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MODULO I

Il sistema informativo aziendale:


Oggi si è passati da un sistema a forte concentrazione di capitale (capital intensive) a un sistema basato
sull’informazione (information intensive).
L’attività aziendale si articola su tre momenti: l’organizzazione, antecedente l’inizio dell’attività; la
gestione, che dura tutto il corso dell’attività fino alla sua cessazione; la rilevazione.
La rilevazione è l’operazione volta a raccogliere i dati che emergono dall’attività aziendale.
Essa avviene tramite il Sistema Informativo Aziendale (Sia) composto dall’insieme di mezzi, procedure,
strumenti e risorse umane che consentono di raccogliere e trasformare le informazioni.
Scopi del Sia sono fornire informazioni agli organi aziendali, rafforzando il processo strategico e
decisionale, e ai soggetti interessati, assolvendo all’obbligo di trasparenza.
Il Sia permette di avere memoria delle operazioni effettuate, avere un controllo interno dei risultati
conseguiti, verificare le cause nel caso vi sia un mancato raggiungimento e garantire che le informazioni
siano disponibili e tempestive (a tempo reale o almeno a tempo utile).
All’interno del sistema informatico, basato su archivi o database, abbiamo alcuni sottoinsiemi:
• il sottosistema dei debiti, per gestire i rapporti tra impresa e fornitori;
• il sottosistema del credito, per i rapporti con i clienti;
• il sottosistema dei cespiti ammortizzabili, per i beni usati dall’impresa per un medio-lungo periodo e
che sono quindi soggetti ad ammortamento (fonte di entrate tali che il debito si risarcisce nel tempo).
• il sottosistema del personale, per i rapporti coi dipendenti;
• il sottosistema del magazzino, per gestire le informazioni riguardo i flussi di materie, prodotti finiti ecc;
• il sottosistema finanziario, per gestire i rapporti con gli istituti di credito;
• altri sottosistemi come la produzione, il marketing, la R&S ecc.
Il sistema informativo integrato è caratterizzato dall’interconnessione tra i vari sottosistemi che lo
compongono, difatti opera su tutti i livelli aziendali.
È composto da due grandi sottosistemi: quello contabile e quello non contabile.

Il sottosistema contabile produce e coordina le informazioni, espresse in quantità monetarie, che


riguardano le operazioni di gestione interna ed esterna.
È costituito da una serie di scritture:
• gli inventari: permettono di conoscere la composizione del patrimonio aziendale da un punto di vista
quantitativo e qualitativo;
• le scritture elementari: riguardano specifici e semplici oggetti di rilevazione e sono un supporto
indispensabile per l’elaborazione di altre scritture;
• le contabilità sezionali: raccolgono informazioni dettagliate su aree e settori dell’attività e sono un
importante riferimento per la compilazione delle scritture complesse;
• la contabilità generale (CO.GE): rileva le operazioni di gestione esterna e forniscono i dati per
determinare il risultato economico d’esercizio e il patrimonio di funzionamento;
• la contabilità analitico-gestionale: rileva operazioni interne di gestione, studia costi e ricavi, i risultati
economici delle aree gestionali o reparti dell’impresa;
• la pianificazione e il controllo budgetario: piani e programmi relativi allo sviluppo dell’attività futura sia
per gli obbiettivi di medio-lungo termine che per realizzare gli obbiettivi nel breve periodo.
Il sottosistema non-contabile elabora e gestisce i dati quantitativi non monetari, indispensabili agli organi
direttivi per realizzare le attività decisionali.
Vi appartengono: le statistiche; le previsioni di andamenti futuri; le simulazioni di alternative direzionali; le
analisi di mercato e di settore; il reporting, un sistema di rendiconti, prospetti o rapporti informativo
contenenti dati, contabili e non, relativi a importanti aree di gestione.

La rilevazione, o scrittura, ha finalità:


- consuntive: per rappresentare i dati relativi all’attività svolta tali da essere sia fonte d’informazioni per
terzi che uno strumento decisionale nelle strategie aziendali;
- di controllo: permettendo di verificare il raggiungimento degli obbiettivi prefissati o individuare le cause
del mancato o parziale conseguimento di questi.
La rilevazione parte dai dati che emergono dai documenti originari.
I documenti originari attestano le operazioni di gestione esterna e interna (fatture, sconti presso banche
ecc) e si dividono in tre categorie:
- Documenti di prova - testimoniano le operazioni di gestione esterna (es. documenti di trasporto,
fatture, assegni, cambiali, contratti d’acquisto o vendita).

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- Documenti di controllo - sono la memoria interna per ricostruire le operazioni aziendali e controllarne il
regolare svolgimento (es. estratti conto bancari, matrici degli assegni circolari).
- Documenti di autorizzazione - autorizzano il compimento di alcune operazioni come:
• ordini di riscossione (reversali) e ordini di pagamento (mandati), documenti che autorizzano il
cassiere a riscuotere o a pagare determinate somme;
• bolle di entrata e di uscita dal magazzino (di carico/scarico) che autorizzano il magazziniere a
ricevere o consegnare le merci indicate, permettendo un controllo incrociato.
Le rilevazioni possono classificarsi in base al:
- Grado di elaborazione:
• Le scritture elementari forniscono informazioni dettagliate su oggetti circoscritti (es. libro cassa) e
sono redatte su schede e registri, per operazioni interne ed esterne non collegate tra loro.
• Le scritture sezionali sono coordinate tra loro così da costituire sistemi di scritture relativi a elementi
del patrimonio e a funzioni o settori aziendali (es. contabilità Iva, contabilità banca ecc).
• Le scritture complesse sono un insieme coordinato di rilevazioni che consentono di determinare
oggetti riguardanti la gestione nella sua interessa.
Tali scritture compongono la CO.GE.
- Criterio ordinatore:
• Le scritture cronologiche registrano le operazioni in ordine di data (es. libro giornale, libro di
magazzino).
• Le scritture sistematiche rilevano le operazioni sia in base all’oggetto cui si riferiscono che in ordine
cronologico (es. libro mastro).
- Criterio di obbligatorietà:
Le scritture obbligatorie sono imposte dalla normativa che deriva dal c.c. (es. libro giornale, libro degli
inventari) o dalle norme fiscali (es. registri Iva).
Le scritture facoltative sono volontarie per migliorare l’organizzazione e la gestione dell’impresa.
- Strumento di rilevazione:
Le scritture contabili utilizzano come strumento il conto.
Le scritture extracontabili usano metodi matematico-statistici come tabelle, grafici ecc.

Il conto:
Il conto è lo strumento di rilevazione utilizzato per redarre le scritture contabili.
È un insieme di scritture omogenee relative a un determinato oggetto.
Con “insieme di scritture” indica che nel conto vengono iscritti il valore iniziale e le variazioni prodotte
dalle operazioni aziendali.
Tali scritture sono omogenee poiché si riferiscono allo stesso oggetto e sono espresse con la stessa
unità di misura: il conto Denaro in cassa ha per oggetto il denaro e le variazioni prodotte in seguito alle
operazioni aziendali; il conto Crediti v/clienti ha per oggetto i crediti derivanti dalle vendite e le variazioni.

Il conto, abbreviato c/, ha una denominazione che ne esprime l’oggetto (es. Denaro in cassa); a sinistra
vi è la sezione Dare e a destra la sezione Avere.
Aprire, o accendere, un conto significa iscrivere in esso un valore per la prima volta; il primo valore è
detto consistenza iniziale.
Tenere un conto significa registrarvi tutte le variazioni verificatesi in un determinato periodo, come
addebitamenti o accreditamenti.
Il saldo di un conto è la differenza tra il totale dei valori iscritti in Dare e quelli riportati in Avere.
L’eccedenza in Dare o Avere, o il saldo per eccedenza di un conto, è il valore derivante dalla maggior
consistenza che una sezione presenta rispetto all’altra, in un dato momento; il saldo per differenza,
ovvero la differenza tra le due sezioni, va iscritto nella sezione che ha il totale minore, così che le due
sezioni finiscano in pareggio.
Chiudere, o spegnere, un conto significa far si che le due sezioni pareggino, equivale cioè a iscrivere il
saldo nella sezione che ha consistenza minore.
Una volta chiuso il conto si dice che il conto utilizzato “ha eccedenza in Dare/Avere (sezione dove non si
è iscritto il saldo perché aveva una consistenza maggiore)” e “ha saldo in … (sezione in cui si è iscritto il
saldo poiché aveva una consistenza minore)”.

I conti si possono classificare secondo diversi criteri:


- In base al funzionamento: i conti bilaterali possono accogliere valori in entrambe le sezioni; i conti
unilaterali sono in una sezione, nell’altra si possono registrare solo rettifiche, correzioni dei valori
precedentemente iscritti.
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- In base alle informazioni relative all’oggetto: i conti sinottici indicano i valori senza precisare
l’operazione da cui derivano; i conti descrittivi riportano anche descrizione e data.
- In base al grado di analisi dell’oggetto: i conti analitici hanno un oggetto di limitata estensione; i conti
sintetici hanno un oggetto di maggior estensione che risulta ulteriormente divisibile percui ciascun
conto sintetico può essere scomposto in più conti analitici.
- In base alla forma del conto: i conti a sezioni divise, o contrapposte, vedono una netta separazione tra
le sezioni Dare e Avere, compresi gli elementi di data, descrizione e importi; i conti a sezioni riunite, o
accostate, separano solo gli importi delle sezioni.

Le contabilità sezionali:
La Prima Nota è un documento fondamentale per la tenuta di altre scritture e in particolare dell CO.GE.
È una scrittura elementare, non obbligatoria, dove vengono annotati in ordine cronologico i dati relativi
alle operazioni aziendali dei movimenti bancari e di cassa.
In successione, le colonne della Prima Nota indicano: mese dell’operazione, giorno, numero di
riferimento, descrizione dell’operazione, importi parziali e importi totali.
Le contabilità sezionali, alcune obbligatorie ed altre facoltative, permettono l’annotazione analitica degli
elementi fondamentali riferiti a determinate aree funzionali o settori d’azienda.
Ne fanno parte:
- Contabilità di cassa: rileva le entrate e le uscite di denaro, di cui non vi è traccia nell’estratto conto
bancario, e dei valori ad esso assimilabili (valori bollati, assegni).
La contabilità si avvale di un Libro di Cassa compilato secondo indicazioni contenute nella Prima Nota
e ha un saldo sempre positivo.
- Nelle grandi aziende entrate/uscite sono documentate da reversali e mandati.
- Contabilità dei rapporti con le banche: rileva la consistenza iniziale dei conti correnti bancari e tutte le
movimentazioni che durante un dato periodo ne modificano l’entità.
I documenti originari sono gli assegni emessi, le distinte, le ricevute di versamento ecc.
L’azienda tiene una scheda per ogni banca.
È la contabilità più movimentata essendo i rapporti con le banche frequenti; può avere saldo positivo o
negativo, se negativo l’impresa ha una posizione debitoria verso l’istituto di credito.
- Contabilità dei fornitori: ha per oggetto le attività di acquisto soggette a fatturazione.
Comprende i documenti originari che derivano dall’acquisto come fatture, note di accredito, assegni,
documenti di trasporto, cambiali passive.
Strumenti di rilevazione sono:
• Il registro degli impegni d’acquisto annota tutti i contratti o gli ordini d’acquisto inviati ai fornitori.
• Il registro delle fatture d’acquisto, obbligatorio per l’Iva, registra fatture ricevute dai fornitori e le
bollette doganali d’importazione.
• Il paritario dei fornitori raccoglie le schede relative a ciascun fornitore.
• Lo scadenzario di debiti e cambiali passive registra, in ordine di scadenza, i pagamenti da effettuare,
permettendo di sapere la propria posizione debitoria e sapere se si necessita di mezzi finanziari.
• Il registro delle cambiali passive registra, in ordine cronologico, le cambiali a carico dell’azienda.
- Contabilità dei clienti: ha per oggetto le attività di vendita soggette a fatturazione.
Comprende i documenti originari che derivano dalla vendita.
Strumenti di rilevazione sono:
• Il registro degli impegni di vendita annota tutti i contratti e le ordinazioni dei clienti.
• Il registro delle fatture di vendita annota tutte le fatture emesse.
• Il paritario dei clienti raccoglie le schede relative a ciascun cliente e l’ammontare dei crediti.
• Lo scadenzario dei crediti e delle cambiali attive annota in ordine di scadenza i crediti da riscuotere.
• Il registro delle cambiali attive registra in ordine di entrata le cambiali emesse a favore dell’azienda.
- La contabilità IVA: obbliga a tenere il registro delle fatture d’acquisto, il registro delle fatture di vendita
e il registro dei corrispettivi.
- La contabilità di magazzino: rileva i movimenti di entrata e uscita dei beni oggetto dell’attività
produttiva derivanti da operazioni: esterne, di acquisti e vendite, come documenti di trasporto o fatture
immediate; o interne, cioè passaggi di magazzino, come bolle di carico e scarico.
Strumenti di rilevazione sono:
• Il giornale di magazzino annota in ordine cronologico le movimentazioni dei beni in magazzino
secondo i documenti ordinari quali bollette di carico e scarico.
• Le schede di magazzino, intestate ai singoli articoli, contengono le movimentazioni ad essi relativi.
Le rilevazioni possono essere effettuate a quantità fisiche o a quantità fisiche e valori.

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- Contabilità dei beni strumentali: la normativa fiscale obbliga alla tenuta del registro dei beni
ammortizzabili (libro dei cespiti ammortizzabili), per ogni bene indica la data, il costo, eventuali ri/
svalutazioni, elementi riguardanti l’ammortamento ed eventuali dimissioni dal processo produttivo.
- Contabilità del personale: la tenuta del Libro Unico del Lavoro indica i dati sui dipendenti.

Gli obblighi contabili:


Gli obblighi alle scritture contabili dipendono dalla disciplina civilistica, le leggi in materia di lavoro e la
normativa fiscale e differiscono in base alla dimensione e la forma giuridica dell’azienda.
L’art. 2214 c.c. obbliga alla tenuta del libro giornale, che registra le operazioni d’impresa, e del libro degli
inventari, con l’inventario redatto all’inizio dell’esercizio (inventario di costituzione) e quello compilato
ogni anno (inventario di esercizio); altre scritture contabili sono richieste in base alla natura dell’impresa.
Le scritture devono essere tenute per almeno 10 anni dalla loro ultima registrazione.
I piccoli imprenditori non sono tenuti alle scritture contabili.
Le società di capitali devono tenere alcuni libri come il libro dei soci, quello delle adunanze e delle
deliberazioni delle assemblee o quello del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale; coloro
che hanno lavoratori alle proprie dipendenze devono tenere il libro unico del lavoro, da tenere per 5 anni.
La normativa fiscale è contenuto nel Decreto IVA e quello sull’accertamento delle imposte sui redditi.
Il Decreto IVA: impone la tenuta del registro delle fatture d’acquisto, il registro delle fatture emettesse e il
registro dei corrispettivi di vendita.
Il Decreto sull’accertamento delle imposte sui redditi prevede:
• Un regime di contabilità semplificata per imprese individuali e società di persone inferiori a un volume
annuale d’affari determinato (400 per i servizi e 700 mila per le altre attività).
• Un regime di contabilità ordinaria, per le società di capitali e le società di persone sopra i limiti indicati,
con obbligo di tenuta dei registri IVA, del libro unico del loro ed altri registri speciali.
Imprese individuali e società di persone possono optare comunque per la contabilità ordinaria tenendo:
registri IVA; libro giornale, degli inventari ed altre possibili scritture richieste come il libro mastro; libri
sociali (solo per società di capitali); libro unico del lavoro.
Il registro dei beni (cespiti) ammortizzabili annota i dati dei beni ammortizzabili (anno di acquisizione,
costo originario, ammortamenti, svalutazioni ecc) che possono essere eseguite, in alternativa, nel libro
degli inventari.
• Un regime semplificato, per i contribuenti minimi.
• Un regime agevolato, per le nuove iniziative produttive.
Tali scritture hanno l’obbiettivo di tutelare terzi, essendo i libri una prova contro l’imprenditore, e
l’interesse pubblico, poiché rendono possibile la ricostruzione delle operazioni compiute al fine
d’individuare eventuali comportamenti illeciti.
Ciò è realizzabile solo se i libri sono tenuti regolarmente, assicurandone la veridicità per impedirne
l’alterazione, attraverso:
- Formalità estrinseche: la numerazione progressiva di ciascuna pagina, con bollatura del foglio,
apposta dall’Ufficio del registro delle imprese o da un notaio.
I libri previsti ai fini delle imposte dirette (libro giornale, inventari e registri Iva) sono soggetti a
numerazione ma non all’obbligo di bollatura e vidimazione; i libri sociali e gli altri libri previsti da norme
speciali sono soggetti sia a bollatura che a numerazione; l’imposta di bollo è prevista per i libri ai fini
delle imposte dirette ma non per i registri fiscali (registri Iva ecc).
- Formalità intrinseche: riguardano le modalità di tenuta dei libri contabili.
Le norme impediscono di lasciare spazi in bianco, creare interlinee, effettuare trasporti a margine,
cancellature che non lascino la correzione leggibile o abrasioni.
La modalità può essere cartacea o informatica; la forma digitale obbliga a numerazione, vidimazione,
l’apposizione di marcatura temporale ogni tre mesi e della firma digitale dell’imprenditore.

