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L.B.G. PGT: DIRIGENTI E FUNZIONARI. ORGOGLIO E PREGIUDIZIO Paolo Ranci Ortigosa EXPO 2015. RILANCIARE TUTTO MA NON GLI ARCHITETTI Giuseppe Vasta SPOIL SYSTEM IN COMUNE. IL PROBLEMA DEI DIRIGENTI INTERNI Arturo Calaminici PARCHI REGIONALI. CON UN RIGO SI DISTRUGGE TUTTO Flora Vallone FLORA VALLONE: IL MIO BILANCIO DI FINE MANDATO Michele Sacerdoti AUTO IN CITT, NON SOLO PIANO PARCHEGGI Massimo Cingolani DOPO 150 ANNI IL TRICOLORE DI SINISTRA Luigino Bruni PIL: ORA DI MISURARE ANCHE LA FELICIT Rita Bramante NAPOLITANO E IL FUTURO DEVASTATO Carneade PISAPIA SINDACO: TRENTE JOURS APRES
VIDEO DAVIDE CORRITORE NON SOLO TAGLIATORE DI TESTE LA NOSTRA MUSICA Marie Lafort Ral Maldonado LE TENGO RABIA AL SILENCIO Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
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EXPO 2015: RILANCIARE TUTTO MA NON GLI ARCHITETTI Paolo Ranci Ortigosa
n.26 III 6 luglio 2011 2
www.arcipelagomilano.org Se tutto va come sperano gli amministratori di Expo 2015, entro luglio partiranno le prime gare per i lavori. Si tratter come noto di appalti integrati, cio gara dappalto per laffidamento sia delle opere, che del loro progetto. E una procedura che accorcia i passaggi e quindi i tempi di realizzazione. Una procedura apparentemente pi efficiente e per questo preferita da molte amministrazioni pubbliche. Una procedura nella quale ha netta predominanza lofferta economica rispetto al valore del progetto. E nella quale la discussione sul merito del progetto ha spazio quasi nullo. La logica sostanzialmente la stessa che ha guidato la gara sulle aree dellex-Fiera, dove lofferta economica migliore (in quel caso pi alta trattandosi di cessione dellarea) si portata dietro le detestate torri storte che segneranno lo skyline di Milano. Forse per secoli, lasciando invece sulla carta il progetto riconosciuto da tutti migliore, quello di Renzo Piano. Certo non esistono scelte architettoniche e urbanistiche sganciate dai loro aspetti economici e finanziari, ma di norma meglio discutere e decidere prima cosa si vuol fare e poi a chi affidarne lesecuzione, al fine di spendere la cifra minore possibile rispetto a standards di esecuzione fissati. I concorsi di architettura, seguiti da gare dappalto per lesecuzione delle opere progettate, possono se ben preparati e ben espletati in tutte le loro fasi garantire scelte progettuali di qualit, condivise dalla committenza e oggetto di confronto con la pubblica opinione locale. Di pi, se veramente aperti a tutti i professionisti e trasparenti nelle loro aggiudicazioni, i concorsi possono rappresentare unopportunit di crescita della cultura progettuale locale complessiva, e una possibilit di crescita per i piccoli e medi studi di progettazione di valore. Invece, come sappiamo, la logica dellemergenza con troppa frequenza si presenta come scenario nella guida di processi decisionali delicati. E anche in questo caso, dopo tre anni spesi dietro giochi di potere, le scadenze sono ormai alle porte, e in nome del rischio fallimento dell evento, si presenta come ineluttabile la scelta di procedure di gara snelle e di maggior efficienza. Con le quali -secondo una modalit chiavi in mano- si delegano di fatto a poche imprese private scelte progettuali e modalit di controllo di gestione che dovrebbero invece essere pubbliche. La societ Expo ha dapprima fatto retromarcia sui concorsi di progettazione, e poi ha sostanzialmente lasciato cadere nel vuoto, nonostante liniziale disponibilit, anche la proposta di un nuovo tipo di bando ideato dallOrdine degli Architetti di Milano insieme ad Assimpredil. Proposta che si configurava come un mix tra il concorso di progettazione e lappalto integrato con lobiettivo di tutelare la qualit progettuale attraverso una prima fase dedicata al solo al giudizio sulla qualit del progetto, indipendentemente dalla offerta economica. E solo una seconda in cui le imprese gareggiassero sullofferta economica. La domanda se ci sono ancora margini di tempo e soprattutto volont politica per un recupero delle procedure concorsuali, dopo il cambio di giunta a Milano e linsediamento del nuovo sindaco. Come chiede la Conferenza degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori tenuta a Roma il 28 e 29 Maggio 2011 LExpo 2015 deve trasformarsi attraverso lutilizzo di concorsi - in una occasione di valorizzazione e di crescita della cultura del progetto. Labitudine tipicamente italiana di affidare tutto alle imprese deve essere superata a favore di un processo che metta al centro la buona progettazione e il dibattito culturale sulla valorizzazione del territorio. Lesempio delle case prefabbricate dellAquila deve servire da ennesimo monito sul tema. Forse ha ragione anche larchitetto Mario Cucinella(1), quando ricorda come peccato originale del progetto Expo anche la scelta di non indire un concorso anche per il masterplan, affidandolo invece per incarico diretto a un gruppo di pur noti e validissimi progettisti. Milano e il suo territorio abbondano di soggetti che operano nella progettazione architettonica e urbanistica a vari livelli. Ai quali si potrebbero affiancare le molteplici realt presenti nella metropoli operanti nella grafica, nel design e nella multimedialit in genere. Una capitale della creativit, che potrebbe trovare sicuramente una spinta propulsiva da serie occasioni concorsuali, in cui sia possibile confrontarsi sui temi progettuali e sui contenuti generali dellevento. Una Expo davvero diffusa tra i soggetti presenti sul territorio. Per lasciare un segno vivo di crescita culturale ed economica. E non solo metri cubi edificati o edificabili. (1) Il Sole 24 Ore, Progetti e Concorsi, 13-18 giugno 2011
