Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
numero 40
22 dicembre 2009
edizione stampabile
www.arcipelagomilano.org in questo numero Editoriale - L.B.G. - MEMORIA: NON DIMENTICARE PER NON PERDONARE Cultura Rita Bramante BOCCONI. NON SOLO ECONOMIA Citt - Franco DAlfonso - LA MEMORIA DELLA CITTA Ambiente - Valentino Ballabio - INQUINAMENTO UNO E TRINO Mobilit - A.Valentinelli - L'ALTA VELOCITA' ALLUNGA LE DISTANZE Primo Piano - Oreste Pivetta - SICUREZZA: CARABINIERI O VICINI DI CASA? Lettera - Giancarlo Pagliarini - PARTITI POLITICI O UFFICI DI COLLOCAMENTO? Scuola e Universit G. Uberti - RICERCA E INNOVAZIONE: UNIVERSITARI ALLASCOLTO Metropoli - Mario De Gaspari - CON GLI IMMIGRATI LE CASE VALGONO DI PI Societ - Pier Vito Antoniazzi - POLITICA IN TV: LERA DELLA SESSOCRAZIA Video INTERVISTA A STEFANO BOERI SULLA CASA DELLA MEMORIA Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit in ARTE & SPETTACOLI MUSICA a cura di Paolo Viola TEATRO a cura di Guendalina Murroni CINEMA E TV a cura di Simone Mancuso
Da via Sarfatti a via Rntgen negli spazi architettonici della Bocconi opera di importanti progettisti, che nellarco degli ultimi settantanni hanno disegnato il tessuto urbanistico del quartiere intorno a Porta Ludovica - si parla oltre al linguaggio delleconomia anche quello della cultura e delle arti. Un campus universitario metropolitano, fatto di sedi storiche e spazi nuovi (*)che si propone come punto di riferimento scientifico e culturale anche per la citt, come sede espositiva temporanea di arte contempora-
nea, con il convinto intento pedagogico di formare manager sensibili al gusto e al senso estetico contemporaneo. Opere darte ben 65 create da 33 artisti che non costituiscono un patrimonio dellAteneo, ma che riempiono gli spazi di un edificio quotidianamente vissuto da migliaia di studenti e ne attraggono lo sguardo nel passaggio da unaula allaltra, da un edificio allaltro e ne sollecitano le emozioni. In occasione dellhappening Bocconi Art Gallery (**) i visitatori e gli studenti sono stati guidati in un percorso
di conoscenza tra le opere scultoree, pittoriche e visuali che animano il Campus e hanno potuto ascoltare il racconto del proprio lavoro dalla viva voce degli autori, come Giorgio Griffa http://www.griffa.com/. Griffa non ha illustrato soltanto la sua tela senza telaio, che nel rispetto dellintelligenza dei materiali accoglie i colori animandosi di un effetto suggestivo, ma ha anche spaziato sulla accumulazione di elementi di memoria che caricano i segni da oltre 30.000 anni e sul significato della pittura come procedimento conoscitivo del mondo
che sinfila nellignoto, che resta tale, a differenza della scienza che si confronta con lignoto per disgelarlo. E in un luogo accreditato a livello internazionale come incubatore di idee per la cultura economica internazionale non pu mancare un cenno iconografico allimpero di Cindia (***): un artista cinese scrive CHINA a caratteri cubitali, disponendo sulla parete decine di scarpe, che evocano limmagine di un paese che cammina verso lo sviluppo. Lamicizia che lega lUniversit Bocconi alla Fondazione Arnaldo Pomodoro (http://www-.fondaz-ionearnaldopomodoro.it) ha consentito il prestito di tre Papiri bronzei (198586) (http://www.archimaga-zine.com/rpomodoro.htm), che con la loro superficie ondulata e mossa ricreano
la leggerezza e lelasticit del supporto cartaceo. NellAula Magna del nuovo edificio di via Rntgen, un teatro da mille posti il cui foyer principale collegato attraverso una vetrata con la strada, per sottolineare ancora una volta il legame simbolico tra la Bocconi e la citt il tour culturale attraverso gli spazi dellAteneo si concluso con il concerto della Civica Jazz Band diretta da Enrico Intra con la prestigiosa partecipazione di Enrico Rava alla tromba: arte e musica, anche per celebrare il 60 anniversario della Furcht Pianoforti, che dal dopoguerra a oggi ha fatto la storia del pianoforte a Milano e costituisce un riferimento importante nella vita musicale italiana.
