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INTERNET COME FONTE

LA VERIFICA QUALITATIVA DELLA NOTIZIA IN RETE

REALIZZATA DA MATRICOLA:

ANTONIO MILANESE 0000254140

CORSO DI COMUNICAZIONE GIORNALISTICA ANNO 2007/2008 PROF. MAURO SARTI

INDICE

INTRODUZIONE: LA CONSACRAZIONE ITALIANA DEI BLOG COME FONTI (NON CITATE) 1. GETTARE LE RETI NELLA RETE: UNA STORIA RECENTE 2. LEGGENDE METROPOLITANE E BUFALE: CI CHE CIRCOLA IN RETE 2.1 CORRIERE.IT E IL SENSAZIONALISMO 3. LE IMMAGINI NON PARLANO DA SOLE 3.1 IN ITALIA: I CASI DI REPUBBLICA(.IT) 4. LA RETE CHE CONTROLLA SE STESSA BIBLIOGRAFIA LINKOGRAFIA

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INTRODUZIONE: LA CONSACRAZIONE ITALIANA DEI BLOG COME FONTI (NON CITATE)

Il 30 Aprile 2005 la Forza multinazionale in Iraq pubblica sul proprio sito il rapporto sulla morte del funzionario del Sismi Nicola Calidari, ucciso due mesi prima a Baghdad dal fuoco amico di un posto di blocco statunitense. Il documento digitale, in formato pdf 1 , riproduce lanalogo cartaceo in tutti i suoi aspetti, incluse le pecette a copertura delle informazioni riservate. Il blogger italiano Gianluca Neri ha unintuizione: le pecette digitali inserite nel file potrebbero essere delle semplici evidenziazioni nere sul testo nero, che dunque potrebbe essere recuperato. Infatti, dopo un semplice copia e incolla da Acrobat Reader (il lettore dei file pdf) a Microsof Word, le evidenziazioni scompaiono: nomi, fatti e luoghi oscurati ritrovano la luce. Lo scoop garantito, ma come comportarsi? Qualche anno fa, la soluzione pi ragionevole sarebbe stata una telefonata alla redazione di un quotidiano. Gianluca Neri non lo fa. Scrive un articolo sul suo blog www.macchianera.it (nomen omen?) e pubblica il testo integrale, mettendo a nudo i limiti delle pecette digitali. E del modo tradizionale di fare informazione. Le testate giornalistiche pi autorevoli, infatti, si trovano improvvisamente spogliate del ruolo di detentrici dellinformazione, vedendosi costrette ad un inseguimento precipitoso: nonostante la tempestivit con cui le edizioni online del Corriere della Sera e de la Repubblica coprono la notizia, migliaia di navigatori hanno gi appreso tutti i dettagli direttamente dal blog di Gianluca Neri. Marco Pratellesi (2008:19-20) riconosce in questa vicenda la consacrazione italiana dei blog come possibili fonti giornalistiche: da semplice mezzo, internet diventa fonte e palcoscenico dellinformazione. Ma il rapporto tra i quotidiani e la rete non nasce sotto un buon segno. Sia gli articoli del Corriere2 che quello di Repubblica 3 , infatti, presentano degli omissis: il nome di Gianluca Neri, quello del suo blog, e il link diretto alla fonte dello scoop. I giornalisti del Corriere si rivelano pi drastici dei militari statunitensi: invece coprire nomi e luoghi con bande nere, li eliminano del tutto. Questo nonostante la forte somiglianza tra il primo articolo e il post di Gianluca Neri:

sufficiente aprire il documento originale con la versione reader di Acrobat, selezionare tutto il testo e fare un copia e incolla su Word o un qualsiasi editor. Oppure, pi facile ancora, aprire

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Portable Document Format http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/01/omissis.shtml http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/01/usa.shtml 3 http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/esteri/niccal3/rapportomiss/rapportomiss.html

il file pdf originale, cliccare su Salva come e scegliere un qualsiasi formato diverso dal pdf (sempre Word, per esempio) 4

sufficiente aprire il documento originale con la versione professionale di Acrobat (quella che permette non solo di leggere, ma anche di editare i documenti), selezionare tutto il testo e fare un copia e incolla su Word o un qualsiasi editor. Oppure, pi facile ancora, aprire il file "pdf" originale, cliccare su "Salva come..." e scegliere un qualsiasi formato diverso dal "pdf" (sempre Word, tanto per dirne uno).

Ad un anno di distanza le cose non sembrano essere cambiate, tanto che lo stesso proprietario del blog Macchia Nera intitola il post del 13 luglio 2006: Il Corriere fa Tarzan, e non cita 5 , dipingendo uno scenario poco confortante.

