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ARCHEOCLUB D'ITALIA SEDE DI SAN SEVERO 12° CONVEGNO NAZIONALE sulla Preistoria - Protostoria - Storia della Daunia 14-15-16 dicembre 1990 TAVOLA ROTONDA "T] Decennio francese in Capitanata" (1806 - 1815) coordinata da Raffaele Colapietra a@ cura di Giuseppe Clemente ‘con gli auspici della Socleté di Storia Patria per ta Puglia FRANCESCO BARRA Il brigantaggio in Capitanata durante il decennio francese (1806-1815) * Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali - Universita di Salerno 1. La grande pianura del Tavoliere pugliese, “tutta intomo recinta d'immense foreste e d'impervi dirupi”s, si presentava agli inizi dell'800 per larghi tratta spopolata © deserta, percorsa dalle immense greggi transumanti dell'armentizia abruzzese € Punteggiata qua ¢ 1a dalle masserie latifondistiche della grande proprieta nobiliare ed ecclesiastica. Pessime erano in genere le condizioni di vita e di lavoro nelle riarse ed aridissime terre del Tavoliere, A parte i pastori, la scarsa popolazione era prevalentemente costituita da terrazzani, braccianti miseri ed abbrutiti, e dalla plebe numerosa dei mietitori, lavoratori stagionali che scendevano periodicamente in Puglia dai loro paesi del Subappennino, del Molise, dell'rpinia, della Basilicata, ¢ sin del Salernitano e del Cilento. + _Nelcorso di questo ssggiofaremo uso delle seguentiabbreviazioni di fon archivstches ASTIAY = Archives du Service Historique de I Armée, Vincennes, série C; ‘ASN, Intemo = Archivo di Stato di Napoli, Ministero delfTatemo, I Taventario, BNP. théque Nationale, Fonds Italien, Paris; SNSP = Biblioteca della Soviet Napolewna di Stora Patria. * A, LUCARELLI, La Puglia nel Risorgimento, vol. II, Trani 1951, p. 161. Per Ja Capitanata di fine "700 - primo 800 eft. la classics opera di G. M. GALANT, Della descriione geografica « politica delle Sicilie, cura di F. Assante¢ D. Demarco, Napoli 1969, vol. pp. 515-40, da integra oon Ta relazione di Serafino Gatti, orain La “Statistica” de! regno di Napoli nel 1812, cura di D. Demarco, Roma 1988, amo 1.pp. 359-476, nonché con Touime saggio di E. CERRITO, Siruture economichee dlsribuzione det redo in Capitanata nel Decennio frances, in Pradutione, mercaloe classi socal nella Capitanata moderna ¢ contemporanea, a cura di A. Massars, Foggia 1984, pp. 133-265.. 54 Francesco Barra Terra di stadicati e di passaggio quant‘altra mai, ill Tavolicre si prestava in maniera ideale al brigantaggio, specialmente ad opera delle grandi bande a cavallo, che, mobilissime ed audaci, ovunque trovavano, negli stazzi dei pastori come nelle masseri¢ isolate, provviste, rifornimenti, informazioni ¢ nuove reclute, riuscendo ad agevolmente eludere e prevenire Je mosse delle forze repressive, in genere arroccate nei centri abitati e quindi prive delleffettivo controllo del territorio. Dalle inesplorate profonditd del Vulture del Subappennino, ricoperti di folti boschi dalto fusto, era agevole per le grandi bande a cavallo lucane ed irpine scendere nella prossima pianura, dirigendo i loro fulminei raid verso il Tavoliere, le Murge baresi, Ia bassa valle delfOfanto. Sotto la loro permanente ed incombente minaccia era una delle principali strade del Mezzogiomo, la via regia delle Puglie, che dopo Ariano era costretta a risalire Tinsidiosa valle del Cervaro-¢ ad incunearsi nel famigerato Vallo di Bovino, da secoli uno dei punti caldi del banditismo meridionale. La rapina ai viaggiatoti, ed in particolare al procaccio postale, costituiva una risorsa tradizionale pet le frange criminali delle poverissime popolazioni del Vatlo. Ancora nel 1818, i viaggiatore inglese Keppel Craven riferird che ad Orsara “il divertimento dei ragazzi nei giomi di festa era quello di dividersi in due geuppi, di cui uno rappresentava il procaccio ¢ T'altro la banda che lo attaccava, ¢ che riportava sempre Ia vittoria". Esposti ai colpi di un agguerrito ed organizzato brigantaggio, in grado di spingere le proprie puntate offensive assai in profonditt ed a notevole distanza dalle sue- basi strategiche, venivano cosi ad essere il principale asse viario del regno, essenziale per il rifoimento cerealicolo della capitale, ed una delle pili ricche zone agrarie del Mezzogiomo. ‘Ancora pili ardua ¢ rischiosa era la situazione strategica della Capitanata nel suo saliente nord-occidentale, Ti dove essa s‘incuneava nel Molise. Qui il terreno wa ill Fortore ed il Biferno, dal mosso ilievo collinare, era costituito dal susseguirsi di grandi boschi, da quello di Dragonara alla selva delle Grotte sino al bosco di Petacciato, sul Iitorale a nord di Termoli, che costituivano in pratica un'unica enorme fittissima ed inestricabile selva macchiosa, piena di dirupi, di cavemne, d'insidie, di burroni, priva di strade, inaccessibile, ¢ quindi rifugio ideale per le bande, ostacolo insuperabile alle forze regolari Altraverso la valle del Fortore, il Tavoliere si apriva alle grandi bande a cavallo ‘molisane ed abruzzesi, mente ad est, da Manfredonia alle foci del Fortore, su di ¢sso +R KEPPEL CRAVEN, A four through the southern provinces of the Kingdom of Naples, London 1821, p.39. 