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Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 ( conv. in L27/02/2004 N.46) ART. comma 2 DCB - Bo (Num. 2) per Poste Spa
io non ho paura
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PRODURRE QUESTO GIORNALE COSTA 0,75 EURO QUELLO CHE DATE IN PI IL GUADAGNO DEL DIFFUSORE QUALSIASI RICHIESTA AL DI L DELLOFFERTA LIBERA NON AUTORIZZATA
Strilloni cercaSi
Benvenuto Lorenzo
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DIVENTA DIFFUSORE!
Selezioniamo uomini e donne, di bella presenza oppure no, automuniti, appiedati e ciclisti, poveri ma se volete anche ricchi, chiunque abbia voglia di sbarcare il lunario sostenendo il giornale che d voce alla citt degli ultimi. Rivolgersi a info@piazzagrande.it; tel. 051 342328, oppure recarsi in via Gandusio 11 il luned, marted e mercoled dalle 10 alle 13.
Proprio mentre il numero di settembre di Piazza grande usciva in strada, Luna, la ragazza ritratta in copertina, dava alla luce il piccolo Lorenzo. Congratulazioni da parte della redazione di Piazza grande! Ne approfittiamo per unerrata corrige: le foto di Luna sono state scattate da elena urso del gruppo fotografico Bandiera gialla.
In copertIna
il volto in prima pagina quello di andrea, che da 10 anni fa la guardia giurata a Bologna. lo abbiamo intervistato nellinchiesta di questo numero, dedicata alla sicurezza. lautrice della foto Gabriella Cremonini del gruppo fotografico di Bandiera Gialla (www.bandieragialla.it).
SoCIoLogI LA ChIAmANo TAuToLogIA DeLLA PAuRA. queL mICIDIALe meCCANISmo Che TRASFoRmA LINSICuReZZA IN TeRRoRe, IL RumoRe IN DegRADo, LALLARme PReSuNTo IN PeRICoLo ACCeRTATo. e I meDIA (NoN TuTTI, PeR FoRTuNA) SoNo SemPRe L, PRoNTI A FARe DA TRomBeTTIeRI, VeLoCI Come gAZZeLLe A SoFFIARe SuL FuoCo PeR RAVVIVARe uN Po IL CLImA, meTTeRe uNo CoNTRo LALTRo ComITATI e AVVeNToRI, AmmINISTRAToRI e CommeRCIANTI, PoLIZIoTTI e FuoRILegge. uN meCCANISmo Che SI RIPeTe TuTTe Le VoLTe, SemPRe uguALe A Se STeSSo. PReVeDIBILe e NoIoSo. LeFFeTTo SPeTTACoLARIZZAZIoNe, uNA TeCNICA TANTo eFFICACe quANTo TALVoLTA PoCo VeRoSImILe. CoS, PeR queSTA VoLTA, Su PIAZZA gRANDe ABBIAmo FATTo uNo SFoRZo: A PARLARe NoN SoNo I SoLITI PRoTAgoNISTI DeL DegRADo. SIAmo ANDATI INVeCe A SeNTIRe ChI CoN LA PAuRA FA I CoNTI TuTTI I gIoRNI: guARDIe gIuRATe e AgeNZIe SPeCIALIZZATe IN SICuReZZA. CoN uNA PARTICoLARe ATTeNZIoNe A ChI IN STRADA CI VIVe, Come I SeNZA CASA, gLI ImmIgRATI, I PoVeRI IN geNeRe: Lo SPACCATo Che Ne VIeNe FuoRI PeR NoI uN quADRo INTeReSSANTe e NuoVo Che CI PIACe PeNSARe PoSSA eSSeRe DA SPuNTo DI RIFLeSSIoNe ANChe PeR LA NoSTRA AmmINISTRAZIoNe ComuNALe e Le FoRZe DI PoLIZIA. LA PAuRA, Che SPeSSo IN queSTo CASo SI ASSoCIA ALLA VIoLeNZA, NoN hA mAI uN SoLo PADRoNe. hA PAuRA Lo STRANIeRo IRRegoLARe Che VIVe SoTTo I PoRTICI, SPeRA DI ARRIVARe SANo e SALVo A mATTINA LhomeLeSS Che SI NASCoNDe IN STAZIoNe. hA AVuTo PAuRA e Come NoN CAPIRLA LA guARDIA gIuRATA Che SI TRoVA A INTeRVeNIRe DI NoTTe meNTRe IN CoRSo uNA SPACCATA AL BANComAT. uN INVITo ALLA RIFLeSSIoNe IL NoSTRo, e ALLA CAuTeLA. LA PAuRA uNA CoSA SeRIA, e FoRSe ogNI TANTo BeNe AFFRoNTARLA DA uN PuNTo DI VISTA uN Po DIVeRSo DAL SoLITo. LA PAuRA DeLLA PoVeRT SAR CoS AL CeNTRo DeLLA PRoSSImA eDIZIoNe DI PoRTe APeRTe, LINIZIATIVA CoN CuI ogNI ANNo DoRmIToRI e STRuTTuRe DI ACCogLIeNZA SI RIVoLgoNo ALLA CITTADINANZA. DALL8 AL 15 oTToBRe LINVITo A meTTeRSI PeR uN Po NeI PANNI DegLI oSPITI: PoTRemmo SCoPRIRe Che Su CeRTI ARgomeNTI NoN SIAmo PoI CoS DIVeRSI. (mAuRoSARTI@PIAZZAgRANDe.IT)
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gerenza
Piazza Grande Giornale di strada di Bologna fondato dalle persone senza dimora TeNDeRe uN gIoRNALe megLIo Che TeNDeRe uNA mANo
redazione Via Corazza 7/8 40128 Bologna, tel. 051 342328, fax 051 3370669 www.piazzagrande.it | redazione@piazzagrande.it CaPoredattore Pietro Scarnera Consulenza editoriale Agenda (www.agendanet.it) ProGetto GrafiCo Fabio Bolognini distriBuzione Redazione Piazza grande aBBonamenti & eventi: eva Brugnettini, erika Casali
COMITATO EDITORIALE Jacopo Fiorentino, giorgio mattarozzi, mauro Sarti DIRETTORE EDITORIALE Leonardo Tancredi direttore resPonsaBile Bruno Pizzica stamPa Industrie grafiche galeati Registrato presso il Tribunale di Bologna il 15/09/1995 n6474
in redazione eva Brugnettini, erika Casali, Ilaria giupponi, Simone Jacca, olga massari, giuseppe mele, Salvatore Pio, mauro Sarti, Donato ungaro. Hanno CollaBorato a questo numero Cecilia Andrea Bacci, Annalisa Bolognesi, Francesca Bono, enrico Camana, Claudio Cannistr, graziella Cremonini, marika Di Cristina, marina girardi, gruppo fotografico Bandiera gialla, gianluca mezzofiore, gianluca morozzi, Laura Pasotti, Sofia Pizzo, Carmine Roccia, Simone Sabattini, Paola Sapori, Chiara Sibona, Rossella Vigneri, Federico Zannoni.
