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COMUNE DI SANT’ANTIOCO

Provincia del Sud Sardegna

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
DEL PIANO REGOLATORE PORTUALE

Documento di Scoping
novembre 2017
C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544
Coordinamento VAS

Paolo Bagliani
Paolo Falqui

Aspetti specialistici

Maurizio Costa
Elisa Fenude
Ricardo Frau
Veronica Saddi
Patrizia Carla Sechi
Gianfilippo Serra
Indice
1 Premessa ................................................................................................................................................ 1
2 Quadro di riferimento normativo ....................................................................................................... 2
2.1 Funzione e contenuti della VAS 2
2.2 Procedura di VAS 3
3 Il Piano Regolatore del Porto di Sant’Antioco ................................................................................ 5
3.1 Quadro di riferimento normativo di settore 5
3.1.1 Normativa nazionale ......................................................................................................... 5
3.1.2 Normativa regionale ......................................................................................................... 5
3.2 Redazione del Piano Regolatore Portuale (Variante Generale) di Sant’Antioco 6

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3.3 Gli obiettivi generali del Piano 8
4 La Valutazione Ambientale Strategica ............................................................................................ 9
4.1 Modello di valutazione 9
4.2 Partecipazione e consultazione 12
4.3 Fase di scoping 14
4.3.1 Individuazione dei Soggetti da coinvolgere nel processo di VAS ............................ 14
4.3.2 Redazione del documento di scoping ......................................................................... 14
5 Analisi ambientale del contesto ...................................................................................................... 15
5.1 Componenti ambientali di interesse 15
5.1.1 Aria .................................................................................................................................... 16
5.1.2 Acqua ............................................................................................................................... 22
5.1.3 Rifiuti e bonifiche ............................................................................................................. 33
5.1.4 Suolo .................................................................................................................................. 51
5.1.5 Flora, Fauna e Biodiversità .............................................................................................. 61
5.1.6 Paesaggio ed Assetto Storico-Culturale ....................................................................... 66
5.1.7 Assetto Insediativo ........................................................................................................... 71
5.1.8 Sistema economico produttivo ..................................................................................... 78
5.1.9 Mobilità e trasporti ......................................................................................................... 104
5.1.10 Rumore ............................................................................................................................ 107
5.1.11 Campi Elettromagnetici ............................................................................................... 109
5.1.12 Schede di sintesi dell’analisi ambientale del contesto............................................. 115
6 Piani e Programmi di riferimento....................................................................................................118
7 Obiettivi di sostenibilità ambientale del Piano ...........................................................................120
7.1.1 Criteri di sostenibilità ambientale ................................................................................ 120
7.1.2 Contestualizzazione dei criteri di sostenibilità ambientale ....................................... 121
8 Sistema di Monitoraggio..................................................................................................................122
8.1.1 Scopo dell’attività di monitoraggio ............................................................................ 122
8.1.2 Indicatori ......................................................................................................................... 122
8.1.3 Rapporti di monitoraggio ............................................................................................. 123
9 Proposta di indice del Rapporto Ambientale .............................................................................124
10 Allegato I – Elenco soggetti competenti in materia ambientale ...........................................125
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

1 Premessa

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ufficialmente introdotta in ambito europeo


dalla Direttiva 2001/42/CE (Direttiva VAS) e recepita in Italia attraverso alcune leggi regionali
e dal nuovo Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006) e sue modifiche e integrazioni, è una
procedura tecnico-amministrativa finalizzata alla valutazione dei possibili effetti o impatti che
l’attuazione di un Piano o, più in generale, di uno strumento di pianificazione e/o
programmazione territoriale può generare sul contesto ambientale del territorio di
riferimento. Si tratta di una procedura che deve essere condotta parallelamente a quella di
stesura e di approvazione del Piano stesso in modo tale che l’adozione delle scelte politiche
e gestionali avvenga nella consapevolezza dei relativi potenziali effetti sull’ambiente. Il
processo di VAS prevede la partecipazione e informazione del pubblico nelle fasi dell’iter
procedurale e amministrativo.

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La presente relazione costituisce il Documento di Scoping relativo alla Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) del Piano Regolatore del Porto di Sant’Antioco (Variante
Generale).
Il Porto di Sant’Antioco si configura come un porto di “categoria II, classe III”, le cui funzioni
amministrative attinenti alla navigazione e al traffico marittimo sono esercitate dall’Ufficio
Circondariale Marittimo di Sant’Antioco. Ai sensi dell’art. 1 bis della L.84/1994, nei porti di
categoria II - classe III (di rilevanza economica regionale), il PRP delimita e disegna l'ambito e
l'assetto complessivo del porto.
Con la Deliberazione del 29 dicembre 2009, n. 56/32, la Giunta Regionale ha stabilito di
affidare in concessione la redazione dei Piani Regolatori Portuali alle Amministrazioni
comunali, secondo le linee guida emanate dalla Regione, che conserva il ruolo e le
competenze riconosciute dagli strumenti legislativi vigenti, per l’adozione ed approvazione
dei Piani.
In questo senso il Comune di Sant’Antioco sta procedendo alla redazione del Piano
Regolatore del Porto (Variante Generale), secondo le linee Guida per l’elaborazione dei
Piani Regolatori Portuali e nel rispetto della normativa di settore.
Il presente documento si articola in tre parti principali:
- la prima parte del documento (cap. 2) contiene un inquadramento normativo in materia
di VAS e una breve descrizione del processo di Valutazione Ambientale Strategica;
- la seconda parte del documento (cap. 3) evidenzia la natura e i contenuti della variante
al Piano Regolatore del Porto di Sant’Antioco, ed in particolare contiene un
inquadramento normativo sulla pianificazione di settore, l’individuazione delle principali
tematiche d’interesse e degli obiettivi generali del Piano;
- l’ultima parte del documento (capp. 4 e 5) si concentra invece sui contenuti principali
del Documento di Scoping: il modello di valutazione prescelto, l’individuazione e
articolazione per fasi comprese quelle relative alle fasi relative alla partecipazione e alla
consultazione pubblica e istituzionale, l’individuazione e descrizione delle componenti
ambientali di interesse per l’ambito di pertinenza del Piano, l’elenco dei Piani e
Programmi con i quali il Piano si relaziona, un indice ragionato del Rapporto Ambientale e
l’elenco dei Soggetti in materia ambientale da coinvolgere nel processo di VAS.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 1


DOCUMENTO DI SCOPING
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2 Quadro di riferimento normativo

2.1 Funzione e contenuti della VAS


La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è un processo sistematico di valutazione delle
conseguenze ambientali di proposte di pianificazione, finalizzato ad assicurare che queste
vengano considerate in modo appropriato, alla pari degli elementi economici e sociali,
all’interno dei modelli di sviluppo sostenibile, a partire dalle prime fasi del processo
decisionale.
A livello comunitario, a partire dagli anni ‘70 si configura la possibilità di emanare una
Direttiva specifica concernente la valutazione di piani, politiche e programmi. Già nel 1973,
infatti, con il Primo Programma di Azione Ambientale si evidenzia la necessità di ricorrere ad

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una valutazione ambientale estesa ai piani così da prevenire i danni ambientali, non con la
valutazione d’impatto delle opere, ma già a monte nel processo di pianificazione. Ma è solo
con il Quarto Programma di Azione Ambientale (1987) che si formalizza l’impegno ad
estendere la procedura di valutazione di impatto ambientale anche alle politiche e ai piani.
Con la “Direttiva Habitat” (Direttiva 92/43/CEE concernente la conservazione degli habitat
naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatica) è stata inoltre prevista in maniera
esplicita la valutazione ambientale di piani e progetti che presentino significativi impatti,
anche indiretti e cumulativi, sugli habitat tutelati.
Vista la rilevanza delle decisioni prese a livello superiore rispetto a quello progettuale, la
Commissione Europea formula nel 1993 un rapporto riguardante la possibile efficacia di una
specifica Direttiva VAS. Due anni dopo inizia la stesura della Direttiva la cui proposta viene
adottata dalla Commissione Europea il 4 dicembre 1996. Tre anni dopo viene emanata la
Direttiva 2001/42/CE, al fine di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di
contribuire all’integrazione delle considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e
dell’adozione di piani e programmi, e di promuovere lo sviluppo sostenibile1”, e che
introduce formalmente a livello europeo la VAS quale strumento di valutazione degli effetti di
determinati piani e programmi sull’ambiente, completando così il quadro degli strumenti di
valutazione delle azioni antropiche afferenti il territorio e l’ambiente.
In Italia la necessità di procedere all’integrazione della valutazione ambientale nei
procedimenti di pianificazione è ribadita dal cosiddetto “Testo unico in materia ambientale”,
approvato con D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006, che tratta le procedure per la VAS dei piani e
programmi di intervento sul territorio nella parte seconda, entrata in vigore il 31 luglio 2007.
Recentemente con il D.Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008 (entrato in vigore il 13 febbraio 2008) ed
il D. Lgs. 128/2010 (entrato in vigore il 26 agosto 2010), è stata attuata una profonda modifica
dei contenuti di tutte le parti del suddetto “Testo unico ambientale”, con particolare riguardo
alla parte seconda, riguardante le procedure per la valutazione strategica e per la
valutazione di impatto ambientale.
In particolare l’art. 6 prevede che debbano essere sottoposti a VAS, in generale, tutti i piani e
i programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente e, in particolare, quelli che
appartengono a specifici settori, tra i quali è incluso quello della pianificazione territoriale. I
Piani Regolatori Portuali pertanto, in quanto strumenti di Piano dei territori comunali, rientrano
nel campo di applicazione della Direttiva e, conseguentemente, per la loro approvazione, è
necessario che sia condotta la VAS.
La Regione Sardegna non si è ancora dotata di una Legge Regionale in materia di VAS, pur
essendo in corso di predisposizione da parte dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente un
Disegno di Legge che regolamenti in maniera organica le procedure in materia di
valutazione di impatto ambientale (VIA), ai sensi della Direttiva 85/337/CEE, e di valutazione
ambientale strategica, ai sensi della Direttiva 42/2001/CE, coordinando le indicazioni a livello
nazionale con le norme regionali.

1 Direttiva VAS 2001/42/CE, art. 1.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 2


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Con DPGR n. 66 del 28 aprile 2005 “Ridefinizione del Servizi delle Direzioni generali della
Presidenza della Regione e degli Assessorati, loro denominazione, compiti e dipendenza
funzionale”, la competenza in materia di VAS è stata assegnata al Servizio Sostenibilità
Ambientale e Valutazione Impatti (SAVI) dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente.
Conseguentemente, la Giunta Regionale, con Deliberazione n. 38/32 del 02/08/2005, ha
attribuito al predetto Servizio funzioni di coordinamento per l’espletamento della VAS di piani
e programmi. Successivamente, con Legge Regionale n. 9 del 12 giugno 2006, concernente il
conferimento di funzioni e compiti agli enti locali, sono state attribuite alla regione le funzioni
amministrative non ritenute di livello nazionale relative alla valutazione di piani e programmi
di livello regionale (art. 48) e alle province quelle relative alla valutazione di piani e
programmi di livello comunale, sub-provinciale e provinciale (art. 49, così come modificato
dal comma 19 dell’art. 5 della L.R. n. 3/2008.).

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I Piani Regolatori Portuali sono da considerarsi tra i piani di livello regionale, in quanto,
devono essere approvati dalla Regione.
Ai fini dell’immediato recepimento dei contenuti del D. Lgs. n. 4/2008, la Regione Sardegna
con Deliberazione n. 24/23 del 23 aprile 2008 ha dettato precise disposizioni per l’attivazione
delle procedure di valutazione ambientale. Tale Delibera è stata recentemente sostituita
dalla Delibera n. 34/33 del 7 agosto 2012. In particolare le disposizioni per l’attivazione della
procedura di VAS sono contenute nell’allegato C della delibera.

2.2 Procedura di VAS


La procedura di VAS accompagnerà il processo di elaborazione del Piano Regolatore
Portuale di Sant’Antioco in tutte le sue fasi, costituendo uno strumento indispensabile per
orientare le strategie di sviluppo territoriale verso i principi della sostenibilità ambientale. Le
informazioni necessarie alla descrizione del contesto territoriale saranno reperite
principalmente attraverso la analisi integrata degli elaborati grafici e testuali prodotti durante
la fase di riordino della conoscenza del processo di Piano, che dovranno esaminare in
maniera dettagliata i diversi aspetti ambientali, socio-economici, storico-culturali e identitari
al fine di descrivere i caratteri distintivi del territorio, i processi di trasformazione in atto e le sue
tendenze evolutive.
La tabella seguente illustra le diverse fasi in cui può essere articolato il processo di VAS di un
Piano di Regolatore Portuale. Per ognuna delle fasi sono evidenziate le azioni da compiere ai
fini della valutazione ambientale del Piano.

FASE MODALITÀ OPERATIVE

- Comunicazione formale, indirizzata all’Autorità competente (Regione


Autonoma della Sardegna - Servizio SVA), dell’avvio della procedura
per la redazione del Piano Regolatore Portuale e della VAS,
contenente:
− contenuti del Piano;
0. Attivazione
− enti territorialmente interessati e soggetti competenti in materia
ambientale;
− modalità di informazione e partecipazione del pubblico.
- Pubblicazione di apposito avviso sul Sito Internet della Regione
Sardegna.
- Definizione dell’ambito di influenza del Piano Regolatore Portuale,
della portata e del livello di dettaglio delle informazioni da includere
nel Rapporto Ambientale e delle modalità di svolgimento delle
consultazioni con il Pubblico e con i Soggetti competenti in materia
1. Scoping ambientale.
- Identificazione dei dati e delle informazioni disponibili sul territorio
(Analisi di contesto).
- Individuazione del quadro pianificatorio di riferimento.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 3


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FASE MODALITÀ OPERATIVE


- Prima definizione degli obiettivi generali del Piano Regolatore Portuale
- Individuazione, attraverso la contestualizzazione dei criteri di
sostenibilità ambientale del Manuale UE, di obiettivi di tutela e
sostenibilità ambientale per il Piano.
- Redazione del Documento di Scoping.
- Invio preliminare del Documento di Scoping al Servizio SVA e ai
Soggetti competenti in materia ambientale e loro convocazione
formale per l’incontro di scoping.
- Deposito del documento di scoping presso il Servizio SVA.
- Attivazione dell’incontro di Scoping.
Redazione del Piano Regolatore Portuale secondo le Linee guida per

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l’elaborazione dei Piani Regolatori Portuali (PRP) per i porti di interesse
2. Elaborazione regionale (Delib.G.R. n. 56/32 del 29.12.2009)
Redazione del Rapporto Ambientale (RA) compresa la Sintesi non tecnica
(SNT).
3. Adozione Adozione del Piano Regolatore Portuale

- Deposito del Piano, del Rapporto Ambientale e della Sintesi Non


Tecnica presso:
− Il Comune di Sant’Antioco
− il Servizio SVA(formato cartaceo);
- Pubblicazione di un avviso dell’avvenuto deposito sul BURAS.
- Pubblicazione del Piano, del RA, della SNT sul sito internet del Comune
4. Consultazione di Sant’Antioco
- Messa a disposizione dei materiali presso gli uffici regionali e nel sito
internet della Regione Sardegna.
- Organizzazione di un incontro pubblico, tra il 15° ed il 45° giorno
successivi al deposito del Piano.
- Raccolta delle osservazioni, dei pareri e dei suggerimenti presentati
(tra il 15° e il 45° giorno dalla pubblicazione dell’avvenuto deposito).

Esame e valutazione delle osservazioni presentate ed eventuale


adeguamento del Piano e del Rapporto Ambientale (comprensivo della
5. Esame, valutazione e Sintesi non tecnica).
parere motivato
(Autorità Competente) Formulazione di un parere ambientale articolato e motivato (Giudizio di
compatibilità ambientale) da parte del Sevizio SVA, con eventuale
richiesta di modifiche e/o integrazioni del Piano Regolatore Portuale
- Verifica del Piano da parte del Servizio pianificazione paesaggistica e
urbanistica della Direzione generale della Pianificazione urbanistica
territoriale dell’Assessorato degli Enti locali.
- Redazione della Dichiarazione di sintesi contenente l’illustrazione delle
modalità con cui le considerazioni ambientali e i contenuti del
Rapporto ambientale sono stati integrati nel Piano e di come si è
6 Approvazione del tenuto conto delle osservazioni e dei pareri espressi dai Soggetti
Piano e Informazione competenti in materia ambientale, dei risultati delle consultazioni e
sulla decisione del parere ambientale.
- Approvazione del Piano da parte della Giunta Regionale
- Pubblicazione del Decreto di approvazione del Piano sul BURAS.
- Pubblicazione del Piano, del Rapporto Ambientale, della Sintesi non
tecnica, con parere motivato, dichiarazione di sintesi e misure per il
monitoraggio, sui sito internet comunale e del Servizio SVA

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 4


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3 Il Piano Regolatore del Porto di Sant’Antioco

3.1 Quadro di riferimento normativo di settore

3.1.1 Normativa nazionale


La L.84/1994 “Riordino della legislazione in materia portuale” disciplina l'ordinamento e le
attività portuali in adeguamento agli obiettivi del piano generale dei trasporti, definendo i
compiti e le funzioni delle Autorità di sistema portuale (AdSP), degli uffici territoriali portuali e
dell'autorità marittima. In particolare, l’art.5 stabilisce due diversi strumenti pianificatori: il
Piano Regolatore di Sistema Portuale, da redigere per i porti afferenti ad una delle Autorità di
Sistema Portuale definite all’art. 6, c. 1, e il Piano Regolatore Portuale (PRP), che si applica
invece ai porti di “categoria II, classe III - porti, o specifiche aree portuali, di rilevanza

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economica regionale e interregionale” (ex art. 4, lett d).
Con D.Lgs n. 112/1998 sono state conferite alle Regioni a Statuto ordinario tutte le funzioni
non attribuite alle autorità portuali dalla L. 84/1994, tra cui la redazione e l’approvazione dei
Piani Regolatori Portuali (PRP) per i porti classificati di “categoria II, classe III” (ex art. 4, lett d)
della L.84/94).
Con il D.Lgs n. 234/2001 "Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna
per il conferimento di funzioni amministrative, in attuazione del Capo I della Legge n. 59 del
1997” lo Stato ha trasferito alla Sardegna, nel rispetto delle autonomie speciali, le funzioni e
dei compiti che il D.lgs n. 112 del 31 marzo 1998, aveva disposto nei confronti delle Regioni a
Statuto ordinario e ai loro Enti locali.
La L. Cost. n. 3/2001 ha attribuito alla Regione Autonoma della Sardegna la competenza
legislativa concorrente in materia di “porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di
navigazione”.