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MODULO II
La contabilità generale (Co.Ge):
È il principale strumento di rilevazione delle operazioni aziendali che consente di determinare il reddito
d’esercizio e il patrimonio di funzionamento grazie alla predisposizione di un adeguato piano dei conti.
Il sistema di scritture è l’insieme di scritture volte alla determinazione di un oggetto complesso, definito
dall’insieme di oggetti semplici che derivano dalle operazioni aziendali.
Le scritture complesse sono realizzabili utilizzando il conto come strumento di rilevazione.
Il metodo di scritture è l’insieme di regole usate per redigere le scritture.
La partita doppia (P.D.) è il metodo bilanciate utilizzato, percui il totale dei valori iscritti in Dare coincide
con quelli iscritti in Avere.
Il metodo di scritture doppie permette di registrare ogni quantità monetaria due volte, in sezioni opposte
di conti che hanno oggetti differenti (dare e avere), così da realizzare l’uguaglianza tra addebitamenti e
accreditamenti, tra il totale in Dare e il totale in Avere.
Il sistema, l’insieme di scritture, è composto da:
• Sistemi principali - quelli attualmente utilizzato dalle aziende è il sistema del capitale (o patrimonio) e
del risultato economico, ideato da Aldo Amaduzzi.
Oggetto del sistema è la determinazione del patrimonio e del reddito d’esercizio, utilizzato per la
registrazione di tutte le operazioni di gestione esterna.
• Sistemi minori - è usato in casi limitati, per operazioni che hanno oggetti particolari come: il sistema dei
rischio; il sistema degli impegni, che rileva gli impegni contrattuali assunti dall’azienda; il sistema dei
beni di terzi che rileva operazioni relative ai beni che si trovano, per vari motivi, presso l’azienda.

La Partita Doppia è un metodo contabile bilanciate che uguaglia il totale degli addebitamenti con il totale
degli accreditamenti e consente di rilevare le operazioni esterne di gestione.
I conti, strumento di rilevazione cui si applica la PD, possono essere:
- Conti Finanziari:
Sono accesi a denaro o altre disponibilità liquide, cioè crediti di funzionamento e di finanziamento e
debiti di funzionamento e di finanziamento.
Le variazioni finanziarie positive sono accolte in Dare e sono: aumento di denaro o disponibilità liquide
in cassa e nei c/c bancari e postali; aumento dei crediti; diminuzione dei debiti (effetti positivi).
Le variazioni finanziarie negative sono accolte in Avere e sono: diminuzione di denaro o disponibilità
liquide; diminuzione dei crediti; aumento dei debiti (effetti negativi sull’impresa).
Tali conti hanno funzione bilaterale poiché possono accogliere valori in entrambe le sezioni.
- Conti Economici di reddito:
Sono accesi a costi e ricavi ed hanno un funzionamento opposto rispetto ai conti finanziari.
Le variazioni economiche positive sono accolte in Avere.
Le variazioni economiche negative sono accolte in Dare.
Tali conti hanno un funzionamento unilaterale poiché accolgono valori solo in una sezione; nell’altra si
possono registrare esclusivamente rettifiche di valori precedentemente iscritti.
I conti accesi a costi, quindi con variazioni economiche negative, funzionano normalmente in Dare, in
Avere per le rettifiche dei costi.
I conti accesi a ricavi funzionano normalmente in Avere, in Dare per le rettifiche dei costi.
- Conti Economici di capitale:
Sono accesi a patrimonio netto e alle sua parti ideali (tutti i valori che portano variazioni del patrimonio
netto) e come i conti di reddito hanno un funzionamento antitetico, opposto, rispetto ai conti finanziari.
Le variazioni economiche positive sono accolte in Avere.
Le variazioni economiche negative sono accolte in Dare.

Il piano dei conti è costituito da un documento contenente tutti i conti (quadro dei conti) e dalle relative
regole di funzionamento (note illustrative).
Il quadro dei conti, che contiene i conti che l’azienda prevede di utilizzare per la rilevazione in PD, è una
guida nella rilevazione contabile delle operazioni di gestione; le voci dei vari conti si inseriscono nei due
prospetti contabili del Bilancio d’esercizio: lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico.
Il sistema di codificazione che consente d’inserire nuovi conti senza modificare quelli già esistenti si
basa su due livelli d’analisi:
• il livello sintetico evidenzia raggruppamenti e categorie di conti (es. il raggruppamento “Attività” si
suddivide nelle categorie di conti 01-immobilizzazioni immateriali, 02-immobilizzazioni materiali).
• il livello analitico contiene un’ulteriore suddivisione delle precedenti categorie di conti, con un maggior
livello di analisi.
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Il libro giornale è una scrittura cronologica e obbligatoria dove vengono annotate le operazioni esterne di
gestione in ordine cronologico, giorno per giorno, sulla base delle operazioni indicate nella Prima Nota.
Articoli in partita doppia è la denominazione delle registrazioni su tale libro e contengono una
descrizione sintetica dell’operazione.
Oggi la forma del libro giornale si avvale di supporti informatici che, dalla colonna A ala F, indicano: data
dell’operazione; numero progressivo dell’articolo in PD; codice di riferimento dei conti utilizzati; conti a
partire da quelli che devono figurare in Dare e successivamente quelli in Avere; valori relativi ai conti
iscritti in Dare; valori relativi ai conti iscritti in Avere.

Il libro mastro è una scrittura sistematica, un registro, che raccoglie tutti i conti (mastrini) che
compongono un dato sistema contabile.
Per ogni articolo registrato in PD se ne devono riportare, nei singoli conti, i relativi valori; tale operazione,
che prende il nome di riporto a mastro, permette di costituire il libro mastro.
I passaggi logici della registrazione in PD sono:
• analisi delle caratteristiche dell’operazione di gestione;
• individuazione delle variazioni finanziarie e di quelle economiche;
• ricerca dei conti;
• inserimento delle variazioni;
• redazione dell’articolo in partita doppia.
Mentre il libro giornale segna le operazioni in colonna, il libro mastro lo fa in partita doppia.

Le scritture d’esercizio:
Consentono di registrare le operazioni aziendale realizzate nell’arco di un periodo amministrativo, dalla
costituzione fino alla chiusura di fine esercizio.
Le scritture di costituzione:
La fase di costituzione è quella che analizza le modalità di sviluppo e l’ambiente in cui l’azienda intende
realizzarsi; le indagini conoscitive permettono d’individuare gli investimenti necessari per l’attività
produttiva e l’eventuale fabbisogno finanziario iniziale, così da trovare delle fonti.
Il patrimonio di costituzione (o patrimonio netto iniziale) è composto dall’insieme dei conferimenti iniziali
siano disponibilità liquide o beni disgiunti, mobili o immobili, riassunti nell’inventario di costituzione.
-> Nella costituzione d’azienda, l’apporto in denaro rileva una VF+ (più denaro in cassa) e
di conseguenza una VE+ (più patrimonio netto).
Il Denaro in cassa è un conto finanziario acceso a denaro e accoglie una VF+ in Dare (+ denaro).
Il Patrimonio netto è un conto economico di capitale acceso al patrimonio netto e accoglie una
VE+ in Avere (+ patrimonio netto).
In fase di costituzione, i beni apportati dal proprietario non sono legati a vincoli di complementarità,
essendo disgiunti, e vengono valutati separatamente di rimando a: prezzo corrente o valore di mercato;
costo di acquisto o di riproduzione del bene (es. per un brevetto).
-> Nella costituzione d’azienda l’apporto di beni mobili o immobili, come automezzi, mobili o
arredi, sono conti economici di reddito accesi a costi pluriennali, cioè spese la cui utilità non si
limita a un solo uso ma riguarda una pluralità di esercizi successivi.
Essi accolgono una VE- in Dare (costo pluriennale).
Tutti i beni versati (VF+ denaro in cassa 3.000, VE- automezzi 20.000, VE- mobili e arredi 5.000)
formano un totale monetario che va a comporre la VE+ in Avere del Patrimonio netto (+ 28.000).

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Le scritture relative agli acquisti:
Le scritture contabili che riguardano le operazioni di acquisto sono quelle relative all’acquisizione dei
fattori produttivi quali beni strumentali, beni a fecondità semplice e i servizi.
Generalmente affluiscono nel conto Debiti v/fornitori.
La rilevazione in PD delle operazioni d’acquisto hanno due momenti fondamentali: la registrazione della
fattura d’acquisto e la rilevazione del costo per l’acquisto, cui segue la diminuzione dei debiti v/fornitori e
la diminuzione di Denaro in cassa o altre disponibilità liquide.

I beni strumentali, o a fecondità ripetuta, sono quelli che permettono lo svolgimento del processo
produttivo e che vengono più volte utilizzati; sono immobilizzazioni materiali e immateriali che
compongono la struttura tecnico-organizzativa di base delle imprese.
Importanza e incidenza di tali beni sull’impresa dipendono dal tipo di attività che essa svolge.
L’acquisizione delle immobilizzazioni può avvenire tramite apporto del proprietario, acquisto sul mercato,
attraverso la costruzione in economia (beni materiali o immateriali prodotti all’interno dell’azienda e
impiegate dall’azienda stessa) o mediante contratto di leasing.
La contabilizzazione dell’operazione d’acquisto è analoga a quella per le merci ma, a differenza di
questa, non riporta la denominazione acquisti.
-> Perché la contabilità sia ordinata, è necessario registrare prima la fase del ricevimento della
fattura (spesa acquisto merci e sotto spesa Iva a credito) e poi quella del pagamento o della
presa in carico del debito v/fornitore.
Il pagamento del debito verrà poi contabilizzato al momento del suo realizzo effettivo.
Il regolamento dei debiti può avvenire tramite i seguenti mezzi di pagamento: denaro contante, assegni
bancari o circolari, cambiali passive, girata di cambiali attive o disposizioni di Ri.Ba elettroniche.

Le rettifiche relative agli acquisti avvengono a seguito del controllo che l’azienda compie una volta
ricevuta la merce acquistata nel caso vi siano divergenze, rispetto al contatto, per differenze qualitative o
quantitative che danno origine a resi (restituzioni) o abbuoni su acquisti (riduzioni di prezzo).
Qualora l’operazione sia imponibile sotto il profilo Iva, il venditore può emettere una nota di credito con o
senza variazione Iva; per tale variazione l’aliquota applicabile è la stessa dell’operazione principale.
-> Nel caso di resi per differenze quantitative:
Del rimborso totale, su acquisti con Iva, si avrà una nota di accredito ci una nota che segna il
“rimborso” che si deve ricevere.
Il debito v/fornitore, cioè il totale del rimborso di reso+Iva, accoglierà una VF+ in Dare; l’Iva a
credito accoglierà una VF- in Avere; la somma di reso senza Iva una VE+ in Avere.
Resi su acquisti è un conto economico di reddito acceso a rettifiche di costi d’esercizio.
-> Nel caso di abbuoni per differenze qualitative:
Del rimborso totale, in cui non c’è l’Iva, si avrà una nota di accredito in cui il debito v/fornitore
accoglierà una VF+ in Dare; la somma di abbuono una VE+ in Avere.
Abbuoni attivi è un conto economico di reddito acceso a rettifiche di costi d’esercizio.

Le scritture relative alle vendite:


Tali scritture contabili sono quelle relative alla vendita di merci e beni strumentali.
Generalmente affluiscono nel conto Crediti v/clienti.
La rilevazione in PD si caratterizza di due momenti fondamentali:
• la registrazione della fattura di vendita, al momento dell’emissione, con rilevazione del credito in Dare,
del ricavo per la vendita in Avere e del debito verso l’Erario per l’Iva in Avere;
• la registrazione del regolamento della fattura di vendita al momento della riscossione, con diminuzione
del credito in Avere e in Dare l’aumento del denaro o l’aumento di crediti o la diminuzione di debiti.
La vendita di merci è generalmente preceduta dalla stipulazione di un contratto.
-> La contabilizzazione sul libro giornale della fattura emessa vede:
Il totale della vendita nel conto Crediti v/clienti con una VF+ in Dare; il ricavo della vendita merci
senza Iva come VE+ in Avere; l’Iva a debito, il debito verso l’Erario, con VF- in Avere.
La tenuta ordinata della contabilità prevede di registrare prima la fase dell’emissione della fattura (ricavo
totale in Dare e ricavo senza Iva e debito Iva in Avere) e poi la riscossione.
-> La riscossione del ricavo dalla vendita merci, in cui non vediamo l’Iva, vede (es. bonifico):
Nel conto Crediti v/clienti il totale del ricavo produce una VF- in Avere, essendo che viene estinto
il credito; nel conto c/c banca una VF+ in Dare, per il bonifico ricevuto su c/c.
Il regolamento dei debiti può avvenire tramite i seguenti mezzi di pagamento: denaro contante, assegni
bancari o circolari, bonifici bancari, girata di cambiali attive o disposizioni di Ri.Ba elettroniche.
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Le rettifiche relative alle vendite sono sempre conseguenti a differenze qualitative o quantitative.
I resi consistono in effettive restituzioni di merci da parte dei clienti; gli abbuoni in riduzioni di prezzo
accordate ai clienti in virtù delle differenze riscontrate.
La Nota di accredito, o di credito, è il documento emesso che genera gli effetti opporti alla fattura di
vendita, con o senza Iva a discrezione del venditore.
-> Resi su vendite è un conto economico acceso a rettifiche di ricavi di esercizio.
La nota di credito del reso vede la rilevazione in PD:
Nel conto Crediti v/clienti una VF- in Avere del totale del reso, inclusa l’Iva, per il debito che vai a
creare col cliente; nel conto Iva a debito una VF+ in Dare della % Iva, per il credito con l’Erario;
nel conto Resi su vendite una VE- in Dare.
Contabilizzazione: prima Resi su vendite e Iva a debito in Dare; poi il Credito v/cliente in Avere.
-> Abbuoni passivi è un conto economico acceso a rettifiche di ricavi d’esercizio.
La nota di credito dell’abbuono vede la rilevazione in PD:
Nel conto Crediti v/clienti una VF- in Avere per il totale dell’abbuono; nel conto Abbuoni passivi
una VE- in Dare.
Contabilizzazione: prima Abbuoni passivi in Dare; poi Credito v/clienti in Avere.

I beni strumentali:
I beni strumentali sono beni acquisiti per essere impiegati nel processo produttivo per tempi medio-
lunghi; nel tempo subiscono una perdita di valore dovuta al logorio fisico-tecnico (obsolescenza).
La dismissione del bene per obsolescenza segue la vendita, o alienazione, o all’eliminazione del bene.
La permuta è l’operazione di acquisto che segue la vendita di un bene, così che questo possa essere
sostituito all’interno del processo produttivo.
Nella contabilizzazione delle alienazioni dei cespiti ammortizzabili, cioè i beni che contribuiscono
indirettamente alla produzione di denaro, vi sono tre elementi da considerare:
• Costo storico, o originario: è quello sostenuto al momento dell’acquisto; sono VE rilevate in Dare.
• Fondo di ammortamento: è la somma delle quote di ammortamento, ovvero le quote di valore di un
bene, calcolate nel corso dell’intera vita utile del bene;
• Valore contabile: è la differenza tra costo storico e fondo di ammortamento; quando la procedura di
ammortamento si completa il valore residuo è uguale a zero, comunque il bene può ancora essere
utile all’azienda e quindi utilizzabile.
• Valore di realizzo, o prezzo di cessione, è il valore che l’azienda riesce ottenere dalla vendita del bene.
Se il valore di realizzo è > del valore contabile, tale valore è detto plusvalenza da alienazione.
Se il valore di realizzo è < del valore contabile, tale valore è detto minusvalenza da alienazione.
Il valore di realizzo può anche essere uguale al valore contabile.
Le operazioni di vendita dei beni strumentali si articolano su tre fasi: lo storno del fondo di
ammortamento, ovvero la rettifica di una somma accolta in un conto; l’emissione della fattura di vendita;
la rilevazione della plusvalenza o della minusvalenza.
-> Es. Op. di vendita di Automezzo a 10mila € + 22%Iva; costo storico 15mila amm.to al 40%.
1) Storno del fondo di ammortamento:
Costo storico automezzo 15mila; % di ammortizzamento del 40% uguale a 6mila.
Il conto Automezzi è un conto economico di reddito acceso a costi pluriennali.
Nel c/Automezzi abbiamo una VE+ in Avere, corrispondente alla % del costo ammortizzato sul
totale del costo storico del bene, il cui importo figura in Dare (senza essere una variazione).
Nel conto Fondo amm.to automezzi abbiamo una VE- in Dare, corrispondente alla % del costo
ammortizzato sul totale del costo storico del bene.
Dopo lo storno, il Fondo di ammortamento automezzi risulta chiuso, mentre Automezzi presenta un
saldo corrispondente al valore contabile dei beni:
• Valore contabile = Costo storico - Fondo di ammortamento; 15.000 - 6.000 = 9.000.
2) Emissione di fattura di vendita:
Ricavo totale vendita Automezzo 12.200€ (10mila + Iva 22%).
Il conto Crediti v/clienti accoglie una VF+ in Dare di 12.200€; il conto Iva a debito accoglie una
VF- in Avere di 2.200€; il conto Automezzi accoglie una VE+ in Avere di 10.000€.
Nel conto Automezzi sono riportati gli importi preesistenti di 15.000 in Dare e 6.000 in Avere.
Valore di realizzo (10.000€) > valore contabile (9.000€) quindi si ha una plusvalenza (1000€).
3) Rilevazione plusvalenza/minusvalenza da alienazione:
Il conto Plusvalenza accoglie una VE+ in Avere di 1000€; il conto Automezzi accoglie una VE- in
Dare di 1000€, conto in cui troviamo gli importi preesistenti di 15mila€ in Dare e 6mila e 10mila
€ in Avere.
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MODULO III
Le operazioni con le banche:
Le aziende di credito forniscono sostegno alle imprese attraverso una serie di operazioni, per
incrementare o decrementare le disponibilità liquide presso la banca, rese possibile dallo strumento
tecnico del conto corrente bancario.
La forma più diffusa è l’apertura di credito in conto corrente bancario, dove la banca consente
all’impresa di disporre di una somma di denaro nei limiti del fido concesso.
Esistono due macrocategorie: operazioni di finanziamento (prestito e smobilizzo crediti) e di servizio.

Le operazioni di finanziamento:
Le operazioni di finanziamento sono subordinate alla concessione di un fido, ovvero l’impegno che la
banca si assume a prestare denaro all’impresa, onere accordato sulla base di un’istruttoria che accerta
le capacità finanziarie e reddituali, nonché le doti patrimoniali e di correttezza, del cliente.
Le operazioni di prestito possono essere: aperture di credito, mutui passivi o sovvenzioni cambiarie.

