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Religione

La Cattedrale di Notre-Dame a Parigi.

Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Francia.


La Francia è un paese laico e la libertà di religione è un diritto costituzionale.
Vi è una rigorosa separazione tra Chiesa e Stato e la vita pubblica è mantenuta
completamente laica.

Il cattolicesimo è la religione predominante da più di un millennio, anche se oggi


non è praticata attivamente come un tempo. Tra i 47 000 edifici religiosi che si
possono trovare in Francia, il 94% sono cattolici.[40] Mentre nel 1965 l'81% dei
francesi si dichiarava cattolico, nel 2009 questa percentuale era scesa al 64%.
Inoltre, mentre il 27% dei francesi nel 1952 si recava alle funzioni religiose
almeno una volta alla settimana, questo dato era solo del 5% nel 2006.[41] La
stessa indagine ha rilevato che i protestanti rappresentano il 3% della
popolazione, con un aumento rispetto alle rilevazioni precedenti, e il 5% aderisce
ad altre religioni, con il restante 28% che afferma di essere ateo.[41] Il
protestantesimo evangelicale sembra essere la religione in più rapida crescita del
paese.[42]

La rivoluzione francese ha comportato un cambiamento radicale nello status della


Chiesa cattolica per via di una brutale campagna di scristianizzazione. Dopo il
susseguirsi di governi monarchici cattolici e governi repubblicani laici nel corso
del XIX secolo, nel 1905 è stata promossa la legge che sanciva la laicità dello
Stato e la sua separazione dalle Chiese.[43]

Secondo un sondaggio del gennaio 2007,[44] solo il 10% di chi si è dichiarato


cattolico frequenta regolarmente le funzioni religiose. Il sondaggio ha mostrato
anche[45] che il 51% degli intervistati si identificava come cattolico, il 31% come
agnostico o ateo (un altro sondaggio[46] stima la percentuale di atei pari al 27%),
il 10% appartenente ad altre religioni o senza opinione, il 4% come musulmano, il
3% come protestanti, l'1% buddisti e l'1% come ebreo. Un altro sondaggio del
dicembre 2006[47] afferma che solo il 27% dei francesi crede nell'esistenza di un
qualche dio, contro un 32% di agnostici e un altro 32% di atei. Nel frattempo, una
stima indipendente dal politologo Pierre Bréchon del 2009 ha concluso che la
percentuale dei cattolici era scesa al 42%, mentre il numero di atei e agnostici
era salito al 50%.[48]

Le stime sul numero dei musulmani in Francia variano molto. Nel 2003, il Ministero
dell'interno francese ha stimato il numero totale di persone di origine musulmana
tra i 5 e i 6 milioni (8-10%).[49][50] Nel 2021, circa 5 milioni di francesi sono
musulmani, ovvero l'8% della popolazione.[51] In Francia ci sono 2 125 luoghi di
culto islamici (2008)[52] su un totale di oltre 9 000 luoghi di culto islamici in
tutta Europa.[53]

Secondo il World Jewish Congress, la comunità ebraica francese conta circa 600 000
fedeli ed è la più grande d'Europa.[54]

Dal 1905 il governo francese ha seguito il principio di laicità, in cui è vietato


riconoscere alcun diritto specifico ad una comunità religiosa (ad eccezione di
statuti precedenti come quello dei cappellani militari e della legge locale in
Alsazia-Mosella). Invece, si limita a riconoscere le organizzazioni religiose,
secondo criteri giuridici formali che non rispondono alla dottrina religiosa. Al
contrario, le organizzazioni religiose dovrebbero astenersi dall'intervenire nel
processo decisionale.[55] Alcuni organismi, come Scientology, figli di Dio,
Testimoni di Geova, la Chiesa dell'Unificazione o l'Ordine del Tempio Solare sono
considerati sette ("sectes" in francese),[56] e, pertanto, non hanno lo stesso
status delle religioni.[57]
Lingue

Lo stesso argomento in dettaglio: Lingue della Francia.

Lingue parlate in Francia


La lingua ufficiale è il francese. Esistono diverse lingue locali (basco, bretone,
catalano, corso, olandese (fiammingo), alsaziano, occitano e francoprovenzale), ma
il governo francese e il sistema scolastico ne hanno scoraggiato l'uso fino a poco
tempo fa. Nelle regioni dell'Alsazia e della Lorena si parla anche il tedesco. Le
lingue regionali vengono ora insegnate in alcune scuole, anche se il francese
rimane l'unica lingua ufficiale in uso dal governo, locale o nazionale.

