REGOLAMENTO PER I PUBBLICI ESERCIZI DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE E DISCIPLINA DELLE ATTIVIT DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE Allegato C
Sommario
Capo I - Principi e disciplina
Articolo 1 - Principi e finalit................................................... Articolo 2 - Definizioni e specificazioni dei pubblici esercizi di somministrazione.. Articolo 3 - Tipologia degli esercizi di somministrazione Articolo 4 - Esercizio dellattivit......................................................................... Articolo 5 - Requisiti per lesercizio dellattivit. Articolo 6 - Programmazione comunale Articolo 7 - Decadenza dallattivit...................................................................... Articolo 8 - Attivit di somministrazione non configuranti pubblici esercizi.. Articolo 9 - Orari e giorni di apertura. Articolo 10 - Procedimento per lautorizzazione allesercizio h 24 Articolo 11 - Obblighi e divieti.. Articolo 12 - Pubblicit e trasparenza dei prezzi. pag. 3 pag. 3 pag. 4 pag. 4 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 6 pag. 7 pag. 7 pag. 8 pag. 8
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ALLEGATO C1): Criteri di qualit per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande ..pag.19 ALLEGATO C2): Punteggio minimo ancorato ai criteri di qualit ...pag.20 ALLEGATO C3): Parametri igienico sanitari e funzionali per lapertura di esercizi di somministrazione ..pag.21 ALLEGATO C4): Titoli abilitativi distinti per tipologia di area oggetto di concessione .. pag.22 NOTE pag. 23
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degli alimenti, o in qualit di socio lavoratore o, se trattasi di coniuge, parente o affine, entro il terzo grado, dellimprenditore, in qualit di coadiutore familiare, comprovata dalliscrizione allINPS; c. essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche triennale, o di altra scuola ad indirizzo professionale, almeno triennale, purch nel corso di studi siano previste materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti; I soggetti di cui al comma 1 devono, inoltre, possedere i seguenti requisiti professionali indicati dal Ministero dello Sviluppo Economico nelle risoluzioni emanate al riguardo: a. essere iscritto nel registro esercenti il commercio per lattivit di somministrazione alimenti e bevande presso una Camera di Commercio e di non esserne stato cancellato per perdita dei requisiti soggettivi; b. essere iscritto nel registro esercenti il commercio per lattivit di vendita per uno dei gruppi merceologici individuati dalle lettere a), b) e c) dellart. 12, comma 2 del D.M. 4/8/88, n. 375 presso una Camera di Commercio e di non esserne stato cancellato per perdita dei requisiti soggettivi; c. aver superato lesame di idoneit allesercizio dellattivit di somministrazione alimenti e bevande presso una Camera di Commercio; d. aver superato lesame di idoneit allesercizio dellattivit di vendita di alimentari presso una Camera di Commercio. E fatta salva la validit del requisito professionale acquisito dai soggetti gi iscritti nel Registro esercenti il commercio per lattivit di somministrazione di alimenti e bevande, di cui allart. 1 della L. 426/71 e s.m.i. Sono cause ostative allesercizio dell'attivit di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico quelle citate allart. 71 commi 1,2,3,4 e 5 del D.Lgs. 59/2010, nonch allart. 10 della L. 31/5/65 n. 575. Con riferimento ai locali ove condotta la somministrazione, il titolare deve dichiarare e/o comprovare: a. di poter esercitare tale attivit nel rispetto delle norme vigenti; b. che i locali, sotto il profilo urbanistico-edilizio, sono legittimamente realizzati ed hanno destinazione duso compatibile o sono legittimabili con procedimento in corso; c. di essere dotato delle necessarie autorizzazioni nel caso in cui i locali siano compresi in edifici e/o aree oggetto di tutela ai sensi del D.lgs. 42/2004 e s.m.i.; d. il rispetto delle disposizioni previste dalla Legge 447 del 26 ottobre 1995 e quelle contenute nella normativa di attuazione del piano di zonizzazione acustica del Comune di Napoli, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 204 del 21 dicembre 2001; e. il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro e prevenzione incendi, ove dovuto; f. che i locali e le aree allaperto rispettano i criteri di sorvegliabilit dettati dal Decreto del Ministro degli Interni 564/92 e s.m.i. . E fatto obbligo agli esercenti di salvaguardare il continuativo funzionamento dei servizi igienici presenti nel locale, garantendone altres la libera fruibilit al pubblico. Il possesso dei requisiti di cui ai comma 1, ove non suscettibili di autocertificazione, sono comprovati mediante produzione della relativa documentazione, secondo quanto riportato nella modulistica di riferimento.
