Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Documento Di Scoping - PRP Sant'antioco
Documento Di Scoping - PRP Sant'antioco
Documento di Scoping
novembre 2017
C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544
Coordinamento VAS
Paolo Bagliani
Paolo Falqui
Aspetti specialistici
Maurizio Costa
Elisa Fenude
Ricardo Frau
Veronica Saddi
Patrizia Carla Sechi
Gianfilippo Serra
Indice
1 Premessa ................................................................................................................................................ 1
2 Quadro di riferimento normativo ....................................................................................................... 2
2.1 Funzione e contenuti della VAS 2
2.2 Procedura di VAS 3
3 Il Piano Regolatore del Porto di Sant’Antioco ................................................................................ 5
3.1 Quadro di riferimento normativo di settore 5
3.1.1 Normativa nazionale ......................................................................................................... 5
3.1.2 Normativa regionale ......................................................................................................... 5
3.2 Redazione del Piano Regolatore Portuale (Variante Generale) di Sant’Antioco 6
1 Premessa
Con DPGR n. 66 del 28 aprile 2005 “Ridefinizione del Servizi delle Direzioni generali della
Presidenza della Regione e degli Assessorati, loro denominazione, compiti e dipendenza
funzionale”, la competenza in materia di VAS è stata assegnata al Servizio Sostenibilità
Ambientale e Valutazione Impatti (SAVI) dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente.
Conseguentemente, la Giunta Regionale, con Deliberazione n. 38/32 del 02/08/2005, ha
attribuito al predetto Servizio funzioni di coordinamento per l’espletamento della VAS di piani
e programmi. Successivamente, con Legge Regionale n. 9 del 12 giugno 2006, concernente il
conferimento di funzioni e compiti agli enti locali, sono state attribuite alla regione le funzioni
amministrative non ritenute di livello nazionale relative alla valutazione di piani e programmi
di livello regionale (art. 48) e alle province quelle relative alla valutazione di piani e
programmi di livello comunale, sub-provinciale e provinciale (art. 49, così come modificato
dal comma 19 dell’art. 5 della L.R. n. 3/2008.).
- uniformare ed integrare fra i porti le principali scelte di piano, in modo che l’offerta
portuale sia ben calibrata ed equilibrata rispetto all’intero territorio regionale, evitando
eventuali duplicazioni di funzioni non necessarie o facendone emergere nuove, non
percepite a livello locale ma strategiche per la regione;
- omogeneizzare la stesura dei Piani Regolatori Portuali per i porti di competenza regionale
relativamente ai contenuti minimi degli stessi, con particolare riferimento:
1. alle fonti documentali, ai data base ed alla cartografia da utilizzare;
2. al numero ed alla struttura degli elaborati di piano (grafici e relazioni).
2 Con Determinazione n. 53075/2008 del 30 dicembre 2016 del direttore del servizio dei contratti pubblici
della Regione Autonoma della Sardegna è stata aggiudicato l’appalto per l’affidamento dei servizi di
progettazione definitiva ed esecutiva, direzione dei lavori, misura e contabilità, coordinamento della
sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione
Output:
- quadro sinottico di valutazione: azioni di Piano/componenti ambientali
↓ ↓
Indirizzi derivanti dagli incontri
↓ ↓ ↓
Definizione degli obiettivi di
Definizione degli obiettivi specifici di Piano
sostenibilità generali e correlati
↓
Analisi di coerenza esterna
↓ ↓
Rimodulazione obiettivi specifichi e definizione di strategie e
azioni di Piano
↓
Valutazione della coerenza delle alternative ed azioni di Piano
rispetto agli obiettivi di sostenibilità correlati
↓
Indicazione di eventuali misure di mitigazione e ridefinizione delle azioni di piano
SOGGETTI
FASE MODALITÀ OPERATIVE N° INCONTRI
COINVOLTI
Soggetti
- Individuazione, di concerto con l’Autorità
competenti
competente, dei Soggetti competenti in materia
in materia
Preparazione ambientale da coinvolgere nel processo di VAS nessuno
ambientale
SOGGETTI
FASE MODALITÀ OPERATIVE N° INCONTRI
COINVOLTI
5.1.1 Aria
Condizioni climatiche
Le condizioni termopluviometriche sono quelle tipiche del clima mediterraneo, con estati
secche e con temperature elevate e piogge concentrate nei soli mesi invernali.
I dati termopluviometrici ricavati dalla stazione meteorologica di Carloforte nel trentennio
compreso fra il 1971 e il 2000, situata a 15 m.s.l.m., mostrano la media delle temperature più
elevate nel mese di agosto (25 °C) - la temperatura assoluta più alta è stata registrata a
luglio del 1983, con 39,2 °C - Il mese più freddo è risultato essere mediamente gennaio(12°C)
- la temperatura assoluta più bassa è stata rilevata per lo stesso mese nel 1985 con 1 °C.
I caratteri climatici sono strettamente legati ai caratteri geografico-topografici dell’area, in
La circolazione dei venti nell’area ha una forte prevalenza di venti da Nord a Nord Ovest
(35%), e secondariamente di venti da Sud a Sud Est (circa il 15% dei casi). La circolazione da
altre direzioni e modesta con un 5% dalle direzioni di Sud e di Sud Ovest.
I dati d’intensità, direzioni e frequenza del vento al suolo sono riferiti alla stazione di misura di
Capo Sperone (Carloforte). Nella figura seguente si riporta l’ubicazione della stazione e la
relativa schematizzazione grafica dei dati medi acquisiti (100 misure).
I valori di intensità massima sono compresi tra 15 e 20 m/s; i venti più frequenti (7,92 %) hanno
velocità compresa tra 5 e 10 m/s. Le calme registrate non superano il 10,07 delle osservazioni
%.
Il diagramma dei venti di Carloforte mette in evidenza che i venti regnanti, cioè più frequenti,
sono diretti lungo l’asse maestrale/scirocco (NO-SE), così come i venti più forti, cioè
dominanti che hanno le frequenze maggiori nella medesima direzione. Lungo le due direzioni
Figura 3: Rosa del regime dei venti per il paraggio di Carloforte (periodo 1998-2009)
Tabella 1: Dati anemometrici registrati a Carloforte alla stazione periodo 1998-2009 (numero rilevazioni
95052)
Qualità dell’aria
La Regione Autonoma della Sardegna, in occasione della “Realizzazione dell'inventario
regionale delle sorgenti di emissione”, ha predisposto uno studio organico circa lo stato della
qualità dell’aria nel territorio regionale (Assessorato della Difesa Ambiente della Regione
Sardegna, 2005).
Tale documento sullo stato della qualità dell’aria in Sardegna, così elaborato, è articolato
nelle seguenti parti:
- inventario regionale delle fonti di emissione;
- valutazione della qualità dell’aria e zonizzazione secondo il d.lgs. n. 351/99;
- individuazione delle possibili misure da attuare per il raggiungimento degli obiettivi di cui
al d.lgs. n. 351/99.
La Regione Sardegna, in recepimento del decreto legislativo del 13.8.2010 n. 155 recante
"Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più
pulita in Europa", ha proceduto al riesame della zonizzazione del territorio e all’individuazione
degli agglomerati sulla base dell'assetto urbanistico, della popolazione residente e della
densità abitativa e, successivamente, all’individuazione delle zone sulla base del carico
emissivo, delle caratteristiche orografiche, delle caratteristiche meteo-climatiche e del grado
di urbanizzazione del territorio.
Nello specifico il territorio regionale è stato classificato nelle seguenti zone:
3 Relazione annuale sulla qualità dell’aria in Sardegna per l’anno 2015 – ARPAS Regione Autonoma
della Sardegna
Tabella 2: Riepilogo dei superamenti registrati nell’anno 2015 nell’area del Sulcis Iglesiente
5.1.2 Acqua
Ambiente costiero
Il settore costiero rappresenta un ambito in cui assumono particolare rilevanza le ampie zone
umide stagnali e lagunari, che costituiscono degli ambienti di transizione tra l’ambiente
terrestre e quello marino, particolarmente sensibili a qualunque alterazione delle dinamiche
litorali e/o continentali.
La dinamica delle correnti marine rappresenta il principale fattore che regola la distribuzione
dei sedimenti in questo tratto costiero, che si caratterizza per i fondali molto bassi dai quali
affiorano cordoni litorali che isolano specchi d’acqua, e frecce litoranee come quella di
Punta Trettu che dalla costa del Sulcis si protende verso Punta Dritta (nell’Isola di
La striscia di terra emersa che separa lo Stagno di Santa Caterina dal bacino marino-
lagunare di Sant’Antioco costituisce la prosecuzione dell’area riparia che circoscrive
l’insenatura marino-lagunare di Sant’Antioco. Le tendenze evolutive di quest’ambito sono
controllate soprattutto dai caratteri artificiali del sistema, in quanto il cordone sabbioso che
isolava la Laguna di Santa Caterina (morfogeneticamente legato alle oscillazioni del mare
pleistocenico), è stato fortemente modificato per la realizzazione della rete viaria che
congiunge l’isola di Sant’Antioco e per la presenza di insediamenti sparsi. Quest’ambito
continua comunque a svolgere una funzione di diaframma che permette l’isolamento ed il
mantenimento delle condizioni morfoevolutive del sistema umido. La presenza della bocca
aperta lungo l’istmo assicura lo scambio idrico e il drenaggio del fondale del bacino marino-
lagunare verso il Golfo di Palmas, favorito dalle correnti tidali. Oltrepassato l’istmo verso l’Isola
di Sant’Antioco, il settore costiero occidentale dell’Isola presenta segni dell’intensa
antropizzazione, con le strutture portuali e le attività industriali ormai cessate (stabilimento ex
Sardamag) che localmente hanno completamente obliterato i caratteri naturali del sistema,
che invece sono maggiormente riconoscibili nel settore più meridionale dove insiste l’area
protetta del SIC “Is Pruinis”. Il SIC, che complessivamente individua un’area di circa 100 ha,
comprende parte dello Stagno di Punta S’Aliga (Laguna di Is Pruinis), parzialmente occupato
da una discarica di fanghi industriali.