11 Brigantaggio in Capitanata durante it decennio francese (1806-1815) 55 incombeva, misterioso € minaccioso, il promontorio garganico, ricoperte di vastissinsi baschi, abitato da popolazioni, e specie quelle atbanesi, aduse alle armi e mai del tutto sottomesse allautorita dello Stato, Per tale caratteristica conformazione geografica, il Tavoliere veniva a costituire Tarea naturale di precipitazione e d'incontro delle diverse correnti di brigantaggio delle aree limitrofe, al punto che, pi che di brigantaggio de! Tavoliere, vien quasi da definirlo brigantaggio nel Tavoliere. Da tutto cid scaturisce la difficol’ di ridurre ad Uunivocitd un fenomeno particolarmente variegato © complesso quale fu il brigantaggio del Decennio in Capitanata, che non ebbe un'unica dinamica propulsiva ma fu invece pluricentrico per eccellenza. In questo quadro ben siintuisce Ia difficoltt profonda, da parte delle forze governative, di controllare e reprimere il brigantaggio. Le uniche forze adatte allo scopo erano infatti costituite dalla cavalleria, affiancata da reparti di fanteria leggera particolarmente agile ¢ veloce. Ma in realta, a parte che solo raramente forze regolari ben addestrate furono disponibili in maniera consistente per combattere il brigantaggio, anche Ja cavalleria trovava grosse difficoltA ad operare sui terreni pesanti del Tavoliere, per non parlare dei suoli impervi e selvosi del Subappennino, del Fortore e del Gargano. Inoltre, la mobilith delle bande ¢ la vastita del territorio imponevano una grande dispersione dei reparti, con conseguente logorio dei cavalli e riduzione dellefficienza militare. Tn quanto alla Gendarmeria, la sua istituzione fu in Capitanata abbastanza tardiva, risalendo essa all'aprile del 1809, ¢ con un numero di componenti assai ridotto, che inizialmente non superd la trentina?. La sua influenza nella lotta al brigantaggio fa quindi, specie inizialmente, assai modesta, per non dire marginale, Gelosa delle propric prerogative, essa era in “guerra aperta" con la Legione ed in “lotta perpetua” con le autoritA civili, La Gendarmeria si distinse inoltre sempre per la mano particolarmente pesante con la quale agiva, al punto che, nel 1811, si siferiva a Murat che se i suoi ufficiali non giungevano ad “autorizzare i delitt dei loro subordinati, & almeno lecito affermare che si mostrano assai poco impegnati a reprimerli", A volte, i 3 BNP, Fonds ltalien, ms. 1127 ff. 1-3, Rappono del cap. Champagne al gen. Gentile, Comandante 1a Gendarmeria, Foggia 29 febbraio 1812, iportao in appendice. ‘+ ASHAY, rg. 31, rapport al re sulla Capitansta dol exp. Carafa,wfficile Gordinanca di Murat, 4 Ioglio 1811, Della scarsa efficiensa ed alfidsbilith della Cendarmeria & eloquente testimonianza Ia relazione, riponata in appendice, redatia nel 1812 dal comando provinciale sulla storia del brigantaggio in Capitanata, neu sbbandonano inesatiezze ed spprossimazioni. 56 Francesco Barra crimini dei gendarmi furono puniti dalle autoritd con metodi feroci. L'intendente Turgis, che pure passava per un moderato, incorse nelle ire di Murat per aver fatto fucilare senza processo un gendarme, mentre veniva gettato- vivo in una fossa: "Cet acte de barbaric deshonore mon rgne; celui qui en est T'auteur ne doit plus etre compté au nombre de mes sujets", esclamava inorridito il sovrano nell'apprendere 1a condotta "vraiment abominable” delt'intendemte di Foggia’. Di fronte alla scarsita delle Forze regolati, larga parte dell'onere di combattere il brigantaggio ricadde quindi sulle milizie cittadine, dette prime Guardia civica e poi Legione provinciale, Questultima, nel luglio 1811, contava 2.286 uomini, ma appena 412 fucifi ¢ $43 uniformis, Al di 18 dell'apparenza, gid modesta, la sostanza era poi ancora pitt scadente: nella Legione i possidenti ed i professionisti erano assai scarsi, a causa della particolare composizione sociale della Capitanata, e vi predominavano "miserabili operai", costretti a rinunciare al lavoro e ad abbandonare le famiglic