ossidazione nell'ordine corretto: prima l'elemento pi metallico (catione) e poi l'anione non metallico o poliatomico. 2. 3. Lo stato di ossidazione del metallo diventa l'indice del non metallo e viceversa. Nell'eventualit che i due indici della formula abbiano un divisore comune, la formula si semplifica. Nel caso in esame, dividiamo gli indici per 2. La semplificazione non va fatta in alcuni casi, come quello dell'acqua ossigenata (H2O2) o nel caso in cui l'ossigeno forma un perossido con un elemento del primo gruppo. Un altro metodo per determinare le formule chimiche basato sul calcolo del minimo comune multiplo fra le valenze ioniche, che illustriamo nel seguente esempio.
1. La nomenclatura tradizionale basata principalmente sulla divisione degli elementi in metalli e non
metalli e tiene conto dello stato di ossidazione degli atomi che formano la molecola. Tale approccio stato spesso fonte di ambiguit nell'identificazione delle sostanze.
2. La nomenclatura secondo la notazione di Stock, ufficializzata dalla IUPAC nel 1940, fornisce
informazioni pi chiare sullo stato di ossidazione degli elementi; essa infatti indica gli stati di ossidazione con cifre romane poste tra parentesi.
3. La nomenclatura IUPAC basata sulle regole redatte dalla IUPAC nel 1959, riviste nel 1971 e nel 1990;
essa ci consente di evidenziare, in modo chiaro e immediato, la relazione fra il nome di un composto e la sua formula chimica. La seguente tabella mostra le radici dei nomi di alcuni elementi usate per attribuire i nomi ai composti.
bromiodsolfseleninitrfosfcarb- o carbonsilicbor-
Ffluoruro
Clcloruro
Brbromuro
Iioduro
S2solfuro
N3nitruro
Nella denominazione di questi composti, contrariamente a quanto accade nella formula, il nome dello ione positivo segue quello dell'anione.
NaH
idruro di sodio
Se i due elementi si combinano in modi diversi, usiamo i prefissi mono-, di-, tri-, tetra-, penta-, esa-, epta- a seconda del numero di atomi che entrano a far parte del composto. Come possiamo vedere nella tabella seguente, il suffisso -uro segue il nome dell'anione, che a sua volta preceduto dal prefisso che indica il numero degli atomi presenti nella formula.
Nome tradizionale cloruro ferroso cloruro ferrico solfuro di alluminio cloruro rameoso cloruro rameico
Nome secondo Stock cloruro di ferro(II) cloruro di ferro(III) solfuro di alluminio cloruro di rame(I) cloruro di rame(II)
Nome IUPAC dicloruro di ferro tricloruro di ferro trisolfuro di dialluminio monocloruro di rame dicloruro di rame
Per esempio in Fe2S3 l'anione solfuro e gli atomi di zolfo sono tre: il nome quindi sar trisolfuro, dove il prefisso tri- si riferisce ai tre atomi di zolfo. Poich allo zolfo sono legati due atomi di ferro si aggiunger di diferro, dove il prefisso di- indica la presenza dei due atomi di ferro. La nomenclatura di Stock che riportata nella tabella prevede l'indicazione dello stato di ossidazione dello ione (numero romano scritto in parentesi) tranne che nel caso dei composti fra non metalli. Inoltre, lo stato di ossidazione tra parentesi non va inserito quando il metallo ne possiede uno solo, e il prefisso mono- va usato solo se necessario. Nel caso dei sali binari ancora in uso la nomenclatura tradizionale che utilizza i suffissi -oso e -ico per indicare rispettivamente lo stato di ossidazione minore e quello maggiore dei cationi metallici. I possibili stati di ossidazione degli elementi chimici si trovano sulla tavola periodica. Consideriamo per esempio i due cloruri del ferro. Nel caso di FeCl2 il ferro presenta stato di ossidazione +2; dato che secondo la tavola periodica il ferro pu avere anche stato di ossidazione +3, nella molecola di FeCl2 il ferro presenta lo stato di ossidazione inferiore; il nome tradizionale sar perci cloruro ferroso(cloruro + nome del catione con suffisso oso). Nella molecola FeCl3 lo stato di ossidazione del ferro +3, ovvero lo stato di ossidazione maggiore fra quelli possibili: il nome della molecola sar quindi cloruro ferrico (cloruro + nome del catione con suffisso -ico). Analogamente, i due cloruri del rame si chiamano cloruro rameoso e cloruro rameico.