Le aperture di credito (prestiti):


Possono essere:
• per cassa: la banca si obbliga a mettere a disposizione una somma utilizzabile in una o più soluzioni;
• per firma: la banca si obbliga ad accettare tratte spiccate del cliente o a garantire le obbligazioni
assunte dal cliente tramite lo strumento dell’avvallo (garanzia a copertura di un’obbligazione) o della
fideiussione (la banca fa da garante per l’obbligazione altrui totalmente o parzialmente).
L’apertura di credito si articola su due momenti:
1) Ottenimento del prestito:
Contabilizzazione: Banca c/c VF+ in Dare, per l’aumento di credito v/banca; Mutui passivi VF- in
Avere, per l’aumento di debiti di finanziamento.
Mutui passivi: conto finanziario acceso a debiti di finanziamento.
2) Rimborso quota annuale:
Contabilizzazione: Mutui passivi VF+ in Dare corrispondente alla somma da versare ogni anno
(quota capitale); Interessi passivi su mutui VE- in Dare corrispondente alla % di interessi sulla quota
totale; Banca c/c con VF- in Avere corrispondente al totale della somma versata (mutui passivi
annui+interessi annui).
Interessi passivi: conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio.

Lo smobilizzo dei crediti:


Consiste nella cessione a terzi di crediti di natura commerciale, con scadenza futura, così da ottenere
mezzi liquidi nel presente. Le forme più utilizzate sono:
• Lo sconto di effetti commerciali:
È un’operazione di smobilizzo crediti con cui l’impresa cede i propri effetti cambiari non ancora scaduti a
un’azienda di credito che s’impegna ad anticiparne in valore in cambio di un compenso proporzionale al
tempo che intercorre tra l’anticipo e la scadenza del titolo, compenso detto sconto.
L’impresa smobilizza i crediti di natura cambiaria cedendoli “salvo buon fine” a una banca.
- Inizialmente l’impresa consegna alla banca una distinta di presentazione degli effetti, una nota di
valore, effetti che vengono esaminati e poi eventualmente ammessi allo sconto se soddisfano i
requisiti di: scadenza non superiore a quattro mesi; presenza nel titolo di credito della firma di due
persone solvibili; domiciliazione dell’effetto presso una piazza bancabile; che il credito abbia natura
commerciale.
- Successivamente, quando la banca ammette allo sconto le cambiali accredita all’impresa il valore
nominale del credito diminuito dello sconto e delle commissioni bancarie, nel rispetto limite massimo
di valore nominale delle cambiali che la banca può ammettere allo sconto (castelletto di sconto).
L’operazione di sconto si articola in due fasi:
1) Presentazione effetti allo sconto:
Contabilizzazione: Cambiali allo sconto VF+ in Dare, per più crediti; Cambiali attive VF- in Avere, per
la diminuzione dei crediti essendo diminuite le cambiali attive cedute per lo sconto.
2) Ammissione allo sconto:
Contabilizzazione: Banca c/c VF+ in Dare, per la liquidità ricevuta dalla banca; Sconti passivi bancari
con VE- in dare; Commissioni bancarie VE- in Dare; Cambiali allo sconto VF- in Avere, per il totale
del valore nominale della cambiale + lo sconto + le commissioni.
Sconti passivi bancari è un conto economico di reddito acceso ai costi d’esercizio.
Commissioni bancarie è un conto economico di reddito accesi ai costi d’esercizio.
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In caso di effetti insoluti e protestati la banca può rivalersi direttamente sul cliente, in virtù della clausola
“salvo buon fine”, addebitando ad esso in c/c il valore nominale dell’effetto, le spese di protesto e le
commissioni bancarie.
L’operazione di effetti insoluti e protestati si articola su due momenti:
1) Restituzione dell’effetto:
Contabilizzazione: Effetti insoluti e protestati con VF+ in Dare, per l’effetto riavuto; Banca c/c con VF-
in Avere, per il costo della restituzione della somma anticipata.
Effetti insoluti e protestati è un conto finanziario acceso a crediti.
2) Recupero del credito:
Contabilizzazione: Banca c/c con VF+ in Dare, per la somma da restituire alla banca per l’effetto
riavuto; Predite su crediti con VE- in Dare, per i costi di protesto e di commissioni; Effetti insoluti e
protestati con VF-, per il totale da restituire tra la somma da ridare alla banca e le spese di protesto.
Perdite su crediti è un conto economico di reddito acceso a costi.

Le operazioni di servizio bancario:


Sono altre operazioni di supporto offerte dagli istituiti di credito per offrire assistenza alle imprese in casi
diversi dal finanziamento, come per l’incasso di cambiali e di Ri.Ba. elettroniche.

L’incasso di cambiali:
È un servizio con cui l’impresa, con la clausola “dopo incasso”, ne affida la riscossione alla banca.
Prima della scadenza della cambiale, l’ente creditizio avverte il debitore che essa è prossima all’incasso.
Dopo la riscossione la banca accredita all’impresa il valore nominale delle cambiali al netto delle
commissioni d’incasso, ovvero con le commissioni detratte.
Gli effetti non riscossi vengono protestati e restituiti all’impresa addebitandole le spese del protesto.
L’operazione d’incasso di cambiali si articola su tre momenti:
1) Presentazione effetti all’incasso:
Contabilizzazione: Cambiali all’incasso con VF+ in Dare, per il ricavo dovuto all’incasso; Cambiali
attive con VF- in Avere, per la diminuzione di crediti.
2) Accredito effetti incassati:
Contabilizzazione: Banca c/c con VF+ in Dare, per l’accredito degli effetti incassati; Spese d’incasso
con VE- in Dare, per le spese dovute alla banca; Cambiali all’incasso con VF- in Avere, per
diminuzione di crediti, cambiali che si devono ricevere.
3) Restituzione effetti insoluti e protestati:
Contabilizzazione: Effetti insoluti e protestati con VF+ in Dare, per gli effetti che si devono ricevere
come guadagno; Cambiali all’incasso con VF- in Avere, per diminuzioni di cambiali da ricevere;
Banca c/c con VF- in Avere, per i costi di protesto da pagare alla banca.

L’incasso di Ri.Ba. elettroniche:


La ricevuta bancaria elettronica è un documento di natura finanziaria, uno strumento usato dalle imprese
per agevolare i pagamenti verso la banca.
Tale servizio ha la clausola “dopo incasso” che prevede l’accredito dell’importo delle Ri.Ba. in c/c solo
dopo la riscossione da parte della banca, incluso l’addebitamento delle commissioni d’incasso.
L’operazione si articola in un solo momento:
1) Incasso di Ri.Ba. elettroniche:
Contabilizzazione: Banca c/c con VF+ in Dare, per il valore nominale di riscossione della Ri.Ba.;
Crediti insoluti con VF+ in Dare, per il valore del diritto di credito che non era stato pagato entro il
termine accordato; Spese d’incasso con VE- in Dare, per le spese da pagare alla banca; Crediti
v/clienti con VF- in Avere, per l’estinzione del credito verso il cliente.

Il rinnovo delle cambiali:


Il regolamento dei crediti mediante le cambiali è tradizionalmente usato per offrire una maggior garanzia
dai crediti cambiari rispetto a quelli che risulterebbero da una semplice fattura.
Devono essere pagate a una determinata scadenza dal debitore che, se impossibilitato, può richiederne
il rinnovo, ovvero un prolungamento della scadenza per l’importo, totale o parziale, della cambiale.
Il conto Cambiali attive o passive è utilizzabile due volte in relazione alla vecchia e nuova cambiale.
Il rinnovo comporta l’annullamento della vecchia cambiale e l’emissione di una nuova il cui valore
nominale comprende anche gli interessi di dilazione.

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Al rinnovo, totale o parziale, si applicano interessi calcolati sull’importo rinnovato in base al tempo di
dilazione ulteriormente concesso, i quali possono essere pagati in via anticipata o posticipata.
Il rinnovo totale con interessi posticipati:
Si articola su tre momenti:
1) Si rileva la fattura relativa agli interessi dell’operazione:
Si calcolano gli interessi di dilazione:
-> Es. Somma rinnovo cambiale: 12.775; nuova tratta di giorni 90; dilazione al 6,25%.
(12.775 • 6,25 • 90) / 36.500 = 196,88 <- interessi di dilazione
Si ha una VF+ per più crediti v/clienti con conseguente VE+ per il ricavo dagli interessi di dilazione.
2) Il rinnovo, con annullamento della vecchia ed emissione della nuova cambiale, vede nel valore
nominale anche gli interessi di dilazione:
Si attua la contabilizzazione sul libro giornale.
Si ha una VF+ per più crediti per la nuova cambiale; ne consegue una VF- per la diminuzione di
crediti v/clienti, dovuti alla fattura per gl’interessi di dilazione; e un’altra VF- per la diminuzione di
crediti per la vecchia cambiale, dovuto all’annullamento della vecchia cambiale.
3) Si fa la contabilizzazione in PD:
Interessi attivi da clienti è un conto economico di reddito acceso a ricavi; accoglie una VE+ in Avere.

Il rinnovo totale con interessi anticipati:


In questo caso l’azienda riscuote gli interessi, documentati sempre da relativa fattura, prima della
scadenza della nuova tratta a 60 giorni il cui importo coincide con quello della vecchia cambiale.
(Passaggi come sopra: calcolo interessi di dilazioni; scrittura Libro giornale; contabilità in PD).

Il rinnovo parziale con interessi posticipati:


In tal caso gli interessi vengono portati ad incremento del nuovo effetto.
(Passaggi come sopra; nel calcolo degli interessi di dilazione anziché la somma totale della cambiale si
usa il valore della nuova tratta, appunto della somma parziale che viene rinnovata).

Il rinnovo parziale con interessi anticipati:


Gli interessi vengono regolati al momento del rinnovo.
(Passaggi come sopra)

La retribuzione:
La retribuzione è l’insieme dei compensi che vengono attribuiti al lavoratore in proporzione alla quantità
e la qualità del lavoro svolto.
Per l’impresa il costo del lavoro è dato da:
• retribuzione lorda: salario per gli operai, stipendi per gl’impiegati, in base al contratto lavorativo;
• contributi sociali (previdenziali/assicurativi): a carico dell’azienda, da versare per legge a INPS e INAIL;
• TFR: da erogare al termine dell’attività lavorativa del dipendente.
L’INPS è l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, è l’organismo predisposto all’erogazione di indennità
(malattia, maternità ecc) e del trattamento pensionistico.
L’azienda trattiene dalla retribuzione:
• le ritenute previdenziali, a carico del lavoratore;
• le ritenute fiscali (IRPEF) che vengono versate allo Stato per conto del dipendente.
La retribuzione lorda (totale) è diminuita dalle ritenute previdenziali e fiscali, facendo percepire al
lavoratore la retribuzione netta, cui si aggiungono eventuali assegni per il nucleo familiare (carico INPS).
Passaggi per contabilizzare la retribuzione netta:
1) Inizialmente si attua la rilevazione per la liquidazione della retribuzione e dei contributi sociali a
carico dell’INPS, poi il pagamento della retribuzione.
Qui l’azienda anticipa per conto dell’IPNS il pagamento di assegni per il nucleo familiare ed eventuali
indennità, creando un credito nei confronti dell’INSP.
Retribuzioni è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio; VE- in Dare (costo).
Istituti previdenziali è un conto finanziario acceso a debiti e crediti; VF+ in Dare (+crediti verso INPS).
Dipendenti c/retribuzione è un conto finanziario acceso a debiti; VF- in Avere (+debiti coi dipendenti).
Erario c/ritenute da versare è un conto finanziario; VF- in Avere (+ debiti con Erario x ritenute fiscali).
Banca c/c accoglie una VF- per i costi di pagamento della retribuzione dei dipendenti.
2) Successivamente si registra la liquidazione dei contributi sociali a carico dell’impresa.
Vi è una VF- per l’aumento di debiti v/INPS e una VE- per il costo dei contributi previdenziali.

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Oneri sociali è un conto economico di reddito a costi d’esercizio; VE- in Dare (costi a carico impresa).
Istituti previdenziali rileva una VF- in Avere (+debiti per i contributi liquidati ma non ancora versati).

I contributi previdenziali originano situazioni creditorie e debitorie verso l’INPS.


Se debiti > crediti: l’impresa versa all’INPS, entro il 16 del mese successivo, il saldo derivante dalla
liquidazione dei contributi.
Il pagamento ha luogo con l’uso del modello di pagamento unificato F24 insieme all’Iva, le ritenute alla
finte e gli altri contributi previdenziali ed assistenziali a carico dell’azienda.

Le operazioni connesse all’IVA:


L’Iva è la principale imposta indiretta del nostro sistema tributario; essa ha caratteristiche di:
• generalità: colpisce numerosissime operazioni;
• incidenza sui consumi: poiché grava sul consumatore finale;
• proporzionalità: si calcola applicando aliquote differenziate ma costanti;
• neutralità: l’ammontare dell’imposta è indipendente dal numero di trasferimenti subiti dalla merce;
• frazionamento del versamento d’imposta: essa viene versata da tutti i soggetti del processo produttivo.
Il valore aggiunto è la differenza tra il ricavo, di beni e servizi venduti in un determinato periodo, e il
costo, di beni e servizi acquistati e impiegati per produrli; ciò esprime l’incremento di valore che beni e
servizi subiscono in un passaggio produttivo.
Il valore aggiunto ai fini fiscali va individuato in base all’entità complessiva delle operazioni effettuate;
il ricavo di tutti i beni dei servizi venduti - il costo di beni e servizi acquistati = valore aggiunto fiscale.

La liquidazione Iva consiste nel determinare periodicamente la differenza tra Iva a debito e a credito.
Sotto il profilo contabile si distinguono due fasi: liquidazione e poi versamento.
La liquidazione Iva si effettua facendo affluire i conti Iva a credito e Iva a debito nel conto unico Erario c/
Iva, il cui saldo esprime il debito (o il credito) nei confronti dell’Erario.
- Se il debito > credito il saldo a debito deve essere versato mensilmente o trimestralmente:
Entro il 16 del mese successivo al mese di riferimento, per le imprese a liquidazione mensile.
Entro il 16 del secondo mese successivo al trimestre riferito, per soggetti a liquidazione trimestrale.
- Se il debito < credito il conto Erario c/Iva presenta un saldo a credito che nel periodo successivo è
compensato con l’eventuale Iva a debito del periodo.
Il contribuente può anche compensare la propria situazione, di debito o credito, con posizioni debitorie
e creditorie nei confronti dell’Erario.

Le locazioni attive e passive:


Sono operazioni molto diffuse in cui una parte (locatario)da, mediante contratto, una sua proprietà in uso
a terzi per un determinato periodo di tempo, sotto corrispettivo.
-> Fitti passivi è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio; VE- in Dare (costo).
Crediti per cauzioni è un conto finanziario acceso a crediti; VF+ in Dare (+crediti).
-> Fitti attivi è un conto economico di reddito acceso a ricavi d’esercizio; VE+ in Avere (ricavo).
Debiti per cauzioni è un conto finanziario acceso a debiti; VF- in Avere (+debiti).

La gestione straordinaria:
Le operazioni che originano componenti economiche di reddito di natura straordinaria sono: plusvalenze;
minusvalenze; sopravvenienze e insussistenze attive; sopravvenienze e insussistenze passive.
Si tratta di costi e ricavi d’esercizio che normalmente hanno natura ordinaria ma che ne assumono una
straordinaria quanto si originano da operazioni estranee alla gestione ordinaria dell’impresa.
-> Sopravvenienze passive ordinarie è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio;
VE- in Dare dovute ai costi.
Sopravvenienze attive ordinarie è un conto economico di reddito acceso a ricavi d’esercizio;
VE+ in Avere dovute ai ricavi.
Sopravvenienze passive straordinarie è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio
di natura straordinaria; VE- in Dare dovute ai costi.
Sopravvenienze attive straordinarie è un conto economico di reddito acceso a ricavi d’esercizio di
natura straordinaria; VE+ in Avere dovute ai ricavi.

I sistemi minori:
Le tecniche di rilevazione per le operazioni in Co.Ge che si applicano ai sistemi principali differiscono dai
sistemi minori, così detti perché applicabili soltanto in casi limitati.
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Di questi sistemi impropri non si osserva l’aspetto finanziario ed economico ma l’aspetto originario,
riguardante l’oggetto, e l’aspetto derivato che riguarda il soggetto.
Un esempio ne sono il sistema dei beni di terzi, il sistema degli impegni e il sistema dei rischi.
Per la rilevazione si utilizzano i conti d’ordine che si distinguono in conti all’oggetto e conti al soggetto;
essi hanno una finalità di memoria per ricordare che sono in corso di svolgimento operazioni che non
influiscono sul patrimonio o sul reddito.

Il sistema degli impegni si divide in:


• Conto all’oggetto: evidenzia le caratteristiche dell’impegno: merci da ricevere, da consegnare, avvalli e
fideiussioni ricevute, ecc…
• Conto al soggetto: individua il soggetto verso il quale è stato assunto l’impegno.
I valori sono registrati in coppie di conti d’ordine, uno aperto all’oggetto ed uno al soggetto, i quali
funzionano in maniera antitetica.
Quando l’impegno si estingue, dopo la consegna della merce, si procede allo storno della scrittura con
l’uso dei medesimi conti d’ordine, effettuando però una registrazione opposta a quella iniziale.
(Rilevazione “assunzione dell’impegno” e poi “estinzione dell’impegno”).

Il sistema dei rischi si divide in:


• Conto all’oggetto: evidenza la natura del rischio assunto dall’impresa o trasferito ad altre aziende;
• Conto al soggetto: segnala in Avere il soggetto verso il quale è stato assunto il rischio o il soggetto al
quale è stato trasferito.
Quando il rischio si estingue si procede allo storno della scrittura con l’uso dei medesimi conti d’ordine,
effettuando però una registrazione opposta a quella iniziale.
(Rilevazione “assunzione del rischio” e poi “estinzione del rischio”).

Il sistema dei beni di terzi si divide in:


• Conto all’oggetto: indica le caratteristiche dei beni di terzi e il motivo per cui il bene si trova presso
l’azienda;
• Conto al soggetto: individua la categoria dei soggetti (depositanti, banche) che hanno depositato i beni
presso l’azienda.
(Rilevazione “ricevimento della merce” e poi “restituzione della merce”).

