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matricola 0000166682
Universit degli Studi di Bologna Facolt di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione
COMUNICAZIONE GIORNALISTICA
appello a debito anno accademico 2006/2007 - 5 c.f.u.
INDICE
1 INTRODUZIONE 1.1 L'oggetto di studio 1.2 L'evoluzione dell'informazione 1.3 Popolarizzazione dell'informazione e ibridazione dei generi 2 UN PROCESSO A DUE VIE 2.1 La newsificazione dell'intrattenimento 2.2 La spettacolarizzazione dell'informazione 3 UNO SGUARDO A: 3.1 La carta stampata 3.1.1 In Italia 3.1.2 La settimanalizzazione 3.1.3 La televisione stampata 3.2 La televisione 3.2.1 Virt e vizi dell'informazione televisiva 4 CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA 6 7 8 9 11 13 14 15 3 3 4 5 5 6
commerciale dall'altro. Il giornale quindi due cose insieme: uno strumento dalla funzione indispensabile nella vita di una societ democratica ma anche un prodotto industriale che compete sul mercato dell'informazione e dell'intrattenimento. Questa ambivalenza ha influenzato in maniera profonda l'evoluzione del giornalismo. In America e in Europa l'allargamento del campo mediatico ha prodotto una netta differenziazione tra informazione di qualit e informazione popolare. Nel caso italiano l'evoluzione del sistema giornalistico ha comportato la definizione di un unico, anche se variegato, modello informativo: un ibrido in cui l'informazione di qualit si mescola ai toni e ai temi delle soft news (notizie leggere, che suscitano la curiosit popolare).
attingere conoscenze sul mondo e la societ. L'informazione entra nella programmazione tv e ne pervade i palinsesti, dando vita a un fenomeno di contaminazione e influenza reciproca in termini di contenuti, stili e formati che porter alla nascita di un genere ibrido e meticcio che unisce informazione, intrattenimento e fiction (Buonanno, 1999).
giornalismo che molto ha in comune con gli stilemi televisivi. Ad eccezione dell'Italia, il quotidiano popolare si sviluppato parallelamente a quello d'lite, dando vita a due categorie ben distinte e riconoscibili tra cui il lettore pu scegliere; nel nostro paese, invece, questo tipo di quotidiano non ha avuto fortuna, ma le caratteristiche del genere sono state assorbite in parte dai quotidiani e in parte dai periodici familiari o femminili come Gente, Oggi, Novella 2000.
3.1.1 In Italia
La storica assenza di popular papers tra i quotidiani italiani la ragione per cui quando si riaperto il mercato, tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta, e l'area globale dei lettori cresciuta, si assistito a una osmosi tra la stampa quotidiana e l'informazione popolare che, con i suoi linguaggi, i suoi stili, i suoi vizi, si riversata sulle pagine di grandi e autorevoli testate nazionali a disposizione di un nuovo pubblico, plasmato progressivamente dal consumismo televisivo (Papuzzi, 2003). I primi segni di cambiamento si hanno in questo periodo con la trasformazione del Corriere della Sera e la nascita di Repubblica: si apre lo spazio a temi meno tradizionali, lasciando entrare la cronaca in prima pagina e affiancandola ad argomenti di carattere sociale o leggero come sport e spettacolo. In breve Repubblica afferma la sua rilevanza nel panorama informativo e conquista il grande pubblico con un'attenzione alle tematiche e alle novit ad esso pi vicine: comprendere la rilevanza che progressivamente acquista la televisione, assumendone in parte lo stile e lasciando spazio ai suoi protagonisti, dare attenzioni alle categorie meno rappresentate come le donne, i giovani, i movimenti sociali, dei quali si esprimono le istanze con un linguaggio diretto e graffiante, selezionare in maniera decisa gli argomenti a presentarli con approfondimenti, fornire ai lettori supplementi periodici e pagine di cronaca locale decentrate. In questo modo la testata, nata dal gruppo editoriale del settimanale L'Espresso, avvia quel processo di rinnovamento della stampa quotidiana italiana 7
che prender il nome di settimanalizzazione, e segner un suo progressivo spostamento, anche a causa della crescente concorrenza televisiva sulle notizie, verso contenuti e pubblici fino ad ora prevalentemente riservati ai periodici.