Parecchi quotidiani online e - diciamolo - soprattutto il Corriere della Sera, perseverano nell'usanza deprecabile di non citare la fonte quando detta fonte riconducibile ad una pagina trovata su Internet [] Oggi il quotidiano di via Solferino tace la fonte soltanto quando se lo pu permettere. E cio quando sa di avere a che fare con materiale proveniente da siti amatoriali i cui autori non possiedono abbastanza risorse - monetarie, ma anche di visibilit - per poter far valere i propri diritti.

Un comportamento scorretto soprattutto se si considera che, quando la fonte un sito web, grazie ad un semplice link si permette al lettore di accedere direttamente al documento originale.

Omettere una citazione indice di scarsa professionalit, ma saltare unaltra operazione sulla fonte la verifica pu screditare limmagine di un quotidiano. Prendere una cantonata sul web pi facile che altrove sia per la novit che internet come fonte rappresenta, sia per le continue trasformazioni a cui sono sottoposte le immagini e le informazioni che viaggiano in rete. cambiato il mezzo, ma non il ruolo del giornalista che resta sempre il guardiano del cancello. Per Staglian (2002:122) il giornale online pu difendersi dallinattendibilit della rete solo a patto che i giornalisti continuino ad applicare i consueti criteri di qualit nelle tre fasi della nascita della notizia: raccolta, trattamento e presentazione.

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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/01/omissis.shtml http://www.macchianera.net/2006/07/13/io_corriere_tu_cita_no_tu_cita.html

Fin qui la teoria. In pratica, invece, la fonte internet spesso trattata con maggiore superficialit, come lamentano Gianluca Neri - a proposito delle citazioni e Paolo Attivissimo - a proposito delle verifiche.

1. GETTARE LE RETI NELLA RETE: UNA STORIA RECENTE Negli Stati Uniti, il rapporto tra i quotidiani e le notizie prodotte dalla rete nasce l11 Settembre 2001. Scrive Pratellesi a proposito di quel giorno:

La citt di New York diventa la sorgente dei diari in rete. Cittadini che fino ad allora avevano coltivato sul blog i propri interessi, cominciano a raccontare in diretta quello che vedono dai palazzi e nelle strade di Manhattan: i blog assumono un aspetto nuovo, fino ad allora sottovalutato. Per la prima volta diventano fonti a disposizione di giornalisti, storici e psicologi. La stampa e i media tradizionali si accorgono di loro, ne parlano, li citano: le storie della rete finiscono in prima pagina e le scuole di giornalismo cominciano ad analizzare le differenze tra informazione e blog.

Un passaggio delicato, quello dal blog al quotidiano, che gi in quel tragico momento vede la nascita di una delle pi famose fauxtographies della storia del web 6 (cfr 3). Al di l del singolo evento, per, conta il generale cambio di prospettiva nel rapporto tra quotidiani e rete: non si tratta pi di scommettere solo su un nuovo canale per mettere in comunicazione chi produce e chi consuma la notizia, ma di lanciarsi in un mare aperto in cui sfociano in ogni istante informazioni di qualunque genere, tutte sottoposte ad un continuo rimescolamento. Per esempio, un blogger pu partecipare alla Fiera del libro e inserire un trackback url 7 ad un post fatto da un giornalista che ne ha seguito lo svolgimento; il post citato sar poi arricchito con commenti ed esperienze personali, e il tutto sar spedito via email agli utenti che si sono iscritti alla newsletter. Un altro utente pu creare addirittura un aggregator di poesie su un determinato tema, estrapolandole contemporaneamente da siti dedicati a grandi poeti e a talenti emergenti, visualizzando il tutto in una nuova, unica pagina.
Secondo lUrban Dictionary (http://www.urbandictionary.com) il termine fauxtografpy, che deriva dallunione del francese faux (falsa) e photography (fotografia), sarebbe stato coniato per descrive le scorrettezze compiute dal fotografo Adnan Hajj durante la guerra in Libano (scorrettezze che avrebbero poi dato vita al Reutersgate). Utilizzeremo questo termine perch, a differenza della traduzione letterale, include ogni tipo di falsificazione, inclusa la descrizione di una fotografia autentica tramite una didascalia inappropriata. 7 Tramite il trackback url (o blog reaction) si pu copiare il contenuto integrale o parziale - di un blog allinterno di un altro; il trackback url formatta il testo prelevato in modo da renderlo riconoscibile come citazione, e invia una notifica al proprietario dellarticolo originale.
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Una volta gettata in rete, linformazione soggetta ad un tam tam virtuale che la raccoglie, copia, incolla e rielabora, spesso con esiti del tutto imprevedibili. Ed su questa superficie tumultuosa che da meno di un decennio si muove chi alla ricerca di notizie interessanti prodotte dalla rete. Nonostante i pericoli nascosti in questo mare magnum, i contatti tra i quotidiani (soprattutto quelli online) e le pagine internet sono sempre pi frequenti. Il gioco sembra valere la candela, e per diversi motivi: la continuit con il supporto utilizzato, lintenzione di coltivare e fidelizzare un target di lettori mediamente giovane da dirottare poi sullacquisto del quotidiano cartaceo, il sostentamento economico. Calendari a parte, lo strano ma vero digitale (il video pi visualizzato su Youtube, le immagini suggestive di Google Earth, le success stories dei blogger pi famosi) a riscuotere il maggior numero di visualizzazioni da parte degli utenti. Fattore non secondario se si considera che, ad eccezione del Wall Street Journal, le testate online pi autorevoli sono finanziate quasi esclusivamente dai banner pubblicitari e dalle affiliazioni, la cui redditivit proporzionale al numero delle visite sulle pagine. Gettare le reti nella rete, sperando nella pesca miracolosa di uno scoop o, almeno, di una notizia interessante, unoperazione tanto produttiva quanto rischiosa: la superficie del web spesso torbida, la profondit irraggiungibile e i pescatori inesperti. Il rischio che la notizia pi promettente si riveli un boccone avvelenato. Saltare il processo di verifica, in questo caso, pu essere fatale.

