Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
edizione stampabile
L.B.G. - MILANO. COMPETERE E MORIRE Silvia Landra - LA VITA DI STRADA NON SI SCEGLIE Sergio Pennacchietti - DOPO CALCHI TAEGGI. TRA IL DIRE E IL FARE Michele Sacerdoti - MASSEROLI: RESPINGERE, RESPINGERE, RESPINGERE Franco DAlfonso - LA PANZANA INGREDIENTE DELLA POLITICA Marco Menghi SENZA TETTO. GLI SCATTI. IL RACCONTO Alessandra Tami - FIAT. A CHI LE STOCK OPTION Guido Martinotti - CAVALIERI DEL LAVORO? Rita Bramante - CITTADINANZA DIGITALE Paolo Valera - LE CASE MALFAMATE
***
Evergreen LALTRA DOMENICA 1972 MUSICA MALAFEMMENA Versi e musica di Antonio De Curtis canta Roberto Murolo Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo TEATRO a cura di Guendalina Murroni CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia
Francesco Rizzo (Cinefili Underground)
piano tenere conto della complessit del soggetto. Disponiamo infatti di servizi sociali e sanitari pensati per rispondere a un principale problema gi identificato e ben classificato: tossicodipendente, indigente adulto, minore non accompagnato, mamma con bambino, ex-detenuto, malato psichiatrico,
sieropositivo, invalido civile. Difficilmente sappiamo dove inviare un soggetto che presenti contemporaneamente molti problemi gravi. Accade cos che la persona diventi pallina di un flipper, schizzata da un servizio allaltro della citt, allenato a sentirsi rispondere: Non di mia competenza. Diventano efficaci gli
interventi emergenziali (t, coperte, mense, docce), ma si tratta di unefficacia palliativa, non strutturale. Occorrono servizi capaci di ripensarsi nelle metodologie e negli obiettivi, in grado di andare verso i destinatari della cura e non solo di attenderli in ufficio dietro una scrivania.
te le osservazioni con risposte tutte uguali e molto sintetiche. Quando i consigli di zona nellottobre 2010 hanno presentato pareri articolati sul piano, con contestazioni anche da parte dei consigli con la maggioranza di centro destra, ha ignorato tutte le richieste di modifica dicendo che sarebbero state prese in considerazione dopo ladozione. La stessa cosa ha fatto con i pareri delle parti economico-sociali, previsto dalla legge regionale urbanistica prima delladozione. Quando i consiglieri comunali di opposizione hanno deciso di discutere seriamente il piano e hanno presentato i loro emendamenti che riprendevano le osservazioni presentate in sede di Vas e dai consigli di zona ha continuato a sostenere che si doveva adottare il piano cos comera per poi modificarlo dopo ladozione in sede di controdeduzioni delle osservazioni dei cittadini. Ha poi dovuto intavolare una trattativa per evitare lostruzionismo della opposizione e ha dovuto cedere su alcuni punti, riducendo alcune volumetrie e aumentando la quota di housing sociale obbligatorio negli ambiti di trasformazione. Ma evidentemente questo era il massimo che era disposto a concedere. Le osservazioni che sono state accettate sono solo quelle relative a errori materiali e di fatto, quando i proprietari delle aree hanno dimostrato che le loro propriet non erano inserite correttamente. Saltano allocchio tre modifiche favorevoli ai privati. Beni Stabili ha ottenuto la liberalizzazione delle destinazioni duso dei due grattacieli sopra la stazione di Porta Garibaldi, costruiti dalle Ferrovie come opere pubbliche senza pagare oneri di urbanizzazione e standard e che quindi non utilizzabili per uffici privati. Il Comune e la Provincia volevano acquistarle ma poi hanno rinunciato e a questo punto rischiavano di rimanere vuoti, dato che le Ferrovie hanno trasferito i loro uffici a Greco. Ora Beni Stabili, che li ha acquistati dalle Ferrovie, potr destinarli a uffici pagando oneri e standard. Le Ferrovie hanno ottenuto di ridurre la quota obbligatoria di housing sociale dal 35% di tutta la Slp prevista al 35% della sola edilizia residenziale: sono esattamente le quantit previste nellaccordo di programma che evidentemente non si sono volute aumentare, per evitare di non avere sufficienti ricavi per le nuove stazioni lungo la cintura fer-
roviaria. Le Ferrovie hanno anche sostenuto che i costi previsti dal Comune per nuove stazioni e interramenti sono superiori a quelli calcolati dal Comune. De Albertis di Assimpredil ha ottenuto che le transazioni di cessione di diritti volumetrici relativi alla perequazione urbanistica non debbano passare obbligatoriamente attraverso lagenzia pubblica prevista: potranno essere fatte direttamente tra i proprietari delle aree lasciando allagenzia la gestione delle operazioni pi piccole in cui acquirente e venditore non si conoscono. Il risultato sar di non rendere trasparente il mercato dei diritti, contrariamente ai mercati azionari che prevedono lobbligo della concentrazione in borsa delle compravendite. E evidente che il valore dei diritti nelle grandi transazioni dipender dal valore delle aree dove atterreranno. Le osservazioni della Rete dei Comitati Milanesi, di altri comitati cittadini e delle associazioni ambientaliste sono state tutte respinte, nonostante lo sforzo effettuato per proporre modifiche puntuali e motivate dallinteresse pubblico, definendole discordanti con lo strumento. Le osservazioni per una migliore salvaguardia del Parco Sud sono state rinviate alla definizione dei Piani di Cintura mentre quelle relative alla viabilit sono state rinviate al Piano Urbano della Mobilit. Anche le osservazioni tecniche presentate dal Collegio degli Architetti e Ingegneri sono state quasi tutte respinte. In conclusione il PGT che va allapprovazione del consiglio comunale a partire al 24 gennaio quasi identico a quello adottato. Lassessore si vanta del fatto che solo lo 0,1% dei milanesi ha presentato osservazioni e quindi la grande maggioranza daccordo e ha citato il consenso degli agricoltori. E ovvio che non tutti possano presentare osservazioni al PGT che un tema molto complesso ma le osservazioni non possono essere paragonate a un referendum. Gli agricoltori sono ovviamente daccordo perch i terreni che lavorano diventeranno di propriet pubblica ma non sono daccordo i milanesi su cui pioveranno davanti alle loro case le enormi volumetrie generate dai terreni agricoli: una lotta tra poveri in cui guadagneranno gli attuali proprietari delle aree agricole come Ligresti, che otterranno un ricavo su terreni acquistati a un prezzo molto basso in quanto non edificabili. Ora