L’area umida è separata dal mare da una sottile lingua di sabbia con vegetazione pioniera
alonitrofila, che rappresenta un ambito disturbato dalla presenza antropica nel periodo
primaverile-estivo e dai processi erosivi determinati dal moto ondoso e dalle mareggiate in
quello invernale. Nelle porzioni più elevate del cordone sabbioso localmente si individuano
ambiti di vegetazone pioniera dunare. Nel settore di retrospiaggia si sviluppa l’area stagnale
con le acque salmastre, la cui salinità variabile è dovuta sia all’assenza di deflussi continentali
tramite immissari diretti sia all’ingressione periodica delle acque marine tramite bocche di
comunicazione e per la vegetazione idrofila tipica delle acqua salmastre con variazioni di
salinità e profondità che varia da pochi centimetri a qualche decina di centimetri. Il sito
presenta evidenze di degrado dovute alle elevate concentrazioni di inquinanti di origine sia
industriale che agro-zootecnica. A questa condizione si aggiunge anche il rapido processo
di interramento per l’immissione di detriti e dal ruscellamento a carattere estensivo della
piana circostante. Ai margini di questo ambito si individuano le aree peristagnali e la piana di
retrospiaggia, questa caratterizzata dalla presenza di vegetazione alofila che si sviluppa su
suoli limoso-argillosi.
Balneabilità
Le acque marino costiere in riferimento alla balneabilità vengono monitorate secondo
quanto stabilito dal D. Lgs116/08 che recepisce la Direttiva 2006/7/CE.
Per quanto concerne la classificazione dello stato qualitativo delle acque di balneazione i
monitoraggi vengono effettuati nelle località indicate nella figura seguente (vedasi sito
internet : http://82.85.20.58/sardegna/cartografia.asp).
La qualità delle acque di balneazione risulta eccellente nei tratti monitorati; tuttavia come
evidenziato nella figura sopra riportata il territorio è interessato da tratti di costa non
balneabili perché trattasi di:
- zone portuali e pertanto tratti di costa in corrispondenza di aree portuali e prossimi a
queste, in cui, sia per questioni igienico sanitarie che per la sicurezza dei bagnanti
(traffico di imbarcazioni), è vietata la balneazione.
- zone interdette permanentemente per altri motivi e cioè nel caso specifico di tratti di
costa vietati alla balneazione perché si tratta di zone industriali e pertanto interessate da
fenomeni di inquinamento.
Tabella 3: Estratto da Allegato 5 - Vol. - Schede monografiche per i comuni della Provincia Sulcis
Iglesiente - Stato di fatto - Anno di riferimento 2001 – Rev. 2006
Giorno medio dell’anno Giorno di max consumo Volume
Località per tipo Popolazion
Dotazione Fabbisogno Dotazione Fabbisogno annuo
di abitato e al 2001
l/abxg mc/g l/abxg mc/g (+5%) mc
Centro
12.452 271 3.374 374 4.657 1.293.085
capoluogo
Centri < 5000 ab. 107 192 20 287 30 7.665
Nuclei e case
56 156 8 233 13 3.066
sparse
Totale popol.
12.615
residente
Popol. fluttuante
6.103 460 2.807 460 2.807 265.261
stag
TOTALE 6.209 TOTALE 7.507 1.569.077
PARI A (l/s) 86,89
+ PERDITE 5% (l/s) 91,23
DISPONIBILITA’ ATTUALE (l/s) 65,00
Legenda
Tubazioni
Figura 7: Schemi 45 Sulcis Nord – 49 Sulcis Sud Estratto da: Stato di fatto – Piano Regolatore Generale
degli Acquedotti della Sardegna
Tubazioni
Figura 8: Schemi 31 Sulcis Nord e Sud e 30 Iglesias –Estratto da: Assetto futuro – Piano Regolatore
Generale degli acquedotti della Sardegna
Per quanto attiene la depurazione delle acque reflue Il nuovo impianto, che sorgerà a fianco
del vecchio ormai inadeguato e sottodimensionato, avrà tutte le sezioni di trattamento
necessarie alla completa depurazione nel pieno rispetto delle normative vigenti. Sarà
dimensionato e articolato in maniera tale da poter trattare sia le portate invernali sia le ben
più consistenti portate estive. Le acque adeguatamente depurate saranno riversate in mare
con una condotta sottomarina che avrà il punto di scarico a largo della costa e non a pochi
metri dalla battigia, com’è l’attuale.
La gestione dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico
Il D.Lgs. n. 182/2003, recante “Attuazione della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti
portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico“, prevede che tutti i
porti debbano dotarsi di impianti e di servizi di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei
residui del carico, al fine di assicurarne il rapido conferimento e garantire nel contempo
standard di sicurezza per l’ambiente e per la salute dell’uomo
In particolare, l’art. 5, comma 1, stabilisce che l’autorità portuale, previa consultazione delle
parti interessate, entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto, elabori un piano
di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico e ne dia immediata
Rifiuti prodotti nel porto commerciale di Sant’Antioco per tipologia dal 2010 al 2013
TIPOLOGIA RIFIUTO 2010 2011 2012 2013
Olii (dalle isole ecologiche) (peso specif. medio 925 kg al mc) 600 kg 1.300 kg 1.080 kg 1.900 kg
Acque nere (peso specif. medio 1.000 kg al mc) - - - -
Farmaceutici o sanitari - - - -
Rifiuti sterilizzati (peso specif. medio 300 kg al mc) - - - -
Rifiuti prodotti dalle unità che utilizzano le strutture dedicate alla nautica da diporto
(porticcioli turistici, approdi turistici e punti d’ormeggio)
Per quanto attiene al naviglio che utilizza le strutture dedicate alla nautica da diporto, quali
approdi turistici e punti d’ormeggio, i dati relativi ai rifiuti di natura garbage non risultano
disponibili dal momento che gli operatori del settore, ma più spesso i singoli
conduttori/comandanti delle unità da diporto, in mancanza di specifica ditta autorizzata al
ritiro dei rifiuti dalle navi, si sono serviti per le proprie esigenze dei cassonetti installati dal
servizio pubblico di ritiro dei rifiuti urbani, presenti anche nell’ambito portuale.
Nelle more dell’effettuazione delle procedure di gara per l’affidamento di tale servizio, i
concessionari di porti/approdi turistici e punti d’ormeggio destinati alla nautica da diporto,
curano la raccolta differenziata dei rifiuti di natura garbage, mediante cassonetti dedicati
ubicati all’interno delle concessioni, che vengono poi ritirati dalla ditta affidataria del servizio
di raccolta dei rifiuti del Comune di Sant’Antioco, secondo e modalità concordate con la
stessa ditta.
I rifiuti prodotti dal naviglio da pesca
Per quanto riguarda i rifiuti di natura garbage prodotti dal naviglio da pesca, non ci sono dati
attendibili, né statistiche al riguardo, dal momento che gli operatori del settore,
analogamente al naviglio da diporto, si sono serviti per le proprie esigenze dei cassonetti
installati dal sevizio pubblico di ritiro dei rifiuti urbani.
Per quanto riguarda invece gli oli esausti, gli stessi vengono smaltiti attraverso le aree
attrezzate, come meglio descritto nel punto successivo.
Porto commerciale di Sant’Antioco
Unità da pesca 18
Imbarcati mediamente tre persone per unità
Modalità attuale di conferimento dei rifiuti presso centro di raccolta comunale
n. contenitori per oli esausti 2 da 1.000 litri cad.
Frequenza di ritiro olii esausti 6 volte all’anno
Le isole ecologiche per la raccolta degli oli esausti, rifiuti al piombo e di tutti gli altri rifiuti
speciali pericolosi
Presso il porto commerciale di Sant’Antioco è ubicato un punto di raccolta degli oli esausti,
al cui ritiro provvede periodicamente l’impresa individuata dal COOU (Consorzio
Obbligatorio Oli Usati). Non esiste alcuna area attrezzata per la raccolta di altre tipologie di
rifiuti pericolosi, quali ad esempio batterie e rifiuti al piombo, filtri dell’olio ecc.
Rifiuti prodotti da unità in sosta presso banchine di transito non assentite in concessione
Analogamente a quanto avviene per le strutture in concessione, anche presso le banchine
di transito gestite direttamente dall’Autorità Marittima, le unità in sosta sia da diporto che da
pesca, si servono, per i rifiuti di natura garbage prodotti, dei cassonetti installati dal sevizio
pubblico di ritiro dei rifiuti urbani e per cui non è disponibile alcun dato al riguardo.
L’organizzazione del servizio di raccolta rifiuti prevista dal Piano è calibrata sulla seguente
previsione della quantità4 e tipologia di rifiuti che gli impianti portuali gestiranno nel triennio di
validità del Piano (2014 – 2017).
Il sistema di raccolta dovrà essere diversificato, a cura del gestore del servizio, per i tre
sottosistemi di tipologie di navi/imbarcazioni presenti nel porto commerciale di Sant’Antioco,
secondo le modalità più opportune (mediante autocompattatore, posizionamento di
contenitore, area attrezzata), a seconda che il rifiuto sia prodotto da unità da diporto,
motopescherecci, naviglio minore etc.
4 I dati in tabella sono riportati in forma aggregata per gli scali di Sant’Antioco e Calasetta.
Gestione rifiuti garbage (assimilabili agli urbani, alimentari e altri non speciali e non pericolosi) prodotti da navi
Il servizio sarà organizzato dal gestore su turni settimanali e da svolgersi su chiamata telefonica da parte della nave –
reperibilità (24 h) - con preavviso di almeno 24 h.
La squadra di terra ordinaria dovrà essere composta da n. 2 addetti per la raccolta dei rifiuti, dotati di
n. 1 mezzo di trasporto per i rifiuti con capacità non inferiore a 20 mc. Durante l’esecuzione del servizio, gli addetti:
a) accertano preliminarmente l’avvenuta presentazione da parte della nave della modulistica di cui all’Allegato III
del D.Lgs. 182/03;
b) effettuano il ritiro dei sacchetti dei rifiuti;
c) provvedono a far sottoscrivere il “buono di prestazione” al comandante della nave beneficiaria del servizio (o
da un delegato), nel quale deve essere indicato anche il quantitativo raccolto;
d) trasportano in giornata i rifiuti non recuperabili presso gli impianti autorizzati in Sardegna.
