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- Documenti di controllo - sono la memoria interna per ricostruire le operazioni aziendali e controllarne il
regolare svolgimento (es. estratti conto bancari, matrici degli assegni circolari).
- Documenti di autorizzazione - autorizzano il compimento di alcune operazioni come:
• ordini di riscossione (reversali) e ordini di pagamento (mandati), documenti che autorizzano il
cassiere a riscuotere o a pagare determinate somme;
• bolle di entrata e di uscita dal magazzino (di carico/scarico) che autorizzano il magazziniere a
ricevere o consegnare le merci indicate, permettendo un controllo incrociato.
Le rilevazioni possono classificarsi in base al:
- Grado di elaborazione:
• Le scritture elementari forniscono informazioni dettagliate su oggetti circoscritti (es. libro cassa) e
sono redatte su schede e registri, per operazioni interne ed esterne non collegate tra loro.
• Le scritture sezionali sono coordinate tra loro così da costituire sistemi di scritture relativi a elementi
del patrimonio e a funzioni o settori aziendali (es. contabilità Iva, contabilità banca ecc).
• Le scritture complesse sono un insieme coordinato di rilevazioni che consentono di determinare
oggetti riguardanti la gestione nella sua interessa.
Tali scritture compongono la CO.GE.
- Criterio ordinatore:
• Le scritture cronologiche registrano le operazioni in ordine di data (es. libro giornale, libro di
magazzino).
• Le scritture sistematiche rilevano le operazioni sia in base all’oggetto cui si riferiscono che in ordine
cronologico (es. libro mastro).
- Criterio di obbligatorietà:
Le scritture obbligatorie sono imposte dalla normativa che deriva dal c.c. (es. libro giornale, libro degli
inventari) o dalle norme fiscali (es. registri Iva).
Le scritture facoltative sono volontarie per migliorare l’organizzazione e la gestione dell’impresa.
- Strumento di rilevazione:
Le scritture contabili utilizzano come strumento il conto.
Le scritture extracontabili usano metodi matematico-statistici come tabelle, grafici ecc.
Il conto:
Il conto è lo strumento di rilevazione utilizzato per redarre le scritture contabili.
È un insieme di scritture omogenee relative a un determinato oggetto.
Con “insieme di scritture” indica che nel conto vengono iscritti il valore iniziale e le variazioni prodotte
dalle operazioni aziendali.
Tali scritture sono omogenee poiché si riferiscono allo stesso oggetto e sono espresse con la stessa
unità di misura: il conto Denaro in cassa ha per oggetto il denaro e le variazioni prodotte in seguito alle
operazioni aziendali; il conto Crediti v/clienti ha per oggetto i crediti derivanti dalle vendite e le variazioni.
Il conto, abbreviato c/, ha una denominazione che ne esprime l’oggetto (es. Denaro in cassa); a sinistra
vi è la sezione Dare e a destra la sezione Avere.
Aprire, o accendere, un conto significa iscrivere in esso un valore per la prima volta; il primo valore è
detto consistenza iniziale.
Tenere un conto significa registrarvi tutte le variazioni verificatesi in un determinato periodo, come
addebitamenti o accreditamenti.
Il saldo di un conto è la differenza tra il totale dei valori iscritti in Dare e quelli riportati in Avere.
L’eccedenza in Dare o Avere, o il saldo per eccedenza di un conto, è il valore derivante dalla maggior
consistenza che una sezione presenta rispetto all’altra, in un dato momento; il saldo per differenza,
ovvero la differenza tra le due sezioni, va iscritto nella sezione che ha il totale minore, così che le due
sezioni finiscano in pareggio.
Chiudere, o spegnere, un conto significa far si che le due sezioni pareggino, equivale cioè a iscrivere il
saldo nella sezione che ha consistenza minore.
Una volta chiuso il conto si dice che il conto utilizzato “ha eccedenza in Dare/Avere (sezione dove non si
è iscritto il saldo perché aveva una consistenza maggiore)” e “ha saldo in … (sezione in cui si è iscritto il
saldo poiché aveva una consistenza minore)”.
Le contabilità sezionali:
La Prima Nota è un documento fondamentale per la tenuta di altre scritture e in particolare dell CO.GE.
È una scrittura elementare, non obbligatoria, dove vengono annotati in ordine cronologico i dati relativi
alle operazioni aziendali dei movimenti bancari e di cassa.
In successione, le colonne della Prima Nota indicano: mese dell’operazione, giorno, numero di
riferimento, descrizione dell’operazione, importi parziali e importi totali.
Le contabilità sezionali, alcune obbligatorie ed altre facoltative, permettono l’annotazione analitica degli
elementi fondamentali riferiti a determinate aree funzionali o settori d’azienda.
Ne fanno parte:
- Contabilità di cassa: rileva le entrate e le uscite di denaro, di cui non vi è traccia nell’estratto conto
bancario, e dei valori ad esso assimilabili (valori bollati, assegni).
La contabilità si avvale di un Libro di Cassa compilato secondo indicazioni contenute nella Prima Nota
e ha un saldo sempre positivo.
- Nelle grandi aziende entrate/uscite sono documentate da reversali e mandati.
- Contabilità dei rapporti con le banche: rileva la consistenza iniziale dei conti correnti bancari e tutte le
movimentazioni che durante un dato periodo ne modificano l’entità.
I documenti originari sono gli assegni emessi, le distinte, le ricevute di versamento ecc.
L’azienda tiene una scheda per ogni banca.
È la contabilità più movimentata essendo i rapporti con le banche frequenti; può avere saldo positivo o
negativo, se negativo l’impresa ha una posizione debitoria verso l’istituto di credito.
- Contabilità dei fornitori: ha per oggetto le attività di acquisto soggette a fatturazione.
Comprende i documenti originari che derivano dall’acquisto come fatture, note di accredito, assegni,
documenti di trasporto, cambiali passive.
Strumenti di rilevazione sono:
• Il registro degli impegni d’acquisto annota tutti i contratti o gli ordini d’acquisto inviati ai fornitori.
• Il registro delle fatture d’acquisto, obbligatorio per l’Iva, registra fatture ricevute dai fornitori e le
bollette doganali d’importazione.
• Il paritario dei fornitori raccoglie le schede relative a ciascun fornitore.
• Lo scadenzario di debiti e cambiali passive registra, in ordine di scadenza, i pagamenti da effettuare,
permettendo di sapere la propria posizione debitoria e sapere se si necessita di mezzi finanziari.
• Il registro delle cambiali passive registra, in ordine cronologico, le cambiali a carico dell’azienda.
- Contabilità dei clienti: ha per oggetto le attività di vendita soggette a fatturazione.
Comprende i documenti originari che derivano dalla vendita.
Strumenti di rilevazione sono:
• Il registro degli impegni di vendita annota tutti i contratti e le ordinazioni dei clienti.
• Il registro delle fatture di vendita annota tutte le fatture emesse.
• Il paritario dei clienti raccoglie le schede relative a ciascun cliente e l’ammontare dei crediti.
• Lo scadenzario dei crediti e delle cambiali attive annota in ordine di scadenza i crediti da riscuotere.
• Il registro delle cambiali attive registra in ordine di entrata le cambiali emesse a favore dell’azienda.
- La contabilità IVA: obbliga a tenere il registro delle fatture d’acquisto, il registro delle fatture di vendita
e il registro dei corrispettivi.
- La contabilità di magazzino: rileva i movimenti di entrata e uscita dei beni oggetto dell’attività
produttiva derivanti da operazioni: esterne, di acquisti e vendite, come documenti di trasporto o fatture
immediate; o interne, cioè passaggi di magazzino, come bolle di carico e scarico.
Strumenti di rilevazione sono:
• Il giornale di magazzino annota in ordine cronologico le movimentazioni dei beni in magazzino
secondo i documenti ordinari quali bollette di carico e scarico.
• Le schede di magazzino, intestate ai singoli articoli, contengono le movimentazioni ad essi relativi.
Le rilevazioni possono essere effettuate a quantità fisiche o a quantità fisiche e valori.