2. LEGGENDE METROPOLITANE E BUFALE: CI CHE CIRCOLA IN RETE Le leggende metropolitane non sono certo nate con internet. Ben prima della diffusione mondiale della rete, infatti, facevano gi parte dellimmaginario collettivo gli alligatori che quotidianamente sguazzano nelle fognature di New York, lautostoppista fantasma che chiede un passaggio notturno per poi condurci al cimitero e lo spettro della principessa decapitata che si aggira tra le sale del castello per festeggiare lanniversario della sua esecuzione. Tuttavia, il passaggio dalla voce ai bit ha dato una notevole spinta alla propagazione di questo genere di storie, come conferma Staglian in Giornalismo 2.0:

Quello che pi vero in rete che altrove lestrema facilit con cui si possono fabbricare notizie false con unapparenza di verosimiglianza e diffonderle attraverso il rapidissimo passaparola delle e-mail che, per giunta, di passaggio in passaggio, involontariamente le asseverano. Non un caso, infatti, che il sempre esistito filone delle leggende metropolitane abbia trovato in Internet un ambiente di coltura particolarmente fecondo (Staglian 2003:123) 6

Anche la recente proliferazione di testi sullargomento contribuisce a rendere lidea delle dimensioni del fenomeno 8 . Il mezzo pi utilizzato la posta elettronica. Veloce e gratuita (con un solo click si pu inviare lo stesso messaggio a migliaia di contatti contemporaneamente), permette anche di accompagnare le parole con le immagini (ritoccate o reali ma fuorvianti). Un vero vantaggio rispetto al semplice testo o al classico racconto orale. I segugi della Urban Legend References Pages 9 , il pi grande sito sullargomento, riconoscono che, nonostante la definizione comune, le falsit che circolano in rete vanno molto al di l della semplice leggenda metropolitana, poich alcune storie somigliano (nella forma e nei contenuti) a veri e propri pezzi giornalistici. Non un caso. Alcune leggende, infatti, nascono da notizie pubblicate sui quotidiani online per essere poi piegate a qualunque scopo 10 . il lato oscuro dellinterattivit legata alla rete: allombra di commenti e approfondimenti, si nascondono le appropriazioni illegittime e i sabotaggi. Attraverso internet un articolo pu essere non solo ritrasmesso e discusso, ma anche manipolato innumerevoli volte. Dopo la pubblicazione, il giornalista deve rassegnarsi a perdere il controllo sulla notizia, esponendola a qualunque utilizzo; pu restare inalterata o attraversare un telefono senza fili telematico, una serie di taglia-modificaincolla che pu addirittura capovolgere il suo messaggio originario.