nellindigenza, ¢ che quindi servivano assai malvolentieri. Gli ufficiali, a loro volta, esercitavano un vero © proprio potere dispotico nell'ambito dei rispettivi comuni, commettendo abusi di ogni genere, che Je autoritd erano- assolutamente impotenti a reprimere”. IL. Inizialmente, ta nuova dominazione francese fu accolta pacificamente, ¢ quasi. passivamente, in Capitanata, ¢ soprattutio nelle citth del Tavoliere, quali Foggia ¢ Lucera, che vivevano di pacifici traffici, legati essenzialmente alla cerealicolura ed alle ativit della grande armentizia wansumante. Ben diversa era la situazione nelle aree periferiche della provincia, dal Gargano ai paesi albanesi del Basso Molise al Subappennino dauno, Qui, le condizioni delordine pubblico non si erano mai, di fatto, normalizzate dopo la grande effervescenza sanfedistica del 99, che aveva tasciato lunghi e dolorosi strascici di odi, di violenze e di generalizzata insicurezza. ‘Non a caso, il primo episodio di reazione al nuovo regime si verificd il 13 aprile 1806 proprio a Monte Sant'Angelo, nel cuore del Gargano, dove, all'artata diffusione di voci di restaurazione borbonica a Napoli fece seguito un tentativo di rivolta, 5 Letres et documents pour servir 8 Uhistoire de Joachim Murat, pat P-Le Brethon, vol. VII, Paris 1914, Jetete di Murat a Zarlo, ministro dellmtemo. del 25 maggio 1810 (a. 494, p. 321), ed a d'Aure, ‘ministo di Polizia, de 30 maggio (x. 4947, p. 323). BNF, Fonde Halien, ms. 1126, {f.72-79, rapporto al re sulle Legioni provineiali del 1° luglio 1811. + ASHAY. 1g.31, mpporto Carats 11 brigantaggio in Capitanata durante il decennio francese (1806-1815) 57 capeggiata da una ventina di miliziotti, i quali altro non erano che V'espressione organica delle masse sanfedistiche del ‘99. Ma la mancata adesione popolare fece rapidamente fallire il tentativo insurrezionate, finito con sette esecuzioni capitali, che altro scopo non aveva, evidentemente, che quello di sondare gli umori delle popolazioni ¢ le capacitd di reazione del nuovo regime? ‘Ma che il Gargano ¢ le Tremiti rivestissero un ruolo di particolare importanza nella strategia antinapoleonica degli anglo-borbonici attestato dal fatto che fin dai primi di giugno Ia flotia inglese inizid il blocco navale delle Tremiti, di cui essa intendeva avvalersi come indispensabile base marittima per le sue operazioni nell’Adriatico, tentando pertanto di costringere alla resa il piccolo presidio del forte dell'isola di 8, Nicola, costituito da una compagnia della Legione Corsa’. Privo di strade, isolato e pressoché inaccessibile alle scarse tuppe francesi che presidiavano il Tavolicre, popolato da genti fiere e bellicose, incitate alla ribellione dagli agenti borbonici ed inglesi, il Gargano rappresentava davvero, in quella drammatica estate del 1806, un pericolo, pit che potenziale, addiriuura incombente, Se Ia scintilla della rivolta vi avesse attecchito — ed i materiali infiammabili non mancavano di sicuro -, l'incendio non sarcbbe stato agevolmente domabile, ed anzi avrebbe pouto assumere proporzioni disastrose dilagando nel Tavoliere ¢ nel Basso Molise, dove erano in agitazione i turbolenti e riottosi paesi albanesi, e sopratuitio Campomarino e Portocannone. Perrendersi direttamente conto della complessa ¢ difficile situazione del Gargano, rialzare con la sua stessa presenza il prestigio dello Stato ¢ rinvigorime l'azione, sino © Sala rivolta di Monte S. Angelo cfr. la bella gelazione di Giuseppe Pocrio ripontata in F. BARRA, Cronache del brigantaggio meridionale 1806-1825, Salerno-Catanzaro 1981, pp. 192-93; eft. anche It ‘giornale patrio Villani, a cura di P. di Cieco, Foggia 1985, vol. Ip. 149 ¢ nota 1 30 april tr di Polizia, Saliceli: "Profinate del perdono che ‘possono verisimilmente sperare i rei, por sapere i rami e Testensione della mentovata somrnossa. Manifesate ji buoni, ce non si son mischiati nel fatto, che il governo & saputo, ed apprezza ls loro condotia. E mentre il tribunale militare sgomenta i rei, il magistrato civile incoraggisea ed animi la Toro condotia” (Societd Napoletana di Storia Patria, Cone Poetio, Ms. XXX. A. 8) > Sulfatuacce inglese alle Tremit, e sul sucesssivo blocco navale, avventurosamente spezzato dalle audaci imprese di trabaccoli pogliesi c marchigiani, cfr. ASN, Intemo, f. 2251, rapporti di Poerio del 21 ‘Biugno © 2 agosto, ¢ del console francese ad Ancona del 17 settembre 1806; efr. anche la relazione di Pocrio 4a Vieo del Gargano, 21 luglio 1806, in F- BARRA, Cronache dal Brigantaggio cit, pp. 194-95. 