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L’ARGENTO COLLOIDALE:
UN POTENTE RIMEDIO NATURALE

A nostra sorella Grazia


che trasmette amore attraverso la sua sofferenza

Il CISE, Centro per l’Innovazione e lo Sviluppo Economico,


ha attribuito al Gruppo Editoriale Macro, il marchio di Impresa Etica
Gabriele Graziani e Luciano Graziani
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L’ARGENTO
COLLOIDALE
UN POTENTE
RIMEDIO NATURALE
ANTIBATTERICO, ANTIMICOTICO, ANTIVIRALE,
ANTINFIAMMATORIO, ANTIBIOTICO

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coordinamento editoriale Sara Broccoli


revisione Valerio Pignatta
editing Valentina Pieri
copertina Matteo Venturi
I edizione eBook giugno 2015
isbn 9788878692862

Collana “I Macro Tascabili del Benessere” a cura di


Valerio Pignatta

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disponibili.
Premessa
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P
erché scrivere un altro libro sull’argento colloidale?
In farmacia, da qualche anno, capita sempre più
spesso che numerosi clienti prima ancora di chie-
dere un consiglio premettano: «Ho letto su Internet…».
Quando questo cliente fa la sua richiesta al farma-
cista si è già ben documentato e ha cercato le informa-
zioni più interessanti o più adatte alle sue necessità. Se
alla fine decide di fare la sua domanda al farmacista, la
pone però in modo tale da metter quasi alla prova la
sua conoscenza sull’argomento per confrontare la ri-
sposta con quella che egli già ha trovato in Rete.
Da qualche anno una domanda frequente riguar-
da l’argento colloidale. Digitando su un motore di ri-
cerca “argento colloidale” abbiamo trovato migliaia di
siti e abbiamo subito notato che la maggior parte di
essi è costruita con il “copia e incolla”. Le poche diffe-
renze che li distinguono gli uni dagli altri dipendono
dalla preparazione e dalla personalità dell’estensore del
sito. Spesso i siti ripetono le stesse cose peggiorando-
le o rendendole del tutto arbitrarie e inesatte. Questo
metodo, oltre che ripetitivo, è fonte di innumerevoli
errori e di cattive interpretazioni e spinge il potenziale
cliente a rivolgersi a un professionista che stima per la
sua preparazione e del quale conserva grande fiducia.
6 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Una delle domande più frequenti che ci vengono ri-


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volte riguarda l’uso terapeutico dell’argento colloidale.


Data la nostra precedente scarsa conoscenza dell’ar-
gomento abbiamo cominciato a raccogliere degli appun-
ti ai quali abbiamo pensato di dare la forma di un libro
augurandoci che, oltre che a noi stessi, essi possano es-
sere utili anche ai nostri futuri lettori. Inoltre, l’interesse
per le terapie alternative o complementari, tra cui quella
con l’argento colloidale, è aumentato negli anni grazie
soprattutto alla diffusione di Internet a livello globa-
le a partire dagli Stati Uniti all’Europa (Gran Bretagna
e Germania per primi). Questo interesse si è sviluppa-
to soprattutto tra i cultori delle terapie alternative, più
o meno critici o delusi dalla medicina ufficiale o acca-
demica, che essi ritengono strettamente legata a un in-
treccio di interessi tra medici e industria farmaceutica,
definita in modo molto superficiale come Big Pharma.
Alla esplosiva diffusione dell’uso dell’argento colloida-
le come terapia alternativa all’uso degli antibiotici, han-
no contribuito diversi fattori: la sua indubbia efficacia,
la possibilità di produrlo in casa da soli con apparecchi
di poco, facile reperibilità e semplice uso, la mancanza di
tossicità nell’uomo e la diffusa credenza sulla sua capacità
di risolvere quasi ogni tipo di malattia.
Per esempio, sono comparsi sul web innumerevoli
siti pubblicitari di fabbricanti di apparecchi per la pro-
duzione casalinga e siti di commercializzazione dell’ar-
gento colloidale dai nomi più fantasiosi. Digitando le
parole “argento colloidale” compaiono, solo in Italia,
circa 100.000 occorrenze. Sono numerosi anche i fo-
colloidale - 7
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento Premessa

rum di discussione con pretese divulgative di discuti-


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bile validità scientifica. Le pubblicazioni a stampa sono


generalmente di livello superiore e ben documentate
come ad esempio i libri di Josef Pies pubblicati dal Ma-
cro Edizioni. L’ultimo di questi, Il grande libro dell’ar-
gento colloidale scritto in collaborazione tra Joseph Pies
e il naturopata tedesco Uwe Reinelt, pubblicato nel no-
vembre 2013, riguarda l’uso dell’argento nelle patologie
più differenti sia nell’uomo che negli animali.
I libri in italiano sono quasi tutti traduzioni da autori
stranieri che inevitabilmente fanno riferimento alla na-
zione di provenienza degli stessi (in questo caso la Ger-
mania): questo ne limita la validità e l’interesse perché
l’approccio culturale e popolare alla medicina alternativa
è del tutto differente da una nazione all’altra.
In Germania, ad esempio, la figura del naturopata
(Heilpraktiker) è di fondamentale importanza nell’assi-
stenza sanitaria alla popolazione e si colloca in affianca-
mento e supporto alla figura del medico tradizionale.
Il naturopata tedesco ha la possibilità di prescrivere i
rimedi che egli ritiene utili per il miglioramento della
salute dei suoi pazienti ed è un grande utilizzatore della
medicina cosiddetta naturale e olistica, quella cioè che
considera la persona nel suo complesso e che compren-
de fitoterapia, omeopatia, ayurveda, agopuntura ecc.
Questo comporta che l’Heilpraktiker possa prescrive-
re rimedi come l’argento colloidale nelle patologie ove
non è ancora indispensabile l’intervento del medico,
figura con cui il naturopata collabora attivamente. Il
medico tradizionale da parte sua non ritiene il naturopa-
8 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

ta né un concorrente né un sottoposto praticante di una


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medicina minore, bensì un protagonista di una medici-


na complementare.
La rapidissima diffusione della conoscenza dell’at-
tività battericida dell’argento colloidale ha stimolato la
produzione e la messa sul mercato di prodotti merceolo-
gici differenti che ne fanno uso, come lavatrici a freddo,
apparecchi per la disinfezione dell’acqua delle piscine al
posto del cloro, indumenti antiodore, detergenti, sapo-
ni, spazzolini da denti, creme cosmetiche ecc.
Contemporaneamente sono stati intrapresi nume-
rosissimi studi scientifici, a livello internazionale (USA,
Giappone, Corea del Sud, India, Iran, Europa ecc.)
che stanno contribuendo a chiarire, sulla base delle
conoscenze attuali, i meccanismi d’azione dell’attività
terapeutica dell’argento, conosciuta da secoli, spesso in
modo empirico.
In Italia, più che altrove, la diffusione della conoscen-
za dell’argento colloidale trova una situazione in antitesi
a quella di altri Paesi, come ad esempio la Germania, in
quanto la contrapposizione tra cure naturali e medicina
accademica ufficiale è molto più accentuata perché man-
ca una figura intermedia come quella dell’Heilpraktiker.
L’atteggiamento mentale nei confronti dell’efficacia delle
cure con l’argento colloidale, oscilla dal fideismo tota-
le dei cultori della medicina a base di cure naturali, allo
scetticismo ideologico e acritico dei discepoli della medi-
cina accademica.
Alla sempre crescente richiesta di argento colloidale
contribuisce poi in gran parte l’industria delle nanotec-
colloidale - 9
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento Premessa

nologie (telefonia mobile, tablets, i-Pads, lettori elettro-


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nici, nuove applicazioni dei nanomateriali ecc.). Questa


richiesta di argento in nanoparticelle ne ha stimolato la
produzione a livello industriale mettendo a disposizio-
ne degli utilizzatori nanoparticelle di argento di ottima
qualità a prezzi relativamente accessibili. Essa ha altresì
stimolato l’interesse in campo medico a intraprendere
nuovi studi, altrimenti impossibili in precedenza, utiliz-
zando questa nuova forma del metallo e cioè le nano
particelle di argento (AgNPs), delle quali si parlerà a
lungo nel corso del libro. Esse sono molto più standar-
dizzate e qualificate rispetto al vecchio argento colloida-
le ionico o elettrolitico, quasi sempre di produzione ca-
salinga. Tutti gli studi scientifici recenti, soprattutto in
campo medico, tossicologico e di impatto ambientale,
riguardano questa forma di argento colloidale in nano-
particelle (AgNPs).
L’attività terapeutica dell’argento colloidale di pro-
duzione casalinga qui viene presa in considerazione
solo a grandi linee in quanto questo è l’aspetto stori-
camente più conosciuto e più trattato dai libri divul-
gativi sull’argomento (vedi il libro di Pies e Reinelt
citato). La proprietà terapeutica dell’argento accertata
dalla tradizione, dalla secolare esperienza scientifica-
mente documentata, dalle centinaia di studi clinici va-
lidati su riviste autorevoli è data per acquisita. Questo
nostro lavoro cerca, sulla base delle numerose rassegne
scientifiche internazionali, di fare da mediatore tra la
scarsa conoscenza dell’argomento da parte della classe
sanitaria (medici, veterinari, farmacisti, infermieri ecc.)
10 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

e l’eccesso di aspettative da parte di coloro che ritengo-


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no che la medicina naturale o alternativa (che sarebbe


molto più corretto chiamare medicina complementa-
re), sia capace di qualunque miracolo terapeutico.

AVVERTENZA DEGLI AUTORI


Nessuna parte di questo documento dev’essere interpre-
tata come consiglio medico; nessuna parte di questo do-
cumento va utilizzata come base per il trattamento delle
patologie o per qualsiasi altra condizione di salute. La dia-
gnosi e la terapia sono di esclusivo compito del medico.
Il documento non costituisce approvazione o raccoman-
dazione per l’utilizzo dell’argento colloidale per nessuno
scopo. Il presente lavoro è inteso come documento di in-
formazione e divulgazione.
Capitolo 1
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Che cos’è l’argento colloidale

L
a definizione esatta di argento colloidale non è
facile perché la chimica dei colloidi è un settore
molto complesso e il concetto stesso di colloide
è cambiato nel corso del tempo.
In ogni caso, correntemente, in chimica colloida-
le per colloide si intende un sistema in cui sono fine-
mente distribuite particelle minuscole. Queste parti-
celle sono composte da quantità di atomi che variano
da poche unità a qualche migliaio.
Con argento colloidale si intende quindi comune-
mente una sospensione liquida di argento elementare op-
pure una dispersione liquida di composti a base di argen-
to difficilmente solubili.
Solo la prima di queste (l’argento elementare) è adatta
all’uso sanitario che descriveremo.

La conoscenza delle proprietà medicamentose del-


l’argento si è tramandata nel tempo fino alla seconda
metà del XIX secolo quando il chimico italiano Fran-
cesco Selmi e l’inglese Thomas Graham scoprirono la
chimica dei colloidi.
Il termine colloide deriva dalla parola greca kálla
che significa materiale colloso e sta a indicare un in-
12 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

sieme amorfo e mal definito. Graham, che aveva ide-


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ato il termine, riteneva che esistessero due stati diversi


della materia con proprietà chimico-fisiche completa-
mente differenti, i cristalloidi e i colloidi, assimilabili i
primi ai minerali e i secondi a una massa organizzata.
Verso il 1880, lo scienziato Georg Bredig elaborò
un procedimento per realizzare un argento di qualità
superiore a quelli fino ad allora usati, collocando due
elettrodi d’argento immersi in acqua distillata e pro-
vocando un arco elettrico fra di essi. Egli ottenne così
il primo argento colloidale elettrolitico che venne pre-
so come standard di riferimento.
Da quel momento l’argento passò sotto l’ala della
scienza ufficiale e tale rimase fino alla diffusione degli
antibiotici a livello mondiale e cioè intorno agli anni del
secondo dopoguerra (1945-1950). Esso entrò quindi a
far parte dei farmaci ufficialmente utilizzabili dalla classe
medica e fino a questa data lo troviamo elencato come
farmaco col nome di Argentum colloidale in pubblicazio-
ni ufficiali del Regno d’Italia quali:

• Ministero della Guerra. Direzione generale di sa-


nità militare, Manuale dei medicamenti degli Stabi-
limenti sanitari militari, edizione 1933, Argentum
colloidale, pp. 84-85.

• Ministero dell’Interno. Farmacopea ufficiale del Re-


gno d’Italia, sesta edizione 1940, anno XVIII, Ar-
gentum colloidale, pp. 64.
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento colloidale - 13

Durante il periodo dell’uso pressoché esclusivo de-


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gli antibiotici e dei farmaci di sintesi per curare le infe-


zioni batteriche, virali e funginee (1950-2000) l’argen-
to colloidale, pur non essendo conosciuto e usato dalla
gran parte della classe medica, ha continuato a essere
citato da manuali autorevolissimi e molto conosciuti
destinati ai medici e ai farmacisti, come i seguenti:

• Manuale Roversi di diagnostica e terapia, terza edi-


zione 1954, p. 1076, dove si distinguono due tipi
di argento colloidale: chimico ed elettrolitico. Per
ambedue è previsto l’uso per via endovenosa.

• Medicamenta, settima edizione 1993, vol. terzo, Ar-


gento colloidale, pp. 618-621. In questo testo si fa
la distinzione fra argento colloidale chimico e argen-
to colloidale elettrolitico. L’uso previsto è per via in-
tramuscolare, endovenosa e intrarachidiana. Le dosi
previste sono notevoli, fino a 25 ml. Anche l’iniezione
intrarachidiana è di 5-10 ml di argento colloidale per
il trattamento delle affezioni cerebrospinali.

• Pharmacopea Europea, ottava edizione.

Descrivendo le proprietà terapeutiche dell’argento


colloidale, il Medicamenta (testo del 1993), attribuisce
alla qualità della produzione il fatto che i risultati non si-
ano sempre riproducibili. Oltre a preferire l’argento col-
loidale elettrolitico, il Medicamenta richiama l’attenzione
su di un punto importante con queste parole: «Può essere
14 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

che la diversità dei risultati dipenda anche dalla difficoltà


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di ottenere preparazioni con granuli delle dimensioni adat-


te; la preparazione dei metalli colloidali è un’operazione de-
licata e il controllo delle soluzioni dei metalli allo stato col-
loidale richiede apparecchi particolari ed è perciò che tra le
preparazioni dei metalli colloidali in commercio ve ne sono
alcune che assai male corrispondono» (p. 620).
In sostanza, oltre vent’anni fa era stato anticipa-
to che il problema principale per l’argento colloidale
stava nella produzione che non riusciva a garantire
una buona qualità del prodotto, cioè una dimensione
omogenea dei “granuli” (nanoparticelle). Oggi, con la
tecnologia moderna questo problema è stato superato:
si ottengono prodotti di ottima qualità sia per dimen-
sioni che per forma delle nanoparticelle.
Credo che il messaggio più importante sia quello
di far sapere a un uditorio il più vasto possibile che
l’argento colloidale non è l’ultima trovata di un culto-
re della medicina alternativa, bensì un farmaco effica-
ce riconosciuto da oltre cent’anni di documentazione
scientifica, di assoluta sicurezza dal punto di vista tos-
sicologico, anche se somministrato direttamente nel
sangue per via endovenosa.
Capitolo 2
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Storia dell’uso medico


e terapeutico dell’argento
metallico1
DAL 6000 A.C. AL 1800 D.C.

L’
argento, sulla scena della vita dell’uomo da mil-
lenni, insieme all’oro e al rame, non ha alcuna
intenzione di uscirne o di rinunciare al suo ruo-
lo di protagonista. Agli inizi fu usato prevalentemente
per la fabbricazione dei gioielli e per la monetazione.
Nella Bibbia (Gn 23,16-19) si ricorda che Abramo
comprò per 400 sicli d’argento il campo destinato alla
sepoltura di sua moglie Sara.
Fin quando non si scoprì che i microbi erano gli
agenti causa delle infezioni, storicamente l’argento fu
impiegato in modo empirico per esperienza traman-
data per prevenire e curare molte malattie.
Lo storico Erodoto ci racconta che nessun re per-
siano avrebbe mai bevuto acqua che non fosse stata
trasportata in contenitori d’argento che la mante-
nevano pura per tempi molto lunghi. Ciò era molto

1. Parte di questo capitolo proviene dal lavoro di: J. Wesley Alexan-


der, History of the medical use of silver, «Surgical infections», vol. 10
(3), 2009, pp. 289-292.
16 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

importante durante le guerre e le campagne milita-


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ri quando le risorse naturali di acqua fresca poteva-


no scarseggiare o essere difficili da trovare. Quest’uso
si protrasse nei secoli tra i Fenici, gli Egizi, i Greci, i
Romani, lungo il Medioevo e oltre fino a poco prima
della seconda guerra mondiale.
I pionieri americani, nella loro conquista del West,
non potendo disporre di contenitori d’argento, usavano
porre monete d’argento nei recipienti dell’acqua e del lat-
te. Quest’uso è proseguito anche in tempi moderni, visto
che gli astronauti sia americani che russi, hanno a bordo
delle loro navicelle spaziali sistemi basati sull’argento in
nanoparticelle (AgNPs) per la potabilizzazione dell’acqua.

Le applicazioni medico-chirurgiche dell’argento risal-


gono ai Macedoni che usavano lamine di questo materia-
le per curare e coprire le ferite e per prevenire le infezioni.
Anche Ippocrate, il grande medico greco, usava
preparazioni a base di argento per curare le ulcere e
per favorire la guarigione delle ferite.
Gli antichi Egizi utilizzavano “bisturi” d’argento in
ambito chirurgico perché fin da allora era noto che il
rame determinasse un’incontrollabile decomposizione
della carne, tanto che una ferita inferta da una spada
di rame era assai temuta.
Durante le Crociate, i Cavalieri avevano al seguito
una coppa d’argento dalla quale molti di essi bevevano
contemporaneamente perché erano sicuri che, pur be-
vendo dal medesimo calice, una persona non potesse
contrarre la malattia di un’altra.
Capitolo 2 - Storia dell’uso medico e terapeutico... - 17

Le stoviglie d’argento per contenere e servire ali-


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menti sono usate da migliaia di anni.


Nelle famiglie che usavano stoviglie d’argento le in-
fezioni erano più rare e ci si ammalava molto meno.
Quest’uso si è tramandato nei secoli in tutte le grandi
corti di re, imperatori, zar e sultani. L’uso prolungato
per tutta la vita di posate e stoviglie d’argento per con-
tenere i cibi, causava la dispersione negli stessi di piccole
quantità del metallo o di suoi sali, la cui ingestione pro-
vocava la caratteristica tinta bluastra del sangue, fenome-
no conosciuto come sangue blu delle famiglie nobiliari.
Queste grandi famiglie usavano stoviglie in argento, an-
che se avrebbero potuto disporne in oro, che fra l’altro
non si sarebbero annerite a causa dell’ossidazione come
quelle di argento.

Anche i sali d’argento sono storicamente noti da


molto tempo e usati in terapia. Una farmacopea me-
dica pubblicata a Roma nel 69 a.C. riferisce dell’uso
terapeutico di un composto che quasi certamente era
nitrato d’argento. Questi composti d’argento non ven-
gono trattati in questo libro se non quando indispen-
sabile e cioè quando essi rischiano di venire confusi
con l’argento colloidale.
L’uso dell’argento in campo medico era molto dif-
fuso anche durante il periodo rinascimentale e post-ri-
nascimentale per la cura di numerose malattie e per
la guarigione delle ferite. Uno dei più famosi libri di
quel tempo è la De Materia Medica di Dioscoride tra-
dotta e commentata dal medico senese Pietro Andrea
18 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Mattioli e stampata in numerose edizioni (dal 1550


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al 1595). Nella copia del 1570, stampata dall’Offici-


na Valgrisiana in Venezia (in possesso degli autori di
questo libro) l’argento è spesso citato come rimedio
terapeutico in particolare per la guarigione delle ferite
e delle ulcere: «carnem recreat, et ulcera ad cicatricem
perducit» (rigenera la carne e conduce le ulcere alla ci-
catrizzazione). A titolo di curiosità scientifica riportia-
mo qui di seguito il frontespizio e la pagina dell’indice
dell’opera citata nella quale sono elencati numerosi
composti a base di argento.

