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Provincia autonoma di Trento

Dipartimento Istruzione
Servizio per lo sviluppo e l’innovazione del sistema scolastico e formativo

Fila la rima
poesie e filastrocche
inventate nelle scuole dell’infanzia
provinciali del Trentino

Fila la rima
Fila la rima
poesie e filastrocche
inventate nelle scuole dell’infanzia
provinciali del Trentino

- GIUNTA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO -


Trento, 2009
Assessorato all’istruzione e sport
Dipartimento Istruzione
Servizio per lo sviluppo e l’innovazione del sistema scolastico e formativo
Dirigente Paolo A. Renna
Ufficio di coordinamento pedagogico generale
Direttore Miriam Pintarelli

Progetto editoriale
Ufficio di coordinamento pedagogico generale

a cura di Anna Tava

Testi
forniti dalle scuole dell’infanzia provinciali trentine

Illustrazioni
Ornella Cestari, Mariaserena Sega

Si ringraziano Patrizia Fellin, Flavia Ioris, Loredana Michellini, Grazianna Saporito

Impaginazione e stampa: Tipografia Editrice Temi s.a.s. – Trento

© 2009 Tutti i diritti riservati


Giunta della Provincia autonoma di Trento

FILA
la rima : poesie e filastrocche inventate nelle scuole
dell’infanzia provinciali del Trentino / [a cura di Anna Tava]. –
Trento : Provincia autonoma di Trento. Giunta, 2009. – 76 p. : ill. ;
21x21 cm
Nome del cur. dal verso del front.
1. Poesia infantile - Trentino - Sec.21. - Antologie 2. Filastrocche -
Trentino - Sec. 21 - Antologie I. Tava, Anna
851.92
Poesia, poesia
sembra che non ci sia
poi ritorni per caso
a quand’eri bambina e tu...
tu correvi cantando
sorridevi per niente
e potevi volare
e tutto questo era poesia...
Riccardo Cocciante

E fu a quell’età...
Venne la poesia a cercarmi.
Non so, non so da dove uscì,
da quale inverno o fiume...
Pablo Neruda
Premessa

Quando ho sfogliato questo testo ho avuto la sensazione di fare un tuffo in un mondo che
molti di noi, fortunatamente, hanno attraversato: quello colorato e fantastico di un’infanzia
serena e giocosa. Poi ho letto le poesie e una tirava l’altra, come succede con certe caramelle,
e quando sono arrivata alle filastrocche scritte in dialetto e nelle antiche lingue presenti in
Trentino si è aggiunta anche quella piacevole sensazione che dà il sentimento di appartenenza
a questo territorio e ai suoi linguaggi.

Ho sorriso durante tutta la lettura, guardando i simpatici personaggi che accompagnavano


le strofe e immaginando i bambini intenti a cercare rime e associazioni per costruire le loro
prime poesie. E mi sono soffermata a pensare a quanta passione mettono gli insegnanti della
scuola dell’infanzia nell’educare giocando con loro e condividendo le emozioni di chi sta pian
piano imparando le parole per esprimerle.

Questo libro pieno di creatività contiene la vivacità dei bambini e quella degli adulti che
li aiutano a crescere scoprendo la realtà ed esplorando l’immaginario, è materiale vivo che
quando arriverà nelle scuole si moltiplicherà perché si inserirà in altre situazioni stimolanti, così
sono certa che da una poesia ne nascerà un’altra, una filastrocca si allungherà, un personaggio
uscirà dalle pagine e diventerà una storia... Dà gioia pensare tutto ciò.

Ringrazio dunque chi ha partecipato a questa produzione e auguro buona lettura a piccoli e
grandi, ricordando che frequentare la poesia fa davvero bene, a tutte le età.

Marta Dalmaso
Assessore all’istruzione e allo sport

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Presentazione

C’è nelle scuole un patrimonio di inventiva pronto a dare frutti colorati per ogni occasione
del tempo e del fare, del giocare e dell’apprendere. Fra le molte attività spesso nascono infatti
canzoni e poesie che accompagnano lo scorrere delle giornate, coronano gli eventi, diventano
regali per le feste o semplici momenti di allegria.

Sono testi che vanno ad aggiungersi a quelli presi dagli appositi libri o dalla tradizione
oppure vengono inventati da bambini e insegnanti intorno ad un tema o anche solo per il
piacere di giocare con i suoni delle parole in divertenti esperienze linguistiche. Trovare rime
fra le sillabe e dare ritmo a un testo è un’attività che sviluppa notevolmente l’intelletto, ma far
poesia è anche un’occasione per accedere alla metafora e dar voce a emozioni e sogni.

Le poesie e filastrocche scolastiche entrano nelle programmazioni vicino ai disegni, stanno


nelle teche che i bambini portano a casa, appartengono a quell’anno e a quell’argomento,
perciò a volte capita che se ne perdano le tracce. Ed è un peccato. Per questo si è pensato di
fermarle in un libro, per poterle ritrovare e per farle viaggiare, perché altre insegnanti e altri
bambini le possano leggere e utilizzare, ne possano ricavare uno spunto o un sorriso.

Il materiale, giunto da molte scuole dell’infanzia provinciali, è stato raggruppato in cinque


capitoli: “bambino e famiglia”, “tempo e natura”, “fantasia”, “scuola” e una sezione è dedicata
alle poesie in dialetto trentino o nelle lingue presenti sul territorio della Provincia oltre
all’italiano: il ladino, il mocheno e il cimbro. Ancora una volta i bambini potranno scoprire
che ci sono altre parole che indicano lo stesso oggetto e questo risulta sempre qualcosa che
incuriosisce e apre la mente.

Abbiamo immaginato un libro colorato, con personaggi che simpaticamente affiancano i


testi, un volumetto da leggere nei momenti in cui si ha il tempo solo per ascoltare qualcosa di
breve o quelli in cui si cerca una poesia nuova per le tipiche festività o per accostarla a qualche
gioco.

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Le illustrazioni che affiancano i testi sono state prodotte da due insegnanti appassionate di
disegno, che hanno messo a disposizione capacità e immaginario per aggiungere alle rime il
piacere di una figura accattivante che i bambini certo gradiranno.

Questo volumetto nasce dunque dalle scuole dell’infanzia provinciali e alle scuole ritorna,
per essere sfogliato e letto, magari in qualche punto anche imparato a memoria.
Ma siamo sicuri che produrrà pure un altro effetto: la voglia di pensare che le prossime
produzioni poetiche che nasceranno potrebbero essere anch’esse raccolte in un libro per
arrivare ad altri bambini e bambine, maestre e maestri, e perciò verranno conservate. I temi
magari si ripeteranno, ma non importa, perché la fantasia li saprà trasformare ancora e ancora.
Per moltissimo tempo.

Miriam Pintarelli
Direttore Ufficio di coordinamento pedagogico generale

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Rime di bimbi e famiglia
Morbido Il mio corpo

Quanto sei morbido, bambino bello, Una testa ricciolina


sembri fatto di caramello una pancia rotondina,
sembri fatto di pasta frolla due piedini che hanno fretta
un materassino con dentro la molla e una schiena dritta dritta,
una pagnotta con tanta mollica due manine cicciottelle
se proprio un amore, e il culetto: due frittelle!
che vuoi che ti dica?
Dentro, le ossa per stare su
Sei tutto tondo e profumato, e un cervello che pensa di più,
come palline sul cono gelato, uno stomaco per il mangiare,
i tuoi piedini son troppo belli i polmoni per respirare
con quei ditini che sembran piselli e poi un cuore che batte qua
e le manine a fiorellino e altre cose... ma chi le sa?
quando le vedo ci metto un bacino. Giulia Grandi

Il tuo pancino è un tamburello


per farci gli schiocchi e il venticello
e sul tuo culetto a michettina
ce li faccio già di mattina.
Sulla faccina rubiconda
i miei bacetti arrivano a fionda
e fin nei capelli vengo a cercare
tutta la pelle da accarezzare.
Anna Tava

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Il dente La mia faccia

Dondolin che dondolava Due occhi con la pupilla


il mio dente non cascava, per vedere il sole che brilla,
stava lì come un pendente, un nasino patatino
non veniva giù per niente. per odorare un profumino,
A mangiare disturbava un orecchio di qua un orecchio di là
a dormire un po’ russava per sentire il rumore
e il sorriso rovinava. che viene e che va,
i capelli ben piantatati
Così un giorno il mio papà sono tanti e pettinati
disse: “Svelto vieni qua, e la bocca è sorridente
che il dente dondolino anche se le manca un dente.
lo sistemo per benino!” Questa è la mia faccina
“No, papà, che ho paura!” rotondetta e birichina!
lo pregavo a faccia scura. scuola infanzia S. Michele all’Adige
“Stai tranquillo, che si sa,
fra i ditoni del papà
il dentino cederà!”
E in un attimo e non più
il dentino venne giù.
Il papà me lo passò
e mi disse: “Vedi un po’
se per caso ad un topino
può servir come anellino”.
Così in modo repentino
ho messo il dente sotto al cuscino.
e il giorno dopo lì ho trovato
un soldo giusto per comprarmi un gelato!
Anna Tava

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Il mio papà Mamma è un nome

Per una cavalcata in spalla Mamma è un nome proprio bello


lui è sempre lì, io lo so scrivere in stampatello,
per una partita al pallone lo scrivo grande e anche storto
dice sempre di sì, quando ho finito son stanco morto,
a costruire castelli lo scrivo ora e lo dico spesso,
non lo batte nessuno, e il perché te lo dico adesso:
con le macchine in pista mamma se piango
è il numero uno, mamma se rido
se poi sono triste mamma se ho fame
lui mi è vicino, mamma se ho freddo
mi dà un forte abbraccio, mamma se cado
una carezza, un bacino. mamma se vado
Io gli voglio bene, mamma sempre
bene davvero, mamma perché
perché è più di un amico, io voglio la mamma
è il più grande e sincero. vicino a me!
E chi sia già si sa Anna Tava
ma sì, è lui, il mio papà!
Carla Zorer

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È arrivato un fratellino Una mano

Ieri sera, che trambusto, La mia famiglia è una mano intera


è arrivato lo zio Augusto e sta unita da mattina a sera:
con la macchina sportiva il pollicione è il mio papà
ed a fianco la zia Iva che è un po’ robusto per golosità,
la mamma è l’indice e brontola un po’,
Il papà col cellulare il medio è mio fratello
non sapeva cosa fare che sta in mezzo ed è monello,
ha chiamato quasi tutti l’anulare è mia sorella
i parenti belli e brutti. che si crede la più bella
e sono io il mignolino
Confusione a casa mia: perché sono il più piccolino!
le cugine con la zia Vittoria Roncador
con il treno da Milano
ora sono sul divano.