il consiglio comunale ha deciso a maggioranza di approvare il PGT suddividendo le osservazioni in 8 temi e votando insieme quelle accolte, quelle parzialmente accolte e quelle non accolte, in tutto 24 votazioni da effettuare entro il 14 febbraio. Lopposizione ha comunque presentato 2.700 emendamenti che riprendono le osservazioni non accolte. Alcune sentenze dei tribunali amministrativi dicono che le osservazioni devono essere votate singolarmente. Nella sentenza del 2007 che ha annullato il PGT di Buccinasco scritto che la richiesta di votare le singole osservazioni perfettamente logica e ragionevole specie con riferimento agli atti di contenuto complesso come gli strumenti urbanistici, i quali richiedono un esame analitico dei singoli punti in cui si esprime il disegno pianificatorio, sia perch ciascun punto pu ben prestarsi a valutazioni diverse da parte dei singoli consiglieri, ancorch componenti della stessa maggioranza consiliare, sia per consentire ai consiglieri che eventualmente versino in conflitto di interessi di astenersi sulle scelte in cui si presenti una situazione conflittuale, votando invece quelle ove non vi sia motivo alcuno di astensione. Si preparano quindi numerosi ricorsi al Tar da parte di consiglieri, associazioni e comitati. Un appello per una attento esame delle osservazioni presentate stato lanciato da Libert e Giustizia che ha indetto per mercoled 2 febbraio alle 18.30 allo Spazio Krizia in via Manin 21 un incontro di sostegno. Comunque se il PGT non viene approvato ritorna in validit il precedente PRG che sicuramente migliore del nuovo piano urbanistico, ad esempio d diritto ai consiglieri comunali di discutere e modificare i piani attuativi mentre con il PGT sono adottati dalla giunta e non dal consiglio, prevede 44 mq ad abitante per i servizi invece dei 18 mq del PGT e limita le densit edilizie a 1 mq di slp su 1 mq di area fabbricabile, invece di 2,3 mq di Slp del PGT. Come ha dichiarato il candidato sindaco del centro sinistra Pisapia chiedendo una moratoria, scorretto che lattuale maggioranza vincoli il prossimo consiglio sulla politica urbanistica della citt. La maggioranza che vincer le elezioni, se diversa da quella attuale, si trover a dover gestire un PGT non condiviso e a dover avviare immediatamente
una sua revisione, che potrebbe necessitare di un periodo lungo. Il documento di piano dovrebbe essere il
programma urbanistico del sindaco e durare i cinque anni della sua legislatura: il nuovo sindaco si trove-
generale favore per il lavoro sono i dipendenti, particolarmente quella odiata categoria che sono cassaintegrati, insulto quasi grave come quello di fannulloni che viene automaticamente esteso a tutti i dipendenti pubblici, soprattutto se svolgono occupazioni intellettuali. Io non ho dubbi che Nicole Minetti, ma anche le parlamentari citate da Iva Zanicchi, come bravissime e molto attive nel Parlamento Europeo (durante LInfedele del 24 gennaio) lo siano veramente. Non ho neppure dubbi che tutte loro (e forse anche molte altre delle ragazzine coinvolte) siano convinte di fare un lavoro onesto con impegno; anche il Trota mi sembra sempre l con laria un po stupita del pesce che guarda il mondo dal vetro, ma vuole imparare. Diciamo che non danno limpressione di essere l a fare flanella. Posso anche provare una certa simpatia, di volta in volta, per queste persone e per il loro impegno. Ma il punto dolente un altro. Max Weber, per citare solo uno dei tanti autori che hanno spiegato le regole del mondo moderno, parla di diversi modelli organizzativi. Nel sistema di potere Patrimoniale-Tradizionale, tipico del feudalesimo e basato sulla deferenza per il feudatario, il potere era affidato dal signore ai suoi famigli e parenti, era lui a decidere, come fa Berlusconi, se il tale o la tale persona del suo entourage me-
ritasse una certa carica. Tant che molti termini, che poi sono diventati ruoli istituzionali, erano originariamente i nomi di lavori domestici delloikos del signore. Cancelliere era il servitore che teneva le chiavi del cancelletto che portava al tesoro del padrone; maresciallo (marhskalk, in francese antico) era il domestico che si occupava dei cavalli; siniscalco, siniskalk, (in antico germanico servitore anziano) era il domestico che si occupava della mensa e cos via. I Comites cio i compagni del sovrano, diventano Conti. Il sistema moderno, invece, che Weber chiama razionalelegale e che quello adottato (in via di principio) dalla nostra costituzione e dal nostro sistema di leggi, obbedisce a regole diverse: non il Signore che assegna i posti, ma un sistema di criteri e di regole. Berlusconi a queste regole non crede: lui il padrone-signore, laffidatario del popolo e, se decide che qualcosa vero, giura sulla testa dei figli e dei nipoti e pretende di essere creduto. Il sindaco leghista di Verona, Tosi, oppone a magistrati sperimentati che operano secondo le regole del sistema razionale-legale, le regole antiche dellordalia (o giudizio di dio) in cui il processo veniva deciso sulla base della forza dei contendenti: non importava che un fatto fosse provato o meno, se chi sosteneva quella data posizione riusciva indenne dalla prova del fuoco o
dellacqua aveva ragione, altrimenti aveva torto. Cos ancora oggi, se Berlusconi riesce a uscire indenne dalla prova del fuoco delle accuse, nel parlamento mediatico, ha ragione altrimenti perde. Chiss in futuro che ruolo funzionariale avr (1) ligienista dentale del signore, forse ministro della salute o del benessere.