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3. A ciascun criterio, come individuato nellallegato C1, collegato uno specifico indicatore di qualit, cui assegnato un corrispondente punteggio. Lo svolgimento dellattivit subordinato al raggiungimento della soglia minima prefissata, riportata nellallegato C2. 4. Gli interessati allapertura di una nuova attivit di somministrazione di alimenti e bevande devono: a) presentare, insieme alla Segnalazione Certificata dInizio Attivit, una dichiarazione attestante lindicazione dei requisiti qualitativi posseduti nellambito di quelli di cui allallegato C1, quantificando il punteggio raggiunto, che dovr essere pari o superiore al minimo di accesso indicato nellallegato C2, in base alla zona di insediamento; b) garantire in ogni momento il mantenimento degli indicatori di qualit e del correlato punteggio, come indicato nella dichiarazione di cui alla lettera precedente. 5. La soglia minima di punteggio di cui allallegato C1 deve essere rispettata anche in caso di trasferimento di sede o di ogni altra variazione significativa dei locali e delle attrezzature (tali sono da considerarsi quelle rilevanti ai sensi e per gli effetti della normativa igienico-sanitaria di cui al reg. CE 852/2004). 6. La disciplina di cui al presente articolo, fermo il rispetto delle norme igienico sanitarie e di tutela della sicurezza dei luoghi di lavoro e dei lavoratori, non si applica agli esercizi esistenti ed ai locali gi in uso come pubblici esercizi, ivi compreso i subentri, in assenza di modifiche alla sede dellesercizio. Nel caso di ampliamenti e/o modifiche eccedenti la manutenzione ordinaria della sede dellesercizio e trasferimenti in altri locali, gli esercizi esistenti devono osservare integralmente le disposizioni del presente regolamento.
e) in via diretta a favore dei propri dipendenti da amministrazioni, enti o imprese pubbliche; f) al domicilio del consumatore; g) con accesso inibito alla generalit dei consumatori, in favore delle persone alloggiate o ospitate per fini istituzionali da ospedali, case di cura, case per esercizi spirituali, asili infantili, scuole, case di riposo, caserme, stabilimenti delle forze dellordine, strutture di accoglienza per immigrati o rifugiati e altre simili strutture di accoglienza o sostegno; h) nei parchi pubblici, negli alberghi, pensioni, locande o ad altri complessi turistico-ricettivi, limitatamente alle prestazioni rese agli alloggiati. 2. Le attivit di cui al presente comma sono soggette a Segnalazione Certificata di inizio di attivit, da formalizzare al competente Ufficio e possono essere iniziate dalla data di ricevimento della relativa dichiarazione, completa della documentazione prevista. 3. Le attivit di somministrazione allinterno delle strutture di cui ai commi a, b e c avranno accesso dallingresso di dette strutture e dovranno osservare gli orari di apertura delle stesse.
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tutela della salute e della pubblica incolumit. 4. Nella Zona A Insediamento di Interesse storico del vigente Piano Regolatore Generale e nelle zone oggetto di tutela paesistico ambientale, e di pianificazione paesistica o comunque vincolate ai sensi del decreto legislativo 42/2006 e s.m.i. , non ammessa la realizzazione di nuovi chioschi su suolo pubblico. Le installazioni esistenti potranno essere mantenute in essere in conformit a quanto stabilito al successivo art. 32. 5. Quando lAmministrazione non proceda alla realizzazione in proprio delle installazioni di chioschi nellambito delle fattispecie previste dal presente regolamento, ed affida al concessionario del suolo pubblico la realizzazione del chiosco, questi deve produrre la medesima documentazione tecnica prevista per le occupazioni descritte nel presente Capo.
delle superfici dellesercizio pubblico esistente e di quelle superfici che si intende occupare, ed in particolare alla capacit operativa del pubblico esercizio (dimensioni della cucina, e dei locali di preparazione degli alimenti) e al numero e alla qualit dei servizi igienici riservati allutenza e al personale addetto. E facolt dellesercente, nel rispetto della capacit massima di servizio, commisurata anche in funzione del rispetto dei parametri igienicosanitari, nonch della superficie di suolo pubblico ottenuta in concessione, posizionare gli arredi funzionali alla somministrazione, quali tavoli e sedie, tra spazi interni e spazi esterni, nel modo maggiormente corrispondente alle proprie esigenze. 5. La concessione di suolo dovr essere tale da non ridurre o limitare la qualit del tessuto urbano, dei beni storico-culturali e paesaggistici, la sicurezza dei cittadini, la qualificazione formale e funzionale dellambiente urbano. Le istallazioni devono risultare commisurate agli spazi pubblici disponibili, nel senso che le stesse devono interessare una porzione non predominante e comunque non devono snaturarne il carattere principale di strada, di slargo o di piazza. 