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LA QUESTIONE DEONTOLOGICA: TRA LIBERTA DI ESPRESSIONE E RESPONSABILITA SOCIALE

Tesina per il corso di Comunicazione giornalistica (10 cfu) A.A. 2008-2009

Maria Grazia Longo Matricola n. 0000262713

INDICE

1. INTRODUZIONE

2. COSTITUZIONE E LEGISLATURA

3. I CODICI
3.1 3.2 3.3 Carta dei Doveri del Giornalista Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali Carta di Treviso

4. ALCUNI CASI DI VIOLAZIONE DEL CODICE DEONTOLOGICO 4.1 4.2 4.3 4.4 Verit dellinformazione Informazione e pubblicit Tutela della Privacy Tutela dei minori

5. CONCLUSIONI

1. INTRODUZIONE
Il concetto fondamentale che il giornalismo, linformazione, se vogliamo, e dovrebbe essere, un servizio pubblico. Questo il concetto fondamentale di base, se vogliamo etico. (Wolfgang Achtner)

Il senso di responsabilit che emerge dalle parole di Wolfgang Achtner, in un intervento al convegno Etica e Giornalismo (8-9 novembre 1994), non lascia spazio al dubbio riguardo al ruolo del giornalismo: esso comunica al pubblico, o meglio, alla coscienza sociale, fatti ed eventi accaduti e ritenuti degni di essere portati allattenzione di questa. In questo senso, tramite tale processo di selezione, lattivit giornalistica si legittima come attivit costruttrice sociale della realt pubblicamente e collettivamente rilevante. La missione sottesa ad ogni notizia, ad ogni articolo, portare allattenzione un fatto rilevante e di pubblico interesse, ma anche e sopratutto quella di formare unopinione pubblica consapevole. Veridicit dei fatti raccontati e responsabilit sociale sono i due requisiti che stanno alla base della professione ma prima ancora della coscienza giornalistica e per la cui salvaguardia sono stati creati, negli anni, diversi codici di riferimento.

2. COSTITUZIONE E LEGISLATURA
La libert di informazione costituisce il cardine della democrazia poich solo attraverso una informazione corretta e completa il cittadino pu partecipare in maniera consapevole alla vita sociale, politica e culturale del Paese; tutte le libert individuali sarebbero svuotate di contenuto se venisse meno quella che la loro base comune ovvero la libert di esprimere il proprio pensiero, affermata dallarticolo 21 della Costituzione italiana a garanzia della libert di coscienza, di opinione e del pluralismo delle idee: Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione Lart. 21 cos si riferisce tanto al diritto di informare quanto quello ad essere informati e da cui discende il riconoscimento effettivo della libert di stampa in particolare ai commi 2, 3, 6:

La stampa non pu essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si pu procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorit giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. Nello specifico, la professione di giornalista in Italia regolata da una legge dello Stato: la legge 3 febbraio 1963 n.69, Ordinamento della professione di giornalista, che allarticolo 2 afferma: E' diritto insopprimibile dei giornalisti la libert di informazione e di critica, limitata dall'osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalit altrui ed loro obbligo inderogabile il rispetto della verit sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealt e dalla buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ci sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori. Da ci si pu desumere ancora pi chiaramente la predominanza del ruolo del giornalista allinterno della societ, al quale tuttavia, sempre garantendo la piena libert di espressione nello svolgimento della propria professione, vengono posti dei vincoli assolutamente necessari al corretto svolgersi del suo compito di formazione dellopinione pubblica: anzitutto la veridicit dei fatti narrati, cio una corrispondenza rigorosa tra la notizia diffusa e ci che realmente accaduto (il che imprescindibile da una oculata scelta delle fonti e la loro verifica costante), nonch la lealt e la buona fede, valori che direttamente si appellano alla coscienza delluomo giornalista. Tale legge, inoltre, stabilisce l'autogoverno della categoria: la tendenza allautoregolamentazione dipende dal fatto che lintervento dello Stato, o di altri soggetti esterni, potrebbe potenzialmente porre limiti allautonomia dellinformazione.