Non ci stiamo tutti quanti,


siamo troppi, siamo tanti,
il papà sembra impazzito
fa cin-cin con lo zio Vito.

“È arrivato un fratellino!”
grida intanto mio cugino,
ma io aspetto la mia mamma
e non vado a far la nanna!

Quel bambino nuovo nuovo


presto qui me lo ritrovo
e una cosa solo so
che il più grande io sarò!
Ornella Cestari

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I cugini con la zia

I cugini con la zia Lì è una guerra di pirati


son venuti a casa mia e poi tutti son malati
in un giorno che pioveva anche il gatto è ben fasciato:
e uscir non si poteva. una mummia è diventato.

I cugini sono quattro Sono giochi sempre nuovi,


e poi hanno pure un gatto se li cerchi non li trovi
che fa mira al mio uccellino: perché nascono al momento
vuol mangiarlo, poverino! con un gran divertimento.

Mentre i grandi fanno un tè Quando vengono i cugini


i cugini stan con me si lamentano i vicini
e cominciano a guardare che gli viene il mal di testa,
quali giochi posson fare. ma per noi è una gran festa.

C’è una certa confusione E pazienza se la casa


che diventa ribaltone da una truppa sembra invasa
e poi sembra un gran mercato mamma e zia, che son sorelle,
del giocattolo scassato. ci fan pure le frittelle.

Vien la mamma con la zia Quando arrivano i papà


e ci mandan tutti via tutto a posto tornerà.
in castigo sul divano Anche se son birichini
a parlare piano piano. io li adoro i miei cugini!
Anna Tava
Ma non dura questa cosa
e nessuno si riposa
il divano in un momento
già diventa un bastimento.

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La nonna La casa dei nonni

Io ho una nonna eccezionale La casa dei nonni


un po’ strana e un po’ speciale è la casa dei sogni,
sul suo viso tondolino lì si può cantare e ballare
c’è un sorriso birichino. senza farsi mai sgridare,
Sembra quasi una bambina si può ascoltare la storia del lupo
la mia nonna Celestina, senza pensare al bosco cupo,
quando gioca insieme a me si può giocare con la farina
di più allegre non ce n’è. per far la torta o la polentina,
si può lavorare con ferri e legnetti,
Lei sa sempre cosa fare: perché il nonno sa i lavoretti
disegnare, pasticciare... e si trova sempre un bel sorriso
Costruisce, poi ritaglia, che ti illumina di luce il viso.
ne ricava una medaglia Franca Todeschi
e mi dice con un bacione
“Tu sei sempre il mio campione!”
“Ma di cosa?” dico io.
“Di tutto il bene che ti voglio io!”
Ornella Cestari

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Rime di tempo e natura
Storia di una fogliolina Filastrocca della foglia

Questa è la storia di una fogliolina Filastrocca della settimana


tutta verde e piccolina. tanto bella e un poco strana.
Ma arrivato l’autunno, però che strano,
il suo vestito divenne giallo pian piano. Lunedì soffia forte il vento
Non era male, da verde a giallo, e la foglia gialla... vola via come farfalla.
la fogliolina pensò: “Che sballo!”
Martedì con la foglia marrone
Sopra il ramo dove stava un’oca si fa... un gran fazzolettone.
la fogliolina si dondolava
e se la rideva a più non posso Mercoledì la rossa foglia
perché il suo vestito s’era fatto rosso! di staccarsi... non ha voglia.

“Ma che bello, cambio colore Giovedì la foglia arancione


senza sentire alcun dolore!” vola in cielo... come un aquilone.
rifletteva la fogliolina
giocando col vento della collina. Venerdì la foglia verdolina
“E allora, se che ci penso su ben attaccata al ramo... se la ride birichina.
vorrei proprio diventare blu!”
Sabato l’albero assonnato
Ma all’improvviso si sentì strappar via, con un bel pigiamino si è preparato.
volteggiò proprio in mezzo alla via
dove si accorse con delusione Domenica è un giorno di festa
che invece di blu ora era marrone! e finalmente al riposo si appresta.
Ornella Cestari scuola infanzia Sporminore

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L’arcobaleno dell’autunno La primavera

Guardo fuori dalla finestra Sotto la terra il seme dormiente


vedo le foglie che cadono in testa, si è stancato di non fare niente,
ogni bambino ha con sé un ombrello sente un tepore che lo sta invitando,
sperando che torni il tempo più bello. poi sente l’acqua che lo sta bagnando.
E con una forza che non sapeva
Comunque passeggia guardando il colore diventa radice e pianta vera,
e ad occhi aperti sogna d’esser pittore, buca il terreno, è primavera!
per ogni stagione lui trova un colore Giulia Grandi
di funghi e castagne scopre il sapore.

Il bambino immagina gli animaletti


che di provviste riempiono i loro sacchetti
facendo la scorta per il lungo riposo
aspettando che tutto si copra
di un bel manto nevoso.

Il bambino con il suo stupore


scopre tutto con gli occhi del cuore,
basta vivere con un po’ di fantasia
e tutto il mondo sembra una magia.
scuola infanzia Nosellari

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Comincia a fare freddino La cicala

“Comincia a fare freddino.” La cicala sulla pianta


disse il tasso all’uccellino tutta l’estate canta canta
“Io vado nella mia tana e deride la formica
e la porta chiuderò.” che lavora e s’affatica.
“Io invece volo via, Ma l’inverno presto viene...
vado al caldo e lì starò.” aver troppo riso non conviene:
patisce la fame chi troppo cantò
Brr brr brr… Brr brr brr… e visse bene chi lavorò!
fa freschetto sempre di più! Mariateresa Bertamini

“Comincia a fare freddino.”


disse scoiattolo a leprottino
“Ora cerco le nocciole
che d’inverno mi mangerò.”
“Io metto paglia nella mia tana
e lì comodo riposerò.”

Brr brr brr… Brr brr brr…


fa freschetto sempre di più!

“Comincia a fare freddino.”


disse il bimbo al suo cagnolino
“Tiro fuori il mio cappotto
e la casa riscaldo un po’.”
“Bau bau bau” fece il cagnolino
e al calduccio si accomodò.

Brr brr brr… Brr brr brr…


fa freschetto sempre di più!
Anna Tava

20
Le stagioni

In ogni stagione un’emozione, Ho visto il tempo che veloce passava,


che espressa sul foglio è un’esplosione: non ho ben capito dove lui mi portava.
di colori, di fantasia, di tracce indelebili, Ho lasciato ai più grandi
che non vanno più via. condurmi per mano,
e così son cresciuto, pian piano.
Con carta, colori e tanti pennelli Ornella Cestari
ho fatto la pioggia e pure gli ombrelli,
le tinte vivaci, il cielo turchino,
e il bosco d’inverno,
io che sono un bambino
e “scrivo” sul foglio anche i pensieri,
le emozioni di oggi e quelle di ieri.

Nelle quattro stagioni ho visto di tutto,


la natura che cambia, il fiore e il suo frutto.
Ho imparato a guardare, le cose osservare:
il monte, il prato, il mio giardino,
i rami spogliati e poi rivestiti
di foglie verdine, così piccoline,
di fiori e colori, di profumi e di odori.

21
La frutta

Uva nera, uva gialla È giallastro e un po’ rugoso


con i chicchi come palla il limone assai prezioso
son succosa e zuccherina succo aspro e mordente
che gustosa merendina. fa frignar tutta la gente.
Son la mela tutta tonda Molliccio e arancione
sono rossa e rubiconda sono il caco del ghiottone
la mia polpa bianca e buona mi mangia col cucchiaio
se la mangia anche la nonna. per un pezzo sarà gaio.
Di giallo è la pera Siam le fragole sorelle
vestita da gran sera vispe rosse e molto belle
se la mangi con la fontina siam la delizia di ogni bambino
è una cosa sopraffina. quando finiamo nel loro pancino.
Con la buccia verdolina Albicocche fichi e lamponi
e la polpa zuccherina gran fantasie di mille colori
con i semi tondi e neri con questi frutti tutti i bambini
son l’anguria scacciapensieri. diventan forti, quei birichini!
scuola infanzia Molina di Fiemme
Sono piccola in verità
ma di rara bontà
rotonda e porporina
son l’allegra ciliegina.