(**)http://www.unibocconi.it/wps/wcm/c onnect/SitoPubblico_IT/Albero+di+navigaz ione/Home/Ateneo/News+e+iniziative/Boc coni+Art+Gallery/BAG++Bocconi+Art+Gallery_ViottiR+2009+1 2+11+12+27 (***) F. RAMPINI, Limpero di Cindia. Cina, India e dintorni. La superpotenza asiatica da tre miliardi e mezzo di persone, Mondadori, 2007; F. RAMPINI, Slow economy, Mondatori, 2009.
culto del ricordo, rifiutando le ragioni degli altri: nella nostra citt Pansa considerato un traditore per interesse editoriale e monetario e il sangue dei vinti non meritevole di nulla per gli uni, verit assoluta finalmente emersa per gli altri. La lapide di piazza Conciliazione che ricorda il barbaro assassinio di Eugenio Curiel per mano fascista per gli altri merita di essere ricordata solo come esempio del perpetuarsi dellingiustizia che ha impedito che analoga targa fosse posta in via Bronzetti a ricordare la fine di Aldo Resega, prima vittima dei Gap, freddato mentre aspettava il tram per andare a lavorare. Il fatto che anche le lapidi sui
muri siano una sorta di continuazione della guerra con altri mezzi fa s che alla progressiva e inevitabile scomparsa dei protagonisti di quei tempi corrisponda un degrado vergognoso dei segni della memoria: nessuno pi mantiene pulita e leggibile quella che ricorda trenta partigiani uccisi del quartiere di Porta Genova, corrosa come dal tempo sulle pareti del vecchio casello abbandonato in piazza Cantore. La cura dei luoghi della memoria il primo passo per cercare quello che ancora non abbiamo e che forse non avremo mai, quella memoria condivisa che il cemento di una nazione, di una comunit, di un popolo.
Non so se la Casa che trover posto allombra dei grattacieli che deturperanno la memoria del quartiere Isola arriver in tempo e ci porter a ricordare e a pensare alla Liberazione o agli Anni di piombo senza aspettare linsorgere di una delle solite risse da bulli della politica che dimprovviso scoppiano sui giornali senza apparente ragione fondata. Ma se cos sar in molti dovremo essere grati alla tenacia e allonest dei pochi che non si sono persi danimo ed hanno dato a tutta la citt un prodotto sempre pi raro: la speranza di trarre dal passato linsegnamento per un domani migliore.