12 giugno una squadra anglo-borbonica (due brick, una fregata ed una corvets) era comparsa all largo di Manfredonia, accennando Ia matina del 5 ad un autacco, che susctd la reazione delle batterie del castello (ASN, Inferno, f.2231, relazione Poesio del 7 giugno 1806). Sulle navi inglesi vi erano.300 galeot siciliani pronti allo sbarco, comandati dal capitano borbonico Michele Fresini di Manfredonia, che, entrato ‘segretamite in cit, vanamente "cared far panto, col prometiere T'ecedio ed il saccheggio ai pid opulent” (elt. F. BARRA, Cronache del brigantaggio cit.,pp. 190-91). 58 Francesco Barra ad allora fiacca ed incerta, Giuseppe Poerio, intendente napoleonico di Capitanata, si indusse, nel luglio 1806, ad intraprendere il difficoltoso e faticoso viaggio in una terra in cui, come egli stesso afferma, a memoria d'uomo non aveva mai messo piede la suprema autorith della provincia. II quadro che emerge vividamente dalle relazioni de! Pocrio & quello di una societ& chiusa ed arcaica, retta da proprie leggi ¢ tradizioni, non ancora pienamente inserita nel mondo moderno. Lo Stato, sul Gargano, & debole e Tontano, e, quando & presente, non offre ai cittadini giustizia e sicurezza, ma vessazioni ¢ fiscalismo, Dominano pertanto Ie vendette private, ed i numerosi banditi, grazie allimpotenza o alla connivenza delle autorit’ locali, spadroneggiano sin nei centri abitati. Questi mali si presentavano in forma addirittura esasperata nei vicini centri albanesi tra il Fortore ed il Bifeno, Pur affermando che si rattava dei paesi "pitt facinorosi del regno, donde son formicate le comitive e li foresciti pili sanguinari’, Poerio riconosceva il coraggio ed il vigore degli abitanti, ed attribuiva la responsabilita delle loro infelicissime condizioni al malgoverno della giustizia, che lasciava "i delitti impuniti ¢ i delinguenti tranquilli”, abbandonando gli individui ed i clan alla catena interminabile delle faide ¢ delle vendette'®, La prowvida azione riparatrice ¢ pacificatrice del Poerio valse- perd a tenere a freno le inguicte popolazioni garganiche ed albanesi, che, difatti, non si mossero neppure alla notizia della sconfitta francese a Maida (4 luglio) della successiva insurrezione della Calabria, che ad un certo punto parve traboccare irresistibilmente sin oltre il Materano ed il Lagonegrese. Rispondendo allinvito rivoltogli dal comandante militare della Basilicata, colonnello Francesco Pignatelli, Poerio si rec allora a Melfi “con una grossa mano di guardie nazionali” per coprire la linea di operazioni di questi ed assicurare “un punto di riunione per gli amici del nuovo ordine di cose, nel caso il nemico, avanzando dalla Calabria o sbarcando, respingesse: i franco-napoletani sino all’Ofanto". Orbene, il nerbo delle milizie civiche condotte ai Le relazioni del Pocrio, che — wascendendo di gran lunga Ia loro arigine contingent ~ sono tra i documenti pid significativi del pensicro e della prassi del riformismo metidionale, sono integralmente pubblicate in F. BARRA, Cronache def brigantaggio cit, pp. 185-205, Sul Amministrazione Poerio della Capitanata (a cui, fino al decreto del 27 settembre 1806, ma, sino alla fine delfanno, rimase annesso anche il Molise), cfr. inolue A. ZAZO, Giuseppe Poerio e il brigantaggio del Molise (giugno dicembre 1806), in "Samnium, 1951, n. 4, pp. 1ST-T1, poi in Ricerche e studé storici, vol. IV, Napoli 1956, pp. 145-65; A. DE MARTINO, La nascita delte Iniendenze, Napoli 1984, passim. MF, PIGNATELLI STRONGOLI, Memorie storiche del regno ali Napoli dat 1790 al 1845, in N. CORTESE, Memorie di un generale della repubblica e dellimpero, Bari 1927, vol. Il, pp. 5455, 1H brigantagsio in Capitanasa durante it decennio francese (1806-1815) 59 primi di agosto dal Poerio nel Vulture era costituito da un corpo di guédati albanesi, con alla testa Nazario Campofieda di Portocannone, celebre capomassa sanfedista del "99, che il funzionario napoleonico, usando le armi ¢ della forza ¢ della politica, era riuscito non solo a sottomettere ma anche a conquistare al nuovo regime'?, Michele del Pezzo di Campomarino, che era stato il solo tra i capi albanesi a non volersi sottomettere, fu invece ucciso ¢ la sua banda sgominata”. TI pericolo di un'insurrezione generalizzata rimase comunque incombente durante tutta Testate, Se ancora il 12 luglio, pur subito dopo la scoperta di un complotto borbonico a Lucera*, Poerio poteva ottimisticamente affermare che "se il volgo ignorante & delle folli speranze alimentate da pochi fanatici, i proprietari, gli uornini onesti ¢ la gente cordata crede il trono del nuovo monarca stabilito e fermo"s, il 23 doveva pit realisticamente riconoscere!