ossido ma un fluoruro, nel quale O ha stato di ossidazione +2; infatti il fluoro l'unico elemento pi elettronegativo dell'ossigeno. Nella formula degli ossidi si scrive mettendo sempre l'ossigeno a destra, preceduto dall'altro elemento. Nella tabella seguente, in base alla valenza dell'elemento E generico, indichiamo tutte le possibili formule degli ossidi e alcuni esempi. La nomenclatura IUPAC utilizza il termine ossido preceduto dai prefissi mono-, di-, tri- ecc. in base al numero di atomi di ossigeno presenti nella molecola. A tale termine seguono di e il nome delcatione preceduto da un prefisso che specifica il numero di atomi con cui il catione compare nella molecola. Secondo la nomenclatura di Stock gli ossidi dei vari elementi, con stato di ossidazione variabile, sono distinti indicando lo stato di ossidazione con un numero romano posto tra parentesi. La nomenclatura tradizionale, a differenza delle altre due, distingue gli ossidi dei metalli (ossidi basici) da quelli dei non metalli (ossidi acidi) e utilizza regole diverse nei due casi. Gli ossidi dei metalli hanno in genere comportamento basico, indicato dalla reazione dell'ossido con l'acqua in cui si formano ioni OH- (idrossido) capaci di colorare di blu la cartina universale del pH. Le sostanze basiche insolubili in acqua sono invece riconoscibili dalla capacit di solubilizzarsi negli acidi. Nella seguente tabella riportiamo alcuni esempi di ossidi basici e i relativi nomi, utilizzando sia la nomenclatura IUPAC, sia quella secondo Stock, sia quella tradizionale.
Nome IUPAC ossido di disodio ossido di magnesio triossido di dialluminio diossido di carbonio pentossido di divanadio triossido di uranio eptossido di dimanganese tetrossido di osmio
Elemento Cu Sn
Stato di ossidazione +1 +2 +2
+4 Fe +2 +3
Come vediamo nella tabella, secondo la nomenclatura tradizionale si utilizza il suffisso -oso quando il metallo ha stato di ossidazione minore e il suffisso -ico quando il metallo ha stato di ossidazione maggiore. Gli ossidi dei non metalli hanno invece comportamento acido; tale comportamento caratterizzato dalla capacit degli ossidi di reagire con l'acqua sviluppando ioni H+ solvatati (H3O+ o ioni idronio). Le soluzioni acide risultanti sono riconoscibili dalla cartina universale del pH, che assume colorazione rossa o arancio. Nel caso degli ossidi acidi, la nomenclatura tradizionale utilizza il termine anidride al posto di ossido. Tale denominazione, molto comune in passato, non pi utilizzata in chimica.
1. Quando il non metallo ha un solo stato di ossidazione, allora il composto prende il nome
di anidride seguito dal nome del catione con il suffisso -ica: anidride borica.
2. Se il non metallo ha due stati di ossidazione, utilizziamo come al solito i suffissi -osa (stato di ossidazione
minore) e -ica (stato di ossidazione maggiore): anidride solforosa, anidride solforica.
