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D E L L U N I T A P A S T O R A L E D I
N 538
29 GENNAIO 2012
Che centri con noi, Ges Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io lo so chi tu sei: il Santo di Dio.
Ges trascorre il sabato a Cafarnao con i suoi primi discepoli e manifesta la sua autorit fuori del comune insegnando e guarendo e tutti si chiedono da dove gli venga tale potere e tanta autorevolezza. Appunto per questo, tutto il vangelo di Marco costruito attorno a questa domanda: Chi questo Ges di Nazaret? Domanda che interessa sempre anche noi, perch Cristo il cuore della nostra fede, e quindi della stessa nostra visione della vita che ci viene proprio da Lui. La risposta, in questo Vangelo, giunge da chi non avremmo mai pensato. Non sono i discepoli che dichiarano Ges Messia e neppure i fedeli della sinagoga. Satana stesso che lo riconosce e lo proclama: "Io so chi tu sei: il santo di Dio". E noi, riusciamo a riconoscere Ges? Lo vediamo negli avvenimenti della storia, negli eventi della cronaca di ogni giorno? Sappiamo riconoscerlo soprattutto allinterno della nostra esistenza, quando ci guarisce dal male, dalla colpa, dalla violenza che a volte abita il nostro cuore? Lindemoniato muto, parla per lui Satana, che lo ha preso in possesso. Noi, invece, abbiamo ancora la possibilit di far sentire la nostra voce e di supplicare il Maestro di guarirci, di darci pace, di donarci speranza. Facciamolo subito, facciamolo sempre. Il Signore della vita risponder con la sua grande misericordia, perch non lascia mai inascoltate le preghiere dei suoi figli. Rivelami il Tuo Volto, Signore, fa che sappia cercarlo anche quando le nebbie del mio quotidiano mi oscurano la vista!
Si racconta di un vecchio anacoreta eremita: una di quelle persone che per amore a Dio si rifugiano nella solitudine del deserto, del bosco o delle montagne per dedicarsi solamente alla orazione e alla penitenza. Molte volte si lamentava di essere sempre occupatissimo. La gente non capiva come fosse possibile che avesse tanto da fare nel suo ritiro. Ed egli spieg: "Devo domare due falconi, allenare due aquile, tenere quieti due conigli, vigilare su un serpente, caricare un asino e sottomettere un leone". "Non vediamo nessun animale vicino alla grotta dove vivi. Dove sono tutti questi animali?". Allora l'eremita diede una spiegazione che tutti compresero. "Questi animali li abbiamo dentro di noi. I due falconi, si lanciano sopra tutto ci che gli si presenta, buono e cattivo. Devo allenarli perch si lancino solo sopra le buone prede... Sono i miei occhi. Le due aquile con i loro artigli feriscono e distruggono. Devo allenarle perch si mettano solamente al servizio e aiutino senza ferire... Sono le mie mani. E i conigli vanno dovunque gli piaccia, tendono a fuggire gli altri e schivare le situazioni difficili. Gli devo insegnare a stare quieti anche quando c' una sofferenza, un problema o qualsiasi cosa che non mi piaccia... Sono i miei piedi. La cosa pi difficile sorvegliare il serpente anche se si trova rinchiuso in una gabbia con 32 sbarre. E' sempre pronto a mordere e avvelenare quelli che gli stanno intorno appena si apre la gabbia, se non lo vigilo da vicino, fa danno... E' la mia lingua. L'asino molto ostinato, non vuole fare il suo dovere. Pretende di stare a riposare e non vuole portare il suo carico di ogni giorno... E' il mio corpo. Finalmente ho necessit di domare il leone, vuole essere il re, vuole essere sempre il primo, vanitoso e orgoglioso... Questo ... il mio cuore".
GIOVEDI 2 - Presentazione del Signore Sante Messe alle ore 8,30 e 18 VENERDI 3
ORE 17 RITROVO DEL GRUPPO I COLORI DEL CIELO. ORE 17,30 ADORAZIONE EUCARISTICA
SABATO 4
ORE
16 CONFESSIONI 17 MESSA FESTIVA DOMENICA 5 FEBBRAIO SANTE MESSE ORE 7 - 9 - 11 - 16 (A MONTEGGIORI) ORE 15- CELEBRAZIONE DEL SACRAMENTO DEL BATTESIMO
ORE ORE
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SONO ORA NELLA PIENEZZA DELLA VITA Giannecchini Elis - Bonuccelli Enrica
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Mio Signore e mio Dio, che silenziosamente mi abiti attendendo che mi decida a rientrare in casa, perdona se ti ho lasciato troppo solo, dimostrando di non apprezzare abbastanza il tuo dono. Eccomi: ora mi consegno a te, totalmente. Che non mi sottragga pi alla tua amabile compagnia.