-4-
regionale di puntare sul cosiddetto controllo di vicinato per rendere pi sicuri, tranquilli, sereni i nostri quartieri. Su vicini di casa particolarmente solerti e attenti, pronti a denunciare qualsiasi andirivieni sospetto. Il sindaco Moratti aveva risposto naturalmente che il comune di Milano ci era gi arrivato. Allegramente ho pensato a una commediola di John Belushi, lultimo film, prima della morte, che acutamente metteva in luce i pericoli che possono materializzarsi dalla porta accanto. Penosamente ho pensato al capo caseggiato di bellica memoria. Me lo raccontava mia madre dessere stata vigorosamente rimproverata da uno di quei tali in camicia nera perch aveva dimenticato uno strofinaccio bianco sul parapetto del balconcino di casa. Il camerata laveva interpretato come un segno di resa. Non temo per ora il ritorno del capo caseggiato, anche se il momento potrebbe lasciar pensare al peggio. Mi fa paura il piglio poliziesco di quelle parole: controllo di vicinato. Si comincia sempre cos, dalle piccole cose, apparentemente inoffensive. Poi lidea passa e singrossa, si sedimenta e si rialza, magari con alcune variazioni in peggio, alimentandosi di altre voci e situazioni: dalla tolleranza zero alle ronde allesercito in strada. Le parole, dicevano una volta, sono pietre. Se non lo si nomina, il controllo di vicinato potrebbe essere la cosa pi normale di questo mondo: per qualsiasi religione (uso
il termine in senso molto esteso) tutti sono miei vicini e a tutti dovrei essere pronto a dar soccorso nel bene o nel male. Dovrebbe essere normale, immediato, spontaneo sventare il borseggio della pensione davanti allufficio postale o aiutare il dirimpettaio nei guai per un rubinetto che lascia correre lacqua. Senza medaglie e senza divise. Credo che un tempo fosse cos: nelle case di ringhiera di Milano si faceva festa in cortile, mangiando e ballando in compagnia e se qualcuno mancava si bussava alla porta. Nella casa dove sono cresciuto piani e pianerottoli erano luoghi di gioco di noi bambini e le porte erano sempre aperte, mai che si chiudesse a chiave, si andava e veniva da un appartamento allaltro e se la nonna del quinto piano aveva bisogno di qualcosa, lo zucchero, il latte o una medicina, eravamo pronti. Il controllo era in atto, talvolta pettegolo, molto spesso semplicemente amicale. Non succedeva che qualcuno morisse e rimanesse dimenticato per settimane e settimane. Anche la denuncia di un reato dovrebbe essere normale, un dovere: lo chiede la legge quando se n si testimoni. Se poi non succede, stiamo invadendo il terreno dellomert, dalla quale ci si allontana tanto quanto ci si sente tra altri, solidali nella vicinanza, e protetti, ovviamente, dalla legge e da chi la rappresenta. Come non avvenuto per chi, ad esempio, ha denunciato le occupazioni abusive di Niguarda, esposto dopo la
denuncia e dopo il primo intervento della polizia alle vendette di unorganizzazione di tipo mafioso. Non si pu chiedere a nessuno dessere un eroe e nessuno deve vestirsi da giustiziere. In un caso e nellaltro, denunciando la crisi del volontariato o auspicando il controllo di caseggiato, mi sembra che si disegni un paesaggio oscurato soprattutto dalla crisi della solidariet. Come se la nostra societ fosse alla resa e non sto pensando alla solidariet con le medaglie: sto pensando ai gesti quotidiani, semplici, banali, allattenzione senza invadenza, affettuosa, per chi ti sta accanto, essere umano costretto nel tuo medesimo recinto. Malattia di un agglomerato urbano, povero diviso competitivo al peggio, che chi amministra oggi cerca di esorcizzare inventando regolamenti e istituzioni, cancellando la spontaneit di una pratica, che se cos fosse, naturale, comune, generosa, sarebbe ben pi efficace e profonda, segno intimo di una cultura piuttosto che invenzione strumentale e occasionale di una politica. Il fallimento delle ronde avrebbe dovuto insegnare qualche cosa. Ma la pratica bisogna insegnarla, intanto in famiglia e a scuola, e c anche una forma della citt che potrebbe aiutarla. E nella forma della citt si dovrebbero misurare le intenzioni di unamministrazione. Penso a Milano che non ha una piazza. Si pu pensare alla vicinanza senza una piazza?