3.1.2 Normativa regionale


Con la L.R. n. 9/2006, la Regione Sardegna ha disciplinato, nell'esercizio della propria potestà
legislativa in materia di "Ordinamento degli enti locali e relative circoscrizioni", di cui alla
lettera b) dell'articolo 3 dello Statuto speciale, il conferimento delle funzioni e dei compiti
amministrativi agli enti locali in attuazione del decreto legislativo 17 aprile 2001, n. 234,
riservandosi, in materia di demanio marittimo, le funzioni afferenti il rilascio delle concessioni
di aree e specchi acquei connessi a strutture portuali di interesse regionale.
Con la Del. n. 53/66 del 4 dicembre 2009, la Giunta regionale ha approvato un atto di
indirizzo applicativo riferito agli articoli 40 e 41 della legge regionale n. 9/2006, dove sono
specificate le competenze trasferite ai Comuni e quelle restanti alla Regione in materia di
rilascio di concessioni demaniali marittime.
Con Del. n. 56/32 del 29 dicembre 2009, la Giunta Regionale ha stabilito di affidare in
concessione la redazione dei Piani Regolatori Portuali alle Amministrazioni comunali, le quali
vi provvederanno secondo le “Linee guida per l’elaborazione dei Piani Regolatori Portuali
(PRP) per i porti di interesse regionale”, allegate alla Del. G.R. n. 63/22 del 25 novembre 2016.
Le Linee Guida, approvate con Deliberazione della Giunta Regionale n. 63/22 del 25
novembre 2016, forniscono l’indirizzo per la predisposizione dei Piani Regolatori Portuali nei
porti di competenza regionale. Esse non costituiscono una duplicazione rispetto alle “Linee
Guida per la redazione dei Piani Regolatori Portuali”, emanate dal Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici in quanto queste ultime hanno come oggetto i Piani Regolatori dei porti di
interesse nazionale, ai sensi della Legge n. 84/1994.
Le Linee guida hanno le seguenti finalità:
- fornire alle Amministrazioni interessate criteri univoci per la redazione dei Piani e per le
azioni di coordinamento e controllo delle attività durante la loro stesura;

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- uniformare ed integrare fra i porti le principali scelte di piano, in modo che l’offerta
portuale sia ben calibrata ed equilibrata rispetto all’intero territorio regionale, evitando
eventuali duplicazioni di funzioni non necessarie o facendone emergere nuove, non
percepite a livello locale ma strategiche per la regione;
- omogeneizzare la stesura dei Piani Regolatori Portuali per i porti di competenza regionale
relativamente ai contenuti minimi degli stessi, con particolare riferimento:
1. alle fonti documentali, ai data base ed alla cartografia da utilizzare;
2. al numero ed alla struttura degli elaborati di piano (grafici e relazioni).

3.2 Redazione del Piano Regolatore Portuale (Variante Generale) di Sant’Antioco

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Il Porto di Sant’Antioco si configura come un porto di “categoria II, classe III”, le cui funzioni
amministrative attinenti alla navigazione e al traffico marittimo sono esercitate dall’Ufficio
Circondariale marittimo di Sant’Antioco. Ai sensi dell’art. 1 bis della L.84/1994 e delle Linee
Guida Regionali il PRP:
- delimita e disegna l'ambito portuale;
- identifica e disciplina le aree destinate alla viabilità e alle diverse funzioni che dovranno
essere svolte (diporto-turismo, trasporto passeggeri e merci, pesca, cantieristica e attività
produttive, attività commerciali terze e servizi tecnico-nautici);
- definisce l'assetto planimetrico complessivo futuro complessivo del porto, attraverso la
specificazione di parametri urbanistici per ciascuna area (indice di fabbricabilità,
allineamenti, altezze);
- individua le infrastrutture e le opere necessarie all’attuazione del Piano.
Fasi e contenuti
La redazione del PRP di Sant’Antioco è soggetta esclusivamente all’applicazione delle
suddette “Linee Guida” regionali ed è di competenza comunale. In attesa dell’adozione di
specifiche disposizioni legislative regionali in materia di pianificazione dei porti di interesse
regionali, si applicano le procedure previste dall’art. 5 della Legge 84/94 e la Regione
conserva il ruolo e le competenze riconosciute dagli strumenti legislativi vigenti, per
l’adozione ed approvazione dei PRP.
La redazione del Piano si svolgerà in quattro distinte fasi, ciascuna supportata da una serie di
elaborati, grafici e/o testuali, atti a definire :
- la mappa degli obiettivi generali e specifici;
- un appropriato quadro conoscitivo e analitico della situazione attuale;
- la formulazione e il confronto di soluzioni alternative di Piano (almeno due scenari che
permettono il confronto tra differenti possibilità di zonizzazione funzionale);
- il definitivo assetto progettuale, normativo e gestionale (sulla base dello scenario
prescelto) in grado di garantire l’attuazione delle previsioni di Piano.
Gli elaborati che costituiranno il documento finale di Piano PRP saranno redatti sia in formato
cartaceo che digitale e comprendono:
1. La relazione generale, contenente: obiettivi e finalità del Piano, l’analisi storica del porto, la
descrizione dello stato attuale del porto (dal punto di vista: morfologico, ambientale e
naturalistico, infrastrutturale, dei servizi ed attività presenti, della domanda di traffico
marittimo, della viabilità d’accesso, delle condizioni meteo-climatiche), gli scenari di
sviluppo, con individuazione delle motivazioni e condizioni che hanno condotto verso lo
scenario prescelto, la descrizione del nuovo assetto prescelto per il porto (attraverso: la
previsione di domanda, la zonizzazione, l’assetto infrastrutturale, l’assetto dei servizi essenziali,
le connessioni con il centro urbano limitrofo, nuovi servizi o sistemi tecnologici a supporto, gli
aspetti di safety e security, gli impatti sull’ambiente), la fattibilità del piano dal punto di vista

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temporale, economico-finanziario (stima), del processo decisionale ed autorizzativo e della


sostenibilità sociale.
2. Elaborati grafici di Piano: Inquadramento Generale; Stato attuale del porto; Stralcio
Pianificazione esistente; Zonizzazione del PRP; Infrastrutture e opere; Parametri edificatori di
Piano; Assetto delle connessioni e della nuova viabilità; Rilievi batimetrici.
3. Documenti integrativi, che comprenderanno la documentazione fotografica del porto e lo
stralcio del Piano Urbanistico Comunale vigente. La scelta delle più opportune forme di
integrazione della documentazione di Piano sarà effettuata sulla base della specifica
problematica da affrontare, commisurata agli obiettivi di Piano e alle eventuali esigenze che
emergeranno nel corso dei confronti previsti con l’Amministrazione e nell’ambito dei Tavoli di
indirizzo e coordinamento previsti dalle Linee Guida Regionali.

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4. Norme di attuazione, strutturate in una parte prescrittiva (sia di carattere generale che
specifica per ciascuna zona o sottozona definita dal Piano) e in una parte di indirizzo e
redatte nel rispetto di quanto previsto nelle Linee Guida regionali.
5. Studi di settore: Studio meteo marino; Studio previsionale della domanda del settore
diportistico ed evoluzione dello stato dell’offerta (per i porti interessati dal traffico da diporto);
Studio previsionale della domanda di trasporto (passeggeri e merci) relativa ai segmenti di
traffico interessati dal porto oggetto del Piano (per i porti interessati da traffico passeggeri
e/o merci); Studio idrogeologico, geologico e geotecnico dell’area interessata dal piano e
delle aree limitrofe direttamente relazionate; Studio dell’inserimento urbanistico,
architettonico e paesaggistico; Studio sul piano di sviluppo delle attività portuali e sul modello
gestionale del porto; Studio sull’accessibilità ed i collegamenti con il territorio circostante.
Ambito portuale di riferimento
Il contesto di riferimento per la redazione del Piano è localmente definito dall’attuazione del
progetto “Opere di sottoflutto, banchinamenti ed escavo fondali del porto di Sant’Antioco”2,
redatto nella sua versione preliminare dall’Assessorato ai lavori Pubblici della Regione
Autonoma della Sardegna.
L’ambito per la redazione del Piano sarà pertanto quello prospettato dalla realizzazione delle
suddette opere, che riguardano:
1. escavo dei fondali per l’approfondimento alla quota -7,50 m del canale di accesso e dei
lati est e sud della banchina commerciale, la formazione di un bacino di evoluzione di
fronte alla banchina Sanità, il tutto finalizzato all’accosto e ormeggio di navi da 80 metri,
di stazza pari a 2000-3000 tonn.
2. bonifica dei sedimenti dragati ottenuta mediante dragaggio selettivo ambientale,
trattamento con soil washing dei materiali maggiormente contaminati, disidratazione
meccanica dei fanghi di risulta e loro conferimento in discarica,
3. conferimento in colmata dei sedimenti dragati compatibili con suolo industriale-
commerciale,
4. completamento dell’assetto portuale con la realizzazione di opere a gettata
comprendenti il nuovo molo di sottoflutto e il riassetto e l’irrobustimento del molo di
sopraflutto esistente,
5. opere strutturali in cemento armato per la creazione di una trasparenza idraulica alla
radice del molo di sopraflutto,
6. banchinamento del lato est del bacino di evoluzione (banchina del sale),
7. monitoraggio ambientale in corso d’opera e a fine lavori,
8. ricerca e bonifica dei residuati bellici,
9. certificazione finale della batimetria portuale.

2 Con Determinazione n. 53075/2008 del 30 dicembre 2016 del direttore del servizio dei contratti pubblici
della Regione Autonoma della Sardegna è stata aggiudicato l’appalto per l’affidamento dei servizi di
progettazione definitiva ed esecutiva, direzione dei lavori, misura e contabilità, coordinamento della
sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione

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Figura 1: Opere di sottoflutto, banchinamenti ed escavo fondali del porto di Sant’Antioco

3.3 Gli obiettivi generali del Piano


Gli Obiettivi Generali, definiti in via preliminare nell’ambito della redazione del Piano di
Regolatore Portuale sono i seguenti:
- Razionalizzare l'assetto spaziale e funzionale dell'ambito portuale;
- Migliorare le condizioni di sicurezza nella fruizione dell’ambito portuale;
- Favorire la multifunzionalità delle attività portuali;
- Qualificare il sistema di relazioni con il contesto urbano, ambientale e paesaggistico;
- Favorire lo sviluppo e l’integrazione delle attività economiche e dei servizi.
In particolare, per la trasformazione dell’ambito portuale, assumono un’importanza
strategica la rilocalizzazione delle attività di pesca e di lavorazione del pescato, le
prospettive di ampliamento e sviluppo del settore della cantieristica e del diporto, il recupero
degli edifici presenti, e la localizzazione di nuovi edifici a supporto delle attività produttive e
amministrative.
Dal punto di vista delle relazioni con il contesto di riferimento, riveste un particolare interesse il
coordinamento delle previsioni di Piano con le prospettive di trasformazione dell’area Ex
Sardamag all’interno del nuovo Piano Urbanistico Comunale mentre le interazioni con il SIC
di Is Prunis sono in parte modificate e definite dalla realizzazione della colmata a terra
prevista dal Progetto regionale, considerata all’interno dello Studio di prefattibilità
ambientale del Progetto per le opere di sottoflutto, banchinamenti ed escavo fondali del
porto di Sant’Antioco.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 8


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4 La Valutazione Ambientale Strategica

4.1 Modello di valutazione


Il processo di VAS, codificato dalle direttive comunitarie, nazionali e regionali, in termini di
metodologia e contenuti da implementare, prevede attività di reperimento delle
informazioni e loro elaborazione e valutazione, secondo un percorso logico che porta ad
una valutazione finale del Piano, i cui risultati vengono riportati all’interno di appositi
documenti da rendere pubblici, in un’ottica di trasparenza e ripercorribilità della procedura.
La valutazione ambientale del Piano si sviluppa quindi secondo un modello di valutazione
che, progressivamente, si arricchisce e sostanzia anche attraverso gli apporti dei diversi
soggetti coinvolti nel processo.

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Attraverso il modello proposto, partendo dai concetti generali della sostenibilità ambientale,
si perviene progressivamente ad un quadro valutativo aderente alla situazione locale, dove
si verifica una effettiva integrazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale, contestualizzati
per il territorio costiero di Sant’Antioco, con le reali azioni del piano. Tale risultato si
concretizza attraverso i seguenti passaggi:
Fase 1 - Scoping
Soggetti da coinvolgere nel processo di VAS
- Identificazione degli Enti e delle Autorità con competenze in materia ambientale
- Identificazione dei soggetti interessati dalle scelte locali e dal loro processo di valutazione
Sintesi dello scenario e degli obiettivi di organizzazione territoriale
- Individuazione degli obiettivi generali di piano
Quadro della programmazione e pianificazione sovraordinata e di pari livello
- Identificazione dei piani e programmi che hanno influenza sull’ambito territoriale di
pertinenza del Piano
- Identificazione dei piani e programmi che hanno influenza negli ambiti di competenza
del Piano
Valutazione preliminare delle relazioni fra contenuti generali di piano e componenti
ambientali
- Individuazione delle componenti ambientali di interesse per il Piano
- Descrizione delle componenti ambientali e rappresentazione sintetica dello stato
dell’ambiente attraverso l’analisi SWOT
Output:
- Documento di scoping;
- lista dei soggetti da coinvolgere nel processo di VAS;
- lista dei piani e programmi di riferimento per l’analisi di coerenza esterna;
- lista delle componenti ambientali e prima individuazione degli indicatori di analisi e
valutazione.

Fase 2 - Analisi del contesto e valutazione di coerenza esterna


Analisi ambientale del contesto
- Individuazione, attraverso le criticità e potenzialità definite, di obiettivi ed indirizzi che
possono orientare le scelte di Piano

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 9


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Analisi della coerenza esterna


- Raccolta delle indicazioni provenienti dai soggetti competenti in materia ambientale
- Analisi e valutazione delle indicazioni provenienti dai programmi e piani sovraordinati e di
pari livello
- Individuazione, sulla base delle indicazioni pervenute, di obiettivi ed indirizzi che possono
orientare le scelte di Piano
Contestualizzazione dei criteri di sostenibilità ambientale
- Individuazione dei criteri generali di sostenibilità ambientale
- Contestualizzazione di obiettivi di sviluppo sostenibile riconducibili al caso locale

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- Verifica e rimodulazione degli indicatori di valutazione scelti
Output:
- quadro sinottico di valutazione: obiettivi del Piano/obiettivi dei Piani e Programmi
sovraordinati e di pari livello
- elenco degli obiettivi di sostenibilità ambientale specifici per il territorio marino costiero
dell’ambito di interesse
- quadro sinottico di valutazione: obiettivi specifici del Piano /obiettivi di sviluppo sostenibile

Fase 3 – Valutazione ambientale del Piano


Coerenza tra obiettivi di piano e obiettivi di sviluppo sostenibile
- Individuazione degli obiettivi specifici di Piano riferiti a ciascun ambito tematico di
competenza del Piano
- Confronto fra gli obiettivi specifici di Piano e gli obiettivi di sviluppo sostenibile attinenti al
contesto locale
- Formulazione di un primo livello di coerenza fra obiettivi specifici di piano e obiettivi di
sviluppo sostenibile
Coerenza delle azioni di piano con i requisiti della sostenibilità ambientale
- Individuazione delle azioni di piano strutturate in funzione degli ambiti territoriali e degli
obiettivi specifici di piano per essi identificati, anche attraverso l’individuazione di ipotesi
di piano alternative
- Valutazione delle azioni di piano rispetto al complesso dei requisiti di sostenibilità
ambientale
- Eventuale rimodulazione delle scelte di Piano ed elaborazione di indicazioni circa le
modalità attuative delle azioni di Piano
Output:
- elenco delle azioni di Piano per le diverse questioni strategiche per il territorio comunale
- quadro sinottico di valutazione: azioni di piano/obiettivi del PRP

Fase 4 – Valutazione ambientale del Piano


Valutazione degli effetti delle scelte di Piano sull’ambiente
- Valutazione delle interferenze delle azioni di Piano con le componenti ambientali
- Individuazione delle alternative di Piano che determinano i minori impatti negativi
sull’ambiente, eventuale rimodulazione delle azioni di Piano ed elaborazione di
indicazioni circa le loro modalità attuative

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 10


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Output:
- quadro sinottico di valutazione: azioni di Piano/componenti ambientali

Il modello di valutazione sopra descritto può essere schematizzato secondo il diagramma


seguente:

Definizione degli obiettivi generali di Piano

↓ ↓
Indirizzi derivanti dagli incontri

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previsti dal procedimento di
Analisi del contesto per componenti ambientali (SWOT)
VAS e dall’Amministrazione
Comunale

↓ ↓ ↓
Definizione degli obiettivi di
Definizione degli obiettivi specifici di Piano
sostenibilità generali e correlati


Analisi di coerenza esterna

↓ ↓
Rimodulazione obiettivi specifichi e definizione di strategie e
azioni di Piano


Valutazione della coerenza delle alternative ed azioni di Piano
rispetto agli obiettivi di sostenibilità correlati


Indicazione di eventuali misure di mitigazione e ridefinizione delle azioni di piano

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 11


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4.2 Partecipazione e consultazione


Le attività di consultazione dei Soggetti competenti in materia ambientale e di
partecipazione ed informazione del Pubblico sono elementi fondamentali del processo
integrato di pianificazione e valutazione e ne garantiscono l’efficacia e la validità.
Una delle principali innovazioni introdotte dalla Direttiva VAS, infatti, riguarda l’obbligo di
prevedere specifici momenti di consultazione e informazione ai fini della partecipazione dei
soggetti interessati e del pubblico ai procedimenti di verifica e di valutazione ambientale dei
Piano. In particolare, in merito alle consultazioni, le disposizioni della Direttiva obbligano gli
Stati membri a concedere a determinate Autorità e al Pubblico l’opportunità di esprimere la
loro opinione sul Rapporto Ambientale e sulla proposta di Piano, anche al fine di contribuire

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all’integrazione delle informazioni a disposizione dei responsabili delle decisioni. Le
consultazioni, infatti, potrebbero mettere in risalto nuovi elementi capaci di indurre modifiche
sostanziali al Piano con conseguenti eventuali ripercussioni significative sull’ambiente.
I pareri espressi attraverso le consultazioni e le osservazioni pervenute devono quindi essere
prese in considerazione nella fase finale di elaborazione, così da consolidare la proposta di
Piano prima della sua approvazione.
La presenza di momenti di consultazione e partecipazione all’interno del procedimento di
VAS fa si che esso non si riduca ad una semplice tecnica di valutazione ma, al contrario,
diventi un’opportunità per considerare la varietà delle opinioni e dei punti di vista ed un
momento di interazione tra i soggetti interessati attraverso la partecipazione, l’ascolto e la
concertazione.
I soggetti da coinvolgere nel processo di pianificazione e valutazione, individuati sulla base
della definizione data dalle Linee Guida Regionali per la VAS sono:
- Soggetti competenti in materia ambientale: pubbliche amministrazioni che, per le loro
specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate
agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione di piani o programmi.
- Pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi, della legislazione
vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone.
- Pubblico interessato: pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure
decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure (ad esempio, le
organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell’ambiente e che
soddisfano i requisiti previsti dalla normativa vigente sono considerate come aventi
interesse).
Con riferimento al Piano in oggetto, ai sensi dell’art. 49 della L.R. 9/2006, l’Autorità
Competente in materia di VAS è la Regione Autonoma della Sardegna - Servizio delle
Valutazioni Ambientali (SVA), che risulta essere anche direttamente coinvolta nel
procedimento come Soggetto Competente in materia ambientale.
Lo schema seguente sintetizza il processo partecipativo e di consultazione che si intende
intraprendere, evidenziando, per ciascun momento individuato, le modalità di conduzione e
coinvolgimento dei Soggetti interessati.
In particolare, nella fase di orientamento della procedura di VAS (fase di scoping) è previsto il
coinvolgimento dell’Autorità Competente per la VAS del Piano e dei Soggetti Competenti in
materia ambientale, mentre in fase di redazione ed approvazione del PRP e del Rapporto
ambientale sono previsti ulteriori momenti di consultazione, partecipazione ed informazione,
che vedranno coinvolti, oltre all’Autorità competente e ai Soggetti Competenti in materia
ambientale, anche il Pubblico ed il Pubblico interessato.