3. Se infine il non metallo presenta pi di due stati di ossidazione aggiungiamo il prefisso ipo- (stato di
ossidazione minimo) e il prefisso per- (stato di ossidazione massimo): anidride ipoclorosa, anidride clorosa, anidride clorica, anidride perclorica. Per complicare la situazione, esistono composti che non seguono neppure le regole della nomenclatura tradizionale; il caso degli ossidi dell'azoto, del carbonio, del manganese e del cromo. Questo uno dei motivi per cui consigliabile utilizzare sempre la nomenclatura IUPAC. Per quanto riguarda la nomenclatura secondo Stock, la regola la stessa degli ossidi basici: ossido di + nome del non metallo, seguito dallo stato di ossidazione scritto in numeri romani tra parentesi: ossido di zolfo(IV), ossido di zolfo(VI). Un tipo particolare di ossidi, i perossidi, contiene due atomi di ossigeno legati tra loro: -O-O- oppure O22, dove l'ossigeno ha stato di ossidazione -1. In questi composti, l'atomo di ossigeno presente in pi rispetto ai normali ossidi tende a essere rilasciato facilmente. La nomenclatura IUPAC, cos come quella tradizionale e quella di Stock, utilizza il termine perossido seguito dal nome dell'altro elemento: H2O2 perossido di idrogeno; Na2O2 perossido di sodio (un solido di colore giallo). Il perossido di idrogeno, noto anche come acqua ossigenata, un liquido che usiamo comunemente come disinfettante proprio grazie alla sua capacit di liberare ossigeno, tossico per gli organismi patogeni.
Elemento B C
Stato di ossidazione +3 +4 +2
+1 +2 +3 +4 +4 +5 +3 +5 +4 +6 +1 +3 +4 +5 +7 +2 +3 +6 +2 +3 +4 +6 +7
N2O NO N2O3 NO2 N2O4 N2O5 P2O3 P2O5 SO2 SO3 Cl2O Cl2O3 ClO2 Cl2O5 Cl2O7 CrO Cr2O3 CrO3 MnO Mn2O3 MnO2 MnO3 Mn2O7
protossido di azoto ossido di azoto anidride nitrosa ipoazotide o diossido di azoto ipoazotide anidride nitrica anidride fosforosa anidride fosforica anidride solforosa anidride solforica anidride ipoclorosa anidride clorosa diossido di cloro anidride clorica anidride perclorica ossido cromoso ossido cromico anidride cromica ossido manganoso ossido manganico diossido di manganese anidride manganica anidride permanganica
monossido di diazoto monossido di azoto triossido di diazoto diossido di azoto tetrossido di diazoto pentossido di diazoto triossido di difosforo pentossido di difosforo diossido di zolfo triossido di zolfo monossido di dicloro triossido di dicloro diossido di cloro pentossido di dicloro eptossido di dicloro monossido di cromo triossido di dicromo triossido di cromo monossido di manganese triossido di dimanganese diossido di manganese triossido di manganese eptossido di dimanganese
Cl
Cr
Mn
Gli idruri salini sono composti dell'idrogeno con metalli fortemente elettropositivi, tipicamente i metalli del I e del II gruppo. Si tratta di composti ionici in cui l'atomo di idrogeno presente sotto forma di ione idruro H- con stato di ossidazione -1. La formula di questi composti si scrive mettendo sempre per primo l'altro elemento e poi l'idrogeno: LiH.
Gli idruri molecolari o covalenti sono composti dell'idrogeno con semimetalli e non metalli (IV, V, VI gruppo); esempi di tali composti sono il metano e l'ammoniaca. Anche in questo caso, nellaformula scriviamo prima il nome dell'altro elemento e poi quello dell'idrogeno: CH4, NH3. A differenza dei precedenti, questi composti sono costituiti da molecole e sono spesso liquidi o gassosi, mentre gli idruri salini sono solidi.