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MODULO IV
Forme di controllo della Co.Ge:
Per verificare che le operazioni registrate in precedenza siano corrette, sotto il profilo tecnico e contabile,
esistono forme di controllo che verificano la costante uguaglianza tra Dare e Avere che il metodo della
PD deve assicurare; le forme più note sono due.

Il bilancio di verifica è un controllo numerico basato sull’eguaglianza tra il totale dei valori in Dare e in
Avere; tale bilancio si redige attingendo ai dati del libro mastro che riporta nei propri conti, per ogni
operazione, i valori registrati sul libro giornale.
Sebbene in linea di massima garantisca una corretta tenuta della contabilità, esistono alcuni errori che
possono non emergere da questo metodo di verifica, come l’omissione di una registrazione, l’uso di un
conto sbagliato o l’inversione di una scrittura; gli elaboratori elettronici garantiscono maggior correttezza.
I controlli vengono effettuati prima della chiusura del periodo d’esercizio, con una periodicità di 12 mesi o
inferiore (trimestrale, semestrale, quotidianamente) a seconda delle esigenze dell’azienda.

La situazione contabile è un prospetto che evidenzia l’uguaglianza dell’eccedenza Dare o Avere di


ciascun conto di mastro, oppure sia le eccedenze che i totali, in riferimento a una determinata data.
La situazione contabile per totali si riferisce al controllo effettuato sui totali Dare e Avere.
La situazione contabile per eccedenze si riferisce al controllo dei totali delle eccedenze Dare e Avere.
La situazione contabile per totali e per eccedenze contiene ambedue le modalità di controllo.
La forma della situazione contabile può essere a:
• sezioni accostate: il prospetto presenta una colonna per il codice, una per la denominazione del conto,
due per separare i totali Dare e Avere, altre due per separare l’eccedenze Dare e Avere:
• due sezioni separate: utilizzabile solo per il conto per eccedenze, ogni conto avente l’eccedenza in
Dare è iscritto a sinistra, con relativo codice e importo, mentre ogni conto in Avere è iscritto a destra.
La valenza informativa della situazione contabile è importante poiché la sua redazione, oltre alla
funzione di controllo, consente di acquisire informazioni utili sull’andamento della gestione.
I conti che hanno funzionamento unilaterali sono quelli che presentano i valori solo in una delle due
sezioni, a differenza dei conti che presentano valori in entrambe le sezioni.
L’uguaglianza tra conti in Dare e Avere lascia intuire che la contabilità sia stata tenuta correttamente.
La situazione contabile per totali è uno strumento di controllo analogo al bilancio di verifica.
La situazione contabile per eccedenze rileva il maggior valore che ciascun conto presenta in una delle
due sezioni rispetto all’altra.

L’inventario:
È un documento contabile che permette di conoscere, in un determinato momento, la composizione del
patrimonio aziendale da un punto di vista qualitativo (quali beni lo costituiscono e che caratteristiche
hanno) e quantitativo (il loro valore ed ammontare).
Il soggetto obbligato alla tenuta del Libro inventari ne deve numerare progressivamente ciascuna pagina
prima dell’utilizzo.
La redazione dell’inventario segue una serie di operazioni:
• Ricerca degli elementi patrimoniali: consiste nell’individuare tutti i beni che fanno parte del patrimonio
aziendale. Ciò può avvenire: contabilmente, ricorrendo ai dati contenuti nei documenti contabili; o
fisicamente attraverso un controllo materiale, molto più attendibile (ricognizione contabile).
• Descrizione degli elementi patrimoniali: se ne indicano le caratteristiche qualitative e quantitative.
• Classificazione dei beni: raggruppamento in classi omogenee dei beni con caratteristiche uniformi.
• Valutazione: indicazione, per ogni bene o gruppo di beni, del valore espresso in moneta di conto; il
valore attribuito ai vari elementi dipende dal criterio di valutazione prescelto.
• Rappresentazione: l’ultima fase consiste nella redazione di un prospetto idoneo a sintetizzare i risultati
derivanti da tutte le operazioni inventariali effettuate; deve risultare chiaro e comprensibile.
Gli inventari possono essere classificati secondo diversi criteri:
- Per ampiezza dell’oggetto: gli inventari generali considerano gli elementi che compongono il
patrimonio dell’azienda (es. inventario di costituzione); gli inventari parziali hanno per oggetto soltanto
alcuni beni del patrimonio (es. inventario di magazzino).

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- Per la periodicità di redazione: gli inventari ordinari rispettano una certa periodicità; gli inventari
straordinari sono redatti in particolari momenti dell’attività aziendale, in occasione di eventi straordinari
(furti, incendi) o di operazioni straordinarie (cessione, liquidazione, fusione, ecc).
- Per le modalità di raccolta dei dati: gli inventari di fatto presuppongono la ricerca fisica dei beni da
inventariare; gli inventari contabili usano i dati derivanti dei documenti contabili.
- In base al contenuto: gli inventari analitici contengono la descrizione dettagliata degli elementi
patrimoniali; gli inventari sintetici offrono un minor grado di dettaglio poiché sono raggruppati in classi
omogenee, possono tuttavia avere in allegato i dettagli di alcune voci di maggior interesse.
- In base alla natura dei dati: gli inventari a quantità fisiche indicano i beni senza evidenziarne il valore;
gli inventari a quantità monetarie espongono la valutazione dei beni in moneta di conto.
Il più significativo è quello a quantità monetarie perché favorisce la comprensione della situazione
patrimoniale dell’impresa.
- In base allo scopo distinguiamo: gli inventari di costituzione, che evidenzia il patrimonio con cui
l’impresa inizia un’attività (redazione obbligatoria); l’inventario d’esercizio, o di funzionamento, che
evidenzia il patrimonio esistente al termine di ciascun esercizio; l’inventario di liquidazione, cessione,
trasformazione o fusione, evidenzia la composizione del patrimonio in caso di operazioni straordinarie.
- In base alla forma: gli inventari a sezioni contrapposte hanno due sezioni che elencano sinteticamente
a sinistra le attività e a destra le passività; gli inventari a sezioni sovrapposte elencano, in modo
analitico, prima tutte le attività, poi le passività e in fine i totali, consentendo il calcolo per differenza
dell’entità del patrimonio netto.

L’inventario d’esercizio, o di funzionamento, ha l’obbiettivo di rappresentare il patrimonio di


funzionamento sotto il profilo qualitativo e quantitativo.
Esso è: generale, poiché riguarda tutti i beni; ordinario, andando redatto alla fine di ogni periodi
amministrativo; analitico poiché elenca nel dettaglio tutti gli elementi del patrimonio aziendale; è a valori
poiché espresso in quantità monetarie; obbligatorio, in quanto previsto dal Codice Civile.

L’inventario a schema sintetico è strutturato sulla base dello Stato Patrimoniale del bilancio d’esercizio.
Le attività si suddividono in: immobilizzazione, distinte in materiali, immateriali e finanziarie; attivo
circolante che comprende le rimanente, attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni e
disponibilità liquidi; ratei; riscontri attivi.
Le Passività comprendono: fondi per i rischi ed oneri; debiti per TFR; debiti; ratei; riscontri passivi; il
Patrimonio netto, nel caso le attività siano maggiori delle passività, come si spera.

Il principio della prudenza prevede che vengano conteggiati anche le perdite e gli oneri incerti o presunti,
mentre i componenti positivi vanno contabilizzati soltanto se effettivamente realizzati alla chiusura
dell’esercizio (principio di realizzazione).
I criteri di valutazione principali, ispirati al principio di prudenza durante il normale funzionamento
dell’azienda, sono:
• criterio del valore nominale: per i beni il cui valore è già espresso in moneta (disponibilità liquide,
denaro in cassa, valori bollati);
• criterio del costo storico, o originario, al netto dell’ammortamento: è calcolato ogni anno considerando
la residua possibilità di utilizzazione del bene e si applica alle immobilizzazioni materiali e immateriali;
• criterio del presunto valore di realizzo: per i crediti e le cambiali;
• criterio di presunto valore di estinzione: per i debiti;
• criterio del costo di acquisto: è rappresentato dal costo di origine aumentato da una serie di altri costi
accessorie, applicabile ad esempio a rimanenze di materie prime o merci.

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MODULO V
Le scritture di chiusura
L’inventario d’esercizio fornisce alla Co.Ge. i dati necessari per redigere le scritture di chiusura e
determinare il reddito d’esercizio ed il correlato patrimonio di funzionamento.
La chiusura dell’esercizio avviene generalmente il 31 dicembre; la durata del periodo amministrativo è
comunque di 12 mesi e, a fine esercizio, il reddito di periodo e il patrimonio di funzionamento vengono
determinati per i seguenti motivi:
• controllare l’andamento della gestione e intervenire nel caso emergano disfunzioni;
• redarre i documenti da cui terzi possano trarre le informazioni sulla situazione patrimoniale, economica
e finanziaria dell’azienda, in primis il bilancio d’esercizio.

Le scritture di chiusura:
Sono il ponte per passare dalla dalla Co.Ge. alla stesura del bilancio d’esercizio, documento
fondamentale; si possono classificare in:
- Scritture di assestamento:
Hanno il fine di trasformare i valori contabili in valori di bilancio.
I dati registrati nella Co.Ge. non sono idonei a determinare il risultato economico in quanto le
operazioni vengono contabilizzate al momento della manifestazione finanziaria, senza tener conto del
principio della competenza economica.
A fine periodo, l’impresa considera i valori finanziari ed economici secondo il principio della
competenza economica e procede alla loro sistemazione attraverso le scritture d’assestamento.
Tali scritture trasformano i valori contabili della Co.Ge. in valori idonei a determinare il reddito
d’esercizio e il patrimonio di funzionamento (valori di bilancio).
L’obbiettivo è inserire nel bilancio il valore di costi e ricavi registrati nelle scritture d’esercizio del
periodo considerato, anche se non si ha incassato il corrispettivo (il principio di competenza
economica è infatti slegato dall’aspetto finanziario).
Quando si rinvia al futuro, all’opposto, nella determinazione del reddito e del patrimonio non si tiene
conto dei costi e ricavi che non risultano di competenza dell’esercizio, anche se contabilizzati.
Tali scritture si dividono ulteriormente in scritture di completamento e di rettifica.
- Scritture di riclassificazione:
Tendono ad armonizzare le risultanze contabili con la struttura e gli schemi previsti dal c.c. in materia
di bilancio d’esercizio, sebbene non siano imposte dalla legge.
La necessità di riclassificazione deriva dal fatto che la Co.Ge. si sviluppa attraverso il Piano dei Conti
il quale non sarà mai in linea con gli schemi di bilancio previsti dal c.c.
Per passare da un sistema all’altro si può procedere: exta-contabilmente, armonizzando le
denominazioni dei conti di Co.Ge. con le poste di bilancio attraverso un prospetto di raccordo
extracontabile; o contabilmente, effettuando delle scritture di riclassificazione che tendono ad allineare
i conti esistenti nella Co.Ge. alle voci richieste dagli schemi di bilancio.
- Scritture di riepilogo al conto economico:
Il fine è mettere insieme e trasferire al conto economico i saldi dei conti economici di reddito accesi a
costi e ricavi dell’esercizio, cioè i costi e ricavi di competenza dell’esercizio destinati ad essere tenuti
in considerazione per la determinazione del reddito di periodo.
- Scritture di chiusura generale dei conti:
Procedono a riepilogare tutti i conti accesi alle attività, alle passività ed al patrimonio netto, al fine di
chiudere la contabilità dell’esercizio.
Determinato l’utile o la perdita si può procedere alla chiusura generale di tutti ii conti rimanenti rimasti
aperti; nell’esercizio successivo si procederà a riaprire i conti e trasferire, dall’esercizio precedente al
nuovo, alcuni conti reimpostando nuovamente la Co.Ge. relativa al nuovo esercizio.

Le scritture di completamento:
Sono il primo passaggio volto a trasformare i valori contabili in valori di bilancio e hanno il fine di
completare la contabilità imputando all’esercizio costi e ricavi di competenza ma non ancora rilevanti; le
motivazioni per le quali non è stato possibile contabilizzare in precedenza questi valori di competenza
possono essere che:
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• esistono operazioni da cui derivano costi o ricavi il cui importo può essere conosciuto o determinato
solo alla fine dell’esercizio (interessi attivi e passivi su c/bancari e postali, imposte sul reddito, TFR);
• operazioni il cui importo non è ancora noto o documentato, di competenza ma non ancora rilevabili;
• costi e ricavi di competenza il cui importo è determinabile ma che, come caratteristica, maturano in
funzione del tempo (ratei attivi e passivi).
L’analisi delle scritture di completamento inizia dagli interessi attivi e passivi su c/c crediti e debiti.
Alla fine dell’esercizio è necessario registrare, o capitalizzare, interessi attivi e passivi che sono maturati
nei confronti di banche, fornitori, clienti ecc.
Sono interessi maturati in funzione delle posizioni creditorie e debitorie che l’impresa ha verso terzi.

Rilevazione interessi attivi e passivi:


3) Interessi attività su c/c bancari (8.000€) con ritenuta fiscale del 27% (-2.160€ = 5.840€).
• Banca c/c è un conto finanziario acceso a crediti; VF+ in Dare (+crediti 5.840€).
• Titolare c/ritenute subite è un conto economico di capitale acceso al patrimonio netto;
VE- in Dare (-patrimonio netto per spesa delle ritenute -2.160€).
• Interessi attivi bancari è un conto economico di reddito acceso a ricavi d’esercizio;
VE+ in Avere (+ricavi per 8.000€).
4) Interessi passivi su c/c bancari (2.450€); commissioni bancarie 75€.
• Interessi passivi bancari è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio;
VE- in Dare (+costi dovuti agli interessi verso la banca per 2.450€).
• Commissioni bancarie è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio;
VE- in Dare (+costi 75€).
• Banca c/c è un conto finanziario; VF- in Avere (+ debiti 2.525€).
5) Interessi maturati su debiti v/fornitori 1240€.
• Interessi passivi v/fornitori è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio;
VE- in Dare (+costi per gli interessi verso i fornitori per 1.240€).
• Debiti v/fornitori è un con finanziario;
VF- in Avere (+debiti verso i fornitori per 1.240€).
6) Interessi maturati su crediti v/clienti 1462€.
• Crediti v/clienti è un conto finanziario;
VF+ in Dare (+crediti verso i clienti per 1.463€).
• Interessi attivi da clienti è un conto economico di reddito acceso a ricavi d’esercizio;
VE+ in Avere (+ricavi relativi agli interessi con i clienti per 1.462€).

Rilevazione TFR:
È una parte di retribuzione che il dipendente matura durante tutto il periodo di lavoro e viene corrisposta
al momento della cessione secondo quote calcolate per tutti i periodi amministrativi.
È dato dalla somma di due componenti: la parte maturata nell’anno (retribuzioni complessivamente
corrisposte/coeff. 13,5) meno il contributo di miglioramento pensioni (0,50%).
La rilevazione si attua sulla base dei seguenti dati: retribuzioni corrisposte nel corso dell’anno 135.000€;
debiti per TFR precedentemente calcolati 22.800; incrementi indice ISTAT rispetto l’anno precedente
2,20%; acconto dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del TFR 71,10€.
13,5 è il coefficiente
-> Calcolo parte maturata nell’anno:
(135.000/13,5) - (135.000 • 0,50%) = (10.000 - 675) = 9.325€
-> Calcolo rivalutazione del TFR preesistente considerando il prelievo fiscale:
22.800 • (1,5 + 2,20 • 7,5%)% = 22.800 • 3,15% = 718,20€
-> Parte maturata + rivalutazione = 9.325 + 718,20 = 10.043,20€
-> Calcolo imposta 718,20 • 11% = 79€
-> Quota di debito per TFR maturata nell’esercizio 10.043,20 - 79 = 9.964,20€
In data 31 dicembre, in sede di assestamento dei conti, è necessario: rilevare la quota di TFR di
competenza dell’esercizio, il debito per l’imposta sostitutiva e l’incremento netto dei debiti per TFR; poi
scomputare dal debito verso l’Erario per imposta sostitutiva il credito relativo all’acconto versato il 16/02.
Rilevazione:
1) • TFR è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio;
VE- in Dare (+costi per la quota maturata nell’esercizio per 10.043,20€)
• Debiti per TFR è un conto finanziario;
VF- in Avere (+debiti per accantonamento della quota che misura un debito v/dipendenti per un TFR
maturato ma non ancora corrisposto di 9.946€).
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• Debiti v/Erario per imposte sostitutive del TFR è un conto finanziario acceso a debiti;
VF- in Avere (+debiti verso l’erario per le imposte sostitutive di 79€).
2) Registrazione successiva che considera l’acconto pagato il 16 dicembre di 71,10€.
• Debiti v/Erario per imposte sostitutive del TFR è un conto finanziario acceso a debiti;
VF+ in Dare (-debiti per acconto versato in data 16/12 di 71,10€).
• Erario c/acconto per imposta sostitutiva del TFR è un conto finanziario;
VF- in Avere di 71,10€ (si chiude il conto Erario c/acconto per imposta sostitutiva TFR che era stato
aperto il 16/12 quanto era stato registrato in PD perché sorgeva un credito per acconto versato in
Banca c/c in Avere; l’acconto viene stornato dai debiti e il saldo del conto esprime il debito residuo
che andrà versato il 16/02 dell’anno successivo).

