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Fragile,
da maneggiare con cura
scrivevano…
Primo strattone sanguinante
Fragile,
da maneggiare con cura
leggevano…
fitta bagnata
sussulto al cuore
Fragile,
da maneggiare con cura
bisbigliavano…
urli muti
si udivano
sorrisi compiaciuti
Fragile,
da maneggiare con cura
urlavano…
fiato vitale interrotto
brivido affannoso al tocco
Fragile?
tagliente il suo sguardo,
io spettatrice esterna al mio
corpo, forza irruente
dentro mi penetra
FRAGILE! gridano.
No. No. No….paralisi
il mio corpo macchina
di un altro
Anima violata
Inverno ed estate
Invadono le mie vene
Burattino dell’altrui perversione
Interiorità denudata.
Fragile,
da maneggiare con cura
come un vecchio rottame
abbandonato allo sguardo di raggi notturni.
Panico infame,
dolore abitabile che riempie
le pagine
Colpa soffocante che non mi appartiene
Fragile,
da maneggiare con cura.
Il corpo guarisce,
L’ Anima subisce.
DOLORE INTERNO
G. O.
DONNE PRESSATE
Società pressante
Finto perbenismo
Fottute frasi vuote
Come chi le scrive
Post pieni di compassione, e poi?
8 marzo, festa delle donne.
“Auguri”
“Grazie”
“Le donne vanno rispettate” […]
Ma aspetta.
Festa?
Festa o memoria?
È necessaria ricorrenza per ricordare che l’essere umano va rispettato prima delle proprie condizioni?
Prima del proprio sesso?
Prima dei propri ideali?
Prima di se stessi? Davvero?
Tutti a regalare miseramente mimose, eppure nessuno SA il perché della scelta di quella pianta.
Società pressante.
Smania di perfezione.
Ambizione.
“Parità dei sessi”
Nessun cambiamento.
Parole al vento
Fuggono
Perché tanto
È più facile parlare
Che concretizzare.
Società pressante.
Altra donna violentata.
Altra donna uccisa.
Altro essere umano torturato.
Altro essere umano tolto della sua dignità.
Società pressante.
Buona giornata del ricordo, perché è questo che è.
Omertà che pervade l’animo umano.
Impariamo a celebrare ogni giorno la nostra dignità.
DUBBIO LECITO
Parole rotte
Rose
Spinose
Alibi?
Dove?
Monosillabi.
Umiltà perduta.
Vita amata.
Sei nel sole cocente
Fautore e distruttore di vita.
Maryam,
Maria,
goccia
nel mare
Therao,
Teresa,
amabile
cacciatrice.
Diario di bordo.
Indispensabile come un
faro per un navigatore
del mare
Boccata d’aria.
freschezza
pelle candita
arrossata
Innocente
come colei che
conta l’amore
come le stelle
Pioggia riparatrice,
raggio squarciante
l’oblio
coraggioso
La vittoria di chi
vince perdendo
sognatrice
dai piedi per terra
Importanza ha in una
spiaggia.
Maria Teresa
goccia nel mare
cacciatrice coraggiosa
d’amore.
INQUIETUDINE
VERA FALSITÀ
Un qualcosa di inspiegabile...
Vorrei urlare al mio cuore
Basta soffrire,
Vorrei urlare al mio cervello
Basta pensare!
Le mie membra sono costantemente pervase da agitazione, ansia e stress,
Ma la cagione?
Il mio cervello vorrebbe fuggire dalle mie membra, se non fosse rinchiuso in galera!
Favelle gremite di dolore
Interrompono tale aria silente
Per spezzarne l’ilaritá e portarne sofferenza.
Il cervello vorrebbe ignorare, ma sinché il cuore non può farlo è condannato a tale
tortura, perché inevitabilmente è collegato al cuore da un sentimento in tal caso
razionale e logico, e a sua volta il cuore è legato al cervello da un sentimento profondo!
Le urla spezzano la quiete e prorompe l’agitazione!
E così procedono i giorni tra dolore e gioia, e non ostante ciò siamo alla costante
ricerca di una risorsa per noi esseri viventi indispensabile, l’amore, primo di tutti a
procurare una gioia dolorosa, perchè è l’aria che alimenta i polmoni del cuore e per
quanto il cervello tenti di dissuaderlo non ci riesce proprio per amore!
Sfoggiamo in tal caso uno dei sorrisi più fallaci che si possa desiderare per eludere il
volto della nostra verace anima!
Fingiamo di essere rubicondi, quando nelle nostre interiora si stà scatenando
l’apocalisse.
Un’apocalisse di pensieri illusori, perchè è di illusione che ci cibiamo, perchè nel
mondo delle illusioni possiamo essere davvero noi stessi, immaginare ciò che
vorremmo accadesse nel nostro percorso vitale, e solo immaginando riusciamo a
procurare un piacere alla nostra anima stanca di soffrire, stanca di essere l’uditrice
della sofferenza, stanca di cimentarsi in avventure che la rendono forte si, ma allo
stesso tempo sconfitta, perchè ha scapitato l’illusione di cui si cibava.
TOSSICITÀ
Vorrei che non mi chiamassi per chiedermi un parere sulla vernice da utilizzare per le
pareti della tua camera,
Vorrei che non mi chiamassi per chiedermi solo di stilarti dei messaggi per
qualcun’altro,
Vorrei che non mo chiamassi per solo dei consigli,
Vorrei che anche solo una volta mi chiamassi per chiedermi sinceramente “come stai?”.
Probabilmente ti risponderò con un fallace “sto bene” però avrei la consolazione che di
me ti importa e che non mi guardi solo come una qualsiasi persona che ascolta le tue
problematiche, che per quanto futili possano essere io non giudicherò mai tali.
Per quanto tu possa sminuirmi io farò a te il contrario, ossia incoraggiarti nonostante
tutto!
Ahimè, non posso chiederti di andare contro la tua natura!
PORTAMI VIA
Portami dove tutto è già finito dove tutto possa assumere una sua forma ben precisa
portami dove questo dolore eterno si distrugge
Portami ad essere la persona che ero una volta supponendo che fossi vera allora
FIORE NOBILE
NUVOLE DI COTONE
Trafitta,
Così come un aeromobile penetra
Entro quell’accumulo di vapore acqueo
Che la gente mortal e comune suol definire nuvole;
eppure esse conservano la purezza del candore bianco,
Esse che tante volte vengono trafitte hanno la resilienza nel ricomporsi, così sei tu.
Tu, unico nel tuo genere, fragile, da maneggiare con cura, eppure avente la medesima
resilienza che per assurdo appartiene a quei batuffoli di cotone immersi in un oceano
rischiarato dai raggi solari.
Tu che tante lacrime versi giornalmente, asciugale, fai in modo che esse non vadano
perdute, ma che siano la tua sorgente, la tua fonte vitale, perché ognuno di noi
possiede in se e per se una proprio fonte vitale.
Sei tu.