* Renché questa provincia sia stata sempre tranquilla, non 2 cid derivato da mancanza dé occulti ed interni nemici, Il governo passato ¢ glé Inglesi non avevano risparmiato vers mezzo per creare qui quel disordini che infelicemente hanno avuto toga altrove. Le cospirazioné di Lucera, Manfredonia e Gambatesa ne fanno fede. Oso dire ehe non vi eva paese ove i borbonici ed i briganti nom altendessero con impacienca il segnale della rivolta ¢ delle stragi. Ma la viglanza della polizia, il limore di essere seoperti ¢ ative straordinaria degli amici del governo, avevano impedite le loro unioni, che, prive di centralita e di vita, erano rimaste piutioto in idee che in concreto, Negli utimi giorni perd delle scorsa settimana, it Jermanto era efetivo,e la nuova della resa di Gaeta giunse acconciamente a colmarla. La givia che questo ‘avvenimento ha pradotto nei proprieiari« anche nel popolo non pud esprimarsi. Tutti paesi hanno fatio a ara per manifestare if loro contento. Segno manifesto del loro amore per S. M. « detlaborrimento per Vanarckia, Cf. BARRA, Cronache del brigantaggio cit, pp- 190-200, [Dopo aver aderito al nuovo regime, il Campofreda (1773-1813), che Tintendente ai Campabssso Biase Zurlo aviebbe pid tardi definite "il primo difensore del litorale, il freno ed il regolo degli albanesi, fu sindaco di Portocannone ed uificiale della legione provinciale. Venne wcciso il 20 settembre 1813 da slcunt banditi del suo stesso paese, Suo figlio Nicola (1794-1873), che fu inizislmente trattenuto in ostaggio da Poerio, ebbe un miclo notevole nel’eccidio dei Verdarellie nelle vicende del Risorgimento molisano. Cit. su 4 loro A. PERRELLA , Liznno 1709 nella provincia di Campobasso, Caserta 1900, p. 311: G. B. MASCIOTTA, If Molise date origin ai giorni nostri, vol. 1V, Cava dei Tirreni 1952, p. 549; A. ZAZO, Nicola Campofreda e i suoi tentativirivolutionari nel Molise net settembre 1847, in Ricerche e studi storici, vol. VI, Napoli 1964, pp. 239-62. 13” ASN, Inferno, £2231, rapporto del Pocrio del S agosto 1806, Sulla congiura di Lacera, che prevedeva Teliminazione dello stesso Peerio ed untinsurrezione popolare in concomitanza di uno sbareo inglese, cfr. ! giornate patrio Villani cit, p. 152 © nota; dei ‘vumerosi implicati Peerio feoe arrestare soltanto sei dei pit compromessi 18 ASN. Interna, apporto Pocrio del 13 luglio 1807. 16 In A. ZAZO,Cluseppe Poerio e il brigantaggio nel Molise cit, p. 148. 60. Francesco Barra In effetti, 1a caduta di Gaeta (18 luglio) ed il rifluire dell insurrezione calabrese, abbandonata a se stessa dagli inglesi, dopo Maida, sotto i colpi della repressione di Massena, produssero agli inizi delVautunno un netio miglioramento dello spirito pubblico e della sicurezza in Capitanata, che ben poco risenti i contraccolpi delle insurrezioni del vicino Molise. A destare preoccupazione non era la piccola malvivenza locale, assai diffusa ma poco pericolosa, ma Ie grandi bande a cavallo del Vulture e del Basso Molise, che compivano frequentemente profonde incursioni nel ‘Tavoliere. Gia ai primi di agosto era stata battuta ¢ dispersa presso Serracapriola la banda dei fratelli Licursi, attiva sin da giugno nella valle del Fortore”, ma in autunno si rese pericolosa la banda di Fortunato Cantalupo di S. Paolo di Civitate, forte di una quarantina d'uomini a cavallo, A met ottobre la comitiva, rafforzata dai resti di una dispersa banda di S. Marco in Lamis e dai superstiti dellinsurrezione di Ripalimosani, abbandond i Tavoliere ¢ sinoltrd nel Gargano, Il 14 attaccd Poggio Imperiale, passando poi all'abbazia di Ripalta ed a Lesina, dove preannuncid il prossimo artivo degli inglesi. Difatti il Cantalupo, “spacciandosi spedito e stipendiato dalla passata regina andava con tamburo e bandicra reclutando”. I] 18 assali Cagnano, dove "fece ‘emanare bandi, costrinse Ia popolazione a noccardarsi in rosso, predicd Varrivo di Ferdinando, escarcerd un reo ed apri un registro di volontari. Solo cinque tra i peggiori Io seguirono. Parti senz'aver saccheggiato 0 ucciso alcuno, ma promise ritornare la notte seguente per tmucidare tutti i benestanti", Prosegui invece per Carpino, da dove perd fu respinto, come avvenne pure ad Ischitella e Rodi, concludendo il suo raid garganico ritirandosi nella valle del Fortore, verso Ururi ¢ Guglionesi"*. Per il resto, a parte questi © consimili episodi isolati, 1a Capitanata restava sostanzialmente. tranquilla. Con soddisfazione, pertanto, il Poerio poteva riferire al ministro dell'intemo, il 1° novembre!