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- Contabilità dei beni strumentali: la normativa fiscale obbliga alla tenuta del registro dei beni
ammortizzabili (libro dei cespiti ammortizzabili), per ogni bene indica la data, il costo, eventuali ri/
svalutazioni, elementi riguardanti l’ammortamento ed eventuali dimissioni dal processo produttivo.
- Contabilità del personale: la tenuta del Libro Unico del Lavoro indica i dati sui dipendenti.
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MODULO II
La contabilità generale (Co.Ge):
È il principale strumento di rilevazione delle operazioni aziendali che consente di determinare il reddito
d’esercizio e il patrimonio di funzionamento grazie alla predisposizione di un adeguato piano dei conti.
Il sistema di scritture è l’insieme di scritture volte alla determinazione di un oggetto complesso, definito
dall’insieme di oggetti semplici che derivano dalle operazioni aziendali.
Le scritture complesse sono realizzabili utilizzando il conto come strumento di rilevazione.
Il metodo di scritture è l’insieme di regole usate per redigere le scritture.
La partita doppia (P.D.) è il metodo bilanciate utilizzato, percui il totale dei valori iscritti in Dare coincide
con quelli iscritti in Avere.
Il metodo di scritture doppie permette di registrare ogni quantità monetaria due volte, in sezioni opposte
di conti che hanno oggetti differenti (dare e avere), così da realizzare l’uguaglianza tra addebitamenti e
accreditamenti, tra il totale in Dare e il totale in Avere.
Il sistema, l’insieme di scritture, è composto da:
• Sistemi principali - quelli attualmente utilizzato dalle aziende è il sistema del capitale (o patrimonio) e
del risultato economico, ideato da Aldo Amaduzzi.
Oggetto del sistema è la determinazione del patrimonio e del reddito d’esercizio, utilizzato per la
registrazione di tutte le operazioni di gestione esterna.
• Sistemi minori - è usato in casi limitati, per operazioni che hanno oggetti particolari come: il sistema dei
rischio; il sistema degli impegni, che rileva gli impegni contrattuali assunti dall’azienda; il sistema dei
beni di terzi che rileva operazioni relative ai beni che si trovano, per vari motivi, presso l’azienda.
La Partita Doppia è un metodo contabile bilanciate che uguaglia il totale degli addebitamenti con il totale
degli accreditamenti e consente di rilevare le operazioni esterne di gestione.
I conti, strumento di rilevazione cui si applica la PD, possono essere:
- Conti Finanziari:
Sono accesi a denaro o altre disponibilità liquide, cioè crediti di funzionamento e di finanziamento e
debiti di funzionamento e di finanziamento.
Le variazioni finanziarie positive sono accolte in Dare e sono: aumento di denaro o disponibilità liquide
in cassa e nei c/c bancari e postali; aumento dei crediti; diminuzione dei debiti (effetti positivi).
Le variazioni finanziarie negative sono accolte in Avere e sono: diminuzione di denaro o disponibilità
liquide; diminuzione dei crediti; aumento dei debiti (effetti negativi sull’impresa).
Tali conti hanno funzione bilaterale poiché possono accogliere valori in entrambe le sezioni.
- Conti Economici di reddito:
Sono accesi a costi e ricavi ed hanno un funzionamento opposto rispetto ai conti finanziari.
Le variazioni economiche positive sono accolte in Avere.
Le variazioni economiche negative sono accolte in Dare.
Tali conti hanno un funzionamento unilaterale poiché accolgono valori solo in una sezione; nell’altra si
possono registrare esclusivamente rettifiche di valori precedentemente iscritti.
I conti accesi a costi, quindi con variazioni economiche negative, funzionano normalmente in Dare, in
Avere per le rettifiche dei costi.
I conti accesi a ricavi funzionano normalmente in Avere, in Dare per le rettifiche dei costi.
- Conti Economici di capitale:
Sono accesi a patrimonio netto e alle sua parti ideali (tutti i valori che portano variazioni del patrimonio
netto) e come i conti di reddito hanno un funzionamento antitetico, opposto, rispetto ai conti finanziari.
Le variazioni economiche positive sono accolte in Avere.
Le variazioni economiche negative sono accolte in Dare.
Il piano dei conti è costituito da un documento contenente tutti i conti (quadro dei conti) e dalle relative
regole di funzionamento (note illustrative).
Il quadro dei conti, che contiene i conti che l’azienda prevede di utilizzare per la rilevazione in PD, è una
guida nella rilevazione contabile delle operazioni di gestione; le voci dei vari conti si inseriscono nei due
prospetti contabili del Bilancio d’esercizio: lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico.
Il sistema di codificazione che consente d’inserire nuovi conti senza modificare quelli già esistenti si
basa su due livelli d’analisi:
• il livello sintetico evidenzia raggruppamenti e categorie di conti (es. il raggruppamento “Attività” si
suddivide nelle categorie di conti 01-immobilizzazioni immateriali, 02-immobilizzazioni materiali).
• il livello analitico contiene un’ulteriore suddivisione delle precedenti categorie di conti, con un maggior
livello di analisi.
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Il libro giornale è una scrittura cronologica e obbligatoria dove vengono annotate le operazioni esterne di
gestione in ordine cronologico, giorno per giorno, sulla base delle operazioni indicate nella Prima Nota.
Articoli in partita doppia è la denominazione delle registrazioni su tale libro e contengono una
descrizione sintetica dell’operazione.
Oggi la forma del libro giornale si avvale di supporti informatici che, dalla colonna A ala F, indicano: data
dell’operazione; numero progressivo dell’articolo in PD; codice di riferimento dei conti utilizzati; conti a
partire da quelli che devono figurare in Dare e successivamente quelli in Avere; valori relativi ai conti
iscritti in Dare; valori relativi ai conti iscritti in Avere.
Il libro mastro è una scrittura sistematica, un registro, che raccoglie tutti i conti (mastrini) che
compongono un dato sistema contabile.
Per ogni articolo registrato in PD se ne devono riportare, nei singoli conti, i relativi valori; tale operazione,
che prende il nome di riporto a mastro, permette di costituire il libro mastro.
I passaggi logici della registrazione in PD sono:
• analisi delle caratteristiche dell’operazione di gestione;
• individuazione delle variazioni finanziarie e di quelle economiche;
• ricerca dei conti;
• inserimento delle variazioni;
• redazione dell’articolo in partita doppia.
Mentre il libro giornale segna le operazioni in colonna, il libro mastro lo fa in partita doppia.
Le scritture d’esercizio:
Consentono di registrare le operazioni aziendale realizzate nell’arco di un periodo amministrativo, dalla
costituzione fino alla chiusura di fine esercizio.
Le scritture di costituzione:
La fase di costituzione è quella che analizza le modalità di sviluppo e l’ambiente in cui l’azienda intende
realizzarsi; le indagini conoscitive permettono d’individuare gli investimenti necessari per l’attività
produttiva e l’eventuale fabbisogno finanziario iniziale, così da trovare delle fonti.
Il patrimonio di costituzione (o patrimonio netto iniziale) è composto dall’insieme dei conferimenti iniziali
siano disponibilità liquide o beni disgiunti, mobili o immobili, riassunti nell’inventario di costituzione.
-> Nella costituzione d’azienda, l’apporto in denaro rileva una VF+ (più denaro in cassa) e
di conseguenza una VE+ (più patrimonio netto).
Il Denaro in cassa è un conto finanziario acceso a denaro e accoglie una VF+ in Dare (+ denaro).
Il Patrimonio netto è un conto economico di capitale acceso al patrimonio netto e accoglie una
VE+ in Avere (+ patrimonio netto).
In fase di costituzione, i beni apportati dal proprietario non sono legati a vincoli di complementarità,
essendo disgiunti, e vengono valutati separatamente di rimando a: prezzo corrente o valore di mercato;
costo di acquisto o di riproduzione del bene (es. per un brevetto).
-> Nella costituzione d’azienda l’apporto di beni mobili o immobili, come automezzi, mobili o
arredi, sono conti economici di reddito accesi a costi pluriennali, cioè spese la cui utilità non si
limita a un solo uso ma riguarda una pluralità di esercizi successivi.
Essi accolgono una VE- in Dare (costo pluriennale).