www.arcipelagomilano.org perlomeno dubbi, graduatorie incongruamente ampliate, chiamati ai vertici di settori strategici pi per una sintonia con una politica amministrativa che per reali capacit professionali (gli esempi potrebbero essere tanti, ognuno pu scegliere il nome che vuole...). Ma anche a prescindere da questo fatto, non si pu ritenere che la macchina comunale (come spesso si dice) sia appunto una macchina, uno strumento impersonale pronto a essere utilizzato per qualunque finalit. C anche un inevitabile fattore umano, per cui difficile (ed giusto che sia cos) che chi ha speso energie e passione su un progetto importante (come ad esempio il PGT), condividendone obiettivi, finalit e procedure, sia oggi tranquillamente disponibile a modificare in modo sostanziale e incisivo il medesimo progetto. E non parlo di una volont precisa di remare contro: ma piuttosto di uninconscia e inevitabile affezione al lavoro gi svolto, oltre a una comprensibile sudditanza psicologica nei confronti di chi ti ha assicurato una brillante carriera e magari adesso siede nei banchi dellopposizione. Ritengo insomma che la nuova amministrazione, se vuole essere davvero efficiente e portare aria nuova in citt, non debba procedere solo al riesame degli incarichi esterni, ma programmare anche un sano rinnovamento e rotazione dei dirigenti interni. Ma soprattutto non affidarsi interamente a essi e saper ascoltare anche le voci di chi, anche allinterno dellamministrazione, in questi anni non stato fatto valere. Quattordici anni di governo del centrodestra non passano invano: sono stati un vero rullo compressore che ha schiacciato e spesso relegato ai margini chi non era funzionale a un certo disegno politico. Sembrerebbe strano affidarsi oggi a chi da quel rullo compressore non solo stato risparmiato, ma addirittura ha spesso guidato
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a Barcellona, 400 a Vienna, 350 a Londra, 320 a Berlino. LItalia il secondo paese al mondo dopo gli Stati Uniti per numero di auto per abitante. Le auto dei milanesi sono troppe e invadono gli incroci, gli spazi sotto gli alberi, le piste ciclabili, gli scivoli per handicappati peggiorando la qualit della vita per tutti. Dai primi anni 80 la giunta Tognoli cerc di risolvere il problema obbligando i nuovi edifici a prevedere uno spazio minimo per i posti auto dei residenti e cedendo il diritto di superficie di strade e piazze a cooperative di residenti per costruire parcheggi residenziali di pertinenza degli edifici vicini. Successivamente il sindaco Albertini estese il diritto alle imprese private, elimin il vincolo di pertinenzialit e autorizz la costruzione in project financing di parcheggi misti a rotazione e per residenti anche in zone centrali. Tuttavia il numero delle auto da parcheggiare sono aumentate grazie anche al recupero dei sottotetti che ha dato la possibilit di monetizzare la costruzione dei parcheggi necessari. Chi ha acquistato un posto auto in un parcheggio residenziale ha poi acquistato per la famiglia altre auto che lascia in superficie. La regolamentazione della sosta con le strisce gialle e blu e laumento dei posti auto in superficie con orientamento a pettine ha migliorato la situazione solo in alcune zone. Contemporaneamente numerosi parcheggi in elevazione e autorimesse private nei cortili interni sono stati trasformati in edifici residenziali, con notevole perdita di posti auto. Gli edifici per parcheggi in elevazione costruiti negli ultimi anni sono stati pochissimi. I parcheggi sotterranei costruiti hanno per la maggior parte creato contenziosi legali e battaglie cittadine, numerosi comitati di residenti si sono opposti al taglio degli alberi, leccessiva profondit dei parcheggi e luso scorretto dei tiranti hanno creato danni agli edifici in un terreno molto a rischio, i commercianti sono stati pesantemente danneggiati, la durata dei lavori si allungata a dismisura, resti archeologici sono stati distrutti, il costo dei posti auto aumentato notevolmente rispetto ai preventivi iniziali. Daltra parte la modalit costruttiva scelta, i parcheggi con box a rampe rispetto a parcheggi aperti e ai parcheggi meccanizzati, non ha ottimizzato il numero delle auto par-
cheggiate per metro quadro di superficie occupato mentre ha cercato di rendere pi appetibile la vendita per chi voleva utilizzarli anche per altri scopi. I bandi del comune sono stati fatti in modo tale da scoraggiare la proposta di parcheggi meccanizzati che hanno numerosi vantaggi in termini di sicurezza, di costi, di tempo di realizzazione e di inquinamento prodotto, favorendo cos i costruttori di parcheggi tradizionali. Nuove proposte sono state fatte negli ultimi anni per migliorare la situazione: nel 2006 fu proposta la costruzione in project financing di un network di piccoli parcheggi meccanizzati da 50/100 posti con una superficie di 500 mq da costruire in 12 mesi, per realizzare in 4-6 anni circa 3.000 posti auto. Durante la recente campagna elettorale alcuni iscritti al Pd hanno proposto la costruzione di parcheggi a rampe standardizzati su due piani da circa 160 box auto per strade larghe dai 20 ai 25 metri e lunghe 100 metri evitando piazze alberate, a condizione di una condivisione del progetto da parte di residenti e commercianti. Sono stati costruiti dal 1985 a oggi circa 30.000 posti auto, di cui 1.100 a rotazione. Ma un posto auto a rotazione attira 5 auto nellarco di una giornata e quindi nelle zone centrali aumentano il traffico. Si pone il problema se si debba accogliere queste proposte e individuare in un nuovo Piano Urbano Parcheggi nuove localizzazioni, anche se di minore impatto ambientale rispetto a quelle tanto contestate negli ultimi anni. La mia posizione che bisogna piuttosto agire per la riduzione del parco auto possedute dai residenti, bloccando contemporaneamente lingresso delle auto dei pendolari pi lontano possibile dalla citt, cio nelle stazioni delle ferrovie e ai capolinea delle linee di metropolitana. MM ha recentemente proposto di costruire parcheggi di corrispondenza in 80 stazioni ferroviarie a nord di Milano, il servizio ferroviario deve per migliorare. Per ridurre il parco auto in citt lunica soluzione il car sharing, in cui unauto a noleggio sostituisce circa 6 auto possedute individualmente, producendo anche una riduzione delluso dellauto a causa della tariffazione a chilometro. Chi possiede unauto la usa spesso su percorsi troppo brevi. Inoltre pos-