Gli utenti avvezzi alla posta elettronica sono solitamente diffidenti nei confronti delle e-mail che presentano titoli particolarmente euforici (Attenzione!, Leggete tutti!, Importantissimo!), un elevato numero di destinatari e la dicitura fwd (forward, ovvero messaggio inoltrato) davanti alloggetto del messaggio. Cosa accade, per, quando una e-mail del genere viene ripresa senza troppe verifiche - da un blogger sconosciuto, poi da uno pi autorevole, e infine da un giornalista? Lo stesso articolo che susciterebbe diffidenza allinterno della pagina di Hotmail pu essere accettato acriticamente una volta apparso sotto legida di una testata autorevole. Si presume, infatti, che il giornalista abbia svolto il suo lavoro: quello di verificare la veridicit della notizia per i lettori che non hanno tempo e voglia di farlo personalmente.

Tra i titoli pi recenti citiamo in Italia Le nuove leggende metropolitane (Toselli e Bagnasco, Avverbi Edizioni, 2005), Storie di ordinaria falsit (Toselli, Bur, 2004), Leggende Tecnologiche (Montali, Avverbi Edizioni, 2003), Sar vero? (Jan Harold Brunvand, Edizioni Armenia, 2001) e negli Stati Uniti No way of Knowing. Crime, Urban Legends and the Internet (Pamela Donovan, Routledge, 2004), Urban Legends: 666 Absolutely True Stories That Happened to a Friend of a Friend of a Friend (Craughwell, Paperback, 2005) 9 http://www.snopes.com/ 10 Si va dallistigazione allodio razziale alla propaganda politica, dalla burla alla truffa, dal boicottaggio allo screditamento di un prodotto, un uomo o una ditta

Da un lato i quotidiani corrono il rischio di minare la propria attendibilit prestando il fianco a questo genere di notizie; dallaltro, per, abbiamo gi visto il crescente interesse delle testate online nei confronti delle storie provenienti dalla rete. Interesse che spesso si tramuta in uno spazio dedicato da riempire quotidianamente o pi di una volta al giorno. Trovare ogni anno 365 storie interessanti da- e su internet non impossibile, data la mole di informazioni che quotidianamente si riversa in rete; un dato statistico, per, che allaumentare delle notizie pubblicate (che spesso inversamente proporzionale al tempo che si ha per verificarle) corrisponda un aumento del margine di errore.

2.1 CORRIERE.IT E IL SENSAZIONALISMO Secondo Alberto Papuzzi (2002:71), il sensazionalismo non una tecnica, un modo di concepire la notizia. Corrisponde al dettame che ogni notizia debba fare sensazione, debba impressionare il lettore. il frutto di un giornalismo nevrotico, con lossessione dello scoop. Il sensazionalismo, sempre secondo lautore di Professione giornalista, pu essere ricercato in due modi: limpiego di una scrittura letteraria - che diventa prevalente rispetto allinformazione - e la produzione di notizie a mezzo di notizie. Questultimo metodo, secondo Adornato e Colombo (1989), causa labolizione del rapporto diretto con i fatti e produce un circuito orizzontale notizianotizia. Il giornalismo si sta avvicinando al modello che gli studiosi di societ complesse chiamano autopoiesis e cio uno schema di lavoro autoriflessivo, autosufficiente e autolegittimato. Al rapporto tra sensazionalismo e appetibilit delle notizie in rete si pu ricondurre lo svarione di cui stata protagonista la redazione web del Corriere della Sera quando, il 13 Marzo 2007, ha pubblicato larticolo cos intitolato:

Studio condotto dal Lovenstein Institute, pubblicato su El Pais

GEORGE BUSH, PRESIDENTE CON IL Q. I. PI BASSO 11


Seguivano tre paragrafi in cui si spiegava che, secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo, la media dei presidenti Democratici sarebbe di 156, contro i 115,5 dei Repubblicani. Ad ogni modo, con il suo 91 di punteggio Q.I., George W. Bush si piazzerebbe, seppur di poco, allinterno della fascia media della popolazione (che va da 90 a 109).

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Unimmagine della notizia pubblicata sul sito del Corriere disponibile allindirizzo http://bp0.blogger.com/_ebKDfm0h1oI/RgA56N7yEgI/AAAAAAAAAEo/C2lv1LtYiT4/s1600-h/Immagine+7.jpg