3.1.2 La settimanalizzazione
Negli anni ottanta i telegiornali dei network privati infrangono il monopolio della Rai, innestando una concorrenza che assumer toni sempre pi forti. La televisione, immediata, disponibile e affascinante diventa la principale fonte di informazione per la maggioranza dei cittadini e il giornalismo della carta stampata si trova in difficolt nel dover affrontare tale concorrenza. Per fronteggiare la predominanza televisiva i quotidiani si rinnovano nello stile e nei contenuti, prendendo esempio dal mondo delle testate settimanali, che continuano a riscuotere un buon successo. Si avvia cos un processo di duplice settimanalizzazione: dei quotidiani, da un lato, e delle notizie, dall'altro. Il giornale si settimanalizza nella struttura e nello stile, assomigliando sempre di pi a un periodico: aumenta il numero delle pagine, si rinnovano e colorano le vesti grafiche dando grande spazio a immagini e illustrazioni, nascono inserti e supplementi, e soprattutto entrano nell'offerta informativa argomenti e temi considerati di intrattenimento come gossip, moda, salute, bricolage. Non raro da allora vedere intere pagine delle principali testate nazionali riempite da servizi sulle vacanze dei vip, sulle ultime novit in materia di chirurgia estetica, sugli amori dei divi dello spettacolo o (nostro malgrado) della politica. Ma non tutto: anche le notizie vengono settimanalizzate, dilatate, approfondite con lo stile dei periodici, nella rincorsa alla supremazia televisiva. Noi diamo i fatti come si davano quindici o venti anni fa, e in pi offriamo la
decifrazione dei fatti che prima veniva lasciata ai settimanali. Perch non farlo? Perch se succede un avvenimento non lo si racconta anche attraverso il criterio del settimanale, se questo ti consente di illuminare un angolo dove i riflettori della televisione non arrivano? (Ezio Mauro, 1996 in Papuzzi, 2003).
Cos ogni avvenimento si spezzetta in un mosaico di eventi minori, ciascuno dei quali ne rispecchia una parte, e i fatti vengono esposti e analizzati da una molteplicit di punti di vista. Un meccanismo che si traduce nell'aumento dello spazio dedicato alla singola notizia, che 8
viene scomposta, ripresa, approfondita, e spesso colorata e confezionata. Un modo per offrire approfondimento, quindi, ma soprattuto una tecnica per aumentare la notiziabilit di un avvenimento prendendone ad oggetto le singole parti. Da un singolo fatto di cronaca, per esempio, nasce un corollario di pseudo-notizie che scavano nei retroscena della vita dei protagonisti, della famiglia, del contesto locale e sociale, arricchite con testimonianze, interviste, analisi e commenti (spesso di dubbia rilevanza). In tal modo un avvenimento pu arrivare a tener banco sui giornali per intere settimane, nel tentativo probabile di soddisfare la curiosit del pubblico, resa morbosa dalle abitudini offerte dalla cultura televisiva. Questi processi quindi non solo approfondiscono, ma costruiscono le notizie, influenzandone la natura e generando una tecnica di notiziabilit autonoma rispetto all'essenza e all'importanza dei fatti. La settimanalizzazione non pi conseguenza dell'importanza di un evento, ma si configura cos a tutti gli effetti come una tecnica per rendere rilevante un avvenimento.
collante rappresentato dalla televisione, informazione alta e bassa, politica e gossip, notizie internazionali e cronaca rosa, li ha resi dei contenitori in stile Domenica In: si affrontano i temi pi variegati con un linguaggio che, per rendere possibile una lettura media del prodotto, volgarizza il tono dell'informazione di qualit e rende snobisticamente sostenuto quello dell'informazione popolare (Adornato, 1997 in Froio, 2000). Nella cronaca lo spettacolo diventa protagonista, ma uno spettacolo spesso banale e di cattivo gusto. I direttori delle testate si difendono sostenendo che, nell'et del predominio televisivo, i giornali devo essere competitivi con la televisione. Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera dal 1992 al 1997, e dal 2004 ad oggi, ha dato vita a un modo di fare giornalismo che, nell'ottica della commistione dei generi, mira a dare maggiore vitalit e rinnovamento ai quotidiani: nasce cos quello che sar definito mielismo, un modo di confezionare l'informazione tradizionale arricchendola con curiosit che riguardino vizi e virt della societ, cercando di spettacolarizzare i fatti e dando enfasi anche alle sfaccettature pi piccole di una notizia. Si d grande spazio a ci che televisivamente popolare, che riguarda il pettegolezzo, che risulta divertente ed eclettico, creando una miscela di spirito alto e materia bassa (F. Ceccarelli, 1997 in Agostini, 2004). Il panorama del giornalismo che si delinea da queste osservazioni ci fa pensare a una trasformazione della carta stampata in televisione stampata. Per restare al passo i giornali rincorrono la tv nei suoi aspetti peggiori, i pi volgari e superficiali, e sempre pi spesso (purtroppo) abbiamo la sensazione che l'informazione, allontanandosi dai suoi scopi originali, miri a distrarre i lettori con frivolezze e approfondimenti di poco conto, pi che a informare sui fatti rilevanti della vita politica e sociale. Il malanno dei giornali nasce dalla televisione, dal tentativo di rincorrerla e imitarla, ma alimentato soprattutto dalla mancanza di quell'etica di fondo che dovrebbe animare e guidare il lavoro di ogni giornalista degno di essere definito tale: il dovere di riferire al pubblico cose vere, con obiettivit.