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giornaliSmo DaSfalto
Dal 4 novembre incontri su informazione, politica e ambiente. Primo appuntamento con Alberto Nerazzini e Luca Rosini allurban Center di Sala Borsa
Virginio merola, Carlo Lucarelli, Andrea Segr. Personaggi del mondo politico e culturale, fotoreporter e giornalisti televisivi, mentre tre workshop su carcere, immigrazione e senzacasa funzioneranno come un vero e proprio laboratorio di scrittura giornalistica. Le lezioni cominciano venerd 4 novembre, dalle 17 alle 19, nei locali di urban Center-Sala Borsa in Piazza del Nettuno. ospiti Alberto Nerazzini e Luca Rosini. Le lezioni
ontinueranno poi marted 8 novembre (ore 17-19) e a seguire tutti i mercoled sempre dalle 17 alle 19 sempre presso Sala Borsa-urban Center. Le informazioni sul programma dettagliato del corso ed eventuali aggiornamenti si trovano su www.piazzagrande.it. Il laboratorio ha il patrocinio dellAssessorato ai servizi sociali e volontariato del Comune di Bologna ed realizzato in collaborazione con lIstituzione Biblioteche.
Il corsivo
Forse qualcuno di voi avr letto della polemica tra Piazza Grande e lOrdine dei giornalisti dellEmilia-Romagna. Sul tavolo lindisponibilit degli spazi dellOrdine (sono occupati in quegli orari, ci hanno risposto) per ospitare il nostro laboratorio di giornalismo. Bene, la notizia stata letta in citt e questo ci ha dato la possibilit di trovare una nuova e prestigiosa sede per realizzare gli incontri: Sala Borsa-Urban Center di piazza Nettuno. Grazie dunque al Comune di Bologna, allassessore Amelia Frascaroli e allIstituzione Biblioteche. Per quanto ci riguarda la vicenda chiusa. Accettiamo di buon grado la rinnovata proposta di collaborazione dellOrdine dei giornalisti dellEmiliaRomagna, con la speranza che dopo le parole giungano i fatti.
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Piazza Grande ha stilato dieci regole che chi vende il giornale tenuto a rispettare, pena la sospensione
on lo scusa del giornale ti rubano il telefono. Nelle ultime settimane abbiamo sentito queste parole riferite ai diffusori di Piazza grande. Prima ancora di verificare la veridicit della notizia e individuare nel caso i responsabili, ci scusiamo con i nostri lettori e con la citt. Piazza grande non pu e non vuole svolgere un ruolo di polizia, ma considera primario il rapporto tra chi indossa il gilet colorato del diffusore autorizzato e gli abitanti di Bologna. Chi diffonde il giornale in qualche modo ci rappresenta. Di questo abbiamo parlato in unassemblea con lintero gruppo dei diffusori. Si discusso di come certi comportamenti possano avere ricadute
ne con bambini possono con vendere il giornale. Non si pu vendere il giornale se si ubriachi o sotto leffetto di droghe. 4 vietato urlare e importunare i passanti in qualunque modo. 5 Il giornale deve essere sempre ceduto in cambio di qualunque offerta di denaro. 6 vietato comprare Piazza grande e rivenderlo ad altri diffusori. LAssociazione la sola autorizzata a vendere il giornale ai diffusori. 7 Chi indossa casacca e tesserino di Piazza grande autorizzato a diffondere solo il giornale Piazza grande. 8 Solo lAssociazione autorizzata a ri-
lasciare tesserini per la vendita del giornale. LAssociazione ha il diritto di selezionare i diffusori. 9 Chi non rispetta le regole sopradescritte verr sospeso. La sospensione comporta limmediata consegna del tesserino, della casacca e delle copie del giornale che non verranno rimborsate. La riammissione o lesclusione definitiva del diffusore sospeso saranno stabilite dal Direttivo dellAssociazione. 10 quanto non regolamentato seguir quanto previsto dalla normativa vigente (furto, incauto acquisto, molestie etc.) e gestito dallautorit competente (Polizia, Carabinieri, Polizia municipale etc.) (redazione@piazzagrande.it)
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io paura
non ho
InchIesta
Furti, aggressioni, violenze: per chi vive in strada linsicurezza questione di tutti i giorni, con cui in qualche modo bisogna convivere. ma la paura pi grande, quella che non passa, riguarda il proprio futuro
p eVA BRugNeTTINI
uando giuseppe ha ripreso il bagaglio e ha lasciato Napoli per raggiungere la sconosciuta Bologna la sua preoccupazione principale era: manger bene lass?. quando Anka si trovata sola per strada la sua reazione stata pragmatica: Paura o non paura, dovevo dormire. In un momento in cui finire sotto un ponte una paura condivisa, pu essere interessante scoprire cosa rimane della paura quando sotto un ponte ci sei gi. giuseppe si definisce fortunato, a Napoli ha trovato subito un dormitorio. Anche i primi giorni a Bologna sono andati bene. Appena arrivato sono andato alla Caritas, racconta, era il giorno in cui ricevevano, la sera ho mangiato l, ma la prima notte lho passata fuori. era febbraio ed era freddo, si accomodato davanti al Palazzetto dello Sport, solo. Limportante stare tranquillo, la paura c ma la vinci, c insicurezza, certo, bisogna fare attenzione. ma io credo che il percorso di ognuno sia segnato. Bisogna tenere gli occhi aperti soprattutto riguardo ai furti tra vicini, allordine del giorno. quando ci si assentava, rimaneva qualcuno a badare le cose, e magari era proprio quello che le faceva sparire, ma lasci perdere. Come quando una notte dormiva insieme ad altri, e si accorto che qualcuno gli aveva tagliato il sacco a pelo: Poi passano alla tasca, e rubano il portafoglio, con la lametta non senti niente. Avevo anche visto chi era stato, ma sono andato via. Faceva finta di dormire, e che fai, lo svegli anche?. essere donna per strada un po pi complicato. quando Anka era in stazione quattro persone hanno cercato di rubarle la borsa, dove teneva i documenti, e senza documenti sei finita, dice. un ragazzo intervenuto, lha difesa, e da allora gli pi che riconoscente: mi ha salvata. ma quando gli stessi lhanno sorpresa in un posto appartato se l vista brutta: mi sono venuti sopra. ho chiamato la polizia, sono scappati. Da allora non ho pi dormito sola. ho conosciuto una donna, andavamo in giro sempre insieme, con i suoi carrelli. e per gli stranieri vivere in strada com? Yussef ha lasciato il Corno dAfrica appena maggiorenne, passato per
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InchIesta
TuTTi hanno paura in sTrada. Ti
pu succedere di TuTTo per nienTe, racconTa
primi giorni sono cos. Poi ti abitui. Sentirsi solo, nessuno che ti aiuta, nessuno che ti vuole, la cosa pi brutta. Nelle prime due settimane pensavo che il mondo mi crollasse addosso. e il rapporto con le persone che un tetto ce lhanno? giuseppe era appena arrivato a Napoli quando ha conosciuto un artigiano di statuine del presepe che gli ha chiesto di cosa avesse bisogno: ho fatto mente locale: Di una sigaretta gli ho detto. andato a prendere un pacco di marlboro e me le ha date. Abbiamo parlato, dal giorno dopo lavoravo nella sua bottega. mi dava qualche soldo. Se hai rispetto, la gente non ha paura. Secondo Yussef unassistente sociale aveva paura di lui. Al secondo appuntamento non sapeva chi fossi. Sono andato via. Lho incontrata su un autobus. era