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SOGGETTI
FASE MODALITÀ OPERATIVE N° INCONTRI
COINVOLTI

- Comunicazione indirizzata all’Autorità competente


Autorità dell’avvio del processo di elaborazione del PRP e
competente della procedura di VAS ed invito all’incontro di
presentazione del Documento di Scoping

Soggetti
- Individuazione, di concerto con l’Autorità
competenti
competente, dei Soggetti competenti in materia
in materia
Preparazione ambientale da coinvolgere nel processo di VAS nessuno
ambientale

- Pubblicazione di apposito avviso sul Sito Internet della


Regione Sardegna dell’avvio del processo di

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Pubblico e elaborazione del PRP e della procedura di VAS
Pubblico
Interessato - Deposito del Documento di Scoping presso il Servizio
SVA e sua pubblicazione sul sito internet della Regione
del Comune di Sant’Antioco

- Comunicazione formale, indirizzata all’Autorità


Autorità competente e ai Soggetti competenti in materia
Competente ambientale, di invito all’incontro di presentazione del
Documento di Scoping
Orientamento Soggetti 1 incontro
(Scoping) competenti - Presentazione degli obiettivi del PRP e del Documento
in materia di Scoping, discussione e verbalizzazione dei risultati
ambientale - Diffusione della notizia dell’incontro di presentazione
del Documento di Scoping

- Deposito del PRP adottato, del Rapporto Ambientale,


della Sintesi non tecnica presso il Comune di
Sant’Antioco e il Servizio SVA;
- Diffusione della notizia dell’avvenuto deposito
attraverso:
Pubblico
− pubblicazione sul BURAS;
Informazione Pubblico Nessuno
− pubblicazione all’Albo pretorio;
Interessato
− pubblicazione sul sito internet del Comune e
della Regione .
- Raccolta, valutazione ed eventuale recepimento
delle osservazioni presentate entro il 60° giorno dalla
data di pubblicazione sul BURAS

Autorità - Invio del PRP adottato e del Rapporto Ambientale


Competente
Soggetti - Presentazione (tra il 15° ed il 45° giorno dalla
pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito) 1 incontro
competenti
in materia del PRP adottato e del Rapporto Ambientale,
ambientale discussione e verbalizzazione dei risultati
Consultazione

- Presentazione (tra il 15° ed il 45° giorno dalla


Pubblico
pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito)
Pubblico 1 incontro
del PRP adottato e del Rapporto Ambientale,
interessato
discussione e verbalizzazione dei risultati

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 13


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SOGGETTI
FASE MODALITÀ OPERATIVE N° INCONTRI
COINVOLTI

- Pubblicazione sul BURAS degli esiti della VAS del PRP


con indicazione delle sedi ove è possibile prendere
visione del Piano approvato e di tutta la
Pubblico e documentazione oggetto dell’istruttoria
Informazione
pubblico - Messa a disposizione, anche attraverso la Nessuno
sulla decisione
interessato pubblicazione sul sito internet del Comune e della
Regione, del parere motivato espresso dall’Autorità
Competente, della Dichiarazione di sintesi e del
Programma di monitoraggio

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4.3 Fase di scoping

4.3.1 Individuazione dei Soggetti da coinvolgere nel processo di VAS


Il processo di VAS richiama la necessità di un coinvolgimento strutturato di soggetti diversi
dall'Amministrazione proponente nel processo di elaborazione e valutazione ambientale del
PRP. Tali soggetti comprendono Enti Pubblici locali e sovralocali e il pubblico nelle sue diverse
articolazioni. Ciascun soggetto può apportare al processo complessivo un contributo di
conoscenza dei problemi e delle potenzialità del territorio in esame.
Il riconoscimento dei soggetti da coinvolgere è finalizzato:
- all’individuazione delle Autorità competenti in materia ambientale e di altri soggetti, quali
il pubblico o i rappresentanti della collettività, che possono contribuire alla conoscenza
delle questioni ambientali;
- al confronto con le Autorità locali e sovralocali per l’individuazione delle specifiche
competenze, durante il processo di pianificazione e in fase di monitoraggio, al fine di
giungere al conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale definiti dal processo
di VAS;
- al confronto con le Amministrazioni Comunali appartenenti all’ambito territoriale di
riferimento del PRP, al fine di individuare ambiti comuni di operatività per progetti di
valenza intercomunale;
- alla discussione e condivisione con i soggetti individuati del livello di dettaglio e della
portata delle informazioni da produrre e da elaborare in fase di valutazione, nonché
delle metodologie per la conduzione dell’analisi ambientale.

4.3.2 Redazione del documento di scoping


Nel Documento di Scoping, redatto sulla base delle valutazioni preliminari effettuate per
l’individuazione dell’ambito di influenza del PRP, sono stati esplicitati:
- gli obiettivi generali che l’amministrazione comunale intende perseguire con il PRP;
- l’analisi delle componenti ambientali di interesse per il sistema portuale di Sant’Antioco
- l’elenco dei Piani e Programmi, sia di pari livello che sovraordinati, con i quali il Piano
Regolatore Portuale si relaziona e rispetto ai quali valutare la coerenza esterna del Piano
stesso;
- l’elenco dei criteri generali di sostenibilità ambientale rispetto ai quali valutare la
coerenza delle strategie del Piano Regolatore Portuale;
- un primo indice ragionato del Rapporto Ambientale, al fine di evidenziare le informazioni
che si è scelto di inserire al suo interno;
- l’elenco delle Autorità e degli Enti individuati quali Soggetti competenti in materia
ambientale, del Pubblico Interessato e del Pubblico.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 14


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5 Analisi ambientale del contesto

5.1 Componenti ambientali di interesse


In coerenza con quanto indicato dalla Direttiva 2001/42/CE, il Rapporto Ambientale dovrà
contenere una descrizione dello stato attuale dell’ambiente e della sua evoluzione probabile
senza l’attuazione del Piano, che metta in evidenza le peculiarità ambientali delle aree
interessate e le eventuali criticità.
L’analisi ambientale del contesto territoriale di interesse per il Piano prenderà in
considerazione le componenti ambientali e le tematiche seguenti:
- Aria;

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- Acqua;
- Rifiuti;
- Suolo;
- Flora, Fauna e Biodiversità;
- Paesaggio ed Assetto Storico-Culturale;
- Assetto Insediativo e Demografico;
- Sistema Economico Produttivo;
- Mobilità e Trasporti;
- Campi elettromagnetici;
- Rumore.
L’analisi ambientale condotta sul territorio marino costiero di Sant’Antioco e contesti
adiacenti o comunque relazionabili con esso oltre a definire lo stato attuale dell’ambiente,
sarà anche finalizzata ad indicare le possibili relazioni causa-effetto fra le attività della
popolazione e le componenti ambientali.
Tale analisi costituirà un riferimento per:
- l’individuazione degli obiettivi di sostenibilità del Piano;
- l’individuazione degli effetti ambientali potenziali diretti ed indiretti delle azioni del Piano;
- la contestualizzazione dei criteri di sostenibilità ambientale in obiettivi di sviluppo
sostenibile.
Al fine di procedere ad una prima individuazione delle tematiche da affrontare in sede di
redazione e valutazione del Piano, è stata effettuata una analisi preliminare dello stato delle
componenti ambientali sopra individuate, in termini di valenze e criticità, evidenziando gli
aspetti rilevanti a cui il Piano dovrà dare risposta, anche in riferimento alle prescrizioni
normative degli strumenti di programmazione e pianificazione sovraordinati.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 15


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5.1.1 Aria

Condizioni climatiche
Le condizioni termopluviometriche sono quelle tipiche del clima mediterraneo, con estati
secche e con temperature elevate e piogge concentrate nei soli mesi invernali.
I dati termopluviometrici ricavati dalla stazione meteorologica di Carloforte nel trentennio
compreso fra il 1971 e il 2000, situata a 15 m.s.l.m., mostrano la media delle temperature più
elevate nel mese di agosto (25 °C) - la temperatura assoluta più alta è stata registrata a
luglio del 1983, con 39,2 °C - Il mese più freddo è risultato essere mediamente gennaio(12°C)
- la temperatura assoluta più bassa è stata rilevata per lo stesso mese nel 1985 con 1 °C.
I caratteri climatici sono strettamente legati ai caratteri geografico-topografici dell’area, in

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relazione ai quali le fasce costiere di pianura risentono in modo accentuato dell’azione
termoregolatrice del mare e meno dell’andamento bistagionale delle temperature e della
piovosità.
Sulla base delle risultanze meteorologiche ricavate dalle stazioni di Carloforte, Iglesias e
Palmas (San Giovanni Suergiu) si può osservare come l’oscillazione termica generale sia in
parte condizionata dall’effetto termoregolatore esercitato dal mare, con temperature medie
annue indicate per la stazione di Iglesias di 17,1 °C, e di 17,4 °C per quanto riguarda la
stazione di Carloforte.
Le mediterraneità è testimoniata dallo scarso apporto idrico di derivazione piovana per i
mesi estivi, con un deficit di approvvigionamento che si protrae da maggio a settembre.

Figura 2: Diagramma termopluviometrico-stazione meteorologica di Carloforte 1971-2000. La linea blu


rappresenta l’andamento delle precipitazioni, quella rossa l’andamento delle temperature

Da un punto di vista bioclimatico tenendo conto della classificazione globale indicata da


Rivas-Martìnez e degli indici bioclimatici proposti dallo stesso (Rivas-Martìnez, 1995) e
integrando tali dati con le risultanze termopluviometriche il territorio di interesse rientra nel
macrobioclima mediterraneo, bioclima mediterraneo pluviostagionale oceanico. Il piano
bioclimatico nell’area è il termomediterraneo, con ombrotipo secco.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 16


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La circolazione dei venti nell’area ha una forte prevalenza di venti da Nord a Nord Ovest
(35%), e secondariamente di venti da Sud a Sud Est (circa il 15% dei casi). La circolazione da
altre direzioni e modesta con un 5% dalle direzioni di Sud e di Sud Ovest.
I dati d’intensità, direzioni e frequenza del vento al suolo sono riferiti alla stazione di misura di
Capo Sperone (Carloforte). Nella figura seguente si riporta l’ubicazione della stazione e la
relativa schematizzazione grafica dei dati medi acquisiti (100 misure).
I valori di intensità massima sono compresi tra 15 e 20 m/s; i venti più frequenti (7,92 %) hanno
velocità compresa tra 5 e 10 m/s. Le calme registrate non superano il 10,07 delle osservazioni
%.
Il diagramma dei venti di Carloforte mette in evidenza che i venti regnanti, cioè più frequenti,
sono diretti lungo l’asse maestrale/scirocco (NO-SE), così come i venti più forti, cioè
dominanti che hanno le frequenze maggiori nella medesima direzione. Lungo le due direzioni

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si registrano lunghezze di fetch elevate con conseguente possibilità di sviluppo di mareggiate
di intensità anche rilevante.

Figura 3: Rosa del regime dei venti per il paraggio di Carloforte (periodo 1998-2009)

Tabella 1: Dati anemometrici registrati a Carloforte alla stazione periodo 1998-2009 (numero rilevazioni
95052)

Direzione Velocità (m/s)


(°N) <2 2-4 4-6 6-8 8-10 10-12 12-14 14-16 16-18 >18 TOTALE
0-22.5 5,99 16,40 6,76 1,53 0,25 0,03 0,00 0,00 0,00 0,00 30,97
22.5-45 8,34 43,95 34,01 13,68 5,75 1,43 0,08 0,01 0,00 0,00 107,26
45-67.5 16,16 77,62 86,73 48,73 8,64 1,01 0,05 0,00 0,00 0,00 238,94
67.5-90 17,27 38,27 20,59 8,30 0,72 0,04 0,03 0,00 0,00 0,00 85,23

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 17


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Direzione Velocità (m/s)


(°N) <2 2-4 4-6 6-8 8-10 10-12 12-14 14-16 16-18 >18 TOTALE
90-112.5 13,10 10,97 1,05 0,17 0,07 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 25,36
112.5-135 14,27 10,11 1,07 0,16 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 25,63
135-157.5 5,50 12,08 7,34 3,41 0,89 0,12 0,01 0,00 0,00 0,00 29,34
157.5-180 2,78 11,64 18,43 12,78 4,69 1,06 0,12 0,01 0,00 0,00 51,51
1809-202.5 4,05 22,18 13,87 3,29 0,46 0,04 0,00 0,00 0,00 0,00 43,88
202.5-225 4,79 16,25 6,57 6,67 2,23 0,15 0,01 0,00 0,00 0,00 36,67
225-247.5 3,94 25,61 14,99 15,88 11,75 3,00 0,39 0,00 0,00 0,00 75,57
247.5-270 4,14 31,60 21,07 11,71 4,92 1,02 0,08 0,03 0,00 0,00 74,56
270-292.5 4,14 27,64 14,81 3,18 0,42 0,07 0,00 0,00 0,00 0,00 50,25
292.5-315 4,21 29,10 19,28 2,28 0,52 0,12 0,03 0,00 0,00 0,00 55,55

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315-337.5 4,68 19,00 17,45 4,91 0,87 0,34 0,12 0,01 0,00 0,00 47,38
337.5-360 3,15 10,17 6,32 1,86 0,23 0,16 0,01 0,01 0,00 0,00 21,91
TOTALE 116,53 402,60 290,32 138,53 42,42 8,58 0,94 0,08 0,00 0,00 1000,00

Qualità dell’aria
La Regione Autonoma della Sardegna, in occasione della “Realizzazione dell'inventario
regionale delle sorgenti di emissione”, ha predisposto uno studio organico circa lo stato della
qualità dell’aria nel territorio regionale (Assessorato della Difesa Ambiente della Regione
Sardegna, 2005).
Tale documento sullo stato della qualità dell’aria in Sardegna, così elaborato, è articolato
nelle seguenti parti:
- inventario regionale delle fonti di emissione;
- valutazione della qualità dell’aria e zonizzazione secondo il d.lgs. n. 351/99;
- individuazione delle possibili misure da attuare per il raggiungimento degli obiettivi di cui
al d.lgs. n. 351/99.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 18


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Sulla base dei risultati della valutazione preliminare, il territorio comunale di Sant’Antioco non
è stato inserito tra le zone critiche per la protezione della salute umana, ne tra le zone
potenzialmente critiche per la protezione della vegetazione.
Dallo studio dello stato della qualità dell’aria nel territorio regionale ed, in particolare, nelle
aree individuate come a maggior rischio nella fase di zonizzazione preliminare, utilizzando
prevalentemente gli strumenti modellistici di dispersione dell’inquinamento atmosferico, sono
state individuate diverse criticità, che hanno reso necessario rivedere l’individuazione delle
aree potenzialmente critiche per la salute umana e per gli ecosistemi e dei Comuni che
necessitano di interventi di risanamento.
Il territorio comunale di Sant’Antioco è stato individuato tra le zone aggiuntive da monitorare.

La Regione Sardegna, in recepimento del decreto legislativo del 13.8.2010 n. 155 recante
"Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più
pulita in Europa", ha proceduto al riesame della zonizzazione del territorio e all’individuazione
degli agglomerati sulla base dell'assetto urbanistico, della popolazione residente e della
densità abitativa e, successivamente, all’individuazione delle zone sulla base del carico
emissivo, delle caratteristiche orografiche, delle caratteristiche meteo-climatiche e del grado
di urbanizzazione del territorio.
Nello specifico il territorio regionale è stato classificato nelle seguenti zone:

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- Agglomerato di Cagliari: comprendente i comuni di Cagliari, Monserrato, Quartucciu,


Quartu Sant’Elena, Selargius e Elmas.
- Zona urbana: costituita dalle aree urbane rilevanti, la cui individuazione è stata effettuata
a partire dall’analisi dei carichi emissivi. Si tratta di centri urbani sul cui territorio si
registrano livelli emissivi significativi, principalmente prodotti dal trasporto stradale e dal
riscaldamento domestico.
- Zona industriale: costituita dai comuni in cui ricadono aree industriali in cui il carico
emissivo è determinato prevalentemente da più attività energetiche e/o industriali
localizzate nel territorio, caratterizzate prevalentemente da emissioni puntuali;
- Zona rurale: comprendente la rimanente parte del territorio regionale. Essa risulta
caratterizzata da livelli emissivi dei vari inquinanti piuttosto contenuti, dalla presenza di
poche attività produttive isolate e generalmente con un basso grado di urbanizzazione.
Il Comune di Sant’Antioco ricade nella zona rurale del Sulcis Iglesiente.

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L’area del Sulcis Iglesiente è caratterizzata dalle presenza di diverse realtà emissive legate ad
una media urbanizzazione, come nelle città di Carbonia e Iglesias, e ad attività industriali e
minerarie del polo di Portovesme e della miniera di carbone di Nuraxi Figus, che potrebbero
influenzare la qualità dell’aria nei comuni limitrofi (tra i quali Sant’Antioco).
Nel territorio comunale di Sant’Antioco è presente una centralina di monitoraggio della
qualità dell’aria.

Figura 4: Localizzazione centralina di monitoraggio della qualità dell’aria

Nella tabella riportata di seguito, è rappresento il riepilogo dei superamenti registrati


nell’anno 20153 nell’area del Sulcis Iglesiente.
La situazione registrata nell’area di Sant’Antioco risulta entro la norma per tutti gli inquinanti
monitorati.

3 Relazione annuale sulla qualità dell’aria in Sardegna per l’anno 2015 – ARPAS Regione Autonoma

della Sardegna

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 20


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Tabella 2: Riepilogo dei superamenti registrati nell’anno 2015 nell’area del Sulcis Iglesiente

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 21


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5.1.2 Acqua

Ambiente costiero
Il settore costiero rappresenta un ambito in cui assumono particolare rilevanza le ampie zone
umide stagnali e lagunari, che costituiscono degli ambienti di transizione tra l’ambiente
terrestre e quello marino, particolarmente sensibili a qualunque alterazione delle dinamiche
litorali e/o continentali.
La dinamica delle correnti marine rappresenta il principale fattore che regola la distribuzione
dei sedimenti in questo tratto costiero, che si caratterizza per i fondali molto bassi dai quali
affiorano cordoni litorali che isolano specchi d’acqua, e frecce litoranee come quella di
Punta Trettu che dalla costa del Sulcis si protende verso Punta Dritta (nell’Isola di

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Sant’Antioco), lasciando aperto uno stretto e basso canale che permette un modesto
ricambio d’acqua all’interno della laguna di Sant’Antioco.
Il sistema di stagni e lagune che deriva da questa configurazione morfologica è tra i più
significativi del Sud-Sardegna.
Lo Stagno di Santa Caterina e le Saline di Sant’Antioco complessivamente occupano una
superficie di circa 660 ha. La fascia perilagunare si caratterizza per la presenza di suoli salini in
cui si evidenziano caratteri di idromorfia stagionale legati alla presenza della falda
superficiale, caratteri che orientano la vegetazione in senso alofilo o igrofilo. L’area umida
costiera è separata dal mare dall’esteso cordone sabbioso corrispondente alle penisole di
“Corru Longu” e “Su Caderanu” la cui emersione, con il conseguente isolamento dello
specchio di mare da cui ha avuto origine la laguna di Sant’Antioco, è legata alle variazioni
del livello del mare che hanno avuto luogo nel Pleistocene, in particolare durante l’ultimo
evento trasgressivo versiliano. Questo sistema umido non presenta più scambi idrici naturali
con il mare sia a causa degli interventi idrici di regimazione idraulica realizzati per lo
sbarramento delle bocche di comunicazione che esistevano lungo il cordone sabbioso, sia a
causa del canale circondariale che definisce il perimetro dell’area umida per poi riversarsi in
mare attraverso un’apertura a est (parallela alla foce del Rio Palmas) e una a ovest (in
prossimità dell’Istmo di Sant’Antioco). Il canale circondariale permette anche il drenaggio
all’esterno delle acque continentali, che vi confluiscono principalmente tramite il Rio Sassu e i
canali di bonifica circostanti. L’unico apporto idrico verso lo stagno è dato dalle acque ad
elevato contenuto salino dallo stagno di Mulargia. Le opere di regimazione hanno coinvolto
anche gli argini e le chiuse che delimitano le vasche evaporanti e le caselle salanti per la
produzione di sale dalle saline di Sant’Antioco, realizzate nella zona umida che
comprendeva, prima degli interventi antropici, anche parte della foce a delta del Rio
Palmas. Il tratto terminale del corso d’acqua e della piana alluvionale del Rio Palmas si
interpongono tra l’area umida di Santa Caterina e quella dello Stagno di Mulargia,
comprendendo l’alveo del corso d’acqua e la piana colmata dalle alluvioni recenti
sabbioso-ciottolose. Si tratta di un ambito che, dal punto di vista morfogenetico ed evolutivo,
si mantiene strettamente relazionato con lo stagno di Santa Caterina e soprattutto con lo
stagno di Mulargia, impostatosi nell’originaria piana deltizio-alluvionale del Rio Palmas.
Queste relazioni tra il sistema idrografico e le aree umide costiere sono tuttavia
profondamente alterate a causa delle importanti interferenze antropiche. Le dinamiche
evolutive del sistema di foce del Rio Palmas non sono più attive a causa della realizzazione
dello sbarramento del lago di Monte Pranu, progettato nel 1933 per la laminazione delle
piene e oggi usato come invaso per l’approvvigionamento idrico. Gli interventi su questo
corso d’acqua hanno prodotto anche modificazioni dell’assetto morfologico dell’alveo, sulle
cui sponde sono state realizzate banchine in calcestruzzo che ne impediscono la
divagazione in pianura; la banchinatura inoltre, impedendo di fatto i deflussi di subalveo,
impedisce l’alimentazione delle falde idriche. Di conseguenza si è prodotta anche
l’alterazione dei corpi idrici sotterranei, che presentano importanti processi di relazione con il
sistema umido costiero. Queste condizioni favoriscono il pericolo di ingressione salina nelle
falde. Non essendo più attivi i naturali deflussi idrici, i processi di trasporto e di sedimentazione