(1) Laurea in igiene dentale Il corso ha lo scopo di preparare operatori sanitari che svolgono, su indicazione degli odontoiatri e dei medici chirurghi legittimati alleser-cizio dellodontoiatria, compiti relativi alla prevenzione delle affezioni oro-dentali. Sbocchi professionali ligienista dentale: a) svolge attivit di educazione sanitaria dentale e partecipa a progetti di prevenzione primaria nellambito del sistema sanitario pubblico; b) collabora alla compilazione della cartella clinica odontostomatologica e si occupa della raccolta di dati tecnico-statistici; c) provvede alla ablazione del tartaro e alla levigatura delle radici e allapplicazione topica dei vari mezzi profilattici; d) provvede allistruzione sulle varie metodiche di igiene orale e sulluso dei mezzi diagnostici idonei a evidenziare placca batterica e patina dentale motivando lesigenza di controlli clinici periodici; e) indica le norme di unalimentazione razionale ai fini della tutela della salute dentale. Queste attivit potranno essere svolte in strutture odontoiatriche pubbliche o private in rapporto di dipendenza o libero-professionale.
t con modalit tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale. Il testo stato scritto con il contributo di Guido Scorza, presidente dellIstituto per le Politiche dellInnovazione, e di Juan Carlos De Martin, professore associato presso la Facolt di Ingegneria dell'Informazione del Politecnico di Torino, utilizzando il pi possibile il linguaggio pulito, diretto e sobrio dei costituzionalisti (2) . Nel dicembre 2010 ha iniziato liter parlamentare un disegno di legge che ha come primo firmatario lo stesso Rodot e che reca disposizioni volte al riconoscimento del diritto di accedere a Internet come diritto fondamentale della persona. Il premio Nobel per la Pace 2010, il dissidente cinese Liu Xiaobo, ha affermato che Internet un dono di Dio alla Cina. Questo tema stato ripreso in una intervista recente di un altro dissidente, larchitetto che ha disegnato lavveniristico stadio Nido duccello sede delle Olimpiadi di Pechino, che ha detto: vi pentirete del silenzio sui diritti, rivolgendosi con questa frase non soltanto alla
Cina, ma a tutto il mondo, e alludendo in particolare ai diritti in rete e al potenziale rivoluzionario di Internet allinterno di tutti gli Stati. Un fenomeno ancora tutto da analizzare allattenzione dei sociologi, quello delle mobilitazioni in rete che hanno reso possibili forme di intervento impensabili senza Internet. Rodot ha fatto osservare che la possibilit di organizzare raduni di massa e di mobilitare i cittadini a partecipare a un evento era appannaggio nel passato soltanto delle grandi organizzazioni politico-sindacali, mentre ora dobbiamo riflettere sul fatto che non c una discontinuit radicale tra mezzi e un fatto diventa politicamente significativo quando dalla piazza virtuale i cittadini scendono nella piazza reale, come abbiamo avuto modo di apprendere dalla vicenda di Seattle, organizzata in rete per la sessione del WTO. La portata planetaria si ha quando la tv generalista tradizionale, mezzo top down, rilancia in tutto il mondo le immagini: una modalit che si andata sedimentando e a cui deve essere dato uno sbocco istituzionale.
La Costituzione italiana nata in unepoca in cui i mezzi di comunicazione di massa, e Internet in particolare, non esistevano. Oggi il cyberspazio una nuova agor di incontro sociale e di apprendimento, in atto la transizione digitale, cio il passaggio del sapere dalla carta al bit, di cui non abbiamo visto che il prologo e sembra pertanto arrivato il momento di scrivere che l'accesso alla Rete, il pi grande mezzo di comunicazione della storia, un diritto costituzionale. Se anche voi la (3) pensate cos, metteteci la firma!
(1) http://www.igf-italia.it/igf-italia10 (2) Il professor. Tullio De Mauro ha dedicato al linguaggio della Costituzione le osservazioni pi penetranti, Sono 1357 le parole della nostra Costituzione e il 93 per cento del testo composto dal vocabolario di base della lingua italiana: cos ha descritto la semplicit e la modernit della nostra Carta fondamentale nel corso del convegno Parole e Costituzione, organizzato dal Giscel a Cagliari nel 2008. (3) http://internetcostituzione.it/
lone di marmo. Contemplazione. Siete come in un tempio d'arte. Vi pare di uscire dalle armonie. Il soffitto pieno di motivi artistici, con ai fianchi donne giunoniche; si vedono delle veneri afrodite, della grazie. un luogo di passaggio. L'uomo non deve vedere l'uomo. A sinistra sono i salottini. I clienti dell'una non vedono i clienti dell'altra. La padrona ha pi valore delle donne che abbiamo veduto all'esordio. Il suo seno vistoso, ma non quello della balia. Noi volevamo il permesso di fotografare il suo ambiente. Dobbiamo contentarci di vederlo. Non concede privative. I salottini sono per i piani. Ogni signorina ha il suo. Tutti i piani sono meravigliosi. Le donne in vendita si presentano coperte di un velo. A' chacun son got. Il gozzovigliante si sente in un edificio solido. Ha modo di sognare, di bere delle buone bottiglie di champagne e della chartreuse sopraffina. Si esce carichi di ardori e si fila o si prolunga la propria presenza, magari fra torsi di donne che danno l'illusione che siano romane. Non c' nulla di quello che si vede in via S. Carpoforo n in vicolo delle Quaglie. Il disgusto non escluso. Qui nulla di floscio o di frollo. N biacca n belletti. Le donne in velo adempiono alle loro funzioni. Si gira e si sale senza mai uscire dalla opulenza. Le decorazioni sono dovunque ricche, piene di buon gusto. In mezzo alle baiadere vive ne trovate delle dipinte e delle marmorizzate. Il vecchio ha la preferenza. il personaggio che spende senza brontolare. La stanza della cortigiana