Le due indagini su questarticolo, svolta la prima dal Museum of Hoaxes 12 e la seconda da Paolo Attivissimo 13 , portano alla stessa conclusione: il Lovenstein Institute non esiste. Secondo il Museum of Hoaxes per il quale anche il Guardian sarebbe incappato nella bufala le-mail contenente la bufala sarebbe stata creata per gioco sul sito linkydinky.com. La lettera, nella sua versione originale, sarebbe stata inequivocabilmente riconoscibile come uno scherzo (il dottor Lovestein era descritto, ad esempio, come un bizzarro individuo che viveva in una casa mobile a Scranton, in Pennsylvania). Da quale fonte ha attinto El Pais? Non possibile saperlo. Nellarticolo pubblicato dal quotidiano spagnolo non appare nessun link ad una possibile fonte (ovviamente, non appare neanche il link al sito del Lovestein Institute, che, come la sua fondazione, non esiste). Il Corriere della Sera, dal canto suo, presenta un solo link: quello al sito di El Pais. A voler essere pignoli, si potrebbe dire che, anche dopo la scoperta della bufala, il Corriere della Sera non abbia pubblicato una falsa notizia. Largomento dellarticolo non , infatti, lo studio del Lovestein Institute, quanto il fatto che El Pais lo abbia riportato. In questo caso, per, correttezza impone che, data una notizia, si informino i lettori sui suoi sviluppi, se ve ne sono di significativi. Nella stessa giornata del 13 Marzo El Pais si affretta a sostituire il suo articolo con un comunicato di poche righe in cui confessa la falsit della notizia, con tanto di scuse ai lettori 14 . Il Corriere si limita a far sparire la pagina 15 , pur dimenticandone una copia 16 .

3. LE IMMAGINI NON PARLANO DA SOLE Un discorso simile a quello delle notizie pu essere fatto a proposito delle fotografie, alle quali di solito si portati a credere pi facilmente, secondo il detto per cui le immagini parlano da sole. vero che le fotografie parlano: ci che bisogna capire se lo facciano con voce propria o per ventriloquio. Esistono due modi per far parlare le immagini: ritoccarle o accompagnarle con una didascalia inesatta (in tutti e due i casi si parla di fauxtographies). Il web, per le sue caratteristiche, si rivelato un terreno fertile per questo tipo di pratiche. Prima dellavvento della rete, lo sviluppo di software dedicati al fotoritocco aveva consentito anche a coloro che non si trovavano a loro agio con colla e forbici di eseguire fotomontaggi;

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http://www.museumofhoaxes.com/hoax/Hoaxipedia/Lovenstein_Institute_IQ_Report/ http://attivissimo.blogspot.com/2007/03/corriere-inciampa-nella-bufala.html

http://www.elpais.com/articulo/gente/Fe/errores/noticia/cociente/intelectual/Bush/elpepugen/20070313elpepuage_1/Tes 15 Inizialmente pubblicata nella pagina http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/03_Marzo/13/bush.shtml 16 Tuttora consultabile allindirizzo http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/03_Marzo/13/bush.html

tuttavia, lelevato costo dei programmi professionali (almeno mille dollari) aveva subito costituito una barriera per i dilettanti. Barriera che internet ha permesso di scavalcare grazie alla diffusione della pirateria (che, seppure illegalmente, abbassava il prezzo dalle migliaia alle decine di dollari) e allo sviluppo di software di fotoritocco open source. Il pi famoso tra questi ultimi Gimp 17 : occupa poche decine di megabyte, completamente gratuito, permette di raggiungere risultati professionali ed costantemente arricchito con plug-in gratuiti sviluppati dai programmatori di tutto il mondo. Fare un fotomontaggio non in s unattivit illegale. Si pu fare per stupire gli amici, per eliminare un elemento indesiderato che disturba la composizione, o perch lo si considera una forma di arte. Come gi visto a proposito dei testi, per, le buone intenzioni non bastano. Il tam tam virtuale non risparmia neanche le immagini, una volta immesse nella rete: copiate, decontestualizzate, incollate, i fotomontaggi realizzati per un concorso o per una ristretta cerchia di amici possono finire per essere considerati autentici. Una foto ricordo scattata nel 1997 in cima al World Trade Center, ad esempio, era stata ritoccata da un ragazzo ungherese di nome Peter 18 , che vi aveva aggiunto un boeing in minaccioso avvicinamento, modificando anche la data della fotografia: 11 Settembre 2001 (figura 1). Limmagine, creata esclusivamente per i suoi amici, sbarcata sul web, infiltrandosi tra le migliaia di testimonianze e racconti prodotti dai blogger in occasione di quel tragico avvenimento. Labbigliamento del turista (in netto contrasto con la stagione), il modello di aereo (Boeing 757 e non 767) e il fatto che allora dellimpatto le Torri non erano ancora accessibili ai visitatori, non hanno impedito a questa fotografia di commuovere migliaia di persone.