6. Le occupazioni di suolo e le installazioni di arredo dovranno in particolare conformarsi ai seguenti criteri: a) loccupazione di suolo pubblico sui marciapiedi consentita nel rispetto di quanto previsto dall'art. 20, comma 3, del D.Lgs. 285 del 30 aprile 1992, e s.m.i. (Codice della Strada), secondo cui comma 3. Nei centri abitati [....] l'occupazione di marciapiedi da parte di chioschi, edicole od altre installazioni pu essere consentita fino al massimo della met della loro larghezza, purch in adiacenza ai fabbricati e sempre che rimanga libera una zona per la circolazione dei pedoni larga non meno di due metri. Le occupazioni non possono comunque ricadere all'interno di triangoli di visibilit delle intersezioni di cui all'art. 18, comma 2. Nelle zone di rilevanza storico-ambientale, ovvero quando sussistano particolari caratteristiche geometriche della strada, ammessa l'occupazione dei marciapiedi a condizione che sia garantita una zona adeguata per la circolazione dei pedoni e delle persone con limitata o impedita capacit motoria. Con riferimento a tale ultima parte, al solo fine di chiarire quali siano le zone di rilevanza storico-ambientale, si precisa che nel Comune di Napoli "le zone di rilevanza storicoambientale" coincidono con la "Zona A - Insediamento di interesse storico" definita dal PRG vigente. In tali zone, se sussistono particolari caratteristiche geometriche della strada, peculiari condizioni di viabilit e se per le dimensioni del marciapiede non possibile il rispetto puntuale di quanto disposto nella prima parte del richiamato comma 3, l'occupazione dei marciapiedi ammessa a condizione che sia garantito uno spazio libero dal margine del marciapiede non inferiore alla somma dellingombro trasversale necessario per la circolazione contemporanea di un pedone e di una persona con limitata o impedita capacit motoria, considerata la misura standard degli ausili meccanici di deambulazione e tenuto sempre conto delle esigenze generali di sicurezza. b) Nelloccupazione dei marciapiedi larea da occupare deve essere posta in aderenza ai fabbricati ove sono collocati i pubblici esercizi cui riferita loccupazione di suolo. Ove le dimensioni fisiche del marciapiedi lo consentono, fermo restando il rispetto delle condizioni generali definite alla lettera a) del presente paragrafo, possibile porre loccupazione non in aderenza al fabbricato. c) Nelle aree pedonali, non applicandosi il disposto dellart. 20 del codice della strada, le occupazioni di suolo pubblico non devono limitare il transito e la circolazione dei pedoni e delle persone con limitata o impedita capacit motoria, dei mezzi di soccorso e di pubblica sicurezza. d) La Giunta Comunale si riserva di identificare, con propria deliberazione, le aree e/o i luoghi nei quali siano vietate le occupazioni di suolo e le installazioni di arredi. e) Quando linstallazione di arredo in prossimit di edifici sottoposti a vincolo di tutela e di elementi di interesse culturale, essa non pu essere posta in aderenza al paramento degli stessi, ma deve essere distanziata da un adeguato spazio per il passaggio dei pedoni. f) Le istallazioni di arredo devono essere distanziate di almeno metri 10 (dieci) dagli accessi ad edifici pubblici e di culto, salvo deroghe autorizzate con lapprovazione dei progetti unitari per ambiti territoriali omogenei. g) Le diverse installazioni di arredo non possono essere contigue, cio poste senza soluzione di continuit, ma devono essere assicurati spazi liberi tra due successive
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installazioni non inferiori a mt. 1,5. h) Le istallazioni di arredo non devono occultare o ostruire la vista di targhe, lapidi o cippi commemorativi, autorizzati dal Comune, di monumenti e di visuali paesaggistiche. i) Le istallazioni di arredo non devono interferire, occultare od ostacolare la vista della segnaletica verticale ed orizzontale per la circolazione, n delle luci semaforiche, n della toponomastica. j) Le istallazioni di arredo non devono interferire con gli scivoli per disabili posti sui marciapiedi, con le reti tecnologiche e loro parti o elementi di servizio (es. chiusini, griglie, caditoie, idranti, quadri di controllo, misuratori dei servizi erogati, illuminazione, ecc.), n comportarne un limitato funzionamento, n ridurne laccesso e la manutenzione. k) Lestensione lineare del fronte della occupazione di suolo e le connesse istallazioni di arredo, di norma, non deve essere superiore al fronte del pubblico esercizio di cui pertinenza ovvero il limite lineare del fronte non pu superare lateralmente di mt. 1,00 gli accessi dellattivit prospicienti sullo spazio pubblico; tale limite potr essere derogato esclusivamente quando il fronte disponibile non sia oggetto di accessi e/o affacci, viceversa, in caso di presenza di accessi e/o affacci, che risulterebbero oscurati o coperti dagli arredi costituenti loccupazione, la distanza del fronte lineare da questi non pu essere inferiore a mt. 1,00 dal varco in muratura. In ogni caso, non dovranno essere pregiudicati i diritti di terzi.