Idruri salini Sono formati da un metallo + idrogeno. Sono solidi (tranne GaH3 che liquido). Hanno un'elevata percentuale di carattere ionico. Tendono a reagire con l'acqua sviluppando idrogeno
Idruri covalenti Non metallo o semimetallo + idrogeno. Sono gas, spesso infiammabili all'aria, o liquidi. Sono tutti covalenti, con molecole poco polari o apolari, tranne NH3 che molto polare. A contatto con l'acqua reagiscono in modo vario; CH4, per
La tabella mostra le differenze tra queste due classi di composti. La nomenclatura IUPAC di questi composti unica: usiamo infatti il termine idruro preceduto dal prefisso mono-, di-, tri-, ecc. (che indica il numero di atomi di idrogeno) seguito da di e dal nome dell'elemento legato all'idrogeno: tetraidruro di carbonio. Nella nomenclatura tradizionale, il termine idruro seguito dal nome dell'altro elemento con il suffisso -oso oppure -ico a seconda dello stato di ossidazione. La nomenclatura secondo Stock indica come al solito lo stato di ossidazione tra parentesi e in numeri romani. importante ricordare che per molti idruri continuiamo a utilizzare il nome comune, il cui uso permesso dalla IUPAC.
Gli idracidi sono un piccolo gruppo di sei composti binari di natura molecolare, costituiti da idrogeno e da un non metallo.
La formula degli idracidi si scrive indicando sempre per primo l'atomo di idrogeno: HI, HF, HCl. Come dice il loro nome, questi composti hanno carattere acido: ci significa che in soluzione acquosa le loro molecole si ionizzano liberando ioni H+ e anioni (per esempio ioni I-, F- oppure Cl-). La presenza degli ioni H+ conferisce una forte acidit alla soluzione, che diventa irritante e colora di rosso la cartina indicatrice. La nomenclatura IUPAC denomina queste sostanze aggiungendo il suffisso -uro al nome del non metallo e aggiungendo poi di idrogeno: ioduro di idrogeno, fluoruro di idrogeno, cloruro di idrogeno.
solido covalente continuo, parzialmente ionico idruro di alluminio gas molecolare, infiammabile gas molecolare, si incendia all'aria gas molecolare, solubile in acqua gas molecolare, si incendia all'aria gas molecolare, si incendia all'aria metano silano ammoniaca fosfina arsina
tetraidruro di carbonio tetraidruro di silicio triidruro di azoto triidruro di fosforo triidruro di arsenico
Formula HF
cloruro d'idrogeno bromuro d'idrogeno ioduro d'idrogeno solfuro di diidrogeno cianuro d'idrogeno
acido cloridrico acido bromidrico acido iodidrico acido solfidrico acido cianidrico
molto usata anche la nomenclatura tradizionale, che aggiunge il suffisso -idrico al nome del non metallo e lo fa precedere dal termine acido: acido iodidrico, acido fluoridrico, acido cloridrico.
Nome tradizionale idrossido di calcio idrossido ferroso idrossido ferrico idrossido stannoso idrossido stannico
Nome secondo Stock idrossido di calcio idrossido di ferro(II) idrossido di ferro(III) idrossido di stagno(II) idrossido di stagno(IV)
Nome IUPAC diidrossido di calcio diidrossido di ferro triidrossido di ferro diidrossido di stagno tetraidrossido di stagno
Al(OH)3
idrossido di alluminio
idrossido di alluminio
triidrossido di alluminio
Formula Stato di ossidazione del non metallo H2SO3 H2SO4 HNO2 HNO3 H2CO3 H3PO3 H3PO4 HClO HClO2 HClO3 HClO4 +4 +6 +3 +5 +4 +3 +5 +1 +3 +5 +7
Nome tradizionale acido solforoso acido solforico acido nitroso acido nitrico acido carbonico acido fosforoso acido fosforico acido ipocloroso acido cloroso acido clorico acido perclorico
Nome IUPAC acido triossosolforico(IV) acido tetraossosolforico(VI) acido diossonitrico(III) acido triossonitrico(V) acido triossocarbonico(IV) acido triossofosforico(III) acido tetraossofosforico(V) acido ossoclorico(I) acido diossoclorico(III) acido triossoclorico(V) acido tetraossoclorico(VII)
Gli ossoacidi derivano dalla reazione di un'anidride con una molecola d'acqua. Alcune anidridi, per, possono combinarsi con l'acqua in rapporti diversi: 1:1 oppure 1:2 oppure 1:3 A seconda dei casi, otteniamo ossoacidi diversi. In situazioni come questa la nomenclatura tradizionale utilizza i prefissi meta-, orto- e piro-. La seguente tabella mostra un esempio che riguarda l'anidride fosforica P2O5.