Ed ecco si avvicina
la succosa arancina
per chi ha il raffreddore
la spremuta è meglio del dottore.

22
La macedonia Il minestrone

Per far la macedonia Carota carotina, non fare la furbetta


che piace a noi bambini ti prendo con la forchetta
Si prende una mela ti prendo col forchettone
e si taglia a pezzettini. insieme al cipollone
per fare il minestrone.
La pera ben matura,
frutta e non verdura, Patata patatona, non fare la poltrona
le prugne senza l’osso ti metto in padella,
ciliege a più non posso. ti friggo per benino
assieme al fagiolino
Si prendono poi le fragole, e mi lecco il ditino.
arance e mandarini,
l’ananas a fette Zucca zucchetta, ti taglio a fetta
è frutto molto bello ti metto in coppetta
lo metto sul tagliere ti lancio nel minestrone
lo taglio col coltello. chissà che ruzzolone!
Donatella Gattuso
Si spreme bene un limone giallo
e mentre taglio io canto e ballo
un po’ di zucchero ed ecco qui
la macedonia di noi bambin!
scuola infanzia Varena

23
Acqua… La nebbia

Ti abbiamo guardata… eri bella La nebbia è bianca, è grigia,


ti abbiamo vista… sembravi dolce abita in cielo, ha profumino di sole.
come la musica. Io l’ho vista nel prato,
Ti abbiamo assaggiata… eri buona, io l’ho vista nel cielo.
eri col ferro, con le bolle e col lampone Nel prato si mangiava le mele.
Ti abbiamo toccata… Quando c’è lei non si vede più nulla,
eri bagnata come pioggia, niente alberi, né montagne, né erba.
come erba che fa il solletico. Nasconde il sole.
Ti abbiamo giocata… eri leggera Io ho visto la nebbia
eri bollata con le bolle, eri veloce stava sulle montagne,
eri giusta per tutti i bambini! era alta alta.
bambini scuola infanzia Rallo bambini scuola infanzia Rallo

Tutto bagnato Pioggia

Sulla strada cammino bel bello... Tic toc... Toc toc toc
chi lo sapeva ci volesse l’ombrello? “Chi è che bussa sul mio tetto?”
Ecco s’annuvola il cielo in un lampo “Son la pioggia, è permesso?”
una goccia, due gocce... “No, rimani pure fuori,
ormai non ho scampo! dai da bere a prati e fiori,
Son mille goccette dai freschezza a tutto il mondo,
che sembran bacini che io in casa sto giocondo!”
la pioggia è una doccia Giulia Grandi
e nemmeno mi scoccia.
Son tutto bagnato
e un poco gelato
ma, a dire il vero...
che bello che è stato!
Anna Tava

24
Le goccioline

Noi siam le goccioline Dal sole riscaldate


allegre e birichine, ancor ci trasformiamo,
se il sole ci riscalda vestite da vapore
saliamo su nel ciel. in cielo ritorniamo.

Ci diamo la manina, Così riprende il viaggio


giriamo strette strette, di una piccola goccia
facendo un girotondo che un giorno su nel cielo
formiam le nuvolette. si trasformerà in pioggia.
Carla Eccel, Daniela Marinchel, Anna Sottile
Ma quando arriva il vento
noi ci cambiam la foggia,
staccandoci una ad una
ci trasformiamo in pioggia.

Se invece è tanto freddo


noi neve diventiamo,
col nostro bianco manto
il mondo ricopriamo.

Arriva primavera
e in acqua ci sciogliamo,
attraversando un fiume,
nel mare ci tuffiamo.

25
La storia di Noè

Racconta la storia antica Ogni animale ritrovò il proprio ambiente,


di un uomo e della sua barca, la cosa che gli mancava maggiormente,
lui si chiamava Noè perché ogni tipo di animale
e quella sua era un’arca. ha bisogno di un posto speciale,
per vivere bene, i suoi cuccioli fare
Tutti gli animali voleva salvare, e trovare da mangiare.
perché rischiavano di annegare:
da tanto tempo ormai pioveva Ci sono creature
e la terra più non si vedeva. anche nei luoghi più brutti,
ma per chi ci vive sono belli tutti.
A due a due lui fece salire, Se noi questi posti li roviniamo
quelli che rischiavan di morire: chi ci abita poi danneggiamo:
chiamò quelli tranquilli e quelli aggressivi, perciò bisogna rispettare ogni ambiente
quelli carnivori e quelli erbivori, per far star bene gli animali e la gente!
quelli grandi e quelli piccini, Silvia Condini Mosna
quelli lontani e quelli vicini.

Sull’Arca aspettavano
che la pioggia cessasse
e in cielo il sole finalmente tornasse
e successe proprio questo un giorno:
ogni animale alla sua casa poté fare ritorno.

Il leone tornò presto nella savana,


i più furbi si fecero subito la tana,
l’uccellino ritrovò il coraggio di volare
e il canguro la voglia di saltare.

26
Riciclare - Differenziare Contenitori

Riciclare - Differenziare Lì va la carta, qui il pezzo di biscotto


son due parole che devo imparare... lì la bottiglia, qui il giocattolo rotto
ma che vuol dire io non lo so qui le bucce di mela e di patata
non le capisco, ci penserò. qui il colore secco, lì la colla seccata...

Riciclare… ri-andare in bicicletta? Sono immondizie differenti,


sulla ciclabile, ma senza fretta? le raccogliamo diligenti,
Differenziare… far la differenza? per ognuna c’è un contenitore
fra chi ha tanto e chi è senza? che è diverso di colore.
Fra chi e nero e chi è bianco?
Ma son troppi e già mi stanco. Grandi e piccoli fate attenzione:
non si deve sbagliare bidone!
Ma no, bambino, stai a guardare: Vittoria Roncador
differenziare vuol dir separare
le cose che possono insieme stare
e riciclare vuol dir trasformare
in un ciclo di fare e disfare
che i materiali fa recuperare.

Non è difficile, pensaci su,


di sicuro sei capace anche tu.
Se queste parole ricorderai
e se i modi giusti poi userai
il pianeta Terra più pulito farai!
Mariateresa Bertamini

27
Rime della fantasia
Il principe Colorino

C’era una volta, tanto tempo fa, Tutto si fece triste, oscuro e silenzioso,
un azzurro castello in un’azzurra città. nessuno più parlava e tutto era noioso.
Azzurri erano i muri, azzurri i finestroni, A veder tanta noia la strega si stufò,
azzurre anche le guardie con la sua nera scopa lontano se ne andò.
che stavan sui portoni.
E in quel momento, da sotto un tappetino,
Crescevan erba e fiori intorno a quel castello: timido sbucò fuori l’azzurro principino.
il prato era bellissimo e azzurro pure quello. Si guardò attorno e con grande stupore
E nell’azzurro prato giocava il principino: scoprì il suo castello ormai senza colore.
azzurri i suoi occhietti, azzurro il vestitino.
Il re e la regina avevan tanti amici, Ma il furbo principino, deciso a rimediare,
nel loro azzurro regno tutti erano felici! sedette sul suo trono e cominciò a pensare.
L’idea gli venne presto e in un battibaleno
Ma un brutto giorno accadde un fatto strano: chiamò in suo aiuto l’amico Arcobaleno.
si sentì un gran rumore venir da lontano. E... come per incanto l’arcobaleno bello
Un nuvolone nero si avvicinava veloce, dipinse tutte quante le cose del castello.
le guardie dalla torre gridarono a gran voce:
“Tutti al riparo! Nel suo lungo mantello Dipinse gli alti muri, dipinse i finestroni,
arriva la Strega Nera, correte nel castello!” dipinse anche le guardie
che stavan sui portoni.
Ma ormai era lì e dal nero cappello E poi volò sul prato, sull’erba e sopra i fiori
la strega tirò fuori il suo nero pennarello. coprendo tutto quanto di magici colori.
Poi colorò di nero i muri e i finestroni, Passò sulla regina, sul re, sui loro amici
nere anche le guardie che stavan sui portoni. che in mezzo a quei colori sorrisero felici.
E fece tutto nero: i fiori, l’erba e il prato,
tutto intorno al castello nero era diventato. E tutto tornò bello, tranquillo e luminoso,
grazie all’arcobaleno fu tutto più grazioso.
Il re e la regina con tutti i loro amici E da quel giorno in poi il bravo principino
di nero colorati divennero infelici. chiamato fu da tutti... principe Colorino!
Carla Eccel

30
Il castello arcobaleno Il mio castello

Senti, babbo e mamma mia Ho fatto un castello con la sabbia del mare
senti nonno, nonna e zia: e nessuno mi voleva aiutare.
quando passo quel cancello Per decoro c’ho messo le conchiglie,
io mi sento come un re sul contorno ho infilato le biglie,
quando entra nel castello. ad abitarci c’è andato un granchietto
che ora guarda le onde dal tetto.
Ci son sale e saloni
con costumi e costruzioni Che bel castello ho fatto io
e usando tanta fantasia senza papà, né mamma, né zio,
io mi posso trasformare ma che bravo sono stato!
e ogni cosa posso fare: Per premio vado a mangiarmi un gelato!
coi colori e col pennello Giulia Grandi
io dipingo il mio castello.