sibile avere auto con minori emissioni e diffondere le auto elettriche, ancora troppo costose a livello individuale. A Parigi il comune ha avviato un servizio di 3.000 auto elettriche in car sharing. Le stesse case produttrici si stanno orientando in tal senso: in Germania la Mercedes Benz ha lanciato a Ulm liniziativa Car2Go mettendo a disposizione 300 Smart parcheggiate un po dovunque a 19 centesimi di euro al minuto, con un massimo di 9,90 euro allora. Il servizio ha 20.00 clienti su 120.000 abitanti. Si stima che il car sharing avr in Germania 10 milioni di abbonati nel 2016. Sono sempre pi numerosi i giovani che preferiscono non possedere unauto. Sotto i 10.000 chilometri allanno il car sharing costa meno del possesso di unauto. A Milano invece il servizio stenta a crescere per la mancanza di parcheggi vicini alla propria residenza, mentre il tentativo di creare parcheggi su strada ha dato problemi perch i posti auto riservati vengono occupati da altre auto, in mancanza di una vigilanza adeguata. Tuttavia un forte incentivo al car sharing, un aumento dei parcheggi su strada e laumento delle auto elettriche potrebbe risolvere contemporaneamente il problema dei parcheggi e quello dell inquinamento. Tenere unauto ferma per la maggior parte del tempo in superficie o sotto o sopra terra uno spreco. Il costo del box addirittura superiore a quello di un appartamento di pari metratura. Si sta inoltre affermando al livello europeo lidea di costruire quartieri residenziali ecologici senza posti auto e edifici terziari con pochissimi posti auto, in ambedue i casi si vuole costringere le persone a utilizzare mezzi pubblici e biciclette. Forse giunta lora di rompere il legame fortissimo che si creato nel dopo guerra tra gli italiani e la loro auto, promosso soprattutto per favorire lindustria italiana di produzione delle auto, che ormai sempre pi internazionale. La costruzione di parcheggi sotterranei insieme alla rinuncia a far pagare le multe per divieto di sosta un incentivo alla vendita delle automobili. Chi risiede in citt dovr rassegnarsi a possedere meno auto o tenerle in parcheggi alla periferia della citt, per utilizzarle solo nel fine settimana o in vacanza.
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teratura non hanno sostituti) le nostre societ non saranno in grado di gestire e di orientare al bene comune le straordinarie conquiste della tecnica e delle comunicazioni. Nei periodi di crisi e di cambiamenti epocali, le persone e le comunit che avevano a cuore il bene comune hanno salvato e rilanciato la civilt con istituzioni (politiche ed economiche), ma anche con scuole e con larte: il monachesimo, poi i francescani, i tanti carismi religiosi e laici delle modernit, il movimento socialista, hanno utilizzato anche la bellezza per salvare il mondo. Come fece Olivier Messiaen che, nel Campo di internamento di Goerlitz compose ed esegu in una baracca con alcuni musicisti deportati il Quatuor pour la fin du temps; come il violinista Karel Frhlich che nel 1944 a Theresienstadt fece un concerto a coloro che sarebbero partiti la mattina seguente per AuschwitzBirkenau. Larte, la bellezza, ha sempre lottato e lotta contro la morte e la barbarie, e offre strumenti per la liberazione e il progresso anche civile delle coscienze e dei popoli. In tutto ci la scuola e leducazione hanno un ruolo fondamentale: Le nazioni sono sempre pi attratte dallidea del profitto; esse e i loro sistemi scolastici stanno accantonando, in maniera del tutto scriteriata, quei saperi che sono indispensabili a mantenere viva la democrazia. Se questa tendenza si protrarr, i paesi di tutto il mondo ben presto produrranno generazioni di docili macchine anzich cittadini a pieno titolo, in grado di pensare da s, criticare la tradizione e comprendere il
significato delle sofferenze e delle esigenze delle altre persone. Il futuro delle democrazie di tutto il mondo appeso a un filo (Nussbaum, Non per profitto). A tutto questo discorso sulla cultura e sulla democrazia legato anche il tema del benessere e delle capabilities, un altro dei pilastri del magistero di Martha Nussbaum. In una mia recente intervista alla domanda: Quindi lapproccio delle capacit interessato a misurare ci che la gente effettivamente fa, non quanto sente o crede, poich si pu essere anche schiavi perfettamente adattati e forse anche felici? La Nussbaum mi ha risposto: Credo di s. Infatti, come stato sottolineato ancora da Mill, la felicit non uno stato, ma unattivit. Oggi molti associano la felicit a uno stato momentaneo, un piacere, ma in Mill (e nel mio approccio), la domanda da rivolgere alle persone nello studiare la felicit (almeno quella aristotelica o di Mill) non sarebbe tanto quanto ti consideri o senti felice?, ma che cosa fai nella tua vita? Quali attivit riesci a svolgere?. Questo un punto centrale in tutto lapproccio di Daniel Kahneman: quando lui con il suo metodo empirico cerca di misurare i feeling momentanei, fa qualcosa di possibile e forse interessante. Ma quando si cerca di misurare la soddisfazione nella propria vita nel suo insieme, come si fa oggi negli studi sulla felicit, entriamo in un terreno ambiguo. Infatti, se la soddisfazione con la propria vita nel suo insieme un sentimento, un feeling, credo che questo dato sia poco interessante. Se invece vogliamo misurare un
giudizio meditato di una persona sulla propria vita, allora la felicit ha poco a che fare con i feeling. Come noto, lultima frase di Mill prima di morire fu Ho svolto il mio compito (I have done my work), intendendo con una simile frase che la sua vita aveva funzionato, era riuscita bene. Ma J. Stuart Mill si sentiva triste, anche perch aveva perso sua moglie Harriet, non era certamente felice in termini di feelings. Credo quindi che ci siamo diversi problemi concettuali nel misurare la felicit. Quando nel 1996 Kahneman mi chiese un parere sul suo programma di ricerca di misurazione della felicit momentanea, io espressi molti di questi dubbi, e lui mi disse grazie, ma questi dubbi non posso prenderli in considerazione, perch ormai stiamo entrando nella fase operativa del progetto. E cos la misurazione della felicit decollata, ma i problemi che ho sollevato rimangono. Questo ultimo passaggio sul mancato dialogo con Kahneman e con gli studi degli economisti sulla felicit hanno riecheggiato il calcolate e non pensate, invito rivolto da Benedetto Croce agli economisti allinizio del 900. In realt, essendo uno degli economisti coinvolto da tempo nei lavori anche empirici sulla felicit, sono convinto che le domande difficili di Martha Nussbaum siano molto importanti perch il calcolo senza pensiero profondo non porta molto lontano, neanche in economia. E anche misurare la felicit pu essere importante e rilevante, per solo una volta ascoltate e prese in considerazione critiche importante come queste di Martha Nussbaum.