L’organizzazione, in base al presente Piano, non prevede, in quanto ritenute non necessarie in relazione ai traffici, le
sottonotate situazioni:
- ritiro rifiuti da navi in rada;
- smaltimento in impianti di incenerimento oppure sterilizzazione prima dell’avvio in discarica dei rifiuti costituiti da
prodotti alimentari per l’approvvigionamento dell’equipaggio e dei passeggeri e i loro residui sbarcati da mezzi
di trasporto commerciali, nazionali ed esteri, provenienti da Paesi extra U.E., ai sensi del Decreto Interministeriale
22 maggio 2001 (Ministeri Sanità e Ambiente).
Imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose (ad esempio amianto), compresi i
150111*
contenitori a pressione vuoti.
Assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati altrimenti) stracci e indumenti protettivi
150202*
130501* Rifiuti solidi delle camere a sabbia e dei prodotti di separazione olio/acqua
180103* Rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni
Batterie e accumulatori di cui alle voci 160601, 160602 e 160603 nonché batterie e accumulatori non
200133*
suddivisi contenenti tali batterie
I rifiuti speciali, pericolosi e non, dovranno essere conferiti in appositi contenitori e opportunamente identificati in
conformità a quanto previsto dalla normativa vigente, evitando la miscelazione laddove espressamente vietata.
Il gestore del servizio, sulla base delle notifiche trasmesse all’Autorità Marittima, invia il mezzo per il ritiro del rifiuto
dalla nave. Compiute le fasi di accertamento preliminare del quantitativo e della tipologia, il ritiro dei rifiuti si svolge
utilizzando apposito mezzo autorizzato al trasporto di rifiuti.
Ultimate le operazioni di ritiro:
a) viene fatto sottoscrivere dal comandante della nave beneficiaria del servizio (o da un delegato) il “buono di
prestazione” nel quale deve essere indicato anche il quantitativo raccolto;
b) i rifiuti sono trasportati presso l’apposito impianto portuale di raccolta o presso i centri di trattamento e/o
smaltimento autorizzati;
c) i rifiuti potranno essere stoccati presso apposita area attrezzata per rifiuti pericolosi o non pericolosi presente
nell’impianto portuale di raccolta, appositamente autorizzata, con successivo periodico conferimento ai più
vicini centri di trattamento e/o smaltimento autorizzati.
L’organizzazione del servizio per i rifiuti speciali pericolosi (contrassegnati con asterisco) e non, tiene conto
dell’occasionalità del conferimento, da effettuarsi a seguito di richiesta espressa della nave al gestore, quando la
stessa intenda utilizzare il servizio.
I rifiuti, conformi a quelli precedentemente dichiarati dalla nave, se non correttamente confezionati, saranno messi
in sicurezza in idonei contenitori forniti dal soggetto gestore e caricati sul mezzo.
L’organizzazione del servizio in questione prevede la creazione e la gestione di apposite aree attrezzate,
posizionate all’interno del porto commerciale e del porto turistico; le stesse, realizzate secondo le norme vigenti in
materia, dovranno avere una distanza minima di sicurezza tale da evitare accidentali sversamenti di sostanze
inquinanti a mare. Esse dovranno essere in grado di assicurare la raccolta differenziata nonché il recupero e
riciclaggio ovvero il corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi.
Le prescrizioni gestionali dell’impianto dovranno ovviamente far carico al soggetto gestore che provvederà a
garantire la custodia dell’area, l’apertura del centro di raccolta per minimo 6 giorni settimanali, già concordati con
i soggetti utenti in sede attuativa del presente Piano, alla pulizia e alla manutenzione degli impianti, al
conferimento gratuito all’impresa mandataria dei consorzi obbligatori nonché all’espletamento delle incombenze
amministrative connesse alla gestione dei rifiuti in questione. Saranno a carico del gestore portuale le pratiche per
l’ottenimento di eventuali autorizzazioni, tra cui quelle demaniali da richiedere al competente Servizio della
Direzione generale degli Enti Locali della Regione Sardegna.
a) per quanto attiene ai rifiuti garbage non speciali e non pericolosi prodotti dalle unità da pesca e da diporto, si
prevede che, a cura del gestore del servizio, all’interno delle aree attrezzate vengano posizionati dei contenitori,
tutti di diverso colore, per la raccolta differenziata di tali rifiuti, come di seguito specificato:
All’interno dei porti turistici, periodicamente e, comunque, su chiamata dei concessionari degli approdi turistici e
punti d’ormeggio presso cui saranno posizionate le suddette aree attrezzate, il gestore portuale provvederà al ritiro
dei rifiuti, a fronte della corresponsione di apposita tariffa.
b) per quanto attiene ai rifiuti speciali pericolosi e non da conferire nell’area attrezzata:
Il gestore del servizio dovrà provvedere al posizionamento di contenitori idonei alla raccolta delle suddette
tipologie di rifiuti, all’interno delle predette aree attrezzate.
Fermi restando i divieti di scarico in mare, il servizio di ritiro delle acque nere dalle unità da diporto e dai
pescherecci dovrà svolgersi secondo le modalità stabilite per i rifiuti sewage.
La lunghezza delle carote, prevista in 3,00 metri non venne raggiunta a causa della litologia
del fondale. In particolare i punti BB/002, BB/016, BB/033 e BB/042 risultarono interessati da
affioramenti rocciosi.
Dalle carote di sedimento furono prelevati campioni, partendo dall’alto, alle quote 0÷20 cm,
30÷50 cm, 100÷120 cm, 180÷200 cm e 280÷300 cm, effettuando su di essi le seguenti analisi:
Le analisi eseguite sui 172 campioni di sedimento prelevati dal fondale marino,
permisero di elaborare una statistica sulla diffusione degli inorganici come riportato
nella seguente tabella (valori in mg/kg)
I risultati analitici confermavano che anche in quest’area, così come per l’area esterna del
Piano di caratterizzazione, gli elementi indicatori della contaminazione erano As, Cd, Hg, Pb
e Zn.
Il confronto delle concentrazioni di inorganici determinati nei sondaggi 2007, con quelli
corrispondenti eseguiti nel 2004, mostravano una sostanziale corrispondenza tra i valori, così
come nei superamenti registrati nei vari livelli. Il confronto evidenziava inoltre che gli intervalli
di variazione erano simili tra loro, così come i trend, generalmente decrescenti in profondità,
delle concentrazioni di inorganici.
In conclusione, la relazione sulle caratterizzazioni del 2007, tenuto conto anche delle
integrazioni intervenute, classifica nel complesso i sedimenti analizzati nella classe B1 prevista
dal manuale APAT-ICRAM nella edizione dell’agosto 2006, dichiarando che di conseguenza
le gestioni compatibili del sedimento sono:
1. riutilizzi a terra;
2. bacini che assicurino il contenimento anche delle più piccole particelle di sedimento
incluso il riempimento di banchine;
3. smaltimento in discarica.
evidenzia inoltre che i sedimenti indagati hanno superato i test di cessione
(secondo le procedure del DM 3.8.2005 e del DM 5.4.2006), con eluati in metalli
ammissibili per discariche di rifiuti inerti, ma un contenuto in cloruri superiore agli
stessi limiti.
I fondali portuali interessati dai lavori comprendono gli specchi acquei oggetto di dragaggio,
la zona della nuova banchina del sale e del nuovo molo di sottoflutto e la zona
immediatamente adiacente la vecchia scogliera di sopraflutto, di cui è previsto il riassetto e
l’irrobustimento.
Secondo le direttive contenute nelle linee guida ICRAM (Manuale per la movimentazione dei
sedimenti marini) la caratterizzazione significativa della superficie e del volume indagati deve
tener conto della eterogeneità dei fondali, della variabilità dei sedimenti e dell’articolazione
strutturale dei porti. Sono previste tre tipologie di aree unitarie:
− tipologia 1- zone disposte lungo la perimetrazione interna caratterizzata da presenza di
manufatti (banchine, pontili, ecc); è prevista una maglia quadrata di m 50x50;
− tipologia 2 - zone interne alle aree portuali a distanza superiore a m 50 dai manufatti; sono
previste maglie quadrate di lato pari a m 100;
− tipologia 3 - imboccature portuali e zone esterne; è prevista una griglia con maglie
quadrate di lato pari a 200 metri (non considerate nel caso in esame).
Le aree residue con superficie rispettivamente di 1.500, 5.000 e 10.000 mq possono essere
trascurate.
5.1.4 Suolo
Inquadramento geologico
L’area di interesse è compresa nella fascia marino-litorale che si estende dall’insenatura
racchiusa tra la costa orientale dell’isola di Sant’Antioco e quella sulcitana inquadrandosi,
dal punto di vista geografico, nel territorio del Basso Sulcis, ove affiorano litotipi appartenenti
al basamento metamorfico paleozoico, al complesso intrusivo tardo ercinico e alle coperture
vulcaniche-sedimentarie da tardo-paleozoiche fino a quaternarie.
Mesozoico
Il Mesozoico dell’area è rappresentato da affioramenti riferibili al Triassico medio nel settore
più settentrionale del Basso Sulcis e al Cretacico medio per quanto riguarda quelle affioranti
nel settore centro-orientale dell’Isola di Sant’Antioco.
La successione cretacica dell’Isola ha inizio con una sequenza il cui spessore è stimato in
circa 90 m, costituita da marne e argille con intercalazioni di calcari micritici ad ostracodi, a
cui seguono circa 100 m di calcari oolitici e detritici con locali intercalazioni di calcari
marnosi, dolomie e marne, il cui contenuto fossilifero è costituito da brachiopodi, calpionelle,
dasicladacee e da frammenti di rudiste, briozoi, echinodermi. L’ambiente di sedimentazione,
nella fase iniziale lagunare ed ipoalino (facies purbeckiana), è poi riconducibile a condizioni
sub-litorali e neritiche a salinità normale (facies urgoniana).
Successione sedimentaria paleogenica
A sud dell’abitato di Carbonia si individua la “successione detritica cenozoica” che
rappresenta la colmata del Bacino eocenico del Sulcis, connessa con l’evoluzione
paleogeografica del settore sud-occidentale della Sardegna tra il Cretacico e il Paleogene.