*: La Capitanate gode di wna rangulitdveramenteinvidiabile, ei nemici del governo sono 0 dspers,o presi, o distruiti. E indicibile Vardore col quale Je guardie civiche ed i proprietari danno la caccia a" brigani M Cantado di Molise fa in cid @ gara colla Capitanata, Nel sola giro di quatro giarni sono stati presiin detaglio quasi 30 rbel ta maggior parte di Apruczo o di Principata Ura, venui in questepartio per nascondersi, 0 per sede. La fiducia nel governo si va sempre pit consolidando, | deliti sono ositivamente diminuiti. Lo spirito pubblico & sensibilmente migliorato. "7 Sulla bands Licursi, fonemente politcizzata, come appare dalle coccarde rosse borboniche che ostentava, cf. i rapporti del Poerio det 21 giugno, 5 luglio © 2 agosto 1806, in ASN, Interno, f, 2231; eft anche A. ZAZO, Giuseppe Poeria il brigantagaio ned Molise cit, pp. 148.¢ 150. "Chr. ASN, Interno, £2241, rapponi Poorio del 18 e del 25 ottobre 1806, « A. ZAZO, Gixseppe Poerioe il briganlaggio molisano cit, pp. 162-63. "ASN, Intemo, £2231, rlazione di G. Poetio da Foggia del 1* novembre 1808, IH brigantaggia in Capitanata durante il decennio francese (1806-1815) 61 A conferma di cid si ebbe Ia sottomissione: di una pericolosa banda, quella di Orsara, che infestava il Vallo di Bovino, dove agli inizi dell'estate aveva osato rapinare lo stesso generale Caracciolo, comandante militare della provincia, ¢ che venne a presentarsi al completo a Foggia. “Questo - commentava Poerio - 2 il secondo esempio dopo T'attro di Riccia di una masnada tutta intiera ad imprigionarsi volontariamente"®, Ill. Anche la primavera del 1807 confermd Ia tendenza in atto verso la pacificazione della provincia. Ai primi di marzo “il celebre” Cantalupo fu assassinato da un infiltrato nel bosco di Dragonara ¢ la sua tesia recata a Foggia, mentre presso San Severo si arrese la banda molisana di Michelangelo Lozzi, forte di ventiquattro clementi#!. Anche t2 banda albanese di chiese ed ottenne di presentarsi alle autori, mentre una colonna mobile inviata dal generale Frégeville sul Gargano procedetie a molti arresti, specie a Rodi ed a Monte Sant’Angelo®, Ad essere molto attiva era invece la piccola ma assai pericolosa banda Zarrilli, di una ventina di ‘componenti, che agiva nella valle del Fortore. Essa, la mattina del 14 marzo, sorprese e saccheggid 'abbazia di Ripalta, ed il 15 aprile inflisse una dura sconfitia alle guardie civiche di Colletorto, di cui quattro rimasero uccise, spargendo "costernazione in quella popolazione ¢ nelle altre convicine"®. Continue incursioni nella valle dell'Ofanto compivano a Ioro volta la banda altirpina dell'inafferrabile Vuoz20% e quella lucana di Montemilione, di oltre sessanta briganti a cavallo, che il 27 marzo si presentd innanzi Ascoli Satriano, che aveva sperato di sorprendere™, Benetici effetti sullopinione pubblica aveva anche. avuto la visita effetmuata in Puglia da Giuseppe Bonaparte a fine marzo ed agli inizi di aprile del 1807. La presefiza del sovrano aveva destato infaui non soltanto speranze ed entusiasmo, ma ® Tbidem, rapporto Pocrio del 18 novembre 1806, 2 Chr giornate patio Villani cit.,3 marzo 1807, p. 190, 2 ASN; Interno, £5079, rapporto Pocrio del 28 marzo 1807, ® Tbidem, rapport Postio del 29 marao’e Noll del 18 aprile 1807, % Su Vuozzo (Pasquale Mauricio di S, Andrea di Conza) eft. F. BARRA, Storia det brisantaggio politico nefttrpinia e nel Sannio durante il decennio napoteonico, Avellino 1972, pp. 38-58; ID, "Vuotzo" tra decennio¢ restaurazione, in “Civlidalirpina”, 1979, n. 6, pp. 29-34. ASN, Interna, f. 5079, rapporto Pootio del’28 marzo 1807; G. ed A. TEDESCHE, Diario 1799-1828 di Ascoli Satriano, Napoli 1963, p. 58. 62 Francesco Barra anche provocato concrete prowvidenze a beneficio delle popolazioni pugliesi, quali il rilancio del'esecuzione delfaffrancamento del Tavoliere, Vesenzione dalla leva dei coscritti maritati e la riduzione della requisizione dei muli per le corvé militari, La stessa arrogante onnipotenza del potere militare era stata pubblicamente umiliata dal sovrano, con la revoca dal comando della divisione delle Puglic ed il rinvio in Francia del gen. Frégeville, colpevole di malversazioni ed abusi, mentre il col. Zenardi, comandante del 2° cacciatori, fu richiamato a Napoli per giustificarsi della sua condotta arbitraria e violenta nei confronti del sindaco di Foggia. Ma anche sull'amministrazione civile si era abbattuta la collera del sovrano: Tintendente di Bari, il sottintendente di Barletta ed ill governatore di Manfredonia vennero dimessi dalle funzioni, a causa della loro accondiscendenza nei