www.arcipelagomilano.org no soltanto una tappa del cammino verso l'affermazione di una piena parit o pari opportunit di genere. Il Presidente afferma senza mezzi termini che la strada da compiere per dare davvero spazio alle donne ancora lunga: Se si vedono le percentuali di elette in Parlamento cadono le braccia, la rappresentanza femminile il punto pi nero. Non pu mancare, in un frangente in cui i dati delloccupazione giovanile creano evidenti preoccupazioni collettive e un clima di insicurezza del quotidiano, lattenzione al valore del lavoro, al diritto e all'aspirazione personale al lavoro di ogni ragazza e di ogni ragazzo, al problema della giustizia intergenerazionale. Secondo i pi recenti dati dellISTAT, in Italia il tasso di disoccupazione giovanile - giovani disoccupati e scoraggiati, che non cercano neppure pi un lavoro perch hanno perso la speranza di trovarlo si attesta al 29% dellintera generazione tra i 15 e i 24 anni (1). Agli occhi delle giovani generazioni la dimensione del futuro nebulosa, diventare giovani adulti pu significare diventare disoccupati, sperimentare la non-tutela e la precariet del lavoro, rischiare di soccombere a una realt appiattita sul presente, non avere fiducia in s e negli altri. E quando c appiattimento sul presente c vulnerabilit, non c la programmazione del futuro e prevalgono sentimento di precariet e paura incombente. Nella societ contemporanea avanzata e fluida, del rischio e dellincertezza, costantemente esposta al nuovo e caratterizzata dallimponderabile e dalla non programmabilit, in cui tutto si vive a breve (compresi i contratti di lavoro e le vite affettive), si fa gigantesca lincognita nei confronti del futuro e macroscopica la difficolt a progettare il domani. Anche nel passato non sono mancate le grandi paure, paure per nel complesso prevedibili come carestia, fame, guerra, atti predatori, furto, assassinio; ma nel tempo lento ci si poteva in qualche modo attrezzare nei confronti di queste paure. Oggi, nel mondo in cui i soggetti possono perdere di pi - mentre in passato potevano acquistare di pi ogni evento difficilmente dominabile e soprattutto i giovani avvertono una condizione di inadeguatezza e di precariet. La societ adulta ha il dovere di dare incentivo per allentare e ridimensionare la paura, per sviluppare dinamiche costruttive e per riorganizzare la speranza, secondo indirizzi ideali e parametri di moralit personale e pubblica, privata e collettiva Voi dovete riuscirci, se mi permettete vi trasmetto un imperativo cos si congeda Giorgio Napolitano dai suoi giovani interlocutori. Solo cos l'Italia riuscir ad avere un futuro! Parola di Presidente. E noi ci crediamo. Se non ora quando?
(1) http://www.ilsole24ore.com/art/econ omia/2011-02-01/disoccupazionegiovanile-dicembre-nuovo 101533.shtml?uuid=AaEsno4C&fro mSearch; http://www.sbilanciamoci.info/Sezio ni/italie/L-Istat-racconta-dei-giovanisenza-presente-1-8589; http://www.istat.it/; http://www.ilsole24ore.com/art/econ omia/2011-06-02/giovani-senzalavoro-rischiano125812.shtml?uuid=AamGjecD
www.arcipelagomilano.org pione delle preferenze: lasci che chi ha fame ci si avventi, e pensi ad altro, che in tavola ci sono tante altre leccornie, meno pericolose e pi prelibate. In tanti aspettano la sua OPA benevola sul PD meneghino, e la Cultura attende visione e dinamismo per ridare alla citt rango davvero internazionale. Il PD - Il successo meno atteso del dopoguerra gonfia i petti di dirigenti ignari del fato ed evidentemente delle loro stesse virt. Fu vera gloria? Lo scopriremo solo vivendo, ma i primi passi alimentano dubbi nelle loro stesse fila. Le loro donne sono sul piede di guerra, si dice abbiano fatto poco squadra, lasciando per ambizione, per calcolo o sprovvedutezza, che molti, non tutti per carit, infilassero il capino sulluscio del sindaco. Il capino lhanno messo, e il cappio doro si stretto, loro son contenti ma il partito come sta? Expo e PGT fanno tanto male al pancino di giorno, ma la sera, com, come non , c sempre lalka selzer sul comodino e ci addormenta sereni, che domani un altro giorno, Un giorno in pi da padroni di Milano, basta il pensiero e tutto passa (per ora). Siamo troppo cattivi? No, siamo severi perch al PD che teniamo di pi. Avr pure seri problemi di salute, ma almeno vivo, gli altri son davvero poca cosa, andavano correndo ed eran morti. I saltatori in alto - Torme di saltatori/trici in alto si sono imbucati al gran ballo del Bel Principe Pisapione. Che noia qui da nonno PD, sempre le stesse cose, le stesse facce, non si vince mai, ma questa sera no, si va dal Bel Giuliano, che ci pare proprio prometta bene. Sguardi di fuoco saettano la sala, mille Cenerentole volteggiano, il Bel tenebroso incoraggia sapiente, ma a mezzanotte la maledetta scarpetta non ne vuole sapere, prova e riprova, niente da fare, eppure abbiamo un bel piedino, invece guarda, che rabbia quelle/i l, il piede gli entra liscio liscio anche se tozzo come quello di un suino. Credevo, mi avevano assicurato, ero sicuro/a, una bella posizione, invece no, neanche uno sguardo, un bign, un sorriso, una rendituccia pubblica. Pisapione guarda altrove, ha illuso, s giocato cara/o, ci si divertiti, ma ora dimentica e sii felice. da unaltra parte. Tristi, i saltatori/trici ripercorrono i passi ardenti che poche ore prima li avevano portati via da nonno PD, sperando che magari, bussando con lo sguardo basso, qualcuno apra benevolo. Entreranno, anche se faranno finta di non riconoscerli o di non ricordare neppure che erano andati via festosi cantando con le scarpette in mano. Entreranno, ch nonno PD non chiude mai fuori nessuno la notte, magari un piatto di minestra, ma il vitello grasso, quello no. Pisapia - Giuliano Pisapia, sotto leskimo