Abbiamo convenuto conferma la Gelmini- sul fatto che sia giusto arrotondare lo stipendio di alcuni consiglieri. Fin qui la cosa bizzarra, ma, come dire sono affari loro: ogni partito politico ha il diritto di utilizzare i suoi soldi come meglio crede. Ma continuiamo a leggere: Abbiamo convenuto conferma la Gelmini- sul fatto che sia giusto arrotondare lo stipendio di alcuni consiglieri, quelli che hanno gi fatto una legislatura e che sono impegnati a tempo pieno, affidando loro alcuni incarichi in enti esterni. Dunque nella circostanza la filosofia di fondo sembra essere questa: gli incarichi nel nostro paese non vengono assegnati dopo aver identificato le persone giuste al posto giusto, ma per arrotondare alcuni stipendi. In questo modo non sono pi affari loro perch larrotondamento dello stipendio lo pagano gli enti esterni. E se sono enti pubblici alla fine lo pagano i cittadini. A chi lo pagano? A quelli che sono impegnati a tempo pieno. Ma se sono impegnati a tempo pieno dove trovano il tempo per svolgere altri incarichi? Mah. Andiamo avanti a leggere: Questo- conclude la Gelmini - anche per garantire qualche soddisfazione ad alcuni di loro, che potevano legittimamente aspirare a un posto di assessore e non lhanno avuto.
Dunque il rappresentante di un partito politico dichiara che il suo partito politico assegna degli incarichi in enti 1) per arrotondare stipendi e 2) per consolare consiglieri afflitti. A Milano diciamo (o dicevamo?) robb de matt. Aggiungo due cose: primo che la Gelmini, che adesso ministro e ogni tanto parla di merito, secondo me pi che altro nella circostanza era vittima di una cultura diffusissima. Questa prassi ormai consolidata nel nostro Paese ed caratterizzata da, chiamiamole cos, radici culturali molto profonde. E secondo devo dire che pi o meno i partiti politici mi sembrano tutti uguali. Certo che quel virgolettato del Corriere veramente incredibile. Tempo fa avevo depositato una mozione da discutere in consiglio comunale a Milano. Il titolo era Partiti politici o uffici di collocamento?. In quel testo avevo citato lincredibile (almeno, per me, anche se ormai ne ho viste di tutti i colori) intervista del Corriere della Sera e altre cose, e proponevo ai colleghi del Consiglio Comunale di Milano: * di diventare portavoce di un messaggio innovatore, che interpreti il desiderio delle persone normali (ma a volte mi chiedo se ce ne sono ancora nel nostro paese) di non sentir pi parlare di nomine in quota a questo o a quel partito.
* Di statuire che ogni nomina, almeno a Milano, dovr essere effettuata esclusivamente sulla base di criteri di meritocrazia, dindipendenza e di professionalit. * Di dichiarare che a giudizio dei consiglieri del Comune di Milano i soggetti nominati dalle nostre istituzioni presso enti, aziende e istituzioni dovranno essere selezionati esclusivamente per le loro competenze e sempre a prescindere dalle loro preferenze politiche personali. * Di dichiarare che a noi interessa che lavori bene. Chi se ne frega per chi vota. Voti per chi vuole. Limportante che lavori bene. Le sue preferenze politiche non dovrebbero avere assolutamente nulla a che fare con lattivit professionale. E viceversa, naturalmente. * Di dichiarare, infine, che in Italia oggi non cos, e questa invadenza della politica sicuramente uno dei motivi della decadenza economica del Paese, della sua continua perdita di competitivit e del pessimo funzionamento della nostra burocrazia e di alcune nostre pubbliche amministrazioni. Ciao pep. Il 3 Luglio 2008 la mozione stata votata a Palazzo Marino ed andata cos: 30 contrari, 15 a favore, 3 astenuti. E buonanotte alla capitale morale!