Faccio giallo il suo portone


il balcone tutto arancione,
con il blu io faccio il tetto
e il camino di violetto,
la scaletta di celeste
e poi verdi le finestre
ed il rosso, ecco sì,
io lo metto proprio qui.

Ora, vedi, è diventato


un castello colorato:
qui non piove, c’è il sereno
è il castello Arcobaleno.
Lia Bosetti

31
Per arrivare al castello I fantasmi

Per arrivare a quel castello Giran giran per il ciel,


dovrai percorrere un lungo sentiero, dentro e fuori dal castel
che attraversa un bosco assai nero. sempre svegli notte e dì
Quando ci arrivi non ti fermare: i fantasmi fan così: “Uhè!”
maghi e streghe potrai trovare.
I fantasmi ballano
Corri veloce, salta il ruscello sulla torre del castello
e ti troverai in un posto assai bello. fan tremar le porte,
Una grotta dovrai passare le finestre, il campanello.
e vedrai lontano il castello spuntare.
Strisciano catene quando vanno a spasso
Sotto un cespuglio ti fermerai e ci fan paura facendo un gran fracasso.
e agli gnomi chiederai:
“Dov’è il castello che sto cercando Sbattono le porte, i cancelli, i portoni,
che le mie scarpe sto consumando?” rompono i vetri, le finestre e i finestroni.

“Ti aspetta un labirinto grande e bello, Con i loro colpi ci svegliano la notte
l’ultima prova per arrivare al castello. e da tutti i buchi saltano fuori a frotte.
Percorrilo tutto senza cadere,
supera gli ostacoli che riesci a vedere. Ma noi siamo più furbi
Quando il labirinto terminerà e non abbiam paura
il portone del castello si aprirà, con tutti quei fantasmi
ma stai attento perché per entrare facciamo una frittura!
una formula magica dovrai recitare:
“Magia, magia... Giran giran per il ciel
apri la porta della fantasia!” dentro e fuori dal castel
Cristiana Redolfi sempre svegli notte e dì
i fantasmi fan così: “Uhè!”
scuola infanzia Rumo

32
I mostri

Nella caverna di una montagna Alla fine di questa sfilata


hanno trovato un orso che mangia. noi ci facciamo una bella risata:
Mangia di qua mangia di là perché se paura noi non abbiam
mangia mangia ah ah ah! tutti i mostri spariran!
Ridi ridi ah ah ah!
Sul cratere di un gran vulcano Ridi ridi ah ah ah!
escon le streghe, la scopa in mano. scuola infanzia Molina di Fiemme
Volan di qua volan di là
volan volan ah ah ah! Brutto drago

Dentro un baule di un castello Brutto drago della fantasia,


dorme un vampiro con suo fratello. grazie che esisti, non andar via,
Ronfa di qua ronfa di là dai che giochiamo nella notte scura
ronfa ronfa ah ah ah! che io sono forte e tu hai paura!
E quando il gioco ci avrà stufato
Nella cantina, cosa mai vista, chiuderò il libro e dormirò beato.
scheletri schricchiolano con aria trista. Anna Tava
Scrocchia di qua scrocchia di là,
scrocchia,scrocchia ah ah ah!

Nel sottoscala di un monastero


tanti fantasmi per far mistero.
Scappa di qua scappa di là
scappa scappa ah ah ah!

33
La gallina Guglielmina
La gallina Guglielmina Ma un giorno un coniglietto
non fa l’uovo di mattina corre a dirle nell’orecchio:
non lo fa neanche di sera “Non importa, Guglielmina,
non lo fa di primavera tu vai bene e sei carina,
non lo fa per tutto l’anno se l’ovetto non sai fare
e i padroni suoi lo sanno. qualcos’altro puoi pensare.
Non insistere con quello,
Non lo fa perché non vuole vedi il mondo quant’è bello!”
ma perché proprio non viene,
ha provato e fatto scene La gallina Guglielmina si stupisce,
ma nemmeno un micro-ovetto resta zitta e impallidisce,
le è mai uscito dal culetto. e poi pensa: “È proprio vero,
ho una fissa nel pensiero,
La gallina Guglielmina forse se cambio progetto
ha già preso la medicina più tranquilla poi mi metto.”
la pastiglia e lo sciroppo
e ha mangiato poco e troppo. Fu così che da quel dì
Non sa più che cosa fare altre cose preferì:
è già andata pure al mare basta pillole e tisane
è già andata anche alle terme ma esperienze belle e strane:
ma le cose sempre ferme. la pittura e il concertino,
la ginnastica e il motorino,
La gallina Guglielmina la cucina e il pisolino.
ora è triste di mattina
poi sta triste tutto il giorno E dopo mesi di quella vita
e non vuol nessuno intorno, si sentiva più spedita,
con la gran malinconia si sentiva come nuova…
tutti quanti manda via. e si mise… a far le uova!
Anna Tava

34
L’elefante con le ali La mosca
Ho visto un elefante C’era una mosca che mi inseguiva
con le ali e tutto rosa se io salivo lei saliva
che volava su nel cielo se scendevo lei scendeva
e si metteva in posa, se cadevo lei cadeva.
faceva capriole
ed era tanto buffo Allora le ho detto: “Mosca copiona!”
saltava dalle nuvole e lei che stava seduta in poltrona,
facendo un grande tuffo. tranquilla al mio fianco bevendo un tè,
ha risposto: “Ma sei tu che copi da me!”
Poi riprendeva fiato Vittoria Roncador
e in alto risaliva
ruotando su se stesso
come fosse una diva,
muoveva quelle alucce
di garza trasparenti
lasciandosi portare
dai turbini dei venti.
Il sole coi suoi raggi
tutto lo accarezzava
mentre senza paura
intorno volteggiava…
L’ultima volta che l’ho visto
nell’aria lassù
è stato proprio ieri
e poi non l’ho visto più.
Ornella Cestari

35
Il Libricino Pollicino Il Librone Gigantone

Questa è la storia del libricino Pollicino Questa è la storia del librone Gigantone
che un giorno stava in un giardino. che un giorno andò in un pratone.
Nel giardino piccolino e incontrò un cagnolone
c’era anche un volpino che si chiamava Filippone.
che passeggiava con un bambino.
Dal librone Gigantone
Dal libricino Pollicino uscì fuori una farfallona
scappò fuori una farfallina che si chiamava Feliciona.
che si chiamava Giuseppina e stava con una giraffona
e portava a spasso la sua gallina che aveva una codona
con una piccola pulcina e pure una panciona.
che si chiamava Mignolina
ed era proprio birichina Diceva alla farfallona Feliciona:
perché faceva la sciocchina “Io che sono gigantona posso mangiare
mentre mangiava la polentina. una melona e una bananona.”
“Io allora mangerò una lumacona!”
Poi alla sera arrivò una fatina rispondeva Feliciona,
e portò a nanna la farfallina ma poi le veniva da vomitare
con la pulcina e la gallina e allora andarono a galoppare
dentro il libricino Pollicino per digerire in riva al mare.
dimenticando fuori il volpino! bambini scuola infanzia Levico
bambini scuola infanzia Levico

36
Il giorno perfetto

Ma che giorno proprio perfetto! Alla tv non facevano niente


Per prima cosa son caduto dal letto, e sento che mi dondola un dente
ma la mamma mi ha dato un bacino allora per cena la mamma ha detto
e il male è passato dopo un pochino. che era meglio se faceva brodetto
con un contorno di verdura bollita:
Intanto il papà per colazione sono svenuto e la giornata è finita!
ha confuso il bottiglione Anna Tava
e il vino in tazza mi ha versato
così poco dopo ho vomitato.

Son partito per la scuola


ma sulle scale ho perso una suola
poi la maglia l’ho persa in giardino
e per la strada il cappellino,
le braghette senza cintura
le ho perdute dietro le mura.

Quando il maestro mi ha visto spogliato


mi ha chiesto se non mi fossi ghiacciato
ma io gli risposto tutto esultante
che stavo fresco in canottiera e mutande.

Ho fatto un gioco col mio amico del cuore


ma lui mi ha passato il suo raffreddore
e per il pranzo c’era minestra
che al sol vederla mi gira la testa.
Col naso colante e la pancia vuota
son tornato in bici, ma ho perso la ruota.