Tutti i beni versati (VF+ denaro in cassa 3.000, VE- automezzi 20.000, VE- mobili e arredi 5.000)
formano un totale monetario che va a comporre la VE+ in Avere del Patrimonio netto (+ 28.000).
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Le scritture relative agli acquisti:
Le scritture contabili che riguardano le operazioni di acquisto sono quelle relative all’acquisizione dei
fattori produttivi quali beni strumentali, beni a fecondità semplice e i servizi.
Generalmente affluiscono nel conto Debiti v/fornitori.
La rilevazione in PD delle operazioni d’acquisto hanno due momenti fondamentali: la registrazione della
fattura d’acquisto e la rilevazione del costo per l’acquisto, cui segue la diminuzione dei debiti v/fornitori e
la diminuzione di Denaro in cassa o altre disponibilità liquide.
I beni strumentali, o a fecondità ripetuta, sono quelli che permettono lo svolgimento del processo
produttivo e che vengono più volte utilizzati; sono immobilizzazioni materiali e immateriali che
compongono la struttura tecnico-organizzativa di base delle imprese.
Importanza e incidenza di tali beni sull’impresa dipendono dal tipo di attività che essa svolge.
L’acquisizione delle immobilizzazioni può avvenire tramite apporto del proprietario, acquisto sul mercato,
attraverso la costruzione in economia (beni materiali o immateriali prodotti all’interno dell’azienda e
impiegate dall’azienda stessa) o mediante contratto di leasing.
La contabilizzazione dell’operazione d’acquisto è analoga a quella per le merci ma, a differenza di
questa, non riporta la denominazione acquisti.
-> Perché la contabilità sia ordinata, è necessario registrare prima la fase del ricevimento della
fattura (spesa acquisto merci e sotto spesa Iva a credito) e poi quella del pagamento o della
presa in carico del debito v/fornitore.
Il pagamento del debito verrà poi contabilizzato al momento del suo realizzo effettivo.
Il regolamento dei debiti può avvenire tramite i seguenti mezzi di pagamento: denaro contante, assegni
bancari o circolari, cambiali passive, girata di cambiali attive o disposizioni di Ri.Ba elettroniche.
Le rettifiche relative agli acquisti avvengono a seguito del controllo che l’azienda compie una volta
ricevuta la merce acquistata nel caso vi siano divergenze, rispetto al contatto, per differenze qualitative o
quantitative che danno origine a resi (restituzioni) o abbuoni su acquisti (riduzioni di prezzo).
Qualora l’operazione sia imponibile sotto il profilo Iva, il venditore può emettere una nota di credito con o
senza variazione Iva; per tale variazione l’aliquota applicabile è la stessa dell’operazione principale.
-> Nel caso di resi per differenze quantitative:
Del rimborso totale, su acquisti con Iva, si avrà una nota di accredito ci una nota che segna il
“rimborso” che si deve ricevere.
Il debito v/fornitore, cioè il totale del rimborso di reso+Iva, accoglierà una VF+ in Dare; l’Iva a
credito accoglierà una VF- in Avere; la somma di reso senza Iva una VE+ in Avere.
Resi su acquisti è un conto economico di reddito acceso a rettifiche di costi d’esercizio.
-> Nel caso di abbuoni per differenze qualitative:
Del rimborso totale, in cui non c’è l’Iva, si avrà una nota di accredito in cui il debito v/fornitore
accoglierà una VF+ in Dare; la somma di abbuono una VE+ in Avere.
Abbuoni attivi è un conto economico di reddito acceso a rettifiche di costi d’esercizio.
I beni strumentali:
I beni strumentali sono beni acquisiti per essere impiegati nel processo produttivo per tempi medio-
lunghi; nel tempo subiscono una perdita di valore dovuta al logorio fisico-tecnico (obsolescenza).
La dismissione del bene per obsolescenza segue la vendita, o alienazione, o all’eliminazione del bene.
La permuta è l’operazione di acquisto che segue la vendita di un bene, così che questo possa essere
sostituito all’interno del processo produttivo.
Nella contabilizzazione delle alienazioni dei cespiti ammortizzabili, cioè i beni che contribuiscono
indirettamente alla produzione di denaro, vi sono tre elementi da considerare:
• Costo storico, o originario: è quello sostenuto al momento dell’acquisto; sono VE rilevate in Dare.
• Fondo di ammortamento: è la somma delle quote di ammortamento, ovvero le quote di valore di un
bene, calcolate nel corso dell’intera vita utile del bene;
• Valore contabile: è la differenza tra costo storico e fondo di ammortamento; quando la procedura di
ammortamento si completa il valore residuo è uguale a zero, comunque il bene può ancora essere
utile all’azienda e quindi utilizzabile.
• Valore di realizzo, o prezzo di cessione, è il valore che l’azienda riesce ottenere dalla vendita del bene.
Se il valore di realizzo è > del valore contabile, tale valore è detto plusvalenza da alienazione.
Se il valore di realizzo è < del valore contabile, tale valore è detto minusvalenza da alienazione.
Il valore di realizzo può anche essere uguale al valore contabile.
Le operazioni di vendita dei beni strumentali si articolano su tre fasi: lo storno del fondo di
ammortamento, ovvero la rettifica di una somma accolta in un conto; l’emissione della fattura di vendita;
la rilevazione della plusvalenza o della minusvalenza.
-> Es. Op. di vendita di Automezzo a 10mila € + 22%Iva; costo storico 15mila amm.to al 40%.
1) Storno del fondo di ammortamento:
Costo storico automezzo 15mila; % di ammortizzamento del 40% uguale a 6mila.
Il conto Automezzi è un conto economico di reddito acceso a costi pluriennali.
Nel c/Automezzi abbiamo una VE+ in Avere, corrispondente alla % del costo ammortizzato sul
totale del costo storico del bene, il cui importo figura in Dare (senza essere una variazione).
Nel conto Fondo amm.to automezzi abbiamo una VE- in Dare, corrispondente alla % del costo
ammortizzato sul totale del costo storico del bene.
Dopo lo storno, il Fondo di ammortamento automezzi risulta chiuso, mentre Automezzi presenta un
saldo corrispondente al valore contabile dei beni:
• Valore contabile = Costo storico - Fondo di ammortamento; 15.000 - 6.000 = 9.000.
2) Emissione di fattura di vendita:
Ricavo totale vendita Automezzo 12.200€ (10mila + Iva 22%).
Il conto Crediti v/clienti accoglie una VF+ in Dare di 12.200€; il conto Iva a debito accoglie una
VF- in Avere di 2.200€; il conto Automezzi accoglie una VE+ in Avere di 10.000€.
Nel conto Automezzi sono riportati gli importi preesistenti di 15.000 in Dare e 6.000 in Avere.
Valore di realizzo (10.000€) > valore contabile (9.000€) quindi si ha una plusvalenza (1000€).
3) Rilevazione plusvalenza/minusvalenza da alienazione:
Il conto Plusvalenza accoglie una VE+ in Avere di 1000€; il conto Automezzi accoglie una VE- in
Dare di 1000€, conto in cui troviamo gli importi preesistenti di 15mila€ in Dare e 6mila e 10mila
€ in Avere.
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MODULO III
Le operazioni con le banche:
Le aziende di credito forniscono sostegno alle imprese attraverso una serie di operazioni, per
incrementare o decrementare le disponibilità liquide presso la banca, rese possibile dallo strumento
tecnico del conto corrente bancario.
La forma più diffusa è l’apertura di credito in conto corrente bancario, dove la banca consente
all’impresa di disporre di una somma di denaro nei limiti del fido concesso.
Esistono due macrocategorie: operazioni di finanziamento (prestito e smobilizzo crediti) e di servizio.
Le operazioni di finanziamento:
Le operazioni di finanziamento sono subordinate alla concessione di un fido, ovvero l’impegno che la
banca si assume a prestare denaro all’impresa, onere accordato sulla base di un’istruttoria che accerta
le capacità finanziarie e reddituali, nonché le doti patrimoniali e di correttezza, del cliente.
Le operazioni di prestito possono essere: aperture di credito, mutui passivi o sovvenzioni cambiarie.
L’incasso di cambiali:
È un servizio con cui l’impresa, con la clausola “dopo incasso”, ne affida la riscossione alla banca.