Con la legge costituzionale del 1992, adottata per consentire il Trattato di


Maastricht, è stata aggiunta infatti la previsione secondo cui «La lingua della
Repubblica è il francese», nel timore che il processo di integrazione europea
potesse favorire l'espansione di altre lingue a danno del francese. La tutela delle
minoranze linguistiche è quindi sempre stata malvolentieri accettata, se non
proprio rifiutata, in quanto lesiva del principio di eguaglianza e di
indivisibilità del popolo francese. In applicazione della legge costituzionale,
venne approvata nell'agosto del 1994 la legge Toubon, dichiarata poi parzialmente
incostituzionale dalla Corte Costituzionale, in quanto in contrasto con il
principio della libera comunicazione del pensiero e delle idee proclamato dalla
Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. A oggi il legislatore può
regolare unicamente il vocabolario impiegato dalle persone giuridiche di diritto
pubblico e dalle persone di diritto privato nel compimento di una missione di
servizio pubblico. L'influenza rimane comunque notevole, dato il ruolo svolto dal
servizio pubblico nella vita economica e quotidiana dei privati e delle imprese
(servizio radiotelevisivo, amministrazione pubblica, ecc.).

Una tendenza al superamento di questa visione accentratrice, la si ha a partire dal


1998, quanto si concede alla Nuova Caledonia di avere maggiori competenze e
assemblee provinciali decentralizzate. Minor fortuna ha avuto il tentativo di
introdurre all'articolo 2 il comma "La Repubblica riconosce e valorizza le lingue e
le culture regionali". Tale modifica, resa necessaria dalla ratifica da parte della
Francia della Carta Europea delle lingue regionali, venne osteggiata dallo stesso
Presidente Jacques Chirac, il quale nel 1999 disse che non l'avrebbe sostenuta in
quanto lesiva dei principi fondamentali della Repubblica. La Carta è stata così
ratificata solo in via amministrativa.

Condizione della donna

Lo stesso argomento in dettaglio: Condizione della donna in Francia e Femminismo in


Francia.
Diritti LGBT

Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti LGBT in Francia.


Ordinamento dello Stato
Suddivisione amministrativa

Lo stesso argomento in dettaglio: Suddivisioni della Francia, Francia


metropolitana, Francia d'oltremare e Regioni della Francia.

Grande Est
Alvernia-Rodano-Alpi
Borgogna-
Franca Contea
Centro-
Val della Loira
Île-de-France
Normandia
Bretagna
Paesi
della Loira
Nuova Aquitania
Occitania
Provenza-Alpi-
Costa Azzurra
Alta
Francia
Corsica

Le principali divisioni amministrative francesi sono le regioni, che sono 18 (di


cui 13 nella Francia metropolitana), i dipartimenti (101 di cui 5 d'oltremare) e
gli arrondissement (circondari, cioè suddivisioni amministrative dei dipartimenti).

Questi circondari (arrondissement) sono divisi in cantoni (per i collegi


elettorali) e in comuni (per un totale di 36 783) per l'amministrazione locale
territoriale. I cantoni corrispondono per la maggior parte a comuni completi,
tuttavia, alcuni importanti comuni sono suddivisi in più cantoni, che possono anche
comprendere altri comuni limitrofi meno popolati.

Infine, alcuni importanti comuni (Parigi, Lione, Marsiglia) sono a loro volta
suddivisi in circoscrizioni di comuni per l'amministrazione locale con sindaci
locali i quali hanno a disposizione una certa autonomia finanziaria e
amministrativa all'interno dello stesso Consiglio comunale.

Il dipartimento di Parigi comprende un solo comune. Le 5 regioni d'oltremare


(Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Riunione, Mayotte) dispongono ciascuno a un
singolo dipartimento. La regione della Corsica (che comprende due dipartimenti) ha
uno speciale status di collettività territoriali leggermente diverso rispetto alle
altre regioni metropolitane. Queste regioni sono tuttavia parte integrante
dell'Unione europea.