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3.2 La televisione
Questo telegiornale andr in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacit mentali Cos inizia, nel 1996, il telegiornale di Panfilo Maria Lippi, il giornalista impersonato da Daniele Luttazzi nella trasmissione Mai Dire Gol, il cui titolo era, non a caso, Tabloid. La bruciante satira del comico prende di mira il giornalismo, mettendone in risalto gli aspetti pi grotteschi. Una divertente quanto amara critica al livello dell'informazione italiana, che in tv come sui giornali pi che mai farcita di notizie ai confini della realt. Tinte sempre pi forti e sensazionalismo dilagante, nella corsa alla conquista dell'audience, caratterizzano l'informazione televisiva, che ad oggi rappresenta l'elemento pi pervasivo dell'offerta di ogni rete. L'informazione gode di uno statuto sociale positivo, utile, importante, e anche economicamente vantaggiosa in termini di produzione. In maniera graduale ma continua entra nei palinsesti, si inserisce nei programmi di intrattenimento, nelle fiction, nei reality show. Positiva perch socialmente utile e interessante di natura, l'informazione necessita di essere resa attraente: nasce perci un genere di giornalismo televisivo all'incrocio tra intrattenimento e fiction, con le caratteristiche del giornalismo popolare o tabloid. Si dissolve, come detto, il confine tra realt informativa e finzione narrativa, l'attualit passa negli spazi dell'intrattenimento e ne assume lo stile: modalit espositive che mescolano realt e finzione, stile iperbolico e sensazionalistico, trattamento melodrammatico dei fatti ed enfasi sugli aspetti emozionali, attenzione al privato soprattutto nei suoi lati nascosti, stravaganti, perversi. Il tradizionale modello del notiziario letto dal giornalista inquadrato frontalmente dietro a una scarna (spesso scrivania donne, viene o sostituito da un telegiornale-spettacolo, con conduttori attraenti coppie uomo-donna), inquadrature particolari che spesso li ritraggono in piedi, studi scenografati con stile, contributi di ospiti e collaboratori, grande uso di grafica, linguaggio popolare e diretto, inserimento di rubriche su alimentazione, salute, costume. 11
Ma l'informazione in TV tutt'altro che confinata ai tradizionali notiziari: entra in maniera trasversale nella programmazione delle reti, mescolandosi e confondendosi sempre di pi. Si moltiplicano, sia in Rai che nelle emittenti private, le trasmissioni contenitore, in cui convivono pseudo-approfondimenti dei principali fatti di cronaca e rubriche riguardanti la vita dei vip, le mode, il gossip. Programmi che nascono come intrattenimento, quali Mattino 5, Uno mattina, Piazza Grande, La vita in diretta, Verissimo, L'Italia sul 2, traggono spesso spunto dai fatti rilevanti del momento per dare vita a dibattiti che coinvolgono, oltre a qualche illustre esperto nella materia in questione, presentatrici, veline, ex concorrenti dei reality. Ma, cosa ancor pi preoccupante, anche le trasmissioni originariamente deputate all'informazione si sono standardizzate su questo stile: assistiamo cos a puntate di Porta a Porta in cui l'immancabile Alba Parietti ci fornisce le sue indispensabili osservazioni sulle dichiarazioni dei leader politici, o Valeria Marini commenta i perch l'ultimo delitto passionale riportato. La cronaca viene sviscerata e analizzata in maniera quasi morbosa, tanto che un singolo fatto arriva ad occupare spazio per settimane, mesi, a volte anni (salvo poi venire dimentico in un attimo appena i media smettono di parlarne). Ma a fronte di un apparente approfondimento, la cronaca viene in realt semplificata fino quasi alla banalizzazione, tanto che ormai sono entrati nel linguaggio e nell'immaginario collettivo avvenimenti, luoghi e protagonisti di episodi tragici come se fossero parte di un apparato finzionale, identificati da neologismi creati dall'informazione televisiva: la villetta di Cogne, i coniugi di Erba, il delitto di Garlasco, il piccolo Tommy, i fratellini di Gravina, solo per fare qualche esempio. Ci si avvia verso un'assuefazione alla drammaticit dei fatti, resi comuni e banali dall'ossessivit dell'informazione televisiva, che tocca livelli preoccupanti. Facendo zapping pu accadere di incappare con noncuranza nella videoconfessione di un'accusato di pluriomicidio, che racconta con dovizia di particolari il suo gesto: accaduto di recente su Canale 5, quando la trasmissione Matrix di Enrico Mentana ha trasmesso la confessione rilasciata da Rosa Bazzi, in carcere per l'omicidio di quattro persone, al
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suo avvocato. Il documento esclusivo ha subito trovato posto anche sul web, nel sito di Mediaset Video, accanto agli spezzoni salienti della nuova edizione del Grande Fratello e alle ultime avventure dei tronisti di Uomini e Donne, disponibile in qualsiasi momento alla visione di chiunque (bambini compresi).