Figura 1: Il fotomontaggio realizzato dallungherese Peter

Gnu Image Manipulation Program, scaricabile gratuitamente da http://www.gimp.org/ Articolo apparso su Wired (http://www.wired.com/culture/lifestyle/news/2001/11/48397). Il protagonista della vicenda ha preferito non divulgare il suo cognome.
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Un anno dopo, nel 2002, lartista Ironkite ritocca una fotografia per il concorso bandito dal sito Worth1000.com. Limmagine modificata mostra un archeologo nellatto di rinvenire uno scheletro umano di proporzioni gigantesche (figura 2).

Figura 2: Il fotomontaggio realizzato da Ironkite per il concorso di Worth1000.com 19

Dopo la sua comparsa in rete, questa immagine stata oggetto di decine di catene di santAntonio che ne affermavano lautenticit; da qui un proliferare di storie inverosimili che hanno trovato posto tra le pagine dei giornali di mezzo mondo, non ultimi il Times of India (22 Aprile 2004) e Hindi Voice, che situa il luogo dello scavo nella parte settentrionale dellIndia; The New Nation, organo di controinformazione pakistana, laveva precedentemente ubicato in Arabia Saudita. Non mancano le ipotesi sullidentit del gigante: il profeta islamico Hud o il figlio delleroe Bhima, Ghatotkacha.20

3.1 IN ITALIA: I CASI DI REPUBBLICA(.IT) Anche lItalia pu vantare i suoi abbagli. Il 24 Aprile 2004, il quotidiano online Repubblica.it pubblica due fotografie 21 , una accanto allaltra. Secondo la didascalia, la prima rappresenta una

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Limmagine visibile direttamente sul sito di Worth1000, allindirizzo http://www.worth1000.com/emailthis.asp?image=18978 20 Lindagine stata svolta da Paolo Attivissimo e pubblicata su http://attivissimo.blogspot.com/2007/06/antibufalatrovato-uno-scheletro-di.html 21 http://www.repubblica.it/popup/servizi/2004/corea/1.html

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panoramica di Ryongchong (Corea del Nord) nel Maggio del 2003; la seconda, invece, la stazione della citt, cos come appariva 18 ore dopo lesplosione scaturita dalla tremenda collisione tra due treni. Carico di passeggeri il primo, di dinamite il secondo.

Figura 3: Le due immagini cos come appaiono sul sito di Repubblica.it

Di nessuna delle due immagini indicata la fonte. Ma in quello stesso giorno il sito Globalsecurity.org dirama una nota 22 dal titolo It was bound to happen - Wrong satellite images used to depict North Korean Blast in cui vengono mostrate le pagine web di BBC, MSNBC, Dong-a Ilbo (quotidiano diffuso nel sud-est asiatico), Chosun Ilbo (uno dei pi importanti quotidiani della Corea del Sud) e Repubblica che contengono la foto dellesplosione di Ryongchong. Dov lerrore? La seconda immagine autentica, ma non rappresenta la citt coreana. Lo scatto, realizzato dalla DigitalGlobe (figura 4), mostra unesplosione avvenuta il 9 Aprile 2004 nella citt di Baghdad.

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http://www.globalsecurity.org/eye/imint-note-010.htm

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Figura 4: La foto originale, tratta dal sito Globalsecurity.org

Dopo la segnalazione, BBC ed MSNC hanno rimosso la pagina incriminata. Repubblica.it non ha intrapreso alcuna azione, neanche quella di rimuovere le due immagini che sono tuttora visibili allindirizzo http://www.repubblica.it/popup/servizi/2004/corea/1.html. Insomma, nel caso italiano, la fonte non stata citata, limmagine non stata verificata, e non seguita alcuna rettifica.

Un anno prima, sempre la Repubblica - stavolta in versione cartacea aveva pubblicato unimmagine palesemente ritoccata, spacciandola per autentica. Si trova a pagina 28 del numero del 17 ottobre, incorniciata da diversi articoli sul black out nazionale del 28 settembre. Limmagine, di cui ancora una volta non specificata la fonte, mostra lItalia al buio vista dal satellite (figura 5). Sono due i motivi per cui limmagine non convince. Primo, ad un ingrandimento del 200%, si notano delle zone rettangolari copiate e incollate pi volte, come per coprire alcune zone luminose (la tipica scalettatura che ogni esperto di ritocco conosce bene). Secondo, durante la notte del blackout, gran parte dellItalia era coperta da nubi.