37
Il viaggio di Ulisse L’unicorno

Ulisse e i compagni L’unicorno con il suo corno


con la nave son partiti se ne va nella prateria,
e sull’isola dei ciclopi son finiti! tutto triste, senza amici,
Nella grotta son stati imprigionati sempre solo notte e dì.
perché Polifemo li ha catturati,
ma sotto la pancia delle pecore Un bel giorno incontra Ulla,
poi sono scappati. una bimba da aiutare,
da salvare dalle Arpie
Con la nave son ripartiti che la voglion spaventare.
ma da Eolo son finiti,
la sacca dei venti da Circe li ha spediti Galoppando, galoppando
così la maga li ha rapiti. lui la salva dalle Arpie
Le pozioni magiche lei sapeva fare e la porta in mezzo al mare
e tutti in maiali riusciva a trasformare dove c’era il suo papà.
ma l’astuto Ulisse nell’inganno
non incappò Lì vicino al suo papà
e i suoi amici così salvò. lei paura più non ha
e per sempre l’unicorno
Il suo viaggio continuò un amico resterà!
e vicino alle sirene poi arrivò, bambini scuola infanzia Zambana
ai compagni le orecchie tappò Daniela Marinchel, Anna Sottile
così il suono incantato non arrivò.
Ulisse, legato al palo, inutilmente gridava
perché dei suoi compagni
nessuno lo ascoltava.
scuola infanzia Baselga di Pinè

38
I sette nani I tre corvi

In fila indiana vanno i sette nani I tre fratelli corvi erano neri
marciano, cantano e batton le mani. neri oggi e neri ieri,
Dotto, il saggio, recita una poesia se di notte li incontravi
bla bla... solo il becco gli notavi.
Brontolo borbotta, ma è una mania Uno disse: “Io mi dipingo!”
boh boh... L’altro: “Nel colore io ti spingo!”
Pisolo ha sonno e sbadiglia di gusto Il terzo: “Vieni pure che ti tingo!”
ah ah... Così, armati di pennello,
Gongolo è contento e si sente un bel fusto a colori fecero il loro fratello,
oh oh... ma alla fine di quel lavoro
Mammolo ha fame e mangia una banana ecco che quello disse a loro:
gnam gnam... “Ora che sono un pappagallo
Eolo starnuta e pare il vento di tramontana andate via che farò un bel ballo!”
eccì eccì... I due si arrabbiarono di brutto
Cucciolo, il piccino, non mangia ma beve presero un tubo e... lo lavarono tutto!
glu glu... Anna Tava
Arrivati a casa li aspetta Biancaneve
la la...
In fila indiana vanno i sette nani
marciano, cantano e batton le mani.
scuola infanzia Molina di Fiemme

39
Dormire viaggiare L’omino del sonno

Non vuoi dormire, lo so lo so, Tu lo conosci l’omino del sonno?


chiudere gli occhi è sparire un po’,
ma se ci pensi solo un pochetto È un tipo davvero speciale:
dormire in fondo è fare un viaggetto tutto bianco e un poco ovale,
dove andare è presto tornare morbidone, sa di panna,
dove partire è uguale a sognare. ideale per la nanna.

Senza valigia, ma con l’orsetto Quando i sogni sono brutti


o il fazzoletto tenuto stretto, lui li scaccia proprio tutti
in questa stazione a forma di letto rotolando nel tuo letto
io ti saluto con un bacetto, si addormenta sul tuo petto.
tu chiudi gli occhi e senza biglietto
nel mondo dei sogni ti fai un giretto. E ti sta sempre vicino,
quell’omino piccolino,
Incontri fate e animaletti, tutto tondo e tenerino
voli veloce insieme agli insetti, già sprimaccia il tuo cuscino.
guidi la macchina del papà
senza limite di velocità, Lungo il sonno lui ti veglia
mangi una torta tutta di panna finché suona la tua sveglia
è proprio bello fare la nanna! poi ti soffia sul visino
e ti scuote per benino.
E quando il giorno ritorna splendente
Ornella Cestari
tu apri gli occhi e non ricordi niente
ma tutto quello che hai visto nel viaggio
ti fa felice e ti dà coraggio
e al momento del tuo ritorno
ritrovi la mamma col suo “buongiorno”.
(oppure: ritrovi il papà col suo “buongiorno”)
Anna Tava

40
Ninna nanna, bambolina Il sogno

Ninna nanna, bambolina, Io faccio spesso un sogno strano,


sono io la tua mammina, vedo nuotare un pesce-mano,
nella casetta della scuola che su un tavolino senza tovaglia
pulisco, canto e cucino le uova. gira contento col pesce-foglia.
Sono una signora molto bella,
il mio maritino mi chiama “Stella” E se a quel tavolo c’è chi si siede
e tu sei la mia bambina gli viene incontro il pesce-piede.
un po’ brava, un po’ birichina Il pesce-piede nuota e ridacchia,
perché qualche volta, sai com’è, corre a giocare col pesce-macchia.
tu somigli molto a me...
non vuoi mai fare la nanna Sembra davvero una storia inventata:
piangi e mangi solo panna! c’è addirittura un pesce-patata
Vittoria Roncador ma quando con loro mi voglio tuffare
mi sveglio e sono nel… verde mare!
Carla Eccel, Patrizia Pezzin

41
Rime di scuola
Comincia così… A settembre si ricomincia…

Comincia così, Già si inizia una nuova avventura


nel viso di tanti bambini, per tutti i bimbi, senza paura,
una nuova storia senza confini, tanti amici si son ritrovati
un girotondo di sorrisi e di mani, ed altri nuovi sono arrivati.
che si stringeranno fino al domani.
Alla scuola dell’infanzia
Comincia così, l’avventura ogni attimo è esperienza:
di una scuola tanto attesa, conoscere, giocare,
che ogni giorno ci porterà sperimentare e disegnare...
una nuova sorpresa.
Giochi, canzoni, storie e avventure, Sarà un viaggio di piacere
ci faranno crescere senza paure. per scoprire cose vere,
ma anche di fantasia
Comincia così, dentro un arcobaleno con un contorno di allegria.
pieno di speranze e colori,
una nuova stagione ricca di fiori, Ogni giorno qualcosa si imparerà
fiori che a poco a poco sbocceranno, e sempre più grandi si diventerà!
con il nostro calore e la nostra mano. Mariateresa Bertamini

Così, proprio così,


il nostro viaggio inizierà,
e con l’entusiasmo di tutti
sempre bello sarà.
Franca Todeschi

44
Una scuola, un girotondo Benvenuti

Se non hai mai visto il mondo, Benvenuti con ogni tempo


fai con me un girotondo, neve, sole, pioggia, vento,
è un po’ come viaggiare, e se compare l’arcobaleno
in un continuo girare. coi suoi colori ci divertiremo.
bambini scuola infanzia Nosellari
Girotondo con fantasia,
che gioia, che simpatia
con la mano nella mano,
son vicino anche al più lontano.

Girin, girando, senti la speranza:


è un messaggio di amore e fratellanza,
che accomuna tutti, i belli e i brutti,
rossi, gialli e neri, giriam senza pensieri.

Girotondo di festa,
lo fanno anche le tribù della foresta,
che si divertono non poco
a danzare attorno al fuoco.

Di mano in mano scorre l’energia


ed è subito allegria:
pensiamo solo a cose belle,
poi ridiamo a crepapelle.

Girotondo in filastrocca
o con una canzone:
esser tutti uniti, è questa l’emozione!
Daniela Bassoli

45
Le rime degli orsetti Volta la carta...

L’orsetto Nicola con il bob va a scuola. Questa è la canzone dei bambini


L’orsetta Alice è sempre felice. che son belli e birichini.
L’orsetta Arianna nuota nella panna.
L’orsetto Damiano suona sempre il piano. Ecco Sohail che tira con l’arco...
L’orsetta Caterina si mette la camicina. volta la carta e trovi Marco.
L’orsetta Denise fa le frittelle con le brise. Ecco Marco che legge una favola...
L’orsetto Gabriele cerca sempre il miele. volta la carta e trovi Carola.
L’orsetta Lorena gioca con l’altalena. Ecco Carola che salta felice...
L’orsetto Valentino è tanto peperino. volta la carta e trovi Alice.
L’orsetta Romina si fa una treccina. Ecco Alice che mangia una mora...
L’orsetta Martina è la più piccolina. volta la carta e ci trovi Aurora.
E le orsette maestre? Ecco Aurora che accarezza un leopardo...
... Le buttiamo dalle finestre! volta la carta e trovi Leonardo,
scuola infanzia Rumo Ecco Leonardo che spreme un limone...
volta la carta e trovi Simone,
Ecco Simone che chiude la ballata...
volta la carta e si fa un’altra cantata!
scuola infanzia Capriana

46
L’amico del cuore Amici

A scuola ho un amico di cioccolato: Amici vuol dire volersi bene


ha gli occhi grandi ed è profumato stare vicini, giocare insieme,
i capelli son ricci e cespugliosi e se un nuovo amico arriva
ma sempre morbidi e vaporosi certo aumenta la comitiva...

Ha denti bianchi come chicchi di riso È vero, qualcuno ci piace di più,


e un bel sorriso gli illumina il viso le preferenze le hai anche tu,
è sempre allegro e fa confusione ma giocando spesso insieme
qualcuno lo sgrida, è un po’ briccone! viene facile volersi bene.
scuola infanzia S. Michele
Lui corre, salta, si mette a giocare
io sempre lo seguo e so cosa fare
a volte decide un gioco un po’ strano
con lui mi diverto e lo tengo per mano.

Restiamo seduti vicini a mangiare


e i libri di scuola pian piano a sfogliare
lui è l’amico che non voglio cambiare
perché è un compagno davvero speciale.
Ornella Cestari

47
Il bambino di cartoncino La settimana del naviglio

C’era una volta un bambino La settimana dei movimenti


disegnato su cartoncino, rende i bambini felici e contenti.
solo una cosa sapeva fare… Ascolta bene e con attenzione
strisciare, strisciare, strisciare… perché ogni giorno il naviglio
farà un’azione.
Stufo di questo gioco assai monotono
si trasformò presto in un rotolo… Il lunedì non sa galleggiare,
felice assai di rotolare il martedì si fa dondolare,
però non si sapeva più fermare il mercoledì issa le vele,
“Aiuto aiuto, chi mi può aiutare?” il giovedì accende i motori,
il venerdì comincia a navigare,
Spaventato da tutto quel girare il sabato e la domenica va a viaggiare
braccia e gambe si fece ritagliare… per mari vicini e lontani
e piegate ri-incollare: e tante avventure potrà raccontare.
giù a carponi a gattonare Daniela Marinchel, Anna Sottile
elefanti e leoni a imitare…

Poi veloce come il vento


tornò in piedi tutto contento…
provò così a camminare
un piede dopo l’altro, senza inciampare!
E se i piedi li muoveva più in fretta
riusciva a fare una bella corsetta!