senza risparmi. C' un'eleganza che movimenta i sensi. Toilette con tutto il comfort dei cosmetici, delle ciprie, dei profumi, delle acque dentifricie, delle spazzole per accomodare i capelli. Il ruffiano non ha fatto economie. Non so. Rifiuterebbe indubbiamente le vergini, se ve ne fossero. In un paese come il nostro lo si lincerebbe. Non parliamo di vergini. Le vergini razza direi quasi estinta, come le pelli rosse nel nord America. Una volta la prostituzione era veduta di malocchio. Si nascondeva, si rifugiava, si avvolgeva, cercava di sopprimersi. Adesso! Adesso una casa rivaleggia con l'altra. C' gara di biglietti da mille. L'una tende ad avere donne pi in fiore dell'altra. L'eleganza montata con delle centinaia di migliaia di lire. Coloro che conoscono le ville sanno che c' esuberanza di ricchezze. Ve ne sono in tutti i quartieri. Una delle pi signorili, non la pi signorile, indubbiamente quella situata in via Tadino, 10. una villetta a tre piani, senza il piano terreno. Vi si accede da un cielo a lamiera, a livello del ponte ferroviario. truccato bene. Si potrebbe supporlo un nascondiglio di monache. L'acciottolato lascia supporre una casa rustica. Ne lenone un uomo che tratta bene le ragazze. Aveva una predilezione per i cavallini che nitrissero. Ora per l'automobile e ne possiede una splendida. una casa tenuta bene. affidata a due portinaie, due cuoche, due guardarobiere. Le signorine si cambiano ogni quindici giorni. Sette per volta. Hanno al loro servizio tre donne esclusivamente per loro. Ci sono due matresse. La padrona ha 46 anni. Non grandemente bella. piuttosto grassa e piccola ed scappata una volta dal giogo matrimoniale. Il padrone ne pi giovane di due anni e ha nome Rancati e pesa 121 chilogrammi. un ex lottatore. Ha l'aria di uno sportista. democratico. Ha un salotto comune per la famiglia e per le
signorine superbamente eleganti. Le raduna a colazione e a pranzo. Una volta gi di mestiere leggono, fumano, suonano il piano. Si pu dire che alcune di loro hanno l'abitudine della Fille Elisa. Consumano bracciate di romanzoni. La cucina del luogo supera quella dei primi restaurants. Non c' spilorceria. Vi si mangia divinamente. Vi passano dalla tavola tutte le leccornie. Vi tutto il comfort. Peccato che le sue signorine non possono rimanervi pi di quindici giorni. Entra l'automobile della casa con le nuove e se ne va con quelle che hanno finito il loro tempo. Non si invecchia nella villetta di via Tadino, 10. La signorina vi trattata come una vera signorina. I nomi spregevoli di una volta sono spariti. Non sono pi macchine d'amore. Colui che diceva saziarsi dei bisogni fisici, come diceva Edmondo De Goncourt, ha subto i tempi. Si serve di un linguaggio educato. Ciascuna di queste signorine ha il proprio salottino. Sono in tutte sette, e tutte e sette hanno tre cameriere in comune addette ai loro servizi speciali. Fanno molti denari. Questa la cronaca. La casa pi di tutti. Non molto la finanza le ha inflitto una multa di cinquanta mila lire per una polverina di cocaina e una quantit di profumi che non avevano il bollo della tassa di lusso. L'amministrazione ha pagato senza lamentarsi. Di sopra c' un salone da ballo di uno splendore incantevole. Vi si passano serate ducali. Gli invitati e le signorine della casa vi entrano con sfarzi che non si vedevano neanche ai balli del duca Visconti di Modrone. Scollature solcate di perle e di diamanti. Gentlemen in smoking e in frac. Contribuiscono al successo le prime sartorie, le prime calzolerie, i primi profumieri. Se non si pensa al luogo si trovano ragazze che conoscono la letteratura pornografica pi dell'individuo che tira queste note. Ma non ho ancora raccontato quale villetta abbia raggiunto la massima eleganza e il trionfo degli sfarzi. opinione generale che sia una casa da the nella zona del Sempione; vi trovate cortigiane smaglianti, belle, plastiche, orientali, con teste montate alla Carmen, con il pettine piantato nel chignon traversalmente. Case da the ve ne sono anche sul trottato. Ne vedremo dalla via Disciplini fino al Sempione. Sosteremo nell'atmosfera voluttuosa, dove l'amore messo in azione anche di giorno. Per ora contentiamoci di queste ville che riempiono di rammarichi. Non se ne sa la ragione di tanta approvazione. Case cos abominevoli sono costruite in piena luce, in mezzo alla cittadinanza, davanti ai vigili, alla presenza di guardie regie. Sono case che adempiono a tutti gli ingiungimenti di legge. Il pubblico le tollera, il governo vi specula, il commercio vi fa pancia. Di chi la colpa? Un po' di tutti. Diversamente i tenenti postriboli non ingrasserebbero, non andrebbero in giro in automobile senza essere scaracchiati dai passanti. Non so se fossero migliori i giorni delle crappe che correvano dietro gli uomini per invischiarli nella luce sporca del gas e sdraiarli nella lascivia dei bassi istinti. So che nei nostri giorni la corruzione diffusa e la si trova in tutti i quartieri. La donna non vuol pi portare fra noi che il commercio della sua carne.
10
*Paolo Valera (1850 1926) giornalista, scrittore verista .Nacque in una famiglia proletaria (il padre era venditore di zolfanelli mentre la madre era cucitrice) e nel 1866, seppur minorenne, prese parte alla terza guerra di indipendenza italiana tra le
file dei garibaldini. Di ideali estremamente progressisti, fond il periodico La plebe e collabor alle testate La farfalla e soprattutto La folla, da lui creato nel 1901. Nel 1879 un i vari reportages che aveva realizzate per le riviste sopra enunciate
in un'unica grande opera dal titolo Milano sconosciuta, che per la crudezza dei suo quadri gli attira un processo per diffamazione. Questa opera, riscritta pi volte, ha goduto di numerose ristampe, anche in periodo recente.