Finanziaria ha apportato tagli laceranti al sistema dellinnovazione i quali continueranno almeno fino al 2013; resta una sola soluzione: Sopravvivere, aspettando fondi dallUnione Europea. I paragoni tra la maggiore percentuale di PIL investita in ricerca nei Paesi Europei rispetto alla percentuale italiana si sprecano, in particolare nei confronti della Francia, reduce da un maxi-investimento pubblico di 35 miliardi di euro destinati allinnovazione. In realt le radici di questo disinteresse sono profonde e affondano nella stessa istituzione parlamentare, secondo lex Ministro, infatti: Il Parlamento ha sempre dimostrato scarso interesse nei confronti della ricerca. Radici di questo disinteresse le possiamo trovare anche nella societ italiana se pensiamo che: Nei Paesi scandinavi un Professore universitario considerato al vertice della scala di prestigio sociale, non so se in Italia proprio la stessa cosa. Questo dovrebbe farci riflettere quando pensiamo che: Per creare un ricercatore servono venta-
nni di investimenti e per farlo andare via basta un anno di riforma Gelmini. Parole forti, con cui lOn. Nicolais ha concluso la sua presentazione e lasciato spazio agli interventi dal pubblico. Numerose le suggestioni, arrivate principalmente da professori ordinari e associati di Bocconi e Politecnico sullimportanza che il ruolo della ricerca assume allinterno delleconomia di un Paese. Mettere in rete e costruire un modello di valutazione meritocratica, questi i punti chiave del discorso della Responsabile Regionale dellUniversit del Partito Democratico. La consigliera comunale di Milano Francesca Zajczyk, ha partecipato al dibattito in qualit di Docente di Sociologia Urbana dellUniversit Bicocca incentrando il proprio ragionamento sulla necessit di un ricambio generazionale, in tutti i settori, tra cui il mondo accademico e limpresa, per permettere di dare voce alle preoccupazioni delle nuove generazioni, bacchettando quella intermedia da cui e difficile aspettarsi qualcosa.
La chiusura della serata stata affidata al Senatore Vimercati e alla Senatrice Adamo. Il primo ha dichiarato che linnovazione deve essere il tema primario del Partito Democratico. Linvestimento deve arrivare a carattere nazionale su investimenti quali lo sviluppo della banda larga, a tal proposito stato ricordato che lattuale governo ha cancellato i fondi del Governo Prodi per questo tipo di mezzo di comunicazione; mentre a carattere regionale su campagne, ad esempio, per labbattimento del digital divide. La Senatrice Adamo si augurata che da questo incontro possa svilupparsi una rete attraverso cui sviluppare le proposte in merito a universit, ricerca e impresa che devono diventare il motore per la riforma dellinnovazione. La chiusura della stessa Adamo stata molto azzeccata in questo particolare periodo di crisi politica ricordando che: Bisogna essere in grado di staccare lideologia dal dato tecnico, in merito allUniversit, perch lideologia la rovina della tecnica.
Italia ha pi di una similitudine, a parte ovviamente le dimensioni, con la bolla americana dei mutui subprime: com accaduto negli Stati Uniti per i neri e gli ispano-americani, abbiamo s allargato anche da noi il diritto alla casa agli immigrati, ma non gli abbiamo regalato proprio nulla. Anzi, in un certo senso gli immigrati sono stati utilizzati come mallevadori di riserva per alimentare la bolla immobiliare. Sono state loro vendute abitazioni modeste a prezzi abnormi, condizionando attraverso i mutui la qualit della loro vita e il buon esito del loro inserimento sociale, spin-
gendoli verso il mercato illegale, con i subaffitti e laffitto in nero di posti letto, ghettizzandoli spesso in un sottosistema etnico senza reali prospettive dintegrazione. Oggi le banche si fanno pi accorte, non per fini etici, ma per ragioni di liquidit: dopo aver erogato per anni mutui al 100/120% del valore di alloggi gi sovrastimati, oggi tendono a restare nei limiti di un pi prudente 60% e gli effetti sono gi pi che evidenti, perch gli acquisti di abitazioni da parte degli immigrati diminuiscono in percentuali che superano il 20%, causando contrazioni del fat-
turato complessivo per quote che si avvicinano al 30%. Data lentit e la durata dei mutui gli immigrati venivano indotti a considerare unicamente la rata mensile, quasi si trattasse di un affitto, ma il prezzo di vendita dellalloggio, alto, irreale, per di pi sovrastimato e finanziato in eccedenza al valore nominale, per i mediatori e i finanziatori, per il mercato insomma, contava, eccome! anche per gli effetti di questo malcostume che stato possibile muovere al rialzo i valori generali del mercato immobiliare e alimentarne la bolla oltre i suoi limiti fisiologici.