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Articolo 22 - Norme di realizzazione per le occupazioni con elementi di arredo per attivit di somministrazione
1. L'occupazione di suolo, sia pubblico che privato gravato da servit di uso pubblico, deve rispondere alle seguenti indicazioni di carattere generale: a) Le coperture presenti, pur nella diversa tipologia, devono risultare coordinate nei colori ed omogenee per altezza. Esse non possono superare in altezza i mt. 3.50. b) Le delimitazioni laterali devono essere limitate ad una altezza dal suolo di 1,5 mt., al solo fine di protezione dal vento e dai rumori dellavventore nella posizione seduta, non ammessa lapposizione di tendaggi o altre chiusure laterali, ancorch trasparenti o di plastica. c) Le strutture di delimitazione dovranno essere realizzate con elementi lignei mordenzati o attintati in colori scuri, oppure con profilati in ferro attintati in colori scuri, e le parti di tamponamento dovranno essere eseguiti con materiali trasparenti non riflettenti, o con grillage montati su fioriere contenenti essenze arbustive. d) La colorazione delle coperture deve essere in tinta unita ed uniforme, preferibilmente nel colore chiaro della fibra naturale del cotone o della canapa. Esso comunque dovr essere compatibile con l'assetto cromatico della intera facciata di riferimento o dell'intorno nel caso di piazze e assi storici; in zone non oggetto di particolari tutele consentito anche l'accostamento di pi colori, fermo restando il criterio della compatibilit con l'assetto cromatico generale circostante, sia esso edificato o meno. e) Sulle coperture e sulle strutture di delimitazione sono consentite scritte pubblicitarie, scritte con il nome dell'esercizio ed un piccolo logo caratterizzante lo stesso; le dimensioni della scritta ed il tipo di carattere usati devono essere uniformati ad un criterio di massima semplicit e di dimensioni contenute. Le iscrizioni dovranno essere oggetto di apposita autorizzazione e, per esse, pu essere dovuto il canone pubblicitario in ragione della estensione complessiva delle indicazioni pubblicitarie.
Articolo 23 - Azioni di coordinamento delle occupazioni di suolo pubblico per ambiti omogenei
1. Il Comune di Napoli, autonomamente o anche su progetti proposti dalle organizzazioni degli esercenti, ovvero delle loro libere associazioni, con riferimento a spazi costituenti ambiti urbani omogenei per caratteristiche funzionali, morfologiche, storico-culturali, paesaggistiche ed ambientali, pu dare corso ad azioni di coordinamento progettuale degli interventi di sistemazione ed arredo che interessano lo spazio urbano pubblico o di uso pubblico. 2. Il Comune di Napoli, nei predetti ambiti omogenei, pu disporre la istituzione di aree pedonali e/o di disciplina della mobilit finalizzate alla fruizione ed al godimento degli spazi pubblici urbani, anche con riferimento a particolari periodi della giornata o dellanno, ovvero a carattere stabile in relazione alla articolazione generale delle esigenze pubbliche. In tali ambiti, al fine di garantire il necessario coordinamento tra le soluzioni progettuali delle attrezzature su suolo pubblico, il sistema dellarredo urbano ed i caratteri dellambiente interessato, si proceder mediante progettazioni unitarie, che dovranno definire: a) la coerenza con lambiente urbano preesistente, ovvero gli elementi di innovazione necessari per la qualificazione e/o riqualificazione; b) la tutela e la valorizzazione dellambiente urbano e dei beni storico-culturali e paesaggistici; c) lassetto funzionale, morfologico e formale degli spazi; d) le tipologie, i materiali ed colori degli arredi. 3. Lazione di coordinamento ed il connesso progetto, anche se non promossi dallAmministrazione Comunale, sono approvati dalla Giunta Comunale. 4. Gli esercenti le concessioni di suolo pubblico devono attenersi ed uniformarsi a quanto definito dallazione di coordinamento approvata dalla Amministrazione Comunale.
sensi dellart. 14 della L. 241/90 e s.m.i.. 2. Alla conferenza dei servizi, indetta dal dirigente dellUfficio competente al rilascio delle concessioni di suolo pubblico, partecipano, di norma, i dirigenti degli uffici competenti in tema di, traffico e viabilit, arredo urbano, verde pubblico, edilizia privata, polizia municipale, nonch i dirigenti competenti della municipalit in cui ricade lintervento ed dirigenti apicali delle strutture organizzative ove sono incardinate le predette materie al fine di garantire i necessari livelli di coordinamento delle azioni progettuali. Possono partecipare altres, in qualit di uditori, gli esponenti rappresentanti delle Organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative. 3. Se lintervento ricade in area oggetto di tutela culturale e/o paesaggistica, alla conferenza dei servizi deve essere invitato il Soprintendente competente alla tutela del bene. 4. I lavori della conferenza dei servizi sono disciplinati ai sensi dellart. 14 ter della legge 241/90 e smi. Le associazioni di categoria e dei consumatori, nel corso dei lavori della Conferenza dei Servizi, possono far pervenire memorie ed osservazioni. A conclusione dei lavori, il dirigente dellUfficio competente formalizza la conclusione del procedimento istruttorio e la proposta di deliberazione per la Giunta Comunale. 5. La Giunta Comunale provvede alla discussione deliberazione di competenza nel termine di 15 gg. dalla ricezione della proposta.