Ratei attivi e passivi:


I ratei sono valori finanziari, quindi crediti o debiti, che derivano da operazioni a cavallo tra due esercizi
con manifestazione finanziaria posticipata alla loro nascita; misurano la quota di costo o ricavo, di
competenza dell’esercizio, già maturata ma non ancora liquidata.
-> Ratei sono conti finanziari accesi a crediti (ratei attivi) o debiti (ratei passivi).
Si articolano su tre momenti: inizio dell’operazione; chiusura dell’esercizio in cui l’operazione è iniziata;
collusione dell’operazione con manifestazione finanziaria nell’esercizio successivo.
Essi hanno lo stesso segno dell’operazione da cui derivano poiché si riferiscono al ricavo o al costo
conseguibile in futuro (ratei attivi o passivi).
Il periodo di maturazione è quel periodo di tempo anteriore compreso tra la data d’inizio dell’operazione
e la chiusura dell’esercizio.
Rilevazione rateo attivo (es. affitto di un anno che va da metà anno a metà anno):
- Per il calcolo del rateo si considerano i giorni prima del 31 dicembre (dalla data d’inizio esercizio alla
chiusura dell’esercizio).
In Co.Ge. si rileva l’ammontare della quota di ricavi di competenza dell’esercizio, anche se poi il
canone verrà totalmente riscosso/pagato solo nella data in cui conclude l’operazione, data posteriore
alla chiusura d’esercizio; il calcolo dell’ammontare si effettua con una semplice proporzione (es. valore
dei ricavi in 6 mesi rispetto all’anno totale).
• Rateo attivo è un conto finanziario acceso ai crediti; VF+ in Dare (+crediti che misurano la quota di
ricavo di competenza dell’esercizio).
• Fitto attivo è un conto economico di reddito acceso a ricavi; VE+ in Avere (+ricavo che verrà riscosso
in futuro ma che risulta di competenza dell’esercizio).
Rilevazione rateo passivo (es. canone di un anno che va da metà anno a metà anno):
- Il calcolo avviene come sopra.
• Rateo passivo è un conto finanziario acceso a debiti; VF- in Avere (+ debiti relativa alla parte di costo
di competenza dell’esercizio).
• Interessi passivi su mutui è un conto economico di reddito acceso a costi di esercizio; VE- in Dare (+
costi relativi alla quota da pagare di competenza del periodo di esercizio, anche se avrà pagato e avrà
quindi manifestazione finanziaria nell’esercizio successivo).

Fatture da ricevere ed emettere; crediti e debiti da liquidare:


Sono le scritture che vengono redatte a termine dell’esercizio poiché esistono alcune operazioni che non
sono state registrate in Co.Ge. poiché l’impresa non era in possesso della documentazione originaria.
-> Es. acquisti di beni o servizi con fatturazione differita per i quali non si hanno ancora le fatture.
Spedizione di merci ai clienti con emissione del documento di trasposto ma non della fattura
(caso in cui la fattura va emessa al cliente entro il 15 gennaio).
Si rileva un debito per le fatture da ricevere; un credito per le fatture da emettere.
• Nelle fatture da ricevere - l’Iva a credito relativa alla merce acquistata (imposta sul valore aggiunto) si
può rilevare: nella liquidazione del mese di dicembre, o nel quarto trimestre dell’anno corrente, se la
fattura del fornitori è pervenuta entro il 16 gennaio dell’anno successivo; nella liquidazione del mese di
gennaio, o nel primo trimestre dell’anno successivo, se non giunge entro quella data.
• Nelle fatture da emettere - l’Iva a debito sulla merce venduta si può rilevare: nella liquidazione del
mese di dicembre in cui è avvenuta la consegna o la spedizione della merce; o nel quarto trimestre
dell’anno se la fattura non è ancora stata emessa.
Altre operazioni da cui derivano crediti e debiti da liquidare, di competenza dell’esercizio anche se
ancora sprovviste del documento originario, e che misurano ricavi e costi che non maturano in funzione
del tempo sono:
• premi sulle vendite da liquidare a favore dei clienti;
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• premi sugli acquisti che i fornitori dovranno liquidare a favore dell’azienda.
Rilevazione:
1) Operazione d’acquisto di merci già ricevute per le quali la fattura perviene entro il 10 gennaio:
• Acquisti merci è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio; VE- in Dare (+costi per il
pagamento della merce acquistata).
• Iva a credito è un conto finanziario acceso a crediti; VF+ in Dare (+crediti imposta valore aggiunto)
• Fornitori c/fatture da ricevere è un conto finanziario acceso a debiti; VF- in Avere (+debiti v/
fornitori).
La fattura, essendo ricevuta entro il 16 gennaio, fa confluire il valore aggiunto (Iva) nella liquidazione
del mese di dicembre.
2) Operazione di vendita di merci già consegnate ma non ancora fatturate:
È necessario tener conto dell’Iva a debito poiché anche se la fattura non è stata emessa l’azienda
che vende la merce deve comunque liquidare il valore aggiunto entro la chiusura d’esercizio.
• Clienti c/fatture da emettere è un conto finanziario acceso a crediti; VF+ in Dare (+crediti v/clienti).
• Vendita di merci è un conto economico di reddito acceso a ricavi d’esercizio; VE+ in Avere (+ricavi
per il pagamento della merce venduta).
• Iva a debito è un conto finanziario acceso a debiti ; VF- in Avere (+debiti v/erario per Iva).
3) Scritture riferite alle spese di energia elettrica e spese di consulenze professionali.
Per l’energia elettrica:
• Fornitori c/fatture da ricevere è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio;
VE- in Dare (+costi relativo all’energia consumata, non c’è Iva se la fattura non perviene entro il
16/01).
Per la consulenza del commercialista:
• Fornitori c/fatture da ricevere è un conto economico di reddito acceso a costi rilevati in spese per
consulenze professionali; VE- in Dare (+costi per pagamento della consulenza).
• Provvigioni passive è un conto economico di reddito acceso a costi; VE- in Dare (+costi).
Sia per le consulenze che le provvigioni da corrispondere ai rappresentanti vi è anche l’Iva se la
fattura perviene entro il 16/01.

Le imposte sul reddito:


La determinazione delle imposte sul reddito varia in base alla struttura giuridica dell’impresa.
Le più importanti imposte sono: l’IRPEF (Imposta sul Reddito Persone Fisiche) e l’IRES (Imposta sul
Reddito delle Società); vi è poi anche l’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive).
IRAP e IRES sono imposte proporzionali, cioè calcolate mediante un’aliquota fissa indipendentemente
dall’ammontare del reddito; le aliquote sono pari al: 27,5% (IRES); e 3,9% (IRAP).
L’IRPEF è un’imposta progressiva per scaglioni con aliquote crescenti all’aumentare del reddito.
- Per le imprese individuali: il reddito prodotto è soggetto all’IRPEF, infatti affluisce nella sezione dei
redditi personali che il titolare dell’impresa (soggetto passivo d’imposta) deve presentare ai fini fiscali.
Il valore della produzione netta costituisce la base imponibile dell’IRAP.
L’impresa individuale è soggetto autonomo d’impresa.
- Per le società di capitali: le imposte sono calcolate con il meccanismo dell’autotassazione ed
autoliquidazione da parte dei soggetti passivi che, annualmente, determinano l’ammontare delle
imposte a loro carico, con l’ausilio di modelli chiamati modello unico.
Calcolato l’ammontare delle imposte il versamento avviene in tre fasi: il primo acconto è in due rate
del 40% dell’acconto complessivo, versati entro il 16/06; il secondo acconto è pari al 60% dell’acconto
complessivo, versato entro il 30/11; il versamento del saldo si ha 16/06 dell’esercizio successivo.
Dell’IRPEF, l’unico riflesso contabile che si può avere nella Co.Ge. delle imprese individuali riguarda il
caso in cui l’imprenditore si avvalga, per il pagamento delle sue imposte personali, di mezzi finanziari di
proprietà dell’azienda.
Per l’IRES i termini di versamento sono i medesimi; i termini possono essere differiti con il pagamento di
una maggioranza pari al 0,50%, andando oltre vi sono sanzioni commisurate al ritardo.
L’IRAP invece, al momento del versamento degli acconti del 16/06 e del 30/11, viene rilevato perché per
questa imposta il soggetto autunno è l’impresa stessa, anche per le imprese individuali.
Rilevazione:
1) In contabilità, quando vengono versati gli acconti, va rilevato un credito:
• Erario c/acconto IRAP o IRES sono conti finanziari accesi a crediti; VF+ in Dare (+crediti per il
versamento dell’acconto IRAP o IRES).
In sede di chiusura d’esercizio verrà calcolato il costo relativo all’IRAP considerando l’ammontare di
competenza per poi stornare il credito che deriva dagli acconti versati il 16/06 e il 30/11 nel conto.
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In Co.Ge. si avrà:
• Imposte d’esercizio è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio; VE- in Dare (+costi
per debito che sorge nei confronti dell’Erario per le imposte da pagare ma ancora non pagate).
• Banca c/c è un conto economico patrimoniale acceso a costi; VE+ in Avere (versamento acconto).
• Debiti v/Erario è un conto finanziario acceso a debiti; VF- in Avere (+debiti).
2) Entro il 16/06 dell’anno successivo andrà versato il saldo dell’imposta e si registrerà:
• Debiti v/erario per IRAP è un conto finanziario acceso a crediti; VF+ in Dare (-debiti v/Erario).
• Banca c/c meno crediti è un conto finanziario; VF- in Avere (-crediti v/Erario).

Le scritture di rettifica:
Dopo aver registrato le scritture di completamento costi e ricavi di competenza, precedentemente non
rilevati, vi sono ulteriori assestamenti d’individuazione di costi e ricavi di competenza dell’esercizio.
Le scritture di rettifica hanno come obbiettivo rinviare al futuro costi e ricavi giù rilevati ma di competenza
di esercizi futuri.
Si dividono in tre categorie:
- una comprende le rettifiche relative al rinvio al futuro di costi/ricavi già contabilizzati ma di competenza
futura (es. rimanenze di merci, di materiale di consumo, riscontri attivi e passivi);
- una comprende le rettifiche operate allo scopo di comprendere, tra i componenti di reddito, le quote di
costi pluriennali a fattori a fecondità economica ripetuta (quote di ammortamento);
- l’ultimo comprende scritture relative all’immissione di costi presunti, connessi ad operazioni in corso
(es. rischi per interventi di garanzia, svalutazione dei crediti, ecc).
Il quadro generale di queste scritture si articola in varie rilevazioni che analizzeremo.

Rilevazione delle rimanenze di merci e materiali di consumo:


Le rimanenze sono quei costi di acquisto che, giunti al termine d’esercizio, non hanno incontrato il
correlativo ricavo.
Nel caso -raro- in cui l’esercizio futuro si aprisse con la presenza di merci invendute dell’esercizio
precedente (dette esistenze iniziali) il costo di queste, nella contabilizzazione, andrà rinviato a futuro
(detto anche costo anticipato o costo sospeso) così da partecipare alla formazione del reddito nel
periodo futuro in cui realizzeranno i rispettivi ricavi.
La registrazione in PD delle rimanenze è la fase conclusiva di un processo che si articola su due fasi:
- Accertamento:
Verifica la consistenza del magazzino e può avvenire attraverso strumenti quali: l’inventario fisico di
magazzino il 31/12, assicurando basse possibilità di errori ma con un notevole impiego di risorse; la
contabilità di magazzino, con cui si redige l’inventario attraverso i dati di rilevazione di tutti i movimenti
in entrata e uscita dei beni, attuato anche periodicamente.
- Valutazione:
Si valuta il valore delle rimanenze finali, ai sensi dell’art. 2426 c.c. valutando la differenza tra il costo
d’acquisto e il valore di mercato di un bene alla chiusura dell’esercizio.
Il costo d’acquisto è dato dal costo specifico delle rimanenze, ovvero dal costo sostenuto per ogni
quantità, per ogni unità, di rimanenza; tale lavoro è difficilmente determinabile poiché per i beni
omogenei è impossibile distinguere a quale partita appartengono le rimanenze, percui il legislatore
permette di utilizzare, al posto del costo specifico, metodi alternativi quali:
• Il metodo della media ponderata: valuta i beni omogenei acquistati in tempi differenti, quindi a prezzi
diversi, ad un valore che rappresenta la media ponderata dei vari costi d’acquisto.
• Il metodo FIFO (First In First Out): “primo ad entrare primo ad uscire” indica l’ipotesi che per
ciascuna categoria omogenea di beni acquistati in tempi remoti vengano utilizzati o venduti i primi,
così che le giacenze di magazzino possano essere le più recenti permettendo di attuare la valutazione
in base al valore degli ultimi beni acquistati.
• Il metodo LIFO (Last In First Out): “ultimo ad entrare primo ad uscire” è agli antipodi del FIFO; le
ultime merci acquistate sono le prime ad essere vendute o utilizzate, in tal modo la valutazione delle
rimanenze di magazzino viene fatta basandosi sui prezzi più lontani nel tempo.
Questo metodo non è ammesso dai principi contabili internazionali IAS/IFRS.
Rilevazione: alla chiusura d’esercizio si rilevano rimanenze di merci X e di materiali di consumo Y:
Le VE- (costi da rinviare a futuro) sono seguite da VE+ (rettifiche per costi rinviati a futuro).
1) Per le rimanenze di merci di valore X:
• Merci è un conto economico di reddito acceso a costi da rinviare a futuro; VE- in Dare di X.
• Variazioni di rimanenze di merci è un c.e. di reddito acceso a costi: accoglie una VE- in Dare (costi
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provenienti dal passato costituiti dalle esistenze iniziali); e accoglie una VE+ in Avere (rettifiche di
costi per lo storno dei costi relativi alle rimanenze finali).
2) Per le rimanenze dei materiali di consumo di valore Y:
• Materiali di consumo è un c.e. di reddito acceso a costi da rinviare a futuro; VE- in Dare di Y.
• Variazioni di rimanenze di materiali da consumo è un c.e. di reddito acceso a costi: accoglie una
VE- in Dare (costi provenienti dal passato costituiti dalle esistenze iniziali); e accoglie una VE+ in
Avere (rettifiche di costi per lo storno dei costi relativi alle rimanenze finali).
L’ammortamento:
È la ripartizione del costo storico del tempo per i fattori a fecondità ripetuta (immobilizzazioni).
Il calcolo dell’ammortamento è soggettivo, sebbene debba rispettare determinati canoni.
La valutazione delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, a fine esercizio permette di determinare le
quote di ammortamento ed è fatta in funzione della residua utilità che il bene possiede a fine esercizio e
offre per il futuro (in base alla stima della loro durata economica, solitamente inferiore a quella fisica).
La vita economica di un bene è determinata da:
• le politiche di manutenzione utilizzate e il logorio fisico (senescenza);
• segue il logorio economico e l’obsolescenza, dove un bene perde valore per il progresso tecnologico;
• la rispondenza del bene, in base alle dimensioni e all’attività produttiva che l’azienda punta a
sviluppare in futuro, e l’adeguatezza del bene al ciclo produttivo in progressivo sviluppo;
• i fattori ambientali, economici e legali che mutano, potendo porre dei limiti.
La combinazione di questi elementi determina la vita economica e quindi la perdita di valore del bene,
espressa appunto dall’ammortamento.
-> Beni esclusi dal processo di ammortamento sono ad es. i terreni.
La quota di ammortamento è la quota di costo pluriennale che viene attribuita a ciascun esercizio.
Il costo storico è il valore attribuibile alle immobilizzazioni all’atto dell’acquisto ed è la base per
determinare le quote di ammortamento; è costituito dal costo sostenuto al momento dell’acquisizione del
bene, composto dal prezzo di acquisto (o di produzione) del bene che è comprensivo degli oneri
accessori all’acquisto, come spese di trasporto, collaudo o imposte d’acquisto.
Il calcolo dell’ammortamento, negli esercizi successivi, ha come effetto ridurre progressivamente il costo
pluriennale: al termine di ogni esercizio la valutazione delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, va
fatta diminuendo il costo storico delle quote di ammortamento.
Il piano d’ammortamento viene costituito stabilendo le modalità attraverso cui ammortizzare un bene; se
nel corso dell’esercizio intervengono fenomeni che modificano l’utilizzo del bene, rispetto al piano, è
necessario ricalcolate le quote modificando il piano originario.
L’ammortamento va effettuato obbligatoriamente in modo sistematico, cioè in ogni esercizio
I piani delle quote di ammortamento, calcolati matematicamente, possono essere:
• costanti: è la modalità più frequente, sebbene sussista l’errore che un bene non può offrire la stessa
utilità a ciascun esercizio.
• crescenti e decrescenti: non più utilizzabili perché vietate dai principi contabili nazionali.
Stabilito il piano d’ammortamento si deve verificare, annualmente, che l’effettiva perdita di valore del
bene corrisponda alla quota calcolata nel piano; l’ammortamento è un costo di natura “stimata” percui
influenza notevolmente l’attendibilità del reddito d’esercizio.
I procedimenti di contabilizzazione sono due:
- procedimento diretto (in conto): la quota viene portata in diretta diminuzione del valore del fattore
pluriennale, quindi la quota di ammortamento viene direttamente portata a riduzione del valore del
bene nel medesimo conto;
- procedimento indiretto (fuori conto): la quota di ammortamento affluisce in un apposito conto (fondo
ammortamento) che ha la funzione di rettificare indirettamente il costo pluriennale.
È preferibile poiché consente di evidenziare in Co.Ge. sia il costo del nome sia l’entità complessiva
del fondo, disponendo così di tutti gli elementi necessari per redarre il bilancio d’esercizio.
Il c.c. ammette ambedue i procedimenti; in ogni caso in nota integrativa devono figurare il costo di
acquisizione e l’entità complessiva delle quote di ammortamento.
Nella contabilizzazione si ha (es.):
1) Ammortamento diretto:
La quota viene portata in diretta diminuzione del valore del relativo cespite:
• Ammortamento automezzi è conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio; VE- in Dare
(+costi relativi alla quota d’ammortamento, alla partecipazione al reddito d’esercizio del costo di
natura pluriennale).
• Automezzi è un conto economico di reddito; VE- in Dare (costo storico) e VE+ in Avere (quota di
ammortamento).
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2) Ammortamento indiretto:
La quota affluisce in un apposito fondo ammortamento che rettifica indirettamente il valore del bene.
Viene creata una rettifica indiretta che lascia inalterato il conto Automezzi, mentre si apre il conto
fondo di ammortamento.
• Ammortamento automezzi è conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio; VE- in Dare.
• Fondo ammortamento automezzi è un c.e. di reddito acceso a costi pluriennali; VE+ in Avere.