Fig. 1
Capitolo 2 - Storia dell’uso medico e terapeutico... - 19

DAL 1800 AL 1880


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Prima dell’invenzione dei moderni apparecchi per


la refrigerazione, era prassi comune inserire una mone-
ta d’argento in una bottiglia di latte onde prevenirne il
deperimento. Sino a tempi recenti i medici hanno uti-
lizzato l’argento quando si rendeva necessario ridurre
fratture ossee scomposte o ricoprire buchi nel cranio.
Nel 1852 il medico americano J. Marion Sims fu
il primo a intuire le proprietà antisettiche dell’argen-
to. Trovandosi di fronte al diffuso problema delle fi-
stole vescico-vaginali che assillava le schiave di colore
durante il parto, fistole che causavano loro un’inconti-
nenza pressoché permanente rendendole maleodoranti
e allontanandole ancora di più dal loro contesto so-
ciale, provò varie metodiche sia igieniche che chirur-
giche per risolverlo. Dopo innumerevoli tentativi ebbe
l’idea di far fabbricare da un artigiano gioielliere del
filo d’argento che usò per le suture, riuscendo a risol-
vere il problema e contribuendo a ridare un minimo
di dignità a quelle poverette.
Già duecento anni fa, inoltre, i medici appresero
che l’argento poteva essere triturato sino a ridurlo a
una polvere finissima, chiamata farina d’argento, e im-
piegata per curare patologie altrimenti incurabili come
la sifilide. Tuttavia di solito essi evitavano di usare det-
ta polvere in quanto essa determinava argiria, un’affe-
zione puramente estetica della pelle, che conferiva alla
stessa una colorazione grigio-bluastra certamente do-
vuta alle dosi eccessive utilizzate.
20 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

DAL 1880 AL 1938


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Nel 1880 l’ostetrico tedesco Carl Siegmund Franz


Credé, introdusse una terapia a base di una soluzio-
ne all’1% di argento nitrato, per ridurre drasticamente
l’oftalmia gonorroica che i neonati contraevano in alta
percentuale durante il parto che non avveniva in con-
dizioni di asepsi. Questa profilassi risultò talmente ef-
ficace da essere applicata universalmente almeno fino
alla comparsa degli antibiotici.
Durante questo periodo furono numerosissimi gli stu-
di che riguardavano le proprietà terapeutiche dell’argento
non solo antibatteriche ma anche antivirali.

All’inizio del Novecento gli scienziati scoprirono che


i fluidi più importanti del corpo sono di natura colloi-
dale, e cioè particelle ultra-fini sospese in un liquido,
come ad esempio il sangue, che porta nutrienti e ossi-
geno ai tessuti. La scoperta della natura colloidale dei li-
quidi fisiologici dette inizio, in generale, alla ricerca sui
colloidi e nello specifico, agli studi sull’argento colloida-
le. Prima del 1938 l’argento colloidale veniva usato dai
medici come trattamento antibiotico principale e veniva
anche considerato come un prodotto d’avanguardia dai
costi elevati. L’industria farmaceutica si stava sviluppan-
do alla ricerca di farmaci finanziariamente remunerativi,
e il promettente futuro della neonata ricerca sugli anti-
biotici fece passare lentamente nell’oblio la già scarsa ri-
cerca sull’argento colloidale.
La Food and Drug Administration (FDA, agenzia
governativa americana per il controllo della messa in
Capitolo 2 - Storia dell’uso medico e terapeutico... - 21

commercio dei nuovi farmaci) oggi classifica i prodotti a


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base di argento colloidale come «farmaci pre-1938». Una


lettera della FDA del 13 settembre 1991 stabilisce che
«questi prodotti possono continuare a essere venduti a con-
dizione che essi vengano prodotti, etichettati e reclamizzati
esattamente nel modo originale come lo erano nel 1938».
Alcuni metodi di produzione attuali (negli USA)
sono ancora quelli del 1938, e cioè con il metodo elet-
tro-colloidale. Negli anni 1920-1940 molti prodotti
commerciali divennero di uso comune e diffusi in te-
rapia come l’Electrargol, del quale si fa specifica men-
zione qui di seguito.
Il metodo di produzione dell’Electrargol era sempli-
ce: mediante elettrolisi si producevano ioni argento Ag+ e
particelle di argento metallico di varia grandezza Ag0 che
facevano assumere al liquido una struttura paracolloidale.

Halsted è stato uno di primi chirurghi americani a


proporre l’uso di fogli sottilissimi di argento per rico-
prire le ferite e a usare fili di sutura argentati per pre-
venire le infezioni.
L’uso dell’argento si è esteso anche ad altre discipli-
ne come l’oftalmologia. Roe ha usato con successo una
forma di argento colloidale per trattare ulcere corneali
infette, cheratiti interstiziali, blefariti e dacriocistiti.
L’argento colloidale è stato usato come trattamento
efficace nella sepsi puerperale, nella sepsi stafilococcica,
nell’epididimite acuta e in numerose altre infezioni.
Dal 1900 al 1940 l’argento colloidale è stato usato
intensamente a scopo terapeutico. Sono state trattate de-
22 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

cine di migliaia di pazienti ed effettuati milioni di singo-


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li trattamenti, moltissimi dei quali per via endovenosa e


cioè quella potenzialmente più pericolosa. Quest’uso in-
tenso ha evidenziato gli ampi margini di sicurezza dell’ar-
gento colloidale e i suoi scarsi effetti collaterali che, quan-
do si verificavano, erano dovuti per lo più alle altissime
dosi somministrate.
Di questo periodo riportiamo un avvenimento rife-
rito a cento anni fa che ha dimostrato l’estrema efficacia
dell’argento colloidale nei confronti di malattie infettive
molto gravi. Ecco il racconto dell’avvenimento e i docu-
menti originali che lo testimoniano. L’articolo riferisce
di un’epidemia di vaiolo avvenuta nelle Isole Mauritius
nel 1913 e curata con argento colloidale elettrolitico.
Un secolo fa, proprio nel 1913-1914, il medico re-
sponsabile della sanità locale nelle isole, allora colonia
inglese, dovette affrontare una epidemia di peste (ori-
gine batterica) e di vaiolo (origine virale) per ben 1914
casi. Pochi aiuti potevano venire dall’esterno in queste
isole lontane e disperse nell’Oceano Indiano. E gran-
de era il terrore di una possibile epidemia sia perché i
sintomi erano dolorosissimi sia perché, nel caso di so-
pravvivenza, le vittime rimanevano sfigurate in modo
permanente. Allora, nella isole dove era scarsa la possi-
bilità di ricorrere alla vaccinazione, si tentava di debel-
lare la malattia con una serie di trattamenti, per lo più
inefficaci e spesso pericolosi, tra cui il sanguinamen-
to, lo spurgo e la cauterizzazione delle zone colpite.
Abbiamo scoperto la storia di cui vi parliamo negli ar-
chivi del «British Medical Journal» attraverso due rela-
Capitolo 2 - Storia dell’uso medico e terapeutico... - 23

zioni del dottor R. Denman, il responsabile sanitario in-


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glese locale. Pur trattandosi di un lavoro di un secolo fa,


esso risulta ancora di estrema attualità, non tanto per le
patologie a cui si riferisce (peste e vaiolo sono scomparsi
dal pianeta) quanto per l’evidente funzione antivirale e
antibatterica dell’argento colloidale.
Significative e degne di attenzione sono inoltre la me-
todologia e la serietà dell’approccio medico-scientifico
adottate da questo medico, direttore di un lazzaretto, dove
possiamo immaginare in quali condizioni si lavorasse.
I testi sono stati tradotti adattandoli a una facile
lettura. Le tabelle sono quelle originali della relazione
ufficiale. Evidenti sono i risultati eccezionali ottenuti
dal dottor Denman2 con l’uso (scoperto casualmente)
dell’argento colloidale nel vaiolo: tassi di mortalità ab-
battuti dall’80-90% al 10-20%, scomparsa delle orribili
deturpazioni, specie al volto, che la malattia in prece-
denza provocava ai pochi malati sopravvissuti.
È altresì sorprendente e difficilmente spiegabile come
a fronte di questi risultati l’utilizzo nella pratica medica
antisettica dell’argento colloidale sia finito nell’oblio a se-
guito della scoperta alcuni decenni dopo degli antibiotici.
Ora si è riaffermata la validità di questo meravi-
glioso metallo che la natura ci ha donato.

2. Denman, Robert, Electrargol in small-pox, «The British Medical


Journal», 11 ottobre 1913, Director Medical and Health Depart-
ment, Mauritius. Traduzione a cura di Graziani Gabriele e Luciano:
Electrargol (Argento colloidale) nel vaiolo (e nella peste).
24 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Nella prefazione dell’articolo il dottor Denman


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descrive il prodotto a base di argento elettrolitico de-


nominato Electrargol, citando la fonte della sua infor-
mazione.

«Electrargol è un preparato liquido di argento colloi-


dale, ottenuto elettricamente, a differenza dei preparati
più vecchi ottenuti per riduzione chimica. Contiene par-
ticelle ultra-microscopiche di Ag metallico in sospensione,
che formano una soluzione colloidale. Si è reso stabile con
l’aggiunta di altri colloidi, in modo che esso non agglomera
a contatto con gli elettroliti. Può essere iniettato nei tessu-
ti senza rischio di precipitazioni locali del metallo in uno
stato inattivo (Year book of Pharmacy, 1912)».

«Il caso che segue è interessante non solo per il fatto in


sé, ma anche per gli eventi che ne sono seguìti. Un giova-
ne creolo mauriziano, colto da malore alla fine dell’ultima
epidemia di peste all’inizio del marzo 1913, fu trasferito al
lazzaretto per le cure necessarie. Fin dall’inizio il suo caso
non apparve normale perché ventiquattro ore dopo il rico-
vero comparve una eruzione cutanea (rush) causata dal
vaiolo. Al microscopio la diagnosi di peste fu confermata e
risultò subito evidente che il ragazzo era contemporanea-
mente affetto da peste e da vaiolo. Al momento del ricovero
al ragazzo fu praticato il trattamento abituale per la peste
e specificamente iniezioni endovenose di Electrargol 10 ml
ogni ventiquattro ore. Come succede quando il paziente
viene trattato precocemente, i sintomi della peste scompar-
vero. Al medesimo tempo le eruzioni cutanee del vaiolo, ini-
Capitolo 2 - Storia dell’uso medico e terapeutico... - 25

zialmente confluenti, regredirono e le lesioni vaiolose della


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fronte, che stavano diventando papulose, non progredirono


ulteriormente. Le eruzioni cutanee sul resto del corpo non
diventarono papulose e la pelle si presentava pressoché intat-
ta. Il paziente guarito fu dimesso nel giro di un mese. Di-
scutemmo del caso con l’ufficiale medico responsabile (dottor
Keisler) chiedendoci se la peste avesse fatto abortire il vaiolo,
se il vaiolo avesse fatto abortire la peste oppure se l’Electrar-
gol avesse fatto abortire entrambi. Decidemmo che valeva la
pena di continuare e all’occorrenza somministrare l’Electrar-
gol in quanto il vaiolo era presente in forma epidemica e
avremmo avuto moltissime occasioni per sperimentarlo. Ab-
biamo avuto oltre 1500 casi di vaiolo negli ultimi cinque
mesi, e abbiamo provato il trattamento con Electrargol su
circa 150 di essi, scegliendoli tra i tipi di vaiolo confluente
e i tipi di vaiolo emorragico, i più gravi, continuando, in-
vece, con le terapie abituali nei casi meno gravi. I risultati
sono stati molto incoraggianti: se i pazienti venivano trat-
tati prima del completo sviluppo dell’eruzione cutanea le
papule, non importa quanto fossero chiuse, non progrediva-
no oltre. Le papule in suppurazione si asciugavano. Quelle
non ancora in suppurazione non suppuravano e quelle che
non apparivano ancora come papule rimanevano semplici
macchie che poi scomparivano. Inoltre la febbre non com-
pariva e il caso tendeva verso un esito favorevole sin dalla
prima iniezione di Electrargol. Alcuni pazienti rifiutarono
il trattamento con Electrargol, così avemmo l’opportunità di
comparare i casi trattati con i casi non trattati. La compa-
razione fu sempre favorevole al trattamento con Electrargol.
I casi sottoposti al trattamento, inoltre, hanno avuto un più
26 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

rapido recupero; erano esenti da complicazioni e guarivano


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con poca o nessuna deturpazione, mentre i soggetti che ri-


fiutavano il trattamento avevano convalescenze prolungate,
gravi complicanze al petto, ai reni e all’intestino e in caso di
guarigione rimanevano gravemente sfigurati. Naturalmente,
avendo scelto per la terapia alternativa solo i casi più gravi,
l’esito non è stato sempre favorevole. Alcuni malati partico-
larmente gravi per forme di emorragie e setticemie, special-
mente quando sono stati trattati fin dall’inizio del ricovero,
sono guariti. Era importante trattare con tempestività anche
i casi più gravi affinché il trattamento potesse essere di qual-
che utilità in quanto, se non trattati, raramente sopravvive-
vano trentasei ore dopo la comparsa della febbre. La nostra
epidemia non è ancora finita, a causa della difficoltà che ab-
biamo per rivaccinare la popolazione. Siamo geograficamen-
te posizionati in maniera che fino a quando non saremo in
grado di produrci da soli il nostro vaccino dobbiamo aspet-
tare un mese intero per ottenere aiuto dall’esterno; ma final-
mente stiamo ottenendo il controllo dell’epidemia e io spero
fra qualche settimana di essere in grado di far seguire a que-
sto documento un rapporto completo fornendo i dati esatti.
Ultimamente abbiamo aumentato la dose di Electrargol da
10 ml a 20 ml, con notevole successo. Raccomando questo
trattamento per tutti coloro che si trovino a fronteggiare
una simile epidemia e forniscono anche questo suggerimen-
to: iniziate il trattamento il più presto possibile, praticate le
iniezioni endovena a intervalli di ventiquattro ore per tre o
quattro giorni consecutivi. Le iniezioni endovenose sono in
ogni caso difficili nei bambini e ancora di più se la pelle è
coperta dalle eruzioni cutanee del vaiolo ma il trattamento
Capitolo 2 - Storia dell’uso medico e terapeutico... - 27

dev’essere tentato in qualunque caso. Se le iniezioni endove-


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nose sono impossibili da farsi si prova con quelle intramusco-


lari sebbene, per la nostra esperienza, non siano state molto
utili. Il virus di questa epidemia è molto attivo; la percen-
tuale di casi confluenti ed emorragici è stata alta e abbiamo
avuto casi letali nei secondi attacchi. Abbiamo avuto secondi
attacchi semi-confluenti in due anni dall’ultimo e un pa-
ziente ricoverato nel lazzaretto due volte per la stessa epide-
mia, la prima per un attacco semi-confluente e la seconda
per un attacco discreto.
La mortalità per l’intera epidemia è stata inferiore al
10%. Per i casi trattati, vale a dire tutti i casi peggiori,
quella dei semi-confluenti è stata circa del 20%, men-
tre nei non trattati semi-confluenti e nei casi peggiori, la
mortalità è stata del 50%».

Quella che segue è la seconda parte del lavoro del


dottor Denman, con i dati finali e le sue conclusioni3:

«Ora sono in grado di mantenere la promessa fatta nella


mia lettera del 22 agosto scorso, pubblicata sulla rivista l’11
di ottobre 1913 a p. 906 e di inviare dati più precisi con-
cernenti i risultati ottenuti dal trattamento del vaiolo con
Electrargol. Per l’epidemia nel suo complesso abbiamo avuto
complessivamente 1914 casi e 196 decessi con una mortalità
del 10,24%. Di questi 1914 casi, 1309 sono stati trattati
nell’ospedale centrale. Di questi 1309 ricoverati,124 mori-
3. Denman, Robert, Electrargol in small-pox and plague, «The British Me-
dical Journal», 6 giugno 1914, p. 1236, Director Medical and Health
Department, Mauritius.
28 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

rono, con un tasso di mortalità intraospedaliero del 9,46 %.


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La maggioranza dei casi era di tipo lieve. Questi richiedeva-


no solo ricovero e isolamento praticamente senza trattamen-
to. Abbiamo avuto 259 casi confluenti e di tipo emorragico:
tra questi ci sono stati 99 decessi. Abbiamo distinto queste
due patologie. La Tabella I seguente evidenzia la differenza
tra il tasso di mortalità tra i casi trattati con Electrargol e
quelli non trattati. All’inizio e prima che noi fossimo cer-
ti della validità del trattamento, ai pazienti veniva data la
possibilità di scegliere se accettare o rifiutare il trattamento e
io penso che sia a causa di questo spiacevole fatto che il no-
stro tasso di mortalità è stato così elevato. Successivamente,
quando avevamo compreso e confermato il valore del tratta-
mento, esso fu reso obbligatorio per tutti».
«Come ho detto nella mia lettera del 22 agosto, le inie-
zioni erano tutte endovenose e in un caso abbiamo aumen-

Fig. 2 - Confluent - Si parla di pustole confluenti quando la loro dimensione e


numerosità è tale che queste si toccano tra loro, convergendo e apparendo
come un liquido che cola. Haemorrhagic - ll vaiolo emorragico è una forma grave,
caratterizzata da estese emorragie della cute, delle mucose, delle membrane e
del tratto gastrointestinale [N.d.T.].
Capitolo 2 - Storia dell’uso medico e terapeutico... - 29

tato la dose salendo a 50 ml ogni ventiquattro ore per tre


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giorni. Si trattava di un caso apparentemente senza spe-


ranza, delirante, con abbondante presenza di sangue nelle
feci e nelle urine. Il paziente fu salvato. I dati dimostrano
che i pazienti trattati con Electrargol hanno avuto migliori
possibilità di recupero rispetto a quelli non trattati. Non
sono state fatte delle vere scelte preventive per i casi da trat-
tare: i casi sono stati documentati così come sono arriva-
ti. Sulla base della mia esperienza posso raccomandare a
chiunque diriga un lazzaretto per vaiolosi durante un’epi-
demia, con molti casi confluenti ed emorragici, di seguire
il trattamento con Electrargol come è stato effettuato nel
nostro ospedale. Il farmaco è assolutamente stabile e affi-
dabile e può essere tenuto in magazzino per un tempo illi-
mitato. La modalità di somministrazione è semplice e può
essere effettuata da un infermiere adeguatamente prepara-

Fig. 3 - La lettera al Journal prosegue descrivendo la possibilità di trattamento


della peste evidenziando l’innocuità del trattamento con Electrargol [N.d.T.].
30 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

to. Si inietta in vena la quantità di farmaco necessaria con


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le abituali precauzioni e il suo uso è perfettamente sicuro


come dimostrano i 259 casi di vaiolo e 48 di peste tratta-
ti senza alcun incidente. Per quanto riguarda l’utilizzo di
Electrargol nella peste posso citare solo un numero limitato
di casi trattati nel corso di quest’anno. Complessivamente
si sono avuti 313 casi di peste e 261 decessi, con una mor-
talità dell’83,4 %. Solo 48 di questi casi sono stati trattati
al lazzaretto. Di questi 19 sono sopravvissuti, riducendo
così la mortalità al 60,4 %.
La Tabella II mostra molto bene che il trattamento
precoce è la cosa più importante in quanto di 20 casi trat-
tati entro quarantotto ore dall’esordio della malattia ne
sono morti solo 5 mentre dei 21 trattati per la prima volta
al terzo o al quarto giorno ne sono morti 18».

DAL 1938 AL 1985


Nel 1928 Alexander Fleming, medico microbiologo,
di ritorno da una vacanza notò che alcune muffe ave-
vano impedito la crescita di certi batteri sui quali stava
lavorando e attribuì a queste muffe la causa della morte
dei batteri: fu l’inizio delle ricerche che portarono alla
scoperta della penicillina e successivamente di tutti gli
altri antibiotici. Per circa dieci anni le ricerche conti-
nuarono nei laboratori, ma fu solo nel 1941, dopo l’en-
trata in guerra degli Stati Uniti, che la penicillina venne
usata contro le infezioni batteriche, e nel 1943 l’indu-
stria americana, spinta dalla necessità di curare i feriti
della seconda guerra mondiale, ne iniziò la produzione
a livello industriale. Tutte queste circostanze fecero dif-
Capitolo 2 - Storia dell’uso medico e terapeutico... - 31

fondere l’uso degli antibiotici a livello mondiale e fece-


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ro passare rapidamente nel dimenticatoio l’uso dell’ar-


gento, fino a poco tempo prima molto diffuso.

In questi anni rimasero in uso forme di argento


come il nitrato di argento e la sulfadiazina argentica,
farmaci ancora oggi noti e usati dai medici.
Durante il periodo di predominio degli antibiotici,
pochi volenterosi ricercatori hanno continuato lo stu-
dio dell’argento colloidale e queste sono le circostanze
che ne hanno permesso il grande ritorno in medicina:

• la comparsa di batteri sempre più resistenti agli an-


tibiotici e quindi la forzata ricerca di soluzioni al-
ternative;
• la progressiva ed esplosiva diffusione tramite In-
ternet delle informazioni di ogni genere a livello
mondiale che ha favorito una migliore conoscenza
dell’argento colloidale;
• la produzione di grandi quantità di argento sotto
forma di nanoparticelle (AgNPs) necessarie alla na-
scente industria delle nanotecnologie;
• la tenace pervicacia di pochi volenterosi ricercatori
che con difficoltà e spesso soltanto con mezzi pro-
pri hanno continuato gli studi e le ricerche sull’ar-
gento colloidale.

Uno di questi volenterosi ricercatori è stato il dottor


Robert O. Becker, chirurgo ortopedico, che pur non
avendo studiato l’argento in modo specifico, bensì la ri-
32 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

generazione dei tessuti, risulta il più citato (spesso a spro-


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posito) in quasi tutti i siti internet sull’argento colloidale.


I siti che citano come loro fonte il dottor Becker
gli attribuiscono l’affermazione che l’argento colloida-
le combatta 650 tipi di batteri o anche 650 diversi tipi
di malattie causate dai batteri stessi.