Prima della scadenza della cambiale, l’ente creditizio avverte il debitore che essa è prossima all’incasso.
Dopo la riscossione la banca accredita all’impresa il valore nominale delle cambiali al netto delle
commissioni d’incasso, ovvero con le commissioni detratte.
Gli effetti non riscossi vengono protestati e restituiti all’impresa addebitandole le spese del protesto.
L’operazione d’incasso di cambiali si articola su tre momenti:
1) Presentazione effetti all’incasso:
Contabilizzazione: Cambiali all’incasso con VF+ in Dare, per il ricavo dovuto all’incasso; Cambiali
attive con VF- in Avere, per la diminuzione di crediti.
2) Accredito effetti incassati:
Contabilizzazione: Banca c/c con VF+ in Dare, per l’accredito degli effetti incassati; Spese d’incasso
con VE- in Dare, per le spese dovute alla banca; Cambiali all’incasso con VF- in Avere, per
diminuzione di crediti, cambiali che si devono ricevere.
3) Restituzione effetti insoluti e protestati:
Contabilizzazione: Effetti insoluti e protestati con VF+ in Dare, per gli effetti che si devono ricevere
come guadagno; Cambiali all’incasso con VF- in Avere, per diminuzioni di cambiali da ricevere;
Banca c/c con VF- in Avere, per i costi di protesto da pagare alla banca.
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Al rinnovo, totale o parziale, si applicano interessi calcolati sull’importo rinnovato in base al tempo di
dilazione ulteriormente concesso, i quali possono essere pagati in via anticipata o posticipata.
Il rinnovo totale con interessi posticipati:
Si articola su tre momenti:
1) Si rileva la fattura relativa agli interessi dell’operazione:
Si calcolano gli interessi di dilazione:
-> Es. Somma rinnovo cambiale: 12.775; nuova tratta di giorni 90; dilazione al 6,25%.
(12.775 • 6,25 • 90) / 36.500 = 196,88 <- interessi di dilazione
Si ha una VF+ per più crediti v/clienti con conseguente VE+ per il ricavo dagli interessi di dilazione.
2) Il rinnovo, con annullamento della vecchia ed emissione della nuova cambiale, vede nel valore
nominale anche gli interessi di dilazione:
Si attua la contabilizzazione sul libro giornale.
Si ha una VF+ per più crediti per la nuova cambiale; ne consegue una VF- per la diminuzione di
crediti v/clienti, dovuti alla fattura per gl’interessi di dilazione; e un’altra VF- per la diminuzione di
crediti per la vecchia cambiale, dovuto all’annullamento della vecchia cambiale.
3) Si fa la contabilizzazione in PD:
Interessi attivi da clienti è un conto economico di reddito acceso a ricavi; accoglie una VE+ in Avere.
La retribuzione:
La retribuzione è l’insieme dei compensi che vengono attribuiti al lavoratore in proporzione alla quantità
e la qualità del lavoro svolto.
Per l’impresa il costo del lavoro è dato da:
• retribuzione lorda: salario per gli operai, stipendi per gl’impiegati, in base al contratto lavorativo;
• contributi sociali (previdenziali/assicurativi): a carico dell’azienda, da versare per legge a INPS e INAIL;
• TFR: da erogare al termine dell’attività lavorativa del dipendente.
L’INPS è l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, è l’organismo predisposto all’erogazione di indennità
(malattia, maternità ecc) e del trattamento pensionistico.
L’azienda trattiene dalla retribuzione:
• le ritenute previdenziali, a carico del lavoratore;
• le ritenute fiscali (IRPEF) che vengono versate allo Stato per conto del dipendente.
La retribuzione lorda (totale) è diminuita dalle ritenute previdenziali e fiscali, facendo percepire al
lavoratore la retribuzione netta, cui si aggiungono eventuali assegni per il nucleo familiare (carico INPS).
Passaggi per contabilizzare la retribuzione netta:
1) Inizialmente si attua la rilevazione per la liquidazione della retribuzione e dei contributi sociali a
carico dell’INPS, poi il pagamento della retribuzione.
Qui l’azienda anticipa per conto dell’IPNS il pagamento di assegni per il nucleo familiare ed eventuali
indennità, creando un credito nei confronti dell’INSP.
Retribuzioni è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio; VE- in Dare (costo).
Istituti previdenziali è un conto finanziario acceso a debiti e crediti; VF+ in Dare (+crediti verso INPS).
Dipendenti c/retribuzione è un conto finanziario acceso a debiti; VF- in Avere (+debiti coi dipendenti).
Erario c/ritenute da versare è un conto finanziario; VF- in Avere (+ debiti con Erario x ritenute fiscali).
Banca c/c accoglie una VF- per i costi di pagamento della retribuzione dei dipendenti.
2) Successivamente si registra la liquidazione dei contributi sociali a carico dell’impresa.
Vi è una VF- per l’aumento di debiti v/INPS e una VE- per il costo dei contributi previdenziali.
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Oneri sociali è un conto economico di reddito a costi d’esercizio; VE- in Dare (costi a carico impresa).
Istituti previdenziali rileva una VF- in Avere (+debiti per i contributi liquidati ma non ancora versati).
La liquidazione Iva consiste nel determinare periodicamente la differenza tra Iva a debito e a credito.
Sotto il profilo contabile si distinguono due fasi: liquidazione e poi versamento.
La liquidazione Iva si effettua facendo affluire i conti Iva a credito e Iva a debito nel conto unico Erario c/
Iva, il cui saldo esprime il debito (o il credito) nei confronti dell’Erario.
- Se il debito > credito il saldo a debito deve essere versato mensilmente o trimestralmente:
Entro il 16 del mese successivo al mese di riferimento, per le imprese a liquidazione mensile.
Entro il 16 del secondo mese successivo al trimestre riferito, per soggetti a liquidazione trimestrale.
- Se il debito < credito il conto Erario c/Iva presenta un saldo a credito che nel periodo successivo è
compensato con l’eventuale Iva a debito del periodo.
Il contribuente può anche compensare la propria situazione, di debito o credito, con posizioni debitorie
e creditorie nei confronti dell’Erario.
La gestione straordinaria:
Le operazioni che originano componenti economiche di reddito di natura straordinaria sono: plusvalenze;
minusvalenze; sopravvenienze e insussistenze attive; sopravvenienze e insussistenze passive.
Si tratta di costi e ricavi d’esercizio che normalmente hanno natura ordinaria ma che ne assumono una
straordinaria quanto si originano da operazioni estranee alla gestione ordinaria dell’impresa.
-> Sopravvenienze passive ordinarie è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio;
VE- in Dare dovute ai costi.
Sopravvenienze attive ordinarie è un conto economico di reddito acceso a ricavi d’esercizio;
VE+ in Avere dovute ai ricavi.
Sopravvenienze passive straordinarie è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio
di natura straordinaria; VE- in Dare dovute ai costi.
Sopravvenienze attive straordinarie è un conto economico di reddito acceso a ricavi d’esercizio di
natura straordinaria; VE+ in Avere dovute ai ricavi.
I sistemi minori:
Le tecniche di rilevazione per le operazioni in Co.Ge che si applicano ai sistemi principali differiscono dai
sistemi minori, così detti perché applicabili soltanto in casi limitati.
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Di questi sistemi impropri non si osserva l’aspetto finanziario ed economico ma l’aspetto originario,
riguardante l’oggetto, e l’aspetto derivato che riguarda il soggetto.
Un esempio ne sono il sistema dei beni di terzi, il sistema degli impegni e il sistema dei rischi.
Per la rilevazione si utilizzano i conti d’ordine che si distinguono in conti all’oggetto e conti al soggetto;
essi hanno una finalità di memoria per ricordare che sono in corso di svolgimento operazioni che non
influiscono sul patrimonio o sul reddito.
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MODULO IV
Forme di controllo della Co.Ge:
Per verificare che le operazioni registrate in precedenza siano corrette, sotto il profilo tecnico e contabile,
esistono forme di controllo che verificano la costante uguaglianza tra Dare e Avere che il metodo della
PD deve assicurare; le forme più note sono due.