Articolo 25 - Modalit di presentazione dellistanza per il rilascio concessione di suolo pubblico per la installazione di arredi
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1. Il titolare di un pubblico esercizio che intenda collocare, su suolo pubblico, ovvero privato gravato da servit di uso pubblico, una installazione di arredo, deve ottenere preventiva concessione. A tal fine deve presentare allUfficio competente formale istanza in bollo. 2. La domanda deve contenere: a) l'indicazione delle generalit, della residenza o domicilio legale ed il codice fiscale o partiva IVA del richiedente, se trattasi di persona fisica, ovvero la denominazione, il domicilio legale, la partita IVA del soggetto, nonch i dati anagrafici del legale rappresentante; b) la ricevuta di pagamento dei diritti di istruttoria; c) la indicazione dellattivit svolta e gli estremi dellatto abilitante lesercizio; d) l'oggetto della occupazione, il periodo per il quale viene richiesta la concessione, le finalit a fondamento della stessa; e) la dichiarazione di conoscere ed accettare a tutte le condizioni contenute nel presente regolamento; f) La documentazione tecnica necessaria ad identificare loccupazione di suolo ed il progetto della installazione degli arredi, redatta ed asseverata da un tecnico abilitato. 3. La documentazione tecnica deve recare: a) stralcio planimetrico 1:4000 e 1:1000 della zona interessata dalloccupazione; b) fotografie a colori (formato minimo cm. 9x12), in numero sufficiente e da varie angolature, del luogo dove la struttura dovr essere inserita, con annessa planimetria che identifichi i punti fotografici; c) progetto, di norma in scala 1:50, delloccupazione richiesta, completa di pianta, prospetti e sezioni, viste prospettiche, fotomontaggio dal quale si evidenzi lo stato di fatto dellarea da occupare, prima dellintervento, e la simulazione dellarea con le istallazioni di arredo dello spazio pubblico o di uso pubblico di progetto. La simulazione potr essere resa anche attraverso la rappresentazione prospettica o assonometrica dellintervento, idonea a valutare lentit delle trasformazioni indotte. Il progetto deve essere opportunamente quotato e riportare le dimensioni del marciapiede, della carreggiata carrabile, dei parcheggi, fermate e pensiline mezzi pubblici, chiusini per sottoservizi, scivoli per disabili, panchine, dissuasori di sosta, alberi, propriet confinanti e loro accessi e/o pertinenze, passaggi pedonali ed ogni altra informazione utile; d) relazione tecnica esplicativa delle condizioni generali e particolari dello stato dei luoghi, del progetto di arredo degli spazi pubblici, dei materiali impiegati; e) specificazioni di tutti gli elementi significativi di arredo anche attraverso riproduzioni fotografiche o copie ed estratti di catalogo; 4. La documentazione tecnica deve essere fornita in n8 copie. Se necessario acquisire
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anche pareri e nulla osta di enti esterni allAmministrazione, lUfficio competente al rilascio si attiver per lacquisizione dei suddetti pareri e nulla osta. In tal caso, occorre linoltro di ulteriori due copie per ciascun ente interessato. 5. Nello spirito della semplificazione e de-materializzazione dei procedimenti amministrativi e per ridurre i costi per i richiedenti, in alternativa alle modalit sopra indicate, lEnte attiver una procedura web, tramite cui il titolare del pubblico esercizio potr inoltrare le proprie istanze ed i relativi allegati in formato digitale. 6. Al fine dellesame della domanda e della relativa istruttoria, il richiedente tenuto a produrre i dati necessari; a richiesta dellUfficio competente pu integrare la documentazione. 7. Se la concessione ricade in zona sottoposta a tutela dei beni culturali e/o paesaggistici, lefficacia della concessione resta subordinata al conseguimento dei necessari nulla osta ed autorizzazioni.
Articolo 26 - Procedimento di rilascio della concessione di suolo pubblico per la installazione di arredi
1. LUfficio competente valuta la conformit delle richieste di concessione di occupazioni di suolo pubblico alle previsioni del presente documento regolamento. 2. LUfficio competente, al fine di valutare il contenuto della proposta, promuove listruttoria ed inoltra la documentazione agli enti interessati al rilascio di pareri, nulla osta ed autorizzazioni. In particolare alle competenti Soprintendenze in caso di aree soggette a tutela culturale e/o paesaggistica e, in casi di particolare rilevanza e complessit, convoca una conferenza dei servizi, ai sensi dell art. 14 della L. 241/90 e s.m.i.. 3. In caso di convocazione della conferenza dei servizi, indetta dal dirigente dellUfficio competente al rilascio delle concessioni di suolo pubblico partecipano, di norma, i dirigenti degli uffici competenti in tema di, traffico e viabilit, arredo urbano, verde pubblico, edilizia privata, polizia municipale, nonch i dirigenti competenti della municipalit in cui ricade lintervento. 4. Se lintervento ricade in area oggetto di tutela paesaggistica, alla conferenza dovr prendere parte anche il dirigente preposto alla emanazione dellautorizzazione Ambientale, quando necessario il permesso a costruire, alla conferenza dei servizi deve, inoltre, prendere parte il dirigente del servizio edilizia privata. 5. La conferenza, convocata, si esprime entro il trentesimo giorno dalla ricezione della documentazione inerente le richieste. All'esito dei lavori della conferenza, il dirigente competente il rilascio della concessione nel termine dei successivi 15 gg adotta la determinazione motivata di conclusione del procedimento, valutate le specifiche risultanze della conferenza e tenendo conto delle posizioni prevalenti espresse in sede di conferenza dei servizi come risultante dal verbale dei lavori della conferenza. 6. Nel caso di conclusione positiva dellistruttoria, il responsabile del procedimento comunica gli oneri dovuti dal concessionario e gli estremi per il versamento; alla ricezione delle ricevute di pagamento il dirigente competente provvede al rilascio della concessione. 7. In ogni caso il responsabile del procedimento completa listruttoria e provvede alla emanazione del provvedimento conclusivo entro il 60 giorno dal ricevimento dellistanza. 8. Se la concessione ricade in zone sottoposte a tutela dei beni culturali e/o paesaggistici, lefficacia della concessione resta subordinata al conseguimento dei necessari nulla osta ed autorizzazioni, laddove necessari.