E il giorno in cui la luna volle catturare


si mise d’impegno a saltare…
sempre più in alto, sempre più su…
e il bambino di cartoncino non tornò più!
Mariateresa Bertamini

48
La vasca delle palline Filastrocca dei mattoni

Nella vasca delle palline Filastrocca dei mattoni


io ci vado volentieri io ci faccio le costruzioni:
oggi toccherà a Samantha una casetta, una torre, un igloo
io ci sono stato ieri. basta una spinta e cadono giù,
Sembra un mare colorato poi di nuovo li prendo in mano
o di fiori un grande prato, e costruisco un aeroplano.
scivolando nei colori
no, non voglio uscire fuori! Faccio una fila di mattoni,
Giusi Pradi poi ci metto due portoni.
faccio una fila di mattoncini,
A mangiare la maestra poi ci metto i cuoricini,
poi la finestra e una padella
Sono il gatto che prende i topini... diventa una casa, la mia, la più bella.
ma sono solo dei bambini! Nella Valentini
Sono un lupo a caccia di galline...
ma sono solo le bambine!
Sono un dinosauro che mangia la maestra...
ma lei è più grande della finestra.
Io l’acchiappo coi miei ditini
e lei mi dà tanti bacini.
Nella Valentini

49
Filastrocca dei numeri Origami

Uno uno… su dimmi che cos’è? Per fare una magia a volte
È un soldatino che fa un saluto a me. bastano carta e fantasia,
ma ci vuol pazienza e concentrazione
Due due… che cosa mai sarà? un po’ di calma e molta attenzione.
È un serpentello che striscia qua e là.
Devi piegare, far combaciare
Tre tre… questo è proprio vero! e poi un poco bene schiacciare:
È un uccellino che vola su nel cielo. angoli, diagonali, quadrati e rotondi
mediane, spirali, per piccoli mondi.
Quattro quattro… a che somiglierà?
È una seggiolina, mi siedo e resto qua. E quale sorpresa vedere apparire
dopo l’attesa, le cose più strane,
più buffe, più belle:
Uno uno… è solo soletto casette, montagne, il sole, le stelle.
non sa che cosa fare e se ne va nel letto.
Non serve poi molto per imparare
Due due… sono una coppietta piano piano gli origami a fare
si mettono d’accordo e vanno in bicicletta. e con la pazienza e un po’ di magia…
noi scopriamo la geometria!
Tre tre… ma che felicità Ornella Cestari
io con la mamma e anche col papà.

Quattro quattro… lo sappiamo bene


questo è un buon numero
per giocare insieme!
Roberta Chini

50
Faccio io! Lasciami fare! Riordinare

Nella scuola del saper fare Sono stanco, non ho voglia


ogni cosa si può imparare. di spostar neanche una foglia
Le parole da ascoltare: mi nascondo e guardo se
“Faccio io! Lasciami fare!” qualcuno mette a posto per me...
Ma la maestra mi ha già trovato
Svestirsi e vestirsi in ogni stagione e così tutto ho riordinato!
per mamma e papà è un’occasione
di starmi a guardare Menomale che ho fatto in fretta
“Faccio io! Lasciami fare!” a sistemare la casetta,
con l’aiuto dei miei amichetti
So apparecchiare e anche mangiare tutte le cose son già nei cassetti!
e la maestra rimane a guardare Forse per niente mi lamentavo
“Faccio io! Lasciami fare!” e invece guarda come sono bravo!
Anna Tava
Ogni giorno un impegno mi aspetta
la maestra dice: non aver fretta!

E se un compagno vuole imparare


grandi e piccoli lo sanno aiutare
tra i bambini nasce amicizia
che si rivela una primizia!

Quindi la cosa da imparare è


“Faccio io! Lasciami fare!”
Bruna Previati

51
Nasce Gesù

In un paese della Palestina Il bue e l’asinello son lì vicino


viveva una dolce signorina a riscaldare quel bambino
il suo nome era Maria con dolcezza e bontà
e dava a tutti gioia e allegria. perché quel bimbo dà felicità

Un dì scese un angelo dal cielo turchino Gli angeli in cielo fanno un bel canto
per dire a Maria che avrà un bel bambino svegliando i pastori con le pecore accanto,
contenta raggiante con grande letizia vanno in gran fretta alla capanna
Maria dà a Giuseppe la bella notizia. per dire forte: “Osanna, Osanna!”

Il buon Giuseppe, da bravo papà, Sopra la grotta sfavilla lucente


costruisce la culla per il bimbo che verrà la stella cometa brillante e splendente,
mentre Maria prepara i vestitini che indica la strada a tre re
come fan le mamme per i loro bambini. che portano i doni al Re dei re.
scuola infanzia Molina di Fiemme
Ma un giorno un ordine di sua maestà
mette tutti sul chi va là
Maria e Giuseppe se ne van dal villaggio,
con l’asinello si mettono in viaggio.

E dopo tanto camminare


trovano una grotta per riposare,
nella notte nasce, oh che gioia!,
Gesù che ora dorme nella mangiatoia.

52
A Natale Buona volontà

A Natale Gesù bambino È una festa davvero speciale


dal presepio manda un bacino. ogni anno questo Natale,
con il presepio, gli addobbi e i doni
A Natale diventan belli e la voglia di esser più buoni.
tutti quanti gli alberelli. Quella spero mi duri un bel po’
certo d’impegno mi metterò
A Natale tutti i bambini e con la buona volontà
ricevono tanti regalini. un capriccio di meno verrà.
Giulia Grandi
A Natale un pupazzo di neve bianca
s’è seduto sulla panca.

A Natale nel cielo blu


tutte le stelle brillan di più.

A Natale gli angioletti cantano in coro


c’è tanto amore intorno a loro.

E Babbo natale col cannocchiale


cerca la sua renna eccezionale.
scuola infanzia Molina di Fiemme

53
Il silenzio Me ne vado via!

Il silenzio è come il vento È con un po’ di malinconia


quando è sottile e leggero, che me ne vado via.
è come le foglie Son diventato grande
che stanno ferme sull’albero. e anche un po’ più grosso
e alla scuola primaria
È come una farfalla mi avete promosso.
che vola sui fiori, Tante cose avrò da fare
è come un uccello, ma sempre il vostro ricordo
un palloncino, un aquilone io voglio conservare:
che volano nel cielo. le allegre canzoni che ho imparato
e cantavo con voi a perdifiato,
Il silenzio è come la luna, i giochi fatti insieme
come le nuvole che mi hanno insegnato
quando sono ferme e bianche a volersi tutti bene,
come la panna… i lavoretti che ho realizzato
Il silenzio c’è quando si dorme, che mamma e papà hanno
si pensa o si studia… molto apprezzato,
e le storie che ho ascoltato
Il silenzio è come la gioia che in tanti mondi fantastici
che si sente quando si fa un regalo, mi han trascinato.
quando si fa una cosa bella, Franca Todeschi
quando si fa la preghiera
quando c’è l’albero di Natale,
si va a dormire e si aspettano i regali…

Il silenzio è triste
quando si è senza amici
e quando si è da soli.
bambini scuola infanzia Rallo

54
Inno ai grandi Se sei triste

Siamo grandi siamo grandi Se sei triste e un poco giù


a settembre andremo a scuola! fai una smorfia e dì cu-cù,
Siamo grandi siamo grandi
e l’asilo salutiam! salta svelto su un piedino,
muovi un poco il tuo pancino,
Alle otto del mattino
tutti a scuola con lo zaino, piega piano le ginocchia
la merenda nel taschino prova a fare la ranocchia,
per mangiarla all’intervallo.
fai una bella giravolta
Salutiamo la cuoca Cristina falla pure un’altra volta
sempre attenta a cucinare
mentre Erika gentile e se ti gira un po’ la testa
pensa sempre a riordinare. dai sorridi che è una festa!
Ornella Cestari
Le maestre premurose
ci han seguito con amore
e i compagni più piccini
porterem nel nostro cuore.

Siamo grandi siamo grandi


a settembre andremo a scuola.
Siamo grandi siamo grandi
siamo grandi hip hip hurrà!
scuola infanzia Varena

55
Rime in dialetto trentino,
ladino, mocheno e cimbro
Se me fermo en moment a pensar

No ‘l par vera, ma se me fermo I m’ha dit, l’è bel el mondo la de fòr,


en moment a pensar, ma varda che gh’è anca pericoli,
me rendo cont de quel che g’ho sopratut per i pu pìcioi.
emparà all’asilo a giugàr. I m’ha àida a cernìr quel
che gh’è de pericolos,
G’ho emparà el bel da quel che gh’è de meraviglios.
de star tuti ensema
e spartir co i altri Come la magia
ogni problema. de na pìciola somènza
G’ho conosù amici veri, butada en de l’òrt
parché i pòpi che la pől deventar
i è sempro sinceri. en alber gran e fort.
A giugàr g’ho capì
La musica l’ho encontràda pròpi lì, le robe pù bèle de sto mondo,
balando e cantando e se tuti i le ricordasa,
en tanti momenti del dì. se podèria far en gran bel girotondo.
El turchìn del ciel, el gialt del sol,
el vert del prà, tuti i bei colori Tuti i se darìa ‘na man,
de sto mondo, e par ognun ghe sarìa en tòch de pan.
l’ho gatàdi all’asilo Si le pròpi cosi!
en de ‘n bel girotondo. Alor se pòl dir che l’è vera,
la saggezza dela vita se la trova
Le storie le m’ha fat viver tante emozion, anca a giugàr con en mùcio de tèra.
e le m’ha ensegnà l’onestà e ‘l coraggio, Franca Todeschi
par superar ogni situazion.
G’ho emparà a viver polìto,
magnàr san, giugàr, cantar,
laòrar en po’ al dì,
e farse anca en pisol el dopomezodì.