confronti degli abusi dei militari, e persino Giuseppe Poerio fu revocato dall'ufficio, pur essendo indiscutibilmente uno dei migliori e pid preparati funzionari di cui disponesse il regime napoleonico™, ‘Ma agli inizi dell'estate, come di consueto, dopo esser sembrato sopito nei mesi invernali, il brigantaggio risorse e si scatend con rinnovato furore anche in Capitanata. Tra maggio e giugno il cronista ascolano annota che le comitive, "numerose formidabili", “spediscono continui ricauti", disturbano il commercio, assalgono ¢ devastano masserie. Me se il brigantaggio infuria, anche la repressione & durissima: le colonne mobili infliggono infatti pesanti perdite ai briganti, mentre il gen. Berthier, comandante militare delle Puglie, emana un draconiano proclama, con cui rende i ‘Comuni responsabili dei delitti e degli atti di brigantaggio commessi nel loro territorio, sia civilmente, in solido, sia con rappresaglic militari sulla popolazione”. E mentre 36 Sulla vicenda e i sui tobidi retroscena eft. F. BARRA, Cronache def brigantaggio cit. pp. 187-89, Sulle ripereussioni nclfopinione pubblica della vista del sovrano cft. il rapporto del Pocrio da Cerignota del 28 marzo 1807, in ASN, Inderno,f. 5079. polcone del 24 marzo- da Manfredonia, Giuseppe Bonaparte si cra ‘espresso astai postivamente sulTamministrazione della Capitanata “Tout va bien ii le pays est tranquille, ct Tesprit des abitants bon” (Mémoires et correspondance politique et miliare du roi Joseph, par A. Du Casse, Paris 1854, vol. Il, p, 321). F il 26 marzo, da Foggia, chiedendo a Napolcone la promozione a generale di brigata del col Destrés, comandante militar della Capitanat, aveva serito: "Le peuple est aussi bien disposé que possible; partout des comandanis honnies ont é1é longtemps, le peuple donne tout ce qW'on Tui demande volenticrs; c'est qui srrive & Lucera et 4 Foggia, of le colonel Destés, colonel depuis ‘onze ans, ¢51aimé et fait aimer mon gouvernement par sa bonne condite et son désintéressement” (bidem, - 323), Per i provvediment assunti da Giuseppe in Cepitanaia eft. anche J. RAMBAUD, Lets inédies ou dparses de Foseph Banaparte @ Naples (1806-1808), Pris 1911p. 121-25, P TEDESCHT, Diario cit, p. 59-60; A. LUCARELLI, La Puglia nel Risorgimento cit, p. 180. 1 brigantaggio in Capitanata durante if decennia francese (1806-1815) 63 Desteés si scontra violentemente con forti bande lungo il Candelaro, non lungi da Foggia, Vuozzo compie una clamorosa rapina al ponte di Bovino ai danni del rocaccio, che frutta 50,000 ducati, ed a Castelluccio de’ Sauri, un piccolo centro tra Foggia ¢ Bovina, scoppia una sommossa popolare, che viene repressa con la condanna @ morte di 9 persone™, Molto aitive erano pure la banda di Gennaro Altilia di Alberona e quella di Vincenzo Pisani, "il monaco di Torremaggiore", che infestava la valle del Fortore. Forte di 60 briganti a cavallo, il Pisani entrd il 20 agosto in Ururi, facendosi somministrare dal sindaco regolari forniture di cibo per gli uomini e di biada per icavalli, mantenendo una rigida disciplina militare ed anzi giungendo a giustiziare tun suo uomo che aveva commesso un furto®, Agli inizi di sctembre veniva scoperta una congiura in Ascoli, che doveva scoppiare la sera del 7 “coll'esterminio. di tutti i galantuomini", a cui fece seguito una feroce repressione™. Ma, con la fine detl'estate, 'intendente:poteva segnalare al governo la ristabilita tranquillita in wta ta provincia. IV. Dopo un anno di relativa tranquillitt, una seconda grande ondata di brigantaggio, superiore persino a quella del 1806, si verificd nelfestate del 1809, ¢ la sua onda d'urto si prolungd anche nelfinvemo successivo, La situazione delfordine pubblico comincid a pericolare gia alla fine della primavera, per effetto di un piano coordinato, che mirava a seminare il terrore wa i possidenti ed i funzionari pubblici, disarticolando U'apparato statale in due dei suoi gangli nevralgici: la leva © la riscossione delle imposte. Ai primi di maggio un'insurrezione popolare si sviluppd in un centro del % Chu F. BARRA, Storia def brigantaggio politico nell rpinia ¢ nel Sannio cit, p. 57; I! giornale patri Villani ct, pp. 204-8 Con Ja superficnle arroganza che gli ers propria il gen. César Rethicr, comandante militare delle Puglic, il 14 tugtio affermava che i torbidi di Capitanata “existent que dans la téte et Ia pusillanimié de Tintendant Noll (it in J. RAMBAUD, Naples sous Jaseph Bonaparte, Pais 1911, p. 395,73). % Liepisodio & cosi narrato dallintendente Noli: "Si fecero somministrare da\ quel sindaco il mangiare e la biada peri cavalli, ma come uno di ess, in atto che stavano alla tavola, ari di prendersi un coccarino (fic) di argento, il Pisani me fece eseguire subito la restimzione. Quindi dopo essere usciti alfabtato inticra orda diede addosso al ladro, dopo di averto batuto acremente Tuccise eon sei colpi di fucile, e bruggid il di lui cadavere” (ASN, Interna, f. 5079, rapporto Nolli dsl 22 agosto 1807). % TEDESCHI, Diaria cit, pp. 61-63. 