RUBRICHE MUSICA
questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org
Un grande concerto
Un pubblico strabordante ed eterogeneo - con tutte le generazioni ben rappresentate, dai ragazzini agli anziani, che ha invaso (pacificamente) il palcoscenico per occupare le sedie poste dietro al pianoforte - accorso ad ascoltare unartista molto amata e un programma fatto apposta per incendiarlo; sabato 29 gennaio al Conservatorio Martha Argerich, accompagnata da un giovanissimo artista al suo debutto nella nostra citt, ha eseguito tre Sonate mostri sacri della letteratura per violino e pianoforte - tre capolavori assoluti come la n.1 in la minore di Schumann op. 105, la n.9 in la maggiore di Beethoven ( Kreutzer) op. 47, e la sognante Sonata in la maggiore di Csar Franck. Un vero tripudio. Lei, gran signora del pianoforte, la bella settantenne che da ventanni si rifiuta di suonare da sola in recital per dedicarsi solo alla musica da camera sia per provare ed esprimere la gioia del suonare insieme, sia per una sorta di missione, quella di trainare giovani colleghi e allievi nel difficile mondo del concertismo internazionale; lui, violinista venticinquenne dal cognome impronunciabile si chiama Gza HosszuLegocky e si direbbe magiaro ancorch nato a Losanna - che per laspetto fisico, labito e il portamento sembra scappato dal set di un film di Emir Kusturica. Due temperamenti musicali possenti quello latino sud americano e maturo di Martita, passato attraverso una vita ricca di successi ma anche di tormenti, e quello tzigano e dunque non meno appassionato ma di natura pi selvaggia e pieno di giovanile entusiasmo di lui fusi in una perfetta intesa interpretativa, tesi non tanto alla ricerca della perfezione quanto al piacere della complicit, al gioco delle parti, come in una pice teatrale. Potrebbero essere nonna e nipote, in realt sembrano due ragazzi che giocano e si divertono. Con musiche sublimi. Con un sorprendente gioco di pedali, capace di addomesticare i suoni e di assoggettarli al proprio volere, la Argerich riesce persino a far cantare un pianoforte da tempo maturo per la pensione, quello che altri pianisti meno esperti o pi pretenziosi di lei talvolta rifiutano; e riesce anche ad avvolgere il suono ancora un po aspro del violino di Hosszu-Legocky amalgamandolo a quello del pianoforte con un sapiente dosaggio di volumi e di colori. La Sonata di Franck, del 1886, che con la sua struttura ciclica si dice abbia felicemente ispirato a Proust limpianto della Recherche, era una delle partiture predilette dalla insuperabile duo formato nei primi anni settanta da David Oistrakh e Sviatoslav Richter che purtroppo non ce ne ha lasciato registrazioni. In questa stagione la sentiamo gi per la terza volta, senza essercene stancati, restando sempre ammaliati da quellincredibile Recitativo-Fantasia che domina il terzo tempo. Peccato solo che il pubblico dellaltra sera evidentemente cagionevole di salute, visti anche i rigori di questo inverno - lo abbia accompagnato con una sinfonia di colpi di tosse e di starnuti che non legava per nulla con la partitura principale. Quanto alla Kreutzer, che ha raggiunto un livello di celebrit tale da fare concorrenza persino ai Beatles e a De Andr, le sue interpretazioni sono tali e tante che ogni volta ci appare nuova e diversa, e cos anche quella propostaci dal duo Argerich-Hosszu-Legocky che ha visto il dominio incontrastato del pianoforte sul violino; probabilmente cos pensata dal pianista Beethoven a dispetto del frontespizio - Sonata per pianoforte e violino obbligato - e della curiosa prima dedica manoscritta al giovane violinista mulatto inglese Bridgetower Sonata mulattica, composta per il mulatto Bridschdauer (cos!), gran pazzo e compositore mulattico. Poi, si sa, cambi idea, forse per un litigio a causa di donne, e dett alleditore la famosa dedica al violinista Kreutzer. Interessante fu il primo commento del critico di Allgemeine Musikalische Zeitung, evidentemente fulminato dalla tarantella del finale: () Beethoven si scervella per riuscire a essere a tutti i costi diverso dagli altri () e, spinto dalla preoccupazione di essere originale fino ai limiti del grottesco, si rivela affiliato ad un vero e proprio terrorismo artistico (). Ma ancora pi curioso il giudizio che di questa opera d lassassino, protagonista del noto racconto omonimo di Tolstoi del 1889, nella drammatica confessione notturna () un opera tremenda, soprattutto in quel primo Presto () avete mai pensato che dovrebbe essere suonata in un salone pieno di signore scollate? () secondo me lesecuzione dovrebbe essere assolutamente proibita (). Laltra sera il ritmo, la passione, la complicit di quel improbabile duo ci hanno riproposto il terrorismo beethoveniano e rimesso di fronte allo sgomento che prese i primi ascoltatori. Una sorta di dimostrazione che le grandi opere sono sempre nuove e che riascoltarle non fuggire dalla mo-
11
Appuntamenti da non perdere * gioved 3 e sabato 5 febbraio al Teatro Dal Verme lOrchestra dei Pomeriggi Musicali, diretta da Antonello Manacorda, eseguir il Concerto n. 2 opera 21 di Chopin (al pianoforte Pietro De Maria) e la Quinta Sinfonia, opera 67, di Beethoven. * marted 8 al Conservatorio per la Societ del Quartetto, concerto interamente dedicato a Mozart: il Quartetto di Cremona, integrato da Alessandro Carbonare, eseguir due capolavori dellultimo anno di vita di Mozart (il Quartetto per archi n. 23 in fa maggiore K 590 e il celeberrimo Quintetto per clarinetto ed archi K. 581) e due tempi di Quintetti incompiuti, per clarino di bassetto ed