3. I CODICI
Lesigenza di esercitare in modo corretto tale garantita libert ha condotto alla formulazione, in particolare nei primi anni 90, di numerosi testi di autoregolamentazione che vanno a costituire l'insieme di norme specifiche della professione che disciplinano la coscienza professionale e il comportamento del giornalista. 3.1 Carta dei Doveri del Giornalista

Uno dei documenti pi importanti senza dubbio la Carta dei Doveri del Giornalista, un protocollo firmato l8 luglio 1993 da CNOG (Consiglio Nazionale dellOrdine dei Giornalisti) e FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), il quale afferma alcuni principi base per la salvaguardia del rapporto fiduciario tra organi di informazione e cittadinanza, per garantire quel criterio di pubblico interesse che riecheggiava nelle parole di Achtner. Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verit e con la maggiore accuratezza possibile. La responsabilit sociale, anteposta a qualunque altro genere di interesse, quindi elemento centrale del Codice e si declina poi in tutti gli altri principi elencati successivamente. Innanzitutto condannando ladesione del giornalista ad associazioni segrete o comunque in contrasto con larticolo 18 della Costituzione (norma che vieta appunto le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare) poi ancora vietandogli di accettare privilegi, favori o incarichi che possano condizionare la sua autonomia e la sua credibilit professionale, nonch pagamenti, rimborsi spese, vacanze gratuite, regali, inviti a viaggi, facilitazioni etc., che provengano da privati o enti pubblici. Questo accade in quanto laccettazione di questi tipi di vantaggi porterebbe il giornalista a sentirsi in debito nei confronti di chi glieli ha procurati, mettendo cos ad alto rischio di violazione la norma del Codice che gli impone di accettare indicazioni e direttive soltanto dalle gerarchie redazionali della sua testata. La responsabilit sociale consegue anche nel principio di verit dellinformazione: il giornalista non deve omettere fatti o dettagli essenziali alla completa ricostruzione dell'avvenimento. I titoli, i sommari, le fotografie e le didascalie non devono travisare, n forzare il contenuto degli articoli o delle notizie. 5

Solo offrendo uninformazione vera, completa e limpida sullevento sar possibile concorrere in modo corretto alla formazione dellopinione pubblica consapevole. Per lo stesso motivo viene chiarito dalla Carta il rapporto tra informazione e pubblicit, le quali devono essere sempre chiaramente distinte. In pratica, va evitato il rischio di commistione tra pubblicit e informazione. Pertanto al giornalista vietato assumere il ruolo di testimonial per iniziative pubblicitarie, eccetto quelle a titolo gratuito e per fini sociali o benefici. La partecipazione a spot o a campagne pubblicitarie infatti potrebbe danneggiare la credibilit del giornalista o, ancor peggio, ledere gli interessi degli utenti poich un giornalista, tanto pi se noto e stimato, che si presta a pubblicizzare una merce di consumo ne accredita laffidabilit con la sua stessa figura professionale, ingannando in un certo senso il pubblico o comunque venendo meno al patto fiduciario tra i giornalisti e il pubblico. In seguito vengono esposti i doveri veri e propri del giornalista, tra cui importante sottolineare il dovere di rettifica in caso di notizie inesatte o ritenute lesive, il dovere di presunzione di innocenza per ogni persona accusata ma non ancora condannata, limpegno a rispettare i principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti del bambino e le regole sottoscritte con la Carta di Treviso per la tutela della personalit del minore sia come protagonista attivo sia come vittima di un reato. 3.2 Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali

Un altro codice altrettanto importante il Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali ai sensi dell'art. 25 della legge 31 dicembre 1996, n. 675 , il quale vuole bilanciare il rapporto tra i diritti fondamentali della persona quali la dignit, la riservatezza e la non discriminazione, il diritto dei cittadini a essere informati e la libert di stampa. La peculiarit di tale codice sta nel fatto che esso non si applica strettamente a chi esercita la professione ma anche, come recita il primo comma dellart.13 a chiunque altro, anche occasionalmente, eserciti attivit pubblicistica. Il primo interesse tutelato riguarda la raccolta e lutilizzo di dati personali, ancor pi importante visto lo sviluppo delle tecnologie informatiche. Il codice garantisce ai soggetti il diritto di essere messi a conoscenza della raccolta dei propri dati in atto, con la possibilit, eventualmente, di intervenire tramite rettifiche o integrazioni. Inoltre previsto che il giornalista renda note la propria identit, la propria professione e le finalit della raccolta, salvo che ci comporti rischi per la sua incolumit o renda altrimenti impossibile l'esercizio della funzione informativa; evita 6