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detritica nell’area marino-litorale producono un eccesso di accumulo detritico sul fondo


dell’alveo. Inoltre nel settore costiero, poiché vengono meno gli apporti solidi che venivano
in parte ridistribuiti dalla corrente di deriva litorale (diretta da nord verso sud), si osservano
regressioni dei lidi sabbiosi della spiaggia di Paristeris e di Porto Botte.
All’interno dello stagno sono presenti quattro isole che assumono particolare rilevanza dal
punto di vista ecologico. La più grande è l’Isola “Manna” (circa 43ha), le intermedie sono le
isole di “Gruccianas” e di “Porcu e Scriba” (rispettivamente circa 30ha e 12ha) e la più
piccola isola di “De Sa Scruidda” (circa 6,5ha). Le isole sono servite da camminamenti e le
vasche che le delimitano sono caratterizzate da argini ricchi di vegetazione tipicamente
alofita.
Lo stagno di Mulargia occupa una superficie di circa 55 ha e i terreni limitrofi sono
caratterizzati dalla tendenza all’accumulo di sali, orientando in senso alofilo lo sviluppo della

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vegetazione. La genesi di questa zona umida è strettamente correlata all’interazione tra le
dinamiche delle correnti litorali e quelle del sistema deltizio del Rio Palmas, manifestatesi in
particolare durante l’ultima fase trasgressiva versiliana, che ha portato all’emersione delle
barre sabbiose e all’isolamento dell’originaria laguna. Il sistema deltizio si sviluppa
prevalentemente in direzione sud-est, in conseguenza della distribuzione dei sedimenti
alluvionali operata della corrente di deriva dominante proveniente da nord-ovest, che
condiziona il regime sedimentario del sistema di spiaggia di Porto Botte-Paristeris. L’area
stagnale non ha più nessuna comunicazione diretta con il mare, in quanto vi sono stati
realizzati interventi di regimazione idraulica volti a far diventare questo bacino un bacino di
pre-evaporazione per le saline di Sant’Antioco. Tramite un’idrovora vi sono sversate le acque
ad alto contenuto salino dallo stagno di Porto Botte, che a loro volta confluiscono nei bacini
salanti dello Stagno di Santa Caterina. I deflussi continentali sono drenati verso l’area marina
del canale circondariale che riceve le acque convogliate dalle zone di bonifica realizzate
nel basso Sulcis.
Le acque degli Stagni di Santa Caterina e del Mulargia presentano sempre un elevato
contenuto salino e sono minacciate dall’inquinamento di reflui di origine urbana e agricola
provenienti dalle aree immediatamente circostanti, che limitano la potenzialità produttiva
della risorsa.
L’areale di intervento si colloca tra l’istmo di Sant’Antioco e il versante insulare su cui insiste
l’ambito stagnale dello Stagno di Punta de S’Aliga (Laguna di is Pruinis).

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Figura 5: Inquadramento dell’area di intervento (Fonte RAS – Sardegna foto aeree, ortofoto costa 2008)

La striscia di terra emersa che separa lo Stagno di Santa Caterina dal bacino marino-
lagunare di Sant’Antioco costituisce la prosecuzione dell’area riparia che circoscrive
l’insenatura marino-lagunare di Sant’Antioco. Le tendenze evolutive di quest’ambito sono
controllate soprattutto dai caratteri artificiali del sistema, in quanto il cordone sabbioso che
isolava la Laguna di Santa Caterina (morfogeneticamente legato alle oscillazioni del mare
pleistocenico), è stato fortemente modificato per la realizzazione della rete viaria che
congiunge l’isola di Sant’Antioco e per la presenza di insediamenti sparsi. Quest’ambito
continua comunque a svolgere una funzione di diaframma che permette l’isolamento ed il
mantenimento delle condizioni morfoevolutive del sistema umido. La presenza della bocca
aperta lungo l’istmo assicura lo scambio idrico e il drenaggio del fondale del bacino marino-
lagunare verso il Golfo di Palmas, favorito dalle correnti tidali. Oltrepassato l’istmo verso l’Isola
di Sant’Antioco, il settore costiero occidentale dell’Isola presenta segni dell’intensa
antropizzazione, con le strutture portuali e le attività industriali ormai cessate (stabilimento ex
Sardamag) che localmente hanno completamente obliterato i caratteri naturali del sistema,
che invece sono maggiormente riconoscibili nel settore più meridionale dove insiste l’area
protetta del SIC “Is Pruinis”. Il SIC, che complessivamente individua un’area di circa 100 ha,
comprende parte dello Stagno di Punta S’Aliga (Laguna di Is Pruinis), parzialmente occupato
da una discarica di fanghi industriali.
L’area umida è separata dal mare da una sottile lingua di sabbia con vegetazione pioniera
alonitrofila, che rappresenta un ambito disturbato dalla presenza antropica nel periodo
primaverile-estivo e dai processi erosivi determinati dal moto ondoso e dalle mareggiate in

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 24


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quello invernale. Nelle porzioni più elevate del cordone sabbioso localmente si individuano
ambiti di vegetazone pioniera dunare. Nel settore di retrospiaggia si sviluppa l’area stagnale
con le acque salmastre, la cui salinità variabile è dovuta sia all’assenza di deflussi continentali
tramite immissari diretti sia all’ingressione periodica delle acque marine tramite bocche di
comunicazione e per la vegetazione idrofila tipica delle acqua salmastre con variazioni di
salinità e profondità che varia da pochi centimetri a qualche decina di centimetri. Il sito
presenta evidenze di degrado dovute alle elevate concentrazioni di inquinanti di origine sia
industriale che agro-zootecnica. A questa condizione si aggiunge anche il rapido processo
di interramento per l’immissione di detriti e dal ruscellamento a carattere estensivo della
piana circostante. Ai margini di questo ambito si individuano le aree peristagnali e la piana di
retrospiaggia, questa caratterizzata dalla presenza di vegetazione alofila che si sviluppa su
suoli limoso-argillosi.

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Ambiente marino
I processi litorali che si sviluppano nell’ambito costiero sono strettamente relazionati alle
dinamiche continentali di trasporto e sedimentazione di materiali detritici ad opera delle
acque incanalate. I continui apporti di materiali detritici (limoso-sabbiosi e limoso-argillosi)
favoriscono nell’area marina la presenza un fondale poco profondo caratterizzato da deboli
pendenze (circa lo 0,2% alla batimetrica dei -5m) e la formazione di estese barene o delta
sommersi che, in corrispondenza dello sbocco dei corsi d’acqua principali, progradano verso
l’ambito più strettamente marino.
L’istmo di Sant’Antioco divide il settore marino-lagunare in cui si inseriscono gli interventi in
progetto in due ambiti distinti: quello della laguna di Sant’Antioco a nord e quello marino del
Golfo di Palmas a sud.
A nord dell’Istmo, il settore lagunare di Sant’Antioco rappresenta un bacino di circa 18Kmq
chiuso tra il settore costiero che si sviluppa tra Punta Trettu e Santa Caterina e la costa nord-
orientale dell’Isola di Sant’Antioco. Gli eventi tettonici a cui si attribuisce il processo di
subsidenza che ha generato il bacino, e le dinamiche di sedimentazione dei materiali
detritici trasportati dai due corsi d’acqua principali che sfociano all’interno dell’insenatura
(Rio San Milano e Rio Macquarba), ne hanno determinato l’isolamento e accentuato le
tendenze evolutive verso un sistema lagunare. La dinamica evolutiva è stata inoltre
accelerata dalla realizzazione dell’Istmo di Sant’Antioco, che ha determinato una riduzione
della sezione della bocca di comunicazione con il Golfo di Palmas, permettendo
l’evacuazione di un volume detritico sufficiente ad impedire il rapido interrimento del
fondale. La profondità di quest’ultimo si attesta generalmente su valori bassi che
diminuiscono ulteriormente verso la costa sulcitana portando fin quasi all’emersione, in
funzione delle fasi tidali, le estese barene sabbiose. La laguna presenta problematiche di
inquinamento legate soprattutto alle attività industriali e allo scarico di reflui.
A sud dell’Istmo il settore marino sommerso del Golfo di Palmas, rispetto agli settori costieri
sulcitani risulta essere meno esposto ai venti dominanti e più riparato dal moto ondoso.
Profonde alterazioni delle naturali dinamiche sedimentarie di questo ambito sono
conseguenza della realizzazione della diga di Monte Pranu sul Rio Palmas, che sottende più
di tre quarti del bacino idrografico di quest’ultimo. La presenza di un delta alluvionale
sommerso che si protende all’interno della baia nel settore nord del Golfo di Palmas
testimonia che in passato l’immissione di sedimenti nel sistema costiero da parte di questo
bacino idrografico era notevolmente superiore a quella attuale. Attualmente il ripascimento
naturale si esplica nel settore sommerso soprattutto attraverso la rielaborazione dei depositi
limoso sabbiosi non consolidati che costituiscono parte del delta sommerso del Rio Palmas e
che vengono poi ridistribuiti longitudinalmente da nord a sud, nell’ambito continentale
attraverso le linee di drenaggio che trasportano le acque continentali confluendo
direttamente in mare apportando una certa quantità di materiale solido.
L’andamento principale del trasporto solido lungo riva avviene verso sud e si individuano
barre di foce e/o sottomarine in serie: infatti il settore sottomarino che si sviluppa fino alle

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 25


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barriere delle bio-formazioni a Posidonia oceanica, costituisce un ambito entro il quale i


sedimenti del fondo e i materiali detritici trasportati dai corsi d’acqua sono soggetti ad una
maggiore mobilità sotto l’azione del moto ondoso e della corrente di deriva litorale. Il limite
superiore della Posidonia costituisce una barriera rispetto agli spostamenti trasversali di questi
sedimenti e la sua salvaguardia è di fondamentale importanza in quanto una degenerazione
esporrebbe maggiormente il sistema litorale all’azione meccanica dei frangenti, a causa di
una diminuzione dell’azione di smorzamento da parte degli apparati fogliari, con
conseguenze anche sul settore costiero emerso.

Qualità delle acque superficiali


Con propria Delibera n. 1 del 15 marzo 2016 il Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino
della Regione Autonoma della Sardegna ha adottato e approvato, ai sensi dell’art. 2 della

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L.R. n. 28 del 9 novembre 2015, il Riesame e Aggiornamento del Piano di Gestione del
Distretto Idrografico della Sardegna ai fini del successivo iter di approvazione in sede statale
secondo le disposizioni dell’articolo 66 del D.Lgs. 152/2006.
I dati sotto riportati sono stati estratti dalle cartografie relative alle acque superficiali
La legenda, di seguito riportata, evidenzia i giudizi riferiti al monitoraggio dal 2011 al 2014
relativi a: impatti da carichi organici; impatti da contaminati chimici; alterazione del regime
idrologico; impatti da inquinamento microbiologico; alterazioni morfologiche - impatti azoto;
condizioni critiche di ossigenazione; impatti fosforo: variazioni anomale di salinità.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 26


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Impatti da carichi organici Impatti da contaminanti chimici Alterazione del regime


idrologico

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Impatti da inquinamento Alterazioni morfologiche Impatti azoto
microbiologico

Condizioni critiche di Impatti da fosforo Variazioni anomale di salinità


ossigenazione

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Balneabilità
Le acque marino costiere in riferimento alla balneabilità vengono monitorate secondo
quanto stabilito dal D. Lgs116/08 che recepisce la Direttiva 2006/7/CE.
Per quanto concerne la classificazione dello stato qualitativo delle acque di balneazione i
monitoraggi vengono effettuati nelle località indicate nella figura seguente (vedasi sito
internet : http://82.85.20.58/sardegna/cartografia.asp).

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Figura 6: Stazioni di monitoraggio, aree balneabili e interdette alla balneazione

La qualità delle acque di balneazione risulta eccellente nei tratti monitorati; tuttavia come
evidenziato nella figura sopra riportata il territorio è interessato da tratti di costa non
balneabili perché trattasi di:
- zone portuali e pertanto tratti di costa in corrispondenza di aree portuali e prossimi a
queste, in cui, sia per questioni igienico sanitarie che per la sicurezza dei bagnanti
(traffico di imbarcazioni), è vietata la balneazione.
- zone interdette permanentemente per altri motivi e cioè nel caso specifico di tratti di
costa vietati alla balneazione perché si tratta di zone industriali e pertanto interessate da
fenomeni di inquinamento.

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Servizio idrico integrato


Il servizio idrico integrato è gestito da Abbanoa.
L’approvvigionamento idropotabile è assicurato dallo schema n. 31 "Sulcis Nord - Sud" che
deriva dall’accorpamento degli Schemi n° 45 Sulcis Nord, e 49 Sulcis Sud del Nuovo Piano
Regolatore Generale Acquedotti della Regione Autonoma della Sardegna – Revisione 1988,
e comprende i numerosi centri tutti ricadenti nel territorio sulcitano per un carico di
popolazione residente e fluttuante pari rispettivamente a 110.700 ed a 63.069, una portata
del giorno di massimo consumo ed un corrispondente fabbisogno medio annuo
rispettivamente per residenti, fluttuanti e utenze speciali pari a 544,94 - 335,78 e 27,00 l/s e
12.311.207 - 2.611.057 e 566.352 mc.
Gli acquedotti Sulcis Nord e Sulcis Sud sono stati realizzati dall'E.S.A.F. alla fine degli anni '60
con finanziamento CASMEZ; la fonte di approvvigionamento, costituita dall'invaso di Bau

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Pressiu, sul rio Mannu di Narcao, si è rivelata insufficiente al soddisfacimento delle richieste,
rendendo necessaria l'individuazione di fonti integrative. Queste sono state individuate
principalmente in pozzi trivellati le cui acque sono state immesse direttamente nella dorsale.
E' stato inoltre realizzato un collegamento tra Bau Pressiu e l'invaso sul Cixerri a Genna Is Abis
Di seguito si riportano i dati relativi alle opere esistenti e in assetto futuro così come riportato
nel Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della Sardegna (Rev. 2006)

Tabella 3: Estratto da Allegato 5 - Vol. - Schede monografiche per i comuni della Provincia Sulcis
Iglesiente - Stato di fatto - Anno di riferimento 2001 – Rev. 2006
Giorno medio dell’anno Giorno di max consumo Volume
Località per tipo Popolazion
Dotazione Fabbisogno Dotazione Fabbisogno annuo
di abitato e al 2001
l/abxg mc/g l/abxg mc/g (+5%) mc
Centro
12.452 271 3.374 374 4.657 1.293.085
capoluogo
Centri < 5000 ab. 107 192 20 287 30 7.665
Nuclei e case
56 156 8 233 13 3.066
sparse
Totale popol.
12.615
residente
Popol. fluttuante
6.103 460 2.807 460 2.807 265.261
stag
TOTALE 6.209 TOTALE 7.507 1.569.077
PARI A (l/s) 86,89
+ PERDITE 5% (l/s) 91,23
DISPONIBILITA’ ATTUALE (l/s) 65,00

Popolazioni al 2001 Residenti Fluttuanti


Sant Antioco 12.452 1.109
Ciclopi 1.883
cs 56
Is Loddis 53
Is Pruinis 19
Maladroscia 35
Malatroxia 2.532
Peonia Rosa 332
Torre Cannai 247

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 29


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Tabella 4: Estratto da Allegato VI - Reti interne - Anno 2001 – Revisione 2006


n. abitanti residenti previsti dal NPRGA 12.452
n. abitanti fluttanti 1.109 Totali 13.561
n. utenze/n. allacci (dato calcolato) 4.354 / 3.483
Acqua immessa in serbatoio (mc/anno) 2.049.840
Efficienza della rete Mediocre
Sviluppo rete (Km) 46,51
Acciaio %) 10,29%
Ghisa (%) 74,02%
Cemento amianto(%) 3,01%
Materie plastiche (%) 12,68%

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Di seguito si riporta un estratto delle opere esistenti e di quelle in assetto futuro così come
indicato nel Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della Sardegna (Rev. 2006).