archi, di epoca giovanile, catalogati K. 88 e K. 90 * mercoled 9 e gioved 10 febbraio, sempre al Conservatorio ma per la Societ dei concerti, la Arthur Rubinstein Philharmonic Orchestra diretta da Daniel Raiskin eseguir due diversi programmi con lOuverture del Don Giovanni e il Concerto per clarinetto e orchestra K. 622 di Mozart, la Quarta Sinfonia e il Concerto per violino di ajkovskij, la Notte sul Montecalvo di Musorgskij e lUccello di Fuoco di Stravinskij. * il 10, 11 e 13 allAuditorium di largo Mahler lOrchestra Verdi diretta da Trisdee na Patalung (direttore dorchestra tailandese, 24 anni, che a 15 era gi maestro collaboratore allOpera di Bangkok, a 20 debuttava nel Flauto Magico, a 23 nel Viaggio a Reims, ed oggi direttore principale dellOpera di Bangkok) eseguir un programma anchesso interamente dedicato a Mozart (Eine
kleine Nachtmusik K.525, Concerto per flauto, arpa e orchestra in do maggiore K. 299, Concerto per clarinetto in la maggiore K. 622, Sinfonia n. 40 in sol minore K. 550 che qualcuno ha soprannominato lOrrida) * marted 15 alla Scala, prima rappresentazione della nuovissima Tosca, diretta dal ventinovenne israeliano Omer Meir Wellber, con Oksana Dyka, Jonas Kaufmann e Marco Berti, scene di Richard Peduzzi, costumi di Milena Canonero; repliche, anche con altro cast, il 17, 20, 22, 25, 27 febbraio e il 2, 4, 6, 23 e 25 marzo * Mozart in questo febbraio imperversa incomprensibilmente, tanto che domenica 27 e luned 28, alla Palazzina Liberty, lOrchestra da camera Milano Classica proporr un concerto di sole musiche per archi del salisburghese con laggiunta del Divertimento in sol maggiore di Haydn.
ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org
Il 22 gennaio scorso si spento allet di 73 anni Dennis Oppenheim, artista americano tra i principali esponenti della Land Art. Se ne andato durante la notte, a causa di un tumore al fegato, mentre si trovava a New York. Oltre che esponente di spicco dellarte paesaggistica, Oppenheim fu anche un artista concettuale noto per la sua attivit nel campo della Performance art, della Body Art e della Video art. Nato nel 1938 a Electric City, Washington, negli anni Cinquanta frequenta luniversit presso la California College of Arts and Crafts. Dopo aver conseguito nel 1965 il Master in Fine Arts alla Stanford University a Palo Alto, nel 1967 si
12
tecipato nel 1997 alla Biennale di Venezia. I suoi ultimi lavori risalgono al 2010, due opere pubbliche fat-
te di luci per la citt di Toronto (Still Dancing), e per laeroporto di Houston, in Texas (Radiant Fountains).
Due giochi di luce e forme che fanno sognare. Il mondo dellarte ha perso un grande artista.
Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio. Palazzo Reale, dal 10 febbraio al 22 maggio. Savinio. La commedia dellarte. Palazzo Reale, dal 25 febbraio al 12 giugno. Gli Impressionisti. I capolavori della Clark Collection. Palazzo Reale, dal 2 marzo al 19 giugno. Gli occhi di Caravaggio. Museo Diocesano.
13
mente per il nuovo, grande, enorme spazio della galleria in via Stilicone. Ecco comparire in scena Joseph Kosuth, artista concettuale americano. Lentrare nello spazio al pian terreno gi unesperienza. Un cubo tutto nero, modificato apposta per loccasione, avvolto nella penombra, in cui spiccano grandi frasi al neon, i Texts for Nothing. Frasi prese niente meno che dal lavoro di Samuel Beckett del 1954, che appunto presta il titolo anche allinstallazione. Texts for Nothing un lavoro basato su una selezione di frasi, in inglese e in italiano, composto da 19 opere singole realizzate in neon bianco a luce calda e ricoperte di nero. Alcune perfettamente leggibili, altre in modo un po sfocato, per cui lo spettatore deve cercarsi il proprio ottimale punto di vista per leggerle. Se per anni questi testi sono stati poco considerati dalla critica drammaturgica beckettiana, per Kosuth invece sono sempre stati un punto
di partenza fondamentale. Un lavoro quasi parallelo, quello svolto da Beckett e Kosuth: in entrambi larte e la sua creazione mostrano un forte legame nella relazione con il significato. Beckett affronta la questione del significato a partire dalla sua assenza, Kosuth al contrario si concentra nella produzione del significato. Un lavoro peraltro senza fine, un processo che inizia ma che pu procedere allinfinito, continuando per continua assenza. Costituendo linguaggio in s, il lavoro si autodescrive come una assenza, unassenza dalla quale possono fluire le nostre domande sul significato ha spiegato Kosuth. Nessuno ha mai detto che larte contemporanea fosse facile. La mostra continua poi al primo e secondo piano con una raccolta di nove opere storiche di Kosuth, An Uneven Topography of Time/Un Irregolare Topografia del Tempo, il cui soggetto principale il tempo, dal 1971, anno in cui l'artista aveva
inaugurato la prima galleria della Rumma a Napoli, a oggi. Si possono trovare quindi le famose sedie, nella serie delle Eighth Investigations, 1971; gli altrettanti celebri orologi, le definizioni di tempo, oggetto e orologio tratte dal dizionario, e ancora neon e foto su Art as Idea as Idea, 1966. Un lavoro cervellotico, difficile da capire a un primo impatto, ma cos larte concettuale e il lavoro di Kosuth, che ha dagli anni Sessanta ha esplorato il significato e la produzione del linguaggio. Una mostra sicuramente interessante, suggestiva, che porta a far riflettere sul significato di alcune categorie, come quella del tempo, e sul messaggio che larte concettuale di oggi vuole esprimere. Joseph Kosuth, Texts for Nothing, Galleria Lia Rumma, via Stilicone 19, Orari: da marted a sabato, dalle 11:00 alle 13:30 e dalle 14.30 alle 19:00 Ingresso libero.