Sudan, Libia e cinque giorni in mare, poi Lampedusa. Solo. Sono solo anche adesso. La polizia mi ha detto Vai, vai, non avevo niente, ero preoccupato, senza soldi n indicazioni. Poi riuscito a volare in olanda. Allaeroporto tutti andavano da qualche parte, solo io non sapevo cosa fare. ho chiesto alla polizia: Potete dirmi dove sto andando?. hanno riso, poi mi hanno aiutato. Yussef ha ricevuto casa, soldi, vestiti, cibo, studi per due anni dallo stato olandese. ma la richiesta di asilo laveva fatta in Italia, perci lhanno rispedito a Roma. Non volevo tornarci. ho lasciato il mio Paese non per paura, ma perch non cera futuro. e ora sono di nuovo senza futuro. qui nessuno pu aiutarmi. Roma, Calabria, Napoli, Firenze, milano, sempre in strada. Poi Bologna. ho perso tre anni e ancora non so cosa fare. Anche ora sono spaventato per me stesso. I documenti non sono una casa, non si mangiano i documenti. e mentre in questo frangente economico in cui la questione sicurezza un nodo centrale nelle politiche locali e nazionali, che trasforma la povert in una fonte di pericolo pi che una condizione drammatica, in strada la parola sicurezza riacquista echi del suo significato originale. Tutti hanno paura in strada. Ti pu succedere di tutto per niente, racconta Stephan, giovane dellest europa, che ha lasciato casa per cercare lavoro allestero. Lamico che doveva ospitarlo a Forl non cera. Solo, citt sconosciuta, nessuna parola in italiano, niente soldi. La prima notte stata brutta. quando sei solo, e non sei informato, e non parli la lingua, dove vai? Ti siedi in un parco e i
vicino a me, mi ha riconosciuto ed scesa. Lho incrociata unaltra volta, le ho detto Non sono un animale, perch hai paura di me?. Ci sono molti razzisti, ti guardano e si vede che non gli piaci e basta, ti odiano, vorrebbero farti del male ma non possono. Per Stephan normale che la gente abbia paura: sei un barbone, uno straniero. Poi per quando li conosci passa. Dopo due mesi che dormivo sotto i portici di San Vitale conoscevo tutti. una ragazza mi portava le brioche al mattino. ma la paura per s, per il proprio futuro, linsicurezza, quelle non passano. ho perso tante cose di cui non voglio parlare. In olanda non sono mai stato preoccupato, mai dormito fuori, mai avuto fame, dice Yussuf, qui ho paura di perdere tempo. quando non faccio niente tutto il giorno non riesco a dormire la notte. Daniel un altro ragazzo dellest europa. ha vissuto a Roma un anno in un centro sociale: mangiavamo studiavamo e lavoravamo nello stesso posto, lavoravi per te e per gli altri. A Bologna oltre a un tetto in dormitorio non ha trovato molto. mi prende ansia, nervoso, sono un po depresso, qualche volta. Cerco solo di andare avanti. Solo giuseppe non ha paura del futuro. Lo conosco, roseo. e poi penso che dovrei stare molto peggio. Sapere di avere libert di andare a Parigi, se ne ho voglia, un sollievo grandissimo. o che potrei prendere i soldi che mi ha offerto mio fratello e tornare a casa, non lo far mai, non ho mai chiesto soldi a nessuno, ma il pensiero un sollievo. Chi pecora si fa, lupo se la mangia. (evabrugnettini@piazzagrande.it) f
012345678910111213141516 La zona universitaria davvero sinonimo di degrado? Lo abbiamo chiesto a Max, che da anni passa le giornate in via Belle Arti insieme al suo cane Whisky
InchIesta
Bologna violenta? S
p CeCILIA ANDReA BACCI
e ho paura? Si che ho paura, qui son tutte teste matte!. esordisce cos max, per raccontare cosa vuol dire vivere per le strade di Bologna. Chi abita o passa di frequente da via Belle Arti lo conosce, e pure bene. Cicatrice sul volto (ma questa non centra niente, stato solo un incidente) e il fedele scalino vicino al supermercato. Di origini ciociare, precisamente di montecassino, max vive a Bologna da ormai diversi anni. Caldo, freddo Non che cambi di molto la situazione. o anzi s. Destate il caldo gli d alla testa alla gente. Li vedi, comprano una birra, poi unaltra e senza rendersene conto sono gi ubriachi. Di quelli non mi fido, anzi. Si prenderebbero a cazzotti per una sigaretta, prosegue max, accennando un sorriso. e spiega anche che ormai di gente di strada, quella vera, non ne esiste pi: Saremo tre o quattro qui a Bologna. gli altri vagano perch sono distrutti dalla droga. Chi vive per strada, quel-
li veri, non si fanno di roba: gli basta una birretta in compagnia, una sigaretta quando c e niente di pi. eppure a Bologna non mancano le persone che la sera non hanno un posto dove andare. ed in crescita il numero di persone che, per un motivo e per un altro, finiscono col perdere la casa e tutti i propri averi. Comincia cos un cammino alla ricerca di un rifugio e di un pasto caldo. I bolognesi paiono non fidarsi di loro, ma loro, i veri abitanti delle strade, si fidano dei bolognesi? quali sono le loro paure? max risponde che non ha paura quasi di niente, che in fondo Bologna non una citt cos violenta. Beh, ho paura di chi ruba, gente di cui non c da fidarsi, e non dico solo le biciclette: quelli sono professionisti e non guardano in faccia a nessuno. Viene naturale chiedergli come si svolge la sua vita in via Belle arti. qui sto bene, ormai ho molti amici, ogni tanto giro per qualche bar e mi faccio lhappy hour. qui mi vogliono bene e io vo-
glio bene a loro. Continua a sorridere max, che sembra starci proprio bene su quello scalino al civico 31. Comunque sono anni ormai che non dormo pi per strada, spiega, e anche Whisky, il mio cane, non ce la fa pi. ormai ha 18 anni e accusa gli acciacchi, come me del resto. e in effetti una delle pi grandi paure di max riguarda la salute del suo cane. eh s, per lui mi preoccupo soprattutto
la sera. Whisky ha paura a camminare perch non vede pi bene. Non potevo davvero pi permettermi di dormire in strada. e quelle dita rotte? Ah beh, qualche incidente capita a chiunque! ma qui non centra niente la gente di strada, ho semplicemente aiutato un amico a fare un trasloco. e la notte? Ah no, dove dormo non lo dico a nessuno, mica so scemo!. (redazione@ piazzagrande.net)
Esce per Clueb un volume che ripercorre la storia della piazza come spazio pubblico
p FeDeRICo ZANNoNI
el caos che negli ultimi anni sta dominando la percezione dellevolversi della vita cittadina, risulta pressoch automatico laccostamento, quando non la sovrapposizione, dei termini degrado e insicurezza. Sono parole che riflettono sentimenti radicati al punto tale che con difficolt ne razionalizziamo le origini e le motivazioni; il pi delle volte nemmeno desideriamo farlo, forse per la paura di penetrare troppo a fondo nei vissuti e nelle debolezze che ci portiamo dentro, per poi scoprirci inermi davanti a costruzioni stereotipate e imposte. Pi facile e consolatorio, come i professionisti dei mezzi dinformazione ben sanno, dare una forma tangibile a queste emozioni e a queste parole, magari identificandole con luoghi circo-
012345678910111213141516 Andrea fa la guardia giurata da 10 anni. Dal trasporto valori alle ronde, ecco com cambiato il suo mestiere
InchIesta