Articolo 32 - Norma transitoria per la regolarizzazione dei punti vendita in chioschi esistenti
1. Nel territorio cittadino sono presenti molteplici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande localizzati in chioschi. Al fine di assicurare la piena rispondenza delle localizzazioni esistenti alle norme urbanistico-edilizie di tutela paesistico-ambientale e storico-artistica,
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igienico-sanitarie, di sicurezza urbana e della circolazione stradale, entro 12 mesi dallapprovazione del presente atto, gli uffici comunali preposti procederanno ad avviare una verifica di tutti i punti vendita in chioschi autorizzati, da attuarsi secondo gli indirizzi di seguito definiti. Entro i successivi tre anni si concluder il procedimento di revisione delle autorizzazioni amministrative. I punti vendita che avranno cessato lesercizio, sempre che tale circostanza abbia formato oggetto di verifica da parte dellAmministrazione, non potranno pi essere riattivati sulla base delle vecchie autorizzazioni. Il procedimento di revisione sar uniformato ai seguenti indirizzi: a) gli uffici coinvolti dovranno perseguire lobiettivo della massima conservazione possibile delle localizzazioni esistenti, anche proponendo interventi strutturali, viabilistici e di arredo urbano per rendere compatibile il sito attuale con la presenza del chiosco esistente; b) qualora, per la localizzazione a suo tempo autorizzata, non sia possibile identificare opportune sistemazioni, tali da rispettare le disposizioni di legge e regolamentari richiamate al comma 1, gli uffici potranno valutare ipotesi di modifica e/o di delocalizzazione del chiosco esistente, a spese dei titolari, secondo modalit compatibili con le norme vigenti e con un armonioso inserimento nel contesto urbano di riferimento, presentate dallesercente; c) nel caso in cui il chiosco sia localizzato in aree interessate da progetti di riqualificazione urbana, o nel contesto di Centri Commerciali Naturali riconosciuti, o in ambiti urbani omogenei per caratteristiche funzionali, morfologiche, storico-culturali, paesaggistiche ed ambientali, le proposte di cui al punto precedente dovranno tenere conto, per quanto possibile del criterio di un armonioso inserimento del chiosco nel contesto urbano di riferimento e di un coordinamento estetico e funzionale con le altre occupazioni di suolo pubblico presenti nellarea. I progetti di sistemazione dei chioschi proposti dal titolare dellesercizio devono essere corredati dalla medesima documentazione tecnica prevista per le occupazioni descritte al capo III; Al termine del procedimento di revisione degli atti abilitanti, lAmministrazione comunale rilascer latto di autorizzazione commerciale. Questo sar integrato dalle necessarie concessione di suolo e soprassuolo pubblico e delle autorizzazioni edilizie per il chiosco ove allocato il punto vendita. Nellambito del procedimento potranno essere conseguiti i necessari adeguamenti funzionali del chiosco. Con il medesimo procedimento, potr essere autorizzato il trasferimento del chiosco, ovvero il trasferimento dellattivit in un negozio. Al termine del periodo definito al comma 1, ove il procedimento di revisione amministrativa non si sia concluso per inerzia del titolare delle autorizzazioni/concessioni, per inaccoglibilit delle soluzioni dallo stesso proposte, ovvero per mancato adeguamento del medesimo alle proposte dellAmministrazione, si proceder alla revoca di ogni precedente autorizzazione ed alla rimozione di ogni occupazione. Sino al perfezionamento del procedimento di revisione delle autorizzazioni amministrative: a) sono sospesi procedimenti nei confronti dei titolari dei chioschi la cui ubicazione non sia corrispondente al dettato dellart. 24 del regolamento viario, in quanto lo stesso non integra lintera fattispecie di cui al comma 3 dellart 20 del codice della strada, che consente ai comuni, limitatamente alle occupazioni gi esistenti allentrata in vigore del codice, di derogare alle disposizioni generali per le aree a rilevanza storico-ambientale, ovvero quando sussistano particolari caratteristiche geometriche della strada; b) le istanze di subingresso saranno valutate tenendo conto esclusivamente delle condizioni soggettive del subentrante. Qualora allistanza di subentro si accompagni una richiesta di modifica della localizzazione e/o della configurazione spaziale del manufatto, si dovr procedere ad una revisione dei singoli atti abilitanti ed al rilascio dei nuovi titoli autorizzativi sulla base del lavoro istruttorio di tutti gli uffici competenti.