Benvenuto, Novecento!
Dopo tre anni di lavori, progetti e polemiche si finalmente inaugurato il Museo del Novecento nello storico palazzo dellArengario, completamente rinnovato, con oltre 5 mila metri quadrati di spazio per ospitare le oltre 400 opere delle Civiche Raccolte milanesi. Grande evento mondano stata linaugurazione stessa, avvenuta il 6 dicembre, alla quale hanno partecipato volti noti della cultura e della politica milanese. Un progetto innovativo e futuristico, pi unistallazione che unarchitettura, come racconta Italo Rota, architetto responsabile del progetto. Grandi vetrate, scalone a spirale che ricorda il Guggenheim di New York, nicchie e passerelle che collegano lArengario col primo piano di Palazzo Reale. A coronamento di questo edificio lenorme Neon di Lucio Fontana, progettato nel 1951 per la IX Triennale, ed esposto in una terrazza vetrata che domina la piazza del Duomo e diviene faro e simbolo del museo stesso. E poi un ristorante nella Torre, un bookshop ben fornito e spazi per la didattica, oltre che luoghi in cui possibile sostare. Un museo come non ce nerano mai stati a Milano, ma che oltre ai pregi inconfutabili, tra cui quello di raccogliere in un solo luogo pezzi fondamentali della storia artistica milanese ma non solo, si porta dietro, quasi inevitabilmente, uno stuolo di polemiche. A cominciare proprio dallinizio del percorso espositivo. Dopo un ingresso avveniristico, con armadietti luminosi e monitor appesi al soffitto, si sale lenorme rampa spiraliforme che conduce ai vari piani del museo. Ma c un primo problema. Sulla sinistra, quando meno te lo aspetti, ecco comparire lenorme tela del Quarto stato di Pellizza da Volpedo, prelevata dalla sede storica della Galleria darte moderna e messa in una nicchia dal fondo nero. Proprio questa nicchia divenuta oggetto di questioni e polemiche. Una collocazione poco adatta, troppo poco visibile per un quadro di quella importanza, significato e dimensioni. Dovrebbe aprire idealmente il percorso storico artistico. Si trova relegato in un punto di passaggio: quasi ci si passa davanti senza accorgersene, anche per il fondo troppo scuro su cui posto. Il percorso prosegue poi in modo pi funzionale. Aprono le danze alcune opere della collezione Jucker, prima conservata a Brera; la favolosa serie dei quadri di Boccioni, Carr, Balla e degli altri Futuristi, con la famosissima scultura di Boccioni Forme uniche nella continuit degli spazi, esposte in sale con pannelli color crema e colonne di marmo. Si prosegue poi con gli anni Venti e Trenta e le sale monografiche di Morandi, De Chirico, Martini.Il percorso continua in ordine cronologico. Il ritorno allordine del gruppo di Novecento, gli antagonisti della Scuola Romana, i Chiaristi, De Pisis. Si incontrano poi, in un continuo dentro e fuori un po labirintico, Manzoni e Burri, il Gruppo T, lArte Povera, Marino Marini. Lucio Fontana ha una sala tutta per s che si affaccia sul celebre Neon e dove possibile ammirare, nel mezzanino, il famoso soffitto realizzato da lui nel 1956 per la sala da pranzo dellHotel del Golfo di Procchio allIsola dElba, decorato con segni, tagli e incisioni operati direttamente sullintonaco fresco e riempiti di colori puri. Soffitto che ha subito rocambolesche vicende e che stava per essere distrutto nel corso di un radicale intervento di ristrutturazione delledificio. Solo la Soprintendenza di Brera e la Fondazione Fontana con il loro intervento, hanno permesso il salvataggio del soffitto. Al centro delledificio scorre un imponente impianto di doppie scale mobili. Un po centro commerciale, un po Centre Pompidou. Una parte molto importante quella dedicata
14
allarte davvero contemporanea, che ospitata nel piano superiore di Palazzo Reale, collegato da una passerella che conduce in sale grandi e adatte alle dimensioni fuori misura di certe opere. Rotella, Pistoletto, la Land art, la Pop art, larte concettuale, istallazioni ottiche e reali in cui lo spettatore pu entrare e lasciarsi stordire dai giochi di specchi, luci, suoni. Finalmente a Milano un museo di arte contemporanea degno di questo nome, nel cuore della citt. Con un ultimo interrogativo. E Casa Boschi-Di Ste-
fano? Moltissime opere esposte al museo provengono da quello straordinario ambiente espositivo che era la casa dei coniugi Boschi. Certo, questo trasferimento era gi in programma fin dai tempi della loro donazione, ma sicuramente la fisionomia di questa casa-museo radicalmente cambiata e forse anche snaturata. Rimane Savinio, simbolo della casa, ma se ne sono andati importanti e altrettanto significativi Sironi, De Chirico, Manzoni e Fontana. Come fare per non cambiare la fisionomia della casa-museo ma
allo stesso tempo permettere di avere una visione globale della storia artistica del Novecento? Questa lardua questione. Per ora ci accontentiamo di questo nuovo e veramente attuale museo, gratuito fino al 28 febbraio.