ndrea da alcuni anni ha passato i quaranta, ma ancora non ce la fa ad alzarsi dal letto prima delle due di pomeriggio. Per uno come lui, che torna sempre a casa allalba, svegliarsi a quellora il minimo. Non colpa di gozzoviglie o cattive amicizie, ma dei turni di pattuglia: daltronde, essendo istruttore di arti marziali e guardia giurata ormai da dieci anni, la vita di Andrea caratterizzata pi dalla disciplina che dalleccesso. Come hai cominciato questo lavoro? ho iniziato a 32 anni tramite un mio ex-allievo in palestra; prima ero tipografo, e per tre anni ho prestato servizio in aeronautica. Anche l mi occupavo di sicurezza, ma da un punto di vista diverso: ero pompiere. Anche la persona che mi ha introdotto a questa professione era un ex militare, aveva fondato unagenzia e cercava collaboratori capaci di difendersi a mani nude: il nome della qualifica era di investigatore, ma in realt ero un buttafuori. Solo in seguito divenni guardia giurata, e negli anni mi sono occupato di pattugliamenti notturni, sono stato piantone in banca e ho fatto anche qualche trasporto valori. ora per la mia ditta si occupa unicamente di pattugliamenti, e a dire il vero la cosa non mi dispiace. Che differenza c tra una mansione e laltra? ognuna richiede capacit di giudizio e abilit spesso molto diverse: ci non toglie che alcune siano pi pericolose di altre. In questo lavoro si gestiscono situazioni a volte critiche, come quando si preleva una grande somma con un furgone blindato e bisogna tenere tutto sotto controllo, magari in mezzo a una folla su un mar-
ciapiede. Le persone che si occupano di trasporto valori per esempio spesso sviluppano un carattere diverso dagli altri, pi improntato allazione, mentre io col passare degli anni sono cambiato, mi sono sposato e sono diventato pi prudente e riflessivo. Svolgo il mio lavoro con cura, ma so che ora ho molte pi cose da perdere, quindi non corro pi rischi del necessario. Una tua nottata tipo? un mio turno consiste in una ronda in automobile in compagnia di un collega: facciamo fermate presso le varie strutture da ispezionare, che possono essere abitazioni private, magazzini o negozi, e le controlliamo dentro e fuori. In pattuglia siamo sempre in due perch Bologna una delle citt in cui, per ragioni di sicurezza, non sono possibili ronde di una sola persona: si deciso cos dopo i delitti della uno Bianca. Il percorso varia sempre per non essere prevedibili, e una volta terminato il giro torniamo in centrale. Com regolata la tua professione? Il nostro un compito principalmente di prevenzione, non di repressione dei reati: non siamo pubblici ufficiali e per questo abbiamo limiti ben precisi, anche se dobbiamo prestare un giuramento dopo il rilascio del decreto di nomina. La pistola che portiamo in servizio per legittima difesa e possiamo usarla solo se ci sono vite in pericolo, e anche gli arresti che possiamo eseguire sono gli stessi che pu compiere qualunque privato cittadino in flagranza di reato, come dice larticolo 383 del codice penale. Se un poliziotto o un membro della pubblica sicurezza richiede la nostra assistenza, poi, noi siamo tenuti a fornirgliela.
Il background militare una caratteristica comune tra le guardie giurate? S, ma lo era di pi in passato. Adesso che il servizio militare non pi obbligatorio diventano guardie giurate molte persone prive di qualunque esperienza, e purtroppo la differenza si vede: chi non ha ricevuto un addestramento di un certo tipo spesso ha un approccio superficiale e non capisce appieno i rischi che affronta. questo fattore, unito alle difficolt di un mestiere per nulla semplice, che d scarse gratificazioni economiche e richiede grande senso di responsabilit, rende la mancanza di professionalit diffusa uno degli aspetti peggiori di questa professione. Ti mai capitato di correre rischi in questi dieci anni di servizio? gli impianti antintrusione collegati alla nostra centrale suonano ogni notte, e anche se nove volte su dieci sono falsi allarmi, non lo sappiamo finch non siamo sul posto. In alcune occasioni ho avuto paura, perch siamo intervenuti immediatamente dopo un furto e non sapevamo se i ladri erano ancora allinterno del negozio. mi ricordo in particolare una volta in cui trovammo una vetrina sfondata da unauto ancora accesa. Lunica volta che ho dovuto usare le arti marziali, invece, stato contro un ragazzo ubriaco che dopo un incidente stradale in via Toscana mi ha aggredito, peraltro di fronte agli occhi della sua stessa madre. Forse se ho avuto pochi problemi finora merito dellapproccio appreso da chi mi ha insegnato il mestiere: la cortesia e le buone maniere risolvono molti pi problemi della prepotenza. (redazione@piazzagrande.net)
Il
Frascaroli, assessore comunale alle Politiche sociali, Flavia Franzoni (da confermare), matilde Callari galli, antropologa e presidente dellIstituzione per linclusione sociale, Luciano Serio (associazione Naufragi), Leonardo Tancredi (associazione Amici di Piazza grande), padre gabriele (opera Padre marella). Le attivit in preparazione della giornata ufficiale contro la povert andranno dall8 al 15 ottobre. Si comincia con Porte Aperte, iniziativa organizzata dallassociazione Naufragi: le strutture di accoglienza apriranno le porte alla citt con una serie di attivit culturali e di intrattenimento. una buona occasione per trasformare luoghi di isolamento in luoghi di incontro. Il programma completo sul sito web www.naufragi.it. Il 15 ottobre si continua il percorso con una tappa festosa ma anche interattiva
e informativa. In piazza San Francesco tutte le associazioni coinvolte hanno organizzato diversi intrattenimenti per avvicinare il cittadino alla quotidianit dei senza dimora. Verranno allestiti banchetti informativi, ci sar la biblioteca vivente in cui i senza casa racconteranno la propria esperienza di vita come fosse un libro, poi si giocher al gioco dellhomeless, una rivisitazione del pi famoso gioco delloca fatta da volontari e utenti per spiegare in maniera interattiva e divertente il percorso che seguono le persone che vivono in strada dal momento del loro arrivo a Bologna fino a quando riescono a sistemarsi in una struttura. La sera si cener insieme con un pasto preparato da Auser, cui seguir il concerto dei Rumba De Bodas e degli etnia Supersantos, che durer fino a notte. (erikacasali@piazzagrande.it)
tancredi@piazzagrande.it)
La
sbagliato strada o un operatore che lavora l o un utente. Di recente stata trasferita una sede della Facolt di Ingegneria e stiamo assistendo a questo strano connubio di studenti e professori insieme ai senza dimora: potrebbero nascere sinergie interessanti! Con i cittadini si fa pi fatica: unoccasione che per fortuna si presenta ogni anno Porte Aperte, quando ogni struttura si inventa qualcosa da offrire a un potenziale pubblico esterno, nel tentativo (che anche speranza) di coinvolgere e condividere il proprio lavoro e la condizione delle persone ospitate. Non sempre facile, a volte la fatica superiore ai risultati e sembra un po di parlare sempre alle stesse persone. ma bisogna insistere e costruire reti che includano il maggior numero possibile di persone, idee e progetti. *responsabile del dormitorio massimo Zaccarelli
Una
la memoria le immagini di un passato doloroso. Differente la situazione a Villa Aldini, il centro di accoglienza che ha aperto i battenti lo scorso 13 giugno fuori porta San mamolo e che ospita una cinquantina di senzatetto. qui le attenzioni dei vicini di certo non mancano. Lapertura stata preceduta dalle polemiche di alcuni abitanti e tuttora sembra serpeggiare un certo timore, specialmente fra gli anziani. Non ho mai avuto problemi personalmente, ma so che c chi ha paura a prendere lultimo autobus della sera per tornare a casa, dichiara un residente. qui sembra esserci una maggiore partecipazione emotiva da parte del vicinato. Anche in questo caso Villa Aldini e via del gomito puntano su Porte aperte per destare curiosit evoglia di partecipazione fra chi abita nei dintorni delle strutture.