I riscontri attivi e passivi:


Ratei e riscontri rappresentano, in un certo senso, gli uni l’opposto degli altri, accomunati però dalla
stessa origine: il calcolo di entrambi nasce in relazione ad operazioni a cavallo di due esercizi.
• i ratei: sono inquadrati nelle scritture di completamento e sono valori finanziari;
• i riscontri: sono costi o ricavi che derivano da operazioni a cavallo che maturano in funzione esatta del
tempo, ma sono operazioni già state rilevate e che quindi hanno avuto manifestazione finanziaria
anticipata, pur essendo di competenza di esercizi successivi o solo in parte di quello corrente.
Le rilevazioni di riscontri attivi e passivi si colloca nelle scritture di rettifica poiché permettono di
sistemare i conti rettificando ciò che nella Co.Ge. è già stato rilevato:
• all’inizio dell’operazione l’impresa rileva la variazione finanziaria che misura il ricavo conseguito, o il
costo sostenuto, per l’interno ammontare, indipendentemente dalla competenza economica;
• a fine esercizio è necessario rinviare a futuro la quota di costo, o di ricavo, che pur essendo stata già
rilevata non è di competenza dell’esercizio;
• all’inizio dell’esercizio successivo a quello dove l’operazione ha avuto origine il riscontro viene girato al
c/ acceso al costo o al ricavo di esercizio al quale si riferisce;
• in sede di riapertura i riscontri vengono stornati al c/di competenza e diventano di competenza
dell’esercizio in corso;
• a conclusione dell’operazione non si produce alcuna variazione finanziaria o economica, tuttavia tale
data serve a calcolare il riscontro maturato in funzione esatta del tempo.
I riscontri derivano da operazioni che hanno manifestazione finanziaria anticipata e maturazione
economica proporzionale al tempo; hanno segno inverso rispetto all’operazione da cui derivano:
• Riscontri attivi: hanno origine da un costo, infatti sono costi sospesi che vengono rinviati agli esercizi
successivi; trovano spazio nell stato patrimoniale, tra le attività del patrimonio di funzionamento.
• Riscontri passivi: hanno origine da un ricavo, infatti sono ricavi conseguiti nel periodo ma in parte di
competenza futura; affluiscono tra le passività del patrimonio di funzionamento.
La rilevazione contabile (es.):
1) Manifestazione finanziaria anticipata: fitti passivi in Dare a cavallo di due esercizi (debiti v/fornitori)
liquidato solo parzialmente con assegno bancario.
• Fitti Passivi è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio; VE- in Dare (+costo); tale
costo deve essere rettificato per la quota già rilevata ma di competenze futura.
• Banca c/c è un conto finanziario; VF- in Avere (costo pagato per il fitto).
È necessario calcolare la quota di costo da inviare al futuro (riscontro attivo); esso si calcola
attraverso una proporzione che mette in relazione il periodo totale con la spesa totale rispetto al
periodo futuro e la spesa parziale X da rinviare a futuro (riscontro attivo).
• Riscontri attivi è conto economico di reddito acceso a costi da rinviare a futuro (costi sospesi);
VE- in Dare (costi);
• Fitti passivi è c.e. di reddito acceso a costi d’esercizio; VE+ in Avere (rettifica di costo).
In tal modo il c/Fitti passivi esprime il costo di competenza da considerare nella determinazione del
reddito d’esercizio.
2) Manifestazione finanziaria anticipata: emissione di fattura per interessi di dilazione e relativo
pagamento in contati.
• Crediti v/clienti è conto finanziario acceso a crediti; VF+ in Dare (+crediti, viene emessa una fattura
che determina il sorgere di un credito)
• Interessi attivi da clienti è un conto economico di reddito acceso a costi d’esercizio; VE+ in Dare.
Il ricavo registrato nel c/interessi attivi da clienti risulta parzialmente di competenza dell’esercizio,
essendo a cavallo tra i due, e va quindi rettificato per sospendere la pare di competenza futura
mediante rilevazione di un riscontro passivo: il ricavo da rinviare a futuro.
• Riscontri passivi è un c.e. di reddito acceso a ricavi da rinviare a futuro (detti anticipato o sospesi);
VE+ in Avere (+ricavi).
• Interessi attivi accoglie una VE+ in Avere (somma incassata all’inizio dell’operazione) e una VE- in
Dare come rettifica di ricavo (saldo conto interessi attivi da clienti è la parte di ricavo che inciderà sul
reddito d’esercizio).
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3) La riscossione della fattura porta a un accreditamento:
• Denaro in cassa è un conto finanziario; VF+ in Dare.
• Crediti v/clienti è un conto finanziario; VF- in Avere (-crediti che diminuiscono per il pagamento
ricevuto della fattura).

Fondi rischi ed oneri:


Le scritture di rettifica relative ai fondi rischi ed oneri considerano costi e perdite presunti.
Lo schema logico di contabilizzazione prevede che le operazioni relative alla costituzione di tali fondi
facciano sorgere passività presunte che formano una macro classe del passivo dello stato Patrimoniale.
Gli accantonamenti (fondi) attuati in previsione di eventi presunti hanno sempre una VF- (+debiti) che
misura una VE- (spesa accantonamento).
La costituzione dei fondi da sostenere in futuro sono di competenza economica dell’esercizio corrente, in
quanto derivanti da operazioni in corso di effettuazione; quando si costituiscono o s’incrementano i fondi
figurano sempre in Avere, quando si utilizzano o si annullano figurano in Dare.
Le registrazioni vedono il sorgere di un debito dovuto all’ammontare dei costi futuri presunti nella data di
sostenimento X.
• Oneri presunti: costi indeterminati nella data e nell’ammontare di esistenza certa.
Esempio: fondo interventi di garanzia, accantonamenti relativi a costi d’impresa per garanzie dovute a
riparazioni o sostituzioni di prodotti venduti; fondo per buoni sconto e concorsi a premio,
accantonamenti per costi relativi a sconti e premi alla clientela.
- Accantonamenti per interventi e Accantonamenti per concorsi a premio di garanzia sono c.e. di
reddito accesi a costi futuri presunti; VE- in Dare (+costi non ancora sostenuti ma di competenza
dell’esercizio).
- Fondi per interventi di garanzia e Fondi per concorsi a premio di garanzia sono c.f. accesi a debiti;
VF- in Avere (+debiti).
• Rischi presunti: costi indeterminati nella data, nell’ammontare ma di esistenza probabile.
Esempio: futuro pagamento d’imposte per procedure avviate dagli uffici fiscali; garanzia danni a terzi.
Accantonamenti e fondi sono equivalenti agli oneri presunti.

Svalutazione di elementi patrimoniali:


La svalutazione è l’ultima categoria d’esercizio e indica il fenomeno di perdita di valore correlato a
qualsiasi elemento patrimoniale quali: titoli; merci; crediti.
• Svalutazione titoli e merci: lo schema logico di contabilizzazione è caratterizzato da una VE- (costi per
svalutazione merce e titoli) che si compensa con una VE+ (rettifica dei costi relativi a merce e titoli).
- Svalutazione magazzino e Svalutazione titoli di Stato sono conti economici di reddito accesi a costi di
esercizio; VE- in Dare (+costi).
- Fondo svalutazione magazzino e Fondo svalutazione titoli di Stato sono conti economici di reddito
accesi a rettifiche di costi; VE+ in Avere (per rettifiche di costi).
-> NB. Fondi di rischi ed oneri sono conti finanziari; fondi di ammortamento e svalutazione (poste
di rettifica) sono conti economici di reddito.
• Svalutazione dei crediti: il legislatore stabilisce che i crediti siano iscritti, tra le attività, al valore di
presumibile realizzo (valore nominale-presunta perdita di valore).
I problemi relativi all’esigibilità del credito obbligano, secondo il principio della prudenza, ad imputare al
periodo le perdite presunte e, a fine esercizio, verificare le condizioni di esigibilità dei crediti.
Le categorie di crediti sono:
- Crediti non ancora scaduti e in normali condizioni di esigibilità, senza particolari problemi.
- Crediti non ancora scaduti e crediti scaduti ma non ancora riscossi entrambi con dubbia esigibilità;
qui è opportuno procedere ad una svalutazione indiretta calcolata in base alla solvibilità dei debitori.
- Crediti scaduti di sicura inesigibilità; qui si procede allo stralcio della contabilità con una rilevazione di
perdite su crediti, si attuerà poi lo stralcio intero rilevando una perdita sull’intera categoria.
Il Fondo rischi su crediti è un apposito conto di rettifica con cui si attua una svalutazione prudenziale
su tutti i crediti, anche se in condizioni di esigibilità normali, non potendo escludere problemi futuri.
Il Fondo svalutazione crediti è un fondo di rettifica per svalutare i crediti di dubbia esigibilità.
Entrambi i fondi vengono utilizzati solo qualora negli esercizi successivi si debba procedere allo
stralcio dei crediti stessi.
La svalutazione dei crediti riguarda normalmente crediti di natura commerciale; quelli già scaduti sono
iscritti nei conti Insoluti o Effetti insoluti e protestati, quelli non ancora scaduti figurano nei conti Crediti
v/clienti, Cambiali attive ecc.
Nella contabilizzazione le rettifiche di crediti che misurano presunte perdite su crediti portano a una
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VF- che misura una VE-.
La scrittura in PD:
-> Scritture relative allo stralcio dei crediti inesigibili:
• Perdite su crediti è un c.e. di reddito acceso a costi d’esercizio; VE- in Dare.
• Crediti insoluti e Crediti v/clienti sono c.f. acceso a crediti; VF- in Avere (-crediti).
-> Scritture tipiche di rettifica del fenomeno di svalutazione, distinte in due scritture: svalutazione crediti
in Dare e fondo svalutazione crediti in Avere (prima) e svalutazione generica (seconda).
• Fondi svalutazione crediti e Rischi su crediti sono conti finanziari accesi a rettifiche di crediti; VF- in
Avere (-crediti).
Fondi di ammortamento e di svalutazione non figurano poi nello stato patrimoniale del bilancio poiché
vengono portati a diretta diminuzione del valore dell’elemento patrimoniale cui si riferiscono.

Scritture di riclassificazione dei conti:


Consentono di trasformare i valori contabili in valori di bilancio e servono ad armonizzare le risultanze
contabili cercando d’impostare il piano dei conti per renderlo compatibile con gli schemi di bilancio
previsti dal legislatore.
Finalità di tali scritture è evidenziare con maggior dettaglio, nel bilancio, i conti sintetici della Co.Ge e far
coincidere i conti accesi a rettifiche che non trovano specifica collocazione nel bilancio (es. fondi
ammortamenti, fondi svalutazione crediti, resi ed abbuoni su acquisti e vendite, ecc).
Tali scritture non sono obbligatorie e possono essere realizzate in modo contabile o extracontabile.
1) Soluzione contabile: utilizzo in Co.Ge. di conti riepilogativi e sintetici che in bilancio devono essere
evidenziati con maggiore dettaglio.
Si separano i saldi attivi da quelli passivi utilizzando i conti finanziari riepilogativi per, ad esempio, il
conto Istituti previdenziali (o Banche) il cui saldo del conto riepilogativo è dato dalla differenza tra i
crediti e debiti dell’azienda, da liquidare entro il 16/01 dell’anno successivo.
- Eccedenza dare nel conto istituti previdenziali: il conto va chiuso rilevando il credito verso istituti
previdenziali; si ha istituti previdenziali in avere e crediti v/istituti previdenziali in dare.
- Eccedenza avere nel conto istituti previdenziali: il debito verso gli stessi è rilevato per istituti
previdenziali in dare e debiti v/istituti previdenziali in avere.
In tal modo i conti hanno valori che possono essere usati in bilancio.
Il conto verrà riacceso all’inizio dell’esercizio successivo.
• Istituti previdenziali è un c.f; accoglie in Dare crediti v/istituti previdenziali e in Avere debiti v/istituti
previdenziali. Tale conto va sdoppiato per separare crediti e debiti così da poter avere le voci
necessarie per gli schemi di bilancio.
• Banche c/c è un c.f. che può essere rilevato in un conto unico perché può accogliere i valori in
ambedue le sezioni (dare e avere); nel caso di conti accesi ai singoli rapporti di conto, dove il conto
Banche c/c è diviso in conti per ogni banca con cui si ha un rapporto, a fine esercizio si dovrà
separare i conti correnti attivi da quelli passivi.
2) Soluzione extracontabile: elaborazione di un prospetto di raccordo.
Nella fase finale della chiusura, dopo aver assestato i conti rendendoli idonei la determinazione di
reddito e patrimonio, va stabilito in che modo determinarli in Co.Ge.
Nelle scritture di riepilogo al conto economico vanno trasferiti i saldi dei conti economici accesi a
costi e ricavi di competenza dell’esercizio e, attraverso tali scritture, vanno riepilogati i componenti
negativi di reddito e poi quelli positivi di reddito.
- Componenti di reddito: dal libro mastro vanno presi tutti i conti economici accesi a costi di
competenza dell’esercizio, detti anche componenti negativi di reddito; successivamente vanno
individuati tutti i conti economici accesi a ricavi di competenza dell’esercizio, detti anche componenti
positivi di reddito.
Non vanno presi in considerazione conti finanziari, conti economici di capitale e i conti economici di
reddito accesi a costi e ricavi non di competenza dell’esercizio (quindi costi/ricavi sospesi e costi/
ricavi pluriennali, che non di competenza dell’esercizio).
- Stato patrimoniale: vanno considerati i conti finanziari, i conti economici di capitale e i conti
economici di reddito accesi a costi e ricavi che non sono di competenza dell’esercizio, poiché
accolgono elementi del patrimonio e sono qui considerati nelle scritture di chiusura generale.
Dopo aver preso e separato, dal libro mastro, i conti che vanno nelle componenti di reddito da quelli
che vanno nello stato patrimoniale, è necessario compiere delle scritture di riepilogo al fine di
trasferire al conto economico i costi e i ricavi di competenza in Co.Ge quali:
• riepilogo dei componenti negativi di reddito di competenza dell’esercizio;
• riepilogo dei componenti positivi di reddito di competenza dell’esercizio;
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Questo secondo lavoro di selezione permettono di distinguere i conti con eccedenze in dare (conti
accesi a costi di competenza) che vanno trasferiti in avere.
Si ha quindi in Dare un conto economico che accoglie tutti i costi di competenza e in Avere tutta una
serie di conti accesi ai vari costi di competenza dell’esercizio.
-> Con questa registrazione si riepilogano tutti i componenti negativi di reddito facendoli affluire in
Dare del conto economico (VE- in Dare).
Si procede poi a una scrittura opposta attraverso la quale si riepiloga il totale dei componenti positivi
di reddito che sono accolti in Avere nei conti economici di reddito.
Nel momento in cui vengono chiusi i conti economici di reddito sono registrati in Dare mentre in
Avere il conto riepilogativo del conto economico.
Si hanno così nel conto economico in Dare tutti i costi d’esercizio, il totale dei componenti negativi, e
in Avere il totale dei componenti positivi.
Confrontando le due sezioni del conto economico emerge il reddito d’esercizio.
Il risultato economico d’esercizio:
Il reddito d’esercizio è dato dalla somma tra costi e ricavi di competenza economica, confrontando il
totale della sezione Dare con il totale di Avere del conto economico riepilogativo.
• Se il totale Avere > del totale Dare: si ha una prevalenza dei ricavi sui costi, con un utile di esercizio
pari alla differenza tra Dare e Avere.
In PD si avrà: Utile d’esercizio è un conto economico di capitale acceso alla rilevazione dell’utile; VE+
in Dare (+ patrimonio netto che rileva il saldo derivante dalla differenza delle due sezioni).
• Se il totale Avere < del totale Dare: si ha una prevalenza dei costi sui ricavi, una perdita d’esercizio.
In PD si avrà: Perdita d’esercizio è un conto economico di capitale acceso alla rilevazione della
perdita; VE- in Avere (- patrimonio netto che rileva il saldo derivante dalla differenza delle due sezioni).
A questo punto il conto si può chiudere.

Destinazione dell’utile d’esercizio:


È l’incremento che il patrimonio netto subisce, per effetto della gestione, nell’ambito di un periodo
amministrativo e può avere diverse destinazioni:
• nelle imprese individuali: incrementa direttamente il patrimonio netto o viene prelevato dal titolare;
• nelle società: viene accantonato alle riserve o distribuito tra i soci.
Considerando che durante l’esercizio l’imprenditore può aver effettuato prelevamenti in conto utili
(prelievi extragestionali) registrati nel conto Prelevamenti del titolare, possono esistere ritenute sugli
interessi attivi bancari, rilevate nel conto Ritenute subite.
Utile a patrimonio netto è rilevato:
• Utile d’esercizio è un conto economico di capitale rilevato prima in Avere, quando sorge, e poi in Dare,
quando viene destinato a incremento del patrimonio, con una VE- in Dare (-patrimonio netto).
• Patrimonio netto è un conto economico di capitale che rileva una VE+ in Avere (+patrimonio netto).
-> Se l’utile d’esercizio risulta superiore ai prelevamenti in c/Utili viene destinato in parte a coprire
gli stessi prelievi e la parte restante a incremento del patrimonio netto.
-> Se l’utile d’esercizio risulta inferiore ai prelevamenti in c/Utili allora il suo importo non sarà
sufficiente a coprire i prelievi, portando quindi a un’ulteriore diminuzione del patrimonio netto.
Copertura della perdita:
La perdita d’esercizio è data da una diminuzione del patrimonio netto per effetto della gestione.
• nelle imprese individuali: lacerati viene assorbita diminuendo il patrimonio netto; VE- in Dare
(-patrimonio netto) e VE+ in Avere (assorbimento perdite d’esercizio).