dellestremista, lultimo dei dorotei. Dicono Dio come ascolta, in realt lascia fare, lascia dire, dondolando il piede elegante sul bel divano borghese, mentre gli altri si accapigliano in salotto, un p c, un p ci f, lascia che i litiganti confrontino le forze, disponendole sul quadrante della politica. Quando lago della bussola lascia finalmente intravvedere la tendenza vincente, eccolo scuotersi dallassenza sorniona e annunciare la sua decisione, che lui, sintende, ascolta tutti ma decide da solo. Grande navigatore, Pisapione, abile come nessuno a Milano a fare il surf sulle procellose onde del centrosinistra, sempre col vento alle spalle. E poi quel miracolo del furto dauto sventato in via Monti: se Dio esiste, sicuramente passava di l quel giorno a risarcire Pisapione delle cattiverie di Demn Moratti, fissando nel cielo di fuoco il suo stemma e la sua preferenza: in hoc signo vinces, 1.700 anni dopo. E poi che tenerezza, quella frangetta anni settanta, quella pronuncia un po blesa, quellantioratoria trasformata tutte le volte in unappassionata orazione dallamore del popolo arancione. Unillusione, un po s, un po no. Ma teniamocelo ben caro, cos com, che Dio ce lha dato e guai a chi ce lo tocca. Che un altro cos a Milano, state sicuri, non c.
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www.arcipelagomilano.org zione di Lambrate, ma soffro in ugual modo per lassedio della auto. La lunga via Pacini ha una corsia centrale alberata ridotta a parcheggio scomposto e fangoso. Nel tratto di uscita della fermata Piola della metropolitana (facolt di architettura e Politecnico!) un misero e grigio tratto di cemento ospita quattro panchine e un contenitore sempre traboccante di fogli unti di pizza, uno dei pochi spazi di sosta e chiacchiera liberi consentito agli studenti e agli abitanti della zona. La vicina aiuola di piazza Piola circondata da un cos intenso traffico che sembra una astronave marziana approdata l per caso. Solo i proprietari di cani se ne sono accorti. Ho provato a chiedere a qualche abitante del quartiere non vi piacerebbe avere su quella corsia una lunga striscia di verde, fiori e cespugli, qualche panchina che permetta agli abitanti (molti anziani) di fermarsi a riposare, chiacchierare, rilassarsi? molte mamme con bambini ne sarebbero contente, ma dicono: mio marito non sarebbe sicuramente daccordo, dove potrebbe poi posteggiare lauto? A questo ormai siamo ridotti, anche molti di noi che vorrebbero idealmente una Milano diversa fanno fatica a pensare che lautomobile non parte del nostro codice genetico. Ci hanno lentamente, ma scientemente convinto negli anni che senza auto non ci si pu muovere e adesso penso che tocchi ai nostri nuovi amministratori (eletti dalla volont popolare) assumersi il coraggio di chiudere al traffico automobilistico molte zone della nostra citt, non solo in centro e riabituare i cittadini ad apprezzare i nostri spazi urbani liberati dalle auto. Ringrazio Gardella per i suoi lucidi e professionali commenti e spero che vengano ripresi e sostenuti dagli abitanti delle zone in questione. Grazie anche ad Arcipelago e al suo direttore per la qualit degli articoli proposti
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Beethoven e i Dardenne
In questi giorni nelle sale cinematografiche milanesi molto apprezzato dal pubblico un bel film che fa un uso straordinario di un brano musicale che tutti conoscono ma non sempre presi dal fascino della trama riconoscono. Il film Il ragazzo con la bicicletta (Le Gamin au vlo) dei fratelli belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne, che ha ottenuto il Gran Premio Speciale della Giuria allultimo festival di Cannes; la musica lincipit del secondo tempo (Adagio, un poco mosso) del Concerto n. 5 in mi bemolle maggiore opera 73 per pianoforte e orchestra di Beethoven, comunemente detto Imperatore contro la volont dellautore che diceva di non riconoscergli altro titolo che quello di Gran Concerto. Il film racconta la storia di un dodicenne (lo straordinario Thomas Doret) psicologicamente distrutto per essere stato abbandonato dal padre in un centro di accoglienza per linfanzia dal quale fugge in continuazione alla ricerca di quel suo unico genitore e della sua adorata bicicletta; durante una di queste fughe che si imbatte in Samantha (la bellissima Cecile de France) una parrucchiera single che poco a poco si assume il difficile ruolo di madre riuscendo cos a restituirgli superati non pochi problemi di adattamento e di trasgressioni, anche violente la serenit perduta. LAdagio dellImperatore (Beethoven ci perdoni) spezza il piglio aggressivo delle due parti fra cui incastonato - la solennit eroica del fin troppo noto Allegro iniziale e la frenesia ritmica del Rond finale per offrire unampia parentesi di pace descritta nella solare ma imprevedibile tonalit del si maggiore. Questo sentimento di quiete, dispiegata dallincantevole melodia quasi un recitativo del pianoforte, introdotto da una sorta di corale, un po misterioso, affidato ai soli archi, che ha levidente scopo di creare tensione e diffondere nell ascoltatore sentimenti di inquietudine e di incertezza che si risolveranno solo quando comparir e si dispiegher il canto rassicurante del pianoforte. Perch, direte, questo accostamento fra il lavoro dei Dardenne e il concerto di Beethoven? Perch crediamo che raramente, nella storia della cinematografia, sia stato colto tanto bene il modo con cui viene costruita la musica e lo si sia raccontato con una storia cos pertinente; come se, invece di scrivere la musica per un film, sia stato pensato il film per raccontare quella musica. Lungo tutto il film poche note di quel corale per archi che abbiamo prima descritto come carico di tensione, di inquietudine e di