Legenda

Tubazioni

Figura 7: Schemi 45 Sulcis Nord – 49 Sulcis Sud Estratto da: Stato di fatto – Piano Regolatore Generale
degli Acquedotti della Sardegna

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 30


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Legenda

Tubazioni

Figura 8: Schemi 31 Sulcis Nord e Sud e 30 Iglesias –Estratto da: Assetto futuro – Piano Regolatore
Generale degli acquedotti della Sardegna

Per quanto attiene la depurazione delle acque reflue Il nuovo impianto, che sorgerà a fianco
del vecchio ormai inadeguato e sottodimensionato, avrà tutte le sezioni di trattamento
necessarie alla completa depurazione nel pieno rispetto delle normative vigenti. Sarà
dimensionato e articolato in maniera tale da poter trattare sia le portate invernali sia le ben
più consistenti portate estive. Le acque adeguatamente depurate saranno riversate in mare
con una condotta sottomarina che avrà il punto di scarico a largo della costa e non a pochi
metri dalla battigia, com’è l’attuale.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 31


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Figura 9: Estratto da tav. 13 - Schemi depuratici esistenti e previsti nel Piano d’Ambito del Piano di Tutela
delle Acque della Regione Sardegna

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5.1.3 Rifiuti e bonifiche

La gestione dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico
Il D.Lgs. n. 182/2003, recante “Attuazione della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti
portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico“, prevede che tutti i
porti debbano dotarsi di impianti e di servizi di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei
residui del carico, al fine di assicurarne il rapido conferimento e garantire nel contempo
standard di sicurezza per l’ambiente e per la salute dell’uomo
In particolare, l’art. 5, comma 1, stabilisce che l’autorità portuale, previa consultazione delle
parti interessate, entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto, elabori un piano
di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico e ne dia immediata

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comunicazione alla Regione competente per territorio. La Regione, ai sensi dell’art. 5,
comma 2, della citata norma, valuta e approva il piano, ne controlla lo stato di attuazione e
provvede, per gli aspetti relativi alla gestione, alla sua integrazione con il Piano regionale di
gestione dei rifiuti di cui all’ex art. 22 del D.Lgs. n. 22/1997, ora art. 199 del D.Lgs. n. 152/2006.
Nel Piano Regionale di gestione dei rifiuti speciali (PRGRS), approvato con deliberazione della
Giunta regionale n. 50/17 del 21 dicembre 2012, viene disciplinata la tematica inerente la
gestione dei rifiuti portuali. Nello stesso, vengono riportati gli indirizzi e le linee guida per la
redazione dei piani per la raccolta e gestione dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui di
carico che dovranno essere redatti e/o aggiornati nel periodo di valenza del PRGRS.
Le informazioni che seguono sono tratte dal Piano di raccolta e di gestione dei rifiuti prodotti
dalle navi e dei residui del carico, redatto dall’ufficio circondariale marittimo di Sant’Antioco
e approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 15/20 del 29 aprile 2014.
Il Piano, tenuto conto delle funzioni portuali e della tipologia del traffico consolidatasi negli
ultimi anni, prevede un quadro organizzativo di risposta ai fabbisogni che si può articolare in
4 sottosistemi, di seguito esposti:
1. raccolta e gestione dei rifiuti provenienti dalle navi da carico nei porti ricadenti nel
Circondario marittimo di Sant’Antioco;
2. raccolta e gestione dei rifiuti provenienti dalle unità che utilizzano le strutture dedicate
alla nautica da diporto (approdi turistici e punti d’ormeggio) presenti nel Circondario
marittimo di Sant’Antioco;
3. raccolta e gestione dei rifiuti provenienti dai motopescherecci;
4. raccolta e gestione dei rifiuti provenienti da unità in sosta presso banchine diverse da
quelle indicate al precedente punto b).
Lo scalo commerciale di Sant’Antioco viene interessato dall’approdo di unità mercantili, le
cui operazioni sono strettamente legate all’imbarco/sbarco di merce alla rinfusa.
Nella totalità dei traffici, si segnala la movimentazione di imbarco e sbarco di veicoli militari
destinati al vicino Poligono Militare di Capo Teulada, il transito di unità da diporto, nonché la
presenza stanziale di unità da pesca locali, che nel periodo estivo, aumenta
vertiginosamente a causa dell’arrivo di unità da pesca non iscritte nel Circondario marittimo
di Sant’Antioco.
Rifiuti prodotti nel porto commerciale di Sant’Antioco per tipologia dal 2010 al 2013
TIPOLOGIA RIFIUTO 2010 2011 2012 2013
3.848,9 3.717,6 32 mc (9.600 46.5 mc (13.950
Rifiuti assimilabili agli urbani (peso specif. medio 300 kg al mc)
kg kg kg) kg)
Rifiuti pericolosi (peso specif. medio 200 kg al mc) - - - -
Emulsioni (occasionali per navi militari) (peso specif. medio
- - - -
1.000 kg al mc)

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 33


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Rifiuti prodotti nel porto commerciale di Sant’Antioco per tipologia dal 2010 al 2013
TIPOLOGIA RIFIUTO 2010 2011 2012 2013
Olii (dalle isole ecologiche) (peso specif. medio 925 kg al mc) 600 kg 1.300 kg 1.080 kg 1.900 kg
Acque nere (peso specif. medio 1.000 kg al mc) - - - -
Farmaceutici o sanitari - - - -
Rifiuti sterilizzati (peso specif. medio 300 kg al mc) - - - -

Approdi/servizi svolti nel porto commerciale di Sant’Antioco dal 2010 al 2013

APPRODI/SERVIZI 2010 2011 2012 2013

Numero di arrivi navi mercantili 99 79 58 63

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


Navi traghetto di linea - - - -

Prestazioni erogate alle navi 99 79 53 53

Rifiuti prodotti dalle unità che utilizzano le strutture dedicate alla nautica da diporto
(porticcioli turistici, approdi turistici e punti d’ormeggio)
Per quanto attiene al naviglio che utilizza le strutture dedicate alla nautica da diporto, quali
approdi turistici e punti d’ormeggio, i dati relativi ai rifiuti di natura garbage non risultano
disponibili dal momento che gli operatori del settore, ma più spesso i singoli
conduttori/comandanti delle unità da diporto, in mancanza di specifica ditta autorizzata al
ritiro dei rifiuti dalle navi, si sono serviti per le proprie esigenze dei cassonetti installati dal
servizio pubblico di ritiro dei rifiuti urbani, presenti anche nell’ambito portuale.
Nelle more dell’effettuazione delle procedure di gara per l’affidamento di tale servizio, i
concessionari di porti/approdi turistici e punti d’ormeggio destinati alla nautica da diporto,
curano la raccolta differenziata dei rifiuti di natura garbage, mediante cassonetti dedicati
ubicati all’interno delle concessioni, che vengono poi ritirati dalla ditta affidataria del servizio
di raccolta dei rifiuti del Comune di Sant’Antioco, secondo e modalità concordate con la
stessa ditta.
I rifiuti prodotti dal naviglio da pesca
Per quanto riguarda i rifiuti di natura garbage prodotti dal naviglio da pesca, non ci sono dati
attendibili, né statistiche al riguardo, dal momento che gli operatori del settore,
analogamente al naviglio da diporto, si sono serviti per le proprie esigenze dei cassonetti
installati dal sevizio pubblico di ritiro dei rifiuti urbani.
Per quanto riguarda invece gli oli esausti, gli stessi vengono smaltiti attraverso le aree
attrezzate, come meglio descritto nel punto successivo.
Porto commerciale di Sant’Antioco
Unità da pesca 18
Imbarcati mediamente tre persone per unità
Modalità attuale di conferimento dei rifiuti presso centro di raccolta comunale
n. contenitori per oli esausti 2 da 1.000 litri cad.
Frequenza di ritiro olii esausti 6 volte all’anno

Le isole ecologiche per la raccolta degli oli esausti, rifiuti al piombo e di tutti gli altri rifiuti
speciali pericolosi
Presso il porto commerciale di Sant’Antioco è ubicato un punto di raccolta degli oli esausti,
al cui ritiro provvede periodicamente l’impresa individuata dal COOU (Consorzio
Obbligatorio Oli Usati). Non esiste alcuna area attrezzata per la raccolta di altre tipologie di
rifiuti pericolosi, quali ad esempio batterie e rifiuti al piombo, filtri dell’olio ecc.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 34


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Rifiuti prodotti da unità in sosta presso banchine di transito non assentite in concessione
Analogamente a quanto avviene per le strutture in concessione, anche presso le banchine
di transito gestite direttamente dall’Autorità Marittima, le unità in sosta sia da diporto che da
pesca, si servono, per i rifiuti di natura garbage prodotti, dei cassonetti installati dal sevizio
pubblico di ritiro dei rifiuti urbani e per cui non è disponibile alcun dato al riguardo.
L’organizzazione del servizio di raccolta rifiuti prevista dal Piano è calibrata sulla seguente
previsione della quantità4 e tipologia di rifiuti che gli impianti portuali gestiranno nel triennio di
validità del Piano (2014 – 2017).

2014 2015 2016 2017

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


Garbage [kg] 10.000 10.000 10.000 10.000
Oli esausti [mc] 10 10 10 10
Navi Mercantili Rifiuti speciali n.d. n.d. n.d. n.d.
Acque di sentina [mc] 1.500 1.500 1.500 1.500
Sewage n.d. n.d. n.d. n.d.
Garbage [kg] 100 100 100 100
Oli esausti [kg] 700 700 700 700
Batterie n.d. n.d. n.d. n.d.

Pesca Filtri n.d. n.d. n.d. n.d.


Scarti materiale marinaresco [kg] 1.000 1.000 1.000 1.000
Acque di sentina [mc] n.d. n.d. n.d. n.d.

Sewage n.d. n.d. n.d. n.d.


Garbage [kg] 100 100 100 100
Oli esausti n.d. n.d. n.d. n.d.

Batterie [kg] n.d. n.d. n.d. n.d.


Diporto
Filtri [kg] n.d. n.d. n.d. n.d.
Acque di sentina [mc] n.d. n.d. n.d. n.d.

Sewage n.d. n.d. n.d. n.d.

Il sistema di raccolta dovrà essere diversificato, a cura del gestore del servizio, per i tre
sottosistemi di tipologie di navi/imbarcazioni presenti nel porto commerciale di Sant’Antioco,
secondo le modalità più opportune (mediante autocompattatore, posizionamento di
contenitore, area attrezzata), a seconda che il rifiuto sia prodotto da unità da diporto,
motopescherecci, naviglio minore etc.

4 I dati in tabella sono riportati in forma aggregata per gli scali di Sant’Antioco e Calasetta.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 35


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Gestione rifiuti garbage (assimilabili agli urbani, alimentari e altri non speciali e non pericolosi) prodotti da navi

Codice CER Descrizione rifiuto

200101 carta e cartone ( PAPER )

200102 vetro ( GLASS )

200108 rifiuti biodegradabili di cucina e mensa ( FOOD WASTE )

200125 olii e grassi commestibili (VEGETABLE OIL WASTE )

200139 plastica ( PLASTIC )

200140 metallo ( METAL )

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


100103 ceneri leggere di legno non trattato

200301 rifiuti urbani non differenziati

Il servizio sarà organizzato dal gestore su turni settimanali e da svolgersi su chiamata telefonica da parte della nave –
reperibilità (24 h) - con preavviso di almeno 24 h.
La squadra di terra ordinaria dovrà essere composta da n. 2 addetti per la raccolta dei rifiuti, dotati di
n. 1 mezzo di trasporto per i rifiuti con capacità non inferiore a 20 mc. Durante l’esecuzione del servizio, gli addetti:
a) accertano preliminarmente l’avvenuta presentazione da parte della nave della modulistica di cui all’Allegato III
del D.Lgs. 182/03;
b) effettuano il ritiro dei sacchetti dei rifiuti;
c) provvedono a far sottoscrivere il “buono di prestazione” al comandante della nave beneficiaria del servizio (o
da un delegato), nel quale deve essere indicato anche il quantitativo raccolto;
d) trasportano in giornata i rifiuti non recuperabili presso gli impianti autorizzati in Sardegna.
L’organizzazione, in base al presente Piano, non prevede, in quanto ritenute non necessarie in relazione ai traffici, le
sottonotate situazioni:
- ritiro rifiuti da navi in rada;
- smaltimento in impianti di incenerimento oppure sterilizzazione prima dell’avvio in discarica dei rifiuti costituiti da
prodotti alimentari per l’approvvigionamento dell’equipaggio e dei passeggeri e i loro residui sbarcati da mezzi
di trasporto commerciali, nazionali ed esteri, provenienti da Paesi extra U.E., ai sensi del Decreto Interministeriale
22 maggio 2001 (Ministeri Sanità e Ambiente).

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 36


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Gestione rifiuti speciali pericolosi e non

Codice CER Descrizione rifiuto

070703* Solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

090101* Soluzioni di sviluppo e attivanti a base acquosa

090103* Soluzioni di sviluppo a base di solventi

150110* Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

Imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose (ad esempio amianto), compresi i
150111*
contenitori a pressione vuoti.

Assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati altrimenti) stracci e indumenti protettivi
150202*

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


contaminati da sostanze pericolose.

160107* Filtri dell’olio

160114* Liquidi antigelo contenenti sostanze pericolose.

160601* Batterie al piombo

160602* Batterie al nichel-cadmio

160603* Batterie contenenti mercurio

160604 Batterie alcaline (tranne 160603)

160606* Elettroliti di batterie ed accumulatori, oggetto di raccolta differenziata

160709* Rifiuti contenenti altre sostanze pericolose

130501* Rifiuti solidi delle camere a sabbia e dei prodotti di separazione olio/acqua

180103* Rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni

180108* Medicinali citotossici e citostatici

180109 Medicinali diversi da quelli della voce 180108

200121* Tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenti mercurio

200131* Medicinali citotossici e citostatici

Batterie e accumulatori di cui alle voci 160601, 160602 e 160603 nonché batterie e accumulatori non
200133*
suddivisi contenenti tali batterie

200134 Batterie ed accumulatori diversi da quelli di cui alla voce 200133

I rifiuti speciali, pericolosi e non, dovranno essere conferiti in appositi contenitori e opportunamente identificati in
conformità a quanto previsto dalla normativa vigente, evitando la miscelazione laddove espressamente vietata.
Il gestore del servizio, sulla base delle notifiche trasmesse all’Autorità Marittima, invia il mezzo per il ritiro del rifiuto
dalla nave. Compiute le fasi di accertamento preliminare del quantitativo e della tipologia, il ritiro dei rifiuti si svolge
utilizzando apposito mezzo autorizzato al trasporto di rifiuti.
Ultimate le operazioni di ritiro:
a) viene fatto sottoscrivere dal comandante della nave beneficiaria del servizio (o da un delegato) il “buono di
prestazione” nel quale deve essere indicato anche il quantitativo raccolto;
b) i rifiuti sono trasportati presso l’apposito impianto portuale di raccolta o presso i centri di trattamento e/o
smaltimento autorizzati;
c) i rifiuti potranno essere stoccati presso apposita area attrezzata per rifiuti pericolosi o non pericolosi presente
nell’impianto portuale di raccolta, appositamente autorizzata, con successivo periodico conferimento ai più
vicini centri di trattamento e/o smaltimento autorizzati.
L’organizzazione del servizio per i rifiuti speciali pericolosi (contrassegnati con asterisco) e non, tiene conto
dell’occasionalità del conferimento, da effettuarsi a seguito di richiesta espressa della nave al gestore, quando la
stessa intenda utilizzare il servizio.
I rifiuti, conformi a quelli precedentemente dichiarati dalla nave, se non correttamente confezionati, saranno messi
in sicurezza in idonei contenitori forniti dal soggetto gestore e caricati sul mezzo.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 37


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Gestione altri rifiuti speciali pericolosi (rifiuti oil )


Codice
Descrizione rifiuto
CER
130204* Scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, clorurati
130205* Scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non clorurati
130206* Scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrificazione
130207* Olio per motori, ingranaggi e lubrificazione, facilmente biodegradabile
130208* Altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione
130401* Oli di sentina da navigazione interna
130402* Oli di sentina delle fognature dei moli

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


130403* Altri oli di sentina della navigazione
130502* Fanghi di prodotti di separazione olio/acqua
130506* Oli prodotti dalla separazione olio/acqua
Assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi,
150202*
contaminati da sostanze pericolose
160708* Rifiuti contenenti olio
Si rimanda a quanto già detto per i rifiuti speciali pericolosi in merito all’occasionalità del servizio.
Per i rifiuti oil il servizio si svolge utilizzando un mezzo con cisterna, idoneo allo scopo.
I liquidi possono essere pompati direttamente dal bordo della nave ovvero aspirati dai mezzi della ditta
concessionaria.
Quando i liquidi sono pompati direttamente dal bordo della nave, gli operatori della ditta devono prendere in
consegna la manichetta o le manichette e collocarla/e al bocchettone della cisterna. Quando i liquidi sono
aspirati dai mezzi della ditta concessionaria, l’intervento è eseguito dall’operatore con l’utilizzo di una motopompa
con manichetta/e per aspirare i rifiuti liquidi dalla nave.
Al termine delle operazioni, l’operatore fa compilare al comandante della nave beneficiaria del servizio (o ad un
delegato) il “buono di prestazione” attestante gli esatti metri cubi conferiti.
Successivamente, l’operatore-autista si recherà, con apposito formulario, all’impianto autorizzato per il trattamento
e smaltimento definitivo dei rifiuti liquidi.
Il gestore del servizio dovrà tenere e aggiornare quotidianamente, oltre ad ogni altro documento eventualmente
previsto dalla vigente normativa, anche un apposito registro, specifico per tale tipologia di rifiuti (acque oleose di
sentina, rifiuti oleosi, etc.), contenente almeno le seguenti informazioni:
- nome e bandiera della nave;
- porto di provenienza della nave;
- posizione della nave in porto;
- quantità e tipo dei rifiuti prelevati;
- data e orario di prelevamento;
- data e orario di avvio a smaltimento;
- polo di smaltimento;
- targa dell’automezzo utilizzato per il prelevamento a bordo ed il successivo avvio al polo di smaltimento;
- personale impiegato nel servizio di ritiro.

Gestione rifiuti sewage (acque nere)


Codice CER Descrizione rifiuto
200304 Fanghi delle fosse settiche
Il servizio si svolge utilizzando un mezzo con cisterna. I liquidi possono essere pompati direttamente dal bordo della
nave o dalla ditta concessionaria. Le modalità di raccolta sono quelle di cui al paragrafo 10.4 per rifiuti tipo oil.
Al riempimento della cisterna il personale addetto al servizio si recherà presso idoneo impianto di depurazione per
lo scarico dei rifiuti con apposito formulario di identificazione dei rifiuti.
Il gestore portuale dovrà tenere e aggiornare quotidianamente, oltre ad ogni altro documento eventualmente
previsto dalle vigenti normative, anche un apposito registro, specifico per tale tipologia di rifiuti (acque nere),
contenente almeno le seguenti informazioni:
- nome e bandiera della nave;
- porto di provenienza della nave;
- posizione della nave in porto;
- quantità e tipo dei rifiuti prelevati;

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 38


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

- data e orario di prelevamento;


- data e orario di avvio a smaltimento;
- polo di smaltimento;
- targa dell’automezzo utilizzato per il prelevamento a bordo ed il successivo avvio al polo di smaltimento;
- personale impiegato nel servizio di ritiro.

Gestione rifiuti delle unità da pesca e da diporto

L’organizzazione del servizio in questione prevede la creazione e la gestione di apposite aree attrezzate,
posizionate all’interno del porto commerciale e del porto turistico; le stesse, realizzate secondo le norme vigenti in
materia, dovranno avere una distanza minima di sicurezza tale da evitare accidentali sversamenti di sostanze
inquinanti a mare. Esse dovranno essere in grado di assicurare la raccolta differenziata nonché il recupero e
riciclaggio ovvero il corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi.

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


Anche per l’erogazione di tale servizio, che comporterà il rilascio di un “buono di prestazione”, è prevista la
corresponsione di apposita tariffa.

Le prescrizioni gestionali dell’impianto dovranno ovviamente far carico al soggetto gestore che provvederà a
garantire la custodia dell’area, l’apertura del centro di raccolta per minimo 6 giorni settimanali, già concordati con
i soggetti utenti in sede attuativa del presente Piano, alla pulizia e alla manutenzione degli impianti, al
conferimento gratuito all’impresa mandataria dei consorzi obbligatori nonché all’espletamento delle incombenze
amministrative connesse alla gestione dei rifiuti in questione. Saranno a carico del gestore portuale le pratiche per
l’ottenimento di eventuali autorizzazioni, tra cui quelle demaniali da richiedere al competente Servizio della
Direzione generale degli Enti Locali della Regione Sardegna.
a) per quanto attiene ai rifiuti garbage non speciali e non pericolosi prodotti dalle unità da pesca e da diporto, si
prevede che, a cura del gestore del servizio, all’interno delle aree attrezzate vengano posizionati dei contenitori,
tutti di diverso colore, per la raccolta differenziata di tali rifiuti, come di seguito specificato:

− contenitore per il secco residuo;


− contenitore per rifiuti organici;
− contenitore per carta e cartone;
− contenitori per gli imballaggi e frazioni merceologiche similari.