Si tratta delle arenarie quarzoso-feldspatiche, generalmente ben stratificate (con frequenti
intercalazioni di potenti lenti di conglomerati e marne, ed argille siltose spesso contenenti
concrezioni ferruginose) della Formazione del Cixerri. I clasti, normalmente ben arrotondati,
derivano da formazioni paleozoiche, mesozoiche e dell’Eocene inferiore. Nei sondaggi
eseguiti nel Sulcis per questa Formazione sono stati evidenziati spessori fino a 300 m circa.
L’età della Formazione del Cixerri, difficile da stabilire perché il suo contenuto paleontologico
è molto scarso, è generalmente considerata compresa tra l’Eocene medio e l’Oligocene
superiore, quando cioè la Sardegna era ancora unita al margine continentale sud-europeo.
Successione vulcano-sedimentaria oligo-miocenica
Le coperture terziarie sono riferibili prevalentemente al vulcanismo oligo-miocenico di affinità
calco-alcalina del “Distretto vulcanico cenozoico del Sulcis”, mentre le facies sedimentarie,
subordinate rispetto ai prodotti vulcanici, rappresentano un’importante fase di
Inquadramento pedologico
L’elevata variabilità litologica e morfologica del settore del Basso Sulcis si riflette in una
grande varietà tipologie di suolo: i substrati più diffusi sono rappresentati dalle rocce effusive
(andesiti, rioliti, riodaciti) e dai depositi detritici del Quaternario continentale, che comprende
sedimenti di diverse età ed origine (alluvionale, fluvio-deltizia, eolica). Le litologie del
Paleozoico invece occupano aree di modesta entità, così come le arenarie, le argille e i
conglomerati della Formazione del Cixerri.
I vasti affioramenti rocciosi dei substrati vulcanici sono essenzialmente privi di suolo e soltanto
negli areali a morfologia più dolce sono presenti residui paleosuoli evolutisi in condizioni
climatiche diverse da quelle attuali. Nelle formazioni caratterizzate da morfologie aspre, con
creste nette e versanti acclivi, i suoli si presentano intensamente erosi e associati a roccia
affiorante (Entisuoli lithici) mentre, nelle aree sub-pianeggianti, sono maggiormente evoluti
(Entisuoli tipici, Inceptisuoli ed Alfisuoli, limitatamente alle aree di accumulo detritico).
Nell’ambito dei substrati costituiti dai depositi quaternari, i suoli più evoluti (Alfisuoli) si
rinvengono in corrispondenza delle superfici più antiche. Nei depositi alluvionali recenti si
individuano suoli dell’ordine degli Entisuoli o degli Inceptisuoli. Le aree di sedimentazione
fluvio-deltizia e/o lagunare sono caratterizzate da suoli poco evoluti in cui si possono
riscontrare condizioni di elevata salinità e scarsa permeabilità (Aquisalids).
I settori perilagunari rappresentano una zona di transizione tra il settore emerso e quello
sommerso e risultano interessati dalla superficialità della falda e dall’accumulo salino negli
orizzonti superficiali e profondi. Vi si localizzano associazioni di suoli limoso-sabbioso-argillosi
appartenenti ai grandi Gruppi degli Xerofluvents e Xeropsamments. In questi settori si
verificano fenomeni di impaludamento ed è favorito lo sviluppo della vegetazione alofila.
Nei limitati settori di affioramento del substrato paleozoico i suoli presentano caratteri
mediamente evoluti e, laddove si riscontra una buona copertura vegetale, appartengono
all’ordine degli Inceptisuoli. Nei depositi di versante sono riferibili all’ordine degli Alfisuoli
mentre, nelle zone di cresta e in quelle più acclivi si localizzano suoli poco evoluti dell’Ordine
degli Entisuoli. Sui substrati costituiti dai depositi conglomeratici-argillosi della Formazione del
Cixerri i suoli sono mediamente evoluti e appartengono agli ordini degli Inceptisuoli e degli
Alfisuoli.
Caratteri geomorfologici
Gli eventi morfogenetici che hanno coinvolto questo settore costiero sono riconducibili ai
processi di subsidenza del Golfo di Palmas e della fascia costiera, a loro volta correlati agli
eventi geodinamici della tettonica distensiva plio-quaternaria, sovraimpressi alla precedente
impostazione strutturale e vulcanica del Terziario. L’ulteriore sovrapposizione dei processi
geomorfologici che si sono esplicati nel corso Quaternario ha fatto si che il versante sulcitano
si configuri attualmente in un complesso sistema di conoidi alluvionali e piane colluviali che
degradano con deboli pendenze verso il litorale, caratterizzato da una costa bassa limoso-
sabbiosa e articolata in estesi sistemi lagunari e aree di impaludamento in evoluzione.
Attraverso uno stretto istmo il territorio sulcitano è collegato all’Isola di Sant’Antioco, il cui
substrato geologico è rappresentato dalle coperture post-erciniche costituite principalmente
dalle vulcaniti oligo-mioceniche, di cui si riconoscono le effusioni piroclastiche di tipo
ignimbritico affioranti estesamente nell’Isola e gli apparati andesitici, che invece
caratterizzano il settore meridionale. Solo nel settore di Maladroxia affiorano i massicci
carbonatici mesozoici, rappresentati soprattutto da calcari e dolomie che rappresentano gli
affioramenti residuali delle coperture calcaree e dolomitiche che si estendevano in maniera
più continua nel settore sud-occidentale della Sardegna. La natura litologica e le complesse
vicende tettoniche hanno determinato per l’isola un assetto morfologico articolato che, nel
settore costiero, ha dato origine alle vaste pianure costiere della fascia settentrionale e
orientale, colmate da depositi detritici di origine sia marina che alluvionale in funzione delle
pulsazioni climatiche pleistoceniche e degli eventi tettonici recenti.
Pericolosità idrogeologica
L’intero territorio della Sardegna è stato poi, ai sensi della Deliberazione della Giunta
regionale n. 45/57 del 30.10.1990, suddiviso in sette sub-bacini, ognuno dei quali risulta
caratterizzato, in grande, da generali omogeneità geomorfologiche, geografiche e
idrologiche ma anche da forti differenze di estensione territoriale.
I sette sub-bacini, già individuati nel 1987 nell'ambito della redazione del Piano per il
Razionale Utilizzo delle Risorse Idriche della Sardegna (Piano Acque), sono i seguenti:
− sub-bacino n. 1 Sulcis
− sub-bacino n. 2 Tirso
− sub-bacino n.3 Coghinas-Mannu-Temo
− sub-bacino n. 4 Liscia
− sub-bacino n. 5 Posada-Cedrino
− sub-bacino n. 6 Sud-Orientale
− sub-bacino n. 7 Flumendosa-Campidano-Cixerri.
Il territorio del comune di Sant’Antioco ricade nella porzione occidentale del sub-bacino
idrografico n. 1 “Sulcis”.
Per quanto concerne la parte idraulica il PAI vigente relativamente al territorio di
Sant’Antioco identifica aree a pericolosità idraulica molto elevata Hi4, elevata Hi3, media Hi2
e bassa Hi1; le aree a pericolosità maggiore sono localizzabili lungo i tratti conclusivi del Riu
S’Arroxiu e del Riu Maladraxia e nel centro abitato di Sant’Antioco. Relativamente alla
pericolosità geomorfologica il Piano non identifica per il territorio comunale aree sensibili.
Inquadramento botanico
L’isola di Sant’Antioco è inclusa nel distretto n.24 Isole sulcitane del Piano Forestale
Ambientale Regionale della Sardegna.
L’analisi della vegetazione dell’isola di Sant’Antioco ha condotto all’identificazione di
dinamiche vegetazionali riconducibili a due seriazioni sintassonomiche principali e due
geosigmeti costieri, di seguito descritti sulla base delle informazioni bibliografiche5.
La Serie sarda termo mediterranea del leccio (Pyro amygdaliformis-Quercetum illicis) è
osservabile nelle aree metamorfiche e pedemontane dell’isola in particolare in località
Perdas de Is Ominis e Perda de Fogu. Si osservano prevalentemente le cenosi di sostituzione
5
- Bacchetta G., Bagella S., Biondi E., Farris E., Filigheddu R. S., Mossa L. (2009) Vegetazione forestale e
serie di vegetazione della Sardegna (con rappresentazione cartografica alla scala 1:350.000). Pavia,
Società italiana di fitosociologia. 82 p. (Fitosociologia, 46 (1) - Suppl. 1).
- Piano Forestale Ambientale Regionale della Sardegna Allegato I Schede descrittive del distretto –
Distretto n. 24 “Isole Sulcitane” settembre 2007
Per quanto attiene l’ambito psammofilo localizzato nella parte settentrionale dell’isola sono
presenti diversi tipi di vegetazione che tendono a distribuirsi parallelamente alla linea di
battigia e corrispondono a diverse situazioni ecologiche in relazione alla distanza dal mare e
alla diversa granulometria del substrato.
- Vegetazione psammofila terofitica alo-nitrofila. Si tratta di comunità annuali che
crescono sulla zona della spiaggia inondata in inverno, sulla quale le mareggiate
lasciano consistenti depositi di sostanza organica, soprattutto resti di Posidonia oceanica
(L.) Delile.
- Vegetazione psammofila geofitica ed emicriptofitica. Si tratta di comunità perenni
dominate da piante specializzate (classe Ammophiletea), ma occupanti ambienti
ecologicamente diversi, influenzati da diversi gradienti ecologici.
Figura 17: Estratto dalla Tav. 3 - Carta della serie di vegetazione dell’ Allegato I Schede descrittive del
distretto del Piano Forestale Ambientale Regionale
Inquadramento faunistico
Il complesso di zone umide localizzato sulle coste che si affacciano sul Golfo di Palmas risulta
particolarmente importante per lo svernamento e la nidificazione di uccelli acquatici.
Quest’area è stata identificata come IBA6 Codice 1 90. Fanno parte dell’area lo Stagno
Baiocca, lo Stagno di Porto Botte, la Salina di Sant’Antioco, lo stagno di Santa Caterina, il
braccio di mare, con relative secche, tra l’Isola di Sant’Antioco e la terraferma, fi no allo
Stagno e’Forru e Peschiera di Boi Cervus. Inoltre, l’IBA include lo Stagno Cirdu, lo stagno a sud
di Sant’Antioco e le relative zone umide costiere sulla costa orientale dell’Isola di
Sant’Antioco. Oltre al braccio di mare che separa l’Isola di Sant’Antioco dalla Sardegna,
appartiene all’IBA anche la fascia marina che si estende dallo sbocco del Canale
Circondario all’altezza dello Stagno Baiocca.