incertezza, sottolineano gli stati danimo di Cyril e di Samantha, combattuti entrambi fra il rifiuto e laccettazione luno dellaltro, scoprendo soprattutto le drammatiche contraddizioni dell adolescente in cerca di riferimenti affettivi. Quegli accordi sospesi che ritornano di continuo nel film - avviando un tema che viene sempre subito interrotto - raccontano lucidamente il groviglio di sentimenti che non riescono a sciogliersi, di impulsi che non trovano pace; quando, dopo lennesimo scontro, i due si abbracciano e scoprono di sentirsi pienamente e di voler essere madre e figlio, quello stesso tema si presenta per lultima volta gravido di inquietanti presentimenti ma non pi interrotto, e finalmente si sviluppa con il suo grande respiro. Il film cos chiude sulle note limpide e cristalline del pianoforte che esprimono il senso liberatorio della serenit ritrovata. Difficile dire quanto Beethoven abbia aiutato i Dardenne a raccontare la loro storia, o quanto i due cineasti belgi abbiano saputo interpretare e dare un senso ancor pi compiuto a una delle pi belle pagine di Beethoven. In ogni caso questo loro film un elegantissimo esempio di come mettere insieme suoni, parole e immagini con straordinari effetti maieutici; per tre secoli questa sintesi stata appannaggio dellopera lirica e ora ma lo si riteneva gi allepoca dei celebri film di Eizenstejn musicati da Prokofev vien da chiedersi se il cinematografo non labbia in parte sostituita, visto che proprio dai primi decenni del secolo scorso sembra essere praticamente scomparsa.
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Hayez nella Milano di Verdi e Manzoni
Per celebrare i 150 anni dellUnit dItalia, la Pinacoteca di Brera ospita una grande mostra, dedicata a uno dei suoi artisti pi celebri e significativi, il veneziano Francesco Hayez. Ideata da Fernando Mazzocca, uno dei pi importanti studiosi italiani di Hayez, e da Isabella Marelli, conservatrice delle opere dellOttocento della Pinacoteca di Brera, con la collaborazione di Sandrina Bandera, direttrice della Pinacoteca, la mostra divisa in sei sezioni tematiche, che analizzano buona parte della produzione artistica e della vita del grande maestro. Una mostra a tutto tondo che coinvolge anche altri illustri protagonisti dellOttocento nella Milano preunitaria, come Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi, uniti da personale amicizia al pittore del Bacio. Pittore romantico ma di formazione classicista, Hayez ebbe grande successo come ritrattista presso le nobili famiglie milanesi, come dimostrano il ritratto del Manzoni stesso, 1841, di solito schivo e riservato ma che accett di farsi ritrarre in una posa informale dallamico, e quelli della sua seconda moglie Teresa Stampa, ma anche quello dellamico Antonio Rosmini e di Massimo dAzeglio (che aveva sposato una figlia del Manzoni). Attraverso i 24 dipinti esposti (insieme e opere di Boldini, Beretta e Bertini), si passa dalla giovanile produzione a soggetto storicoromantico, che richiama direttamente alcune opere del Manzoni, come i dipinti ispirati alla tragedia del Conte di Carmagnola, il Ritratto dell Innominato, 1845, fino ai due dipinti sacri, LArcangelo San Michele e La Vergine Addolorata, opere amate dal Manzoni e che rimandano ai suoi stessi Inni Sacri. Ma laltro importante protagonista anche Giuseppe Verdi, con cui lHayez collabor per la messinscena di alcune opere. Hayez infatti aveva gi trattato in pittura alcuni di
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www.arcipelagomilano.org questi temi tratti dai melodrammi verdiani, come I Lombardi alla prima Crociata, I Vespri siciliani e I due Foscari, esposti in mostra accanto ai ritratti dei loro antichi proprietari, quale limperatore Ferdinando I dAustria per la prima versione de Lultimo abboccamento di Jacopo Foscari con la propria famiglia, o il poeta Andrea Maffei e la moglie Clara, animatori di un celebre salotto sociale, proprietari della seconda versione di questo soggetto. Tele di incredibili dimensioni e intensit, che mostrano tutta la forza melodrammatica e i tumulti di un secolo. Accompagnati, per loccasione, da un sottofondo di musiche verdiane. Ed proprio nellultima sezione che compare un altro grande protagonista musicale italiano, Gioacchino Rossini, con il quale Hayez ebbe un rapporto privilegiato, come dimostra anche il Ritratto di Giocchino Rossini, 1870, affiancato a quello di Verdi eseguito da Boldini. Purtroppo Hayez, nonostante la grande amicizia, non riuscir mai a ritrarre lamico compositore. Chiude la rassegna lopera pi famosa di Hayez e della Pinacoteca, Il Bacio. Unopera tuttaltro che innocente, ma che anzi, come spesso accade nella sua pittura, Hayez usa per mascherare, dietro temi apparentemente innocui ed episodi di storia del passato, istanze e aspirazioni risorgimentali, ai tempi impossibili da esprimere liberamente a causa della censura austriaca. Nella prima versione de Il Bacio (1859), esposto a Brera dopo la liberazione della Lombardia dall'Austria, si pu leggere infatti il saluto del patriota alla sua amata, ma anche il sacrificio e l'amore dei giovani per la nuova nazione, loro che saranno poi i progenitori di unItalia nuova, libera e finalmente unita. Hayez nella Milano di Manzoni e Verdi - Pinacoteca di Brera, fino al 25 settembre Orari: 8.30 -19.15 da marted a domenica Biglietti: Intero euro 11. Ridotto euro 8.50
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do quello che, secondo il curatore della mostra Lorenzo Respi, linferno tutto contemporaneo di Rauschenberg, ovvero il mondo reale, la vita quotidiana. Un inedito trio per un interessante parallelo tra
due grandi della pittura del secolo scorso, intenti a confrontarsi con un mostro sacro della letteratura italiana.