Il bilancio di verifica è un controllo numerico basato sull’eguaglianza tra il totale dei valori in Dare e in
Avere; tale bilancio si redige attingendo ai dati del libro mastro che riporta nei propri conti, per ogni
operazione, i valori registrati sul libro giornale.
Sebbene in linea di massima garantisca una corretta tenuta della contabilità, esistono alcuni errori che
possono non emergere da questo metodo di verifica, come l’omissione di una registrazione, l’uso di un
conto sbagliato o l’inversione di una scrittura; gli elaboratori elettronici garantiscono maggior correttezza.
I controlli vengono effettuati prima della chiusura del periodo d’esercizio, con una periodicità di 12 mesi o
inferiore (trimestrale, semestrale, quotidianamente) a seconda delle esigenze dell’azienda.
L’inventario:
È un documento contabile che permette di conoscere, in un determinato momento, la composizione del
patrimonio aziendale da un punto di vista qualitativo (quali beni lo costituiscono e che caratteristiche
hanno) e quantitativo (il loro valore ed ammontare).
Il soggetto obbligato alla tenuta del Libro inventari ne deve numerare progressivamente ciascuna pagina
prima dell’utilizzo.
La redazione dell’inventario segue una serie di operazioni:
• Ricerca degli elementi patrimoniali: consiste nell’individuare tutti i beni che fanno parte del patrimonio
aziendale. Ciò può avvenire: contabilmente, ricorrendo ai dati contenuti nei documenti contabili; o
fisicamente attraverso un controllo materiale, molto più attendibile (ricognizione contabile).
• Descrizione degli elementi patrimoniali: se ne indicano le caratteristiche qualitative e quantitative.
• Classificazione dei beni: raggruppamento in classi omogenee dei beni con caratteristiche uniformi.
• Valutazione: indicazione, per ogni bene o gruppo di beni, del valore espresso in moneta di conto; il
valore attribuito ai vari elementi dipende dal criterio di valutazione prescelto.
• Rappresentazione: l’ultima fase consiste nella redazione di un prospetto idoneo a sintetizzare i risultati
derivanti da tutte le operazioni inventariali effettuate; deve risultare chiaro e comprensibile.
Gli inventari possono essere classificati secondo diversi criteri:
- Per ampiezza dell’oggetto: gli inventari generali considerano gli elementi che compongono il
patrimonio dell’azienda (es. inventario di costituzione); gli inventari parziali hanno per oggetto soltanto
alcuni beni del patrimonio (es. inventario di magazzino).
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- Per la periodicità di redazione: gli inventari ordinari rispettano una certa periodicità; gli inventari
straordinari sono redatti in particolari momenti dell’attività aziendale, in occasione di eventi straordinari
(furti, incendi) o di operazioni straordinarie (cessione, liquidazione, fusione, ecc).
- Per le modalità di raccolta dei dati: gli inventari di fatto presuppongono la ricerca fisica dei beni da
inventariare; gli inventari contabili usano i dati derivanti dei documenti contabili.
- In base al contenuto: gli inventari analitici contengono la descrizione dettagliata degli elementi
patrimoniali; gli inventari sintetici offrono un minor grado di dettaglio poiché sono raggruppati in classi
omogenee, possono tuttavia avere in allegato i dettagli di alcune voci di maggior interesse.
- In base alla natura dei dati: gli inventari a quantità fisiche indicano i beni senza evidenziarne il valore;
gli inventari a quantità monetarie espongono la valutazione dei beni in moneta di conto.
Il più significativo è quello a quantità monetarie perché favorisce la comprensione della situazione
patrimoniale dell’impresa.
- In base allo scopo distinguiamo: gli inventari di costituzione, che evidenzia il patrimonio con cui
l’impresa inizia un’attività (redazione obbligatoria); l’inventario d’esercizio, o di funzionamento, che
evidenzia il patrimonio esistente al termine di ciascun esercizio; l’inventario di liquidazione, cessione,
trasformazione o fusione, evidenzia la composizione del patrimonio in caso di operazioni straordinarie.
- In base alla forma: gli inventari a sezioni contrapposte hanno due sezioni che elencano sinteticamente
a sinistra le attività e a destra le passività; gli inventari a sezioni sovrapposte elencano, in modo
analitico, prima tutte le attività, poi le passività e in fine i totali, consentendo il calcolo per differenza
dell’entità del patrimonio netto.
L’inventario a schema sintetico è strutturato sulla base dello Stato Patrimoniale del bilancio d’esercizio.
Le attività si suddividono in: immobilizzazione, distinte in materiali, immateriali e finanziarie; attivo
circolante che comprende le rimanente, attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni e
disponibilità liquidi; ratei; riscontri attivi.
Le Passività comprendono: fondi per i rischi ed oneri; debiti per TFR; debiti; ratei; riscontri passivi; il
Patrimonio netto, nel caso le attività siano maggiori delle passività, come si spera.
Il principio della prudenza prevede che vengano conteggiati anche le perdite e gli oneri incerti o presunti,
mentre i componenti positivi vanno contabilizzati soltanto se effettivamente realizzati alla chiusura
dell’esercizio (principio di realizzazione).
I criteri di valutazione principali, ispirati al principio di prudenza durante il normale funzionamento
dell’azienda, sono:
• criterio del valore nominale: per i beni il cui valore è già espresso in moneta (disponibilità liquide,
denaro in cassa, valori bollati);
• criterio del costo storico, o originario, al netto dell’ammortamento: è calcolato ogni anno considerando
la residua possibilità di utilizzazione del bene e si applica alle immobilizzazioni materiali e immateriali;
• criterio del presunto valore di realizzo: per i crediti e le cambiali;
• criterio di presunto valore di estinzione: per i debiti;
• criterio del costo di acquisto: è rappresentato dal costo di origine aumentato da una serie di altri costi
accessorie, applicabile ad esempio a rimanenze di materie prime o merci.
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MODULO V
Le scritture di chiusura
L’inventario d’esercizio fornisce alla Co.Ge. i dati necessari per redigere le scritture di chiusura e
determinare il reddito d’esercizio ed il correlato patrimonio di funzionamento.
La chiusura dell’esercizio avviene generalmente il 31 dicembre; la durata del periodo amministrativo è
comunque di 12 mesi e, a fine esercizio, il reddito di periodo e il patrimonio di funzionamento vengono
determinati per i seguenti motivi:
• controllare l’andamento della gestione e intervenire nel caso emergano disfunzioni;
• redarre i documenti da cui terzi possano trarre le informazioni sulla situazione patrimoniale, economica
e finanziaria dell’azienda, in primis il bilancio d’esercizio.
Le scritture di chiusura:
Sono il ponte per passare dalla dalla Co.Ge. alla stesura del bilancio d’esercizio, documento
fondamentale; si possono classificare in:
- Scritture di assestamento:
Hanno il fine di trasformare i valori contabili in valori di bilancio.
I dati registrati nella Co.Ge. non sono idonei a determinare il risultato economico in quanto le
operazioni vengono contabilizzate al momento della manifestazione finanziaria, senza tener conto del
principio della competenza economica.
A fine periodo, l’impresa considera i valori finanziari ed economici secondo il principio della
competenza economica e procede alla loro sistemazione attraverso le scritture d’assestamento.
Tali scritture trasformano i valori contabili della Co.Ge. in valori idonei a determinare il reddito
d’esercizio e il patrimonio di funzionamento (valori di bilancio).
L’obbiettivo è inserire nel bilancio il valore di costi e ricavi registrati nelle scritture d’esercizio del
periodo considerato, anche se non si ha incassato il corrispettivo (il principio di competenza
economica è infatti slegato dall’aspetto finanziario).
Quando si rinvia al futuro, all’opposto, nella determinazione del reddito e del patrimonio non si tiene
conto dei costi e ricavi che non risultano di competenza dell’esercizio, anche se contabilizzati.
Tali scritture si dividono ulteriormente in scritture di completamento e di rettifica.
- Scritture di riclassificazione:
Tendono ad armonizzare le risultanze contabili con la struttura e gli schemi previsti dal c.c. in materia
di bilancio d’esercizio, sebbene non siano imposte dalla legge.
La necessità di riclassificazione deriva dal fatto che la Co.Ge. si sviluppa attraverso il Piano dei Conti
il quale non sarà mai in linea con gli schemi di bilancio previsti dal c.c.