Chiusura dei conti:


Dopo aver riepilogato costi e ricavi di competenza dell’esercizio, aver determinato e destinato il risultato
economico d’esercizio, è necessario redigere le scritture per riepilogare gli elementi patrimoniali.
L’obbiettivo è chiudere in modo generale la contabilità, quindi i conti finanziari, tutti i conti economici di
reddito accesi a costi e ricavi d’esercizio non di competenza del periodo e i conti economici di capitale,
rappresentati per le imprese individuali dal patrimonio netto o, per le società, dal patrimonio netto più vari
elementi, tra cui le riserve.
Modalità di chiusura progressiva:
Tale modalità utilizza in conto di riepilogo detto Stato patrimoniale finale o Bilancio di chiusura e attua in
una prima registrazione le attività e in una seconda le passività e il patrimonio netto,
- La prima registrazione procede la chiusura di tutti i conti accesi alle attività, rappresentati dalle
eccedenze in Dare che dovranno avere il saldo iscritto in Avere e che affluiranno poi in un conto
riepilogativo (c/Stato patrimoniale o Bilancio di chiusura) in Dare.
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Si chiudono così i conti accesi alle attività: i conti economici di reddito a costi pluriennali (impianti,
arredi, automezzi) e i costi sospesi anticipati (merci); i conti finanziari (crediti v/clienti, cambiali attive,
denaro in cassa, ratei attivi); i conti economici di reddito accesi a costi anticipati (riscontri attivi).
• Stato patrimoniale finale è un conto riepilogativo che accoglie in Dare i valori relativi alle attività.
- La seconda registrazione procede la chiusura di tutti i conti accesi alle passività e al patrimonio netto,
rappresentati dalle eccedenze in Avere che dovranno avere il saldo iscritto in Dare e che affluiranno in
Avere nel conto riepilogativo (c/Stato patrimoniale o Bilancio di chiusura).
Si chiudono così i conti accesi alle passività e al patrimonio netto: i conti finanziari e di patrimonio
netto (debiti, TFR, debiti v/fornitori, cambiali passive, debiti v/istituti previdenziali, ratei passivi).
Tali conti in Dare saranno registrati in Avere nello Stato patrimoniale, in contropartita.
Il totale delle due registrazioni devono risultare uguali (attività=passività+patrimonio netto).
Modalità di chiusura simultanea:
Avviene con una sola registrazione in cui figurano in Avere tutti i saldi dei conti accesi alle attività e in
Dare tutti i saldi dei conti accesi alle passività e al patrimonio; non usa il conto riepilogativo.
Quindi per chiudere i conti: si analizzano tutte le operazioni con riferimento alla chiusura d’esercizio per
determinare reddito d’esercizio e patrimonio di funzionamento; si chiudono i conti e si redigono le
scritture di assestamento; si riepilogano costi e ricavi di competenza al conto economico; si procede alla
chiusura di attività, passività e patrimonio netto allo Stato patrimoniale finale (chiusura progressiva) o si
chiudono tutti i conti con una sola registrazione (chiusura simultanea).
• Il reddito d’esercizio: è stato determinato grazie ai conti economici di reddito di competenza
dell’esercizio; questi non si trasferiscono all’esercizio successivo.
• Il patrimonio di funzionamento: è stato determinato grazie ai conti finanziari, i conti economici di
capitale e quelli di reddito di competenza dell’esercizio (costi e ricavi sospesi, anticipati, pluriennali);
questi si trasferiscono all’esercizio successivo.

La riapertura dei conti:


Il patrimonio a disposizione dell’azienda è definito dalla consistenza del patrimonio di funzionamento
dell’esercizio precedente, determinato dalle operazioni di gestione dell’impresa.
Le modalità di riapertura si basano sempre sull’uguaglianza attività=passività+patrimonio netto.
Riapertura simultanea:
Si effettua una sola registrazione in cui figurano in Dare tutti i conti accesi alle attività e in Avere tutti i
conti accesi alle passività e al patrimonio netto.
Riapertura progressiva:
- La prima registrazione fa affluire in Dare tutti i conti accesi alle attività (conti economici di reddito a
costi pluriennali e costi sospesi anticipati, conti finanziari, conti economici di reddito accesi a costi
anticipati) e in Avere il conto Stato patrimoniale iniziale.
- La seconda registrazione è relativa ai conti accesi alle passività e al patrimonio netto.
La contropartita è costituita dal conto transitorio Stato patrimoniale iniziale in Dare e in Avere il conto
Debiti (verso fornitori, istituti previdenziali, TFR ecc).
Alla riapertura succedono una serie di operazioni che riguardano i valori attribuiti agli elementi
patrimoniali trasferiti da un esercizio all’altro; tali operazioni sono le seguenti.

Il riepilogo delle esistenze iniziali di magazzino al c/Variazione rimanenze:


Le rimanenze finali diventano esistenze iniziali, acquisti fatti precedentemente ma non utilizzati.
La scrittura prevede:
• I conti accesi alle variazioni accolgono in Dare VE- (costi provenienti dal passato).
• I conti relativi ai beni, come merci o imballaggi, accolgono in Avere VE+ (saldi relativo alla chiusura dei
conti e relativo storno al conto Variazioni rimanenze).
Il saldo del c/Variazioni rimanenze esprime l’incremento o il decremento del valore delle rimanenze nel
corso dell’esercizio e costituisce un dato utilizzabile per comporre il conto economico del bilancio.

Storno dei riscontri attivi e passivi:


Sono costi e ricavi anticipati calcolati in funzione esatta del tempo, operazioni con manifestazione
finanziaria precedente ma non ancora concluse.
In sede di riapertura i c/Riscontri attivi o passivi sono riaperti rispettivamente tra attività o passività; il c/
Riscontri attivi in Dare e quelli passivi in Avere.
Le registrazioni dello storno dei riscontri sono opposte rispetto a quelle in sede di chiusura.
La scrittura vede i costi in Dare (VE-) e i riscontri attivi in Avere (VE+ per l’iscrizione del saldo).

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La chiusura di ratei attivi e passivi:
Esistono due procedimenti di estinzione dei ratei:
• Al momento in cui ha luogo la manifestazione finanziaria, operazione che vede un aumento di crediti
v/clienti che misura un ricavo, relativo agli interessi di competenza, e una diminuzione dei ratei attivi,
rilevati in sede di chiusura nell’esercizio precedente e poi riaperti.
Crediti v/clienti ha una VF+ in Dare; Interessi attivi da clienti una VE+ in Avere.
• Subito dopo la riapertura dei conti, senza attendere la manifestazione finanziaria, ipotesi in cui la
chiusura del rateo viene effettuata girarono al conto acceso al costo o al ricavo cui il rateo di riferisce.
Lo storno dei ratei attivi o passivi permette di rilevare costi e ricavi di competenza dell’esercizio
precedente, così da rettificare i costi e i ricavi registrati integralmente alla data della manifestazione.
Interessi attivi da clienti rileva in Avere l’importo complessivamente maturato da tutti gli interessi e in
Dare la rettifica degli interessi di competenza dell’esercizio precedente.
L’eccedenza in Avere del conto esprime il ricavo di competenza dell’esercizio successivo.

Lo storno delle fatture da ricevere:


Quando si emette o riceve una fattura non si possono rilevare i costi imputati all’esercizio precedente ma
si deve procedere allo storno di c/fornitori contro fatture da ricevere e c/clienti contro fatture da emettere.
- Fatture da ricevere: viene effettuala la riapertura del conto Fornitori conto fatture da ricevere con la
registrazione Stato patrimoniale iniziale a fornitori conto Fatture da ricevere in Avere.
Lo storno del debito per fatture da ricevere e l’accensione del debito documentato dalla relativa fattura
si espone anche all’Iva merci acquistate, si avrà quindi:
• Fornitori conto fatture da ricevere in Dare (per Iva a credito e debiti v/fornitori).
- Fatture da emettere: si procede alla riapertura con una scrittura che prevede clienti conto fatture da
emettere in Dare e Stato patrimoniale iniziale in Avere; si rileva poi l’emissione della fattura al cliente,
stornando il conto acceso alle fatture da emettere, il cui valore comprende anche l’Iva (rilevata nel
vecchio esercizio se la fattura è pervenuta entro il 16/01).
La scrittura sarà semplificata: crediti v/clienti in Dare e Clienti conto fatture da emettere in Avere.

L’utilizzo dei fondi:


Non è una scrittura tipica della riapertura poche può verificarsi o meno nel corso dell’esercizio.
I fondi rappresentano poste rettificate dei crediti (fondo svalutazione crediti e fondo rischi su crediti) e dei
rischi e oneri relativi a costi e perdite presunti.
• Fondo svalutazione crediti e fondo rischi su crediti: al momento della costituzione rilevano una VF- in
Avere e al momento del loro utilizzo accolgono una VF+ in Dare.
• Fondi per rischi e oneri: al momento della costituzione rilevano una VF- in Avere e al momento del loro
utilizzo accolgono una VF+ in Dare.
Costituzione e successivo utilizzo del fondo consentono di rispettare pienamente il principio della
competenza economica mediante una corretta imputazione dei costi ai periodi interessati.
Se si usa un fondo ma la svalutazione specifica e ulteriore svalutazione prudenziale dei crediti non sono
sufficienti a coprire una perdita relativa a una parte di credito (es. insoluto e non riscosso) tale perdita si
rileva nel conto Sopravvenienze passive straordinarie, un conto economico di reddito acceso a costi
straordinari, con VE- in Dare (costo) che affluirà in sede di chiusura nel conto economico.

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MODULO VI
Il bilancio d’esercizio:
La contabilità generale (Co.Ge) è lo strumento che permette di annotare le operazioni di gestione così
da poter calcolare, al termine del periodo amministrativo:
- il reddito d’esercizio: cioè la somma algebrica dei componenti positivi e negativi di reddito registrati
dall’impresa nello svolgimento della propria attività, in un dato intervallo;
- il patrimonio di funzionamento: ovvero il valore del patrimonio aziendale durante la sua attività,
valutazione che avviene al termine di ogni esercizio così da poter determinare il reddito d’esercizio.
Il bilancio d’esercizio deve avere determinate caratteristiche:
• garantire un’informazione minima ai soggetti interessati per fornire un’idea della gestione;
• essere attendibile riguardo le informazioni sulla situazione patrimoniale, finanziaria ed economica;
• essere neutrale nel fornire informazioni, non privilegiando determinate categorie.

I postulati di bilancio:
I postulati di bilancio (art. 2423 cc) sono linee guida seguite dagli amministratori per redarre il bilancio
d’esercizio e sono imprescindibili; si dividono in due gruppi:
Le clausole generali sono:
- La chiarezza, percui nel rispettare gli schemi di bilancio non vanno effettuate scelte che possano
danneggiare la comprensibilità dello stesso come raggruppamento di voci o compensi di partite
(compensare voci di bilancio di segno opposto con metodi non autorizzati dalla legge es. è vietato dire
che hai SOLO un attivo di 2000 se in realtà hai un attivo di 10.000 e un passivo di 8000).
- La rappresentazione veritiera e corretta del risultato economico d’esercizio e della situazione
patrimoniale e finanziaria (true and fare view nella normativa comunitaria).
Nella redazione del bilancio confluiscono dati oggettivi ma anche soggettivi, percui con veritiero si
intende che gli amministratori operino stime corrette rappresentante fedelmente, rispettando le norme.
Oggi i principi contabili nazionali sono redatti dall’OIC (Organismo Italiano di Contabilità), vi sono poi
principi contabili internazionali emanati dall’IASB (International Accounting Standard Board).
- Il principio della rilevanza pone al centro l’importanza della rappresentazione veritiera e corretta.
Eccezionalmente le deroghe obbligatorie permettono di non riportare ciò che è irrilevante per la
rappresentazione veritiera, non applicando una normale, scelta motivata in Nota Integrativa.
Le informazioni complementari obbligano a riportare informazioni integrative nel caso in cui quelle
previste dalla legge non siano sufficienti, come nel caso del prospetto delle variazioni di patrimonio
netto qualora gli amministratori lo ritengano fondamentale.

Il principi di redazione sono:


- La prudenza è un principio che ha come obiettivo evitare la distribuzione di utili non ancora conseguiti
valutando anche perdite presunte; es. se si acquista un titolo a 100 e il suo valore a fine esercizio è a
80 non lo si iscrive a 100 ma a 80 (se si aumentano i componenti negativi l’utile diminuisce).
- Il principio della continuazione dell’attività aziendale (going concern) sostiene che la valutazione degli
elementi patrimoniali va effettuata nella prospettiva di continuazione dell’attività d’impresa, quindi in
ipotesi di normale funzionamento.
- Il principio della prevalenza della sostanza sulla forma sostiene che rilevazione e rappresentazione
delle voci vadano effettuate tenendo conto della sostanza dell’operazione o del contratto; tale principio
rafforza la clausola “rapp. veritiera e corretta” percui un’informazione è idonea a rappresentare le
operazioni aziendali solo se viene rilevata e iscritta al bilancio in funzione della sua sostanza
economica, e non dell’aspetto formale (il valore di un’operazione non è sempre in linea con ciò che
risultava un suo esame formale es. il titolo acquistato a 100 ma che ha valore 80).
- La competenza economica è il principio cardine percui si devono attribuire al periodo costi e ricavi
riferiti a operazioni che si sono in esso concluse, permettendo di realizzare ricavi.
- La separativa nella valutazione degli elementi eterogenei obbliga a valutare separatamente elementi
differenti, così da evitare valutazioni complessive di elementi eterogenei in una sola specifica voce
patrimoniale; es. i crediti non possono essere valutati tutti insieme ma vanno vanno valutati
separatamente in base alla solvibilità di ciascun debitore.
- Il principio della costanza nell’applicazione dei criteri di valutazione prevede che, di norma, i criteri non
possano modificarsi da un esercizio all’altro, poiché altrimenti sarebbe difficoltoso comparare i risultati
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di bilancio di più esercizi consecutivi. Si vuole limitare l’uso di politiche di bilancio volte a pilotare i
risultati economici d’esercizio.

Gli elementi formali del bilancio:


Gli elementi formali sono tutti gli elementi di strutturazione del bilancio, come si presenta, da che
prospetti è costituito e quali sono le caratteristiche di struttura, forma e contenuto.
Il bilancio d’esercizio va redatto obbligatoriamente (art. 2423 cc) dagli amministratori delle società di
capitali ed è composto da quattro elementi.

Lo Stato Patrimoniale:
Evidenzia la composizione del patrimonio di funzionamento (o di esercizio), cioè definisce la situazione
patrimoniale di un’impresa in un determinato momento, solitamente un anno con scadenza al 31
dicembre, ed è redatto a sezioni divise e contrapposte (attivo e passivo).

È redatto in forma tradizionale (sezioni contrapposte o divise) percui a sinistra sono esposti gli elementi
all’attivo e a destra il passivo; ogni elemento in lettere maiuscole si suddivide in sotto raggruppamenti in
numeri romani (I II III), ogni numero romano ha sotto gruppi in numeri arabi (1, 2, 3), ogni categoria in
numero arabo si suddivide in voci contrassegnate con lettere minuscole (a, b, c).
Es. All’attivo abbiamo:
- Crediti v/soci (A), Immobilizzazioni (B), attivo circolante (C), ratei e riscontri (D); B si divide in:
- Immobilizzazioni immateriali (I), imm. materiali (II), imm. finanziarie (III); I si divide in:
- Costi d’impianto (1), costi di sviluppo (2), diritti di brevetto e uso delle opere d’ingegno (3),
concessioni, licenze e marchi (4), avviamento (5), imm. in corso e acconti (6), altre (7); 2 si divide in:
- Costi per utenze (a), personale (b), materiali (c), trasporto (d), magazzino (e).
La forma a sezioni divise (o contrapposte) vede una struttura divisa: raggruppamenti (A, B, C), sotto-
raggruppamenti (I, II, III), categorie analitiche (1, 2, 3) e voci (a, b, c).
Tale schema è rigido e obbligatorio per le società di capitali.
Una lettera o numero può essere omessa quando i relativi elementi all’attivo e al passivo sono assenti,
ovvero il cui valore è zero.

Attivo:
Per la distinzione segue il criterio della destinazione economica percui il legislatore attua: una distinzione
dei crediti in base alla provenienza; include tra le immobilizzazioni gli elementi patrimoniali destinati ad
un uso durevole nel tempo; include nell’attivo circolante gli elementi liquidi o destinati alla trasformazione
in denaro in breve.
- A: Crediti verso i soci è un gruppo dedicato ai versamenti di capitale ancora dovuti in seguito alla
sottoscrizione del capitale sociale, poiché è obbligatorio versare solo il 25% all’atto costitutivo.
- B: Immobilizzazioni comprende i beni destinati ad essere utilizzati durevolmente:
È suddiviso in immobilizzazioni immateriali e materiali a lungo termine, i costi a utilità pluriennale,
l’avviamento e gli anticipi ai fornitori di tali immobilizzazioni.
Le immobilizzazioni finanziarie comprendono: titoli; partecipazioni azionarie e non in imprese
controllate, collegate, sottoposte al controllo delle controllanti e in altre imprese; crediti finanziari di
finanziamento; crediti con importi esigibili separatamente nell’esercizio successivo; strumenti finanziari
derivati attivi e altri titoli.
- C: Attivo circolante comprende gli elementi patrimoniali liquidi o destinati a trasformarsi in denaro in
tempi brevi, cioè 12 mesi (medio termine intende 1-5 anni, lungo termine oltre 5 anni).
Si suddivide in: rimanenze, crediti, attività finanziarie che non sono immobilizzazioni e disponibilità
liquide; vi si possono aggiungere voci relative a imprese controllate e strumenti finanziari derivati attivi.

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- D: Ratei e riscontri sono poste di bilancio legate a operazioni a cavallo tra 2 o più esercizi.
In tale raggruppamento è indicato: l’ammontare dei proventi di competenza dell’esercizio ma esigibili
negli esercizi successivi; i costi sostenuti entro l’anno di competenza, variabili in ragione del tempo.