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Figure 5 e 6: La Repubblica del 17 Ottobre 2003, p. 28. A destra, limmagine ingrandita Lindagine condotta da Paolo Attivissimo permette di rintracciare la foto originale23 (figura 7). Il cielo sopra lItalia libero da nubi e il sistema elettrico nazionale svolge il suo dovere. Insomma, la foto non stata scattata durante la notte del blackout, ma stata ritoccata per far sembrare che lo fosse.

Figura 7: Limmagine originale

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http://www.fourmilab.ch/cgi-bin/uncgi/Earth

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Attivissimo conclude linchiesta con un commento stizzito: Ho telefonato il giorno stesso a Repubblica, redazione di Roma, avvisandoli della bufala. Pausa di imbarazzo. "Ah. Grazie". Abbiamo sfogliato insieme la pagina antibufala che state leggendo, giusto per chiarire che non stavo scherzando. Insomma, per l'ennesima volta uno dei quotidiani pi letti d'Italia pubblica, senza la bench minima verifica, una foto che ha sicuramente pescato da un sito inaffidabile di Internet. Un altro esempio luminoso di affidabilit del giornalismo italiano. Viene da chiedersi quante altre bufale ci rifilino, e come sia possibile che un sito gratuito e amatoriale come questo batta una testata a pagamento. Ricordatevene quando decidete di spendere soldi per acquistare un quotidiano. Pubblicheranno una rettifica? Diranno chi li ha avvisati della gaffe? Accetto scommesse. (grassetto dellautore) 24 Qualche giorno dopo la pubblicazione dellindagine, Gianluca Di Carlo, autore del fotomontaggio, scrive una e-mail a Paolo Attivissimo chiarendo la sua posizione:

Pu sembrare un paradosso, ma quella foto non una bufala, nel senso che sul mio sito dove stata pubblicata [www.isoladelgransasso.it] c' scritto 'Immagine del nostro stivale come sarebbe apparso visto dallo spazio la notte del black out'. Quindi molti hanno voluto forzare il significato della frase per creare uno scoop. chiaro ed evidente anche a persone poco esperte che quella immagine era una ricostruzione 'artigianale'...la mia intenzione non era creare un falso da spacciare per vero, ma un falso da spacciare per falso, come scritto sul mio sito. (grassetto dellautore)

Ricapitolando, limmagine dellesplosione a Baghdad, il fotomontaggio dellItalia al buio e quello dello scheletro gigante erano pienamente giustificate dai loro contesti originali e dalle loro didascalie. Questo non vuol dire che le redazioni dei quotidiani abbiano decontestualizzato le immagini per creare una falsa notizia; questo lavoro potrebbe essere stato svolto da qualche blogger o dallautore di una catena di santAntonio. Le immagini di seconda mano, cariche di un nuovo significato, sarebbero poi state accolte dalle testate autorevoli che, senza verificarle, le avrebbero pubblicate. Non indicare la fonte, in questi casi, non solo una dimostrazione di negligenza. La foto della citt di Baghdad era stata scattata dalla DigitalGlobe, azienda che vende immagini satellitari ad alta risoluzione, ognuna delle quali coperta da diritti dautore. Diritti che i quotidiani protagonisti della
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http://www.attivissimo.net/antibufala/blackout_italia_foto/foto_del_blackout.htm

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gaffe hanno involontariamente violato. Insomma, non detto che una foto presente su internet, per quanto diffusa, sia per forza royalty-free.

4. LA RETE CHE CONTROLLA SE STESSA Nel corso dellintervista rilasciata a Gloria Origgi per il progetto text-e 25 , Umberto Eco, a fronte del dilagare di informazioni inesatte nella rete, auspicava un filtro interno alla rete stessa:

Escludo la possibilit di automatizzare la funzione del filtro. Lunica soluzione che nascano delle autorit o esterne al Web o anche interne al Web che, per cos dire, fanno un monitoraggio costante di quello che si trova. [] Ma come possono nascere questi gruppi di monitoraggio? Come si fa a monitorare tutto il Web? Anche se lavessi monitorato tutto il luned, il marted sarebbe gi diverso. Dovrebbero nascere monitoraggi specializzati (pag. 3)

Questa visione della rete come malattia e cura condivisa anche da Staglian:

Il web incarna per, al tempo stesso, la malattia e la cura, perch, se vi attecchiscono e si propagano moltissime bufale (le hoaxes del gergo americano), vi trovano ospitalit anche molte organizzazioni il cui mestiere smontare, il pi in fretta possibile, tali macchinazioni (Staglian 2003: 123) Il sito Urban Legend References Pages 26 la pi grande risposta della rete alla richiesta di controllo che il diluvio informazionale esige: il sito di snopes.com, infatti, contiene migliaia di indagini eseguite dal 1995. Un lavoro davvero oneroso svolto dal gruppo Snopes in collaborazione con i visitatori del sito - se si considera che non tutto ci che appare fuori dallordinario pu essere classificato come falso, anzi. Esistono alcune fotografie (figure 8-11) che sono state guardate con scetticismo finch le indagini non hanno appurato la loro autenticit. In fondo, il web permette di mettere in comunicazione centinaia di milioni di persone che in tutto il mondo assistono quotidianamente a qualche evento; statisticamente probabile che, ogni giorno, almeno uno possa essere fuori dallordinario. Fotografarlo e pubblicarlo in rete ormai alla portata di molti.