Per passare da un sistema all’altro si può procedere: exta-contabilmente, armonizzando le
denominazioni dei conti di Co.Ge. con le poste di bilancio attraverso un prospetto di raccordo
extracontabile; o contabilmente, effettuando delle scritture di riclassificazione che tendono ad allineare
i conti esistenti nella Co.Ge. alle voci richieste dagli schemi di bilancio.
- Scritture di riepilogo al conto economico:
Il fine è mettere insieme e trasferire al conto economico i saldi dei conti economici di reddito accesi a
costi e ricavi dell’esercizio, cioè i costi e ricavi di competenza dell’esercizio destinati ad essere tenuti
in considerazione per la determinazione del reddito di periodo.
- Scritture di chiusura generale dei conti:
Procedono a riepilogare tutti i conti accesi alle attività, alle passività ed al patrimonio netto, al fine di
chiudere la contabilità dell’esercizio.
Determinato l’utile o la perdita si può procedere alla chiusura generale di tutti ii conti rimanenti rimasti
aperti; nell’esercizio successivo si procederà a riaprire i conti e trasferire, dall’esercizio precedente al
nuovo, alcuni conti reimpostando nuovamente la Co.Ge. relativa al nuovo esercizio.
Le scritture di completamento:
Sono il primo passaggio volto a trasformare i valori contabili in valori di bilancio e hanno il fine di
completare la contabilità imputando all’esercizio costi e ricavi di competenza ma non ancora rilevanti; le
motivazioni per le quali non è stato possibile contabilizzare in precedenza questi valori di competenza
possono essere che:
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• esistono operazioni da cui derivano costi o ricavi il cui importo può essere conosciuto o determinato
solo alla fine dell’esercizio (interessi attivi e passivi su c/bancari e postali, imposte sul reddito, TFR);
• operazioni il cui importo non è ancora noto o documentato, di competenza ma non ancora rilevabili;
• costi e ricavi di competenza il cui importo è determinabile ma che, come caratteristica, maturano in
funzione del tempo (ratei attivi e passivi).
L’analisi delle scritture di completamento inizia dagli interessi attivi e passivi su c/c crediti e debiti.
Alla fine dell’esercizio è necessario registrare, o capitalizzare, interessi attivi e passivi che sono maturati
nei confronti di banche, fornitori, clienti ecc.
Sono interessi maturati in funzione delle posizioni creditorie e debitorie che l’impresa ha verso terzi.
Rilevazione TFR:
È una parte di retribuzione che il dipendente matura durante tutto il periodo di lavoro e viene corrisposta
al momento della cessione secondo quote calcolate per tutti i periodi amministrativi.
È dato dalla somma di due componenti: la parte maturata nell’anno (retribuzioni complessivamente
corrisposte/coeff. 13,5) meno il contributo di miglioramento pensioni (0,50%).
La rilevazione si attua sulla base dei seguenti dati: retribuzioni corrisposte nel corso dell’anno 135.000€;
debiti per TFR precedentemente calcolati 22.800; incrementi indice ISTAT rispetto l’anno precedente
2,20%; acconto dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del TFR 71,10€.
13,5 è il coefficiente
-> Calcolo parte maturata nell’anno:
(135.000/13,5) - (135.000 • 0,50%) = (10.000 - 675) = 9.325€
-> Calcolo rivalutazione del TFR preesistente considerando il prelievo fiscale:
22.800 • (1,5 + 2,20 • 7,5%)% = 22.800 • 3,15% = 718,20€
-> Parte maturata + rivalutazione = 9.325 + 718,20 = 10.043,20€
-> Calcolo imposta 718,20 • 11% = 79€
-> Quota di debito per TFR maturata nell’esercizio 10.043,20 - 79 = 9.964,20€
In data 31 dicembre, in sede di assestamento dei conti, è necessario: rilevare la quota di TFR di
competenza dell’esercizio, il debito per l’imposta sostitutiva e l’incremento netto dei debiti per TFR; poi
scomputare dal debito verso l’Erario per imposta sostitutiva il credito relativo all’acconto versato il 16/02.
Rilevazione:
1) • TFR è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio;
VE- in Dare (+costi per la quota maturata nell’esercizio per 10.043,20€)
• Debiti per TFR è un conto finanziario;
VF- in Avere (+debiti per accantonamento della quota che misura un debito v/dipendenti per un TFR
maturato ma non ancora corrisposto di 9.946€).
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• Debiti v/Erario per imposte sostitutive del TFR è un conto finanziario acceso a debiti;
VF- in Avere (+debiti verso l’erario per le imposte sostitutive di 79€).
2) Registrazione successiva che considera l’acconto pagato il 16 dicembre di 71,10€.
• Debiti v/Erario per imposte sostitutive del TFR è un conto finanziario acceso a debiti;
VF+ in Dare (-debiti per acconto versato in data 16/12 di 71,10€).
• Erario c/acconto per imposta sostitutiva del TFR è un conto finanziario;
VF- in Avere di 71,10€ (si chiude il conto Erario c/acconto per imposta sostitutiva TFR che era stato
aperto il 16/12 quanto era stato registrato in PD perché sorgeva un credito per acconto versato in
Banca c/c in Avere; l’acconto viene stornato dai debiti e il saldo del conto esprime il debito residuo
che andrà versato il 16/02 dell’anno successivo).
Le scritture di rettifica:
Dopo aver registrato le scritture di completamento costi e ricavi di competenza, precedentemente non
rilevati, vi sono ulteriori assestamenti d’individuazione di costi e ricavi di competenza dell’esercizio.
Le scritture di rettifica hanno come obbiettivo rinviare al futuro costi e ricavi giù rilevati ma di competenza
di esercizi futuri.
Si dividono in tre categorie:
- una comprende le rettifiche relative al rinvio al futuro di costi/ricavi già contabilizzati ma di competenza
futura (es. rimanenze di merci, di materiale di consumo, riscontri attivi e passivi);
- una comprende le rettifiche operate allo scopo di comprendere, tra i componenti di reddito, le quote di
costi pluriennali a fattori a fecondità economica ripetuta (quote di ammortamento);
- l’ultimo comprende scritture relative all’immissione di costi presunti, connessi ad operazioni in corso
(es. rischi per interventi di garanzia, svalutazione dei crediti, ecc).
Il quadro generale di queste scritture si articola in varie rilevazioni che analizzeremo.
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La chiusura di ratei attivi e passivi:
Esistono due procedimenti di estinzione dei ratei:
• Al momento in cui ha luogo la manifestazione finanziaria, operazione che vede un aumento di crediti
v/clienti che misura un ricavo, relativo agli interessi di competenza, e una diminuzione dei ratei attivi,
rilevati in sede di chiusura nell’esercizio precedente e poi riaperti.
Crediti v/clienti ha una VF+ in Dare; Interessi attivi da clienti una VE+ in Avere.
• Subito dopo la riapertura dei conti, senza attendere la manifestazione finanziaria, ipotesi in cui la
chiusura del rateo viene effettuata girarono al conto acceso al costo o al ricavo cui il rateo di riferisce.
Lo storno dei ratei attivi o passivi permette di rilevare costi e ricavi di competenza dell’esercizio
precedente, così da rettificare i costi e i ricavi registrati integralmente alla data della manifestazione.
Interessi attivi da clienti rileva in Avere l’importo complessivamente maturato da tutti gli interessi e in
Dare la rettifica degli interessi di competenza dell’esercizio precedente.
L’eccedenza in Avere del conto esprime il ricavo di competenza dell’esercizio successivo.
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MODULO VI
Il bilancio d’esercizio:
La contabilità generale (Co.Ge) è lo strumento che permette di annotare le operazioni di gestione così
da poter calcolare, al termine del periodo amministrativo:
- il reddito d’esercizio: cioè la somma algebrica dei componenti positivi e negativi di reddito registrati
dall’impresa nello svolgimento della propria attività, in un dato intervallo;
- il patrimonio di funzionamento: ovvero il valore del patrimonio aziendale durante la sua attività,
valutazione che avviene al termine di ogni esercizio così da poter determinare il reddito d’esercizio.