Con il capitolo che segue cerchiamo di fare un po’


di chiarezza su questi punti:

• il ruolo effettivo dell’argento negli studi del dottor


Becker che erano rivolti alla rigenerazione dei tes-
suti tramite l’elettromagnetismo, usando vari tipi
di elettrodi tra cui quelli d’argento;
• il lavoro non sufficientemente conosciuto di altri me-
ritevoli ricercatori come il dottor Ronald Gibbs, che
ha avuto anch’egli una parte importante nell’appro-
fondimento della conoscenza dell’attività terapeutica
dell’argento colloidale e nella diffusione di una cor-
retta informazione;
• la veridicità dell’affermazione che l’argento colloi-
dale combatta sempre e soltanto 650 diversi tipi di
batteri e 650 tipi di malattie, provocate dagli stessi.
Capitolo 3
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Il lavoro del dottor


Robert Becker

D
opo il periodo d’oro di cui sopra, pochissimi
ricercatori, tra estreme difficoltà, continuaro-
no ancora lo studio dell’uso dell’argento par-
ticolarmente in campo chirurgico. Tra questi merita
una citazione particolare il dottor Robert O. Becker
medico chirurgo ortopedico che nel 1985 scrisse un
libro, The body electric, di fondamentale importanza
per la conoscenza delle proprietà dell’argento. Il li-
bro non è espressamente dedicato all’uso dell’argento
o alla descrizione di un metodo per la produzione di
argento colloidale, bensì allo studio della rigenerazio-
ne dei tessuti mediante l’elettromagnetismo. Tra i vari
studi riportati nel libro di Becker ha assunto partico-
lare rilevanza quello che racconta l’episodio di John,
uomo dei selvaggi boschi del Nord America, al quale
doveva essere amputata una gamba multi-fratturata e
gravemente infetta. Dopo svariati tentativi il dottor
Becker ottenne un successo insperato, applicando alle
fratture elettrodi di argento attraverso i quali veniva
fatta passare corrente continua a bassissimo voltaggio.
Il libro di Becker viene citato ripetutamente nei siti
internet come quello nel quale vengono evidenziate le
34 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

proprietà antibatteriche dell’argento e nel quale verreb-


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be descritto il metodo Becker di produzione dell’ar-


gento colloidale.
Becker ha di fatto utilizzato elettrodi di argento im-
mersi nei tessuti. Con questa metodica egli è stato in
grado di riconfermare le proprietà antibatteriche dell’ar-
gento. Il metodo Becker di produzione dell’argento non
è mai stato descritto in questo libro. Dall’ampio esame
della documentazione non siamo riusciti a rintraccia-
re alcun “metodo Becker” di produzione dell’argento
colloidale. La citazione da parte dei siti che ne parlano
è a nostro avviso una errata interpretazione del lavoro
di Becker. Gli stessi siti che lo citano, mai o raramente
hanno parlato del lavoro di altri ricercatori. Dette cita-
zioni hanno poi finito per stravolgere l’opera del dottor
Becker che aveva scopi completamente diversi da quelli
che gli sono stati successivamente attribuiti.
Becker infatti ha vissuto, come medico ospedaliero,
il periodo della medicina prima della comparsa della
penicillina, e successivamente ha assistito alla trasfor-
mazione epocale della stessa medicina a seguito dell’in-
troduzione degli antibiotici e anche dei nuovi farmaci
di sintesi. Nell’introduzione al suo libro (riportata, per
chi fosse interessato, in Appendice II) il dottor Becker
espone la propria visione della medicina, che egli chia-
ma “Arte medica”, e il disegno complessivo dei propri
esperimenti all’interno dei quali riporta anche il ruolo
avuto dagli elettrodi di argento.
Capitolo
Capitolo
3 - Il1lavoro
- Chedel
cos’è
dottor
l’argento
Robert Becker - 35
colloidale

Qui di seguito riportiamo per completezza d’infor-


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mazione:
• la riproduzione della copertina e del colophon del
libro originale The body electric di Robert O. Becker;
• tratto dallo stesso libro l’episodio di John, gio-
vane cacciatore di topi muschiati nei selvaggi
boschi del Nord America, spesso citato nei siti
internet sull’argento colloidale.

Fig. 4
36 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Episodio di John e del salvataggio della sua gamba


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dall’amputazione:

«Nel dicembre del 1976 un giovane fu inviato alla


nostra Clinica per una possibile amputazione.
Il giovane, di nome John, era un uomo dei boschi del
Nord. Duro e abituato alle intemperie, affrontò il problema
con filosofia. “Quel che è stato è stato”, ci disse a labbra strette.
Tre anni prima, egli aveva avuto un incidente con la
motoslitta fratturandosi la tibia destra in tre punti e an-
che il perone era fratturato in più punti. Le fratture furo-
no trattate in un piccolo ospedale locale, dove le ossa frat-
turate erano diventate infette. Egli venne da noi con la
frattura infettata e con una lunga cavità sul fronte tibiale
dalla quale si poteva vedere direttamente l’osso infetto.
Il giovane, sposato, aveva cinque figli, e la perdita della
gamba gli avrebbe creato seri problemi per sbarcare il lunario.
“Che tipo di lavoro fai?” gli chiesi.
“Catturo topi muschiati per farne pellicce, dottore”.
“Questo è tutto?”.
“Questo è tutto, dottore”.
“Come diavolo hai fatto a ridurti così?”.
“Sono scivolato di fianco con lo stivale di gomma so-
pra una trappola, dottore”.
Catturare topi muschiati con le trappole è un lavoro
duro, un modo difficile per guadagnarsi da vivere, anche
per un uomo con due gambe buone.
“John, se dovremo amputarti la gamba e metterti una
protesi artificiale, di sicuro non sarai più in grado di far-
lo. Cosa farai allora?”.
Capitolo
Capitolo
3 - Il1lavoro
- Chedel
cos’è
dottor
l’argento
Robert Becker - 37
colloidale

“Non lo so, forse vivrò di assistenza o forse potrei impaz-


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zire”.
“Ti piace molto lavorare nei boschi, non è vero?”.
“ Non so fare altro, dottore”.
“Bene, adesso ti ricovero. Ho in testa qualcosa che for-
se ti permetterà di non perdere la gamba”.
Per la prima volta dopo tanto tempo, John sorrise.
Nella lotta contro l’infezione, il primo passo fu quello
di individuare il nemico, i microbi. La ferita di John era
un vero e proprio zoo. C’erano almeno cinque diversi tipi
di batteri. Anche con un solo tipo di batteri, l’osteomieli-
te è notoriamente difficile da trattare. Molto poco sangue
raggiunge le cellule ossee, e così sia gli antibiotici che i siste-
mi di difesa del corpo sono molto ostacolati nello svolgere il
loro lavoro là dove sono necessari. Anche se avessimo potuto
iniettare nell’osso una miscela di antibiotici avremmo forse
aggravato il problema piuttosto che risolverlo.
Eventuali batteri resistenti alla miscela antibiotica si
sarebbero diffusi a macchia d’olio, quando i batteri sensi-
bili ad essa fossero stati uccisi. Le radiografie di John erano
disastrose, come i suoi batteri, con pezzi di ossa morte spar-
si dappertutto senza possibilità di guarigione, perciò prima
di tutto dovemmo fare i conti con l’infezione primaria.
Dal momento che avremmo dovuto utilizzare corren-
te positiva per molto tempo, temevo che avremmo potuto
distruggere alcune delle ossa, ma dissi a John che sei mesi
dopo avremmo avuto la guarigione della ferita, ricoperta
di pelle sana. A quel punto lo avrei riportato in ospedale
usando corrente negativa per stimolare la crescita di ciò che
fosse rimasto. Spiegai a John le difficoltà e i rischi di tutto
38 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

ciò che avevo intenzione di fare, ma lui mi rispose che in


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fondo non aveva altro da perdere se non la gamba che, co-


munque, se ne sarebbe andata in ogni caso se io non avessi
almeno tentato di salvarla con le mie metodiche.
Pochi giorni dopo ripulii la ferita e rimossi tessuti e osso
morti. Non c’era rimasto molto se non un’enorme buco che
si estendeva dal ginocchio all’anca. In sala operatoria im-
bevemmo un grosso pezzo di garza di nylon e argento in
soluzione salina e lo depositammo sulla ferita. Fu tagliato
con una “coda” che aveva la funzione sia di contatto elet-
trico che di “appiglio” al di fuori della cavità. Preparammo
il tessuto in posizione con una garza imbevuta di soluzione
salina, avvolgemmo la gamba, e collegammo la batteria.
Guardai John con ansia durante i primi due giorni.
Se fossero sorti dei problemi, questo era il momento più
probabile. Entro il terzo giorno John mangiava bene, e
la corrente cominciò a scendere, indicando una maggior
resistenza alla superficie della ferita. Era giunto il mo-
mento di cambiare la garza di nylon. Fummo felicissimi
di vedere che l’argento non aveva provocato corrosione e
la ferita sembrava in ottime condizioni. Con cautela ef-
fettuai il prelievo per la coltura batterica e applicai una
nuova medicazione di garza di nylon argentica.
La mattina successiva Sharon Chapin, tecnico di la-
boratorio eccezionale, che prese parte attiva in alcune
delle ricerche, mi mostrò la coltura batterica.
Il numero di batteri era diminuito drasticamente.
Andai da John per dargli la buona notizia e per cam-
biargli la medicazione, quando mi resi conto che avrei po-
tuto insegnargli a fare da solo il cambio quotidiano della
Capitolo
Capitolo
3 - Il1lavoro
- Chedel
cos’è
dottor
l’argento
Robert Becker - 39
colloidale

fasciatura. Per me era un bel risparmio di tempo e John


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aveva molto tempo a disposizione e inoltre era il più in-


teressato a fare la cosa migliore per la sua gamba. Fu una
bella sensazione quella di insegnare a un cacciatore di topi
muschiati, che aveva abbandonato la scuola a 16 anni,
come eseguire una procedura medica sperimentale. Imparò
velocemente, e in pochissimo tempo egli fu in grado di cam-
biare le medicazioni da solo e anche di misurare l’intensità
della corrente. Entro una settimana, egli fu in grado di fare
i cambi necessari nel modo migliore.
Da allora tutte le colture batteriche risultarono sterili –
tutti e cinque i generi di batteri erano stati uccisi e il tessuto
era in via di guarigione. Il tessuto chiamato di granulazione,
si stava diffondendo fino a coprire l’osso. Nel giro di due set-
timane l’intera area della ferita, che era stata di oltre 4 dm2,
era ricoperta da questo tappeto di cellule rosate di ottimo
aspetto. La pelle stava cominciando a crescere talmente bene
che abbandonammo l’idea di un trapianto, che avevamo
già programmato.
Esaminando la radiografia per verificare quanto osso
fosse andato perduto non potetti credere ai miei occhi!
C’era chiaramente una certa crescita ossea.
Avevamo lavorato attraverso un foro della lesione per-
ciò non avevo idea se la frattura fosse ancora libera. Senza
dirlo a John, perché non volevo alimentargli false speranze
nel caso mi fossi sbagliato, rimossi la medicazione, tastai la
gamba, la sentii, ed ebbi la certezza che i pezzi erano tut-
ti attaccati. John osservava attentamente e quando finii le
mie procedure, alzò la gamba in aria trionfante e la tenne
dritta contro la forza di gravità.
40 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Il suo sorriso era più largo di un’autostrada a otto corsie.


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“Pensavo che tu avessi detto che l’osso non potesse an-


cora guarire, dottore!”.
Non fui mai così contento di essermi sbagliato, tutta-
via avvertii John di non rallegrarsi troppo fino a quando
non fossimo stati sicuri che la buona notizia fosse confer-
mata. Riposizionai il “cast” (tutore) e continuai il tratta-
mento per un altro mese fino a quando la pelle rigenera-
ta non coprì completamente la lesione.
Da allora le radiografie mostrarono una ricrescita suffi-
ciente da giustificare l’applicazione di un cast per poter per-
mettere a John di camminare. John lascò l’ospedale con le
stampelle e promise di non correre in giro nelle paludi finché
non gli avessi detto che era tutto a posto. Egli tornò due mesi
dopo. Il cast era a brandelli, e camminava senza stampelle,
sorridendo a tutti. Le ultime radiografie confermarono che
la guarigione era quasi completa e John tornò al suo am-
biente nella natura selvaggia».
Capitolo 4
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Il lavoro di Ronald Gibbs

O
ltre a Robert O. Becker altri ricercatori si sono
occupati di studiare le potenzialità dell’argento
colloidale e di porre le basi per un suo corret-
to uso in affiancamento o in sostituzione della terapia
antibiotica. Uno di questi è il dottor Ronald J. Gibbs
che nel 1999 ha pubblicato un opuscolo divulgativo nel
quale riassume il proprio lavoro in materia. L’opuscolo
si intitola: Silver colloids. Do they work? (I colloidi d’ar-
gento funzionano?).
Ronald Gibbs è stato direttore del Laboratorio del-
la Scienza dei colloidi dell’Università del Delaware fin
dal 1981.
Ha alle spalle una carriera scientifica di altissimo liv-
ello in termini di pubblicazioni e partecipazioni a con-
gressi internazionali. È considerato uno specialista dei
materiali colloidali dei quali ha studiato la tossicità e la
possibilità di impiego nell’uomo. Da sempre è stato un
critico acuto e attento di tutta l’informazione scorret-
ta e fuorviante scritta da non esperti, che cercavano di
pubblicizzare in maniera subdola i loro prodotti. Egli
ha cercato di sostituire questa falsa informazione con
un’informazione utile e corretta.
42 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

L’ampia letteratura sull’argento colloidale esami-


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nata da Gibbs risale fino al 1910. Essa riporta molt-


issime referenze che illustrano i vantaggi terapeutici di
questa sostanza proprio nel periodo in cui essa ebbe la
sua più vasta diffusione in campo medico e terapeuti-
co. Nella maggioranza degli articoli e dei libri citati da
Gibbs viene ricordato che l’uso dell’argento è vecchio
di centinaia di anni.
Sempre Gibbs cita il libro di Alfred B. Searle, pubbli-
cato nel 1920, intitolato The use of colloids in health and
disease (L’uso dei colloidi nella salute e nella malattia) nel
quale è a sua volta riportata un’ampia rassegna di decine
di articoli sull’argento colloidale tratti da riviste mediche
di tutto rilievo come «The Lancet» o il «British Medical
Journal», e numerosi lavori dello stesso Searle.
Ricercatori come il dottor Becker e il dottor Gibbs
sono da considerarsi dei pionieri perché hanno con-
tinuato a credere alle proprietà dell’argento colloidale
anche nel periodo del boom degli antibiotici, quando
l’opinione generale era che ormai le malattie di origi-
ne batterica potessero essere definitivamente sconfitte.
Dal lavoro di questi ricercatori pionieri è nata la
frase così spesso citata: «Non si conosce microbo che non
venga ucciso dall’argento colloidale in sei minuti in esperi-
menti di laboratorio».
Un altro studio interessante riportato da Gibbs rela-
tivo ai primi anni del XX secolo è quello di Simpson e
Hewlett pubblicato su «The Lancet» nel 1914.
Essi usarono una sospensione di argento colloidale
per uccidere il bacillo tifoide in due ore a 5 ppm. Per
Capitolo 4 - Il lavoro di Ronald Gibbs - 43

la prima volta basse concentrazioni di argento colloi-


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dale si sono dimostrate efficaci, e hanno permesso di


affermare che il grande vantaggio degli elementi col-
loidali usati in così basse concentrazioni è quello che
essi sono completamente innocui per i pazienti, to-
gliendo quindi ogni sospetto di tossicità attribuibile
all’argento colloidale stesso4.
Il libro di Gibbs, e la documentazione in esso ri-
portata, sono esempi dei numerosi studi condotti nei
primi anni del secolo XX e delle numerose applicazi-
oni dell’argento colloidale per documentarne le pos-
sibili applicazioni, come ad esempio un articolo pub-
blicato nel 1966 da parte di Brentano et al. in «Sur-
gical Forum», che riferiva di esperimenti con argento
colloidale e ionico e delle miscele ionico/colloidale di
argento nel trattamento delle vittime di ustioni con ri-
sultati estremamente favorevoli.
Questi ricercatori hanno testato numerosi altri ma-
teriali prima di stabilire che l’argento era il trattamen-
to più efficace, specialmente nei confronti del batterio
Pseudomonas aeruginosa, batterio che costituisce uno
dei maggiori fattori di mortalità negli ustionati.

4. Per avere un’idea a livello terapeutico/posologico odierno si veda


la tabella dell’Appendice I dove sono riportate le MIC (minimum
inhibitory concentration) per gli organismi unicellulari riportati e
trattati con le varie forme di argento ivi descritte. Il concetto di
MIC è una nozione medica molto conosciuta perché è alla base
della descrizione dell’attività degli antibiotici (ad esempio nei co-
munissimi antibiogrammi).
44 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Gibbs ricorda infine nel suo libro che ciò che lui stesso e
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Becker avevano fatto non era altro che riscoprire ciò che era
conosciuto da secoli, e cioè che l’argento uccide i batteri.
L’industria farmaceutica, che colse rapidamente la po-
tenzialità di sviluppo degli antibiotici dopo la seconda
guerra mondiale, orientò la ricerca in questo senso apren-
do un’era che si è praticamente conclusa solo verso la fine
del millennio, quando ci si è resi conto che c’erano sempre
meno possibilità di combattere batteri divenuti resistenti
alla maggior parte degli antibiotici disponibili.

Durante il periodo d’oro della diffusione degli anti-


biotici l’entusiasmo nei loro confronti raggiunse punte
talmente elevate che, nel 1969, il “Chirurgo generale
degli Stati Uniti” (General Surgeon) disse testualmente,
davanti al Congresso:

«È giunto il tempo di chiudere il libro sulle malattie infettive».

A questo punto Gibbs, nel suo libro, lancia un grido di


allarme affermando che fino a pochi anni fa, quando gli
antibiotici hanno cominciato a perdere la loro efficacia nei
confronti dei batteri, c’era sempre un’altra pillola magica
ovvero un nuovo antibiotico sugli scaffali del farmacista.
Ora però quegli scaffali sono quasi vuoti. La produzione
di nuovi antibiotici non ha interrotto la capacità dei bat-
teri di sviluppare resistenza agli stessi.

«Negli ultimi decenni le grandi industrie farmaceutiche


hanno orientato i loro programmi di ricerca verso farmaci
Capitolo 4 - Il lavoro di Ronald Gibbs - 45

più remunerativi come quelli per il trattamento delle malat-


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tie cardiache, della pressione sanguigna elevata, dell’obesità


ecc. e in effetti nell’ultimo decennio (1990-1999) la FDA
non ha approvato alcuna nuova classe di antibiotici».

Nel seguito del libro Gibbs riporta i dati sulla resisten-


za dei batteri agli antibiotici, basandosi su pubblicazioni
provenienti dal Centro per il controllo delle malattie del
governo degli Stati Uniti, dell’Istituto nazionale malattie
infettive, e della Food and Drug Administration.
Egli ha preso in esame alcuni batteri caratteristici
delle infezioni nosocomiali quali: Staphylococcus au-
reus, Enterococcus faecium, Mycobacterium Tuberculosis
e Streptococcus pneumoniae.
Questi sono solo alcuni esempi di batteri divenuti re-
sistenti a molti antibiotici (MDR, multidrug resistant).

Il dottor Gibbs alla fine del suo lavoro si pone la do-


manda: “Nella guerra dell’umanità contro i batteri, com-
inciata con l’argento colloidale e che poi ha virato verso gli
antibiotici, quale sarà la prossima arma?”.
Egli risponde che quest’arma può essere ancora l’ar-
gento colloidale che uccide una gran varietà di batteri
e lo fa con meccanismi d’azione diversi da quelli degli
antibiotici.
La lungimiranza del dottor Gibbs è confermata tredi-
ci anni dopo dall’allarmato intervento della dottoressa
Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione
mondiale della sanità (OMS), sull’aumento incontrolla-
bile della resistenza batterica agli antibiotici.
46 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Nella riunione mondiale dell’OMS tenutasi a Co-


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penhagen in data 14 marzo 2012 ella afferma:

«[...] I patogeni resistenti ai farmaci sono notoria-


mente dei giramondo. Essi viaggiano per via aerea con i
passeggeri infetti o negli alimenti nel commercio globale.
In aggiunta la crescita del turismo medico ha accelerato
la diffusione delle infezioni contratte negli ospedali spesso
resistenti a molteplici farmaci.
La resistenza antimicrobica è in aumento in Europa
e ovunque nel mondo.
[...]
Tra i 12 milioni di casi di tubercolosi del 2010 nel mon-
do, l’OMS stima che 650.000 erano causati da ceppi di
TBC multiresistenti. Le cure contro i batteri multiresistenti
sono estremamente complicate, richiedono due anni di trat-
tamento con medicine tossiche e molto costose, alcune delle
quali sono sempre di scarsa disponibilità. Anche nel migliore
dei casi sarà possibile curare poco più del 50% dei pazienti.
Molti altri patogeni stanno sviluppando farmacore-
sistenza multipla. Gli ospedali sono diventati focolai di
patogeni ad alta farmacoresistenza come MRSA (methi-
cillin-resistant Staphylococcus aureus), ESBL (extended-
spectrum beta-lactamase) e CPE (batteri resistenti agli
antibiotici carbapenemici ) col rischio che la ospedaliz-
zazione uccida invece di curare.
[...]
Se il trend continuasse senza sosta il futuro sarebbe
facilmente prevedibile. Alcuni esperti sostengono che ri-
torneremmo a un’era pre-antibiotica.
Capitolo 4 - Il lavoro di Ronald Gibbs - 47

No!
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Questa sarà un’era post-antibiotica. Nei riguardi del


rimpiazzo di nuovi antibiotici per i batteri Gram-nega-
tivi il rivolo della ricerca si è prosciugato.
Dal punto di vista dell’industria, perché essa dovreb-
be investire tempo e molto denaro nella ricerca di nuovi
antimicrobici quando il loro utilizzo irrazionale annul-
lerebbe il ritorno economico prima ancora di aver recu-
perato l’investimento?
L’era post-antibiotica significa la fine della medici-
na moderna così come la conosciamo. Comuni patologie
come il mal di gola o una banale sbucciatura del ginoc-
chio di un bambino potrebbero uccidere [...]».
Copia omaggio per gli abbonati a Scienza e Conoscenza. Da NON diffondere 48 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Fig. 5 - Antibiotic resistance threats in the United States


(Minacce di Resistenza agli antibiotici negli Stati Uniti), 2013,
Centers for Disease Control and Prevention, p. 28.
Capitolo 5
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Quante malattie combatte


l’argento colloidale?