All’interno dei porti turistici, periodicamente e, comunque, su chiamata dei concessionari degli approdi turistici e
punti d’ormeggio presso cui saranno posizionate le suddette aree attrezzate, il gestore portuale provvederà al ritiro
dei rifiuti, a fronte della corresponsione di apposita tariffa.
b) per quanto attiene ai rifiuti speciali pericolosi e non da conferire nell’area attrezzata:

Codice CER Descrizione rifiuto


130204* Scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, clorurati
130205* Scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non clorurati
130206* Scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrificazione
130207* Olio per motori, ingranaggi e lubrificazione, facilmente biodegradabile
130208* Altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione
130401* Oli di sentina da navigazione interna
130402* Oli di sentina delle fognature dei moli
130403* Altri oli di sentina della navigazione
130502* Fanghi di prodotti di separazione olio/acqua
130506* Oli prodotti dalla separazione olio/acqua
150110* Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze
150111* Imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose (ad esempio amianto),
compresi i contenitori a pressione vuoti
150202* Assorbenti, materiali filtranti(inclusi filtri dell’olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti
protettivi, contaminati da sostanze pericolose
160114* Liquidi antigelo contenenti sostanze pericolose
160601* Batterie al piombo
160602* Batterie al nichel-cadmio
160603* Batterie contenenti mercurio
160604 Batterie alcaline (tranne 160603)
160606* Elettroliti di batterie ed accumulatori, oggetto di raccolta differenziata
160709* Rifiuti contenenti altre sostanze pericolose
160708* Rifiuti contenenti olio
200121* Tubi fluorescenti

Il gestore del servizio dovrà provvedere al posizionamento di contenitori idonei alla raccolta delle suddette
tipologie di rifiuti, all’interno delle predette aree attrezzate.
Fermi restando i divieti di scarico in mare, il servizio di ritiro delle acque nere dalle unità da diporto e dai
pescherecci dovrà svolgersi secondo le modalità stabilite per i rifiuti sewage.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 39


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Ubicazione area attrezzata porto commerciale di Sant’Antioco

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


Ubicazione area attrezzata porto turistico di Sant’Antioco

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 40


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Sintesi della caratterizzazione dell’area portuale di Sant’Antioco


L’area marittima di Sant’Antioco è già stata oggetto in passato di attività di caratterizzazione
dei fondali, in parte destinate specificamente all’area del porto industriale, in parte alla zona
costiera in genere, nell’ambito - queste ultime - della caratterizzazione marina dell’intero sito
SIN Sulcis-Iglesiente.

Caratterizzazioni del 2000-2004


La prima campagna di indagini interessante il porto di Sant’Antioco risale all’anno 2000. Su
iniziativa dell’Assessorato Regionale dei LL.PP furono eseguiti rilievi batimetrici, carotaggi ed
analisi chimico fisiche. I risultati indicarono concentrazioni di metalli pesanti nei sedimenti - in
specie cadmio, piombo e zinco - superiori ai limiti fissati dalla tabella 1A del D.M. 471/99,

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


nonché livelli di idrocarburi IPA >0,1%; per tale motivo fu attribuito ai sedimenti il codice CER
17.05.05 (rifiuti pericolosi).
Nell’anno 2004, sempre su iniziativa dell’Assessorato dei LL.PP., una seconda campagna di
indagini, limitata ai 5 ettari di fondale costituiti dal canale di accesso e dal bacino di
manovra, rilevò nel dettaglio spessori, granulometrie, composizioni chimiche, mineralogiche,
microbiologiche ed ecotossicologiche secondo il protocollo ICRAM. Si accertò che i
sedimenti, per uno spessore da metri 1,70 a 3,70, presentavano una colorazione nera o grigio
scura derivante dalla polvere di carbone, una contaminazione da metalli (Cd, Hg, Pb, Zn)
con valori di concentrazione in alcuni casi superiori ai limiti accettabili per i siti industriali da
bonificare, negli altri casi in media superiori ai limiti accettabili per i siti ad uso residenziale,
come riportato nella tabella seguente.

Caratterizzazioni del 2004 – Concentrazioni di metalli pesanti

Le concentrazioni di idrocarburi risultarono inferiori ai limiti posti dalla tabella 1A sopracitata,


non furono individuate contaminazioni da PCB, amianto, diossine e furani. Non furono
neppure riscontrati indici di inquinamento relativi a test microbiologici e analisi
ecotossicologiche.

Caratterizzazioni del 2007


La campagna di caratterizzazioni nei mesi di aprile-maggio 2007 fu condotta dalla Regione
Sardegna per mezzo della Agenzia Regionale PROGEMISA, in attuazione del documento
ICRAM CII-Pr-SA-SI- 01.07_Sant’Antioco, che ha progettato la strategia di caratterizzazione. Le
analisi chimico fisiche furono eseguite dai laboratori provinciali dell’ARPA-Sardegna, dai
laboratori PROGEMISA, dall’ARPA Liguria e dalla SARAS Ricerche.
L’area di indagine comprese il settore sud-occidentale della laguna di Sant’Antioco, il
canale oltre l’istmo, lo specchio acqueo del porto industriale e l’area esterna antistante il
molo di sopraflutto.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 41


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Lo specchio d’acqua sottoposto ad indagine fu caratterizzato con 42 punti di sondaggio


distribuiti su uno specchio d’acqua di oltre 70 ettari, posizionati ai vertici di una maglia
quadrata di lato 150 x150 metri.

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


Caratterizzazione fondali 2007 - Area di indagine e batimetria

I punti di indagine contraddistinti dalla numerazione compresa fra 20 e 32 ricadevano lunga


la fascia costiera di 250-300 m di larghezza, tra il porticciolo turistico ed il ponte.
Le zone indagate erano caratterizzate dalla presenza di fondali sabbiosi, ricoperti per tratti
dalla prateria di posidonia. La loro contaminazione derivava essenzialmente dal traffico delle
merci provenienti dalla attività estrattiva (carbone, zinco, piombo), dalla lavorazione locale
di minerali (barite e argille bentonitiche) e dall’uso di oli combustibili destinati agli stabilimenti
Sardamag e Baroid.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 42


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

La lunghezza delle carote, prevista in 3,00 metri non venne raggiunta a causa della litologia
del fondale. In particolare i punti BB/002, BB/016, BB/033 e BB/042 risultarono interessati da
affioramenti rocciosi.
Dalle carote di sedimento furono prelevati campioni, partendo dall’alto, alle quote 0÷20 cm,
30÷50 cm, 100÷120 cm, 180÷200 cm e 280÷300 cm, effettuando su di essi le seguenti analisi:

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


Caratterizzazioni del 2007 - Campionature e analisi

Le determinazioni fisiche accertarono la presenza di sedimenti costituiti in


prevalenza da livelli argillosi, argilloso-limosi, sabbiosi, intercalati tra di loro con
spessori da decimetrici a pluridecimetrici, con la seguente composizione media:
ghiaia (> 2 mm) 8%
sabbia (2 mm > x > 0,063 mm) 49%
pelite-silt (0,063 mm > x > 0,004 mm) 35 %
pelite- argilla (< 0,004 mm) 8%

Le analisi eseguite sui 172 campioni di sedimento prelevati dal fondale marino,
permisero di elaborare una statistica sulla diffusione degli inorganici come riportato
nella seguente tabella (valori in mg/kg)

Caratterizzazioni del 2007 – Valori contaminazioni inorganici

Furono individuati come elementi indicatori della contaminazione quelli che


mostravano superamenti tabellari: As, Cd, Hg, Pb e Zn. I valori analitici di Cr, Ni e V
non mostravano nessun superamento delle tabelle di confronto e comunque
intervalli di valori limitati. Il Cu mostrava solo 2 superamenti del valore di intervento
ICRAM, con valore massimo di 57 mg/kg. In particolare, si evidenziò che:
− l’arsenico aveva una concentrazione crescente verso i livelli più profondi ma non supera
le CSC;
− il cadmio come il piombo e lo zinco mostravano superamenti medi nei livelli sino al 100-

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 43


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120 mg/kg e concentrazione decrescente in profondità;


− il mercurio aveva concentrazioni medie inferiori alle CSC e andamento decrescente in
profondità.
Su 29 dei campioni prelevati, furono eseguiti test ecotossicologici. I test sui sedimenti vennero
svolti seguendo metodiche ufficiali ed utilizzando i saggi biologici con Vibrio fischeri ed il test
di inibizione della crescita algale con Dunaliella tertiolecta.
Vibrio fischeri: analisi fase solida - Nel complesso 16 campioni su 29 (56%) rientravano nella
classe di tossicità ”ASSENTE”, 10 su 29 (34%) nella classe ”LIEVE”, e solo 3 campioni (10%)
furono attribuiti alla classe di tossicità “MEDIA.
Vibrio fischeri: analisi elutriato - I risultati dei test evidenziarono che nella maggior parte dei
campioni (69% a 5 minuti e 59% a 15 minuti) si aveva avuta una percentuale d’effetto “∆“

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corrispondente ad una classe di tossicità “ASSENTE”. A 5 minuti 7 campioni davano classe di
tossicità “LIEVE” e 2 campioni classe di tossicità “MEDIA”. A 15 minuti si avevano 6 campioni in
classe “LIEVE”, 4 in classe “MEDIA” e 1 in classe “ALTA”.
Dunaliella tertiolecta; test crescita algale - Le elaborazioni evidenziarono quindi che nel 38%
dei campioni si era rilevato un “Effetto Eutrofizzante”, nel 34% un “Effetto Tossico”, e nel
restante 28% “Nessun Effetto significativo”.
Per quanto riguarda Azoto e Fosforo i valori misurati risultarono mediamente bassi, mentre
vennero riscontrati valori superiori al 10% di TOC nella zona lagunare.
Per quanto riguarda le analisi batteriologiche, non si rilevò la presenza di Salmonella,
Streptococchi fecali e spore di Clostridi-riduttori.
Nei campioni esaminati non si rilevò presenza di idrocarburi, amianto, PCB, diossine e furani.
In conclusione, i risultati delle indagini evidenziavano che la presenza di contaminanti
inorganici determinava effetti di tossicità media sugli organismi indicatori. In generale, vi era
una sostanziale risposta di tossicità media negli organismi in corrispondenza dei campioni che
mostravano superamenti tabellari. Le concentrazioni più elevate si trovavano nella zona di
attracco e manovra della banchina industriale e nel canale subito a sud del ponte.
La relazione concludeva asserendo che i campionamenti e le determinazioni analitiche
eseguite in questa indagine avevano permesso di evidenziare che in diverse zone
sussistevano superamenti dei valori tabellari, principalmente della tabella 1A e
sporadicamente della tabella 1B, da parte di alcuni inorganici.

Caratterizzazioni suppletive dell’ottobre 2007


A seguito del completamento della campagna di caratterizzazioni del maggio 2007, si
ritenne di estendere la campionatura effettuando altri tre carotaggi in corrispondenza
dell’estremità della banchina di levante, e la zona di manovra antistante, già indagate nel
2004 ma non caratterizzate compiutamente.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 44


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Caratterizzazione fondali ottobre 2007 - Area di indagine

I punti di campionamento di questa appendice di indagine, erano contraddistinti dalla


numerazione compresa fra BB/043-044-45, all’interno dell’area del progetto di dragaggio e
replicavano i sondaggi di sigla S6- S14-S18 eseguiti durante l’indagine del 2004.
Le metodologie di campionamento e analisi seguirono la procedura utilizzata per le
caratterizzazioni eseguite nel mese di maggio dello stesso anno, limitatamente all’indagine
sulla presenza di metalli pesanti (As, Be, Cd, Cr, Cu, Fe, Hg, Mn, Ni, Pb, S, Sb, Se, V, Zn)
In tabella i risultati delle determinazioni analitiche sui campioni prelevati; in grassetto sono
evidenziati i superamenti dei limiti tabellari.

Caratterizzazioni suppletive del 2007 – Valori contaminazioni inorganici

I risultati analitici confermavano che anche in quest’area, così come per l’area esterna del
Piano di caratterizzazione, gli elementi indicatori della contaminazione erano As, Cd, Hg, Pb
e Zn.
Il confronto delle concentrazioni di inorganici determinati nei sondaggi 2007, con quelli
corrispondenti eseguiti nel 2004, mostravano una sostanziale corrispondenza tra i valori, così
come nei superamenti registrati nei vari livelli. Il confronto evidenziava inoltre che gli intervalli
di variazione erano simili tra loro, così come i trend, generalmente decrescenti in profondità,
delle concentrazioni di inorganici.
In conclusione, la relazione sulle caratterizzazioni del 2007, tenuto conto anche delle
integrazioni intervenute, classifica nel complesso i sedimenti analizzati nella classe B1 prevista

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 45


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dal manuale APAT-ICRAM nella edizione dell’agosto 2006, dichiarando che di conseguenza
le gestioni compatibili del sedimento sono:
1. riutilizzi a terra;
2. bacini che assicurino il contenimento anche delle più piccole particelle di sedimento
incluso il riempimento di banchine;
3. smaltimento in discarica.
evidenzia inoltre che i sedimenti indagati hanno superato i test di cessione
(secondo le procedure del DM 3.8.2005 e del DM 5.4.2006), con eluati in metalli
ammissibili per discariche di rifiuti inerti, ma un contenuto in cloruri superiore agli
stessi limiti.

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Le nuove caratterizzazioni (2016)
Essendo nel frattempo modificati i criteri di classificazione dei sedimenti marini, l’Assessorato
dei Lavori Pubblici della regione Sardegna ha avviato l’iter per l’esecuzione di una nuova
campagna di campionatura ed analisi dei fondali portuali. Contemporaneamente, il
Comune di Sant’Antioco ha predisposto una campagna di indagini ambientali nelle aree
industriali corrispondenti al sito dell’ex stabilimento Sardamag, nella zona costiera
prospiciente il canale di ponente e, con campitura più rada, nella zona a sud delle
precedenti indagini comprendente la fascia costiera sotto il molo di sopraflutto, la colmata
arginata e l’area SIC contigua.
La figura seguente rappresenta la schematizzazione planimetrica delle aree indagate e della
posizione delle singole indagini previste.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 46


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Campagna di caratterizzazioni 2016 - Aree di indagine

I fondali portuali interessati dai lavori comprendono gli specchi acquei oggetto di dragaggio,
la zona della nuova banchina del sale e del nuovo molo di sottoflutto e la zona
immediatamente adiacente la vecchia scogliera di sopraflutto, di cui è previsto il riassetto e
l’irrobustimento.
Secondo le direttive contenute nelle linee guida ICRAM (Manuale per la movimentazione dei
sedimenti marini) la caratterizzazione significativa della superficie e del volume indagati deve
tener conto della eterogeneità dei fondali, della variabilità dei sedimenti e dell’articolazione
strutturale dei porti. Sono previste tre tipologie di aree unitarie:
− tipologia 1- zone disposte lungo la perimetrazione interna caratterizzata da presenza di
manufatti (banchine, pontili, ecc); è prevista una maglia quadrata di m 50x50;
− tipologia 2 - zone interne alle aree portuali a distanza superiore a m 50 dai manufatti; sono
previste maglie quadrate di lato pari a m 100;
− tipologia 3 - imboccature portuali e zone esterne; è prevista una griglia con maglie
quadrate di lato pari a 200 metri (non considerate nel caso in esame).
Le aree residue con superficie rispettivamente di 1.500, 5.000 e 10.000 mq possono essere
trascurate.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 47


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All’interno di ciascuna area unitaria è stato individuato un punto di campionamento,


rappresentativo di tutta l’area, dal quale si dovrà estrarre un campione indisturbato di
sedimento mediante carotaggio. Per le analisi dalle carote si ricaveranno campioni da
ciascuna sezione di 50 cm per i primi 2 metri ed 1 campione per ciascuno dei metri
successivi, sino al raggiungimento dello strato inferiore a quello oggetto di dragaggio.
Le analisi previste sui campioni sono le seguenti:
− analisi fisiche: descrizione macroscopica, granulometria, mineralogia,
− analisi chimiche - metalli: Al, As, Cd, Cr totale, Pb, Hg, Ni, Cu, V, Zn,
− analisi chimiche - composti organici: idrocarburi policiclici aromatici (IPA), idrocarburi
totali, pesticidi, PCB, clorobenzeni, carbonio organico totale,

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analisi chimiche - composti inorganici: azoto totale, fosforo totale,
− analisi microbiologiche: coliformi, enterococchi, salmonelle, clostridi, staffilococchi,
miceti,
− analisi ecotossicologiche: su alghe, batteri, rotiferi, molluschi, crostacei, echinodermi e
pesci, di cui almeno una sulla fase solida e una sull’elutriato.
Le classi di qualità sono quelle previste nella tabella 2.2 del Manuale ICRAM e corrispondono
rispettivamente a sedimenti debolmente contaminati o privi di contaminazione (classi A1 ed
A2), sedimenti mediamente contaminati (classi B1 e B2), sedimenti contaminati da sottoporre
a procedure di particolare cautela ambientale (classi C1 e C2).
Questa classificazione è direttamente funzionale a un riutilizzo in ambiente marino
(riempimenti di banchine, casse di colmata, ripascimenti costieri, immersione in mare
aperto), secondo l’art. 5bis. della legge 84/1994.
Nel caso invece dei riutilizzi a terra, previsti per il materiale dragato tal quale o per i derivati
dai trattamenti, vale quanto previsto dalla normativa vigente, ovvero l’art. 184-quater del
D.Lgs. 152/2006, con riferimento alle colonne A e B dalla tabella 1, allegato 5 al titolo V della
parte quarta, in relazione a destinazioni urbane o commerciali/industriali per i materiali con
valori di contaminazione inferiori ai limiti previsti, o alla discarica controllata per materiali
soggetti a superamenti.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 48


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Riepilogo dell’iter della bonifica dell’area ex Sardamag


Il programma, dopo il periodo di blocco operativo del 2014, dovuto alla oramai superata
situazione di crisi di IGEA, ha ripreso il suo iter.
Riguarda interventi di bonifica dell’area ex Sardamag e della sottostante falda acquifera e lo
smaltimento di cumuli/rifiuti da demolizione. L’area presenta una contaminazione da
idrocarburi pesanti e metalli: in passato (1935) era attiva una raffineria di carbone (ACaI-
Azienda Carboni Italiani) per la produzione di carburanti, oli, ecc. In seguito (1965-1997) ha
ospitato un impianto industriale (della società Sardamag, poi Seamag), per la produzione di
ossido di magnesio, prevalentemente per la produzione di mattoni refrattari. Alla chiusura
dell'impianto, i numerosi fabbricati e manufatti sono stati demoliti e i rifiuti generati dalla
demolizione risultano ancora stoccati nell'area.

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Nel 2009 il programma di risanamento dell’area viene inserito tra gli interventi di bonifica per il
recupero e la valorizzazione delle ex aree minerarie e nel 2012 nel Piano Sulcis a conferma
della valenza strategica attribuita dalla Regione alla riqualificazione ambientale del territorio.
L’area, essendo all'interno del SIN Sulcis-Iglesiente-Guspinese è subordinata, per le procedure
di bonifica, alla competenza del Ministero dell'Ambiente. Il programma è di competenza
dell’Assessorato dell’Industria e l’area, negli anni (in convenzione con Progemisa e poi IGEA),
è stata sottoposta ad indagine preliminare, un Piano di caratterizzazione, un’azione di
campionamento, un successivo approfondimento/studio idrogeologico e all’Analisi del
Rischio finalizzata alla predisposizione del progetto di bonifica, oltre ad alcuni e immediati
primi interventi per la messa in sicurezza d’emergenza (MISE). Tutte azioni che la Regione
Sardegna ha svolto in continuo confronto/interlocuzione con il Ministero dell’Ambiente
attraverso successive Conferenze di Servizi (luglio 2009; luglio 2011; febbraio 2011; novembre
2012).
L’indicazione da parte del Ministero è quella di procedere con una consistente Messa in
sicurezza d’emergenza (MISE) della falda e dei suoli ai fine di evitare la diffusione verso
l’esterno della contaminazione e proteggere il bersaglio sensibile costituito dal mare.
L’attuazione della Messa in sicurezza Permanente (MSP) e della Bonifica dell’area, di
competenza dell’Assessorato dell’Industria, è attribuita ad IGEA (convenzione dicembre 2009
e proroga termini in agosto 2012). Con riferimento alla MISE, IGEA ha presentato una stima
economica e il relativo programma, condiviso (giugno 2013) tra Ass.to Industria, Ass.to
Ambiente, ARPAS ed ex Provincia di CI, con la necessità di procedere ad una estensione
delle convenzioni in essere Ass.to Industria-IGEA alla MISE (DGR n.46/19 del 31.10.2013).
Nel 2015, al termine del blocco operativo del 2014 di IGEA e della sua uscita dalla fase di
liquidazione (settembre/ottobre 2015), vengono attivati i tavoli tecnici di confronto (maggio
e ottobre) convocati dal Coordinamento del Piano con l’Ass.ti Industria e Ambiente, IGEA e
Progemisa in liquidazione.
IGEA ha concluso la progettazione preliminare del progetto di bonifica - marzo 2016 -
consegnato all’Ass.to Industria.
Nel maggio 2016 sono, inoltre, iniziati i lavori di conferimento in discarica dei rifiuti speciali non
pericolosi derivanti dall’attività di demolizione. Tale attività, dopo una temporanea
sospensione - giugno 2016 - è ripresa ad ottobre 2016, è tutt’ora in corso.