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Storia di un lavavetri
p CARmINe RoCCIA
roviene dal Bangladesh, e questa per lui lunica certezza. Tutto il resto un ricordo sbiadito come un sogno, anzi come un incubo. Si chiama monir mallah, un nome che potrebbe anche fare la sua figura stampato sulla copertina di un libro, o magari nei titoli di apertura di un film, ma in realt solo un nome molto comune, come comune luomo che lo porta: uno dei tanti che hanno cercato di rendere la propria vita un po pi dignitosa fuggendo dalla povert, cercando unopportunit in europa. In altre parole inseguendo un sogno: ma i sogni sono come la luna, che ci appare splendente nelle notti buie, per ci mostra sempre solo una delle sue due facce, laltra rimane sempre nascosta e misteriosa. monir, suo malgrado, ha scoperto il lato oscuro della luna, ha sbattuto il naso contro qualcosa di pi grande di lui, una
Lavando i parabrezza delle auto, un giorno dopo laltro, monir ha consumato il proprio spirito, si sporcato il proprio animo, e adesso il futuro gli fa paura
realt a lui sconosciuta, ha dovuto fare i conti con un mondo che non il suo. monir non riuscito a integrarsi come hanno fatto altri pi fortunati, non riuscito ad aprire un piccolo commercio di frutta e verdura, o magari a fare loperaio in una fabbrica dellhinterland di Bologna, monir non ha trovato di meglio che mettersi a lavare i parabrezza delle auto ferme ai semafori della citt. Per lui i giorni scorrono, sono giorni assolati o sferzati dalla pioggia, ma hanno tutti una costante: la solitudine. Cos monir incomincia a tradire se stesso, si abbandona e perde i propri principi, comincia a consumare alcool, solo per darsi forza e alleviare il dolore e la fatica. ma il bere, inevitabilmente, lo conduce allemarginazione e alla confusione. Le difficolt che ogni giorno deve superare non sono poche: sfuggire quotidianamente ai controlli della guardia municipale e affron-
tare lintolleranza degli automobilisti sempre pi arrabbiati. Nonostante questo riesce a pensare ai suoi figli, a sua moglie, che sono rimasti ad attenderlo in Bangladesh. Puntualmente spedisce loro una parte degli spiccioli che racimola durante la giornata. Lavando i parabrezza delle auto, un giorno dopo laltro, monir ha consumato il proprio spirito, si sporcato il proprio animo, e adesso il futuro gli fa paura: una paura che gli lacera il cuore. monir adesso ha voglia di fermarsi, ha voglia di ritornare alle proprie origini, ma sa che ormai troppo tardi. Intanto il mondo continua a girare, le
auto sfrecciano con rabbia quando il semaforo diventa verde, lasciando monir pietrificato e stupito, un piccolo uomo, che ha infranto il proprio sogno, che ha ormai attraversato lingannevole miraggio. Le lacrime scivolano sul viso sporco di monir e cadono nellacqua torbida del suo secchio, guarda lontano, ma lunica cosa che vede la propria ombra deforme sullasfalto. monir chiede aiuto, ma nessuno lo pu aiutare, perch lui ormai solo un fantasma, aspetta la notte per far rivivere quei sogni e quellesistenza che non stata. (redazione@piazzagrande.it)
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karvin (Repubblica Ceca) e glasgow (Scozia). Lo scopo di Roma-Net quello di elaborare programmi e politiche che le istituzioni possano poi trasformare in piani di azione locale da applicare a livello territoriale. Presenti anche le associazioni bolognesi che lavorano con i rom. Come Teatrino Clandestino, che ha passato due anni a Shutka in macedonia, dove c la pi grande comunit rom deuropa: ne sono nati due spettacoli teatrali e un video. Piazza grande ha intercettato i rom arrivati a Bologna nel 2005 e ha cercato di inserirli nellassociazione coinvolgendoli nella vendita del giornale di strada, per dare loro una fonte di reddito diretta. A un certo punto avevamo 50 venditori rom e non stato facile gestirli spiega Leonardo Tancredi, presidente dellassociazione In alcuni casi abbiamo avuto dei problemi, ma oggi una decina di loro sono riusciti a uscire dai campi e ad
affittare un appartamento, sicuramente un forte segnale di distacco rispetto al passato. ma oltre ai rom che cercano di integrarsi sul territorio ci sono anche quelli che vogliono tornare a casa. ma con un progetto strutturato. Ad aiutarli ci sono i ragazzi della cooperativa sociale La piccola carovana che hanno messo in piedi il progetto di Rimpatrio volontario assistito. Dal 2008 a oggi sono 9 le famiglie che sono rientrate a casa: 8 in Romania e 1 in Serbia. Tra i partner stranieri c lesperienza di Nagykll (ungheria), piccola citt di 10 mila abitanti con il 13-15% della popolazione
rappresentata da rom. Si tratta di persone con una bassa istruzione e unalta percentuale di disoccupati, il cui reddito deriva soprattutto da trasferimenti pubblici di denaro e che subiscono forti discriminazioni sul lavoro. Abbiamo avviato un progetto per la loro integrazione nel villaggio racconta Bela, coordinatore del progetto attraverso la creazione di cooperative agricole che permettano loro di portare avanti una piccola economia familiare agricola. Tra gli obiettivi del progetto c anche la formazione, in particolare di bambini e giovani. (www. redattoresociale.it)
Sgomberi appartamenti e cantine Tinteggiature appartamenti e vani scale Stuccature, cartongessi, murature Verniciature infissi, termosifoni, cancelli Riparazione tapparelle, maniglie, serrature
nuovi cittaDini
p RoSSeLLA VIgNeRI