P
ossiamo ora dare uno sguardo alla situazione at-
tuale. Non appena in ambito scientifico si è avu-
ta la sensazione che la ricerca sui nuovi antibiotici
fosse arrivata al traguardo, altri ricercatori con risorse più
modeste di quelle dell’industria farmaceutica hanno rie-
saminato la vecchia letteratura sull’argento colloidale ri-
scoprendone tutte le potenzialità.
Come abbiamo detto, dal 2000 in poi è cominciata la
diffusione sempre più veloce tramite Internet delle infor-
mazioni sull’argento colloidale, ed è aumentato a dismisura
il numero di siti che ne parlano (su uno dei più noti moto-
ri di ricerca escono almeno 2.500.000 occorrenze per la ri-
cerca di “colloidal silver” e solo nei Paesi di lingua inglese).
Cerchiamo di capire l’origine della diffusa opinio-
ne per cui l’argento uccide sempre e solo 650 batteri
diversi, dei quali molti siti fanno anche l’elenco.
Nel numero di marzo del 1978 di «Science Digest»,
un articolo dal titolo Our mightiest germ fighter (Il nostro
più potente combattente contro i germi), Jim Powell riferiva:

«Grazie alla ricerca più illuminata, l’argento sta emer-


gendo come una meraviglia della medicina moderna. Un
50 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

antibiotico uccide una mezza dozzina di differenti orga-


Copia omaggio per gli abbonati a Scienza e Conoscenza. Da NON diffondere

nismi patogeni, ma l’argento ne elimina circa 650. I cep-


pi resistenti non riescono a svilupparsi. Inoltre, l’argento è
praticamente non tossico».

L’articolo terminava affermando che «l’argento è il


miglior combattente contro i germi di cui noi possiamo di-
sporre, al momento attuale».
Partendo dal presupposto che l’argento combatte
650 tipi di batteri, con la certezza che ad ogni singolo
tipo di batterio corrisponda una singola malattia, si è
passati ad affermare senza prove documentate che l’ar-
gento combatte anche 650 malattie. Nessuna fonte si è
presa l’impegno di approfondire se il fatto che l’argento
combatta un certo batterio significhi conseguentemente
che curerà anche la malattia causata da esso. L’argento
colloidale uccide i microrganismi quando entra in con-
tatto con questi in una concentrazione bastante e per
un periodo di tempo sufficiente.
Il corpo umano è un sistema complesso che può
anche impedire che l’argento possa raggiungere la zona
interessata, e per questo la linea guida da sempre racco-
mandata, quando si usa questo minerale a scopo tera-
peutico, è che esso dev’essere utilizzato a una concen-
trazione tale da risultare attivo contro i microrganismi
patogeni presenti nella zona interessata.
A nostro avviso non è escluso che l’argento uccida
ben più di 650 diversi tipi di batteri considerando che
la sua attività antisettica avviene bloccando i meccanismi
respiratori di tutti gli organismi unicellulari patogeni.
Capitolo 6
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La dimensione delle cose

N
ano: un mondo sconosciuto ed enormemente
vasto. La parola nano nel linguaggio quoti-
diano è comunemente usata: nanoautomobi-
le, nanotelefono ecc. ma cosa significa realmente?
Quello che non è immediatamente intuitivo è la
scala delle dimensioni: nano significa infatti, nel siste-
ma metrico, un miliardesimo di metro.
Proviamo a visualizzare questa dimensione così pic-
cola e lontana dalla nostra esperienza di ogni giorno.
La dimensione di un metro è subito compresa: sono
alto 1,70 m, il mio bambino a 5 anni ha raggiunto 1 m
di altezza ecc. Proviamo a scendere la scala delle dimen-
sioni verso il sempre più piccolo; infatti la nano-scienza
è la scienza del piccolissimo. Le nanoparticelle sono bri-
ciole estremamente piccole di materiale (di solito metal-
li) quali oro, argento, zinco, rame, ma anche carbonio,
selenio ecc. che misurano da 1 a 100 nm (nanometri).
Si definisce nanometro la dimensione della miliar-
desima parte di un metro (1.000.000.000), ovvero per
dirla con notazione matematica 1 nm = 10-9 m.
Facciamo qualche esempio per comprendere il si-
gnificato. Una molecola d’acqua misura 0,5 nm e que-
sta molecola d’acqua sta all’incirca alle dimensioni di
una mela come la mela sta alle dimensioni della terra!
52 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Quindi comprenderete quanto spazio c’è laggiù nel


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mondo dell’estremamente piccolo; il diametro di un


capello umano misura 100.000 nm; 6 atomi di carbo-
nio fanno 1 nm; se un gabbiano si posa su una petro-
liera in navigazione la petroliera si abbassa di 1 nm.
Convenzionalmente si definiscono nanoparticelle
le particelle che hanno una dimensione da 1 a 100nm.

Cosa comporta lavorare con particelle di queste di-


mensioni? Una fondamentale considerazione è questa:
la superficie che si sviluppa a parità di volume attraver-
so questa estrema frammentazione è enorme, perché
la superficie totale delle particelle aumenta man mano
che esse diventano più piccole. Un esempio può dare
l’idea di quanto affermato: un dollaro d’argento ame-
ricano (Silver Eagle) del peso di 31 g ha una superficie
di circa 27 cm2. Se questa moneta venisse frammentata
in nanoparticelle di 10 nanometri di diametro, la su-
perficie totale delle particelle di quei 31 g di argento
aumenterebbe di milioni di volte fino alla strepitosa ci-
fra di 10.000 m2, quanto quella di un campo di calcio
regolamentare. Noi sappiamo che il comportamento
elettrico, magnetico e ottico dei materiali trasformati
in nanoparticelle cambia profondamente. Infatti le re-
azioni chimico-fisiche avvengono solo tra gli atomi che
si affacciano alla superficie dei materiali. Ad esempio,
se un pezzo di ferro diventa ruggine la ruggine si ori-
gina dalla superficie e non dall’interno. La chimica e
la fisica di queste nano-dimensioni dei materiali sono
molto diverse per proprietà, funzionalità e fenomeni
Capitolo 6 - La dimensione delle cose - 53

da quelle delle macro-dimensioni degli stessi materiali


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studiati dalla fisica e dalla chimica classiche.


Ad esempio, l’oro solido in lingotti è di colore giallo e
fonde a circa 1000 °C; l’oro in nanoparticelle è contenu-
to in un liquido di colore rosso e fonde tra 400 e 500 °C.
Come si possono vedere queste nanoparticelle?
Lo sviluppo della tecnologia dei microscopi elettro-
nici consente di vedere queste entità piccolissime. I mi-
croscopi elettronici SPM (Scanning Probe Microscope),
AFM (Atomic Force Microscope), STM (Scanning Tunne-
ling Microscope), TEM (Transmission Electronic Microsco-
pe) consentono di vedere queste nano-strutture e perfi-
no di riuscire a manipolare i singoli atomi (Don Eigler
IBM Corp.).

NANOTECNOLOGIE: PROSPETTIVE FUTURE


La nanotecnologia è una scienza che sfrutta le di-
mensioni estremamente ridotte di atomi, molecole
e loro aggregati che diventano manipolabili grazie a
potentissimi strumenti di osservazione e di manipo-
lazione “nano-scopica”. Si realizza così un approccio
rivoluzionario per la produzione dei materiali; come
accade in natura si parte dal basso, dai mattoncini di
base quali atomi e molecole, che opportunamente as-
semblati realizzano nuovi materiali con le caratteristi-
che volute nuove e inimmaginabili.
Per esempio: realizzazione di materiali superresisten-
ti e superleggeri; nel campo della salute nano-sensori e
macchine molecolari in grado di riparare organi e tessu-
ti danneggiati senza il ricorso alla chirurgia tradizionale;
54 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

meccanismi in grado di trasportare in modo mirato i far-


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maci affinché vadano a colpire solo le cellule malate (ad


esempio quelle cancerogene) e risparmiare quelle sane.
Le applicazioni fantascientifiche delle nanotecnolo-
gie appaiono essere senza limite. Vedremo cosa ci ri-
serverà il futuro; è saggio non fare previsioni!
Capitolo 7
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Differenza tra i vari tipi


di argento

L
a denominazione “argento colloidale” oggi com-
prende diversi tipi di argento usato a scopo me-
dico e terapeutico non sempre facilmente distin-
guibili tra di loro.

Ne esistono di cinque tipi:

1. Argento ionico (elettrolitico) in soluzione


Come abbiamo ricordato, nel 1880 lo scienziato Ge-
org Bredig elaborò un procedimento per realizzare un
prodotto superiore a quelli precedentemente usati collo-
cando due elettrodi d’argento immersi in acqua distillata
e provocando un arco elettrico fra di essi. Per produrre
l’arco elettrico utilizzò un voltaggio di migliaia di volt il
che erose l’argento sino a formare un colloide in parti-
celle finissime in forma ionica positiva (uno ione è un
atomo elettricamente carico). Questo prodotto non de-
terminava argiria (come cominciava ad accadere con l’u-
so della polvere di argento) e risultava assai più efficace
dell’argento in polvere o del nitrato d’argento. L’argento
di Bredig presentava tuttavia due inconvenienti, perché
il voltaggio assai elevato necessario a produrlo poteva ri-
56 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

velarsi decisamente pericoloso e il processo produttivo


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era estremamente lento e costoso.

Tutti gli apparecchi oggi disponibili sul mercato


per la produzione casalinga dell’argento si basano sul
cosiddetto metodo Bredig che altro non è che un pro-
cesso di elettrolisi. A differenza del metodo originario
le tensioni elettriche utilizzate per gli apparecchi di
produzione casalinga sono molto più basse nell’ordine
di poche decine di volt.
La maggior parte dei prodotti etichettati e venduti
come argento colloidale rientra in questa categoria per la
semplicità di produzione e i relativi bassi costi. L’argento
contenuto in questi prodotti è costituito per la maggior
parte (90%) da ioni e per il restante 10% da particelle di
varia grandezza, tra le quali, in piccola percentuale, anche
particelle di dimensioni nanometriche.
Poiché la maggior parte dell’argento contenuto in
questi prodotti è argento disciolto e non argento metalli-
co in particelle, sarebbe tecnicamente più preciso descri-
vere questi prodotti come soluzioni di argento ionico.
Esistono in commercio prodotti etichettati come
argento colloidale ionico (ACI) che dicono di conte-
nere particelle di argento ionico ma la definizione è
una contraddizione in termini. Gli ioni argento Ag+
sono disciolti in una soluzione trasparente mentre le
particelle di argento Ag0 rimangono in sospensione a
formare una struttura colloidale.
Gli ioni argento non sono la stessa cosa delle particelle
di argento e i due termini non sono intercambiabili.
Capitolo 7 - Differenza tra i vari tipi di argento - 57

L’argento ionico viene anche chiamato argento mo-


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noatomico, argento idrosol o argento covalente, da parte


di produttori che scelgono di non usare la corretta termi-
nologia scientifica per descrivere i loro prodotti. Questi
sono termini di marketing usati per nascondere la ve-
rità per la quale ciò che viene venduto non è altro che
argento ionico in soluzione, trasparente proprio come lo
zucchero o il sale che, sciolti in acqua, non appaiono alla
vista contrariamente alla forma colloidale dell’argento le
cui particelle, quando sono presenti in sufficiente con-
centrazione, assorbono la luce visibile e il colloide ma-
nifesta una colorazione. Questo colore è complementare
alla lunghezza d’onda della luce visibile assorbita e rende
visibile un raggio laser che attraversasse il colloide (effetto
Tyndall). Gli ioni argento Ag+ non assorbono la luce visi-
bile pertanto essi appaiono come liquidi incolori.
Se il prodotto appare chiaro e trasparente è argento
ionico e non argento colloidale.

2. Sali d’argento come farmaci


o presidi medico chirurgici
Durante il periodo di massima diffusione degli an-
tibiotici (1950-2000) l’argento ha continuato a essere
usato in campo medico specialmente sotto forma di
sali, i più importanti dei quali sono il nitrato di argen-
to e la sulfadiazina argentica.
Anche in campo chirurgico prodotti a base di argento
sono rimasti sempre in uso, specialmente per il trattamento
delle ustioni. Tutti questi prodotti sono rimasti nell’am-
bito strettamente sanitario e sotto controllo medico.
58 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

3. Argento colloidale, costituito da nanoparti-


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celle AgNPs di produzione industriale.


Questo tipo di argento è quello che presenta le
maggiori prospettive di sviluppo in tutti i campi. La
forma di argento in nanoparticelle viene spesso pre-
sentata come una forma assolutamente nuova, ottenu-
ta grazie alle attuali conoscenze e tecnologie. Al con-
trario, le nanoparticelle d’argento sono esistite alme-
no fin da quando l’argento colloidale è stato prodotto
con il metodo elettrolitico brevettato da Bredig nel
1880. Le moderne tecniche di produzione e di anali-
si delle nanoparticelle Ag0 permettono di ottenere un
prodotto altamente standardizzato, di elevata qualità e
di più sicura affidabilità.

4. ACC, argento colloidale in nanoparticelle


stabilizzate con citrato
(citrate coated AgNPs)
Si tratta della forma più avanzata utilizzata a scopo
terapeutico con azione velocizzata.

5. ACP, argento colloidale in nanoparticelle


stabilizzate con polivinilpirrolidone
(PVP coated AgNPs)
Si tratta della forma più avanzata utilizzata a scopo
terapeutico con azione di più lunga durata. Nella ta-
bella dell’Appendice I sono citati studi effettuati con
queste nuove forme di argento colloidale (nella colon-
na dove si riportano le due tipologie di Ag con citrate
e PVP – polivinilpirrolidone).
Capitolo 7 - Differenza tra i vari tipi di argento - 59

Tutto questo ha permesso di iniziare nuovi studi


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con l’argento colloidale specie nel campo sanitario,


medico e terapeutico.
Sono già migliaia i prodotti che contengono na-
no-materiali e di questi circa un quarto contiene argen-
to in nanoparticelle AgNPs. Lo sviluppo degli studi di
prodotti medicinali che contengono nano-argento è
determinato dalla sua forte attività antimicrobica, anti-
virale, antifungina e antinfiammatoria. Queste caratte-
ristiche fanno dell’argento in nanoparticelle AgNPs una
potenziale alternativa all’impiego degli antibiotici sem-
pre più soggetti al fenomeno della farmacoresistenza.
Tra i prodotti di consumo che contengono nano-argen-
to si trovano materiali di imballaggio alimentare, con-
servanti alimentari, tessuti anti-odore, indumenti per
diabetici, la nanoelettronica di telefonini, tablets, letto-
ri elettronici, apparecchi di rilevazione come quelli per
l’inquinamento atmosferico, elettrodomestici, cosme-
tici, dispositivi medici, disinfettanti per grandi volumi
d’acqua (piscine), spray per ambienti ecc.
Per soddisfare la richiesta commerciale di que-
sta innumerevole varietà di prodotti, sono necessarie
quantità sempre maggiori di materiali sotto forma di
nanoparticelle. Complessivamente, si stima che entro il
2020 verranno prodotte annualmente almeno 60.000
t all’anno di materiali in forma di nanoparticelle. Di
queste almeno un quarto sarà costituito da varie for-
me di nano-argento AgNPs. La maggior parte di questi
prodotti contenenti nano-argento è fabbricata in Nord
America, Giappone, Cina, Corea del Sud ma anche in
60 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

India ed Europa. È difficile monitorare i prodotti che


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contengono nano-argento perché sono quasi sempre


confezionati sotto numerosi marchi, e le norme in ma-
teria di etichettatura non richiedono che il nano-mate-
riale debba essere indicato come ingrediente.
Il Rapporto dell’EPA (U.S. Environmental Protection
Agency, Agenzia statunitense per la protezione dell’am-
biente, EPA/600/R-10/084 agosto 2010 in http://www.
epa.gov), riporta, per il 2008, l’esistenza di 241 tipi di
prodotti diversi provenienti da 65 produttori. La mag-
gior parte dei prodotti è destinata all’uso salutistico e
cosmetico.
Ma già oggi si stima che questi numeri siano alme-
no raddoppiati o addirittura triplicati.
Capitolo 8
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L’argento colloidale
in nanoperticelle (AgNPs)
PRODUZIONE
In vista della diffusione esponenziale che avranno i
nuovi materiali derivanti dalla nano-tecnologia è im-
portante conoscerne, almeno sommariamente, i me-
todi di produzione per valutare l’impatto ambientale
che tutto il ciclo produttivo può avere.
La sfida principale nella sintesi dei nano-materiali
è il raggiungimento di un elevato livello di qualità per
ottenere uniformità di granulometria, forma, compo-
sizione e struttura cristallina e il controllo del processo
di produzione e utilizzo dei nano-materiali per il mas-
simo rispetto dell’ambiente.
Tra le varie metodiche di sintesi dell’argento in for-
ma di nanoparticelle sono particolarmente interessanti
quelle denominate green syntesis, o sintesi verde, le più
rispettose nei confronti dell’ambiente perché utilizzano
metodi naturali di biosintesi.
Varie specie di microrganismi e piante sono in gra-
do, tramite tecniche di ingegneria genetica, di sinte-
tizzare nanoparticelle di argento di varie dimensioni.
Tra i batteri possiamo citare Bacillus megaterium, Geo-
bacter sulfurreducens e Morganella sp. Tra i funghi citia-
62 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

mo Fusarium oxysporum, Aspergillus fumigatus. Tra le


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piante le foglie dell’albero della canfora5.

La sintesi verde di AgNPs prevede tre fasi principali


che comprendono: selezione del mezzo solvente, scelta
del mezzo riducente rispettoso dell’ambiente cui segue
la scelta di sostanze non tossiche per stabilizzare le par-
ticelle AgNPs. Tra queste metodiche di sintesi verde la
biomineralizzazione è una tecnica interessante: la riduzio-
ne degli ioni argento avviene utilizzando organismi uni-
cellulari, favorita da un enzima responsabile della sintesi
che garantisce uniformità di morfologia e dimensioni alle
AgNPs a tutto vantaggio dell’efficacia terapeutica.

MECCANISMO D’AZIONE
DELL’ARGENTO AgNPs
Il meccanismo d’azione dell’argento sui microrga-
nismi patogeni non è ancora del tutto chiarito.
La spiegazione più accettata consiste nell’attacco alle
strutture membranose del batterio tramite il blocco della
catena respiratoria, che porta alla morte cellulare per sof-
focamento. Questo avviene ad opera degli ioni Ag+ che
agiscono a livello cellulare e subcellulare, ove si formano
complessi che danneggiano le membrane interagendo con
i gruppi solfidrici e compromettono l’attività intra-me-

5. Questi dati sono stati estrapolati da: Vaidyanathan, R., Kalishwara-


lal, K., Gopalram, S., Gurunathan, S., Nanosilver – The burgeoning
therapeutic molecule and its green synthesis, «Biotechnology Advan-
ces», vol. 27 (6), novembre-dicembre 2009, pp. 924-937; cfr. p. 928
(pubblicazione elettronica 15 agosto 2009).
Copia omaggio per gli abbonati a Scienza e Conoscenza. Da NON diffondere Capitolo 8 - Argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) - 63

Fig. 7

tabolica cellulare inattivando gli enzimi e le basi del


DNA.

Una nuova ricerca condotta da un’università statu-


nitense6 ha dimostrato che in ambiente privo di ossi-

6. Negligible particle-specific antibacterial activity of silver nanoparticles, Depart-


ment of Chemistry, Rice University, Houston, Texas 77005, 5 luglio
2012.
64 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

geno le nanoparticelle Ag0 non hanno alcuna efficacia


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perché non vengono rilasciati gli ioni Ag+ responsabili


dell’azione antisettica. Invece in presenza di ossigeno
O2 la reazione chimica procede prima alla formazione
di ossido di argento Ag2O, che poi in ambiente acido
(pH 3) e umido (H2O) forma gli ioni argento Ag+ che
provocano la morte per lisi di batteri, virus e funghi.
L’effetto antibatterico delle nanoparticelle di ar-
gento AgNPs è mediato dagli ioni argento anziché
dalle particelle stesse. Quindi secondo la citata ricer-
ca sarebbero gli ioni argento quelli che svolgerebbero
l’attività terapeutica.