RUBRICHE
MUSICA
Questa rubrica curata da Paolo Viola rubriche@arcipelagomilano.org
10
sureggiante la regia di Emma Dante, ora possiamo anche dire splendida linterpretazione musicale che ha
trovato il passo, i colori, gli umori perfetti per unopera che rester nel libro doro della Scala e che ha inciso
a tal punto nella storia dellopera liri ca che dora in avanti nulla pi po tr essere come prima.
TEATRO
Questa rubrica curata da Guendalina Murroni rubriche@arcipelagomilano.org
A Serious Man di Joel&Ethan Coen Il film d'autore. E' questa la linea prepotente che scelgono i Coen per questultimo e irriverente lavoro. La tipicit e gli elementi autoriali dei registi sono prepotentemente la struttura di quest'opera, che fa dell'irriverenza verso la cultura ebraica la spina dorsale. E' come se fosse la speculazione autoriale ed esteticamente pi elevata di Borat. Molto pi complessa in tutte le sue forme, dalla
sceneggiatura al montaggio, e soprattutto la regia, dove per c' sempre un carattere intelligentemente dissacratorio partendo da presupposti che riguardano quella cultura. Un film certamente difficile nella comprensione delle battute, sia nei suoi significati che nei significanti, soprattutto per chi non pratico della cultura ebraica, anche se poi, alla fine, i temi che tratta sono universali.
I Coen riescono a stupirci ancora una volta, allestendo in toto un film, solo di elementi autoriali, che ci avevano gi mostrato in altri loro lavori, ma mai in maniere cos massiccia e univoca. Penso al loro Non un paese per vecchi, oscar nel 2008, dove gli elementi estetici autoriali, facevano da ghirigori ad una struttura molto pi commerciale, con elementi per target di pubblico molto pi ampi.
11
Personalmente preferisco quei generi di film, in cui la fruizione dell'opera pu avvenire per una porzione pi ampia possibile di pubblico, piuttosto che per una parte. Ma l'importante che ci siano le differenze, con un mercato e dei registi che producono entrambi i prodotti, e altri ancora differenti dai primi. E questo nel mercato a stelle e strisce di sicuro una regola. A Christmas Carol di Robert Zemeckis E' la magia del cinema. Quello che una volta bastava a fare un'esclamazione del genere erano le immagini in movimento, oggi la magia del cinema contemporaneo il 3D. E' soprattutto grazie a questo tipo di film che si pu comprendere a pieno l'evoluzione che la settima arte sta subendo. E lo fa, con uno dei pi versatili e abili, nell'approccio con le nuove tecnologie, regista che ci siano. Zemeckis riesce questa volta, al contrario dei suoi due primi esperimenti con il tridimensionale (Polar Express e Beowulf), a costruire una sceneggiatura ed una regia che si adattano perfettamente con la rappresentazione in 3D. Operazione non facile visto il soggetto di Charles Dickens, molto ingarbugliato di per se, ma poi gi utilizzato svariate volte nel cinema. Ma Z. riesce a rivalutare le scene dei tre fantasmi, senza tralasciare mai la consapevolezza del protagonista che aumenta gradualmente durante il percorso. Protagonista a cui Jim Carrey a donato facce, espressioni e voce, tutto rielaborato a computer e trasformato in cartone animato. La pi classica delle storie natalizie, che qui rivive meravigliosamente in diversa forma, grazie al regista e all'uso del 3D. Per chi volesse vedere la storia di Scrooge con attori reali, consiglio un meraviglioso film di Richard Donner con protagonista Bill Murray, uscito in Italia con il titolo: SOS Fantasmi, nel 1988.