3 ASN, Inierno, 079, rapporto Noli dol 24 ottobre 1807 64 Francesco Barra foggiano; secondo un rituale ormai consolidato, “le populace” si abandon’ a violenze contro "les propriéiaires et tous les honnétes gens", che furono costretti a darsi alla fuga per non seguire la sorte del ricevitore delle imposte, che era stato trucidato. Come riferiva con preoccupazione Gioacchino Murat a Napoleone, era il terzo ricevitore ad essere. assassinato, gli altri avewano paura ed in conseguenza Ie tasse non si esigevano che dove erano presenti le truppe regolari, che peraltro Ia situazione militare del regno, minacciato dalla spedizione anglo-sicula nel golfo di Napoli ed in Calabria, non consentiva di disperdere nelle province”, Non disponendo per il momento di adeguate forze militari per tenere a freno le bande brigantesche, il sovrano si prodigava in esortazioni, appelli e minacce nei confronti delle autorit& locali. Allintendente Charron, ad esempio, chiedeva in 1on0 accusatorio: "Pourquoi la province qu'n m'a toujours peinte comme la plus tranquille du royaume se trouve-telle aujourd'hui la plus agitée?"*. E, successivamente, nel comunicargli il rinvio della sua progeitata visita a Foggia, lo rimproverava per la preoccupata inquietudine che il funzionario manifestava apertamente a tutti™*: Je connais et fapprécie voir 2éle, mai je vos avec peine votre inquiétade, et surtout vor plaintes @ tout le monde. Comment arrive-il que vole province que fai environnée de troupes dans tous tes sens et (quia toujours did dans tous les tops ta pls tranquille du Reyaunme, sot devenue aujourd'hui Vasile de brigandage? Rien ne fait miewx voir le mawvais esprit de la province, il ext inowi qu'une poignde d'assassing trouve asile et protection chez queiques-uns de mes sujets de voire province, parm tesquels on me signale des syndies, des jupes de paix et méme des principaux propridiares. In realid il brigantaggio dauno era si, come affermava Murat, essenzialmente un fenomeno estraneo alla provincia, ma esso non era certo compost da “une poignée assassins", € quantitativamente ¢ qualitativamente, poiché, altrimenti, non si spiegherebbe quanto lo stesso sovrano amaramente denunciava, ciog la connivenza, volontaria o forzosa, che le bande godevano presso possidenti ¢ pubblici funzionari, La situazione, gia molto grave agli inizi dellestate, minaccid di precipitare in luglio ed in agosto. Come rilevava con angosciato timore il diarista ascolano, "i 2 Chr, Lettres et documents city VIL, Pars 1912, Murat a 218-19; nel testo Murat non fai nome del comune insorto, che peed «i Foggia, il che ponterebbe ad escludere una pur possibile confusione con lc i poco antecedent volte di ‘Ona ¢ di Santeramo in Cole 53° Thidem, G. Moratallint. Charron, 29 maggio 1809, n. 4126, p 251. Lettres et documents cit, vol. VIL, G. Marat allt. Charron, 20 seitembre 1809, n. 4522, pp. 24.25. I bviganuotaio in Copanata crane deena francese (1806-1895) 63 briganti in comitive di centinaia si preparano ad entrare nei paesi. Da per tutto si teme molto"™s. E, a sua volta, sin dalla fine di giugno, il cronista foggiano annotava’® Trigant crescono alla giomata, ed in modo inesprimibile. Il gen. de Gambs® ritomats per acsorrese a queste vicinanze, ed ha condoti sees gran quantita di civiche della. provincia. Si fanno giomalmente spedizioni, I massari di campo hanno abbandonate le loro campagne, essendo ttle infestae ed afMiue da simili geri. A Foggia, in tale stato di cose, "tutto era confusione, timore e palpiti*, per cui il Municipio ritenne opportuno ricorrere alla formazione di una “Guardia Urbana”, composta di 500 volontari "fra proprietari, cacciatori ed artieri", da affiancare alle guardie civiche gid esistenti”. E mentre la banda Curci, di Orsara, era il terrore del Vallo di Bovino, i fratelli Meomartino di Celenza Valfortore, i celebri Vardarelli, dominavano incontrastati dal Basso Molise al Subappennino dauno. A fine agosto l'inteta valle del Fortore, tra Molise ¢ Capitanata, fu oggetto di un memorabile raid brigantesco dei Vardarelli**, La grande banda a cavallo, forte

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