PROPRIETÀ BIOLOGICHE E TERAPEUTICHE


DELL’ARGENTO AgNPs
L’azione antinfettiva verso batteri, virus e funghi
dei metalli pesanti, tra i quali l’argento, tramite la
loro riduzione a ioni liberi, è ormai abbondantemen-
te dimostrata. La letteratura che riguarda l’attività an-
tibatterica dell’argento è senza dubbio la più ricca e
documentata sia per quanto riguarda i lavori scientifi-
ci specifici che le rassegne sullo stesso argomento. Per
non eccedere nell’informazione dettagliata e specifica
in un libro di tipo divulgativo, si ritiene sufficiente
inserire in questa parte la sintesi delle attività antibat-
terica, antifungina e antivirale tratte delle rassegne da
noi esaminate e riportate in bibliografia.
Capitolo 8 - Argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) - 65

ATTIVITÀ ANTIBATTERICA DELL’ARGENTO


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COLLOIDALE AgNPs
L’attività antibatterica dell’argento è quella più do-
cumentata perché può tener conto di moltissime osser-
vazioni fatte spesso empiricamente nel corso dei secoli e
convalidate dalle moderne conoscenze7.

Il nano-argento è un prodotto efficace nel combatte-


re un’ampia gamma di batteri Gram-positivi (Gram+) e
Gram-negativi (Gram-) (Burrel et al.1999; Wijnhoven
et al. 2009; Yin et al.1999), compresi i ceppi antibioti-
co resistenti (Percival et al. 2007; Wrigth et al. 1998). I
batteri Gram-negativi comprendono specie quali Acine-
tobacter, Escherichia, Pseudomonas, Salmonella e Vibrio.
Le specie Acinetobacter sono associate alle infezioni no-
socomiali, ad esempio quelle che si contraggono in am-
biente ospedaliero o nei servizi poliambulatoriali, ma
che nulla hanno a che vedere con le patologie iniziali
del paziente che ne hanno causato il ricovero.

I batteri Gram-positivi comprendono generi molto


ben conosciuti quali Bacillus, Clostridium, Enterococ-
cus, Listeria, Staphylococcus e Streptococcus.

7. I dati e tutte le fonti bibliografiche citate che seguono sono trat-


ti (e reperibili) dalla rassegna: Varner, Katrina, State of the science.
Literature review: everything nanosilver and more, U.S. Environe-
mental Protection Agency, Office of Research and Development,
Washington D.C. 20460, agosto 2010, EPA/600/R-10/084.
66 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

I batteri antibiotico-resistenti includono ceppi resi-


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stenti alla meticillina e alla vancomicina, quali Staphylo-


coccus aureus ed Enterococcus faecium.
Le nanoparticelle di argento AgNPs (con diametro
medio 22,5 nm) aumentano l’attività antibatterica di
vari antibiotici (Shahverdi et al. 2007).
L’attività antibatterica di penicillina G, amoxicillina,
eritromicina, clindamicina e vancomicina contro Staphylo-
coccus aureus ed Escherichia coli aumenta in presenza di
AgNPs (Wijnhoven et al. 2009). L’attività antibatterica
delle AgNPs nei confronti dei batteri Gram-negativi è ri-
sultata dipendente dalle dimensioni delle particelle (di dia-
metro 1-450 nm) (Baker et al. 2005, Morones et al. 2005;
Panaceck et al. 2005) e anche nei confronti dei Gram-po-
sitivi (Panaceck et al. 2005). Le AgNPs più piccole, cioè
quelle con un miglior rapporto superficie/volume, possie-
dono un’attività antibatterica migliore anche a concentra-
zioni molto basse. È stato anche dimostrato che la di-
versa forma delle AgNPs (sferica, cilindrica, laminare,
tetraedrica) influenza la loro attività antibatterica nei
confronti dei batteri Gram-negativi in aggiunta alle
dimensioni e alla concentrazione delle particelle stesse.
Le AgNPs di tipo tetraedrico possiedono l’attività anti-
batterica più spiccata (Wijnhoven et al. 2009).
La rassegna dell’EPA continua con la citazione di nu-
merosi lavori che dimostrano esattamente lo stesso con-
cetto, e cioè che l’attività delle AgNPs migliora con la
combinazione dei tre fattori: concentrazione, dimensio-
ne e struttura cristallografica della superficie delle parti-
celle (Wiley et al. 2005; Hatchett et al. 1996 ecc.).
Capitolo 8 - Argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) - 67

ATTIVITÀ ANTIFUNGINA DELL’ARGENTO


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COLLOIDALE AgNPs
La dermatomicosi è una infezione fungina super-
ficiale degli strati cheratinici della pelle causata da un
gruppo di funghi filamentosi chiamati dermatofiti8.
Le infezioni fungine da Trichophyton e Candida species
sono diventate sempre più frequenti negli ultimi anni.
In particolare le infezioni da funghi colpiscono pazienti
immunocompromessi a causa di terapie antitumorali o a
causa di immunodeficienza da infezioni virali.
Questa tendenza è preoccupante per una duplice
ragione: il numero limitato di farmaci antifungini di-
sponibili e la constatazione che la profilassi antifungi-
na comporta la comparsa di ceppi resistenti.
I recenti progressi della ricerca sulle nanoparticelle
metalliche AgNPs hanno consentito di ottenere parti-
celle d’argento nanometriche uniformi per dimensioni
e forma fisica. Sono state sintetizzate nanoparticelle
sferiche d’argento controllate con TEM (Transmis-
sion Electron Microscope H-7600 Hitachi, Ltd.). Le
particelle AgNPs ottenute sono di forma sferica e di
dimensione media di 3 nm.
8. Le informazioni che seguono sono tratte da: Kim, Keuk-Jun et al., Anti-
fungal effect of silver nanoparticles on dermatophytes, «J. Microbiol. Biote-
chnol.», vol. 18 (8), 2008, pp. 1482-1484, Department of Dermatolo-
gy, College of Medicine, Yeungnam University, Daegu Korea e da Sung,
Woo Sang, et al., Antifungal effects and its mode of action of silver nano-
particles against human pathogenic fungi, relazione alla 19th FAOBMB
Seoul Conference (Korea), Science and technology for the integration of
life, Seoul, 27-30 maggio 2007 (Chemical Genomics and Drug Disco-
very, Abstract I-58, Poster Session, 2011).
68 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

I ceppi fungini utilizzati sono stati in totale 44 appar-


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tenenti a 6 diverse specie. Le particelle AgNPs hanno mo-


strato una potente attività contro i ceppi di Trichophyton
mentagrophytes e Candida species. L’attività di AgNPs è ri-
sultata paragonabile a quella della amfotericina B, ma su-
periore a quella del fluconazolo.
Sono stati studiati gli effetti sul dimorfismo della
Candida albicans e si è infine dimostrato che le parti-
celle AgNPs esercitano attività sui miceli.
In conclusione di questi studi si può quindi dire che le
particelle di AgNPs inibiscono la crescita dei dermatofiti,
ovvero la causa delle infezioni fungine della pelle, e che le
particelle AgNPs posseggono il potenziale di agente antin-
fettivo per le malattie umane causate da dermatofiti.

ATTIVITÀ ANTIVIRALE DELL’ARGENTO


COLLOIDALE AgNPs
Gli studi sull’attività antivirale dell’argento colloi-
dale sono tra i più promettenti e diffusi. A puro titolo
di esempio si riportano qui alcuni di questi lavori:

• Lara H.H., et al., Mode of antiviral action of silver


nanoparticles against HIV-1, «Journal of Nanobiote-
chnology», vol. 8, n. 1, 2010.
• Mehrbod, P. et al., In vitro antiviral effects on “na-
nosilver” on influenza virus, «DARU», vol. 17, n. 2,
2009, Tehran University.
• Galdiero, S., Review-Silver nanoparticles as poten-
tial antiviral agents, «Molecules», vol. 16, 2011,
pp. 8894-8918.
Capitolo 8 - Argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) - 69

• Lu, Lei et al., Silver nanoparticles inhibit hepati-


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tis B virus replication, «Antiviral Therapy», vol.


13, 2008, pp. 253-262.

Riguardo all’attività dell’argento come efficace an-


tivirale, rimandiamo alla parte storica di questo libro
dove viene esposta la straordinaria attività dell’argento
elettrolitico nei confronti del vaiolo, documentata ol-
tre un secolo fa.
Le infezioni virali pongono delle sfide globali nel cam-
po della salute, specialmente per il fatto che l’emergenza
di ceppi resistenti e gli effetti collaterali associati all’uso
prolungato dei farmaci antivirali, limitano spesso la pos-
sibilità di utilizzare terapie efficaci. Diventa quindi impe-
rativa la necessità di sviluppare alternative sicure e potenti
agli antivirali di tipo convenzionale.
Le caratteristiche fisiche e chimiche dei nuovi mate-
riali in scala nanometrica offrono perciò l’opportunità
di impiegarli come nuovi farmaci antivirali. Le nano-
particelle d’argento AgNPs si sono dimostrate efficaci
contro molti tipi di virus come quelli dell’immunode-
ficienza umana (HIV), dell’epatite B, dell’Herpes sim-
plex, del virus sinciziale respiratorio. Dal momento
che le nanoparticelle di argento AgNPs attaccano mol-
te delle strutture dei virus, questi ultimi hanno scarsa
possibilità di sviluppare resistenza, come invece accade
con gli antivirali convenzionali.
70 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Tabella 1 Attività antivirale dell’AgNPs


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Tratta da Galdiero, S. et al., Silver nanoparticles as potential antiviral agents,


«Molecules», vol. 16, 2011, pp. 8894-8918.

Composizione Meccanismo
Virus Famiglia
metallo NPs d’azione

Human
Silver NP 1-10 Interazione gp
Immunodef. Retrovirus
nm rivestite PVP 120
Virus HIV-1

Competizione
Herpes Simplex Silver NP 4 nm
Herpesvirus di legame
Virus HVS-1 rivestite MES
virus-cellula

Virus Silver NP 69 Interferenza


respiratorio Paramixovirus nm+-3 nm con legami
sinciziale rivestite PVP virali

Silver NP rivestite Blocco del


Virus delle
Poxvirus polisaccaride legame virus-
scimmie
10-80 nm cellula ospite

Inibizione del
Virus Gold NP 14 nm legame virus-
Ortomixovirus
influenzale acido sialico membrana
plasmatica

Silver NP rivestite Inattivazione


TCRV Tacaribe
Arenavirus polisaccaride virus prima
virus
10 nm dell’ingresso

ATTIVITÀ DELL’ARGENTO COLLOIDALE


AgNPs NELLA GUARIGIONE DELLE FERITE
Una lesione della pelle a causa della perdita della con-
tinuità cutanea e della presenza di tessuto necrotico, è un
terreno ideale per la moltiplicazione dei germi. L’infezio-
ne è il principale nemico di una ferita in quanto ne ritar-
Capitolo 8 - Argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) - 71

da la guarigione favorendone la cronicizzazione. A causa


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della notevole invasività di alcune specie batteriche infet-


tanti, la componente microbica può contribuire all’ag-
gravamento delle lesioni e anche delle condizioni generali
del paziente. I segni e i sintomi di infezione sono talvolta
fuorvianti come avviene quando siamo in presenza di un
“biofilm batterico”.
I biofilm sono strutture di matrice polimerica prodot-
te da comunità organizzate di cellule batteriche e/o fungi-
ne, anche di specie diverse. Né le difese naturali del nostro
organismo né gli antibiotici sono in grado di intaccare
questa “corazza”. All’interno del biofilm i batteri prolife-
rano indisturbati, creando inoltre un serbatoio di cellule
dormienti (persister cells) che fungeranno da inoculo persi-
stente, causando la cronicizzazione dell’infezione.

La presenza di biofilm può confondere la diagnosi,


dal momento che la superficie lucida può essere scam-
biata per tessuto epiteliale sano di nuova formazione.
L’esistenza di biofilm nel contesto di una ferita infetta
contribuisce a ritardarne la guarigione.
L’argento è un antisettico a largo spettro e ad azio-
ne veloce e i batteri “non fanno in tempo” a sviluppare
meccanismi di farmacoresistenza. L’argento ha effetto
disgregante sui biofilm patogeni maturi per azione di-
retta sulla capsula polisaccaridica. Una volta disgregato
il biofilm i batteri, privi di difese, vengono intercettati
dal nano-argento che li distrugge.
Clinicamente, l’argento metallico in nanoparticelle
AgNPs è inerte, ma la sua interazione con l’umidità della
72 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

superficie cutanea e con i fluidi della lesione, porta al ri-


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lascio di ioni argento Ag+ (vedi il paragrafo “Meccanismo


d’azione dell’argento AgNPs”) con proprietà antibatteri-
che, antivirali e antifungine e anche antinfiammatorie.
Le varie formulazioni dei prodotti all’argento col-
loidale in nanoparticelle AgNPs hanno tre vantaggi
fondamentali: sono antisettici di prima scelta a lar-
go spettro, non sviluppano resistenza batterica e non
sono tossici né per l’uomo né per gli animali né per
tutti gli organismi pluricellulari.

ATTIVITÀ DELL’ARGENTO COLLOIDALE


AgNPs IN CAMPO VETERINARIO
Tutto quanto detto sin qui per le applicazioni cli-
niche dell’argento colloidale nell’uomo si può traspor-
re al mondo animale. Esso viene infatti utilizzato sui
mammiferi, sugli uccelli e sui rettili contro ogni tipo
di affezione sia acuta che cronica. È stato utilizzato
anche per curare svariate malattie cutanee sui pesci di
acquario versandolo nell’acqua.
Bisogna tener conto delle differenze con gli esseri
umani ad esempio nei dosaggi come si fa per i bambini,
nei quali vanno ridotti in ragione del peso corporeo. Una
ulteriore differenza riguarda le vie di somministrazione.
Ad esempio, per le dermatiti di animali pelosi quali cani,
gatti, conigli, criceti ecc. la formulazione in spray è molto
indicata; per le somministrazioni per via orale si utilizzi
una siringa di plastica spruzzando la soluzione nel cavo
orale o nel becco, oppure si aggiunga la soluzione al cibo
umido o all’acqua da bere.
Capitolo 8 - Argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) - 73

La visita del veterinario è sempre importante e la


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raccomandazione è quella di evitare il fai da te soprat-


tutto per casi dubbi o patologie gravi.
Per la trattazione esaustiva della patologie animali
suggeriamo la lettura del libro Il grande libro dell’argento
colloidale di J. Pies e U. Reinelt (Macro Edizioni 2013)
dove vi è un’ampia trattazione di casi pratici nel capito-
lo “L’argento colloidale per gli animali”.

ARGENTO, CELLULE STAMINALI E CANCRO


La utilizzazione in campo medico delle cellule sta-
minali è un argomento di attualità. I ricercatori hanno
dimostrato la possibilità di produrre artificialmente
cellule staminali quando necessario. Di norma, una
cellula è in grado di riprodurre un’altra cellula del pro-
prio tipo (mitosi cellulare). Una cellula della pelle può
riprodursi solo in un’altra cellula della pelle, altrettan-
to dicasi per una cellula cardiaca. Una cellula stamina-
le è una cellula priva di specifiche caratteristiche tissu-
tali, quindi in grado di diventare una cellula cutanea,
cardiaca, polmonare, ossea ecc.
Per comprendere meglio la questione serve cono-
scere la differenza fra cellule staminali, cellule indiffe-
renziate e cellule de-differenziate. Le staminali sono cel-
lule non ancora differenziate, solitamente provengono
da un embrione, un feto o dal cordone ombelicale. Le
cellule indifferenziate provengono dal midollo osseo,
principalmente dal femore. Le de-differenziate sono
cellule già differenziatesi in cellule sanguigne, cutanee,
muscolari ecc. ma regredite a cellule indifferenziate e
74 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

quindi nuovamente in grado di diventare qualsiasi al-


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tro tipo di cellula. Sono tutte cellule staminali e hanno


il DNA del donatore. Nel caso in cui manchi una con-
sistente porzione di tessuto (ad esempio in caso di una
vasta lacerazione), la guarigione provvede a rigenerare
le cellule mancanti e deve giocoforza svilupparsi dal
tessuto rimasto.
Nel libro The body electric Becker tratta dei suoi espe-
rimenti condotti nel tentativo di rigenerare arti comple-
ti in esseri umani. Nel corso di sette anni di ricerca egli
scoprì essenzialmente che una bassissima corrente elettri-
ca continua, fatta scorrere fra un elettrodo positivo e un
elettrodo negativo, produceva la rigenerazione delle ossa.
Per i propri elettrodi Becker sperimentò svariati metalli:
oro, platino, titanio, acciaio inossidabile e argento.
Gli esiti ottenuti impiegando l’argento risultarono
di gran lunga più efficaci di quelli ottenuti da ogni altro
metallo, di conseguenza Becker condusse esperimenti
per comprenderne la ragione. In base alle sue scoperte la
corrente elettrica continua attirava dall’elettrodo positi-
vo ioni d’argento che incrementavano in modo rilevan-
te la rigenerazione dei tessuti. Il dottor Becker dimostrò
che in presenza di sufficienti ioni argento, l’organismo
produceva tutte le cellule staminali di cui necessitava.
Senza l’argento, questo non era possibile.

ASPETTI DELL’ATTIVITÀ DELL’ARGENTO


NEI CONFRONTI DEL CANCRO
Il lavoro di Becker rimane fondamentale anche per
quanto riguarda la relazione tra argento e cancro.
Capitolo 8 - Argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) - 75

Egli scoprì che gli ioni argento provocano la de-


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differenziazione delle cellule tumorali e le fanno tor-


nare allo stato di cellule normali. Riportiamo qui di
seguito una delle osservazioni che hanno portato Be-
cker a questa conclusione:

«Abbiamo avuto diversi casi di persone e di anima-


li colpiti da cancro nei quali i tumori sono scomparsi in
un breve periodo di tempo e in tutti i casi ciò è avvenuto
senza chemioterapia o radioterapia. Sono state usate sola-
mente dosi giornaliere piuttosto elevate di argento colloi-
dale ionico. Abbiamo anche il caso di un cane di 13 anni
che è stato operato da un veterinario e subito ricucito con
il commento “questo cane non vivrà più di un paio di set-
timane”. Il cane aveva masse tumorali in tutto il corpo e il
veterinario dichiarò che l’animale era affetto da emo-an-
gio-sarcoma. Al cane è stato somministrato argento colloi-
dale nell’acqua da bere e nel giro di pochi giorni i tumori
sono scomparsi. L’animale ha ripreso la sua vita normale e
l’ultima volta che ne abbiamo avuto notizia era ancora in
buona salute due anni dopo all’età di 15 anni […]. Que-
sto episodio dimostra che l’effetto placebo non aveva avuto
alcun ruolo nella risposta di questo animale».

Nel corso di successivi esperimenti Becker osservò


che i fibroblasti umani, stimolati con ioni argento, si
de-differenziavano. Egli si pose quindi la domanda
se tali ioni argento, che erano stati in grado di de-
differenziare i fibroblasti, sarebbero stati in grado di
de-differenziare anche le cellule tumorali umane. No-
76 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

nostante egli non fosse più in grado di proseguire gli


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esperimenti per mancanza di fondi, continuò a osser-


vare i pazienti e riportò nel libro alcuni episodi a sup-
porto della propria tesi, quali i seguenti:

«Ho anche avuto un paziente con una grave infezione


ossea cronica che aveva un cancro associato nella ferita.
Ha rifiutato l’amputazione, che sarebbe stato il tratta-
mento di scelta, e ha insistito affinché io trattassi la sua
infezione con la tecnica dell’argento. Dopo tre mesi, l’in-
fezione era sotto controllo, e le cellule tumorali nella ferita
sembravano aver cambiato il loro aspetto a quello di tes-
suto normale. L’ultima volta che ho avuto sue notizie, otto
anni dopo il trattamento, il paziente stava ancora bene.
È importante rendersi conto che questo non è semplice-
mente un effetto elettrico, ma il risultato dell’azione com-
binata della tensione elettrica e degli ioni d’argento gene-
rati elettricamente. È un trattamento elettrochimico. An-
che se non abbiamo prove certe in questo momento, ciò che
probabilmente accade è che lo ione argento è sagomato in
modo tale da connettersi con qualche gruppo recettore sul-
la superficie della membrana della cellula tumorale. Dopo
aver fatto questa connessione, parte un segnale elettrico
verso la cellula tumorale che attiva geni di tipo primitivo,
e le cellule si de-differenziano».
Capitolo 9
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Farmacoresistenza

L
a resistenza agli antibiotici è una crescente mi-
naccia in tutto il mondo. Negli Stati Uniti più
di due milioni di persone all’anno si ammala-
no per infezioni farmacoresistenti delle quali 23.000
muoiono secondo i dati prudenti (conservatives) segna-
lati dai CDC (Centers for Disease Control and Pre-
vention). Nel rapporto Antibiotic resistance threats in
the United States, 2013 i CDC denunciano la crescen-
te minaccia dei germi resistenti agli antibiotici sulla
salute umana e sull’economia.
Si stima che la resistenza agli antibiotici costi più
di 20 miliardi di dollari all’anno in costi diretti di assi-
stenza sanitaria negli Stati Uniti, con una stima di per-
dita di produttività di 35 miliardi di dollari.
La ragione principale dello sviluppo di resistenza an-
tibiotica nasce dall’uso stesso degli antibiotici, e si ritiene
che almeno la metà di essi siano prescritti impropriamente.
A complicare ancor di più il quadro clinico, sta il
fatto che gli antibiotici sono ampiamente utilizzati an-
che in zootecnia per prevenire, controllare e curare le
malattie degli animali e finanche per aumentarne l’ac-
crescimento corporeo. Vengono quindi a trovarsi inevi-
tabilmente nella catena alimentare.
Copia omaggio per gli abbonati a Scienza e Conoscenza. Da NON diffondere 78 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Fig. 8

Negli ultimi settant’anni gli antibiotici hanno svol-


to un ruolo importante nella cura delle malattie infet-
tive. Sono stati utilizzati per tanto tempo, e anche con
forti abusi, tantoché i germi patogeni hanno sviluppato
i loro meccanismi di difesa contro di essi rendendoli
fortemente inefficaci. Gli individui con organismi resi-
stenti agli antimicrobici affrontano degenze più lunghe
in ospedale, una maggiore spesa e una più elevata pro-
babilità di morte dovuta alle infezioni.
Ogni volta che l’antibiotico è somministrato in qual-
siasi ambiente (uomo o animale) i batteri naturalmente
evolvono sviluppando farmacoresistenza. La resistenza
agli antibiotici fa parte del naturale processo di evoluzio-
ne che può essere rallentato ma non fermato. Sono per-
tanto necessari sempre nuovi antibiotici per contrastare
la resistenza dei batteri e anche nuovi test diagnostici per
controllarne lo sviluppo.
«Questo processo può avvenire con una velocità al-
larmante», ha dichiarato Steve Solomon, medico, diret-
Copia omaggio per gli abbonati a Scienza e Conoscenza. Da NON diffondere

Fig. 9
Capitolo 9 - Farmacoresistenza - 79
80 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

tore dell’Ufficio dei CDC di resistenza antimicrobica.