Draghetti. Al centro della mobilitazione, i diritti di cittadinanza di quei cinque milioni stranieri - pari all8% della popolazione totale - che da anni vivono, lavorano e fanno figli in Italia e tuttavia non possono partecipare attivamente alla vita sociale e politica del paese. I promotori della campagna puntano a raccogliere entro 6 mesi le 50 mila firme necessarie per presentare in Parlamento due proposte di legge, una di riforma dellattuale normativa sulla cittadinanza, laltra sul diritto di voto alle elezioni amministrative. Dopo il deposito in Cassazione dei testi delle due proposte, il Comitato promotore di Bologna ha aperto la raccolta firme; punto di raccolta lufficio Stranieri Cgil, in via del Porto 16/C. Per informazioni: annarosa_rossi@ er.cgil.it. (www.bandieragialla.it)
ntra nel vivo anche a Bologna la campagna LItalia sono anchio, promossa da unampia rete di organizzazioni locali (Arci, Cgil, Cisl, Anpi, Comitato primo marzo, Acli, Libera, Centro Astalli, Il razzismo una brutta storia/ Feltrinelli) e sostenuta da un numero crescente di associazioni, cittadini e rappresentanti delle Istituzioni, tra cui il primo cittadino di Bologna Virginio merola e la presidente della Provincia Beatrice
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Le lacrime di un padre
p DoNATo uNgARo
La
le auto dei residenti o pseudo tali? e allora ecco tre brevi ipotesi di lavoro per chi si cimenter nella prima vera sfida della nuova giunta. Primo: lasciare la chiusura totale della T al bel ricordo di quel fine settimana, tenerci gli autobus che portano le persone in centro e chiudere del tutto le zone dove il commercio ancora tiene e la passeggiata ha davvero senso. esempi? Tutto il quadrante tra via Zamboni, via Rizzoli, via Righi e via Indipendenza. Secondo: cosa vuol dire chiudere? Significa quasi nessuna macchina che passa, e certamente nessuna parcheggiata ai lati. Lo slalom tra le vetture che ingolfano il tratto da piazza della mercanzia a piazza Santo Stefano non ha senso. Discorso simile per via del Pratello. Cos come non hanno senso alcune belle piazze (da San Domenico a San martino) trasformate nel tempo in parcheggi per auto o motorini. Pu una liberazione totale di queste ed altre zone simili passare per un accesso consentito non a tutti i residenti di tutto il centro, ma solo a quelli diretti al proprio box o garage? Terzo: studiare un accesso limitato ad alcune fasce orarie per il carico/scarico merci. magari quello pi comodo per i commercianti. ma unora o due, poi fine: non si entra pi. Servono un bel po di lavoro, una solida volont politica ma anche un serio piano di parcheggi interrati (in piazza Roosevelt?). Per alcune cose ci vorranno mesi, per altre anni. ma intanto servono idee, subito. Tutte le pi affascinanti citt (lasciamo perdere le metropoli, Bologna non lo ) del mondo hanno zone pedonali vere che nessuno si sognerebbe pi di riaprire al traffico. Pu Bologna entrare a farne parte?
dore di fumo, sul bus che sto guidando; guardo lo specchio ma non capisco chi sta fumando a bordo, oppure se un passeggero salito facendo lultimo tiro e portando su quellodore. mi sporgo dal posto guida e noto un uomo sui trentanni, che fuma vicino alla porta di discesa: Signore, non si fuma a bordo, dico a voce alta. questo alza la mano per scusarsi e caccia via la cicca attraverso la porta aperta. Dopo un attimo al mio fianco. Tu scusa me; mia figlia morta. Non italiano e parla come pu; ha un braccio fasciato e il volto segnato dalle cicatrici, come un gatto randagio. Subito faccio fatica a credere a quello che ha detto; poi penso che una scusa un po grossa, per giustificare due tiri su un autobus: e poi la faccenda era gi finita e lui poteva anche evitare di venire a parlarmi, a giustificarsi. Decido di credergli. quanti anni aveva?. Non risponde, ma alza le dita in segno di una vittoria che la pi amara delle sconfitte: due anni. Penso a una malattia, a una morte in ospedale, qui a Bologna. Come successo?, chiedo soffocando il magone che mi chiude la gola. una palla, risponde. un incidente mentre giocava, mi verrebbe da dire; ma la teoria non mi convince e faccio unaltra domanda. Come una palla?. Il mio interlocutore mima lo sparo di una pistola e ripete. Palla, palla: revolver. A Tunisi. un colpo di arma da fuoco, durante la Primavera Araba; ecco improvvisamente il sangue di una bimba di due anni scivolare sul pavimento del mio autobus, tra i piedi ignari dei passeggeri, mescolandosi alle immagini trasmesse dalle tv al plasma dei nostri salotti. Stento ancora a credere alle parole di quelluomo, che si copre gli occhi in un silenzioso pianto. Prego Iddio che abbia voluto prendermi in giro, farsi burla di un tranviere ingenuo; prego perch quella bambina morta non esista, perch lui non sia mai stato padre. ma in un angolo recondito della mia anima una voce mi dice che invece possibile sia tutto vero; e io non ho parole per consolare luomo che ho di fianco. Sei musulmano?, gli chiedo appoggiando la mia mano sul suo braccio bendato. mi risponde di s, con un cenno della testa. Allah akbar: Dio il pi grande e tua figlia ora con lui, gli dico guardandolo oltre le palme che gli celano gli occhi. Lui abbassa le mani e mi guarda esterrefatto; approfitta della prima fermata per scendere dallautobus e piangere rumorosamente senza pi coprirsi il volto. Se ho sbagliato a parlare, Dio - un qualsiasi Dio - mi perdoni.
La redazione di Piazza Grande risPonde aLLe Lettere PubbLicate sui quotidiani boLoGnesi
caro lettore, la sua lettera ci fa sorgere un dubbio: ma non che questo premio fetore esiste veramente? no, perch a volte sembra che Bologna sia piena di aspiranti giurati (e aspiranti vincitori, ammettiamolo) tutti presi dalla caccia alle strade puzzolenti. e se un giorno, per variare, provassimo a passeggiare in una strada profumata, magari una di quelle che portano sui colli? giusto per dare un po di tregua al nostro olfatto e arrabbiarci un po di meno.
vorrei dare il premio fetore a via de piatesi. fra via manzoni e via de monari c questa strada che , credo, la pi maleodorante latrina a cielo aperto di Bologna. nessuna citt dovrebbe tollerare un degrado simile.