8. Nel regolamento di organizzazione saranno definite soluzioni idonee a dare piena attuazione agli indirizzi di cui sopra, nel rispetto dei principi dello Sportello Unico e della collaborazione interistituzionale. 9. Per gli esercizi collocati in chioschi, fermo restando la necessit di conseguire una
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separazione funzionale tra lo spazio di vendita e di servizio, non si applicano il limiti minimi di superficie di cui allarticolo 13.
Articolo 34 - Abrogazioni 1. Del Regolamento di Polizia Urbana, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n.
46 del 09/03/2001, sono abrogati gli articoli 25 e 26, in quanto disposizioni contenute nel presente Regolamento. 2. Del Regolamento Comunale di Igiene e Sanit Pubblica, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 46 del 09/03/2001, sono abrogati il Capo V articoli 16, 17 18 19 20 21 e 22 in quanto disposizioni di competenza annonaria contenute nel presente Regolamento. 3. Ulteriori norme contenute in altre disposizioni regolamentari dellAmministrazione ed afferenti a vario titolo alla materia del commercio su aree pubbliche, ma contrastanti o previgenti con quelle contenute nel presente regolamento, sono abrogate.
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ALLEGATO C1)
ALLEGATO C2)
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ALLEGATO C3) Parametri igienico sanitari e funzionali per lapertura di esercizi di somministrazione
Sala pubblico Servizi minimi per i clienti Area di preparazione /Cucina
TIPOLOGIA DELLESECIZIO
MINIMI
numeri da 50 fino a 100 utenti Minimo fino a 50 divisi maschi utenti e femmine
Numeri aggiuntivi da 100 a 200 utenti divisi maschi e femmine numeri aggiuntivi oltre i 200 utenti divisi maschi e femmine MQ/UT aggiun Minimo tivi d a fino a 50 fino 50 a 100 utenti utenti MQ/UT aggiuntivi da 100 a 200 utenti
C1. Caff con solo servizio al banco (BAR) C2. Caff con servizio al tavolo per degli avventori; C3. Caff con servizio al tavolo per 1/2 degli avventori; C4. Caff con solo servizio al tavolo; R1. Ristorante semplice ; R2. Ristorante con attrezzatura media; R3. Ristorante con attrezzatura superiore;
Mq Posti 24 40 36 40 36 33 36 26 36 26 36 21 36 18
Wc 1 1 1 1 1 2 2
Lavabi 1 1 1 1 1 2 2
Wc 2 2 4 4 4 4 6
Lavabi Wc Lavabi Wc 2 2 2 1 2 2 2 1 4 4 4 2 4 4 4 2 4 4 4 2 4 4 4 2 6 6 6 4
Lavabi 1 1 2 2 2 2 4
mq 7 10 15 15 15 15 15
Da 10 a 20 addetti
Spogliatoio
Docce
Lavabi
Wc
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ALLEGATO C4) Titoli abilitativi distinti per tipologia di area oggetto di concessione Tipologia dellarea concessione In area non vincolata In area di tutela Culturale In area di tutela Paesaggistica In area di Paesaggistica tutela Culturale e oggetto di Occupazioni temporanee COSP COSP COSP COSP Occupazioni non temporanee* COSP NOPC+COSP AP+ COSP NOPC +AP+COSP
LEGENDA:
COSP concessione occupazione suolo pubblico; NOPC nulla osta preliminare culturale; AP Autorizzazione Paesistica;
* Quando le occupazioni non temporanee prevedono installazioni di arredo che danno luogo ad un insieme solidale e coerente, anche se le stesse non sono ancorate al suolo (fondate) e quindi flottanti, e/o che danno luogo a spazi delimitati e volumetricamente definiti la concessione di suolo deve essere assistita dal permesso a costruire.
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NOTE:
La somministrazione di bevande aventi un contenuto alcoolico superiore al 21 per cento del volume non consentita negli esercizi operanti nellambito di impianti sportivi, fiere, complessi di attrazione dello spettacolo viaggiante installati con carattere temporaneo nel corso di sagre o fiere, e simili luoghi di convegno, nonch nel corso di manifestazioni sportive o musicali allaperto. Il sindaco, con propria ordinanza [] pu temporaneamente ed eccezionalmente estendere tale divieto alle bevande con contenuto alcolico inferiore al 21 per cento del volume.