LInferno di Dante. Dal e Rauschenberg - Fondazione Arnaldo Pomodoro, fino al 17 luglio, Orari: mercoled-domenica ore 11-19; gioved ore 11-22, biglietti: 9 Euro intero, 6 Euro ridotto.
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come spiegano i curatori, che non potrebbe esistere senza la presenza indissolubile della cera e del braccio metallico, in una sorta di positivo e negativo (il braccio che buca la cera), e di cui la mente dello spettatore comunque in grado di ricostruirne la totalit originaria. Il lavoro di Kapoor parte sempre da una spiritualit tutta indiana che si caratterizza per una tensione mistica verso la leggerezza e il vuoto, verso limmaterialit, intesi come luoghi primari della creazione. Ecco
perch gli altri due interessanti appuntamenti hanno sempre a che fare con queste tematiche: Dirty Corner, presso la Fabbrica del Vapore, un immenso tunnel in acciaio di 60 metri e alto 8, allinterno dei quali i visitatori potranno entrare, e Ascension, esposta nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia, in occasione della 54 Biennale di Venezia. Opera gi proposta in Brasile e a Pechino ma che per loccasione prende nuovo significato. Uninstallazione site-specific che
materializza una colonna di fumo da una base circolare posta in corrispondenza dellincrocio fra transetto e navata della maestosa Basilica e che sale fino alla cupola. ANISH KAPOOR - Rotonda di via Besana fino al 9 ottobre Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4 fino all11 dicembre Orari: lun 14.30 19.30. Mar-dom 9.30-19.30. Giov e sab 9.30-22.30. Costi: 6 per ciascuna sede, 10 per entrambe le sedi.
Brera mai vista. La Madonna con il Bambino del Maestro di Pratovecchio - Pinacoteca di Brera, sala XXXI, fino all11 settembre - Orari: 8.30 -19.15 da marted a domenica - Costo: intero euro 9, ridotto euro 6.50.
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www.arcipelagomilano.org ciati. In questa opera lartista da una parte lavora sul rituale dellopening, dallaltro crea una condizione straniante in chi guarda il video, abbandonato e incerto sulla corretta interpretazione. Pascale Marthine Tayou, camerunese, costruisce nel CUBO Plastic bag una spettacolare installazione con un grande cono rovesciato interamente costituito da diecimila sacchetti di plastica biodegradabili di cinque tonalit diverse. Una prima versione dellopera era gi stata esposta nel 2010 in Australia, in questa sede stata appositamente rivisitata e viene presentata per la prima volta in Italia. Gi dal titolo si pu intuire il materiale favorito di Tayou, il sacchetto di plastica, un oggetto assolutamente banale e anonimo, accessorio della quotidianit, che diventa simbolo della crescente globalizzazione, del consumismo, ma anche simbolo del nomadismo che sempre pi caratterizza luomo moderno, una sorta di vagabondo che trascina nei sacchetti i pezzi importanti della sua vita. Con un risvolto assolutamente nuovo: oggi che i sacchetti di plastica sono banditi dal commercio, entrano di diritto a far parte dei materiali usati per larte. E presente anche Nari Ward, giamaicano ma newyorkese di adozione, artista che usa come veicolo darte i materiali di riciclo della vita moderna e industriale, spesso raccolti direttamente nel suo quartiere, Harlem, ai quali d nuova funzione e significato, usandoli per affrontare temi sociali come la povert, limmigrazione e la questione razziale. Per Terre Vulnerabili ha realizzato Soul soil, un grande contenitore ovale dove sono intrappolati e dal quale fuoriescono resti di oggetti abbandonati, materiali di recupero, parti in ceramica di sanitari e alcuni dei vestiti usati provenienti dallinstallazione di Christian Boltanski, Personnes, esposta allHangar lo scorso anno, sfuggiti allo smantellamento di fine settembre 2010, interpretando cos, in linea anche con la sua poetica, uno dei temi portanti di Terre Vulnerabili. Lultimo artista presente litaliano Alberto Tadiello, con il suo Senza titolo (Adunchi), una installazione di tubi di ferro, lamiere, dadi e bulloni su una colonna aggettante e spigolosa. Il significato pi che mai legato al tema della vulnerabilit e della precariet. Cos lartista stesso, spiega la sua opera: Un grumo di forze. Di aggettanza, di torsione, di urto, di trazione, di spinta. Di isolamento, di deformazione, di dissipazione, di accoppiamento, di riunione, di separazione. solo metallo, ferro. Tagliato, smussato, graffiato, bucato, piegato, imbullonato. Si affaccia. Pesa, pende, gravita. E il momento di tirare le somme e vedere queste quattro fasi al completo, per comprendere a pieno cosa sia oggi la vulnerabilit secondo questi artisti ma soprattutto per vedere quanto questi progetti siano davvero definitivi. Lo sono? Terre Vulnerabili 4/4 L'anello pi debole della catena anche il pi forte perch pu romperla Hangar Bicocca Fino al 17 luglio. Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00, gioved dalle 14.30 fino alle 22.00, luned chiuso Ingresso: intero 8 euro, ridotto 6 euro
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www.arcipelagomilano.org opera di Paola Pivi. Una composizione fatta di sedie di design in miniatura che, illuminate dallinterno, proiettano sulle pareti giochi di ombra. Seguiranno poi a rotazione anche unopera darte, un oggetto di design e una fotografia. Fuori! Arte e spazio urbano 19681976 - Museo del Novecento - fino al 4 settembre. Lun 14.30-19.30; mar, mer, ven e dom 9.30-19.30; giov e sab 9.30-22.30 Biglietto intero 5 euro, ridotto 3 euro.