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ogni giorno 200 visitatori si recano a monte Sole, sui luoghi della strage nazista di marzabotto. A guidarli c un gruppo di volontari Auser
e li intratteneva con i suoi racconti. oggi i volontari, oltre a occuparsi dei percorsi guidati, curano la manutenzione del parco e contribuiscono allorganizzazione di eventi importanti, come i festeggiamenti del 25 aprile e le commemorazioni delleccidio di marzabotto allinizio del mese di ottobre. Sono oltre duecento i visitatori che ogni giorno si recano in questi luoghi; moltissimi i giovani e le scolaresche. un piacere lavorare con i ragazzi, continua edda, soprattutto con i piccoli delle elementari, che fanno domande molto semplici e ingenue; oppure con i ragazzi delle superiori, sempre molto attenti e interessati. quello che spieghiamo non deriva dai libri, ma dai racconti dei sopravvissuti e dalla nostra incrollabile fede nel valore della memoria. Perch solo facendo rivivere il passato si pu guardare al futuro con maggiore consapevolezza. (www.auserbologna.it)
T-day
p mARINA gIRARDI
er raggiungere via oberdan il mattino del T-day devo sgomitare, assieme al mio carrellino, tra la gente assiepata di fronte al nuovo Apple Store. Almeno duecento persone attendono pazienti il loro turno sotto il sole troppo caldo di inizio settembre, per entrare e ricevere la maglietta commemorativa dellinaugurazione del negozio. oggi le vie del centro (quelle che formano la T appunto) sono completamente chiuse al traffico, una grande isola pedonale, una piazza totale animata da decine di iniziative. Le biciclette corrono libere dove di solito rischiano di essere arrotate dal 19 o dal 13, trasportano annunci pubblicitari o trascinano taxi-risci gratis a consumo zero e anche Leo pu sfrecciare felice sulla bici a due piani che si co-
struito alla ciclofficina dellXm24. Il mio solito angolo allinizio della via ombreggiato dal gazebo di una clinica dentistica e quasi tutto il giorno mi terranno compagnia distributori di volantini e palloncini pubblicitari. Linedito silenzio rotto solo dalle note del basso tuba che un ragazzo coi rasta suona scalzo poco pi in l. ogni cosa al suo posto e tutto scorre liscio: il Popolo delle libert raccoglie adesioni accanto ai ragazzi di Save the children, io dipingo macchie blu che si trasformano, come spesso accade, in alberi o donne pensierose, il mio pasticcere albanese di fiducia mi serve il caff con un sorriso sconosciuto, perfino lo spazzino cinese non imbraccia la consueta diavoleria a motore ma la cara vecchia
ramazza e lo fa con solerzia a mezzod, alle sette di sera e perfino alle undici passate, con la stessa compunta espressione. Alla ragazza bionda numero uno il babbo regaler unautomobile per il compleanno, la ragazza bionda numero due dice di avere la pelle doca per lemozione e la ragazza bionda numero tre grida Anchio, guarda!, mostrando il braccio. Chiss se le campane suonano a festa solo oggi o lo fanno tutti i sabati, ma per via del rumore del traffico io non sono
mai riuscita a sentirle. (marina girardi, in arte magira, una fumettista e illustratrice nata a Belluno nel 1979. Vive a Bologna da pi di dieci anni e quasi ogni sabato dipinge in via oberdan. Il suo blog www.magira.altervista.org)
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allaspetto puramente sportivo prestano grande attenzione anche a quello educativo e della socializzazione. Inoltre il nuovo campo in sintetico dellistituto non ha neanche un anno di vita, ed perfetto per allenamenti e partite. Non a caso, aggiunge Costanzini, gli operatori non sono gli unici a poter entrare al Pratello per giocare con i suoi ospiti; frequentemente organizziamo partite amichevoli con squadre esterne amatoriali di volontari, e la partecipazione sempre molto buona. In alcune occasioni sono entrate anche squadre femminili, e il comportamento dei ragazzi sempre stato impeccabile. Il calcio, anche se rimane il preferito dai ragazzi, non lunico sport proposto da uisp. Nei periodi festivi sono stati organizzati laboratori di tiro con larco, capoeira e incontri con ospiti; anche il portiere gianluca Pagliuca e lallenatore Franco Colomba sono passati per il
Pratello. Inoltre un progetto di storytelling legato al calcio permette ai ragazzi di conoscere le vite dei grandi campioni del passato, e di mettersi in gioco in prima persona raccontando le proprie esperienze e aprendosi agli altri. ma non tutta lattivit calcistica dei ristretti si svolge dentro le mura dellistituto, anzi. A luglio alcuni ragazzi segnalati dalla direzione hanno avuto il permesso di uscire per partecipare ai mondiali An-
tirazzisti a Carpi, racconta Costanzini, e hanno giocato in squadra al fianco di membri del personale di sicurezza. Inoltre negli ultimi mesi sta cominciando un nuovo progetto: sempre in concerto con la direzione stiamo inserendo alcuni ospiti in squadre esterne, e questo sta permettendo loro di partecipare ad allenamenti fuori dallistituto due volte alla settimana. (redazione@piazzagrande.it)
c una famosissima battuta che in genere viene associata a frankenstein Junior, ma che i pi attenti possono trovare anche in amore e guerra, il film di Woody allen uscito un anno prima: la famosa battuta che dice potrebbe andare peggio, potrebbe piovere. ora, come tutti noi abbiamo notato, stiamo vivendo uneterna estate cominciata ai primi di maggio e non ancora terminata a inizio ottobre. Quante volte ha piovuto, secondo voi, a Bologna, dalla met di luglio a oggi? non parlo di un paio di spruzzatine serali, di quelle che vai comunque in giro per la festa dellunit con una felpa col cappuccio e neppure te ne accorgi, dico la pioggia vera, quella che ti bagna fino agli organi interni? ve lo dico io: ha piovuto una certa domenica dalle quattordici e quarantacinque alle diciassette, e basta. il giorno di Bologna-lecce, il debutto casalingo. ha piovuto proprio quelle due orette l, giusto il tempo di bagnarci tantissimo e di far scappare delle povere ragazze venute in curva in look da happy hour a marina di ravenna. che poi, tu dici, va bene, anche nellultimo Bologna-lecce di serie B ha piovuto tantissimo, ma alla fine abbiamo goduto della vittoria, uno a zero, gol di Bombardini, no? ecco, stavolta abbiamo goduto un po meno. abbiamo visto un certo cuadrado del lecce imperversare sulla fascia destra con degli inarrestabili coast to coast, Di michele giostrare di tacco a proprio piacimento, il lecce a far torello, i nostri ragazzi trotterellare stralunati per il campo con uno schema che era: 1) palla a mudingayi che si inventer qualcosa, col povero mudi, dai piedi non proprio educati, a far quel che poteva; 2) in caso di lancio lungo tutti incontro al pallone, Di vaio, acquafresca, Diamanti, tutti l come in parrocchia. un fradicio due a zero, tra i pi umilianti che la storia ricordi. Dopo c stata una ripresina: un punto a t orino, con un gol discutibilissimo della Juve a palla in movimento, e una bella prestazione con linter, nonostante la sconfitta in casa. anche un paio di gol, un colpo di testa di portanova, un rigore di Diamanti, giusto per ricordarsi che si pu anche raccogliere il pallone dalla porta degli altri e non solo dalla nostra. e poi c stato il record di sfortuna di gillet, colpito alla testa in uno scontro il mercoled a t orino, svenuto due volte nella doccia, recuperato, colpito di nuovo alla testa il sabato con linter, trauma cranico, svenuto di nuovo, con la moglie a dire stupefatta ma come, ancora?. Solo che la ripresina poi naufragata a udine, dove si poteva perdere anche cinque a zero, a guardar bene la partita. Dove piuttosto che dar spazio a vitale, terzino sinistro, col titolare morleo squalificato, Bisoli ha messo di nuovo raggi in quella posizione (come a firenze). a udine la difesa prende gol con una facilit ridicola, lattacco non tira mai, tutta la squadra fa movimenti da terza categoria. e, insomma, da udine si esce ultimi in classifica. roba che il novara ha quattro punti in pi. roba che latalanta, con un meno sei di penalizzazione, ha tre punti in pi. fortuna che c il cesena a fare la nostra stessa marcia. ora paga Bisoli, naturalmente, per colpe sue e non sue. nel valzer di allenatori degli ultimi anni, arrigoni, mihajlovic, papadopulo, magnani, malesani, Bisoli, vediamo a chi tocca adesso. (al momento di andare in stampa, il Bologna sta trattando con Stefano pioli, ndr) e buona fortuna.