Copia omaggio per gli abbonati a Scienza e Conoscenza. Da NON diffondere

«Questi farmaci sono una preziosa risorsa ma limitata:


più usiamo gli antibiotici oggi, più è probabile che non
avremo antibiotici efficaci domani».
Contiamo sugli antibiotici per combattere le infe-
zioni, per garantire il buon esito degli interventi chi-
rurgici, per i trapianti d’organo ecc. Senza gli antibioti-
ci la nostra capacità di agire per salvare o migliorare la
vita sarà seriamente compromessa.
Il rapporto prosegue elencando i diversi livelli di gra-
vità della minaccia dell’antibiotico-resistenza dei batteri
che qui riportiamo integralmente dal lavoro originale.
Le minacce portate dai vari germi patogeni sono clas-
sificate in urgenti (si elencano tre batteri), gravi (si elenca-
no undici batteri e un fungo) e preoccupanti (si elencano
tre batteri). (Cfr. elenco di p. 7 dell’Antibiotic resistance
threats in the United States, 2013).

Fig. 10
Copia omaggio per gli abbonati a Scienza e Conoscenza. Da NON diffondere Capitolo 9 - Farmacoresistenza - 81

Minacce urgenti • Clostridium difficile


• CRE, enterobatteri resistenti ai
carbapenemi
• Neisseria gonorrhoeae
farmacoresistente

Minacce gravi • Acinetobacter


• Campylobacter
• Candida resistente al fluconazolo
• Enterobatteri produttori di beta
lattamasi resistenti
• Enterococco resistente alla
vancomicina (VRE)
• Pseudomonas aeruginosa
multiresistente (MDR)
• Salmonella non tifoide
farmacoresistente
• Salmonella tifoide
farmacoresistente
• Shigella multiresistente
• Stafilococco aureo meticillino-
resistente (MRSA)
• Streptococcus pneumoniae
multiresistente
• Tubercolosi farmacoresistenti

Minacce • Stafilococco aureo resistente alla


preoccupanti vancomicina (VRSA)
• Streptococco di gruppo A
resistente alla eritromicina
• Streptococco di gruppo B
resistente alla clindamicina

Tabella 2
Capitolo 10
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Argento colloidale:
sinergia con gli antibiotici

C’
è una crescente necessità di potenziare l’ar-
senale antibatterico data l’aumentata inci-
denza della resistenza antibiotica e l’emerge-
re di nuovi patogeni virulenti. Ciò è particolarmente
vero per le infezioni da batteri Gram-negativi, che
sono più difficili da trattare a causa della loro mem-
brana protettiva esterna costituita da lipopolisaccaridi.
Le infezioni batteriche Gram-negative hanno spinto
i ricercatori verso la rivisitazione dell’utilizzo di vecchi
antimicrobici finora trascurati. L’argento è intrigante
per le sue proprietà antimicrobiche documentate, come
abbiamo detto, sin dal 400 a.C. quando Ippocrate ne
descrisse l’utilizzo per la guarigione delle ferite e per la
conservazione di acqua e cibi.

Un recentissimo studio congiunto, pubblicato il 23


aprile 2013, dei microbiologi delle università inglese di
Exeter (Rafael Pena-Miller et al.) e tedesca di Kiel (David
Laehnemann et al.), intitolato When the most potent com-
bination of antibiotics selects for the greatest bacterial load:
the smile-frown transition (vedi Bibliografia finale), ha di-
mostrato che quanto più è aggressiva la terapia antibiotica
Capitolo 10 - Argento colloidale: sinergia con gli antibiotici - 83

contro le infezioni batteriche tanto più si sviluppa la far-


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macoresistenza dei batteri stessi.


Nei testi di letteratura ortodossa di medicina e di far-
macologia, si sostiene che il patogeno va inizialmente col-
pito in una prima fase in modo potente (dose di attacco),
quindi in una seconda fase si prolunga il trattamento per
essere certi di averlo totalmente debellato; l’efficacia di
questo approccio è tuttora oggetto di discussioni. Con
questa strategia, una combinazione di due antibiotici co-
stituisce una terapia più potente ed efficace. In sintesi, il
trattamento canonico delle infezioni è “colpire forte e col-
pire duro” sfruttando la sinergia di due diversi antibiotici.

Lo studio sul batterio Escherichia coli è stato fatto in


laboratorio dove il trattamento può essere attentamente
controllato in vitro e al computer. Si è scoperto che la
durata del trattamento è di fondamentale importanza e
che la terapia più potente al primo giorno non si è rive-
lata la migliore, perché la sua efficacia decade esponen-
zialmente dalla metà del secondo giorno e fino al quinto
giorno del ciclo in cui a malapena inibisce la crescita bat-
terica. Secondo lo studio, i batteri sopravvissuti al mas-
siccio bombardamento antibiotico si trovano avvantag-
giati dalla mancanza di competizione con gli altri batte-
ri, sensibili agli antibiotici. I risultati ottenuti sono stati
confermati da modelli matematici e dal sequenziamento
del genoma di ceppi batterici resistenti e non resistenti.
La letteratura scientifica seria e qualificata degli
ultimi cento anni fornisce una ricchissima e vasta te-
stimonianza delle proprietà antibatteriche dell’argento
84 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

colloidale in nanoparticelle AgNPs, oltreché delle pro-


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prietà antivirali e antifungine. La cura delle infezioni di


batteri resistenti agli antibiotici viene dettagliatamente
trattata da questo studio del 2006: Bactericidal activity
of combinations of Silver-Water Dispersion™ with 19 an-
tibiotics against seven microbial strains, a cura di de Sou-
za, D. Mehta e R.W. Leavitt (vedi Bibliografia finale).

«Il recente aumento dell’incidenza delle infezioni dovute


alla resistenza batterica agli antibiotici è stato riconosciuto come
un problema allarmante, soprattutto in ambiente ospedaliero
con probabilità di infezioni incrociate. Si dimostra come una
soluzione di argento colloidale ha attività antibatteriche e non
sviluppa alcuna farmacoresistenza. La ricerca esplora la sinergia
tra diciannove diversi antibiotici in combinazione con l’argento
colloidale ed è stata controllata verso sette diversi tipi di batteri:
Escherichia coli (MDR); Pseudomonas aeruginosa (MDR);
Staphylococcus aureus MRSA 6538P; Shighella flexne-
ri; Salmonella typhi; Bacillus subtilis; Candida albicans».
Un altro studio di Durán, Marcato et al. del 2010 viene
dall’università brasiliana statale di Campinas, Potential use
of silver nanoparticles on pathogenic bacteria, their toxicity
and possible mechanisms of action (vedi Bibliografia): «L’at-
tività antibatterica di penicillina G, amoxicillina, eritro-
micina, clindamicina e vancomicina aumenta in presenza
di argento in nanoparticelle sui ceppi batterici testati […] I
dati indicano che l’associazione di nanoparticelle di argento
e antibiotici è una strategia molto promettente per il controllo
della resistenza batterica».
Capitolo 10 - Argento colloidale: sinergia con gli antibiotici - 85

Un altro studio ancora che documenta l’azione si-


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nergica antibiotici-argento è il seguente: Silver enhanc-


es antibiotic activity against gram-negative bacteria, di
James J. Collins et al., Boston University, 19 giugno
2013 (vedi Bibliografia in fondo al testo). I grafici che
seguono sono tratti da questo studio.

Studi in vivo su topi

L’Ag+ potenzia l’attività battericida degli antibiotici in vivo nelle infezioni del tratto urinario
in topi utilizzati come modello per lo studio
Fig. 11

Studi in vivo su topi

L’Ag+ potenzia l’azione battericida degli antibiotici sui biofilm sia in vitro che in vivo

Fig. 12 - Residui batterici ventiquattro ore dopo l’infezione: nero in assenza di


trattamento, grigio scuro con sola gentamicina, grigio chiaro con solo Ag+, bianco
con Ag+ in associazione con gentamicina.
86 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Studi in vivo su topi


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Fig. 13 - Residui batterici ventiquattro ore dopo l’infezione peritoneale:


nero in assenza di trattamento, grigio scuro con sola vancomicina, grigio chiaro
con solo Ag+, bianco con Ag+ in associazione con vancomicina.
Capitolo 10 - Argento colloidale: sinergia con gli antibiotici - 87

Lo studio dimostra come l’argento sconvolga i


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molteplici processi cellulari ivi inclusi la formazio-


ne di legami disolfuro, il metabolismo e l’omeostasi
del ferro. Questi cambiamenti portano all’aumentata
produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS, re-
active oxygen species) e all’aumento della permeabilità
della membrana dei batteri Gram-negativi, potenzian-
do l’attività di una vasta gamma di antibiotici. Que-
sta strategia permette di ripristinare la sensibilità agli
antibiotici di ceppi batterici Gram-negativi in diversi
stati metabolici precedentemente resistenti. Lo studio
dimostra sia in vitro che in vivo sul topo, in un mo-
dello di infezione del tratto urinario, che la capaci-
tà dell’argento di indurre stress ossidativo può essere
sfruttata per potenziarne l’attività antibiotica. Inoltre
lo studio dimostra in vitro e in vivo, nel modello di
peritonite indotta nel topo, che l’argento sensibilizza
i batteri Gram-negativi alla vancomicina (antibiotico
specifico per i batteri Gram-positivi), espandendo così
lo spettro antibatterico della vancomicina. Infine, si
è utilizzato l’argento in combinazioni con antibioti-
ci per sradicare le cellule batteriche persistenti e mo-
strare, sia in vitro che in vivo, come l’argento miglio-
ri l’azione antibatterica contro i biofilm batterici. Le
cellule persistenti sono cellule dormienti popolate di
individui di identica costituzione genetica, tolleranti
al trattamento antibiotico, che si pensa abbiano un
ruolo fondamentale nelle infezioni croniche ricorrenti
e nella formazione di biofilm batterici.
Capitolo 11
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Tossicità dell’argento

I
n questo capitolo tratteremo solo la tossicità dell’ar-
gento per quanto riguarda la sua assunzione umana o
animale ad uso interno; non tratteremo, perché esula
dallo scopo di questo libro, la tossicità dell’argento usato
per la conservazione dei cibi, per il packaging alimentare,
per le protesi chirurgiche, per i prodotti tessili (calze, in-
dumenti ecc.), per i dentifrici e spazzolini da denti, per la
disinfezione delle piscine, per le lavatrici domestiche, per
i condizionatori d’aria e per tutti gli innumerevoli pro-
dotti di consumo o applicazioni sviluppate dai produtto-
ri che fanno uso di argento in nanoparticelle.

Una affezione patologica ricordata spessissimo è l’argiria,


nota come “sindrome dell’uomo blu”, molto citata nei siti
internet che spesso riferiscono sempre lo stesso caso riprodu-
cendo la stessa foto. Si tratta di una colorazione irreversibile
della pelle causata dall’uso smodato ed eccessivo dell’argento.
La quantità di argento tollerata per via orale in uno studio di
28 giorni nel ratto è stata di 300 mg/kg pari a 21 g nell’uomo
(EPA, Agenzia per la protezione dell’ambiente USA, Kim et
al., A study on the 28-day oral toxicity of silver nanoparticles
(60 nm) at doses of 30 mg/kg, 300 mg/kg, and 1,000 mg/kg,
2008, pp. 121-122).
Capitolo 11 - Tossicità dell’argento - 89

In confronto alle dosi usate, la concentrazione stan-


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dard di 10 ppm di argento colloidale contiene argento


nella quantità di 10 mg/l che rappresenta una quantità
di circa 2100 volte inferiore alla quantità di argento
tollerabile senza lo sviluppo di argiria.
La maggior parte dei casi di argiria riportati nella lette-
ratura medica nel corso degli ultimi cento anni, riguardava
l’uso cronico per via endovenosa o intramuscolare delle
preparazioni a base di argento, spesso prescritto in forma
di sali come il nitrato d’argento. Altri casi di argiria riporta-
ti in letteratura medica riguardavano l’utilizzo di preparati
d’argento per trattamenti di lunga durata o di casi di lavo-
ratori dell’argento (minatori e argentieri) esposti per anni
alla polvere d’argento. Nella nostra analisi della letteratura
non siamo riusciti a trovare un solo caso di argento colloi-
dale AgNPs assunto per via orale che abbia provocato argi-
ria. Ciò è dovuto al basso contenuto di nano-argento delle
moderne preparazioni, che infatti abbisognano di basse
quantità dello stesso per sviluppare l’effetto antisettico. Va
infine ricordato che tutti i lavori che citano casi di argiria
descrivono questa affezione come un’alterazione solo di
tipo estetico e non come un fenomeno tossico.

NANO-ARGENTO: UN NOME NUOVO PER


UNA SOSTANZA CONOSCIUTA DA SECOLI
L’argento elettrolitico, noto almeno dal 1880, quan-
do Bredig inventò il metodo per produrlo, è una forma
di argento che contiene argento ionico e argento in par-
ticelle di varie dimensioni. La terminologia “nano-ar-
90 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

gento” è piuttosto recente ed è nata dalla altrettanto


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recente disciplina delle nanotecnologie, che si occupa


di sostanze dell’ordine di grandezza di un miliardesimo
di metro. Come ogni novità, anche la nanotecnologia
suscita nelle persone paure che vanno tenute in consi-
derazione, ma che alla luce degli studi scientifici finora
disponibili non hanno ragione d’essere.
Alla domanda se l’argento sia dannoso possiamo dare
una risposta rapida e sintetica: l’argento colloidale, la cui
efficacia e tollerabilità sono sperimentate da secoli, non
diventa nocivo solo perché adesso lo chiamiamo con il
nuovo termine di nanoargento.
Nel 2011 alcuni ricercatori svizzeri (Nowack et al.,
EMPA Swiss Federal Laboratories) hanno indagato la po-
tenziale tossicità del nano-argento. Hanno scoperto che
l’argento elettrolitico utilizzato da più di 130 anni contie-
ne una buona percentuale di nanoparticelle. Tutti gli stu-
di che si riferiscono all’argento elettrolitico possono essere
utilizzati per valutare la tossicità di questa forma di argen-
to. Nowack e i suoi colleghi sostengono che sia sbagliato da
parte degli studiosi e delle autorità definire il nano-argen-
to un nuovo prodotto chimico dalle proprietà sconosciute
e catalogarlo automaticamente come nocivo per la salute
solo perché di recente gli è stato aggiunto il prefisso “nano”.
Non è il prodotto a essere nuovo, ma il suo nome. Il fatto
che il nano-argento venga impiegato da decenni nei filtri
per l’acqua senza che si siano verificati danni ambientali o
problemi di salute, indica l’assenza di effetti indesiderati
sul piano ambientale e sanitario.
Capitolo 12
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Impatto ambientale
dell’argento colloidale AgNPs

N
onostante l’argomento sia ai margini del tema
del libro, riteniamo utile per il lettore trattare
brevemente dell’impatto ambientale dell’uso
di prodotti contenenti nano-argento in ogni fase del
ciclo di esistenza, a partire dalla lavorazione delle mate-
rie prime fino al loro smaltimento e riutilizzo.
Come già riportato nel capitolo sulla produzio-
ne dell’argento in nanoparticelle, complessivamente
si stima che entro il 2020 verranno prodotte almeno
60.000 t all’anno di materiali in forma di nanoparticel-
le. Di queste almeno un quarto saranno costituite da
varie forme di nano-argento.
I prodotti che incorporano le particelle (nano-ma-
teriali) possono avere molti potenziali benefìci per la
società. L’uso di nano argento nei prodotti tessili, ad
esempio nelle calze, porta dei benefìci all’ambiente
perché bloccando l’odore del piede riduce il numero
di lavaggi e di conseguenza il consumo d’acqua. I van-
taggi, tuttavia, devono essere valutati con i costi per
l’ambiente e la salute pubblica. Nel caso dei tessuti
antisettici e antiodore esistono prove sufficienti che
92 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

le nanoparticelle di argento che impregnano il tessu-


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to dopo alcuni cicli di lavaggio si disperdono (Benn


E Westerhoff, 2008). Le particelle disperse fluiscono
negli impianti di trattamento delle acque reflue e infine
finiscono nei corsi d’acqua e nei sedimenti dove posso-
no causare rischi per l’ecosistema. I ricercatori e soprat-
tutto le autorità preposte alla salvaguardia dell’ambien-
te hanno posto la loro attenzione sugli effetti potenziali
sull’ecosistema: nell’aria, nelle acque e nel suolo.

È importante che gli studi sull’impatto ambientale


rispondano ad alcune domande quali:

• In quale forma il nano-argento fuoriesce dai prodot-


ti di consumo e percola nell’ambiente?
• Con il tempo o in condizioni variabili, come il pH, le
particelle AgNPs rimangono sotto forma di argento
metallico Ag0 o si trasformano in argento ionico Ag+?
• Qual è la speciazione di argento (possibilità di for-
mazione di nuove forme)?
• Il nano-argento è tossico per l’ecosistema?

Occorrono pertanto studi approfonditi e strumen-


tazione tecnica sofisticata per rispondere a queste do-
mande. Non si hanno notizie alla data odierna di lavori
completi ed esaurienti, anche se molti ricercatori han-
no condotto studi specifici, ad esempio sugli embrioni
dei pesci zebra (Danio rerio).
Copia omaggio per gli abbonati a Scienza e Conoscenza. Da NON diffondere Capitolo 12 - Impatto ambientale dell’argento colloidale AgNPs - 93

Fig. 14
Capitolo 13
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Aspetti legislativi in Italia,


Europa, Usa

L
a commercializzazione dell’argento colloidale è
legale?
Sì, la commercializzazione dell’argento col-
loidale e il suo utilizzo umano per uso esterno senza
indicazioni terapeutiche in etichetta, sono sempre stati
legali e sempre lo saranno.
Tuttavia l’uso interno di questo prodotto è osteggia-
to da tutte le autorità governative sanitarie dei vari Paesi
(USA, Europa, Australia ecc.). L’esperienza secolare d’u-
so scientificamente documentata (ad esempio Electrar-
gol in small pox, in «The British Medical Journal»,
1913-1914, già precedentemente citata), i numerosi e
attuali studi scientifici e le infinite testimonianze che lo
dimostrano, dovrebbero essere ampiamente sufficienti
ad assicurare il pubblico dei consumatori e finanche le
agenzie governative circa l’efficacia e la sicurezza di que-
sta secolare cura alternativa o meglio complementare.
Rimane comunque legale produrre e commercializ-
zare l’argento colloidale e le sue composizioni, ma è fatto
divieto al produttore/distributore di «apporre in etichet-
Capitolo 13 - Aspetti legislativi in Italia, Europa, Usa - 95

ta o menzionare nella pubblicità dei prodotti indicazioni


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terapeutiche circa l’efficacia e i benefìci per la salute».


La spiegazione di questa doppia verità, secondo
molti, sta nel potere che esercitano le grandi aziende
farmaceutiche internazionali sui governi e sull’ambien-
te medico. L’argento infatti non è brevettabile come ad
esempio non lo sono l’acqua o l’aglio, che sono doni
della natura quindi non c’è alcun ritorno economico
per l’azienda che volesse sostenere i costosissimi e lun-
ghi protocolli di registrazione.
Nonostante i provati benefìci dell’argento colloidale i
produttori/distributori non sono autorizzati a dichiarare
sulle confezioni in etichetta le attività terapeutiche della
sostanza, senza aver prima sostenuto gli elevatissimi co-
sti (milioni di euro), la burocrazia (quintali di carte) e il
tempo necessario (anni) per compiere i rigorosi protocolli
(tossicologici, pre-clinici, clinici, biochimici, autorizzazio-
ne al commercio, post-marketing surveillance ecc.) richiesti
dalla registrazione dei farmaci, e vedersi infine approvare
ufficialmente l’argento colloidale per l’uso umano.
Ci sono molte ambiguità e molte contraddizioni nella
regolamentazione di questa sostanza. Ad esempio la Food
and Drug Administration USA (FDA, agosto 1999) ha
dichiarato che è possibile la commercializzazione dell’ar-
gento colloidale come veniva prodotto e venduto prima
del 1938 (pre-FDA) a patto che sia prodotto come allora.