In seguito alle leggi Defferre del 1982-1983 e Jean-Pierre Raffarin del 2003-2004,
la Francia è uno Stato decentralizzato. La riforma costituzionale del febbraio 2003
ha affermato che l'organizzazione della Repubblica è decentralizzata. Il
decentramento, che è stato in prima accompagnato dalla devoluzione, sostiene ora
pienamente l'emergere di un vero potere locale il cui equilibrio è ancora
dibattuto.

A parte le amministrazioni locali con piena realizzazione, quali sono i comuni, i


dipartimenti e le regioni, esiste anche un'organizzazione intercomunale che è
portata a esercitare sempre maggiori competenze (quali lo sviluppo economico, l'uso
del territorio, la politica degli alloggi, il trasporto pubblico, l'igiene).
Infatti i comuni sono invitati a unirsi sotto il regime dell'intermunicipalità che
dispone oramai di un'autonomia finanziaria e fiscale propria, oltre che a un
riconoscimento giuridico (établissement public de coopération intercommunale o
EPCI). Nel 2006, 2 573 comunità (comunità di comuni, le comunità di agglomerazioni
e comunità urbane) hanno ricomposto il territorio nazionale, rappresentano il 90%
di comuni e l'85% della popolazione francese. Certe intermunicipalità includono
comuni di differenti dipartimenti o regioni, allo scopo anche di agevolare la
gestione delle attrezzature comuni, o per politiche in materia di trasporti.

La Francia è "una e indivisibile"; tale formula crea però tensioni in alcuni


"paesi" o "regioni" le cui specificità, tra cui le lingue locali, non sono
sufficientemente riconosciute secondo alcuni movimenti regionalisti (Alsazia,
Bretagna, Catalogna del Nord, Corsica, Fiandre, Paesi Baschi, Occitania, ecc).

Costituzione
La Costituzione francese vigente risale al 4 ottobre 1958.

Territori d'oltremare

Lo stesso argomento in dettaglio: Impero coloniale francese, Unione francese e


Comunità francese.

Francia d'oltremare e metropolitana (in blu).


Nel corso del XIX secolo la Francia dispose di un vasto impero coloniale. Il
processo di decolonizzazione iniziato verso la metà del XX secolo ha portato
all'autodeterminazione della maggior parte delle sue ex-colonie. Una parte scelse,
tramite referendum, di rimanere all'interno della nazione francese, con statuti
molto diversi. L'insieme di questi territori, generalmente definito come Francia
d'oltremare, è composto da cinque dipartimenti d'oltremare, da collettività
d'oltremare con status che offrono un'ampia autonomia, dalla Nuova Caledonia a
statuto speciale, e da diversi territori disabitati, come le Terre australi e
antartiche francesi.

I dipartimenti e le regioni d'oltremare hanno status identico a quello dei


dipartimenti della Francia metropolitana e sono anche regioni ultraperiferiche
dell'Unione europea. Essi sono Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Riunione e
Mayotte.

Le collettività d'oltremare sono dei territori con status molto diversi di


autonomia. Attualmente godono di questo regime Polinesia Francese, Saint-Pierre e
Miquelon, Wallis e Futuna, Saint Martin e Saint Barthelemy. La comunità di Saint-
Pierre e Miquelon ha un'amministrazione locale che unisce le funzioni conferite di
solito alle regioni e ai dipartimenti metropolitani. Questa collettività, anche se
posta fuori dall'Unione europea utilizza l'euro come moneta. La collettività di
Wallis e Futuna è costituita da tre monarchie tradizionali, i cui re governano con
consigli eletti e condividendo il potere con il rappresentante dello Stato
francese. Il sistema giudiziario in materia penale e civile è costituito dall'unico
tribunale di primo grado che è competente per l'intero territorio. Questo
territorio non è amministrativamente diviso in comuni, ma in circoscrizioni, il
soggetto a capo della circoscrizione ha poteri equivalenti a quelle di un sindaco.
La Polinesia Francese ha un alto grado di autonomia, che comporta un governo
territoriale e un'assemblea in grado di gestire il bilancio del territorio,
l'imposizione fiscale, e la legislazione sull'arcipelago. L'amministrazione di
alcune funzioni (quali difesa, polizia, giustizia, e tesoro pubblico) è affidata
allo Stato francese, rappresentato sul territorio da un Alto Commissario della
Repubblica.