58
Ho fat en giro El nono

Ho fat en giro con el treno L’ha dit el nono che ai so tempi


son arivà en te ‘n batibaleno. no gh’era tanta roba, ma i era contenti,
Ho fat en giro en bicicleta i giugava con gnent, i rideva con poc
son arivà, ma senza trombeta. de ogni panet i spartiva en toc.
Ho fat en giro con ‘na barcheta No gh’era el corso per nodar,
son arivà, ma senza giacheta. no gh’era sci per nar a sciar,
Ho fat en giro col trator no gh’era scarpete per el baleto
son arivà con en gran rumor. no gh’era el pc sul mobileto,
Ho fat en giro en barela ma gh’era abondanza de fantasia
i la spengeva me sorela. e gambe veloci per corer via.
Ho fat en giro co la to auto Vittoria Roncador
son arivà sonando el flauto.
Ho fat en giro col motorin
son arivà che ero cretin.
Ho fat en giro co la moto
son arivà che me la fevo soto.
Ho fat en giro co l’aroplano
son arivà en pochet strano.
Ho fat en giro col caval
son arivà che me feva tut mal.
Ho fat en giro col camel
son arivà, ma per en pel.
Ho fat en giro co l’elefante
son arivà, ma bufe tante.
Po’ ho fat en giro a pè
ma nesun me vegniva dré.
Anna Tava

59
La mama La bala belisima

Nela vita gh’è tante robe da far Mi g’avevo ‘na bala belisima
vestirse, bever, magnar de mili colori e lustrisima
mi vago a l’asilo, po’ gh’è i scolari, ma en dì g’ho tirà sì fort
gh’è chi che laora e fa i so afari. che l’ho fata volar sora l’ort.

Ma ‘n de sta vita piena de presa L’è sta en lancio così bel


‘n do che tut e tuti i te stresa che l’è arivada su nel ciel
‘na roba sol ne resta ancor, ma po’ l’ei tornada endrè
ne resta l’amor. e l’ha batù sul marciapiè.

L’amor, mama, fra mi e ti L’ha rimbalzà contro ‘na cros


quel che ne scambian ogni dì e l’ei nada a finir en te ‘l fos,
perché de mama ghe n’è sol una sora l’acqua la galegiava
e averla l’è propri ‘na gran fortuna e co la roza i se la filava.

E alora mi en de ‘sto dì Così son senza bala e me dispias


te ringrazio de esser chi ma se ghe pensi ‘na roba me pias:
e te dimostro con tut el cor se la me bala l’è arivada al mar
quant che l’è grant el nos amor. tuti i pesci i ghe pol giugar!
Carla Zorer Anna Tava

60
Castagne A taola

Pian pian bisogn caminar Miscia miscia la polenta


ben ben bisogn vardar che la pancia l’è contenta
soto le foie le è scondude, boie el sugo en la padela,
dentro ‘na casa le è tegnude, l’è già en taola la scudela
‘na casa tonda con i spini con do foie de salata
che la te sponze se te te svizini, e de aqua ‘na pignata,
ma se con calma te la sai tor la tovaia bela neta
la te regala tut el so cor e de pan ‘na qualche fieta,
en cor tondo, lustro e delicato manca sol le man lavade
‘na vera gioia del palato. e de meter le posade.
Giulia Grandi
Le vardo, le togo,
coi oci me la godo,
le meto nel zestel
po’ a casa sul fornel
el moment che ho aspetà
eco, oramai l’è arivà
e finalmente ‘sta castagna
l’è po’ ora che la magna!
Carla Zorer

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Poejìes ladines Poesie in ladino

L giatolin “Balon” Il gattino “Palla”

L giatolin “Balon” Il gattino “Palla”


l fèsc semper l bricon! fa sempre il birichino!
l cor, l sauta e dò l se scon Corre, salta e dopo si nasconde
sot mie ciaut comedon! sotto il mio caldo gomito!

Ogne dì l vel mateèr Ogni giorno vuole giocare


con sie morbie omescel con il suo morbido gomitolo
ma l se chieta zenza ac ma si tranquillizza senza fare più baccano
canche l veit n bel piumac! quando vede un bel cuscino!

Ge fae na aicia co la man Gli faccio una carezza con la mano


el l me verda sgnaolan. lui mi guarda miagolando
dò ge dae n picol bos dopo gli do un piccolo bacio
su chel mus dal peil dut ros! su quel muso dal pelo tutto rosso!
scolina de Pera de Fascia scuola infanzia Pera di Fassa

L Biscel Il verme

L biscel va te ciapel Il verme entra nel cappello


outa la bala, se veit n penel. gira la palla, si vede un pennello.
L penel depenc n ciastel Il pennello dipinge un castello
outa la bala, se veit n cortel. Gira la palla, si vede un coltello.
L cortel taa l pan Il coltello taglia il pane
outa la bala, se veit n cian. gira la palla, si vede un cane.
L cian zaca n cordon Il cane morde una fune
outa la bala, se veit n balon. gira la palla, si vede un pallone.
L balon sauta te ruf Il pallone cade nel fiume
outa la bala, sion duc ! gira la palla, ci siamo tutti!
scolina de Canazei scuola infanzia di Canazei

62
Tone Tone

Tone à l cef toron Tone ha la testa tonda


desche n balon. come un pallone.

L col l’é mingol più en jù Il collo è un po’ più in basso


l volessa fèr cucù. vorrebbe fare cucù.

L venter l’è bel gran La pancia è bella grande


ge stèsc ite l pan. ci sta dentro il pane.

La giames les é più lenges Le gambe sono più lunghe


ma i piesc é picoi e bìe. ma i piedi sono piccoli e belli.

I brac i va en cà e de là Le braccia vanno qua e là


i volessa jir zaolà e vorrebbero andare da qualche parte
ma con la mans se fèsc i fac ma con le mani si fanno i mestieri
e velch outa doventon mac. e qualche volta diventiamo matti.
scolina de Cianacei scuola infanzia di Canazei

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Sén Nicolò San Nicolò

Rua prest Sèn Nicolò Arriva tra poco San Nicolò


col musciat che ge va dò. con l’asino che lo segue.
Pien l’à l ceston Pieno è il suo cesto
e l fasc n gran feston. e fa una gran festa.
Duc contenc, duc contenc, Tutti contenti, tutti contenti
i varda de esser più valenc. cercano di essere più buoni.
Detalpai Sèn Nicolò Grazie San Nicolò
e te preon de vegnir amò. e ti preghiamo di venire ancora.
Bianch e or l’é regolà Di bianco e oro è vestito
e i bec l’à jà encantà. e i bambini ha già incantato.
I ge sauta sobito ados Gli saltano subito addosso
per ge dar n bos. per dargli un bacio.
scolina Pera de Fascia scuola infanzia Pera di Fassa

Naina de Nadal Filastrocca di Natale

L Bambin te na stala l’é nasciù Il Bambino in una stalla è nato


jù dal ciel l’é vegnù dal cielo è venuto
per ge ensegnar a se voler ben per insegnare a volersi bene
a picoi e a gregn. a piccoli e grandi.

L ne ensegna a esser valenc Ci insegna ad essere buoni


e a se cordèr con duc chenc e ad andare d’accordo con tutti quanti
per chest anché n bos ve manon per questo oggi un bacio vi mandiamo
e tanta legreza va auguron. e tanta felicità vi auguriamo.
scolina Soraga scuola infanzia Soraga

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La ciaseta La casetta

Sun n col l’é na ciaseta Su un colle c’è una casetta


la é semper bela neta. è sempre bella pulita.
L ciamin l fuma Il camino fuma
e de net, l bala dintorn la luna. e di notte balla intorno la luna.

L’à n cuert dut de legn; Ha un tetto tutto di legno


sot n spoz à fat sia coa sotto un passero ha fatto il suo nido
con picoi toc de fegn con piccoli pezzi di fieno
per no se ciapèr sù la broa. per non prendersi il raffreddore.