Il territorio dell’isola nel suo complesso risulta dunque particolarmente importante sotto il
profilo faunistico specialmente per la presenza delle aree umide.
I Siti di Importanza Comunitaria più prossimi allo scalo portuale sono due: il SIC ITB042225 “Is
Prunis” ed il SIC ITB042223 “Stagno di Santa Caterina”.
Paesaggio
Il territorio comunale di Sant’Antioco risulta compreso per la maggior parte all’interno
dell’Ambito di Paesaggio n. 6 “Carbonia e Isole sulcitane” mentre una parte ridotta ma
significativa - che comprende lo Stagno di Santa Caterina, l’istmo di Sant’Antioco e il settore
orientale del Porto commerciale “Ponte Romano” – ricade all’interno dell’ambito n. 5
“Anfiteatro del Sulcis”.
Analogamente, l’area portuale rappresenta un elemento di cerniera rispetto ai due sistemi
umidi di Santa Caterina e di Sant’Antioco ed è caratterizzato da un doppio affaccio: a sud
verso il Golfo di Palmas e a nord verso il “mare interno” (definito dalle isole di S. Antioco e S.
Figura 19: Inquadramento dell’ambito portuale di Sant’Antioco rispetto agli Ambiti di paesaggio del PPR
Figura 20: Inquadramento dell’ambito portuale di Sant’Antioco rispetto agli Ambiti di paesaggio del PPR
BENI PAESAGGISTICI
8 Cfr. “Programma per il riassetto e la razionalizzazione del sistema portuale del Sulcis Iglesiente e studio
di fattibilità”, 2012, Provincia di Carbonia Iglesias (Relazione Generale, All.A1 e All.B, redatti a cura del
Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari)
9 Taramelli A., “Scavi e scoperte di antichità puniche e romane nell’area dell’antica Sulcis”, in NS 1908,
p. 149
10 Fonte: http://www.notizie.it/fotografie-antiche-di-sardegna-ponte-romano-santantioco-1947/
Figura 22: Il sistema insediativo costiero del “mare interno” C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544
Lo sviluppo insediativo della città e del porto di Sant’Antioco, iniziato negli anni ’30 con il
progetto del Distretto del carbone autarchico, è proseguito restando strettamente legato
allo sviluppo delle attività commerciali e produttive. Agli anni ’50 – ’70 risale la consistente
espansione urbana a sud del centro storico e la costruzione del polo metallurgico della
Sardamag in prossimità dell’area Porti. Tra gli anni ’70 e ’90 furono realizzati il nuovo canale
navigabile e il ponte della SS 126, che portarono alla costituzione di una fascia di aree
artigianali a sud del centro abitato e alla dismissione della linea ferroviaria.
Figura 23: Planimetria dell’impianto geometrico catastale (primi del 900) e IGM storico (1898)
Il Piano Urbanistico Comunale vigente, adottato nel 2000 e pubblicato sul BURAS N. 2 del
19/01/2002, è stato oggetto di sette varianti, l’ultima delle quali adottata nel 2014; è
attualmente in fase di redazione il nuovo PUC in adeguamento al PPR. Il Piano vigente
classifica l’area del Porto Ponte Romano come Zona G4. In riferimento alla relazione tra
centro urbano e area portuale, il PUC localizza un’area destinata a spazi per servizi pubblici
che si sviluppa lungo il fronte mare del centro urbano definendo un’importante interfaccia
porto/città e collegando il centro storico all’area Portuale, fino al sottopassaggio del ponte
della SS126.
Nelle grandi aree che si attestano a nord e a sud del centro abitato il PUC prevede la
possibilità di una progressiva eliminazione delle attuali attività produttive, la conversione delle
superfici e quella eventuale dei volumi per utilizzazioni di tipo terziario, con particolare
riferimento alle necessità connesse con l’attività portuale11. Per la zona relativa all’area di Is
11Cfr. “Programma per il riassetto e la razionalizzazione del sistema portuale del Sulcis Iglesiente e studio
di fattibilità”, 2012, Provincia di Carbonia Iglesias (Relazione Generale, All.A1 e All.B, redatti a cura del
Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari)
Aspetti demografici
Il Comune di Sant’Antioco si estende su un territorio di superficie pari a 87,9 km2 con una
popolazione residente pari a 11.313 unità al 31 dicembre 2015. Nel periodo compreso tra il
1995 e il 2015 l’andamento demografico mostra valori tendenzialmente decrescenti; nel
corso del ventennio considerato il decremento della popolazione residente è pari a oltre 800
unità, derivante da tassi annui di variazione mediamente pari al -3,5‰ circa.
Dal 2002 in poi i saldi migratori mostrano valori oscillanti ma prevalentemente positivi, con un
picco nel 2013 pari 83 unità determinato da operazioni post-censuarie di rettifica anagrafica.
Viceversa, dal 1995 in poi il saldo naturale mostra valori quasi sempre negativi e
tendenzialmente decrescenti, pari a -88 unità nel corso dell’ultimo anno di rilevazione.
12.052
11.987
100
11.912
11.868
11.818
11.730
11.728
11.732
11.721
11.722
11.702
11.691
11.678
11.645
11.530
11.469
11.462
11.430
11.389
50
-
1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015
-50
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
-100
Negli stessi anni, gli indici di struttura mostrano un progressivo invecchiamento della
popolazione residente nel Comune di Sant’Antioco, che raggiunge un valore dell’indice di
vecchiaia pari al 261% al 1° gennaio 2016; durante l’intero periodo di osservazione il valore
dell’indicatore nel Comune di Sant’Antioco appare superiore rispetto al dato medio
provinciale e regionale e, dal 2001 in poi, anche rispetto al dato medio nazionale. Il
confronto dei dati relativi ai Censimenti dal 1971 al 2011 conferma tale andamento,
mostrando una diminuzione in termini percentuali della popolazione residente appartenente
alla classe di età inferiore ai 15 anni e, dal 1991 in poi, anche della popolazione di età
compresa tra 15 e 29 anni; la popolazione di età compresa tra 45 e 64 anni costituisce la
classe di età con la più alta incidenza nel territorio in esame, ma nel periodo compreso tra il
2001 e il 2011 è la popolazione di età superiore a 64 anni a mostrare la maggiore crescita
percentuale. L’attuale squilibrio della popolazione in favore delle età più elevate è
attribuibile alla diminuzione dei tassi di fecondità, registrato negli ultimi due decenni in tutta la
Sardegna.
Dal 2004 in poi la dimensione media dei nuclei familiari mostra nel Comune di Sant’Antioco
valori progressivamente decrescenti sino a raggiungere dal 2010 in poi un valore inferiore
rispetto alla media provinciale, regionale e nazionale, risultando pari a 2,23 componenti per
famiglia al 31 dicembre 2015.
Indice di vecchiaia in diversi ambiti territoriali al 1° Numero medio di componenti per famiglia in diversi
gennaio dal 1996 al 2016 ambiti territoriali al 31 dicembre dal 2004 al 2015
280% 2,80
210% 2,65
140% 2,50
70% 2,35
220%
30%
167%
23%
21%
15%
51%
11% 23%
11%
I confronto delle piramidi di età nel Comune di Sant’Antioco al 1° gennaio del 2006 e del
2016 conferma un ridimensionamento nel tempo della struttura della popolazione residente
per entrambi i sessi.
Piramide d’età in valori assoluti della popolazione residente nel Comune di Sant’Antioco al 1° gennaio del 2006 e del
2016
femmine maschi
>=100
95_99
90_94
85_89
80_84
75_79
70_74
2006 2016
12Calasetta, Carbonia, Carloforte, Gonnesa, Perdaxius, Portoscuso, San Giovanni Suergiu e Tratalias.
13Le indagini ISTAT considerano occupate le persone con più di 15 anni che nella settimana di riferimento abbiano
svolto almeno un'ora di lavoro retribuita o che abbiano lavorato almeno per un'ora presso la ditta di un familiare
senza essere retribuite
Nella tabella sottostante si riporta, sino a un livello di dettaglio pari ai gruppi di attività
economica secondo la classificazione ATECO 2007, il numero di unità locali e di addetti delle
unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco al 31 dicembre 2011, data di
riferimento del 9° Censimento dell’Industria e dei Servizi (ISTAT, 2011). Appare opportuno
sottolineare che le aziende agricole, e la relativa manodopera, sono state oggetto di una
specifica rilevazione da parte dell’ISTAT nel corso del 2010, in occasione del 6° Censimento
Generale dell’Agricoltura.
Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)
estrazione di pietra,
altre attività di 81 1 1
estrazione di sabbia e argilla
estrazione di
B minerali da cave 8 estrazione di
minerali da cave e
e miniere 89 minerali da cave e 1 15
miniere
miniere nca
lavorazione e
conservazione di
102 1 3
pesce, crostacei e
molluschi
produzione di oli e
104 grassi vegetali e 1 2
10 industrie alimentari animali
industria lattiero-
105 1 1
casearia
attività produzione di
C
manifatturiere 107 prodotti da forno e 4 8
farinacei
Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)
intreccio
fabbricazione di
prodotti in
236 2 8
calcestruzzo,
cemento e gesso
fabbricazione di altri
prodotti della taglio, modellatura
237 2 7
fabbricazione di fabbricazione di
prodotti in metallo elementi da
25 251 7 27
(esclusi macchinari costruzione in
e attrezzature) metallo
fabbricazione di
macchine per
fabbricazione di 283 1 -
l'agricoltura e la
macchinari ed silvicoltura
28
apparecchiature
nca fabbricazione di
289 altre macchine per 1 4
impieghi speciali
fabbricazione di
altre industrie strumenti e forniture
32 325 2 2
manifatturiere mediche e
dentistiche
riparazione e
manutenzione di
riparazione, 331 prodotti in metallo, 6 12
manutenzione ed macchine ed
33 installazione di apparecchiature
macchine ed installazione di
apparecchiature macchine ed
332 2 2
apparecchiature
industriali
fornitura di
attività di raccolta,
acqua; reti
trattamento e
fognarie, attività
E 38 smaltimento dei 381 raccolta dei rifiuti 1 18
di gestione dei
rifiuti; recupero dei
rifiuti e
materiali
risanamento
costruzione di
41 costruzione di edifici 412 edifici residenziali e 32 94
non residenziali
costruzione di altre
42 ingegneria civile 429 opere di 1 10
F costruzioni ingegneria civile
demolizione e
431 preparazione del 3 3
lavori di costruzione
43 cantiere edile
specializzati
432 installazione di 13 19
impianti elettrici,
Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)
idraulici ed altri
lavori di costruzione
e installazione
completamento e
433 25 65
finitura di edifici
altri lavori
439 specializzati di 2 7
costruzione
commercio di
451 3 3
manutenzione e
452 riparazione di 17 34
commercio autoveicoli
all'ingrosso e al
dettaglio e commercio di parti
45 453 e accessori di 4 7
riparazione di
autoveicoli e autoveicoli
motocicli
commercio,
manutenzione e
454 riparazione di 2 2
motocicli e relative
parti ed accessori
intermediari del
461 17 18
commercio
commercio
all'ingrosso di
463 prodotti alimentari, 15 49
bevande e prodotti
del tabacco
commercio
464 all'ingrosso di beni 1 2
di consumo finale
commercio
commercio all'ingrosso (escluso commercio
46 all'ingrosso di
all'ingrosso e al quello di autoveicoli 465 1 2
dettaglio; e di motocicli) apparecchiature
G ict
riparazione di
autoveicoli e
commercio
motocicli
all'ingrosso di altri
466 macchinari, 2 3
attrezzature e
forniture
commercio
all'ingrosso
467 11 38
specializzato di altri
prodotti
commercio al
471 dettaglio in esercizi 19 131
non specializzati
commercio al
dettaglio di
prodotti alimentari,
472 28 48
bevande e
commercio al tabacco in esercizi
dettaglio (escluso specializzati
47
quello di autoveicoli
e di motocicli) commercio al
dettaglio di
473 carburante per 4 8
autotrazione in
esercizi specializzati
commercio al
474 dettaglio di 5 6
apparecchiature
informatiche e per
Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)
le
telecomunicazioni
(ict) in esercizi
specializzati
commercio al
dettaglio di altri
475 prodotti per uso 9 12
domestico in
esercizi specializzati
commercio al
commercio al
dettaglio di altri
477 54 92
prodotti in esercizi
specializzati
commercio al
478 dettaglio 11 14
ambulante
commercio al
dettaglio al di fuori
479 1 -
di negozi, banchi e
mercati
altri trasporti
493 terrestri di 5 6
trasporto terrestre e passeggeri
49 trasporto mediante
condotte trasporto di merci
494 su strada e servizi di 9 15
trasporto e trasloco
H
magazzinaggio magazzinaggio e
attività di supporto
52 attività di supporto 522 2 15
ai trasporti
ai trasporti
alberghi e strutture
551 11 22
simili
alloggi per
vacanze e altre
552 8 8
strutture per brevi
55 alloggio
soggiorni
ristoranti e attività
561 di ristorazione 39 98
attività dei servizi di mobile
56
ristorazione
bar e altri esercizi
563 28 61
simili senza cucina
attività di
produzione
attività di
cinematografica, di
registrazione
servizi di 59 video e di 592 1 1
sonora e di editoria
J informazione e programmi televisivi,
musicale
comunicazione di registrazioni
musicali e sonore
altre attività di
61 telecomunicazioni 619 1 2
telecomunicazione
Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)
produzione di produzione di
software, software,
62 consulenza 620 consulenza 3 6
informatica e informatica e
attività connesse attività connesse
attività di servizi
compravendita di
beni immobili
681 2 1
effettuata su beni
propri
attività immobiliari
683 4 6
per conto terzi
contabilità,
attività legali e controllo e
69
contabilità revisione contabile,
692 12 25
consulenza in
materia fiscale e
del lavoro
attività di direzione
attività di
aziendale e di
70 702 consulenza 1 1
consulenza
gestionale
gestionale
attività di design
741 1 1
specializzate
Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)
noleggio di altre
attività di noleggio macchine,
77 773 1 1
e leasing operativo attrezzature e beni
materiali
attività delle
attività di ricerca,
agenzie di lavoro
78 selezione, fornitura 782 1 -
temporaneo
di personale
(interinale)
attività di supporto
821 per le funzioni 3 4
attività di supporto d'ufficio
per le funzioni
82 d'ufficio e altri servizi attività dei call
822 1 2
di supporto alle center
imprese
servizi di supporto
829 5 7
alle imprese nca
attività di attività di
biblioteche, archivi, biblioteche, archivi,
91 910 2 29
musei ed altre musei ed altre
attività artistiche, attività culturali attività culturali
sportive, di
R
intrattenimento e attività riguardanti attività riguardanti
divertimento le lotterie, le le lotterie, le
92 920 1 4
scommesse, le case scommesse, le
da gioco case da gioco
riparazione di
riparazione di beni
computer e di beni
95 952 per uso personale e 4 5
per uso personale e
altre attività di per la casa
S per la casa
servizi
altre attività di altre attività di
96 servizi per la 960 servizi per la 19 35
persona persona
Nel centro in esame è quindi il settore di attività economica del “commercio all'ingrosso e al
dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli” a far registrare il maggior numero di addetti,
seguito dai settori della pesca, delle costruzioni e delle attività dei servizi di alloggio e di
ristorazione. In particolare, alla data dell’ultimo Censimento dell’Industria e dei Servizi,
attività manifatturiere
D fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata -43%
D
0% risanamento
costruzioni
F
F costruzioni 62%
52%
commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e
G
M attività professionali, scientifiche e tecniche 11% noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
istruzione
P
Al 31 dicembre 2011 nel Comune di Sant’Antioco si rilevano incidenze di addetti alle unità
locali delle imprese superiori rispetto alla media provinciale, regionale e nazionale nei settori
di attività economica della pesca, del “commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di
autoveicoli e motocicli”, delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, e delle “attività
artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento”.
Incidenza di addetti alle unità locali delle imprese per settore di Incidenza di unità locali delle imprese per settore di attività
attività economica nel 2011 economica nel 2011
A
estrazione di minerali da cave e miniere estrazione di minerali da cave e miniere
B
B
C
C
attività manifatturiere attività manifatturiere
D
D
fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e
E
E
risanamento risanamento
costruzioni costruzioni
F
F
commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e
G
G
motocicli motocicli
H
H
trasporto e magazzinaggio trasporto e magazzinaggio
attività dei servizi di alloggio e di ristorazione attività dei servizi di alloggio e di ristorazione
I
I
servizi di informazione e comunicazione servizi di informazione e comunicazione
J
J
attività finanziarie e assicurative attività finanziarie e assicurative
K
K
attivita' immobiliari attivita' immobiliari
L
L
M
M
attività professionali, scientifiche e tecniche attività professionali, scientifiche e tecniche
N
noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
istruzione istruzione
P
P
Q
Q
sanita' e assistenza sociale sanita' e assistenza sociale
R
R
attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
altre attività di servizi altre attività di servizi
S
S
0% 9% 18% 27% 36% 0% 9% 18% 27% 36%
Comune di Sant'Antioco - numero di addetti e di unità locali Numero medio di addetti alle unità locali delle imprese nel
delle imprese nel settore della pesca, piscicoltura e servizi settore della pesca, piscicoltura e servizi connessi dal 1971 al
connessi dal 1971 al 2011 2011
16
312
12
232
108 103
93
4
21 25 22
13 7
0
1971 1981 1991 2001 2011 1971 1981 1991 2001 2011
Alla data più recente nel centro in esame la variazione percentuale rispetto al 1971 del
numero di addetti e di unità locali delle imprese nel settore della pesca risulta
rispettivamente pari al 149% e al 69%, nonostante la significativa flessione rilevata nel corso
dell’ultimo decennio intercensuario.
Numero di addetti delle imprese nel settore della pesca, Numero di unità locali delle imprese nel settore della pesca,
piscicoltura e servizi connessi dal 1971 (=100%) al 2011 piscicoltura e servizi connessi dal 1971 (=100%) al 2011
400% 400%
300% 300%
200% 200%
100% 100%
Capacità degli esercizi ricettivi del Comune di Sant’Antioco per Incidenza dei posti letto negli esercizi ricettivi per tipo di
tipo di alloggio nel 2015 alloggio nel 2015
3 stelle 6 4 stelle
191
2 stelle 1 3 stelle
22
- 2 stelle
1 stella -
- 1 stella
Residenze Turistico Alberghiere -
1 Residenze Turistico Alberghiere
Campeggi e Villaggi turistici 708
Campeggi e Villaggi turistici
Alloggi in Affitto 7
166
esercizi complementari
Alloggi in Affitto
esercizi complementari
Dal 2006 al 2015 la capacità ricettiva presso gli esercizi alberghieri del Comune di
Sant’Antioco mostra un decremento percentuale pari al 18% circa, in controtendenza
rispetto al dato medio provinciale, regionale e nazionale, dove si osservano tassi di
incremento compresi tra il 6% e il 20% circa; nello stesso periodo, presso gli esercizi
complementari di Sant’Antioco si rileva un lieve incremento (+4%) del numero di posti letto, in
misura molto inferiore rispetto al dato medio provinciale (+56%) e lievemente al di sotto
anche rispetto agli altri ambiti territoriali di riferimento.
160% 160%
100% 100%
70% 70%
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
14 nel 2013 il processo di riclassificazione delle strutture extra-alberghiere determina sensibili variazioni
(fonte:avvertenza ISTAT)
15 La raccolta avviene nell'ambito della rilevazione "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi", che costituisce
un'indagine totale svolta dall'Istat con periodicità mensile. L'unità di rilevazione è costituita dagli esercizi ricettivi
ripartiti fra strutture alberghiere, strutture complementari e alloggi privati in affitto. I dati sono caricati via web
direttamente dalle strutture ricettive o trasmessi da queste alle Amministrazioni Provinciali di riferimento per il
successivo caricamento sul SIRED.
Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi ricettivi Presenze negli esercizi ricettivi in diversi ambiti territoriali dal
del Comune di Sant’Antioco dal 2013 al 2015 2013 (=100%) al 2015
53.417
50.262 50.572 118%
4,2
111%
104%
3,9
3,8
Nel Comune di Sant’Antioco la permanenza media dei clienti presso le strutture ricettive
mostra andamento progressivamente decrescente, con valori superiori o 4,2 giorni nel 2013 e
pari a 3,8 giorni circa nel 2015, dato comunque superiore rispetto alla media provinciale (3,3)
e nazionale (3,5), ma ben al di sotto rispetto a quello medio rilevato in ambito regionale (4,7).
Nel corso del 2015 la distribuzione mensile delle presenze negli esercizi ricettivi mostra una più
accentuata concentrazione sui mesi estivi a Sant’Antioco rispetto al dato medio provinciale,
regionale e nazionale, che denota una tipologia di turismo prevalentemente per motivi
balneari. In particolare, i mesi di luglio e agosto 2015 assorbono complessivamente quasi il
60% delle presenze registrate presso gli esercizi ricettivi ubicati nel centro in esame; il dato
appare in crescita nel corso dell’ultimo triennio, evidenziando l’inadeguatezza delle iniziative
adottate al fine di favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici.
Permanenza media dei clienti negli esercizi ricettivi in diversi Distribuzione mensile delle presenze negli esercizi ricettivi in
ambiti territoriali dal 2013 al 2015 diversi ambiti territoriali nel 2015
5,0 36%
4,5 27%
giorni
4,0 18%
3,5 9%
3,0 0%
2013 2014 2015 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
La distribuzione mensile delle presenze di clienti negli esercizi ricettivi del Comune di
Sant’Antioco nel corso del 2015, così come per gli anni precedenti, appare molto più
omogenea per gli ospiti di nazionalità straniera rispetto agli italiani. Il 42% delle presenze
annue di clienti italiani negli esercizi ricettivi ubicati a Sant’Antioco sono infatti concentrate
nel solo mese di agosto, nello stesso mese si registra appena il 21% delle presenze annue di
clienti di nazionalità straniera. Nel corso del mese di luglio del 2015 si è registrato oltre un
quarto delle presenze annue di clienti di nazionalità straniera.
Nel corso dei primi due mesi dell’ultimo anno di osservazione, si rileva un’incidenza di
presenze straniere negli esercizi ricettivi di Sant’Antioco mediamente pari a poco più del 6%,
inferiore rispetto al dato medio nazionale, regionale e provinciale. Viceversa, nel corso del
trimestre successivo supera il 68% l’incidenza di presenze straniere negli esercizi ricettivi di
Sant’Antioco, risultando superiore rispetto agli ambiti territoriali di riferimento. Nei mesi
successivi del 2015 si rilevano incidenze di presenze straniere negli esercizi ricettivi di
Sant’Antioco, comprese tra il 23% e il 50%, sempre intermedie tra il dato nazionale e quello
provinciale, con l’eccezione del mese di ottobre.
Presenze mensili di clienti italiani e stranieri negli esercizi Incidenza mensile delle presenze straniere negli esercizi ricettivi
ricettivi del Comune di Sant’Antioco nel 2015 in diversi ambiti territoriali nel 2015
44% 90%
33%
60%
22% 45%
30%
11%
15%
0% 0%
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
Nel corso del triennio di osservazione, poco meno della metà delle presenze turistiche
rilevate presso gli esercizi ricettivi ubicati nel Comune di Sant’Antioco sono riconducibili a
clienti di nazionalità straniera; il dato appare lievemente al di sotto rispetto alla media
regionale e nazionale, ma sensibilmente superiore al dato medio provinciale.
Poco meno del 50% dei clienti presso gli esercizi ricettivi del Comune di Sant’Antioco
provengono da altre regioni italiane, oltre un terzo da Paesi dell’Unione Europea diversi
dall’Italia e appena il 5% da altri Paesi europei; nel corso dell’ultimo triennio appare in
sensibile calo il numero di presenze di clienti provenienti dal resto della regione, che passano
da 5,8 mila nel 2013 a 4,2 mila nel 2015. Infine, nel corso dell’ultimo biennio di osservazione i
clienti presso gli esercizi ricettivi del Comune di Sant’Antioco provenienti da Paesi extra-
europei si attestano sotto le 200 unità.
Incidenza di presenze straniere negli esercizi ricettivi in diversi Presenze negli esercizi ricettivi del Comune di
ambiti territoriali dal 2013 al 2015 Sant’Antioco per provenienza dei clienti dal 2013 al 2015
30.000
52%
22.500
39%
15.000
26%
7.500
13%
0
0% 2013 2014 2015
2013 2014 2015
ormeggio dalle traversie provenienti prevalentemente dai settori del 2° quadrante. Inoltre i
fondali sono assolutamente insufficienti a consentire le manovre del naviglio commerciale
anche di modesta stazza e il progetto di approfondimento delle quote di fondo si è da
tempo arenato di fronte alle procedure di bonifica dei materiali da scavare. Infine appare
indispensabile un profondo rinnovamento del sistema delle banchine, indispensabile per la
riorganizzazione funzionale delle diverse attività
Sono pertanto previsti una serie di interventi finalizzati a:
− escavo su una superficie di 95.300 metri quadrati fino alla batimetrica di 7,5 m;
− realizzazione del nuovo molo di sottoflutto, parallelo alla calata dell’antistante banchina
commerciale, sviluppato per una lunghezza di circa 600 metri;
− irrobustimento del molo di sopraflutto con la regolarizzazione del nucleo e la formazione
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
totale navi arrivate 33 59 88 96 85 58 59 52 44 37
totale navi partite 33 59 87 96 85 58 59 52 44 37
Sale imbarcato
49.380 89.290 176.392 199.746 60.008 60.008 115.000 92.500 80.000 45.000
(t/anno)
Pece in sacconi
13.688 14.180 14.286 10.152 6.026 - 6.000 - - -
sbarcato (t/anno)
Materiale
d’armamento 1.940 0,352 0,589 - - 4.050 14.800 27.750 20.350 25.900
imbarcato (t/anno)
Mezzi militari
3.241 5.874 9.158 7.925 10.096 2.670,77 14.800 27.750 20.350 25.900
imbarcati (t/anno)
Mezzi militari
5.556 11.924 7.706 6.838 11.908 2.670,77 - - - -
sbarcati (t/anno)
Alluminio imbarcato
- - 2.646 8.452 9.700 4.710 - - - -
(t/anno)
Esplosivo (t/anno) - - 175 1,5 - - 600 600 400 150
220
1022
994
165
685
migliaia di t/anno
640
619
110
55
82 74 88 76 84
-
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2012 2013 2014 2015 2016
Per quanto riguarda il traffico mercantile, di seguito si riportano le dimensioni delle banchine
Portuali:
− banchina sanità: 150 metri;
− banchina di levante: 330 metri;
− banchina di testata: 230 metri;
− banchina di ponente (utilizzata dalle unità di pesca): 390 metri.
L’analisi degli attracchi e partenze nel decennio 2007-2016 evidenzia come il numero di
navigli cresce sino al 2010 e si riduce nel corso dei sei anni successivi, mantenendosi molto al
di sotto rispetto alle reali potenzialità del porto.
Le strutture portuali
Nella Regione Sardegna le strutture portuali dedicate al diportismo sono 78 e l'offerta
potenziale è di 19.415 posti barca. Si riporta di seguito una mappa che rappresenta
l’ubicazione delle strutture portuali per la nautica da diporto presenti nel tratto di costa
compreso tra Porto Pino e Buggerru; di seguito, si riportano delle schede descrittive di
ciascuna struttura, riportanti informazioni utili su servizi offerti, accessibilità, contesto
ambientale, tratte dall’Atlante dei porti turistici, approdi e ormeggi esistenti, allegato allo
“Studio di Fattibilità sul completamento della rete portuale turistica isolana” (RAS, 2010).
Rispetto ai dati riportati sulle schede, da una ricognizione svolta attraverso il sito web
www.pagineazzurre.com e i siti ufficiali dei porti, la ricettività dei porti turistici di Calasetta e di
Sant’Antioco è aumentata, passando rispettivamente a 400 e 232 posti barca; in tutti i
restanti casi le informazioni riportate appaiono ancora attuali.
Balia Desogus
lungomare Colombo, 40 v. Trilussa, 12
Dessì Solkimar
loc. Ponti lungomare caduti di Nassirya
0781.82398 349.1393324 – 347.917368
La strada statale 126 dir ha un andamento Ovest-Est, taglia trasversalmente l’isola, attraversa
la fascia pedecollinare interna e permette il collegamento tra i centri abitati di Sant’Antioco
e Calasetta.
La strada provinciale S.P. 76 ha una andamento Nord-Sud e permette il collegamento tra il
centro abitato di Sant’Antioco e la parte meridionale dell’isola.
Con il progressivo esaurimento delle attività estrattive ed il venir meno dell’importanza del
porto, l’installazione ferroviaria portuale è stata smantellata, contestualmente all’eliminazione
della tratta ferroviaria Carbonia-S.Antioco-Calasetta.
A seguito della eliminazione della linea ferrata, il porto commerciale di Sant’Antioco è
raggiungibile mediante una diramazione dalla Strada statale n. 126 che segue prima un
tracciato parallelo all’istmo, quindi sottopassa la rampa del ponte presso il canale di
ponente e si collega alla viabilità portuale.
La viabilità di accesso al sistema portuale non è migliorata con la circonvallazione che dal
settore sud del centro urbano (sede dell’attuale area commerciale e artigianale) si
ricongiunge con la via Calasetta a ovest a causa di un tracciato tortuoso, ormai totalmente
fagocitato dalle lottizzazioni e dimensionato per una portata di traffico assai minore.
La costruzione del previsto nuovo ponte, con campata centrale più alta, tale da consentire il
passaggio di barche a vela con albero di altezza sino a 18 metri, non dovrebbe comportare
alcuna modifica all’accesso ed all’assetto viario del porto.
Le connessioni infrastrutturali tra ambito portuale e territorio rappresentano una della
maggiori criticità dello stato di fatto, sia in termini di accessibilità terrestre e per la
navigazione, che di integrazione spaziale urbana con il centro di Sant’Antioco.