«L’argento colloidale è considerato un farmaco pre-1938.


Questi farmaci a base di argento pre-1938 possono conti-
96 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

nuare a essere commercializzati senza prove documentate


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di sicurezza ed efficacia (richieste invece per tutti i farmaci


commercializzati dopo il 1938), purché siano pubblicizzati
ed etichettati per lo stesso uso come nel 1938 e purché siano
prodotti nello stesso modo di allora».

Per contro, autorevoli agenzie governative come la


NASA e l’Esercito degli Stati Uniti lo utilizzano per
la purificazione dell’acqua, lo utilizzano come agente
germicida negli ospedali e da alcuni medici è stato in-
serito in una nuova linea di indumenti ospedalieri per
prevenire la diffusione delle infezioni.
Un tempo la medicina tradizionale e la FDA sono sta-
te molto favorevoli verso i prodotti a base d’argento. Non
meno di 34-50 differenti farmaci, prescritti come OTC
(over the counter, ovvero vendibili senza prescrizione me-
dica) contenenti argento, non solo erano ampiamente
venduti sul mercato ma sono stati approvati anche dalla
stessa FDA che invece cerca ora di mettere in guardia sui
pericoli di questo metallo e sulla sua inefficacia.
La FDA, alla richiesta di documentare con statistiche
ufficiali casi di assunzioni a rischio, di argiria, di intos-
sicazioni e/o di effetti collaterali di qualsivoglia natura,
non ha potuto dare alcuna risposta. Concludendo, è
improbabile che qualsiasi organizzazione governativa
potrà mai approvare la commercializzazione dell’argento
colloidale per uso umano interno, dichiarandone espli-
citamente le virtù terapeutiche. Esempio ne sia il recen-
te divieto dell’Europa che con una direttiva entrata in
Capitolo 13 - Aspetti legislativi in Italia, Europa, Usa - 97

vigore dall’1 gennaio 2010 lo bandisce dal commercio


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come integratore alimentare (Food Supplements Di-


rective 2002/46/EC FSD, direttiva che sarebbe dovuta
entrare in vigore fin dal 2003, ma che con successive
deroghe ha trovato la sua efficacia normativa solo a par-
tire dall’1 gennaio 2010). Produttori e distributori che
ne promuovessero apertamente le virtù terapeutiche,
e/o lo commercializzassero come integratore alimenta-
re sarebbero passibili di severe sanzioni. Pertanto spetta
al consumatore auto-educarsi sui vantaggi dell’argento
colloidale e sul modo d’uso sicuro e corretto. A tal fine
è fondamentale che il consumatore stesso si avvalga di
figure professionalmente riconosciute competenti quali
medici, veterinari e farmacisti, e si appoggi a distributori
seri con responsabilità formali e ufficiali per la vendita
sia sul territorio che tramite siti internet.
L’autoproduzione di argento colloidale con genera-
tori casalinghi rimane una scelta del tutto personale. In
questo caso è indispensabile essere in grado di valutare
la qualità e la conservabilità dell’argento ionico ottenu-
to per via elettrolitica, perché la sua azione terapeutica
potrebbe essere aleatoria in quanto la produzione è di-
pendente da molti fattori non misurabili in modo ade-
guato. Questa produzione “domestico-artigianale” non
è affatto certificata: ovvero la concentrazione (ppm) è
aleatoria, la dimensione e la forma delle nanoparticelle è
sconosciuta, la qualità dipendente dal processo è incerta,
ma soprattutto si tratta in prevalenza di argento ioni-
co perché ottenuto per via elettrolitica con contenuto
98 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

prevalente di ioni Ag+ che vengono neutralizzati dagli


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acidi gastrici dello stomaco (HCl), prima di entrare nella


circolazione sistemica; da qui probabilmente la necessità
di dosaggi molto elevati rispetto ai dosaggi delle AgNPs.

In conclusione il gran numero di testimonianze che


documentano l’efficacia dell’argento colloidale e la lun-
ga storia dell’uso medico, sono sufficienti per rassicu-
rare il professionista responsabile (medico, veterinario,
farmacista) e il pubblico di utenti e consumatori, che
l’argento colloidale è un trattamento alternativo e/o
complementare sicuro ed efficace.
Il medico titolare della diagnosi e della prescrizione
(ricetta medica), può in scienza e coscienza prescriverlo
anche per uso interno e il farmacista è tenuto a esitarlo.
In questi casi la commercializzazione dell’argento colloi-
dale e dei prodotti che lo contengono è del tutto legale.
Capitolo 14
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Case Reports

N
ella letteratura divulgativa e nei siti internet
l’attività dell’argento colloidale elettrolitico (io-
nico) è praticamente sempre accompagnata con
la presentazione di casi singoli. Abbiamo privilegiato, in
questo lavoro, il fatto di documentare le nostre osserva-
zioni con documenti ufficiali e studi certificati da presti-
giose riviste mediche, condotti da laboratori o da uni-
versità. Tuttavia, per maggiore completezza e compren-
sione, ci sembra utile riportare qui di seguito tre casi
singoli che riteniamo interessanti, e che riguardano la
potente attività battericida nei confronti di una gravissi-
ma malattia genetica quale la fibrosi cistica, la produzio-
ne di cellule staminali nella guarigione di una profonda
lacerazione in una puledra, e infine la riparazione della
cute di una persona molto anziana (89 anni), la cui pelle
è molto delicata e poco incline a rigenerarsi.

CASE REPORT 1 - FIBROSI CISTICA


Riassunto di uno studio medico pubblicato come
case report: Baral, V.R., Colloidal silver, cystic fibrosis and
lung disease, «Journal of the Royal Society of Medi-
100 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

cine», vol. 101, 2008, pp. S51–S52. DOI 10.1258/


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jrsm.2008.s18012 (vedi Bibliografia).

«[…] viene presentata la chiara dimostrazione di come l’ar-


gento colloidale sia risultato un trattamento di successo di una
infezione polmonare cronica debilitante associata alla fibrosi
cistica. In questo caso particolare, un ragazzo di 11 anni con
diagnosi di fibrosi cistica dall’età di 2 anni, andava progres-
sivamente peggiorando nonostante nove anni di trattamenti
terapeutici intensi contro la fibrosi cistica. Giunto all’età di 11
anni ogni esercizio fisico lo costringeva a una lotta per respirare
poiché l’infezione ai polmoni era deteriorata fino al punto che i
medici proposero ai genitori del ragazzo di valutare la possibi-
lità di un trapianto cuore/polmoni. Poiché i medici documen-
tarono la gravità dell’infezione polmonare del ragazzo e poiché
la terapia endovenosa con antibiotici risultava del tutto inutile,
i suoi genitori cominciarono a informarsi sulla possibilità di
rimedi di cura alternativi.
Su Internet i suoi genitori trovarono informazioni
sull’argento colloidale e cominciarono a trattare il loro fi-
glio con piccole quantità giornaliere dello stesso ovvero con
circa mezzo cucchiaino due volte al giorno (2,5 ml b.i.d.).
Secondo lo studio gli autori dichiarano:
“Nei successivi tre mesi il paziente è migliorato in
maniera sostanziale per quanto riguarda i sintomi e il
miglioramento è continuato tanto da permettere ’lo svez-
zamento’ (diminuzione/interruzione) dal trattamento con
steroidi orali, antibiotici nebulizzati e altri medicamenti
antiasmatici regolarmente somministrati”.
Capitolo 14 - Case Reports - 101

In altri termini, grazie al successo dell’uso dell’argen-


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to colloidale, i genitori del ragazzo sono stati in grado di


“svezzare” totalmente il loro bambino dalla robusta pre-
scrizione di farmaci antibiotici.
Il ragazzo ha goduto di quello che i medici hanno chia-
mato “un sostenuto miglioramento dei sintomi” e ha potuto
godere di una vacanza sulla neve, di una completa parteci-
pazione alle gare di rugby della scuola e ha perfino ottenuto
“notevoli miglioramenti nel suo handicap di golf ”.
In altre parole, il ragazzo passò da una situazione in
cui poteva respirare a fatica a una vita pressoché normale
per un ragazzo della sua età.
Apparentemente il ragazzo ebbe una ricaduta nella
malattia “dopo che la somministrazione dell’argento col-
loidale fu interrotta per circa un mese”. Quindi, secondo
i medici, “egli è rimasto in condizioni stabili per i suc-
cessivi sei mesi dopo aver ripreso l’assunzione dell’argento
colloidale, senza altri cambiamenti nella sua assistenza
medica”.
I medici, comprensibilmente, rimasero cauti nel con-
sigliare l’uso dell’argento colloidale nella fibrosi cistica,
anche se proprio loro hanno documentato il sorprendente
recupero dai sintomi più gravi della malattia».

Nonostante tutto, questo case report rappresenta un


altro punto a favore di quello che gli utilizzatori dell’ar-
gento colloidale hanno detto da decine di anni, e cioè
che l’argento colloidale combatte molte infezioni meglio
di molti antibiotici di prescrizione.
102 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

CASE REPORT 2 - VETERINARIA


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Un valido esempio raccolto da Marvin Lee Robey,


autore statunitense che si occupa di argento colloida-
le, è quello della ferita della puledra purosangue che si
procurò uno squarcio del diametro di vari centimetri,
profondo sino all’osso, che a detta del veterinario era cer-
tamente infetto. Se l’animale non fosse stato trasferito
immediatamente alla clinica veterinaria per gli equini,
onde raschiare l’osso e disinfettare a fondo la ferita, l’a-
nimale non sarebbe sopravvissuto. Anche così, sempre a
detta del veterinario, sull’osso sarebbe rimasto un sottile
strato di tessuto nonché un’area depressa e deturpata pri-
va di pelo che avrebbe rovinato la puledra. Per salvarla il
veterinario stimò un intervento dell’importo di 28.000
dollari che il proprietario dell’animale non poteva per-
mettersi. In alternativa egli ripulì la ferita con una canna
dell’acqua, vi riversò comune acqua ossigenata, sciacquò
nuovamente la ferita con la canna e quindi la cospar-
se con argento ionico a 20 ppm; sistemò nella cavità un
grande batuffolo d’ovatta impregnato di tale soluzione,
assicurandolo con una benda elastica. Il proprietario re-
plicò tale prassi ogni giorno, sino a quando la ferita non
guarì completamente. La puledra si rimise del tutto in
salute, senza la minima traccia di cicatrici e con il pelo
perfettamente ricresciuto in modo naturale. Un giorno
la puledra si strappò le bende con i denti e alcune mo-
sche volarono nella ferita, lasciandola sporca delle loro
feci, tuttavia l’infezione si ripulì senza problemi in un
paio di giorni. I riscontri indicano con chiarezza che
Capitolo 14 - Case Reports - 103

la ferita è stata guarita dalle cellule staminali prodotte


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dagli “ioni d’argento”, come descrive il dottor Becker.


Dopo poco tempo non vi era più alcuna traccia di ferita
e anche dopo un minuzioso esame non vi era modo di
stabilire dove si trovasse la lesione. La puledra non ma-
nifestava alcuno zoppicamento o disturbi di altro genere
alla zampa, come se la ferita non fosse mai esistita. Essa
è stata addestrata come puledra di un anno ed è stata
allenata per il salto degli ostacoli.

CASE REPORT 3 - LESIONI CUTANEE


NELL’ANZIANO
Un altro caso interessante è quello di Betty S. di Hun-
tington Beach, California, sempre raccolto da Marvin
Lee Robey.
Secondo le parole della signora:

«[...] All’età di 89 anni la mia pelle è diventata sotti-


lissima e il mio organismo non guarisce più con la pron-
tezza di un tempo. Sono inciampata e mi sono scorticata
un braccio contro la parete, provocando un’abrasione lun-
ga all’incirca 7 cm e larga 2. Sanguinava copiosamente.
Un’infermiera ha provveduto quotidianamente a cambia-
re la medicazione e ad applicare una pomata antibiotica.
Per la completa guarigione ci sono voluti quasi quattro
mesi ed è rimasta una cicatrice grande grosso modo quanto
la ferita stessa. Circa due mesi dopo che la prima ferita
era guarita sono inciampata di nuovo, provocando una
seconda ferita estesa più o meno quanto la prima. Que-
104 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

sta volta, invece della pomata antibiotica, l’infermiera ha


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utilizzato argento ionico e ha cambiato la medicazione


ogni giorno imbevendola ripetutamente con esso. Siamo
rimaste entrambe piacevolmente sorprese dalla rapidità di
guarigione della ferita; invece di mesi, solo 16 giorni, e in-
vece di un’estesa cicatrice, in luogo della lesione è rimasta
solo una sottile linea arrossata. Dopo alcuni mesi la pelle
dell’area circostante la ferita è tornata normale, al punto
che, a meno di non sapere esattamente dove mi ero fatta
male, non era possibile individuare il punto [...]».
Appendice I
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D
al lavoro del 2013 di Svitlana Chernousova e
Matthias Epple, Silver as antibacterial agent: ion,
nanoparticle, and metal (Weinheim – Germa-
nia vedi Bibliografia) riportiamo integralmente la tabella
che compare alle pp. 1642-1643 e che riguarda i risultati
dell’azione dell’argento sugli organismi unicellulari per le
concentrazioni tossiche e le concentrazioni minime ini-
benti (MIC) di una vasta gamma di patogeni.
Copia omaggio per gli abbonati a Scienza e Conoscenza. Da NON diffondere 106 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale
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Fig. 15
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento
Appendice
colloidaleI - 107
Appendice II
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I
ntroduzione del libro The body electric di Robert O.
Becker

«La promessa dell’arte medica.


Ricordo com’era prima della penicillina. Ero studente di
medicina alla fine della seconda guerra mondiale, prima che
l’antibiotico divenisse ampiamente disponibile per l’uso civi-
le, e vedevo il Pronto soccorso del Bellevue New York Hospital
riempirsi ogni inverno di malati fino a scoppiare. Il Bellevue
era una vera e propria città bizantina, spalmato su quattro
isolati della città, con i suoi puzzolenti edifici antiquati pieni
di angoli strani e collegati tra loro da un labirinto di gallerie
della metropolitana simili a quelle delle tane dei conigli. In
tempo di guerra un ospedale di New York, strapieno di ope-
rai, marinai, soldati, ubriachi, rifugiati con le loro malattie
da tutto il mondo era, nel suo insieme, il posto migliore per
ricevere un’istruzione medica complessiva.
Lo Statuto del Bellevue decretava che, indipendentemente
da quanto fosse pieno l’ospedale, ogni paziente bisognoso di
ospedalizzazione doveva essere ricoverato. Come risultato, i
letti furono ammassati prima nelle navate poi nei corridoi e
l’accettazione fu chiusa solo quando fu fisicamente impossibi-
le far uscire i letti dall’ascensore.
La maggior parte di questi pazienti aveva polmonite
lobare da pneumococco. Essa non richiede molto tempo per
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento
Appendice II - 109
colloidale

svilupparsi, i batteri si moltiplicano senza controllo, passa-


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no dai polmoni nel sangue, ed entro tre-cinque giorni dal


primo sintomo arriva la crisi. La febbre sale a 40-41 °C e
si instaura il delirio.
A questo punto avevamo a disposizione due segni per
continuare: 1) se la cute rimaneva calda e secca il malato
sarebbe morto; 2) se il malato avesse cominciato a sudare,
se la sarebbe cavata.
Nonostante i sulfamidici fossero efficaci nei confronti
delle polmoniti più leggere, l’evoluzione verso la polmonite
lobare dipendeva dalla lotta tra la gravità dell’infezione
e la resistenza dello stesso paziente. Basandomi sulle mie
nuove conoscenze mediche, ero inorridito nel vedere che
eravamo impotenti per poter modificare in qualunque
modo il decorso dell’infezione.
Per chiunque non abbia vissuto questo periodo di transi-
zione è molto difficile da capire l’enormità del cambiamento
portato dalla penicillina. Una malattia con una mortalità
del 50% che causava la morte di centomila americani ogni
anno, che colpiva ugualmente i ricchi e i poveri, i giovani
come gli anziani, e contro la quale non avevamo alcuna
arma di difesa, poteva all’improvviso essere curata in poche
ore, con successo, da un pizzico di polvere bianca. La maggior
parte dei medici laureati dopo il 1950 non ha mai visto una
crisi da polmonite pneumococcica. Anche se l’impatto della
penicillina sulla pratica medica è stato profondo, il suo im-
patto sulla filosofia della medicina è stato ancora maggiore.
Quando Alexander Fleming, nel 1928, notò che la conta-
minazione accidentale con le muffe di Penicillium notatum
aveva ucciso le sue colture batteriche, ha coronato una sco-
110 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

perta della medicina scientifica. La batteriologia e i servizi


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igienico sanitari avevano infatti già vinto le grandi epidemie.


Ora la penicillina e gli antibiotici scoperti successivamente
avevano sconfitto l’ultimo degli invisibili piccoli predatori.
I farmaci hanno inoltre completato un cambiamento in
medicina che aveva preso forza fin dal XIX secolo. Prima di
allora, la medicina era stata un’arte. Il capolavoro – un toc-
casana – era il risultato della volontà del paziente combinato
con l’intuizione e l’abilità del medico, utilizzando rimedi
che erano il risultato di millenni di tentativi di prove ed er-
rori. Negli ultimi due secoli la medicina è divenuta sempre
più una scienza, con il confronto tra i risultati empirici e i
concetti emersi con l’applicazione di una scienza ben precisa:
la biochimica. Le tecniche che non si adattavano a questi
concetti chimici – anche se sembravano funzionare – sono
state abbandonate e bollate come pseudoscienza o addirittura
accusate di essere fraudolente.
Nello stesso tempo e come parte della stesso processo, la vita
stessa è stata definita come un fenomeno puramente chimico.
I tentativi di trovare un’anima, una scintilla vitale, un sot-
tile “qualche cosa” che separasse la materia vivente da quella
non-vivente, sono falliti. Mano a mano che la nostra cono-
scenza della caleidoscopica attività all’interno delle cellule è
andata crescendo, anche la vita ha finito per essere vista come
una serie di reazioni chimiche, fantasticamente complesse,
ma non diverse nella loro natura dalle reazioni più semplici
che avvengono in ogni laboratorio delle scuole superiori. È
sembrato logico quindi supporre che i mali della nostra carne
chimica possono essere curati meglio dal giusto antidoto chi-
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento
Appendice II - 111
colloidale

mico, proprio come la penicillina ha spazzato via gli invaso-


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ri batterici senza danneggiare le cellule umane. Pochi anni


dopo infatti la decifrazione del codice del DNA sembra dare
una prova talmente corpulenta delle basi chimiche della vita,
tanto che la doppia elica è diventato uno dei simboli più ip-
notizzanti della nostra epoca, e sembra la prova finale che sia-
mo evoluti nel corso di quattro miliardi di anni per semplici
incontri molecolari casuali non guidati da un principio, ma
dalle immutabili proprietà degli atomi stessi.
Il frutto filosofico del successo della medicina chimica è
stata la credenza nella tecnologia. I farmaci sono diventati i
migliori se non gli unici trattamenti di tutte le malattie. La
prevenzione, l’alimentazione, lo stile di vita, l’unicità fisica
e mentale del singolo paziente, gli inquinanti ambientali –
tutto è stato spazzato via. Perfino oggi (1985), dopo così tanti
anni e i milioni di dollari spesi per raggiungere risultati tra-
scurabili, si dà per scontato che la cura del cancro sarà costi-
tuita da un composto chimico che ucciderà le cellule maligne
senza danneggiare le cellule sane.
Negli anni durante i quali i chirurghi sono diventati più
capaci nel riparare strutture corporee o nel rimpiazzarle con
parti artificiali, la fede nella tecnologia ha finito per far ac-
cettare l’idea che un rene trapiantato, una valvola cardiaca di
plastica o una protesi d’anca di acciaio inossidabile e Teflon
fossero validi come l’originale se non migliori, dato che non
si sarebbero usurati con la stessa velocità. L’idea dell’uomo
bionico è stato il naturale risultato dell’estasi prodotta dal-
la penicillina. Se un umano è semplicemente una macchina
chimica, allora l’uomo finale sarà un robot. Neanche uno
112 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

di coloro che hanno assistito al declino della polmonite e di


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altre malattie infettive, o ha visto lo sguardo di un paziente


morente cui è stato fatto il dono di altri dieci anni di vita per
l’impianto di una nuova valvola cardiaca, potrà negare i be-
nefìci della tecnologia. Tuttavia il progresso della tecnologia ci
è costato qualcosa di insostituibile: l’umanità della medicina.