Il bilancio d’esercizio deve avere determinate caratteristiche:
• garantire un’informazione minima ai soggetti interessati per fornire un’idea della gestione;
• essere attendibile riguardo le informazioni sulla situazione patrimoniale, finanziaria ed economica;
• essere neutrale nel fornire informazioni, non privilegiando determinate categorie.
I postulati di bilancio:
I postulati di bilancio (art. 2423 cc) sono linee guida seguite dagli amministratori per redarre il bilancio
d’esercizio e sono imprescindibili; si dividono in due gruppi:
Le clausole generali sono:
- La chiarezza, percui nel rispettare gli schemi di bilancio non vanno effettuate scelte che possano
danneggiare la comprensibilità dello stesso come raggruppamento di voci o compensi di partite
(compensare voci di bilancio di segno opposto con metodi non autorizzati dalla legge es. è vietato dire
che hai SOLO un attivo di 2000 se in realtà hai un attivo di 10.000 e un passivo di 8000).
- La rappresentazione veritiera e corretta del risultato economico d’esercizio e della situazione
patrimoniale e finanziaria (true and fare view nella normativa comunitaria).
Nella redazione del bilancio confluiscono dati oggettivi ma anche soggettivi, percui con veritiero si
intende che gli amministratori operino stime corrette rappresentante fedelmente, rispettando le norme.
Oggi i principi contabili nazionali sono redatti dall’OIC (Organismo Italiano di Contabilità), vi sono poi
principi contabili internazionali emanati dall’IASB (International Accounting Standard Board).
- Il principio della rilevanza pone al centro l’importanza della rappresentazione veritiera e corretta.
Eccezionalmente le deroghe obbligatorie permettono di non riportare ciò che è irrilevante per la
rappresentazione veritiera, non applicando una normale, scelta motivata in Nota Integrativa.
Le informazioni complementari obbligano a riportare informazioni integrative nel caso in cui quelle
previste dalla legge non siano sufficienti, come nel caso del prospetto delle variazioni di patrimonio
netto qualora gli amministratori lo ritengano fondamentale.
Lo Stato Patrimoniale:
Evidenzia la composizione del patrimonio di funzionamento (o di esercizio), cioè definisce la situazione
patrimoniale di un’impresa in un determinato momento, solitamente un anno con scadenza al 31
dicembre, ed è redatto a sezioni divise e contrapposte (attivo e passivo).
È redatto in forma tradizionale (sezioni contrapposte o divise) percui a sinistra sono esposti gli elementi
all’attivo e a destra il passivo; ogni elemento in lettere maiuscole si suddivide in sotto raggruppamenti in
numeri romani (I II III), ogni numero romano ha sotto gruppi in numeri arabi (1, 2, 3), ogni categoria in
numero arabo si suddivide in voci contrassegnate con lettere minuscole (a, b, c).
Es. All’attivo abbiamo:
- Crediti v/soci (A), Immobilizzazioni (B), attivo circolante (C), ratei e riscontri (D); B si divide in:
- Immobilizzazioni immateriali (I), imm. materiali (II), imm. finanziarie (III); I si divide in:
- Costi d’impianto (1), costi di sviluppo (2), diritti di brevetto e uso delle opere d’ingegno (3),
concessioni, licenze e marchi (4), avviamento (5), imm. in corso e acconti (6), altre (7); 2 si divide in:
- Costi per utenze (a), personale (b), materiali (c), trasporto (d), magazzino (e).
La forma a sezioni divise (o contrapposte) vede una struttura divisa: raggruppamenti (A, B, C), sotto-
raggruppamenti (I, II, III), categorie analitiche (1, 2, 3) e voci (a, b, c).
Tale schema è rigido e obbligatorio per le società di capitali.
Una lettera o numero può essere omessa quando i relativi elementi all’attivo e al passivo sono assenti,
ovvero il cui valore è zero.
Attivo:
Per la distinzione segue il criterio della destinazione economica percui il legislatore attua: una distinzione
dei crediti in base alla provenienza; include tra le immobilizzazioni gli elementi patrimoniali destinati ad
un uso durevole nel tempo; include nell’attivo circolante gli elementi liquidi o destinati alla trasformazione
in denaro in breve.
- A: Crediti verso i soci è un gruppo dedicato ai versamenti di capitale ancora dovuti in seguito alla
sottoscrizione del capitale sociale, poiché è obbligatorio versare solo il 25% all’atto costitutivo.
- B: Immobilizzazioni comprende i beni destinati ad essere utilizzati durevolmente:
È suddiviso in immobilizzazioni immateriali e materiali a lungo termine, i costi a utilità pluriennale,
l’avviamento e gli anticipi ai fornitori di tali immobilizzazioni.
Le immobilizzazioni finanziarie comprendono: titoli; partecipazioni azionarie e non in imprese
controllate, collegate, sottoposte al controllo delle controllanti e in altre imprese; crediti finanziari di
finanziamento; crediti con importi esigibili separatamente nell’esercizio successivo; strumenti finanziari
derivati attivi e altri titoli.
- C: Attivo circolante comprende gli elementi patrimoniali liquidi o destinati a trasformarsi in denaro in
tempi brevi, cioè 12 mesi (medio termine intende 1-5 anni, lungo termine oltre 5 anni).
Si suddivide in: rimanenze, crediti, attività finanziarie che non sono immobilizzazioni e disponibilità
liquide; vi si possono aggiungere voci relative a imprese controllate e strumenti finanziari derivati attivi.
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- D: Ratei e riscontri sono poste di bilancio legate a operazioni a cavallo tra 2 o più esercizi.
In tale raggruppamento è indicato: l’ammontare dei proventi di competenza dell’esercizio ma esigibili
negli esercizi successivi; i costi sostenuti entro l’anno di competenza, variabili in ragione del tempo.
Passivo:
Per la distinzione segue il criterio dell’origine dei mezzi finanziari; la classificazione avviene in base
all’origine dei mezzi finanziari a disposizione dell’impresa e contrappone le fonti di capitale proprio da
quelle di capitale di credito.
- A: Patrimonio netto include fonti di natura intera quale il capitale di proprietà, le sue voci sono: il
capitale sociale; le riserve; gli utili e le perdite portati al nuovo esercizio.
È espressione all’esterno delle potenzialità patrimoniali dell’impresa.
- B: Fonti per rischi e oneri sono accantonamenti destinati a coprire: perdite; l’ammontare di debiti; la
data di sopravvivenza dei debiti; debiti determinati, di esistenza certa o probabile, che alla chiusura
dell’esercizio sono ancora indeterminati; fondi rischi ed oneri per strumenti finanziari derivati passivi
che accoglie variazioni di fair value derivanti dalla valutazione degli strumenti derivati.
Sono esclusi i fondi svalutazione essendo poste di rettifica, cioè svalutazioni dove alla perdita di
valore dell’elemento patrimoniale e che viene riportata all’attivo a diretta diminuzione del valore dei
beni cui si riferiscono (fondo sv. crediti, titoli, merci) e che quindi non figurano nello SP.
Ugualmente sono esclusi i fondi di ammortamento, non più presenti nell SP poiché vengono portati a
diretta diminuzione del cespite cui si riferiscono.
- C: TFR comprende le somme spettanti ai dipendenti nel caso di cessazione del rapporto lavorativo,
calcolate in base all’art. 2120 cc e non accantonate nei Fondi pensione.
- D: Debiti comprende tutti i debiti indipendentemente dalla loro scadenza.
- E: Ratei e riscontri include i costi di competenza dell’esercizio da sostenere in esercizi successivi e i
proventi percepiti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi successivi, la cui entità
varia in ragione del tempo.
I conti d’ordine non devono più essere riportati nello SP poiché ora le garanzie prestate direttamente o
indirettamente (fideiussioni, avvalli, garanzie reali o personali ecc) vanno indicate in Nota integrativa.
Il Conto Economico:
È formato dall’insieme delle operazioni che hanno contribuito a determinare il risultato economico finale
di un certo esercizio; comprende le componenti positive e negative di reddito, cioè ricavi e costi.
L’Iva non rientra tra le spese essendo che è un debito ma anche un credito verso L’Erario.