Rapporto 1 molecola di anidride + 1 molecola d'acqua 1 molecola di anidride + 2 molecole d'acqua 1 molecola di anidride + 3 molecole d'acqua
Reazione P2O5 + 1H2O 2HPO3 P2O5 + 2H2O H4P2O7 P2O5 + 3H2O 2H3PO4
Questo comportamento tipico delle anidridi di fosforo, arsenico, antimonio, silicio e boro. I poliacidi sono acidi che otteniamo facendo reagire due o pi molecole di anidridi con una o pi molecole d'acqua; per denominare questi acidi si usano i prefissi tri- e tetra-.
1. Se l'acido termina in -oso il sale assume il suffisso -ito; 2. Se l'acido termina in -ico il sale assume il suffisso -ato.
Per esempio, dall'acido solforico (H2SO4) otteniamo i solfati. Se la sostituzione degli ioni idrogeno parziale, al nome dell'anione poliatomico si fa precedere la dizione: mono-, di- .... idrogeno:monoidrogeno solfato. Al nome dell'anione segue poi quello del catione: solfato di sodio. Se gli stati di ossidazione sono pi di due utilizziamo, come per gli acidi, i prefissi ipo- e per-: ipoclorito di sodio. I sali binari derivano invece dagli idracidi per sostituzione di uno o pi atomi di idrogeno. Ricordiamo che in questo caso il nome dell'acido termina in -idrico e il nome del sale assume il suffisso -uro(per esempio, dall'acido cloridrico HCl deriva il cloruro di sodio NaCl). La nomenclatura IUPAC utilizza le stesse regole viste per gli ossoacidi: all'anione poliatomico (o residuo) si aggiunge il suffisso -ato indipendentemente dallo stato di ossidazione del non metallo, che indicato tra parentesi in numeri romani; il nome dell'anione seguito dal nome del catione, anch'esso, se necessario, seguito dal proprio stato di ossidazione: tetraossosolfato(IV) di ferro(II). I prefissimono-, di-, tri- servono a specificare il numero di atomi. Per ogni idrogeno che viene tolto si aggiunge una carica negativa al residuo. Gli acidi che contengono pi di un idrogeno sono detti poliprotici. Da essi possiamo togliere un numero variabile di atomi diidrogeno,
ottenendo sali acidi. Per esempio, l'acido carbonico, H2CO3, pu originare lo ione CO32- (carbonato), perdendo due idrogeni, o lo ione HCO3-, idrogenocarbonato, perdendone uno solo. Esistono inoltre sali basici, che uniscono uno o pi ioni OH- (idrossido) all'anione dell'acido. Tali sali sono denominati con l'aggiunta monobasico o dibasico, a seconda del numero di gruppi OH, che sono indicati tra parentesi. I cosiddetti sali doppi sono sali composti da due diversi cationi metallici, entrambi legati all'anione poliatomico. La loro denominazione segue le stesse regole degli altri acidi: aggiungiamo semplicemente il termine doppio dopo il nome dell'anione: il nome del composto NaK(CO3) carbonato doppio di sodio e potassio. Infine, i sali idrati sono sali le cui molecole sono legate a una o pi molecole d'acqua; in questo caso aggiungiamo al nome del sale il termine idrato preceduto dal prefisso mono-, di-, tri- ecc. in base al numero di molecole d'acqua indicate dalla formula.