artifici e pressioni indebite. Il ruolo di primaria importanza viene inoltre ribadito riguardo al principio di interesse pubblico: il giornalista garantisce il diritto all'informazione su fatti di interesse pubblico, nel rispetto dell'essenzialit dell'informazione per quanto riguarda la raccolta di dati inerenti lorigine razziale, il credo politico e religioso, la sfera sessuale e le condizioni di salute. Sono presenti inoltre nellart. 8 alcune disposizioni a tutela del rispetto della dignit della persona: il giornalista non fornisce notizie o pubblica immagini o fotografie di soggetti coinvolti in fatti di cronaca lesive della dignit della persona, n si sofferma su dettagli di violenza, a meno che ravvisi la rilevanza sociale della notizia o dell'immagine. Viene specificato il divieto di pubblicare immagini che ritraggono la persona in stato di detenzione o con ferri o manette ai polso, senza il consenso del diretto interessato. Una sezione dedicata, anche allinterno di tale codice, alla tutela dei minori, il cui interesse viene giudicato primario rispetto al diritto/dovere di cronaca e critica. Pertanto il giornalista tenuto a non pubblicarne i nomi n alcun dato che possa ricondurre alla sua identit, ribadendo inoltre i principi e limiti delineati dalla Carta di Treviso. 3.3 Carta di Treviso

Questultimo, fondamentale codice stato varato ed approvato nel 1990 dallOrdine dei Giornalisti e dalla Fnsi di intesa con Telefono Azzurro e con Enti e Istituzioni della Citt di Treviso, al termine del convegno Da bambino a notizia: i giornalisti per una cultura dellinfanzia, integrato poi dal Vademecum nel 1995 e successivamente nel 2006. Essa, come del resto gli altri codici sopracitati, si fonda sui principi e valori della Costituzione e inoltre sulla Convenzione dellOnu del 1989 sui diritti dei bambini e ha al centro la tutela del minore, della sua dignit e della sua possibilit di una adeguata crescita umana . Questo risulta possibile unicamente se il processo di maturazione non viene intralciato da spettacolarizzazioni del proprio caso di vita, del fatto di cui protagonista come agente o come vittima. Pertanto, il primo livello di salvaguardia il mantenimento dellanonimato, che prevede non solo lomissione de nome ma anche di tutti quei particolari che possono in qualche modo identificare il bambino. Pi generalmente, qualunque tipo di pubblicazione in merito a episodi riguardanti minori deve sottostare allinteresse del minore ed i mezzi di informazione hanno la responsabilit di effettuare una valutazione di questo tipo.

4. ALCUNI CASI DI VIOLAZIONE DEL CODICE DEONTOLOGICO 4.1 Verit dellinformazione

A marzo 2008, dopo luccisione di Raul Reyes, numero due delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) da parte dellesercito colombiano, le autorit entrano in possesso del suo computer, da cui risultano i nomi di alcuni europei che terrebbero rapporti con i guerriglieri, tra cui i due esponenti di Rifondazione Comunista Ramon Mantovani e Marco Consolo: la notizia viene data dal quotidiano colombiano El Tiempo. A riprendere ampiamente la notizia se ne incarica Omero Ciai per La Repubblica in un articolo del 4 agosto intitolato Ecco chi aiuta le FARC dallItalia. Alla fine del mese La Repubblica esce con un altro articolo, sempre a firma Omero Ciai, in cui i presunti rapporti tra FARC da un lato, Mantovani e Consolo dallaltro, vengono meglio delineati. Citando quale fonte un non meglio specificato dossier governativo, Ciai parla di fondi raccolti da Rifondazione a beneficio delle FARC di cure mediche pagate in Svizzera ad un loro rappresentante, di fitto scambio di informazioni. Fatti potenzialmente lesivi dellimmagine dei due dirigenti di Rifondazione (e dello stesso partito), se si pensa che nel 2002 le FARC sono state dichiarate dalla Ue organizzazione terroristica. Per di pi larticolo era intitolato Cos Rifondazione aiut i rapitori della Betancourt. Lobbligo di correttezza dellinformazione e della verit sostanziale dei fatti narrati viene evidentemente minato. La Carta dei Doveri recita: Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti, per accertarne l'attendibilit e per controllare l'origine di quanto viene diffuso all'opinione pubblica, salvaguardando sempre la verit sostanziale dei fatti [] I titoli, i sommari, le fotografie e le didascalie non devono travisare, n forzare il contenuto degli articoli o delle notizie. Il primo problema che viene a porsi qui riguarda innanzitutto la attendibilit delle fonti: il quotidiano El Tiempo non potrebbe mai essere considerato alla stregua di fonte ufficiale e quantomeno si sarebbe dovuta meglio specificare lesistenza di quel dossier governativo e del relativo contenuto. In secondo luogo il titolo dato al secondo articolo, pubblicato circa un mese dopo la liberazione di Ingrid Bentancourt, induce inequivocabilmente il lettore ad attribuire a Rifondazione, non a ragione, un qualche tipo di ruolo nel suo rapimento.