Angle et Tony
www.arcipelagomilano.org rivela unimprevedibile passione per questa favola per bambini. Angle ha qualcosa di importante in comune con Biancaneve: alla ricerca disperata del principe azzurro. La sua una necessit vitale e concreta, ha bisogno di un compagno da presentare ai servizi sociali per provare a recuperare la custodia del figlio che, durante il suo periodo di detenzione, stato affidato ai nonni. Il suo principe azzurro ha le goffe sembianze di un pescatore taciturno, Tony. Tony protettivo, altruista, non esita a ospitare in casa propria la ragazza appena conosciuta. Tra i due non c il classico colpo di fulmine fiabesco, c uno scontro costante dovuto a due approcci alla vita agli antipodi. Non hanno niente in comune, se non lardente e irrazionale desiderio di stare insieme. Durante il film, Angle pi volte ripresa da dietro, seguita dalla telecamera mentre percorre le strade della Normandia sulla sua bicicletta. Una similitudine perfetta della vita della protagonista. Ogni metro percorso deve essere conquistato con fatica e con le proprie forze. Lentusiasmo dei piccoli traguardi la spinge a pedalare leggera e veloce, lallontanamento costante del figlio, al contrario, la inchioda esausta sui pedali rendendo un miraggio la casa di Tony. La vita ha scaraventato Angle ai piedi di una montagna. Non bastano la sua forza e la sua combattivit per portare la bicicletta in vetta. Servono la spinta e il sostegno di due spalle larghe e forti del pi singolare e insolito tra i principi azzurri. Alix Delaporte ha un occhio discreto in questo suo primo lungometraggio. Riesce a non calcare la mano con drammi o facili sentimentalismi. Sceglie di raccontarci questa storia semplice con tatto e delicatezza, grazie anche al prezioso supporto di attori esperti e magnificamente espressivi. Marco Santarpia In sala a Milano: AriAnteo Umanitaria 8 luglio, AriAnteo Porta Venezia 26 luglio
Metamorfosi dellesperienza
Nanni Moretti, alla consegna dei Nastri dargento, ha speso qualche parola sugli effetti portati dai grandi cinema multisala allinterno della societ e delluniverso cinematografico: per molto tempo ho ritenuto che non ci fosse niente di male, che si giudicasse il fenomeno con una certa prevenzione; anche a me piacciono i pop corn movies. Poi, guardando i film programmati, che sono quasi tutti dello stesso genere, mi sono convinto che, invece, degli elementi negativi ci sono. I multiplex hanno provocato la chiusura di tante sale cittadine e questo molto brutto. Le dichiarazioni del regista hanno scatenato diversi dibattiti sul web, riaccendendo la discussione sul ruolo di queste cattedrali del cinema costruite nelle periferie delle grandi citt. Mi ha colpito larticolo di Robert Bernocchi apparso su Mymovies.it il 28 giugno scorso (http://www.mymovies.it/biz/news/66 584/). Lanalisi del pensiero di Moretti fatta da Bernocchi passa dal mettere in competizione i film commerciali con il cinema dautore, per poi concentrarsi sulle migliorie tecnologiche garantite nei multiplex, concludendo - in maniera un po provocatoria - chiedendosi se Moretti non stia agognando quel ritorno al passato tanto caro a chi non riesce a stare al passo coi tempi. Credo che la riflessione del regista sia da interpretare in modo un poco pi ampio. Amante della Settima arte e cresciuto negli anni 70 e 80, sicuramente Moretti mantiene sottopelle quella nostalgia culturale per le sale dessai: piccole sale in cui era possibile vivere una esperienza della visione cinematografica che iniziava appena si entrava in quel luogo. Risiede proprio nelle parole esperienza e luogo lo scostamento portato dai multisala. Lantropologo francese Marc Aug ha introdotto il neologismo nonluogo per definire quegli spazi in cui molte persone si incontrano senza per condividere alcun tipo di relazione; dove domina il desiderio del consumo rapido e la persona diventa, appunto, un utente, un consumatore. Il passaggio dalle sale cittadine ai giganteschi centri multiplex allora, potrebbe essere visto come una metamorfosi da luogo a nonluogo. Passeggiando in una di queste strutture non difficile percepire quella sensazione di provvisoriet tipica dei grandi centri commerciali: transito frenetico delle persone da una vetrina allaltra; ristoranti, sale giochi, bar, negozi di ogni tipo pronti a soddisfare la fame dacquisto del cliente. Lindividuo staccato da qualsiasi relazione ed smarrito allinterno della ripetizione infinita dei multisala. Ripetizione esaltata da una sorta di franchising tra le strutture che, in citt differenti, ripropongono pi meno costantemente gli stessi ambienti. Il cliente arriva e sa gi cosa trover, proprio come se andasse da Mc Donalds. Ma il cinema , innanzitutto, comunione. La creazione del senso avviene attraverso unesperienza di condivisione che inizia fuori dalla sala (mentre siamo in fila per comprare il biglietto), prosegue durante la visione, e termina una volta abbandonato il teatro. Inoltre, landare al cinema in primis una scelta: abbiamo deciso prima di andare in quel luogo per vivere una determinata esperienza. Il multisala, al contrario, offre un panorama ampio di scelte, tra le quali c anche la possibilit di vedere un film. Ma non detto. Magari, dopo aver fatto laperitivo al bar, aver cenato al ristorante cinese, giocato con le slot machine della sala giochi, bevuto una birra nel pub al terzo piano, preferiamo rincasare. fuori luogo allora concentrarsi su una battaglia tra cinema commerciale e cinema dautore. Cos come mi pare insensato aprire un conflitto generazionale tra un certo tipo di pubblico sui 50-60 anni [che] sta ormai abbandonando il cinema, lasciando che lo spettatore medio sia molto giovane e pi orientato verso i classici prodotti da multiplex. Probabilmente, Moretti non intendeva fare unarringa concentrata sui contenuti, ma ha sentito una mancanza di struttura. Nostalgia verso quella struttura-cinema che essendo luogo per riprendere Aug garantiva unesperienza piena, qualsiasi fosse la proiezione. I multiplex hanno provocato la chiusura di tante sale cittadine e questo molto brutto, dice Moretti. Condivido, perch per chi vive il cinema come un luogo di culto anche il sagrato riveste una parte fondamentale. Paolo Schipani
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