Nell'ambito dei territori francesi d'oltremare, la Nuova Caledonia ha uno status


particolare. Anche se ancora organizzata su una divisione in amministrazioni
comunali, la Nuova Caledonia non è divisa in dipartimenti, ma in province e
villaggi (in base a una tradizione locale) con funzioni normalmente assegnate, sul
continente e nelle regioni d'oltremare, ai dipartimenti e ai comuni, in particolare
nei settori della giustizia, dell'istruzione e della cittadinanza. Inoltre, la
funzione della regione è trasferita a un governo locale. In futuro è previsto un
referendum per determinare se il territorio rimarrà entro la Repubblica francese
con ampia autonomia, o diverrà indipendente, con una possibile associazione.
Utilizza il Franco francese del Pacifico, adottato insieme alla Polinesia Francese
e a Wallis e Futuna.

Altri territori d'oltremare francese, poco o per nulla abitati, sono gestiti da un
amministratore nominato dallo Stato e costituiscono le Terre australi e antartiche
francesi (TAAF, Oceano Indiano meridionale); le isole Éparses (nell'Oceano Indiano,
sparse tra il Madagascar, Mayotte, e Mauritius) sono governate dall'amministrazione
della Riunione; infine Clipperton (nell'Oceano Pacifico orientale, al largo del
Messico) è amministrata dal governo Polinesia Francese. Queste terre non possiedono
un'amministrazione locale propria.

Città principali

Lo stesso argomento in dettaglio: Agglomerazioni francesi, Aree metropolitane


francesi e Comuni della Francia per popolazione.

Mappa dell'organizzazione territoriale in Francia:


Comuni urbani di un'unità urbana/agglomerazione

Comuni urbani di un'area urbana/metropolitana

Comuni urbani multipolari

Comuni rurali

Le maggiori città francesi.


La Francia è un paese altamente urbanizzato; nel 2018, secondo l'INSEE le sue città
più grandi (di più di 200 000 abitanti, in termini di popolazione legale del
comune) sono Parigi (2 206 488), Marsiglia (861 635), Lione (513 275), Tolosa (471
941), Nizza (342 522), Nantes (303 382), Montpellier (277 639), Strasburgo (277
270), Bordeaux (249 712), Lilla (232 741) e Rennes (215 366). L'emigrazione rurale
è stata una questione politica molto sentita per la maggior parte del XX secolo.

Popolazione delle maggiori città francesi


Città Comune Agglomerazione Area urbana
Parigi 2 206 488 10 706 072 12 532 901
Marsiglia1 861 635 1 585 498 1 752 398
Lione 513 275 1 639 558 2 291 763
Tolosa 471 941 948 433 1 330 954
Nizza 342 522 943 354 1 005 891
Nantes 303 382 633 690 949 316
Montpellier 277 639 428 909 599 365
Strasburgo2 277 270 461 101 780 515
Bordeaux 249 712 904 359 1 215 769
Lilla2 232 741 1 039 397 1 184 708
Rennes 215 366 330 871 719 840
Fonte: INSEE
1 L'agglomerazione e l'area metropolitana sono denominate Marsiglia-Aix-en-Provence
2 Città transfrontaliera i cui dati sono riferiti solo alla parte francese
Altre principali città della Francia di più di 100 000 abitanti sono (in ordine
decrescente di popolazione legale comunale):

Reims, Le Havre, Saint-Étienne, Tolone, Grenoble, Digione, Angers, Nîmes,


Villeurbanne, Saint-Denis (Senna-Saint-Denis), Le Mans, Aix-en-Provence1, Clermont-
Ferrand, Brest, Tours, Limoges, Amiens, Annecy, Perpignan, Boulogne-Billancourt,
Metz, Besançon, Orléans, Saint-Denis (Riunione), Argenteuil, Mulhouse, Rouen,
Montreuil, Caen, Saint-Paul e Nancy.
Altre principali agglomerazioni della Francia sono (in ordine decrescente di
popolazione):

Tolone, Grenoble, Douai-Lens, Rouen, Avignone, Saint-Étienne, Béthune, Tours e


Valenciennes2.
Altre principali aree metropolitane della Francia sono (in ordine decrescente di
popolazione):

Grenoble, Rouen, Tolone, Douai-Lens, Avignone, Saint-Étienne, Tours, Clermont-


Ferrand e Nancy.

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