Valentino:The Last Emperor di Matt Tyrnauer Interessante questaopera prima di Matt Tyrnauer, che realizza un documentario su di un personaggio non facile da descrivere. Lo fa prendendo spunto dal cinema tutto, nei suoi vari elementi. A livello registico sfruttando londata Moore e facendo proprio uno stile non facile neanche da imitare. A livello musicale citando e sfruttando il cinema felliniano e le meravigliose musiche di Nino Rota, in alcune scene perfette e soprattutto accostate in maniera pregevole ad alcuni personaggi, come il capo delle sarte, una verace signora romana, che avrebbe scritturato anche lo stesso Fellini. Tutto questo confezionato quasi come un film indipendente, al contrario di quello che si possa pensare, anche grazie alla buona fotografia di Tom Hurwitz. C un aspetto che viene considerato ma che forse poteva essere sviluppato di pi, ossia, il cercare di descrivere luomo Valentino Garavani attraverso la descrizione dellimperatore e del suo stile di vita. E attraverso questo processo che escono le migliori fasi del film. Dal rapporto tra Valentino e il suo compagno, che si fa strada attraverso lego dellimperatore, piuttosto che le debolezze caratteriali, ma anche fisiche (bellissima la scena in cui il compagno, per dispetto, gli dice di tirar dentro la pancia). Insomma un film che, invece di svilupparsi in maniera anonima celebrando la grandezza dellimperatore, ne svela quegli elementi che lo rendono umano e non scelto da Dio. Nemico pubblico di Michael Mann Non si ferma pi Michael Mann. Gli anni duemila per lui sono stati all'insegna dello stile e dell'esercizio di esso. Partendo con Al del 2001 per poi proseguire con il magnifico, e secondo me suo miglior film, Collateral, fino ad arrivare all'esercizio puro dello stile con gli ultimi due, Miami Vice e Nemico Pubblico.
Quest'ultimo, parte da una scelta estetica legata alla bella fotografia del nostro Dante Spinotti. La scelta di usare l'alta definizione, e la macchina da presa che segue e si sposta come gli attori, per riprendere ambienti e ambientazioni degli anni trenta, accostando la realt di un'epoca antica, alla modalit di visione realista del contemporaneo. Questa scelta di campo, provoca un iperrealismo, come se, invece di descrivere il passato, M. volesse trasportare il pubblico nel presente delle azioni filmiche. Ci che sta accadendo sullo schermo, sono fatti reali del contemporaneo, e non un racconto atemporale del passato. A memoria non ricordo nessun altro film, che descriva con una tecnica di regia simile, abbinata all'alta definizione, una sceneggiatura ambientata e scenografata nel passato. A dir la verit una premessa di questo tipo era gi stata fatta, nel precedente Miami Vice, dove per, essendo una sceneggiatura basata su di un telefilm, le ambientazioni si riferiscono a un passato filmico pi che reale. Una menzione speciale, anche se ormai ormai bisognerebbe farla per quasi tutti i film che interpreta, va a Johnny Depp, alla sua immensa capacit attoriale. La sua bravura una di quelle che potrebbe fare grandi i film mediocri (non questo il caso). E poi, come i film di M., uno che mette d'accordo tutti. Anche questa volta M. riesce a non deludere, dimostrando di essere uno dei pi abili confezionatori di prodotti estetici per la grande Hollywood che ci siano. I suoi film sono l'esempio di come si possano coniugare, bellezza estetica con esigenze produttive e per blockbusters. Il risultato sono film dalla qualit cinematografica eccezionale, proprio per questo motivo di congiunzione fra esigenze differenti: il film che piace alla critica e ai cinefili e che fa un sacco di soldi ai botteghini. Ce ne fossero di film commerciali cos!
12
Gallery
http://www.youtube.com/watch?v=arKzTCBgg6U