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Il dIrettore John BIrd racconta I nuovI progettI del gIornale dI strada Inglese, fra la crIsI economIca e I rIots
Bird nella redazione di q| JohnBig issue. sopra, la copertina the del numero del ventennale
per i quali verranno pagati 100 sterline al mese come reporter locali. Dopo i riots che hanno devastato Londra il mese scorso, Bird stato costretto a togliere i venditori dalle strade per due settimane, con dure ripercussioni sulle vendite. ma il vecchio impresario ha come sempre un piano di riserva per rispondere alla crisi che attanaglia lInghilterra, con il tasso di disoccupazione che a fine anno potrebbe raggiungere l8,8 per cento. oltre ai senzatetto, unaltra categoria potr vendere il giornale da settembre in poi: i disoccupati. Stiamo tornando alle origini del giornale, quando cerano centinaia di migliaia di persone per strada, dice Bird. Prima erano soprattutto ubriachi e cosiddetti senzacasa professionisti. Adesso ci sono molti tossicodipendenti e persone con problemi psichici, ex-soldati ed ex-detenuti. C molta pi sconfitta nellaria, una sensazione di svuotamento, di depressione cronica. The Big Issue sta cercando di dare una risposta alla crisi economica anche dal punto di vista educativo. Vogliamo aiutare le persone a comprendere le vere cause della crisi, spiega Bird. quei bastardi [sic] della sinistra consumista e assistenzialista (i New Labour, ndr) sanno solo dare la colpa al capitalismo. Non solo una crisi del capitalismo, anche una crisi mia e tua. proprio questo il fulcro del pensiero di Bird, che anche alla base della filosofia di The Big Issue. Non puoi aspettare che sia il governo, lo stato o lamministrazione locale a darti da vivere. Te lo devi guadagnare con il sudore delle mani. Non puoi fidarti del governo o dellamministrazione locale perch non sanno come affrontare il problema della povert e non sanno tenere la comunit insieme, dice Bird. The Big Issue coinvolge le persone della comunit civile e le responsabilizza, dando loro gli strumenti per salvarsi da s, sollevarsi con le proprie mani e non grazie allaiuto dello stato. ultimamente londata di venditori dallest europa (circa il 20 per cento del totale) ha suscitato molte critiche. I rumeni, come spesso accade, sono stati presi di mira dalla stampa conser-
vatrice, da commentatori ed esperti del settore. Bird non usa parole tenere verso il governo. Loro li hanno fatti entrare, trattandoli poi da cittadini a met e loro se ne devono prendere la responsabilit, dice. Io so per certo che alle 7 del mattino sono tutti vestiti e pronti a lavorare. I bambini hanno gi luniforme da lavoro. Se i genitori non vendono The Big Issue, i bambini non potranno andare a scuola. Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto con loro. Accetto il fatto che alcuni potrebbero rovinare la nostra reputazione. Siamo aperti allabuso. Bird sa di cosa parla, perch la vita di strada lha provata sulla sua pelle. Nato a Notting hill da una famiglia di immigrati irlandesi, diventa senzatetto allet di cinque anni. Dopo tre anni in un orfanotrofio, la cacciata da scuola. unadolescenza dentro e fuori la prigione. La vita di strada, per Bird, era come unamante a cui non potevi dire di no. Dai 10 ai 15 anni, ogni estate mi mettevo nei guai, racconta. ho rubato, dato fuoco ai palazzi, commesso ogni genere di crimine. Perch? Perch avevo tempo da spendere, proprio come quei ragazzi che hanno distrutto Londra. quando parla della sua origine sottoproletaria, della storica working class britannica, un lampo attraversa il suo viso, e i suoi occhi si accendono di un fuoco arcano, di un orgoglio sopito. Io mi sono educato da solo, in prigione ho imparato a leggere e a scrivere, spiega. Tuttavia non sar mai ve-
ramente istruito e non riuscir mai davvero a capire la societ occidentale. Non sar mai politically correct. Forse se mi fosse stato insegato da bambino il latino.... Bird si scaglia violentemente contro il mito delleroe proletario, duro a morire. Dobbiamo capire che non c nessuna dignit nella povert, dice. Il mito del buon selvaggio roba da propaganda sovietica. mia madre, da buona irlandese, mi ha insegnato a odiare tre categorie di persone: gli ebrei, i neri e gli inglesi. Come fai a liberarti di questo peso, di questo retaggio razzista e sciovinista? La maggior parte dei poveri non ce la far mai. ecco perch The Big Issue importante: Noi abbiamo detto ai senza fissa dimora: guarda, non sarai mai totalmente trasformato una volta diventato venditore. ma almeno potrai dire questo lho fatto da solo, nessuno me lha dato. Il futuro del giornale, secondo Bird, sta tutto nel diventare una pubblicazione pi utile, che deve dare leadership alle persone. Vorrei che il giornale partecipasse idealmente alla fine della povert nel Regno unito e nel mondo, ma non so se ne avremo il tempo, dice. In unintervista al guardian di qualche tempo fa, Bird confessava: Avevo incredibili manie di grandezza da ragazzo. Sognavo grandi cose. Forse deriva dal fatto che sono indigente dallet di 5 anni. Dream on, John Bird, dream on. (redazione@piazzagrande.it)
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il Quinto alimento
(canniclau@libero.it)
Ariete
dattica Il giardino di Pimpinella organizza avventure nel bosco con raccolta di castagne, alla ricerca degli gnomi. Tante inoltre le sagre dedicate alla castagna nel nostro territorio: le marronate di Savigno, mongardino, Camugnano, Tol di Vergato e Sasso marconi; la marronfesta a Castelluccio di Porretta Terme; Caldarroste e Barbera a monteveglio; la festa Casone ardente a Lizzano in Belvedere, dove si possono visitare i castagneti e il mulino. Infine alla Sagra della castagna di granaglione, tutto a base di castagne, persino la birra. (www.communeating.com)
SINTomI DI RIPReSA
Bilancia
bene anche per tagliatelle, gnocchi e frittelle. Se la citt viene animata dai caldarrostai, fuori porta potete divertirvi a raccogliere da soli le castagne, stando attenti a non ritrovarvi in castagneti privati. I castagneti pi vicini a Bologna si trovano allinterno del Parco storico di monte Sole a marzabotto. Verso modena, invece, allospitale di San giacomo di Zocca possibile visitare il museo del castagno e seguire i vari sentieri nel bosco. In direzione Romagna, poi, si pu andare a marradi e percorrere la Strada del marrone. Se avete dei bambini la fattoria di-
Toro
Scorpione
Gemelli
Sagittario
FoRZe e VIVACIT NoN mANCANo. SATuRNo AIuTA LA TeRZA DeCADe
BENESSERE
Cancro
Capricorno
BoCCATA DI oSSIgeNo PeR I NATI FRA 8 e 15 geNNAIo
Leone
Acquario
Vergine
Pesci