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fanno leva sui lati paradossali e patetici degli avvenimenti, spesso addirittura inventate o costruite ad arte mettendo insieme pezzi di altre storie (i cosiddetti fattoidi); si creano approfondimenti, commenti e interviste spesso vuote, prive di reali contenuti e rilevanza; il linguaggio drogato, eccessivo, enfatico e spesso impreciso; la drammatizzazione delle notizie totale, e i cronisti finiscono per leggerle fingendo di partecipare emotivamente a ci che raccontano. Qualsiasi cosa per colpire, attirare, invogliare al consumo. Inoltre, la commistione cos densa di informazione e spettacolo pu creare problemi relativi alla ricezione dei messaggi: uno dei rischi dell'infotainment infatti che anche ci che costituisce informazione venga in realt percepito come intrattenimento, leggerezza, finzione.
CONCLUSIONI
La rincorsa dei mezzi di informazione alla conquista dell'audience ha creato, come si visto, il processo di ibridazione a due vie che ha plasmato il giornalismo di stampa e televisione negli ultimi decenni. I quotidiani inseguono la TV nel suo ambito specifico, la imitano, facendo giornalismo spettacolo, e cos la qualit della carta stampata si abbassa e l'informazione ne risulta distorta. Il panorama italiano non confortante: il livello appiattito, omologato. Alla luce di questa analisi pensiamo che sarebbe importante trovare nuove strade per l'informazione, andando alla ricerca di quel confine dissolto che in origine separava Information e Entertainment, due entit che hanno funzioni ben diverse. Lo spettacolo serve a divertire, rilassare, regalare emozioni. Il giornalismo serve a informare, ampliare gli orizzonti, fornire mappe cognitive e interpretative, alimentare lo spirito critico dei cittadini. Dinanzi alla concorrenza del modo di fare televisivo, il giornalismo dovrebbe evitare di rincorrere le notizie, e porsi con pi fermezza come strumento di approfondimento e allargamento del bagaglio conoscitivo necessario per vivere in una societ dalla crescente complessit.
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BIBLIOGRAFIA
Agostini A., Giornalismi, Il Mulino, 2004 Bianchi P., Giannini S., La repubblica delle marchette, Stampa Alternativa, 2004 Buonanno M., Faction: soggetti mobili e generi ibridi nel giornalismo degli anni novanta, Liguori, 1999
Castronovo V., Tranfaglia N., La stampa italiana nell'et della TV, Laterza, 2002 Froio F., L'informazione spettacolo, Editori Riuniti, 2002 Papuzzi A., Professione Giornalista, Donzelli, 2003 Sorrentino C., Il Giornalismo: che cos' e come funziona, Carocci, 2002
SITOGRAFIA
Matrix: www.matrix.mediaset.it Mediaset Video: www.video.mediaset.it (video confessione di Rosa Bazzi visibile al link: http://www.video.mediaset.it/video.html? sito=matrix&data=2008/03/04&id=2799&categoria=servizio&from=matrix) Porta a Porta: www.portaaporta.rai.it Tg 5: www.tg5.mediaset.it Alcune puntate del telegiornale satirico Tabloid di Daniele Luttazzi sono visibili su You Tube: http://www.youtube.com/watch?v=_-h7Xs0SkdI&feature=related
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