La presenza dell’attuale ponte della SS126 e del suo rilevato è una barriera che isola l’ambito
portuale dalle zone limitrofe e dal centro urbano. Il ponte impedisce inoltre a natanti dotati
di alberatura o superiori alla sua altezza sull’acqua il transito attraverso il canale navigabile.
Le opere di banchinaggio previste dal piano vigente non sono state completate sulla riva di
ponente del canale navigabile, mentre manca totalmente il previsto molo di levante.
L’attuale diga foranea è incompleta e non collegata con la terra ferma, né praticabile per
alcun mezzo.
Il potenziamento della multifunzionalità del porto Ponte romano, passa attraverso il
miglioramento della sua connessione infrastrutturale con il territorio.
L’Amministrazione Comunale ha recentemente avviato la progettazione di una rotatoria
lungo la via Nazionale, funzionale alla razionalizzazione e smistamento dei flussi veicolari di
connessione fra la rampa di collegamento al ponte, il lungomare, il margine urbano verso la
via Campidano e l’area portuale nel settore attualmente interessato della cantieristica.
Il potenziamento delle infrastrutture viarie di collegamento delle zone costiere con quelle
dell'interno e con i principali assi stradali è inoltre previsto dal Piano Sulcis. Gli interventi
programmati con DGR n. 33/45 del 31.07.2012 trovano copertura sulle risorse assegnate alla
Regione dalla CIPE n. 93/2012.
L’azione istruttoria svolta dall'Assessorato dei Lavori Pubblici della Regione Sardegna e ANAS
ha perfezionato il programma, che è stato condiviso con il territorio nei tavoli tecnici locali
attivati dal Coordinamento del Piano del 22 luglio e del 6 ottobre 2014.
Le opere programmate hanno visto successive rimodulazioni (DGR nn.5/10 del 6.02.2015;
47/13 del 29.09.2015). La CIPE n.31 del 20.02.2015 (GU n.138 del 17.06.2015) assegna in via
definitiva delle risorse attribuite in via programmatica dalla precedente CIPE n.93/12. È stata
poi rimodulata a novembre 2015 (CIPE n.96 del 06.11.2015). Il 20 novembre 2015, a Roma, è
stato stipulato l’Accordo di Programma Quadro Viabilità tra Governo, Regione, Anas.
Il complesso degli interventi ammonta a €60 milioni. La responsabilità del programma è
affidata all’ Assessorato dei Lavori Pubblici. Soggetti delegati all’attuazione sono ANAS,
Provincia del Sud Sardegna, Comune Sant’Anna Arresi. L’Accordo di Programma Quadro ha
previsto l’impegno delle risorse entro il 31.12.2016.
Risorse
pubbliche Soggetto
Viabilità Fase
assegnate attuatore
€mln
Appalto aggiudicato: lavori in
Comune S.Anna corso da giugno 2016 - concluso
SP 73 - messa in sicurezza 1
Arresi 1°SAL. Fine lavori prevista per
febbraio 2017
SP 77 - Adeguamento alla categoria Provincia del Sud Progettazione preliminare conclusa
3
5.1.10 Rumore
L'esigenza di tutelare il benessere pubblico dallo stress acustico urbano si è concretizzata con
l’approvazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991, il quale
impone ai Comuni di suddividere il territorio in classi acustiche in funzione della destinazione
d'uso delle varie aree (residenziali, industriali, ecc.), stabilendo poi, per ciascuna classe, i limiti
delle emissioni sonore tollerabili, sia di giorno che di notte.
La Zonizzazione Acustica costituisce quindi un atto tecnico-politico di governo del territorio in
quanto ne disciplina l'uso e le modalità di sviluppo delle attività. L'obiettivo è quello di
prevenire il deterioramento di zone acusticamente non inquinate e di fornire un
indispensabile strumento di pianificazione, di prevenzione e di risanamento dello sviluppo
urbanistico, commerciale, artigianale e industriale, coerente con livelli di emissioni sonore
Figura 28: Stralcio Tav. D “Attribuzione definitiva delle classi acustiche” del Piano di Zonizzazione
Acustica del territorio comunale di Sant’Antioco
Inquadramento normativo
La prima norma generale emanata in merito alla protezione dall’esposizione a campi
elettromagnetici è stata la Legge 22 febbraio 2001, n. 36 “Legge quadro sulla protezione
dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”. Suo obiettivo è “assicurare
la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione, dagli effetti
dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici e elettromagnetici” e
“assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica
e le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi”. Essa definisce
Questo secondo punto è stato realizzato tramite l’emanazione del DM 29 maggio 2008
(“Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto
per gli elettrodotti” - GU n. 156 del 5 luglio 2008 - Suppl. Ordinario n.160).
Inoltre, sempre nel 2008, è stato emanato anche il DPCM 29 maggio 2008 (“Procedura di
misura e di valutazione del valore di induzione magnetica utile ai fini della verifica del non
superamento del valore di attenzione e dell’obiettivo di qualità – art. 5 DPCM 8 luglio 2003” –
GU n. 153 del 2 luglio 2008), che chiude il quadro disegnato dal DPCM 8 luglio 2003
definendo le metodiche di misura e valutazione che permettono di confrontarsi con i valori di
attenzione e obiettivi di qualità fissati da quel decreto.
La Regione Sardegna, con Deliberazione di G.R. n. 12/24 del 25 marzo 2010, ha approvato le
direttive regionali in materia di inquinamento elettromagnetico, che costituiscono lo
strumento di riferimento sia per i soggetti pubblici coinvolti, in particolare le amministrazioni
Impianti radiotelevisivi (RTV), stazioni radio base (SRB), impianti ponte radio e impianti radar nel territorio
comunale di Sant’Antioco
Unità
Indicatore di Valore Fonte del dato
misura
TIPO SERVIZIO
Impianti di diffusione radio-TV n° TV analogica 1
Radio FM 12
TIPO SERVIZIO
DCS-1800 34
GSM-900 112
Stazioni radio-base (telefonia RAS - Catasto degli
n° UMTS-2000 6
Impianti in mobile) UMTS-2100 3 impianti fissi che
esercizio UMTS-2400 22 generano campi
UMTS-900 3 elettromagnetici
Tipo di servizio
DVBH 3
Televisione e DVB-H n° DVBT 11
TV analogica 115
totake 129
Figura 29: Localizzazione degli impianti radiotelevisivi (RTV), delle stazioni radio base (SRB) in esercizio e
autorizzati – centro abitato (fonte: nostre elaborazioni su dati RAS - Catasto degli impianti fissi che
generano campi elettromagnetici)
Figura 30: Planimetria aree sensibili (Appendice B al Regolamento comunale elaborato a cura dell’Ing. Matteo Cherchi)
Campi
− Il Comune di Sant’Antioco è dotato
elettromagnetici
di un Regolamento comunale, per il
corretto esercizio ed insediamento di
impianti di telefonia mobile e di
radiocomunicazione
Rumore
− Il Comune di Sant’Antioco è dotato
di Piano di zonizzazione acustica del
territorio comunale
ObS.04.1 – Prevenire i
ObS.04 - Conservare e
fenomeni di erosione della
migliorare lo stato della risorsa
costa
Suolo suolo limitandone il consumo e
prevenendo fenomeni di ObS.04.1 – Contenere il
sovrasfruttamento consumo di suolo
ObS.04 - Conservare e
ObS.04.1 - Favorire la
migliorare lo stato della flora e
Flora, fauna e biodiversita’ conservazione degli ecosistemi
della fauna selvatiche, degli
costieri locali
habitat e delle specie presenti
ObS.05.1 – Conservazione e
ObS.05 – Tutelare e valorizzare il
Paesaggio e assetto gestione dei paesaggi di
patrimonio storico - culturale e
storico-culturale interesse storico-culturale e
paesaggistico
paesaggistico
8 Sistema di Monitoraggio
L’art. 10 comma 1 della Direttiva 2001/42/CE prevede che gli Stati membri controllino gli
effetti ambientali significativi dell’attuazione dei Piani e dei Programmi al fine di individuare
tempestivamente gli effetti negativi imprevisti ed essere in grado di adottare le misure
correttive ritenute opportune. Il secondo comma precisa che possono essere impiegati a tal
fine i meccanismi di controllo esistenti, onde evitare una duplicazione del monitoraggio.
L’attività di monitoraggio di un Piano può quindi essere genericamente definita come
quell’insieme di procedure e di attività finalizzate a fornire un costante flusso di informazioni
sullo stato di attuazione del Piano, sul grado di raggiungimento dei risultati attesi e degli
effetti previsti.
Il monitoraggio dunque serve per verificare in itinere il processo di pianificazione e di
8.1.2 Indicatori
La valutazione generale dello stato delle componenti ambientali, in termini di valenze e
criticità, e degli aspetti rilevanti a cui il Piano dovrà dare risposta, anche in riferimento alle
prescrizioni normative degli strumenti di programmazione e pianificazione sovraordinata, ha
consentito una prima individuazione degli indicatori di monitoraggio, utili non soltanto per
descrivere lo stato delle componenti ambientali nel territorio marino costiero di interesse, ma
anche per verificare gli effetti del Piano sull’ambiente ed il grado di raggiungimento degli
obiettivi perseguiti dal Piano.
In particolare, nella scelta degli indicatori, si è tenuto conto delle seguenti caratteristiche:
- Pertinenza: attinenza dell’indicatore alle tematiche proposte negli obiettivi;
- Significatività: capacità dell’indicatore di rappresentare in modo chiaro ed efficace le
problematiche;
- Popolabilità: disponibilità di dati per il calcolo dell’indicatore;
- Aggiornabilità: possibilità di avere nuovi valori della stessa serie storica che permettano
l’aggiornamento dell’indicatore;
- Rapporto costi-efficacia buono: dispendio di risorse non eccessivo per il reperimento dei
Rapporto Ambientale
1 PREMESSA
2 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
2.1 Quadro normativo di riferimento
2.2 Processo di VAS
2.3 Fasi della VAS
2.4 Procedura di valutazione adottata
Comune di Calasetta
Piazza Pietro Belly, 1, 09011 Calasetta CI