Passivo:
Per la distinzione segue il criterio dell’origine dei mezzi finanziari; la classificazione avviene in base
all’origine dei mezzi finanziari a disposizione dell’impresa e contrappone le fonti di capitale proprio da
quelle di capitale di credito.
- A: Patrimonio netto include fonti di natura intera quale il capitale di proprietà, le sue voci sono: il
capitale sociale; le riserve; gli utili e le perdite portati al nuovo esercizio.
È espressione all’esterno delle potenzialità patrimoniali dell’impresa.
- B: Fonti per rischi e oneri sono accantonamenti destinati a coprire: perdite; l’ammontare di debiti; la
data di sopravvivenza dei debiti; debiti determinati, di esistenza certa o probabile, che alla chiusura
dell’esercizio sono ancora indeterminati; fondi rischi ed oneri per strumenti finanziari derivati passivi
che accoglie variazioni di fair value derivanti dalla valutazione degli strumenti derivati.
Sono esclusi i fondi svalutazione essendo poste di rettifica, cioè svalutazioni dove alla perdita di
valore dell’elemento patrimoniale e che viene riportata all’attivo a diretta diminuzione del valore dei
beni cui si riferiscono (fondo sv. crediti, titoli, merci) e che quindi non figurano nello SP.
Ugualmente sono esclusi i fondi di ammortamento, non più presenti nell SP poiché vengono portati a
diretta diminuzione del cespite cui si riferiscono.
- C: TFR comprende le somme spettanti ai dipendenti nel caso di cessazione del rapporto lavorativo,
calcolate in base all’art. 2120 cc e non accantonate nei Fondi pensione.
- D: Debiti comprende tutti i debiti indipendentemente dalla loro scadenza.
- E: Ratei e riscontri include i costi di competenza dell’esercizio da sostenere in esercizi successivi e i
proventi percepiti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi successivi, la cui entità
varia in ragione del tempo.
I conti d’ordine non devono più essere riportati nello SP poiché ora le garanzie prestate direttamente o
indirettamente (fideiussioni, avvalli, garanzie reali o personali ecc) vanno indicate in Nota integrativa.

Il Conto Economico:
È formato dall’insieme delle operazioni che hanno contribuito a determinare il risultato economico finale
di un certo esercizio; comprende le componenti positive e negative di reddito, cioè ricavi e costi.
L’Iva non rientra tra le spese essendo che è un debito ma anche un credito verso L’Erario.
La struttura:
• attiene alle modalità di aggregazione, cioè riguarda il modo in cui le voci vengono raggruppate;
• è a valore e costi della produzione, ovvero si basa sulla classificazione dei componenti negativi e
positivi di reddito in relazione alla natura dei fattori produttivi acquisiti e dei ricavi conseguiti.
La forma:
• riguarda le modalità di rappresentazione, cioè il modo in cui il CE si presenta;
• ha una forma scalare (o progressiva) dove i raggruppamenti si succedono l’uno sotto all’altro, a
differenza della forma tradizionale a sezioni divise o contrapposte.
Ha quindi una struttura a valore e costi di produzione e una forma scalare e progressiva che permette di
analizzare con più immediatezza i risultati parziali e valutare così il grado di efficienza della gestione.
Lo schema è rigido, cioè imposto da legislatore e obbligatorio per le società di capitali.

I raggruppamenti, dei componenti negativi/positivi di reddito, sono contrassegnati da lettere maiuscole:


- A: Valore della produzione è formato dai ricavi operativi, ovvero dai componenti positivi di reddito
relativi alla gestione principale dell’impresa (gestione tipica) e dai componenti accessori (gestione
atipica) che non sono di natura finanziaria o straordinaria.
- B: Costi di produzione è formato dai costi operativi, cioè i componenti negativi di reddito inerenti
l’attività tipica e atipica dell’azienda (attività caratteristiche).
Nb. La differenza tra valore e costi della produzione è il risultato parziale di maggior importanza
all’interno dell’attività aziendale (gestione caratteristica) poiché permette una prima analisi
mostrando la differenza tra ciò che un’impresa riesce a realizzare con l’attività produttiva (valore) e
i costi che sostiene e investe per renderla possibile (costi).
- C: Proventi e oneri finanziari è un raggruppamento in cui affluiscono i ricavi derivanti dagli investimenti
effettuati nel settore finanziario e gli oneri, cioè i costi dei finanziamenti di capitale di credito contratti
dall’azienda, nonché utili e perdite su cambi; esso comprende anche in separata indicazione i proventi
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e oneri finanziari per imprese sottoposte al controllo della controllante (sorelle).
Il risultato della gestione finanziaria viene separato poiché attiene alla gestione extra-caratteristica e
non alla gestione operativa (tipica e atipica) dell’azienda; la gestione finanziaria è importante per una
corretta valutazione dei costi derivanti dall’indebitamento contratto per le esigenze gestionali, spesso
tale saldo è negativo tra le aziende italiane che indebitandosi aumentano il livello degli oneri finanziari.
- D: Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie comprende due categorie analitiche quali
rivalutazioni (voce 18) e le svalutazioni (voce 19); le rivalutazioni rappresentano il ripristino del valore
di attività finanziarie quando vengono meno i motivi di una precedente svalutazione (non è una
rivalutazione monetaria).
Questo risultato parziale, la compensazione tra rettifiche di valore di attività e passività finanziare (tra
rivalutazioni e svalutazioni), dipende dalla consistenza degli investimenti effettuati dalle imprese in tale
settore e dalle valutazioni operate dagli amministratori.
*La somma algebrica dei tre risultati parziali del Conto Economico (differenza tra valore e costi di
produzione+proventi e oneri finanziari+rettifiche di valore di attività e passività finanziarie) è
uguale al risultato economico prima delle imposte; sottraendo a questa somma (il risultato
economico) le Imposte sul reddito d’esercizio correnti, differite e anticipate (voce 20) si ottiene
l’utile o la perdita dell’esercizio (voce 21).

Il Rendiconto Finanziario:
È un prospetto di natura contabile che analizza, accerta e spiega la variazione subita da una certa
risorsa finanziaria in un determinato periodo di tempo, riassumendo in forma scalare i movimenti in
entrata e uscita che l’hanno determinata.
Mostra la dinamica finanziaria di un’impresa cioè i flussi di impieghi e i flussi di fonti esprimendo
l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide all’inizio e alla fine di un esercizio; i flussi
finanziari d’esercizio derivanti dall’attività operativa, di finanziamento e d’investimento.
Mentre lo SP fornisce solo valori “stock” riferiti ad un dato istante e il CE esprime valori di flusso riferiti
solo alla dinamica economica, il RF spiega come l’impresa ha generato, impiegato e raccolto liquidità.
È un’informazione fondamentale per gli stakeholder che vengono informati: sui mezzi finanziari da
autofinanziamento e finanziamenti esterni; sulle variazioni che hanno interessato il fondo oggetto di
studio; sull’attività d’investimento dell’impresa; sulla correlazione tra fonti di finanziamento e investimenti;
sui cambiamenti intervenuti nella situazione finanziaria dell’impresa nel corso dell’esercizio.

La Nota Integrativa:
È stata introdotta nel ’91 col dc.legs. n°127, in seguito alla IV direttiva CEE.
La Nota Integrativa arricchisce la capacità informativa del bilancio d’esercizio descrivendo e informando i
destinatari del bilancio non solo sull'origine e le caratteristiche dei valori quantitativi, ma evidenziando la
modalità con cui la gestione si è svolta; ha come obbiettivi:
• rende comprensibili determinati valori iscritti negli schemi contabili del bilancio che, altrimenti,
sarebbero poco significativi poiché non corredati dalle informazioni necessarie;
• fornire informazioni complementare di carattere patrimoniale, finanziario ed economico.
Obbiettivo del bilancio d’esercizio è aumentare la capacità informatica a beneficio degli stakeholder
(coloro che hanno interessi nell’attività dell’impresa) per tutelarli, essendo che nelle società di capitali
manca la possibilità di rivalersi direttamente sui soci.
A parte la Nota Integrativa, tutti gli elementi che compongono il bilancio devono essere a stati comparati,
ovvero a fianco del dato relativo all’esercizio in corso va inserito il dato relativo all’esercizio precedente.

All’interno del c.c. art. 2427 sono inseriti 28 punti informativi riguardo la Nota Integrativa.
L’art. 2427 bis indica le informazioni relative al fair value degli strumenti finanziari, da fornire nella NI.
Il fari value può essere definito come il prezzo che si percepirebbe dalla vendita di un’attività, ovvero il
prezzo che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di
mercato, alla data di valutazione.
I punti che andremo analizzare riguardano gli elementi principali che vanno contenuti nella NI:
- Punto 1) Nella NI vanno indicati i criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio, nelle rettifiche
di valore e nella conversione di valori che all’origine erano espressi in moneta estera; vanno quindi
forniti i criteri di conversione dei valori della moneta ed eventuali modifiche valutative.
- Punto 2) Richiede un’informazione molto analitica sui movimenti di ciascuna voce delle
immobilizzazioni, in particolare: a) i dati precedenti dell’esercizio cioè costo originario, eventuali
rivalutazione, ammortamenti e svalutazioni; b) i movimenti avvenuti durante l’esercizio quali
acquisizioni, spostamenti da una voce all’altra, alienazioni/rivalutazioni/ammortamenti/svalutazioni
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effettuate nell’esercizio, il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti alla chiusura
dell’esercizio.
- Punto 3) Richiede un’analisi dettagliata delle voci Costi d’impianto e ampliamento e Costi di sviluppo,
nonché le ragioni dell’iscrizione e i rispettivi criteri di ammortamento.
Conoscere la consistenza di tali voci è importante poiché influenzano la distribuzione dei dividenti, che
avviene solo se rimangono riserve disponibili sufficienti comprerei l’imposto di tali costi, ovvero quelli
non ancora ammortizzati.
- Punto 4) Richiede la descrizione delle variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci di attivo
e passivo, in particolari le voci del patrimonio netto, per i fondi e pre il TFR, la formazione e le
utilizzazioni; l’informazione che descrive i movimenti positivi e negativi avvenuti nell’esercizio.
- Punto 5) Prevede l’elenco delle partecipazioni in imprese collegate e controllate.
- Punto 6) richiede l’indicazione distinta, per ciascuna voce, dell’ammontare di crediti/debiti, di durata
residua o superiore a 5 anni, e di debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica
indicazione della natura delle garanzie, e la ripartizione dei crediti secondo le aree geografiche che
permette di evidenziare il rischio-paese, ovviamente più elevato in paesi finanziariamente ed
economicamente meno evoluti e, quindi, con maggiori difficoltà.
- Punto 7) Prevede l’indicazione della composizione delle voci: ratei e riscontri attivi; ratei e riscontri
passivi; altri fondi (dello SP); altre riserve.
- Punto 10) Richiede la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di
attività ed aree geografiche, se risulta significativa; tale informazione è impostate poiché riferita
all’operatività dei segmenti operativi di imprese che operano attraverso più aree-strategie di affari.
- Punto 11) Prevede venga indicato l’ammontare dei proventi da partecipazione.
- Punto 13) Richiede l’indicazione della composizione dei proventi e degli oneri di entità o incidenza
eccezionali, quando il loro ammontare sia apprezzabile.
- Punto 14) Prevede la presentazione di un apposito prospetto per completare le informazioni contenute
nello SP e nel CE relativo alla fiscalità differita ecc.

Gli allegati al bilancio d’esercizio:


Questa serie di ulteriori allegati compresi nel fascicolo di bilancio non ne sono parte integrante, sebbene
debbano essere inseriti obbligatoriamente quando la società è tenuta a redigerli.
Tra gli allegati troviamo alcune relazioni accompagnatorie quali:
La relazione sulla gestione:
Deve contenere un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della società e
dell’andamento del risultato della gestione sia nel suo complesso che nei vari settori in cui essa opera,
con particolare riguardo a costi, ricavi, investimenti e alla descrizione dei principali rischi ed incertezze
cui la società è esposta.
Per una migliore comprensione, tale relazione deve contenere gli indicatori dei risultati finanziari e, se è
il caso, di quelli non finanziari.
La relazione è uno strumento informativo estremamente rilevante poiché illustra l’andamento della
gestione mediante una divisione dei risultati ottenuti in segmenti di attività, offrendo una visione
prospettica delle potenzialità dell’azienda.
Tale relazione deve contenere:
- Le indicazioni obbligatorie (art.2428): attività di R&S; rapporti di credito/debito con imprese controllate,
collegate, controllanti e sottoposte al controllo di quest’ultime; informazioni relative al numero e al
valore nominale delle azioni proprie e delle azioni/quote delle società controllanti; l’evoluzione
prevedibile della gestione; informazioni sull’uso di strumenti finanziari da parte della società.
Se rilevanti per valutare la situazione patrimoniale, finanziaria e il risultato economico dell’esercizio, la
relazione deve indicare obbligatoriamente anche: obbiettivi e politiche della società in materia di
gestione del rischio finanziario; la politica di copertura per ciascuna categoria di operazioni previste;
l’esposizione della società al rischio di prezzo, di credito, di liquidità e di variazione dei flussi finanziari.
- Indicazioni su elementi e situazioni che non trovano spazio nei documenti che costituiscono parte
integrante del bilancio, come: rapporti con clienti, fornitori dipendenti, finanziatori; motivi che hanno
determinato andamenti favorevoli o sfavorevoli; illustrazione della politica degli investimenti, esame
dei problemi legati all’inasprimento della competitività nell’ambiente in cui l’azienda opera.
*In questo documento devono essere evidenziate le condizioni in cui si è svolta l’attività aziendali
e le linee fondamentali dello sviluppo futuro della gestione aziendale.
L’art. 2429 obbliga gli amministratori, a seconda del sistema di governance prescelto (consiglio di
amministrazione o consiglio di gestione) di trasmettere, al collegio sindacale e al soggetto incaricato del

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controllo contabile, il bilancio e la relazione sulla gestione almeno 30 giorni prima della data fissata per
l’assemblea che deve discuterlo; i revisori hanno poi 15 giorni per predisporre la propria relazione.
La relazione del collegio sindacale:
Ha per oggetto principale il resoconto dell’attività di vigilanza svolta nell’adempimento del proprio
compito di controllo di legalità e legittimità; il collegio (art. 2403) deve vigilare sull’osservanza della legge
e dello statuto sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e sull’adeguatezza dell’assetto
amministrativo, organizzativo e contabile della società e sul suo concreto funzionamento.
La relazione del soggetto incaricato del controllo contabile:
Il soggetto incaricato può essere un revisore contabile o una società di revisione iscritti nel registro
presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Tale relazione ha per oggetto il resoconto dell’attività di controllo contabile a norma dell’art. 2409 bis.
Le società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio non sono tenute alla redazione del
bilancio consolidato e possono far esercitare il controllo contabile al collegio sindacale, sempre se
previsto dallo Statuto; in questo caso il collegio predispone una sola relazione formata da due parti: una
sul controllo di legalità e l’altra sul controllo contabile.
Altri allegati di bilancio sono:
- Il prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell’ultimo bilancio delle società collegate;
- la copia del verbale di approvazione del bilancio;
- l’elenco dei soci e degli azionisti;
- le informazioni e i prospetti richiesti dalle norme fiscali;
- l’informativa complementare prevista o raccomandata da: il Consiglio Nazionale dei Dottori
Commercialisti e degli Esperti Contabili; l’Organismo Italiano di Contabilità; l’International Accounting
Standard Board; la CONSOB che ha il compito fondamentale di vigilare il mercato azionario.

Il bilancio d’esercizio in forma abbreviata:


In Italia, le società di capitali che non presentano dimensioni tali da giustificare un’informativa di bilancio
così puntuale e ricca come quella classica, vede la concessione da parte del legislatore di realizzare un
bilancio semplificato.
Le società di capitali che possono avvalersi di questo strumento semplificato (piccole imprese) non
devono superare, congiuntamente, 2 dei limiti posti durante il primo esercizio o, successivamente, per
due esercizi consecutivi.
Per rientrare nelle piccole imprese non si devono superare due dei seguenti limiti:
• Superare un totale attivo pari a 4.400.000 €;
• Avere ricavi totali delle vendite e delle prestazioni pari a 8.800.000 €
• in media dipendenti occupati nell’esercizio sopra le 50 unità.
Il bilancio va redatto in forma ordinaria quando, per il secondo esercizio consecutivo, siano stati superati
congiuntamente due dei limiti precedenti.

Lo Stato Patrimoniale in forma abbreviata:


• Contiene solo le voci che nell’art. 2424 sono contraddistinte da lettere maiuscole e numeri romani;
• Per i Crediti dell’attivo (C II) e i Debiti del passivo (D) è richiesta l’indicazione separata degli importi
esigibili oltre l’esercizio successivo;
• È possibile raggruppare alcune voci dell’attivo e del passivo, in particolare la voce Crediti verso soci
per versamenti ancora dovuti (A) e Ratei e riscontri (D) che possono essere compresi nella voce Attivo
circolante (C), sotto-raggruppamento Crediti (II).
Qui è eliminata la disposizione che impone di evidenziare, per immobilizzazioni materiali e immateriali, la
consistenza dei fondi ammortamento e svalutazioni.
Il Conto Economico in forma abbreviata:
Contiene una serie di semplificazioni che permettono di raggruppare tra loro alcune voci.
Le semplificazione che risultano dal CE sono tuttavia molto più modeste rispetto a quelle che riguardano
lo SP e la NI.
La nota integrativa in forma abbreviata:
Contiene solo le indicazioni più significative previste dall’art. 2427 tant’è che è possibile sintetizzare od
omettere numerose informazioni.
La redazione del bilancio in forma abbreviata esonera, inoltre, gli amministratori dalla compilazione della
relazione sulla gestione, purché in NI siano esposte alcune indicazioni previste dall’art. 2428 quale:
numero e valore nominale delle azioni proprie e delle azioni/quote delle società controllanti possedute
dalla società; gli acquisti e le alienazioni di azioni proprie e delle azioni/quote delle società controllanti
avvenute durante l’esercizio; i corrispettivi e i motivi delle operazioni.
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Sebbene la NI abbreviata consenta al redattore di bilancio di omettere parecchie voci, se l’omissione o la
sintesi consentita rischiano di mettere in pericolo il raggiungimento della rappresentazione veritiera e
corretta dell’andamento di gestione, il redattore del bilancio non può effettuare l’omissione o la sintesi ed
è obbligato a inserire tale informativa.

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