La struttura:
• attiene alle modalità di aggregazione, cioè riguarda il modo in cui le voci vengono raggruppate;
• è a valore e costi della produzione, ovvero si basa sulla classificazione dei componenti negativi e
positivi di reddito in relazione alla natura dei fattori produttivi acquisiti e dei ricavi conseguiti.
La forma:
• riguarda le modalità di rappresentazione, cioè il modo in cui il CE si presenta;
• ha una forma scalare (o progressiva) dove i raggruppamenti si succedono l’uno sotto all’altro, a
differenza della forma tradizionale a sezioni divise o contrapposte.
Ha quindi una struttura a valore e costi di produzione e una forma scalare e progressiva che permette di
analizzare con più immediatezza i risultati parziali e valutare così il grado di efficienza della gestione.
Lo schema è rigido, cioè imposto da legislatore e obbligatorio per le società di capitali.
Il Rendiconto Finanziario:
È un prospetto di natura contabile che analizza, accerta e spiega la variazione subita da una certa
risorsa finanziaria in un determinato periodo di tempo, riassumendo in forma scalare i movimenti in
entrata e uscita che l’hanno determinata.
Mostra la dinamica finanziaria di un’impresa cioè i flussi di impieghi e i flussi di fonti esprimendo
l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide all’inizio e alla fine di un esercizio; i flussi
finanziari d’esercizio derivanti dall’attività operativa, di finanziamento e d’investimento.
Mentre lo SP fornisce solo valori “stock” riferiti ad un dato istante e il CE esprime valori di flusso riferiti
solo alla dinamica economica, il RF spiega come l’impresa ha generato, impiegato e raccolto liquidità.
È un’informazione fondamentale per gli stakeholder che vengono informati: sui mezzi finanziari da
autofinanziamento e finanziamenti esterni; sulle variazioni che hanno interessato il fondo oggetto di
studio; sull’attività d’investimento dell’impresa; sulla correlazione tra fonti di finanziamento e investimenti;
sui cambiamenti intervenuti nella situazione finanziaria dell’impresa nel corso dell’esercizio.
La Nota Integrativa:
È stata introdotta nel ’91 col dc.legs. n°127, in seguito alla IV direttiva CEE.
La Nota Integrativa arricchisce la capacità informativa del bilancio d’esercizio descrivendo e informando i
destinatari del bilancio non solo sull'origine e le caratteristiche dei valori quantitativi, ma evidenziando la
modalità con cui la gestione si è svolta; ha come obbiettivi:
• rende comprensibili determinati valori iscritti negli schemi contabili del bilancio che, altrimenti,
sarebbero poco significativi poiché non corredati dalle informazioni necessarie;
• fornire informazioni complementare di carattere patrimoniale, finanziario ed economico.
Obbiettivo del bilancio d’esercizio è aumentare la capacità informatica a beneficio degli stakeholder
(coloro che hanno interessi nell’attività dell’impresa) per tutelarli, essendo che nelle società di capitali
manca la possibilità di rivalersi direttamente sui soci.
A parte la Nota Integrativa, tutti gli elementi che compongono il bilancio devono essere a stati comparati,
ovvero a fianco del dato relativo all’esercizio in corso va inserito il dato relativo all’esercizio precedente.
All’interno del c.c. art. 2427 sono inseriti 28 punti informativi riguardo la Nota Integrativa.
L’art. 2427 bis indica le informazioni relative al fair value degli strumenti finanziari, da fornire nella NI.
Il fari value può essere definito come il prezzo che si percepirebbe dalla vendita di un’attività, ovvero il
prezzo che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di
mercato, alla data di valutazione.
I punti che andremo analizzare riguardano gli elementi principali che vanno contenuti nella NI:
- Punto 1) Nella NI vanno indicati i criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio, nelle rettifiche
di valore e nella conversione di valori che all’origine erano espressi in moneta estera; vanno quindi
forniti i criteri di conversione dei valori della moneta ed eventuali modifiche valutative.
- Punto 2) Richiede un’informazione molto analitica sui movimenti di ciascuna voce delle
immobilizzazioni, in particolare: a) i dati precedenti dell’esercizio cioè costo originario, eventuali
rivalutazione, ammortamenti e svalutazioni; b) i movimenti avvenuti durante l’esercizio quali
acquisizioni, spostamenti da una voce all’altra, alienazioni/rivalutazioni/ammortamenti/svalutazioni
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effettuate nell’esercizio, il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti alla chiusura
dell’esercizio.
- Punto 3) Richiede un’analisi dettagliata delle voci Costi d’impianto e ampliamento e Costi di sviluppo,
nonché le ragioni dell’iscrizione e i rispettivi criteri di ammortamento.
Conoscere la consistenza di tali voci è importante poiché influenzano la distribuzione dei dividenti, che
avviene solo se rimangono riserve disponibili sufficienti comprerei l’imposto di tali costi, ovvero quelli
non ancora ammortizzati.
- Punto 4) Richiede la descrizione delle variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci di attivo
e passivo, in particolari le voci del patrimonio netto, per i fondi e pre il TFR, la formazione e le
utilizzazioni; l’informazione che descrive i movimenti positivi e negativi avvenuti nell’esercizio.
- Punto 5) Prevede l’elenco delle partecipazioni in imprese collegate e controllate.
- Punto 6) richiede l’indicazione distinta, per ciascuna voce, dell’ammontare di crediti/debiti, di durata
residua o superiore a 5 anni, e di debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica
indicazione della natura delle garanzie, e la ripartizione dei crediti secondo le aree geografiche che
permette di evidenziare il rischio-paese, ovviamente più elevato in paesi finanziariamente ed
economicamente meno evoluti e, quindi, con maggiori difficoltà.
- Punto 7) Prevede l’indicazione della composizione delle voci: ratei e riscontri attivi; ratei e riscontri
passivi; altri fondi (dello SP); altre riserve.
- Punto 10) Richiede la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di
attività ed aree geografiche, se risulta significativa; tale informazione è impostate poiché riferita
all’operatività dei segmenti operativi di imprese che operano attraverso più aree-strategie di affari.
- Punto 11) Prevede venga indicato l’ammontare dei proventi da partecipazione.
- Punto 13) Richiede l’indicazione della composizione dei proventi e degli oneri di entità o incidenza
eccezionali, quando il loro ammontare sia apprezzabile.
- Punto 14) Prevede la presentazione di un apposito prospetto per completare le informazioni contenute
nello SP e nel CE relativo alla fiscalità differita ecc.
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controllo contabile, il bilancio e la relazione sulla gestione almeno 30 giorni prima della data fissata per
l’assemblea che deve discuterlo; i revisori hanno poi 15 giorni per predisporre la propria relazione.
La relazione del collegio sindacale:
Ha per oggetto principale il resoconto dell’attività di vigilanza svolta nell’adempimento del proprio
compito di controllo di legalità e legittimità; il collegio (art. 2403) deve vigilare sull’osservanza della legge
e dello statuto sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e sull’adeguatezza dell’assetto
amministrativo, organizzativo e contabile della società e sul suo concreto funzionamento.
La relazione del soggetto incaricato del controllo contabile:
Il soggetto incaricato può essere un revisore contabile o una società di revisione iscritti nel registro
presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Tale relazione ha per oggetto il resoconto dell’attività di controllo contabile a norma dell’art. 2409 bis.
Le società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio non sono tenute alla redazione del
bilancio consolidato e possono far esercitare il controllo contabile al collegio sindacale, sempre se
previsto dallo Statuto; in questo caso il collegio predispone una sola relazione formata da due parti: una
sul controllo di legalità e l’altra sul controllo contabile.
Altri allegati di bilancio sono:
- Il prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell’ultimo bilancio delle società collegate;
- la copia del verbale di approvazione del bilancio;
- l’elenco dei soci e degli azionisti;
- le informazioni e i prospetti richiesti dalle norme fiscali;
- l’informativa complementare prevista o raccomandata da: il Consiglio Nazionale dei Dottori
Commercialisti e degli Esperti Contabili; l’Organismo Italiano di Contabilità; l’International Accounting
Standard Board; la CONSOB che ha il compito fondamentale di vigilare il mercato azionario.
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