Riepilogo dell’iter della bonifica delle aree adiacenti Seamag


Intervento assegnato in attuazione al Comune di Sant'Antioco, con delega dell’Assessorato
Ambiente per un importo di €7,7mln.
Il programma presenta evidenti interferenze con le azioni previste sul porto: si tratta dei lavori
di recupero e di riqualificazione delle aree circostanti l'ex stabilimento industriale Sardamag.
La Giunta comunale ha approvato – giugno 2013 – il “Piano di caratterizzazione delle aree
industriali circostanti l’ex stabilimento Sardamag” e, nel febbraio 2014 il progetto definitivo
degli interventi previsti nel PdC. Nel corso della elaborazione progettuale è stato constatato

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 49


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che l’area interessata dalle azione di sondaggio è stata oggetto di bombardamenti


aerei/navali e si è reso necessario procedere con un progetto per la bonifica da ordigni
bellici. Nel giugno 2014 la Giunta comunale approva il progetto definitivo “Individuazione e
ricerca di ordigni e residuati bellici nelle aree esterne ex stabilimento Sardamag”; viene
approvato l’esecutivo - aprile 2015. E’ stato emesso il relativo bando di gara (scadenza luglio
2015).
L’appalto per gli “Interventi previsti nel piano di caratterizzazione e di individuazione e ricerca
ordigni bellici nelle aree esterne ex stabilimento Sardamag – Sant’Antioco aggiudicato -
ottobre 2015 - ed attualmente in esecuzione.
Nel corso del Tavolo tecnico (ottobre 2015) (Coordinamento del Piano, Ass.to Industria, Ass.to
Ambiente, Comune Sant’Antioco, Igea e Progemisa in liquidazione) viene rilevata
l’importanza/esigenza di una costante collaborazione/interazione affinché i vari interventi

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(attraversamento dell’istmo, circonvallazione e porto) che interessano l’area, strategica dal
punto di vista dello sviluppo del territorio, siano allineati.
Novembre 2016 - prosecuzione attività in campo.
Fine caratterizzazione prevista per la primavera 2017.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 50


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5.1.4 Suolo

Inquadramento geologico
L’area di interesse è compresa nella fascia marino-litorale che si estende dall’insenatura
racchiusa tra la costa orientale dell’isola di Sant’Antioco e quella sulcitana inquadrandosi,
dal punto di vista geografico, nel territorio del Basso Sulcis, ove affiorano litotipi appartenenti
al basamento metamorfico paleozoico, al complesso intrusivo tardo ercinico e alle coperture
vulcaniche-sedimentarie da tardo-paleozoiche fino a quaternarie.

Basamento metamorfico paleozoico e complesso intrusivo e filoniano tardo-


paleozoico

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La successione paleozoica è costituita prevalentemente da sequenze sedimentarie pre-
erciniche e, subordinatamente, dalle litologie magmatiche intrusive del Carbonifero
superiore-Permiano, appartenenti al complesso granitoide della Sardegna sud-occidentale
(Complesso granitoide del Sulcis-Arburese).
Le metamorfiti paleozoiche (Cambriano-Carbonifero inferiore), rappresentate dalle
successioni detritico-carbonatiche e carbonatiche dei cicli sedimentari Cambro-Ordoviciano
e Ordoviciano-Devoniano, sono caratterizzate da un metamorfismo regionale di basso grado
ed evidenziano i segni di una tettonica plicativa complessa determinata dalla
sovrapposizione degli eventi caledoniani e di quelli ercinici.
Depositi attribuiti al Permo-Carbonifero sono localizzati nel settore settentrionale di quest’area
geografica e costituiscono una potente successione clastica di ambiente fluvio-lacustre.

Mesozoico
Il Mesozoico dell’area è rappresentato da affioramenti riferibili al Triassico medio nel settore
più settentrionale del Basso Sulcis e al Cretacico medio per quanto riguarda quelle affioranti
nel settore centro-orientale dell’Isola di Sant’Antioco.
La successione cretacica dell’Isola ha inizio con una sequenza il cui spessore è stimato in
circa 90 m, costituita da marne e argille con intercalazioni di calcari micritici ad ostracodi, a
cui seguono circa 100 m di calcari oolitici e detritici con locali intercalazioni di calcari
marnosi, dolomie e marne, il cui contenuto fossilifero è costituito da brachiopodi, calpionelle,
dasicladacee e da frammenti di rudiste, briozoi, echinodermi. L’ambiente di sedimentazione,
nella fase iniziale lagunare ed ipoalino (facies purbeckiana), è poi riconducibile a condizioni
sub-litorali e neritiche a salinità normale (facies urgoniana).
Successione sedimentaria paleogenica
A sud dell’abitato di Carbonia si individua la “successione detritica cenozoica” che
rappresenta la colmata del Bacino eocenico del Sulcis, connessa con l’evoluzione
paleogeografica del settore sud-occidentale della Sardegna tra il Cretacico e il Paleogene.
Si tratta delle arenarie quarzoso-feldspatiche, generalmente ben stratificate (con frequenti
intercalazioni di potenti lenti di conglomerati e marne, ed argille siltose spesso contenenti
concrezioni ferruginose) della Formazione del Cixerri. I clasti, normalmente ben arrotondati,
derivano da formazioni paleozoiche, mesozoiche e dell’Eocene inferiore. Nei sondaggi
eseguiti nel Sulcis per questa Formazione sono stati evidenziati spessori fino a 300 m circa.
L’età della Formazione del Cixerri, difficile da stabilire perché il suo contenuto paleontologico
è molto scarso, è generalmente considerata compresa tra l’Eocene medio e l’Oligocene
superiore, quando cioè la Sardegna era ancora unita al margine continentale sud-europeo.
Successione vulcano-sedimentaria oligo-miocenica
Le coperture terziarie sono riferibili prevalentemente al vulcanismo oligo-miocenico di affinità
calco-alcalina del “Distretto vulcanico cenozoico del Sulcis”, mentre le facies sedimentarie,
subordinate rispetto ai prodotti vulcanici, rappresentano un’importante fase di

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 51


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sedimentazione in primo luogo carbonatico-detritica e successivamente detritica, di età


paleocenico-eocenica e subordinatamente oligocenica.
Il vulcanismo terziario ha dato luogo alla messa in posto di prodotti a chimismo basico, acido
e intermedio, che complessivamente raggiungono una potenza di qualche centinaio di
metri. I prodotti basici rappresentano le prime manifestazioni effusive e sono costituiti
soprattutto da lave andesitiche porfiriche associate a facies vulcanoclastiche e piroclastiche
di significativo spessore. Queste affiorano nel settore compreso tra Carbonia, Narcao e
Tratalias e nel settore centrale e meridionale dell’isola di S. Antioco.
La successiva messa in posto dei prodotti a chimismo da acido e intermedio, che
costituiscono flussi piroclastici prevalentemente riolitico-riodacitici localmente molto estesi e
più o meno saldati, ha creato superfici che si sono adattate alla morfologia del più antico
substrato andesitico. Queste vulcaniti affiorano nel settore centrale e settentrionale dell’isola

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di S. Antioco, nel settore compreso tra Porto Paglia e S. Giovanni Suergiu, in limitati areali
compresi tra Giba e Piscinas e nell’area circostante l’abitato di Narcao.
Depositi quaternari
I depositi quaternari individuano una sequenza eterogenea di facies detritiche costituite da
depositi clastici continentali (o di ambiente paralico) che colmano gli ambiti morfo-depressi
originati a seguito dell’attività tettonica distensiva pliocenica (e localmente riattivata dalla
neotettonica) e dai movimenti di subsidenza, e da depositi di spiaggia recenti e attuali.
Elementi strutturali e tettonica
Dal punto di vista strutturale l’area rappresenta un locale bacino sedimentario di
impostazione tettonica cenozoica, delimitato a N e a E dagli affioramenti paleozoici e S e a E
dalla linea di costa occidentale del Sulcis.
L’assetto morfostrutturale questo settore è strettamente legato agli effetti della tettogenesi
alpina, che si è manifestata già a partire dal Mesozoico e a cui è riferibile la fase tettonica
oligo-miocenica. A quest’ultima è correlato anche il vulcanismo dell’area, che si è
manifestato attraverso una serie di fratture disgiuntive con orientazione NW-SE, N-S e NE-SW di
impostazione tardo paleozoica.
L’ultima fase tettonica che ha interessato l’area è quella plio-quaternaria che ha definito
l’attuale assetto strutturale e morfologico, in quanto ha portato alla riattivazione delle
lineazioni tettoniche di precedente impostazione, determinando la formazione del
“semigraben” del Golfo di Palmas, dell’horst di Sant’Antioco, l’attuale strutturazione del
bacino lignitifero del Sulcis e la sua immersione verso ovest.
Contemporaneamente la sedimentazione di una potente successione di sedimenti fluvio-
lacustri è stata tale da generare l’esteso sistema di stagni e lagune e l’attuale istmo che
collega l’Isola di Sant’Antioco con il versante sulcitano, che tuttavia attualmente presenta
forti alterazioni legate all’antropizzazione.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 52


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Figura 10: Stralcio da Carta Geologica in scala 1:25.000 (da Carta geologica di base della Sardegna in
scala 1:25.000 – RAS 2008 - con accorpamenti).

Inquadramento pedologico
L’elevata variabilità litologica e morfologica del settore del Basso Sulcis si riflette in una
grande varietà tipologie di suolo: i substrati più diffusi sono rappresentati dalle rocce effusive
(andesiti, rioliti, riodaciti) e dai depositi detritici del Quaternario continentale, che comprende
sedimenti di diverse età ed origine (alluvionale, fluvio-deltizia, eolica). Le litologie del
Paleozoico invece occupano aree di modesta entità, così come le arenarie, le argille e i
conglomerati della Formazione del Cixerri.
I vasti affioramenti rocciosi dei substrati vulcanici sono essenzialmente privi di suolo e soltanto
negli areali a morfologia più dolce sono presenti residui paleosuoli evolutisi in condizioni
climatiche diverse da quelle attuali. Nelle formazioni caratterizzate da morfologie aspre, con
creste nette e versanti acclivi, i suoli si presentano intensamente erosi e associati a roccia
affiorante (Entisuoli lithici) mentre, nelle aree sub-pianeggianti, sono maggiormente evoluti
(Entisuoli tipici, Inceptisuoli ed Alfisuoli, limitatamente alle aree di accumulo detritico).
Nell’ambito dei substrati costituiti dai depositi quaternari, i suoli più evoluti (Alfisuoli) si
rinvengono in corrispondenza delle superfici più antiche. Nei depositi alluvionali recenti si
individuano suoli dell’ordine degli Entisuoli o degli Inceptisuoli. Le aree di sedimentazione
fluvio-deltizia e/o lagunare sono caratterizzate da suoli poco evoluti in cui si possono
riscontrare condizioni di elevata salinità e scarsa permeabilità (Aquisalids).
I settori perilagunari rappresentano una zona di transizione tra il settore emerso e quello
sommerso e risultano interessati dalla superficialità della falda e dall’accumulo salino negli
orizzonti superficiali e profondi. Vi si localizzano associazioni di suoli limoso-sabbioso-argillosi
appartenenti ai grandi Gruppi degli Xerofluvents e Xeropsamments. In questi settori si
verificano fenomeni di impaludamento ed è favorito lo sviluppo della vegetazione alofila.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 53


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Nei limitati settori di affioramento del substrato paleozoico i suoli presentano caratteri
mediamente evoluti e, laddove si riscontra una buona copertura vegetale, appartengono
all’ordine degli Inceptisuoli. Nei depositi di versante sono riferibili all’ordine degli Alfisuoli
mentre, nelle zone di cresta e in quelle più acclivi si localizzano suoli poco evoluti dell’Ordine
degli Entisuoli. Sui substrati costituiti dai depositi conglomeratici-argillosi della Formazione del
Cixerri i suoli sono mediamente evoluti e appartengono agli ordini degli Inceptisuoli e degli
Alfisuoli.

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Figura 11: Stralcio da Carta pedologica del Sulcis-Iglesiente in scala 1: 50.000

Idrografia superficiale e idrogeologia


Il territorio in studio è compreso nei bacini idrografici del Rio Flumentepido (e minori), del Rio
Macquarba, del Rio San Milano, del Rio Sassu, del Rio Palmas e del bacino dell’Isola di
Sant’Antioco (studio CEDOC), dove, in particolare, la rete idrografica del versante costiero
occidentale è costituita da piccoli corsi d’acqua che si sviluppano in generale
perpendicolarmente alla linea di costa.
Le Unità Idrogeologiche di seguito elencate che, sulla base della loro permeabilità, sono di
maggiore interesse dal punto di vista idrogeologico sono quella detritica quaternaria, quella
vulcanica ignimbritica Miocenica.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 54


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Tabella 5: Valori di permeabilità per unità idrogeologica


UNITA’ IDROGEOLOGICA LITOLOGIA PERMEABILITA’ TIPO DI PERMEABILITA’
Sabbie marine e
dunari, arenarie
Detritica quaternaria alta Porosità
eoliche, detriti di
falda
Depositi alluvionali
conglomeratici, complessivamente
arenacei, argillosi; medio bassa; medio alta
Alluvioni plio-quaternarie Porosità
depositi lacustro- nei livelli a matrice più
palustri, discariche grossolana
minerarie
Vulcanica ignimbritica

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media Fessurazione
Miocenica
Vulcanica andesitica e Fessurazione
piroclastica oligo- bassa (subordinatamente per
miocenica porosità)
Porosità
Vulcanica piroclastica
bassa (subordinatamente per
oligo-miocenica
fessurazione)
Conglomerati,
Detritico-carbonatica
arenarie e siltiti da bassa a media Porosità
eocenica
argillose
Calcari, calcari
Fessurazione
dolomitici e
Carbonatica mesozoica media (subordinatamente per
dolomie, calcari
porosità)
marnosi
Granito idi e
Magmatica paleozoica bassa Fessurazione
intrusioni filoniane
Fillasi, micascisti,
Metamorfica paleozoica bassa Fessurazione
metarenarie

Caratteri geomorfologici
Gli eventi morfogenetici che hanno coinvolto questo settore costiero sono riconducibili ai
processi di subsidenza del Golfo di Palmas e della fascia costiera, a loro volta correlati agli
eventi geodinamici della tettonica distensiva plio-quaternaria, sovraimpressi alla precedente
impostazione strutturale e vulcanica del Terziario. L’ulteriore sovrapposizione dei processi
geomorfologici che si sono esplicati nel corso Quaternario ha fatto si che il versante sulcitano
si configuri attualmente in un complesso sistema di conoidi alluvionali e piane colluviali che
degradano con deboli pendenze verso il litorale, caratterizzato da una costa bassa limoso-
sabbiosa e articolata in estesi sistemi lagunari e aree di impaludamento in evoluzione.
Attraverso uno stretto istmo il territorio sulcitano è collegato all’Isola di Sant’Antioco, il cui
substrato geologico è rappresentato dalle coperture post-erciniche costituite principalmente
dalle vulcaniti oligo-mioceniche, di cui si riconoscono le effusioni piroclastiche di tipo
ignimbritico affioranti estesamente nell’Isola e gli apparati andesitici, che invece
caratterizzano il settore meridionale. Solo nel settore di Maladroxia affiorano i massicci
carbonatici mesozoici, rappresentati soprattutto da calcari e dolomie che rappresentano gli
affioramenti residuali delle coperture calcaree e dolomitiche che si estendevano in maniera
più continua nel settore sud-occidentale della Sardegna. La natura litologica e le complesse
vicende tettoniche hanno determinato per l’isola un assetto morfologico articolato che, nel
settore costiero, ha dato origine alle vaste pianure costiere della fascia settentrionale e
orientale, colmate da depositi detritici di origine sia marina che alluvionale in funzione delle
pulsazioni climatiche pleistoceniche e degli eventi tettonici recenti.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 55


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Figura 12: Stralcio del “Modello digitale del terreno (40m)” in scala 1:50.000 che evidenzia l’assetto
orografico e l’idrografia superficiale alla scala territoriale

Salinizzazione dei suoli


Nell’ambito del progetto “La salinizzazione dei suoli nelle piane agricole della Sardegna”
(Agris) è stato studiato il fenomeno della salinizzazione nelle piane agricole della Sardegna.
Nel territorio del Sulcis il suddetto studio individua due ambiti particolarmente vulnerabili
nell’Isola di Sant’Antioco e nel settore del basso Sulcis. Di seguito si riporta uno stralcio della
“Carta della distribuzione dei suoli a differente salinità” e la relativa legenda elaborate
nell’ambito del suddetto progetto. La carta mostra la variabilità spaziale del fenomeno
“salinizzazione” in funzione del parametro conducibilità elettrica (ECe), discretizzato in dieci
classi con intervalli variabili in funzione della risposta produttiva alle variazioni di conducibilità
delle colture agrarie.

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Figura 13: Analisi del fenomeno di salinizzazione dei suoli nel territorio del Basso Sulcis “La salinizzazione
dei suoli nelle piane agricole della Sardegna” (Agris)

Pericolosità idrogeologica

Il Piano di Assetto idrogeologico


Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), redatto ai sensi del comma 6 ter dell'art. 17 della
Legge 18 maggio 1989 n. 183 e successive modificazioni, approvato dalla Giunta Regionale
con Delibera n. 54/33 del 30 dicembre 2004 e reso esecutivo in forza del Decreto
dell'Assessore dei Lavori Pubblici in data 21 febbraio 2005, n. 3, in virtù delle modifiche
apportate e stato approvato con Decreto del Presidente della Regione Sardegna n. 67 del
10.07.2006 con tutti i suoi elaborati descrittivi e cartografici. Successivamente il Piano e stato
aggiornato in alcune sue parti attraverso diversi Decreti del Presidente della Regione
Sardegna: n. 35 del 21.03.2008, n. 148 del 26.10.2012 e n. 130 del 17.10.2013.
Recentemente sono state apportate le modifiche agli articoli 21, 22 e 30 delle Norme di
Attuazione (N.A.) del PAI, l’introduzione dell’articolo 30-bis e l’integrazione alle stesse N.A del
PAI del Titolo V riguardante le “Norme in materia di coordinamento tra il PAI e il Piano di
Gestione del rischio di alluvioni (PGRA)”. Queste sono state approvate con decreto del
Presidente della Regione n. 121 del 10/11/2015, pubblicato sul BURAS n. 58 del 19/12/2015, in
conformità alla Deliberazione di Giunta Regionale n. 43/2 del 01/09/2015. Infine, un ulteriore
modifica dell'art. 33 delle NA del PAI e avvenuta con la Deliberazione del Comitato
Istituzionale n. 2 del 17/05/2016.
In particolare, il Piano delimita le aree a pericolosità idraulica (molto elevata Hi4, elevata Hi3,
media Hi2) e a pericolosità da frana (Hg4, Hg3, Hg2), rileva gli insediamenti, i beni, gli interessi
e le attività vulnerabili nelle aree pericolose, allo scopo di valutarne le specifiche condizioni
di rischio.
Il PAI ha valore di piano territoriale di settore, in quanto dispone con finalità di salvaguardia di
persone, beni, ed attività per la tutela dai pericoli e dai rischi idrogeologici, prevale sui piani e
programmi di settore di livello regionale.
Il PAI si applica nel bacino idrografico unico della Regione Sardegna, corrispondente
all’intero territorio regionale, comprese le isole minori.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 57


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L’intero territorio della Sardegna è stato poi, ai sensi della Deliberazione della Giunta
regionale n. 45/57 del 30.10.1990, suddiviso in sette sub-bacini, ognuno dei quali risulta
caratterizzato, in grande, da generali omogeneità geomorfologiche, geografiche e
idrologiche ma anche da forti differenze di estensione territoriale.