Sito del progetto: http://www.text-e.org/ Lebook scaricabile gratuitamente dal sito http://www.text-e.org/conf/index.cfm?ConfText_ID=11 . 26 www.snopes.com/

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Figura 8: Un atterraggio decisamente lungo da parte di un Force C-5 Galaxy 27 Figura 9: Il ristorante sottomarino Ithaa, nellHilton Maldives 28 Figura 10: Un furgoncino esce di strada, ma si blocca proprio sullo strapiombo di un canyon 29 Figura 11: Un iceberg striato al largo del polo sud 30 Tutte queste fotografie sono autentiche

Anche lItalia ha il suo segugio del web. Dal 2003, Paolo Attivissimo ha svolto pi di 300 indagini antibufala, pubblicandole sul suo sito www.attivissimo.net . Negli ultimi due anni ha ricevuto quattro milioni di visite 31 . Certo, impossibile applicare un filtro perfetto ad un medium che, nei soli primi tre anni del terzo millennio, ha fatto circolare nel mondo pi informazioni che tutti gli altri negli ultimi tre secoli 32 .

http://www.snopes.com/photos/airplane/i564.asp http://www.snopes.com/photos/architecture/undersea.asp 29 http://www.snopes.com/photos/accident/culvert.asp 30 http://www.snopes.com/photos/natural/stripedicebergs.asp 31 Sia nel caso di snopes.com che di attivissimo.net il servizio gratuito per i visitatori. I ricavi derivano dalle impressioni sui banner pubblicitari e alle donazioni spontanee dei visitatori. 32 Pratellesi 2008, p. 13
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Alcune storie, tuttavia, si ripresentano periodicamente con un abito diverso una nuova lingua, o nuovi particolari - consentendo ai detective della rete di piantare almeno degli segnali di pericolo oltre i quali il giornalista neofita del web non dovrebbe mettere piede. E tastiera. Queste indagini condotte e pubblicate su spazi dedicati, per, possono solo agevolare il compito del giornalista, non sostituirlo. Il lavoro sulla fonte selezione, verifica e citazione resta in ogni caso un obbligo, tanto per il giornalista della carta quanto per quello dei pixel; riconoscere la rete come luogo da cui attingere informazioni vuol dire considerare inaccettabile la dicitura Fonte: Internet. La rete moltiplica il numero delle informazioni, e questo richiede un lavoro di selezione pi accurato, e che spesso devessere svolto in poco tempo. Ecco perch, secondo Pratellesi

[] servono capacit e rapidit di selezione. Profilo professionale: intelligenza, velocit, cultura, profondit. La credibilit, lattendibilit, la qualit, la deontologia sono i valori che fanno la differenza tra un giornale online e un sito di contenuti.(Pratellesi 2008:72)

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BIBLIOGRAFIA
COLOMBO F., ADORNATO F.,La notizia avvelenata, in ''Micromega'', n 2, 1989. PAPUZZI ALBERTO, Professione Giornalista, Roma, Donzelli, 2003

PRATELLESI MARCO, Il new journalism, Bruno Mondadori, 2008 (I ed. 2004)

STAGLIAN RICCARDO, Giornalismo 2.0, Roma, Carocci, 2002

TOSELLI P. E BAGNASCO S. (ED.), Le nuove leggende metropolitane, Roma, Avverbi, 2005

LINKOGRAFIA
HTTP://WWW.ATTIVISSIMO.NET

HTTP://WWW.CORRIERE.IT

HTTP://WWW.GIMP.ORG

HTTP://WWW.GLOBALSECURITY.ORG

HTTP://WWW.MACCHIANERA.IT

HTTP://WWW.MUSEUMOFHOAXES.COM

HTTP://WWW.REPUBBLICA.IT

HTTP://WWW.SNOPES.COM

HTTP://WWW.TEXT-E.ORG HTTP://WWW.WORTH1000.COM

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