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Requisiti di accesso e di esercizio delle attivit commerciali 1. Non possono esercitare l'attivit commerciale d vendita e di somministrazione: a) coloro che sono stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione; b) coloro che hanno riportato una condanna, con sentenza passata in giudicato, per delitto non colposo, per il quale e' prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni, sempre che sia stata applicata, in concreto, una pena superiore al minimo edittale; c) coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna a pena detentiva per uno dei delitti di cui al libro II, Titolo VIII, capo II del codice penale, ovvero per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza, estorsione; d) coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro l'igiene e la sanit pubblica, compresi i delitti di cui al libro II, Titolo VI, capo II del codice penale; e) coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, due o pi condanne, nel quinquennio precedente all'inizio dell'esercizio dell'attivit, per delitti di frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali; f) coloro che sono sottoposti a una delle misure di prevenzione di cui alla legge 27 dicembre 1956, n. 1423, o nei cui confronti sia stata applicata una delle misure previste dalla legge 31 maggio 1965, n. 575, ovvero a misure di sicurezza non detentive; 2. Non possono esercitare l'attivit di somministrazione di alimenti e bevande coloro che si trovano nelle condizioni di cui al comma 1, o hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro la moralit pubblica e il buon costume, per delitti commessi in stato di ubriachezza o in stato di intossicazione da stupefacenti; per reati concernenti la prevenzione dell'alcolismo, le sostanze stupefacenti o psicotrope, il gioco d'azzardo, le scommesse clandestine, per infrazioni alle norme sui giochi. 3. Il divieto di esercizio dell'attivit, ai sensi del comma 1, lettere b), e), d), e) e f) permane per la durata di cinque anni a decorrere dal giorno in cui la pena e' stata scontata. Qualora la pena si sia estinta in altro modo, il termine di cinque anni decorre dal giorno del passaggio in giudicato della sentenza, salvo riabilitazione. 4. Il divieto d esercizio dell'attivit non si applica qualora, con sentenza passata in giudicato sia stata concessa la sospensione condizionale della pena sempre che non intervengano circostanze idonee a incidere sulla revoca della sospensione. 5. In caso di societ, associazioni od organismi collettivi i requisiti di cui al comma 1 devono essere posseduti dal legale rappresentante, da altra persona preposta all'attivit commerciale e da tutti i soggetti individuati dall'articolo 2, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 3 giugno 1998, n. 252. 6. L'esercizio, in qualsiasi forma, di un'attivit di commercio relativa al settore merceologico alimentare e di un'attivit di somministrazione di alimenti e bevande, anche se effettuate nei confronti di una cerchia determinata di persone, e' consentito a chi e' in possesso di uno dei seguenti requisiti professionali: a) avere frequentato con esito positivo un corso professionale per il commercio, la preparazione o la somministrazione degli alimenti, istituito o riconosciuto dalle regioni o dalle province autonome di Trento e di Bolzano; b) avere prestato la propria opera, per almeno due anni, anche non continuativi, nel quinquennio precedente, presso imprese esercenti l'attivit nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, in qualit di dipendente qualificato, addetto alla vendita o all'amministrazione o alla preparazione degli alimenti, o in qualit di socio lavoratore o, se trattasi di coniuge, parente o affine, entro il terzo grado, dell'imprenditore in qualit di coadiutore familiare, comprovata dalla iscrizione all'Istituto nazionale per la previdenza sociale; c) essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche triennale, o di altra scuola ad indirizzo professionale, almeno triennale, purche' nel corso di studi siano previste materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti.
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7. Sono abrogati i commi 2, 4 e 5 dell'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, e l'articolo 2 della legge 25 agosto 1991, n. 287.
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Vedi nota 1 Articolo 10 L. 287/91 - Sanzioni. 1. A chiunque eserciti l'attivit di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande senza l'autorizzazione, ovvero senza la dichiarazione di inizio di attivit, ovvero quando sia stato emesso un provvedimento di inibizione o di divieto di prosecuzione dell'attivit ed il titolare non vi abbia ottemperato, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 2.500 euro a 15.000 euro e la chiusura dell'esercizio. 2. Alla stessa sanzione sono soggette le violazioni alle disposizioni della presente legge, ad eccezione di quelle relative alle disposizioni dell'articolo 8 per le quali si applica la sanzione amministrativa da 155 euro a 2.064 euro. 3. Nelle ipotesi previste dai commi 1 e 2, si applicano le disposizioni di cui agli articoli 17-ter e17-quater del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773. 4. Il Sindaco riceve il rapporto di cui allart. 17 della legge 24 novembre 1982 ,n. 689 e applica le sanzioni amministrative. 5. Per il mancato rispetto dei turni stabiliti ai sensi dell'articolo 8, comma 5, il sindaco dispone la sospensione dell'autorizzazione di cui all'articolo 3 per un periodo non inferiore a dieci giorni e non superiore a venti giorni, che ha inizio dal termine del turno non osservato.
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