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La Peer Education nasce allinterno di un radicale cambiamento epistemologico che, negli anni Novanta, ha attraversato tutti gli interventi di prevenzione e promozione della salute, un cambiamento che poggia sulla crisi di una modalit trasmissiva del sapere e delle competenze; su una nuova concezione delladolescenza allinterno della quale ragazzi e ragazze sono considerati come soggetti attivi.
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Non si tratta di organizzare corsi per fornire agli utenti delle risposte prefabbricate, una norma rassicurante cui adeguarsi con atteggiamento passivo (ditemi come devo comportarmi, vaccinatemi, ascolto lesperto cos imparo), ma di offrire delle situazioni in cui sperimentare la possibilit di pensare con la propria testa, di riflettere sui propri atteggiamenti, di valutare e rivedere le proprie aspettative rispetto a se stessi e agli altri.
Secondo questo nuovo paradigma, la persona target dellintervento ritenuta in possesso di risorse e di capacit decisionali e in diritto di partecipare in modo attivo e consapevole allintervento che la riguarda.
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chiaro come in questo cambiamento diventino fondamentali, oltre ai fattori cognitivi, anche quelli emotivi e che la parola chiave sia rintracciabile nella modalit partecipativa.
La Peer Education (educazione tra pari) , appunto, una delle metodologie di educazione alla salute che si fondano su questo nuovo paradigma, in cui la finalit non allarmare, mettere in guardia da qualcosa o vietare, ma incrementare il controllo e il potere che gli individui hanno sulla loro salute (W.H.O., 1986) e migliorare la qualit della loro vita e il livello di funzionamento della comunit che abitano.
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In termini generali, per Peer Education si intende una metodologia dintervento in cui alcune persone, opportunamente formate, cio i peer
La Peer Education un intervento che nasce allinterno dellambiente fisico, sociale, economico e politico in cui vivono i destinatari cui si rivolge, un intervento tagliato su misura rispetto a questi ultimi, alle loro peculiari necessit e problematiche.
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un processo che deve iniziare rivolgendo lattenzione a quanto pensano i giovani in merito a come affrontare i problemi, anche se i loro pareri possono apparire non professionali o non convenzionali in rapporto alle teorie consolidate.
Fare Peer Education significa riconoscere un valore alle esperienze di vita e alle idee di adolescenti e giovani.
Con i destinatari
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Lo specifico della Peer Education guardare agli adolescenti come a dei partner alla pari, capaci di produrre idee, di progettare possibili mondi alternativi e di impegnarsi per realizzarli.
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I progetti di Peer Education si sono andati declinando in modalit spesso molto differenti, sia per quanto riguarda le finalit dei progetti che per quanto riguarda i criteri di selezione e formazione dei peer educator, nonch il ruolo degli adulti. Proprio in base al diverso articolarsi di queste caratteristiche possibile identificare tre diversi modelli (Pellai et al., 2002): il modello puro, quello misto e il modello dellEmpowered Peer
Education.
Pi centrata sullempowerment, pi la formazione dei peer educator, condotta in ogni caso in un setting gruppale, si muover sul doppio binario dei contenuti e delle abilit.
Pi centrata sullempowerment, pi la formazione dei peer educator terr presente che conoscere le conseguenze nocive di un comportamento non di per s sufficiente a scoraggiare lattuazione di quel comportamento.
In virt di ci, lapproccio informativo sulle conseguenze di un comportamento verr quanto pi possibile integrato con lattenzione pi generale alla funzione che tale comportamento svolge nellaffrontare i compiti evolutivi caratteristici dellet in questo momento storico e culturale e ai vantaggi psicologici connessi a esso.
Lapproccio informativo si accompagner alla individuazione di comportamenti alternativi che consentano di soddisfare quei medesimi bisogni e coinvolger ragazzi e ragazze nella progettazione e nella realizzazione di azioni produttive sul loro mondo.
Ci significa che la formazione dei peer educator mirer a sviluppare teste ben fatte e non soltanto teste ben piene (Morin, 1999): essa consister nellaccrescere la loro capacit di organizzare le conoscenze, di porre e risolvere problemi, di riflettere su se stessi e sugli altri.
La
formazione
mirer
allapprendimento
esperenziale,
articolandosi in attivit che prevedano il coinvolgimento attivo dei peer educator e la rielaborazione in gruppo dei significati affettivi delle esperienze.
Role playing, brainstorming, sessioni in piccoli gruppi, realizzazione di disegni, visione di spezzoni di film, letture etc. consentiranno, oltre che un incremento delle conoscenze sui rischi connessi al comportamento cui lintervento si rivolge, un approfondimento dei bisogni cui tale comportamento pu rispondere e laccrescimento delle abilit utili a far fronte a quei bisogni in modo sano e a sviluppare un buon adattamento psicosociale.