Museo del Novecento, Palazzo dell Arengario, Piazza Duomo, Orari: lun 14.30 - 19.30, mar mer ven dom 9.30 - 19.30 giov sab 9.30 22.30 Ingresso gratuito fino al 28 febbraio 2011
CINEMA
questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org
Il discorso del re
di Tom Hooper [The King's Speech, UK, Australia, USA, 2010, 111'] con: Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Michael Gambon, T.Spall
Il Principe Albert (Colin Firth, bravissimo) Bertie, per pochi intimi soffre di una grave forma di balbuzie che gli rende impossibile la vita pubblica. Ma Lionel Logue (Geoffrey Rush), suo logopedista, a comprendere il vero problema di Bertie: ha paura della sua ombra. Il discorso del Re [The King's Speech, UK, Australia, USA, 2010, 111'], di Tom Hooper, ambientato nella Londra regale degli anni subito precedenti alla Seconda Guerra Mondiale. La radio, in questi anni, il mezzo di comunicazione trait d'union tra sovranit e popolo: il filo invisibile di collegamento tra un leader e la sua nazione. Forse non ha la forza dirompente che avr la televisione da l a qualche anno, ma per un balbuziente rimane un incubo da superare. In modo particolare se l'uomo destinato a diventare Giorgio VI d'Inghilterra. Per Bertie, futuro Re, quel filo di collegamento singhiozzante. Al cospetto del microfono viene desacralizzato: perde l'aura di venerabilit necessaria a un sovrano. Trema e si sente inadatto. Davanti al popolo non ha una voce. Il microfono lantagonista nel film: inquadrato sempre in modo maestoso, quasi come se fosse un boia che condanna Bertie alla pubblica umiliazione. Tom Hooper porta la macchina da presa dietro le quinte. O, meglio, si mette in quello spazio intermedio in cui sfera pubblica e privata si confondono. Scopriamo le debolezze di un uomo, le sue paure. Bertie ossessionato dalleredit lasciatagli dal padre Giorgio V (Michael Gambon) e dal raggiante carisma del fratello (Guy Pearce). Entrambi ottimi oratori, rispondono con abilit agli stilemi della comunicazione radiofonica. Bertie vive oscurato dalla loro imponenza. Ma lombra che lo avvolge, in realt, dentro di lui: sentimento di scarsit che lo rende insicuro, non allaltezza. Tuttavia, il Principe Albert determinato a
15
combattere contro i suoi limiti o, quantomeno, ci vuole provare. disposto a tutto pur di poter reggere con orgoglio l'insostenibile peso della Corona. Lo aiuta Lionel, logopedista dai metodi bizzarri, instaurando con lui un rapporto che presto evolver in amicizia. Hooper - candidato con questo film a dodici Oscar - guarda con curiosit alla relazione umana che si stabilisce tra il Reale e luomo comune: prima lontani per differenze di sangue, poi rispettivamente allievo e insegnante, infine amici. Lamicizia come passione semplice ma imprescindibile. Il regista gioca - con divertente
umorismo inglese - alla costruzione di questo rapporto insolito. Allinizio c diffidenza: il Principe fatica ad accettare linformalit di Lionel; Lionel, dal canto suo, vuole convincerlo che soltanto avendo fiducia riuscir a superare le incertezze. Si creer una mutua stima destinata a durare per lungo tempo. Il Principe che diventa Re grazie agli stimoli di una persona qualunque. Ma, Lionel, pi che qualunque normale. Di quella normalit bella, umana, trasmessa attraverso la genuinit di un uomo grande. Cos anche Bertie, allontanate le ombre, scopre la sua grandezza e trova la sua voce.
Paolo Schipani
In sala: Apollo SpazioCinema, Eliseo Multisala, Anteo SpazioCinema, UCI Cinemas Bicocca, The Space Cinema Rozzano, Plinius multisala, Gloria multisala, Arcobaleno Filmcenter, UCI Cinemas MilanoFiori, Skyline Multiplex, Ducale Multisala, Le Giraffe Multisala, UCI Cinemas Pioltello, The Space Cinema Le Torri Bianche, UCI Cinemas Lissone, The Space Cinema Cerro Maggiore, Arcadia Bellinzago Lombardo, UCI Cinemas Como, Cinelandia Multiplex Gallarate, Multisala Capitol SpazioCinema, Multisala Movie Planet
Frankestein Junior
di Mel Brooks [USA, 1974, 106] con: Gene Wilder, Peter Boyle, Marty Feldman, Teri Garr, Madeleine Kahn
SI PUO' FARE, avranno gridato con spirito emulativo gli operatori della Nexo digital, prima di iniziare la rimasterizzazione dell'immortale pellicola di Mel Brooks, Frankenstein Junior. A trentasei anni di distanza dalla prima uscita, torna eccezionalmente nelle sale di tutta Italia questo capolavoro inossidabile. Questi cento minuti di condensato di comicit allo stato puro che hanno creato dipendenza in tutti noi appassionati spettatori. imperdibile l'occasione di ammirarlo sul grande schermo. E che al grido di Frau Blcher, nitriscano i cavalli delle vostre automobili verso i cinema. Marco Santarpia
In sala a Milano: Odeon, Ducale, Arcobaleno, Uci Certosa, Uci Cinemas Bicocca, Skyline Multiplex
16
Cinefili Underground
a cura di Francesco Rizzo
Per i cinefili milanesi, appuntamento d'obbligo questa settimana con la rassegna "Il cinema italiano visto da Milano", che la Cineteca di viale Vittorio Veneto 2 organizza per la nona stagione. Fino al 6 febbraio, film in anteprima (e non), cortometraggi e documentari, incontri con registi, attori e sceneggiatori, piccole perle come il "cine-quiz" organizzato da Luisa Morandini, figlia d'arte. E' anche l'occasione per andare alla scoperta del cinema italiano che fatica -
e a volte non riesce proprio - a ritagliarsi uno spazio nelle sale di prima visione: la rassegna presenta infatti cinque film in concorso (la premiazione avverr il 5 febbraio) di registi non ancora arrivati all'attenzione del grande pubblico. Tra gli incontri, aperti a tutti, quello con Silvio Soldini (luned 31 gennaio alle 20.30) e quello con Giorgio Diritti e Alba Rohrwacher per la proiezione de L'uomo che verr (il 1 febbraio alle 21). Il 2 febbraio, invece, alle 21.15, pro-
iezione del film sulla strage di Nassirya Venti sigarette, di Aureliano Amadei, che incontrer gli spettatori. Ma sullo schermo scorreranno anche le immagini de La pecora nera, di Ascanio Celestini, La passione, di Carlo Mazzacurati e Le quattro volte, di Michelangelo Frammartino. Per informazioni, http://www.cinetecamilano.it/ oppure http://treninellanotte.splinder.com/
GALLERY
VIDEO
17