4.2

Informazione e pubblicit

Nel gennaio 2004 il giornalista Marco Mazzocchi, conduttore de La domenica sportiva fu testimonial di una campagna pubblicitaria su alcune radio locali romane per unazienda produttrice di condizionatori daria. Mazzocchi venne retribuito e pi tardi dichiar di aver donato il ricavato in beneficenza. Dopo alcuni giorni il Consiglio Regionale del Lazio apr un procedimento disciplinare nei suoi riguardi, al termine del quale gli venne comminata la sanzione disciplinare della sospensione dallesercizio della professione per due mesi. Mazzocchi ricorse al Consiglio Nazionale, che per conferm la decisione con delibera del 31 marzo 2005, ritenendo ininfluente che il Mazzocchi abbia devoluto in beneficenza il ricavato della sua partecipazione agli spot pubblicitari, dovendosi piuttosto rilevare che la pubblicit effettuata non era a fini sociali, umanitari, culturali, religiosi, artistici, sindacali o comunque priva di carattere speculativo, come definisce la Carta dei Doveri. La credibilit che viene normalmente attribuita ad un giornalista si basa sulla fiducia riguardo la verifica delle notizie di cui a conoscenza e che comunica, essendo vincolato al rispetto della verit dei fatti, ma nel caso di uno spot pubblicitario questo valore viene essenzialmente meno, data la parzialit delle informazioni fornite dallazienda produttrice. 4.3 Tutela della Privacy

Nel febbraio 2002 scoppia il caso del professore a luci rosse dellUniversit di Camerino. E.C. indagato per concussione, corruzione e peculato. Egli accusato di aver indotto diverse studentesse a concedergli favori sessuali in cambio di facilitazioni agli esami. Dei fatti esiste addirittura ampia documentazione filmica, girata dallo stesso professore nel suo ufficio e allinsaputa delle studentesse. Tutti gli organi di informazione hanno ampio risalto alla vicenda riportando ogni particolare, insieme ai nomi propri delle studentesse protagoniste dei video. Lart. 8 del Codice Deontologico recita: Salva l'essenzialit dell'informazione, il giornalista non fornisce notizie o pubblica immagini o fotografie di soggetti coinvolti in fatti di cronaca lesive della dignit della persona. In questo caso certamente di interesse pubblico il comportamento inammissibile del docente universitario, tuttavia, la rilevanza pubblica delle studentesse nulla e la loro possibile identificazione (il solo cerchietto nero sul viso non da considerarsi sufficiente) rende estremamente verosimile un danno irreparabile alla loro dignit. 9

4.4

Tutela dei minori

Il 15 gennaio 1992 viene rapito in Costa Smeralda Farouk Kassam, 7 anni, liberato sei mesi dopo l11 luglio. La notte della sua liberazione, poco dopo le 23.l0, linviato del TG1 Pino Scaccia annuncia in diretta che Farouk stato liberato, fonte il bandito e intermediatore della vicenda Graziano Mesina. Solo alle 00.40 il Capo della Polizia confermer il rilascio del bambino dichiarando che esso avvenuto solo pochi minuti prima. Inoltre egli affermer che lanticipazione della notizia della liberazione del bambino ha rischiato di ostacolare il buon esito delloperazione. La Carta di Treviso recita: In tutte le azioni riguardanti i bambini deve costituire oggetto di prima considerazione il maggiore interesse del bambino e che perci tutti gli altri interessi devono essere a questo sacrificati.

5. CONCLUSIONI
Il giornalista il mediatore intellettuale tra lavvenimento e la diffusione dello stesso. Lunica etica che deve guidarci la professionalit afferma Mario Pirani, grande firma del giornalismo italiano. La professionalit, laderenza ai principi deontologici, altro non richiede se non il non sottrarsi a quellaccordo di mutua fiducia che inevitabilmente si pone tra chi scrive e chi legge, tra chi offre la realt sotto forma di articolo e chi la fa propria leggendolo. E importante per chi esercita la professione giornalistica avere sempre in mente lo scopo del suo operato, che consiste nel rendere partecipe la societ di ci che merita di essere di pubblico dominio in quanto diretta conseguenza lo sviluppo della coscienza sociale che, solo se formata con la verit, solo se formata con un senso critico puro, pu giudicare la realt ed esercitare quella sovranit che secondo lart. 1 della Costituzione appartiene al popolo.

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BIBLIOGRAFIA

Papuzzi A., Professione giornalista, Donzelli Editore, 2003 Sorrentino C., Il giornalismo, Carocci, 2002 Sarti M., Il giornalismo sociale, Carocci, 2007 Pratellesi M., New journalism, Bruno Mondadori, 2008 Corasaniti G., Diritto e deontologia dellinformazione, CEDAM, 2006

WEBGRAFIA www.odg.it www.garanteprivacy.it www.fnsi.it www.diritto.it

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