No sé chi che stèsc ite Non so chi ci sta dentro


te chela picola ciaseta, in quella piccola casetta,
na dì me scone dedò n pec un giorno mi nascondo dietro ad un albero
fosc vegn fora n auter bez! forse esce un altro bambino!
scolina Pera de Fascia scuola infanzia Pera di Fassa

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Gedichtler as bersntolerisch Poesie in mocheno

Guats nais jor Buon anno

A nais jor vonk bider u Comincia un anno nuovo


pet de sunn ont pet en mu’. con il sole e con la luna.
A ker schlecht ont a ker guat Un po’ male un po’ bene
de hauptsoch ist za stea’ guat. l’importane è star bene.
Zbelf mu’net hòt s zait Dodici mesi c’è tempo
ver de vicher ont ver de lait. per gli animali e per le persone.
Der binter prink schnea L’inverno porta neve
as òlla de dacher, de bisn ont de strosn. su tutti i tetti, nei prati e sulle strade.
Der langes trok bòsser La primavera porta acqua
en òlla de acker. in tutti i campi.
Der summer trittl no trittl L’estate passo dopo passo
kimmp pet a schea’s liftl. arriva con un bella arietta
Der herbest ist pòll do L’autunno è presto qui
s’ist ganua das rengt der gònze to. basta che piova tutto il dì.
An iatn ist an hear Ognuno è un signore
unter en sai huat sotto il proprio cappello
iaz grias enk adesso vi saluto e
ont steat mer òlla guat. statemi tutti bene.
Renata Toller Renata Toller

66
De saitn van laib Le parti del corpo

Zabez ont vria Sera e mattina


do ist der knia. qui c’ è il ginocchio.

Linn abia schmòlz Tenero come il burro


do ist der hòls. qui c’ è il collo.

Kurz oder lòng Corta o lunga


do ist de bòng. qui c’ è la guancia.

Kuglet abia an tropf Tonda come una goccia


do ist der kopf. qui c’è la testa.

Hear abia stinkt Senti come puzza


do ist an schink. qui c’è una gamba.
Kindergortn Vlarotz scuola infanzia Fierozzo
Daniela Petri Anderle Daniela Petri Anderle
Renata Toller Renata Toller

67
De vòrm I colori

Praun ont plob Marron e blu


s ist mitto. è mezzogiorno.

Grea ont roat Verde e rosso


i ess proat. mangio pane.

Schbòrz ont bais Nero e bianco


i ess rais. mangio riso.

Rosa ont gel Rosa e giallo


i bill nèt plentamel. non voglio farina di mais.

S ist pòll tsòk, È presto detto,


hoackle pin i nèt difficile non sono
i ess lai bos as hòt. mangio quello che c’è.
Kindergortn Vlarotz scuola infanzia Fierozzo
Renata Toller Renata Toller

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Poesie azbe biar Poesie in cimbro

Dar Fiutar L’inverno

‘Zizta kent dar Schnea laise laise È arrivata la neve pian piano
åna zo lazzase hóarn. senza farsi sentire.
Az be khlumunane sarettela valluze I fiocchi di neve cadono leggeri
di baizan fiokkla. come piccolissime farfalle.

Di khindar slavan destar I bambini dormono beati


un dar Schnea, auz zalt, e fuori la neve copre
dekht bisan, beuf un techar. prati, strade e tetti.

Di meatar knit in khindar La mamma dice ai propri bambini


“Senget auz pa vestar a baile” “Affacciatevi alla finestra e ammirate!”
un dar Schnea intånto dekht di beldar e la neve intanto copre i boschi
pit n’an baizez laila. con un lenzuolo bianco.
Loredana Nicolussi Loredana Nicolussi

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Postart aft’z vestar Affacciati alla finestra

Vil flök snea khemmenda ar von hümbl Tanti fiocchi di neve scendono dal cielo
ring az be vil sarettela leggeri come tante farfalline
baiz az be dar konzott vo dar Spusa bianchi come il vestito della sposa
destar az be a polstar soffici come il cuscino
bo da tokart in slaf von an khinn. che accarezza il sonno di un bambino.
Da khearn uminum in air az be vedarn, Volteggiano nell’aria come piume,
denna postarnzase un dekhan au alz poi si posano e avvolgono tutto
da fermarnse ka perge si fermano a monte
denna giansa nidar in tal. poi scendono a valle.
Lengbar ünsarne hentla, Allunghiamo le nostre manine
di flök tokarnas i fiocchi ci sfiorano, ci toccano
un denna giansa vort az be pletarla. e poi svaniscono come bolle.
Alz iz baiz un stille uminum üs! Tutto è bianco e silenzioso intorno a noi!
Un ’z snaibet no E la neve scende ancora,
Dar iz proprio vil, dar iz proprio schümma! è davvero tanta, è davvero bella!
Sem izta a tritt, baz kontartaras? Là c’è un’impronta, che cosa ci racconta?
Bartar soin von an hesle Sarà di un leprotto
odar furse von an pérle? o forse di un orsacchiotto?
Cip Cip Cip, Cip, a spetzle postartse: Cip cip cip cip, si posa il passerotto:
“Getmar an biskòtt ke dar gevaltmar vil!” “Datemi un biscotto, che ne vado ghiotto!”
’Z skirettle schlaft, dar tasso rastet; Dorme lo scoiattolo, riposa il tasso,
alumma un gevrocht solo e infreddolito dal nostro giardino
machtas ’z öagle a liabez khetzle. ci fa l’occhiolino un dolce gattino.

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Un dar snea khint no abe E la neve scende ancora,
dar iz proprio vil dar iz proprio schümma! è davvero tanta, è davvero bella!
A mendle gåntz baiz Un omino tutto bianco
lachtas zuar sem in gart ci sorride là nel campo
’z iz a mendle a pitzle è un omino un po’ speciale
’z hat net khalt non ha freddo
’z hat net hummar. non ha fame.
’Z iz kontent baldas haltet a khinn, Si intenerisce all’abbraccio di un bambino
un zorgeat pittar hitz von an khemmech. e al calore di un camino.

Un dar snea khint no abe, E la neve scende ancora,


a timmega glòstar vo da sunn tokarten, un timido raggio di sole la sfiora,
dar iz proprio vil è davvero tanta
un no mearar izzar schümma. e ancor più bella.
scual vo Lusèrn scuola infanzia Luserna
Costantina Gasperi Costantina Gasperi

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INDICE

Premessa 5 Riciclare - Differenziare 27


Presentazione 6 Contenitori 27

rime di bimbi e famiglia 9 rime della fantasia 29


Morbido 10 Il principe Colorino 30
Il mio corpo 10 Il castello arcobaleno 31
Il dente 11 Il mio castello 31
La mia faccia 11 Per arrivare al castello 32
Il mio papà 12 I fantasmi 32
Mamma è un nome 12 I mostri 33
È arrivato un fratellino 13 Brutto drago 33
Una mano 13 La gallina Guglielmina 34
I cugini con la zia 14 L’elefante con le ali 35
La nonna 15 La mosca 35
La casa dei nonni 15 Il Libricino Pollicino 36
Il Librone Gigantone 36
rime di tempo e natura 17 Il giorno perfetto 37
Storia di una fogliolina 18 Il viaggio di Ulisse 38
Filastrocca della foglia 18 L’unicorno 38
L’arcobaleno dell’autunno 19 I sette nani 39
La primavera 19 I tre corvi 39
Comincia a fare freddino 20 Dormire viaggiare 40
La cicala 20 L’omino del sonno 40
Le stagioni 21 Ninna nanna, bambolina 41
La frutta 22 Il sogno 41
La macedonia 23
Il minestrone 23 rime di scuola 43
Acqua… 24 Comincia così… 44
Tutto bagnato 24 A settembre si ricomincia… 44
La nebbia 24 Una scuola, un girotondo 45
Pioggia 24 Benvenuti 45
Le goccioline 25 Le rime degli orsetti 46
La storia di Noè 26 Volta la carta... 46

72
L’amico del cuore 47 El nono 59
Amici 47 La mama 60
Il bambino di cartoncino 48 La bala belisima 60
La settimana del naviglio 48 Castagne 61
La vasca delle palline 49 A taola 61
A mangiare la maestra 49
Filastrocca dei mattoni 49 Poejìes ladines - Poesie in ladino 62
Filastrocca dei numeri 50 L giatolin “Balon” - Il gattino “Palla” 62
Origami 50 L Biscel - Il verme 62
Faccio io! Lasciami fare! 51 Tone - Tone 63
Riordinare 51 Sén Nicolò - San Nicolò 64
Nasce Gesù 52 Naina de Nadal - Filastrocca di Natale 64
A Natale 53 La ciaseta - La casetta 65
Buona volontà 53
Il silenzio 54 Gedichtler as berntolerisch
Me ne vado via! 54 Poesie in mocheno 66
Inno ai grandi 55 Guats nais jor - Buon anno 66
Se sei triste 55 De saitn van laip - Le parti del corpo 67
De vòrm - I colori 68
rime in dialetto trentino,
ladino, mocheno e cimbro 57 Poesie azbe biar - Poesie in cimbro 69
Se me fermo en moment a pensar 58 Dar Fiutar - L’inverno 69
Ho fat en giro 59 Postart aft’z vestar - Affacciati alla finestra 70

73
Le illustrazioni per i capitoli RIME DI BIMBI E FAMIGLIA, RIME DELLA FANTASIA, RIME IN DIALETTO
TRENTINO, LADINO, MOCHENO E CIMBRO sono di Ornella Cestari, insegnante presso la scuola dell’infanzia
Piccolo Mondo di Trento.

Le illustrazioni per i capitoli RIME DI TEMPO E NATURA e RIME DELLA SCUOLA sono di Mariaserena
Sega, insegnante presso la scuola dell’infanzia Girotondo - Ravina, Trento.
Finito di stampare nel mese di novembre 2009
da Tipografia Editrice Temi s.a.s. di Bacchi Riccardo & C. – Trento
Provincia autonoma di Trento
Dipartimento Istruzione
Servizio per lo sviluppo e l’innovazione del sistema scolastico e formativo

Fila la rima
poesie e filastrocche
inventate nelle scuole dell’infanzia
provinciali del Trentino

Fila la rima

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