Nella medicina tecnologica non c’è spazio per alcuna san-


tità o unicità della vita.
Non c’è bisogno della forza di auto-guarigione del pazien-
te né di alcuna strategia per rinforzarla.
Trattare la vita come un automa chimico significa che
non fa differenza che il medico si preoccupi del paziente o
perfino che lo conosca oppure che al paziente il medico piaccia
o che ne abbia fiducia. A causa di ciò che la medicina ci ha
lasciato alle spalle, ora ci troviamo in un bel pasticcio tecnolo-
gico. La promessa all’umanità di un futuro dorato in salute e
del prolungamento della durata della vita si è rivelata vuota.
Le malattie degenerative, gli attacchi cardiaci, il cancro,
l’ictus, l’ipertensione e tutto il resto hanno sostituito le ma-
lattie infettive come i maggiori nemici della vita e come di-
struttori della sua qualità. Il costo incredibile della medicina
moderna l’ha allontanata più che mai da chi non se la può
permettere e ora rischia addirittura di affossare le economie
occidentali. Troppo spesso le nostre cure si sono rivelate armi
a doppio taglio, che curano producendo più tardi nel tempo
una malattia secondaria e da quel momento noi andiamo
cercando disperatamente una cura per questa nuova malat-
tia. E il trattamento de-umanizzato dei sintomi piuttosto che
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento
Appendice II - 113
colloidale

dei pazienti ha escluso molti di coloro che non possono per-


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mettersi di pagare.
Il risultato è stato una sorta di schizofrenia medica nella
quale noi abbiamo abbandonato la medicina istituzionale in
favore di una medicina olistica, di tipo prescientifico che trop-
po spesso dimentica i vantaggi reali della tecnologia, ma per lo
meno esalta il rapporto medico-paziente, la cura preventiva
e l’innato potere di recupero della natura. Il fallimento della
medicina tecnologica è dovuto, paradossalmente, al suo suc-
cesso che, all’inizio, è apparso così soverchiante da spazzar via
tutti gli aspetti della medicina in quanto arte.
Il medico non è più il guaritore compassionevole al letto
del malato con il cuore, le mani e la mente, ma un imper-
sonale ministro in camice bianco che lavora in un ufficio o
in un laboratorio. Troppi medici imparano di più solo dai
loro professori e non più dai loro pazienti. I progressi contro
le infezioni hanno convinto la professione della propria in-
fallibilità, cristallizzando rapidamente le proprie credenze in
dogma. Processi vitali che erano inspiegabili, secondo la bio-
chimica corrente, sono stati ignorati o mistificati. In effetti, la
medicina scientifica ha abbandonato la regola fondamentale
della scienza: la revisione alla luce di nuovi dati.
Come risultato, il costante ampliamento degli orizzonti,
che ha mantenuto la fisica così vitale, non si è verificato in
medicina. Le ipotesi meccanicistiche alla base della medi-
cina di oggi sono rimaste a cavallo del secolo, quando la
scienza stava costringendo la religione dogmatica a vedere
le prove dell’evoluzione. (Il ritorno erompente di questo stes-
so conflitto oggi mostra che la battaglia contro il pensiero
114 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

cristallizzato non è mai definitivamente vinta). I progressi


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della cibernetica, della chimica ambientale e nutrizionale


e della fisica dello stato solido non sono stati integrati nella
biologia. Alcuni campi, come la parapsicologia, sono stati
esclusi del tutto dalla tradizionale indagine scientifica.
Anche la tecnologia genetica, attualmente oggetto di
ammirazione sconfinata, si basa su princìpi contestati per
decenni e non collegati a un concetto più ampio della vita.
La ricerca medica, che si è limitata quasi esclusivamente
alla terapia farmacologica, potrebbe avere indossato i pa-
raocchi negli ultimi trent’anni. Non c’è da meravigliarsi,
quindi, che la biologia medica è afflitta da una sorta di
visione a tunnel. Sappiamo molto su alcuni processi, come
il codice genetico, la funzione del sistema nervoso nella vi-
sione, il movimento muscolare, la coagulazione del sangue,
e la respirazione sia corporea che a livello cellulare. Questi
processi complessi, ma superficiali, tuttavia, sono solo stru-
menti che la vita utilizza per la sua sopravvivenza.
La maggior parte dei biochimici e dei medici non è mol-
to più vicina alla “verità” sulla vita di quanto lo fossimo tre
decenni fa. Come Albert Szent-Györgyi, scopritore della vi-
tamina C, ha scritto: “Conosciamo la vita solo tramite i suoi
sintomi”. Non capiamo praticamente nulla riguardo a fun-
zioni vitali di base come il dolore, il sonno, il controllo della
differenziazione cellulare, la crescita e la guarigione. Sappia-
mo molto poco sul modo in cui ogni organismo regola la sua
attività metabolica in cicli in sintonia con le fluttuazioni della
terra, della luna e del sole. Noi siamo ignoranti su quasi ogni
aspetto della coscienza, che può essere grossolanamente defini-
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento
Appendice II - 115
colloidale

ta come un’integrità auto-interessata che lascia che ogni cosa


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vivente regoli autonomamente le sue risposte per mangiare,


prosperare, riprodursi ed evitare i pericoli mediante modelli
che spaziano dai tropismi delle singole cellule, all’istinto, alla
scelta, alla memoria, all’apprendimento, all’individualità e
alla creatività nelle più complesse forme di vita. Il problema di
quando “staccare la spina” dimostra che non sappiamo nem-
meno con certezza come diagnosticare la morte. La chimica
meccanicistica non è sufficiente per capire questi enigmi del-
la vita e ora agisce come una barriera per studiarli. Erwin
Chargaff, il biochimico che ha scoperto l’accoppiamento delle
basi nel DNA e ha aperto la strada alla comprensione della
struttura del gene, ha definito con precisione il nostro dilemma
quando scrisse della biologia: “Nessun’altra scienza si occupa,
anche nel nome, di un soggetto che essa non può definire”.
Con l’aria che tira al giorno d’oggi, sono stato un uomo
fortunato. Non sono stato un bravo medico, efficiente in sen-
so moderno. Ho passato gran parte del mio tempo con pochi
pazienti incurabili che nessun altro voleva, cercando di scopri-
re come la nostra ignoranza ha determinato il loro fallimen-
to. Sono stato in grado di battermi contro i venti prevalenti
dell’ortodossia e di soddisfare la mia passione per l’esperimento.
In questo modo sono stato parte di uno sforzo di ricerca
pressoché sconosciuta che ha dato un nuovo inizio alla de-
finizione di vita. La mia ricerca è iniziata con gli esperi-
menti sulla rigenerazione, la capacità di alcuni animali, in
particolare la salamandra, di far ricrescere sostituti perfetti
delle parti del corpo che erano state distrutte. Questi studi,
descritti nella Parte 1 del libro, hanno portato alla scoperta di
116 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

un aspetto finora sconosciuto della vita animale e cioè dell’esi-


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stenza di correnti elettriche in parti del sistema nervoso. Que-


sta novità, a sua volta ha portato a una migliore comprensio-
ne della guarigione delle fratture ossee, e nuove possibilità per
la ricerca sul cancro e alla speranza di rigenerazione umana,
anche del cuore e del midollo spinale, in un futuro non troppo
lontano; questi aspetti vengono discussi nelle Parti 2 e 3 del
mio libro. Da ultimo, la conoscenza della dimensione elettri-
ca della vita, ha fornito intuizioni fondamentali (considerati
nella Parte 4 del libro) sul dolore, la guarigione, la crescita,
la coscienza, la natura della vita stessa e i pericoli della nostra
tecnologia elettromagnetica. Credo che queste scoperte siano
il presagio di una rivoluzione in biologia e medicina. Un
giorno queste scoperte potranno consentire al medico di con-
trollare e stimolare la guarigione a volontà. Credo che questa
nuova conoscenza possa condurre la medicina nella direzione
di una maggiore umiltà, perché dovremmo essere in grado
di vedere che tutto ciò che otteniamo impallidisce dinanzi
al potere latente di auto-guarigione in tutti gli organismi. I
risultati esposti nelle pagine che seguono mi hanno convinto
che la nostra comprensione della vita sarà sempre imperfetta.
Spero che questa percezione renderà la medicina non meno
Scienza, ma di nuovo parte di un’Arte.
Solo allora essa potrà mantenere la propria promessa della
libertà dalle malattie».
Appendice III
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L
ista dei più comuni patogeni e delle concentra-
zioni di argento colloidale (ppm) necessarie per
ucciderli in diverse manifestazioni patologiche19.

9. Tratto da Hill, John, Colloidal silver medical uses, toxicology &


manufacture, Press LLC, Clear Springs, 2009, p. 83.

Patogeno Concentrazione
PPM
Stafilococco aureo 5
Stafilococco aureo 5
(osteomielite)
Shigella boydii (dissenteria) 2,5
Pseudomonas aeruginosa 5
(infezioni da scottature)
Streptococco mutante (placca 5
dentaria)
Shigella boydii (diarrea 2,5
sanguinolenta)
Escherichia coli (diarrea) 2,5
118 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Streptococco della polmonite 2,5


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(infezioni dell’orecchio)
Emofilo dell’influenza (infezione 1,25
dell’orecchio)
Salmonella (febbre enterica) 2,5
Emofilo dell’influenza 1,25
(epiglottide bambini)
Stafilococco aureo (infezione 5
occhio)
Pseudomonas aeruginosa 5
(ulcera/cheratite corneale)
Salmonella arizonae 5
(avvelenamento da cibo)
Salmonella typhimurium 2,5
(avvelenamento da cibo)
Escherichia coli (avvelenamento 2,5
da cibo)
Streptococco fecale 2,5
(endocardite)
Streptococcus gordonii 5
(endocardite)
Emofilo dell’influenza 1,25
(meningite)
Enterobacter aerogenes 2,5
(meningite)
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento
Appendice III - 119
colloidale

Pseudomonas aeruginosa 5
(meningite)
Streptococcus pneumoniae 2,5
(meningite)
Klebsiella pneumoniae 2,5
(infezioni ospedaliere)
Pseudomonas aeruginosa 5
(infezioni ospedaliere)
Streptococcus pyogenes 1,25
(infezioni ospedaliere)
Stafilococco aureo (polmonite) 5
Emofilo dell’influenza 1,25
(polmonite)
Pseudomonas aeruginosa 5
(polmonite)
Streptococcus pneumoniae 2,5
(polmonite)
Streptococcus pyogenes 1,25
(infezioni tratto respiratorio)
Escherichia coli 2,5
(infezioni tratto respiratorio)
Klebsiella pneumoniae 2,5
(infezioni tratto respiratorio)
Streptococcus pyogenes 1,25
(scarlattina)
120 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

Enterobacter aerogenes 2,5


(setticemia)
Emofilo dell’influenza (sinusite) 1,25
Streptococcus pneumoniae 2,5
(sinusite)
Stafilococco aureo (impetigo) 1,25
Stafilococco aureo (infezione pelle) 5
Streptococcus pyogenes 1,25
(infezioni pelle)
Streptococcus pyogenes 1,25
(mal di gola)
Emofilo dell’influenze 1,25
(artrite suppurativa)

Emofilo dell’influenza 1,25


(infezioni gola)
Streptococcus mutans 5
(caduta denti)
Trichomonas vaginalis 10
(uretriti maschile)
Escherichia coli 2,5
(infezioni vie urinarie)
Klebsiella pneumoniae 2,5
(infezioni vie urinarie)
Pseudomonas aeruginosa 5
(infezioni vie urinarie)
Streptococco fecale 2,5
(infezioni vie urinarie)
Capitolo 1 - Che cos’è l’argento
Appendice III - 121
colloidale

Enterobacter aerogenes 2,5


(infezioni vie urinarie)
Trichomonas vaginalis 10
(vaginiti femminili)
Escherichia coli (infezioni da ferite) 2,5
Enterobacter aerogenes 2,5
(ferite infette)
Klebsiella pneumoniae 2,5
(ferite infette)
Pseudomonas aeruginosa 5
(ferite infette)
Streptococco fecale (ferite infette) 2,5
Candida albicans 10
(infezioni fungine)
Note biografiche sugli Autori

G
abriele Graziani, nato a Venezia nel 1940 è
laureato in farmacia e in scienze biologiche,
specializzato in farmacologia, esperto in omeo-
patia. Nel corso della sua vita, dopo essere cresciuto in
una famiglia di farmacisti a contatto del padre, farma-
cista ospedaliero ai tempi in cui non esistevano gli an-
tibiotici, è venuto in relazione in modo diretto con le
realtà della ricerca farmacologica universitaria, di quel-
la privata sia internazionale che nazionale, dell’ambien-
te ospedaliero legato alla ricerca farmacologica clinica e
della farmacia territoriale come titolare di una farmacia
rurale, che è tuttora la sua occupazione.
Ha al suo attivo oltre sessanta pubblicazioni scienti-
fiche e numerose partecipazioni a congressi nazionali e
internazionali di farmacologia.
Ha fatto parte della Commissione di Farmindu-
stria per la riduzione dell’uso di animali nella ricerca
farmaco-tossicologica.

Luciano Graziani, nato a Venezia nel 1939, peri-


to elettromeccanico, ha acquisito grande esperienza in
campo informatico avendo trascorso tutta la sua carrie-
ra lavorativa alla IBM Italia, come responsabile di vari
settori. Per lunghi anni ha ricoperto il ruolo di Capo
Note biografiche sugli autori - 123

dei reparti dello sviluppo di programmi software. Nel


1982 si è laureato in farmacia all’Università di Milano
discutendo la tesi sperimentale: “L’analisi dei cluster:
una sua applicazione farmacologica” con il professor
Giancarlo Folco. Questa è stata la prima tesi presso la
facoltà di Farmacia dell’Università di Milano che ha
utilizzato un computer mainframe IBM 3031/370 (i
personal computer allora non esistevano). La tesi è sta-
ta poi pubblicata. Proprietario di farmacia, ha conti-
nuato ad appassionarsi alla ricerca documentale, ultima
delle quali quella sull’argento colloidale. Dal 1989 al
1991 è stato responsabile della Bioinformedical, joint
venture tra IBM Italia e l’Ospedale San Raffaele di Mi-
lano, Istituto di ricerca scientifica.

Gli Autori sono contattabili ai seguenti indirizzi di


posta elettronica:

Gabriele Graziani: centerbe03@gmail.com


Luciano Graziani: lgraziani@gral.it
Glossario

AgNPs: abbreviazione del termine argento colloidale in na-


noparticelle.
Ag: simbolo chimico dell’argento.
Ag+: simbolo di un atomo di argento ionizzato (mancante
di un elettrone).
Ag0: simbolo di un atomo di argento metallico.
Agglomerazione: il processo nel quale piccole particelle si
combinano per formare particelle più grandi. I colloidi
di argento instabili possono subire agglomerazione che
origina un precipitato di particelle di argento fuori dalla
sospensione colloidale.
Antibiotico: farmaco di origine naturale o di sintesi, in
grado di rallentare o fermare la proliferazione dei bat-
teri. Gli antibiotici si distinguono in batteriostatici (che
bloccano la riproduzione del batterio, impedendone la
scissione) e battericidi (che uccidono il microrganismo).
Non hanno effetto contro i virus, i funghi e i parassiti.
Antibiotico-resistenza: la resistenza agli antibiotici è un fe-
nomeno per cui un batterio risulta resistente all’attività
di un farmaco antimicrobico. Tale resistenza può essere
naturale o acquisita. Mutazioni genetiche dei germi dan-
no origine a germi molto più resistenti: i super batteri.
Antifungino: una sostanza che uccide o controlla le infezio-
ni da funghi e le infezioni da lieviti, ad esempio candida
e tigna.
Glossario - 125

Antimicotico: vedi antifungino.


Antivirale: un farmaco o un trattamento che interrompe o
riduce i danni causati da un virus.
Argiria: è la colorazione grigio-bluastra della pelle che si
manifesta nell’intossicazione da sali d’argento (argirosi).
L’argirismo cronico, che consegue all’assunzione conti-
nuata nel tempo di preparati a base di argento (argento
proteinato, argento vitellinato, argento lattato, cloruro
d’argento), o che si verifica nei lavoratori del metallo. Si
manifesta con una colorazione grigio-blu della pelle. Si
tratta di una affezione puramente estetica.
Asepsi: assenza di contaminazione patogena. L’asepsi è ri-
servata in particolare agli oggetti che fanno parte di am-
bienti o strutture ad alto rischio di infezione per l’uomo
quale può essere un comparto chirurgico. In tal senso il
termine viene adoperato per indicare alcune procedure
pre-operatorie: curare l’asepsi del campo operatorio.
Battericida: sostanza capace di uccidere un microrganismo.
Batterio statico: sostanza in grado di inibire la crescita di
un microrganismo.
Big Pharma: è il settore economico che riunisce le attività
di ricerca, di fabbricazione e di commercializzazione dei
farmaci per la medicina umana o veterinaria. È una delle
attività industriali più redditizie e importanti economi-
camente al mondo.
Blefarite: infiammazione della palpebra.
Cheratite: infiammazione della cornea.
Colloide: una miscela chimica dove una sostanza solida è
uniformemente dispersa in un liquido. Le particelle del-
la sostanza dispersa sono uniformemente sospese nella
126 - L’argento colloidale: un potente rimedio naturale

miscela diversamente dalla soluzione nella quale esse


sono completamente disciolte.
Dacriocistite: infiammazione del sacco lacrimale per ostru-
zione del dotto che drena nel naso.
Epididimite: infiammazione dell’epididimo. L’epididimo
è un lungo sottile tubicino ritorto sul retro del testicolo,
che fa parte del dotto efferente del testicolo stesso, in
cui gli spermatozoi sono immagazzinati prima dell’e-
iaculazione.
Fungicida: proprietà che hanno alcune sostanze di uccidere
i funghi (antimicotici). L’argento colloidale è un antimi-
cotico molto efficace e senza effetti collaterali.
Gonorrea oftalmica: congiuntivite gonococcica trasmessa
dalla madre affetta (scolo) al bambino durante il parto.
In vitro: locuzione latina che significa “in un vetro”, vale a
dire in una provetta o contenitore (ad esempio disco di
Petri). L’ esperimento in vitro si svolge in laboratorio.
In vivo: locuzione latina che significa “nel tessuto vivente”,
vale a dire un esperimento che si svolge sul corpo vivente.
Intrarachidiana: iniezione all’interno della colonna verte-
brale. Eseguita da medici specialisti, viene utilizzata per
combattere infezioni gravi delle membrane protettive
del cervello come le meningi (ad esempio meningite).
Ioni: una molecola o un atomo elettricamente carichi ven-
gono detti ioni. Poiché hanno perso o guadagnato uno
o più elettroni rispetto all’atomo neutro, il processo di
perdita/acquisizione viene detto ionizzazione.
Lipopolisaccaride: il lipopolisaccaride (o LPS) è uno dei
componenti della parete cellulare esterna dei batteri
Gram-negativi.
Glossario - 127

MIC: concentrazione minima inibente (minimum inhibi-


tory concentration).
ppm: parti per milione di una soluzione, sospensione o mi-
scela. Ad esempio l’argento colloidale 1 ppm è l’equiva-
lente di 1 mg di argento disperso in 1 l di acqua ovvero
in un milione di milligrammi d’acqua.
Sepsi: la presenza di batteri e loro tossine nel corpo, che
uccidono il tessuto e producono pus di solito a seguito
di una ferita infetta.
Tyndall, effetto: la diffusione ottica (o dispersione, scatte-
ring in inglese) della luce da parte di particelle colloidali
sospese in un liquido. Il raggio luminoso (laser) che at-
traversa il liquido diventa perciò visibile.
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Indice

Premessa ............................................................................5

Capitolo 1 - Che cos’è l’argento colloidale .............11


Capitolo 2 - Storia dell’uso medico e terapeutico
dell’argento metallico ..............................................15
Dal 6000 a.C. al 1800 d.C....................................................15
Dal 1800 al 1880 ......................................................................19
Dal 1880 al 1938 ...................................................................... 20
Dal 1938 al 1985 ...................................................................... 30
Capitolo 3 - Il lavoro del dottor Robert Becker ....33
Capitolo 4 - Il lavoro di Ronald Gibbs.......................41
Capitolo 5 - Quante malattie combatte l’argento
colloidale?...................................................................49
Capitolo 6 - La dimensione delle cose ......................51
Capitolo 7 - Differenza tra i vari tipi di argento .....55
Capitolo 8 - L’argento colloidale in nanoparticelle
(AgNPs).......................................................................61
Produzione .......................................................................................61
Meccanismo d’azione dell’argento AgNPs..................... 62
Proprietà biologiche e terapeutiche
dell’argento AgNPs ...................................................................... 64
Attività antibatterica dell’argento colloidale AgNPs . 65
Attività antifungina dell’argento colloidale AgNPs ..... 67
Indice - 135

Attività antivirale dell’argento colloidale AgNPs .......... 68


Attività dell’argento colloidale AgNPs nella guarigione
delle ferite......................................................................................... 70
Attività dell’argento colloidale AgNPs
in campo veterinario .................................................................. 72
Argento, cellule staminali e cancro ..................................... 73
Aspetti dell’attività dell’argento
nei confronti del cancro ............................................................ 74
Capitolo 9 - Farmacoresistenza ..................................77
Capitolo 10 - Argento colloidale:
sinergia con gli antibiotici .......................................82
Capitolo 11 - Tossicità dell’argento ............................88
Nano-argento: un nome nuovo per una sostanza
conosciuta da secoli.................................................................... 89
Capitolo 12 - Impatto ambientale dell’argento
colloidale AgNPs .......................................................91
Capitolo 13 - Aspetti legislativi in Italia, Europa, Usa...94
Capitolo 14 - Case Reports ...........................................99
Case report 1 - Fibrosi cistica ............................................... 99
Case report 2 - Veterinaria ..................................................102
Case report 3 - Lesioni cutanee nell’anziano ...........103

Appendice I................................................................... 105


Appendice II ................................................................. 108
Appendice III ................................................................ 117

Note biografiche sugli Autori ................................... 122


Glossario ....................................................................... 124
Bibliografia .................................................................... 128

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