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Figura 14 - Delimitazione dei sette sub-bacini regionali sardi

I sette sub-bacini, già individuati nel 1987 nell'ambito della redazione del Piano per il
Razionale Utilizzo delle Risorse Idriche della Sardegna (Piano Acque), sono i seguenti:
− sub-bacino n. 1 Sulcis
− sub-bacino n. 2 Tirso
− sub-bacino n.3 Coghinas-Mannu-Temo
− sub-bacino n. 4 Liscia
− sub-bacino n. 5 Posada-Cedrino
− sub-bacino n. 6 Sud-Orientale
− sub-bacino n. 7 Flumendosa-Campidano-Cixerri.
Il territorio del comune di Sant’Antioco ricade nella porzione occidentale del sub-bacino
idrografico n. 1 “Sulcis”.
Per quanto concerne la parte idraulica il PAI vigente relativamente al territorio di
Sant’Antioco identifica aree a pericolosità idraulica molto elevata Hi4, elevata Hi3, media Hi2
e bassa Hi1; le aree a pericolosità maggiore sono localizzabili lungo i tratti conclusivi del Riu
S’Arroxiu e del Riu Maladraxia e nel centro abitato di Sant’Antioco. Relativamente alla
pericolosità geomorfologica il Piano non identifica per il territorio comunale aree sensibili.

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Figura 15: Aree a pericolosità idraulica (PAI)

Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF)


Il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF) ha valore di Piano territoriale di settore ed e lo
strumento conoscitivo, normativo, tecnico-operativo, mediante il quale sono pianificate e
programmate le azioni e le norme d'uso riguardanti le fasce fluviali. Il PSFF e redatto ai sensi
dell'art. 17, comma 6 ter della legge 19 maggio 1989, n. 183, come modificato dall'art. 12
della L. 4 dicembre 1993, n. 493, quale Piano Stralcio del Piano di bacino Regionale relativo ai
settori funzionali individuati dall'art. 17, comma 3 della L. 18 maggio 1989, n. 183.
Il PSFF, adottato con Delibera n. 1 del 20 giugno 2013 e con Delibera n. 1 del 5 dicembre 2013
del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Regione Sardegna, costituisce un
approfondimento ed un’integrazione necessaria al PAI in quanto dispone una delimitazione
delle regioni fluviali, funzionale a consentire, attraverso la programmazione di azioni (opere,
vincoli, direttive), il conseguimento di un assetto fisico del corso d’acqua compatibile con la
sicurezza idraulica, l’uso della risorsa idrica, l’uso del suolo (ai fini insediativi, agricoli ed
industriali) e la salvaguardia delle componenti naturali ed ambientali.
Il Piano riconosce cinque tipologie di fasce fluviali legate ai tempi di ritorno dell’evento:
Fascia A_2 (Tempo di Ritorno Tr=2 anni), Fascia A_50 (Tempo di Ritorno Tr=50 anni), Fascia
B_100 (Tempo di Ritorno Tr=100 anni), Fascia B_200 (Tempo di Ritorno Tr=200 anni) e Fascia C
(Tempo di Ritorno Tr=500 anni).
Quest’ultima è comprensiva di eventi storici eccezionali e può comprendere anche le aree
storicamente inondate e quelle individuate mediante analisi geomorfologia.
Per il territorio di Sant’Antioco il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF) individua il tratto
conclusivo del Riu San Milano come interessato da potenziali fenomeni di allagamento di
Fascia C, con tempi di ritorno molto lunghi (Tr=500 anni).

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Figura 16: Fasce fluviali (PSFF)

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5.1.5 Flora, Fauna e Biodiversità

Inquadramento botanico
L’isola di Sant’Antioco è inclusa nel distretto n.24 Isole sulcitane del Piano Forestale
Ambientale Regionale della Sardegna.
L’analisi della vegetazione dell’isola di Sant’Antioco ha condotto all’identificazione di
dinamiche vegetazionali riconducibili a due seriazioni sintassonomiche principali e due
geosigmeti costieri, di seguito descritti sulla base delle informazioni bibliografiche5.
La Serie sarda termo mediterranea del leccio (Pyro amygdaliformis-Quercetum illicis) è
osservabile nelle aree metamorfiche e pedemontane dell’isola in particolare in località
Perdas de Is Ominis e Perda de Fogu. Si osservano prevalentemente le cenosi di sostituzione

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di questa serie con presenza di arbusteti densi e di taglia elevata riferibili all’associazione
Crataego monogynnae –Pistacietum lentisci rappresentate da specificità quali Pistacia
lentiscus L, Rhamnus alaternus L, Pyrus spinosa Forssk., Crataegus monogyna Jacq., Myrtus
communis L. var. communis e da praterie emicriptofitiche e geofitiche a fioritura autunnale
dell’associazione Scillo-obtusifoliae-Bellidetum sylvestris.
Nelle parti costiere meridionali è presente la serie sarda occidentale calcicola
termomediterranea del ginepro turbinato (Chamaeropo humilis-Juniperetum turbinatae). Si
sviluppa su substrati sedimentari di varia natura (calcari mesozoici e miocenici, marne e
arenarie) in condizioni di bioclima mediterraneo pluvistagionale oceanico, nel piano
fitoclimatico termomediterraneo inferiore–superiore con ombrotipi secco inferiore-superiore.
Dal punto di vista fisionomico è costituita da microboschi edafoxerofili con fanerofite
cespitose e nanofanerofite termofile quali Juniperus phoenicea L. ssp. turbinata Guss.,
Chaemerops humilis L., Phillyrea angustifolia L., Pistacia lentiscus L. e Rhamnus alaternus L.
Sono presenti anche entità lianose, geofite e camefite, quali Prasium majus L., Rubia
peregrina L. e Asparagus albus L. Nello strato erbaceo molto rado è presente Arisarum
vulgare Targ. Tozz.. La fase regressiva è rappresentata dall’associazione Pistacio-
Chamaeropetum humilis alla quale si collegano le praterie emicriptofitiche dell’Aphodelo
africani-Brachypodietum retusi. La fase pioniera terofitica è data dall’associazione Bupleuro-
fontanesii-Scorpiuretum muricati.
Le zone umide costiere sono caratterizzate dalla presenza di comunità vegetazionali
specializzate a crescere in luoghi limoso-argillosi, allagati per periodi più o meno lunghi da
acque salate. É presente la tipica articolazione sarda degli ambienti salmastri con tipologie
vegetazionali disposte secondo gradienti ecologici determinati prevalentemente dai periodi
di inondazione e/o sommersione, dalla granulometria del substrato e dalla salinità delle
acque (Ruppietea, Thero Suaedetea, Saginetea maritimae, Salicornietea fruticosae,
Juncetea maritimi, Phragito-Magnocaricetea).
Si distinguono i seguenti tipi fisionomici:
- vegetazione alofila sommersa;
- vegetazione alo-nitrofila terofitica;
- vegetazione xero-alofila terofitica;
- vegetazione alofila camefitica;
- vegetazione alofila emicriptofitica e geofitica;
- vegetazione elofitica.

5
- Bacchetta G., Bagella S., Biondi E., Farris E., Filigheddu R. S., Mossa L. (2009) Vegetazione forestale e
serie di vegetazione della Sardegna (con rappresentazione cartografica alla scala 1:350.000). Pavia,
Società italiana di fitosociologia. 82 p. (Fitosociologia, 46 (1) - Suppl. 1).
- Piano Forestale Ambientale Regionale della Sardegna Allegato I Schede descrittive del distretto –
Distretto n. 24 “Isole Sulcitane” settembre 2007

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 61


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Per quanto attiene l’ambito psammofilo localizzato nella parte settentrionale dell’isola sono
presenti diversi tipi di vegetazione che tendono a distribuirsi parallelamente alla linea di
battigia e corrispondono a diverse situazioni ecologiche in relazione alla distanza dal mare e
alla diversa granulometria del substrato.
- Vegetazione psammofila terofitica alo-nitrofila. Si tratta di comunità annuali che
crescono sulla zona della spiaggia inondata in inverno, sulla quale le mareggiate
lasciano consistenti depositi di sostanza organica, soprattutto resti di Posidonia oceanica
(L.) Delile.
- Vegetazione psammofila geofitica ed emicriptofitica. Si tratta di comunità perenni
dominate da piante specializzate (classe Ammophiletea), ma occupanti ambienti
ecologicamente diversi, influenzati da diversi gradienti ecologici.

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- Vegetazione psammofila camefitica. Si tratta di garighe primarie che si sviluppano nei
settori più interni, sul lato continentale della duna, con sabbie stabili e compatte,
caratterizzate da entità fitogeograficamente rilevanti come Helichrysum microphyllum
Camb. ssp. tyrrhenicum Bacch., Brullo & Giusso, Armeria pungens (Link) Hoffmanns. &
Link, Ononis natrix ssp. ramosissima (Desf.) Batt., Scrophularia ramosissima Loisel. e
Ephedra distachya L.
- Vegetazione psammofila terofitica. Si presenta a mosaico con la vegetazione perenne
delle dune embrionali, mobili e fisse del litorale; si rinvengono comunità terofitiche a
fenologia tardo invernale-primaverile.
- Vegetazione psammofila. Si tratta di microboschi a dominanza di Juniperus oxycedrus L.
ssp. macrocarpa (Sm.) Neilr., costituiti da fanerofite cespitose sclerofilliche quali Pistacia
lentiscus L., Rhamnus alaternus L. e Juniperus phoenicea L. ssp. turbinata (Guss.) Nyman.
Frequenti le specie lianose.

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Legenda

SA1 - Geosigmeto alofilo sardo dei sistemi dunali litoranei


SA4 - Serie sarda occidentale, calcicola termo mediterranea del ginepro turbinata
SA12 - Serie sarda termo mediterranea del leccio
SA29 - Geosigmeto alofilo sardo delle aree salmastre, degli stagni e delle lagune costiere

Figura 17: Estratto dalla Tav. 3 - Carta della serie di vegetazione dell’ Allegato I Schede descrittive del
distretto del Piano Forestale Ambientale Regionale

Inquadramento faunistico
Il complesso di zone umide localizzato sulle coste che si affacciano sul Golfo di Palmas risulta
particolarmente importante per lo svernamento e la nidificazione di uccelli acquatici.
Quest’area è stata identificata come IBA6 Codice 1 90. Fanno parte dell’area lo Stagno
Baiocca, lo Stagno di Porto Botte, la Salina di Sant’Antioco, lo stagno di Santa Caterina, il
braccio di mare, con relative secche, tra l’Isola di Sant’Antioco e la terraferma, fi no allo
Stagno e’Forru e Peschiera di Boi Cervus. Inoltre, l’IBA include lo Stagno Cirdu, lo stagno a sud
di Sant’Antioco e le relative zone umide costiere sulla costa orientale dell’Isola di
Sant’Antioco. Oltre al braccio di mare che separa l’Isola di Sant’Antioco dalla Sardegna,
appartiene all’IBA anche la fascia marina che si estende dallo sbocco del Canale
Circondario all’altezza dello Stagno Baiocca.
Il territorio dell’isola nel suo complesso risulta dunque particolarmente importante sotto il
profilo faunistico specialmente per la presenza delle aree umide.

6 Important Bird Area, aree importanti per gli uccelli

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La Rete Natura 2000


Con le Direttive comunitarie 79/409/CEE (Uccelli)7 e 92/43/CEE (Habitat) il Consiglio dei Ministri
dell’Unione Europea ha inteso perseguire la progressiva realizzazione di un sistema
coordinato e coerente di aree destinate al mantenimento della biodiversità all’interno del
territorio dell’Unione. Tale insieme di aree, di specifica valenza ambientale e naturalistica, è
individuato, ai sensi della Direttiva "Habitat" (art. 3), come Rete Natura 2000, essendo
quest’ultima costituita dall'insieme dei siti denominati ZPS (Zone di Protezione Speciale) e SIC
(Siti di Importanza Comunitaria).
L’obiettivo essenziale e prioritario della Direttiva Habitat è quello di garantire il mantenimento
in uno “stato di conservazione soddisfacente” gli habitat e/o le specie di interesse
comunitario, in riferimento alle quali quel dato SIC e/o ZPS è stato individuato.
Le misure di conservazione necessarie possono assumere differenti forme tra cui, in

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particolare quella di “appropriati piani di gestione”.
L’articolo 6 della direttiva “Habitat” evidenzia come la peculiarità dei piani di gestione dei siti
Natura 2000 risieda particolarmente nel considerare in modo comprensivo le caratteristiche
ecologiche, socio-economiche, territoriali e amministrative di ciascun sito.
Di seguito si riporta l’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione
Speciale presenti nell’ambito del territorio comunale con il codice di riferimento della Rete
Natura 2000 ed il decreto di approvazione del relativo Piano di Gestione laddove redatto.
Area Rete Decreto di approvazione del
CODICE Denominazione Comune
NATURA 2000 PdG
ITB040026 SIC/ZPS Isola del Toro Sant'Antioco n. 67 del 30/07/2008
ITB040081 SIC/ZPS Isola della Vacca Sant'Antioco n. 67 del 30/07/2008
Sant'Antioco -
ITB042210 SIC Punta Giunchera n. 12 del 28/02/2008
Calasetta
Serra is Tres Portus
ITB042220 SIC Sant'Antioco n. 67 del 30/07/2008
(Sant'Antioco)
ITB042225 SIC Is Pruinis Sant'Antioco n. 67 del 30/07/2008
Sant'Antioco –
Stagno di Santa
ITB042223 SIC San Giovanni n. 107 del 26/11/2008
Caterina
Suergiu
Isola di Sant'Antioco,
ITB043032 ZPS Sant’Antioco in fase di valutazione
Capo Sperone

7 Sostituita dalla direttiva 2009/147/CE

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 64


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Figura 18: Rete Natura 2000 nell’area vasta

I Siti di Importanza Comunitaria più prossimi allo scalo portuale sono due: il SIC ITB042225 “Is
Prunis” ed il SIC ITB042223 “Stagno di Santa Caterina”.

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5.1.6 Paesaggio ed Assetto Storico-Culturale

Paesaggio
Il territorio comunale di Sant’Antioco risulta compreso per la maggior parte all’interno
dell’Ambito di Paesaggio n. 6 “Carbonia e Isole sulcitane” mentre una parte ridotta ma
significativa - che comprende lo Stagno di Santa Caterina, l’istmo di Sant’Antioco e il settore
orientale del Porto commerciale “Ponte Romano” – ricade all’interno dell’ambito n. 5
“Anfiteatro del Sulcis”.
Analogamente, l’area portuale rappresenta un elemento di cerniera rispetto ai due sistemi
umidi di Santa Caterina e di Sant’Antioco ed è caratterizzato da un doppio affaccio: a sud
verso il Golfo di Palmas e a nord verso il “mare interno” (definito dalle isole di S. Antioco e S.

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Pietro e dalla fascia costiera antistante che si estende fino alla tonnara di Porto Paglia).

Figura 19: Inquadramento dell’ambito portuale di Sant’Antioco rispetto agli Ambiti di paesaggio del PPR

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 66


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In relazione al contesto portuale, il PPR individua come elementi caratterizzanti il sistema


paesaggistico:
- il sistema marino-lagunare di Sant’Antioco, che evidenzia un bacino dalle spiccate
tendenze morfoevolutive verso il sistema lagunare;
- il sistema delle infrastrutture portuali a presidio del mare interno;
- il tratto costiero tra il Ponte Romano di Sant’Antioco e la foce del Riu Palmas
caratterizzato dalla presenza del sistema umido dello Stagno di Santa Caterina - Salina
di Sant’Antioco, separato dal mare da un esteso cordone sabbioso corrispondente alla
“penisola di Corru Longu” e di “Su Caderanu”;

Le principali criticità evidenziate riguardano il degrado ambientale dovuto all’impatto delle


attività minerarie dimesse e dalle attività del Polo Industriale di Portovesme, che costituisce

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una permanenza del territorio costiero e che ha determinato spesso usi conflittuali delle
risorse in rapporto alla naturale evoluzione degli ecosistemi.
Gli indirizzi significativi in relazione all’ambito del “Porto Romano” mirano a:
- Riqualificare le infrastrutture e i servizi portuali di Carloforte, Calasetta, Sant’Antioco e
Portoscuso, in una prospettiva di rafforzamento della rete di comunicazione fra gli scali
marittimi e il territorio interno di riferimento, anche attraverso la riqualificazione delle
infrastrutture legate alla mobilità.
- Riqualificare il paesaggio costiero del mare interno tra l'arcipelago e la terraferma,
riequlibrando il rapporto tra attività industriali, attività della pesca tradizionale e fruizione
turistica, in una prospettiva di conservazione e gestione integrata dell'Ambito, anche in
riferimento all'”Area marina di reperimento dell'isola di San Pietro”.

Figura 20: Inquadramento dell’ambito portuale di Sant’Antioco rispetto agli Ambiti di paesaggio del PPR

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 67


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BENI PAESAGGISTICI

L’intero territorio comunale di Sant’Antioco è interessato da un


Decreto di Tutela Paesaggistica (ex 1497/1939) emanato il con
D.A.P.I. il 06/04/1990 e pubblicato sul BURAS il 18/06/1990.

D.Lgs. 42/04 Art n° 136

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D.Lgs. 42/04 Art n° 143 e PPR Art. n° 26, 27, 28

Zone umide costiere

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 68


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Assetto storico culturale

Evoluzione storica del contesto portuale


L'isola di S. Antioco ha storicamente ospitato un’area portuale strategica per il trasporto dei
metalli estratti nella regione sulcitana e lo stagno di Santa Caterina ha assicurato un redditizio
sfruttamento del sale, mentre le acque circostanti l'isola si prestavano alla pesca di numerose
specie ittiche, tra le quali il tonno. Le risorse che motivarono lo stanziamento in questo
territorio riguardavano il sistema di approdi, i metalli, il mare pescoso, i suoli fertili ed i pascoli.
Nella descrizione tolemaica è citata sia la Solkoi polis (città di Sulci) che il Solkoi limen (porto
di Sulci), situato a sud della città, ubicata sul versante centro orientale della Plumbaria insula
(isola di Sant'Antioco), a nord dell' istmo attraversato dalla via a Tibulas Sulcis.
Lo stanziamento antropico risale al periodo prenuragico e all'età del Bronzo medio, recente

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e finale ed il sistema dei nuraghi attesta la frequentazione in epoca successiva. In particolare
i nuraghi di Sa Corona Arrubia ed Is Pruinis sono da porre in relazione con la cala lagunare
delimitata da Sa Punta de S'Aliga, e il nuraghe sottostante il Fortino di Sant'Antioco, a
dominio del sistema lagunare, conferma che nell'area di Sulci furono compresenti un
insediamento indigeno ed uno stanziamento fenicio, Sulki (l’attuale S. Antioco) risalente alla
seconda metà del VIII sec. a.C. Il porto connesso topograficamente all'impianto urbano di
Sulci e risalente al 750 a.C., era posto a nord dell'ansa sud occidentale della laguna di Sant'
Antioco. L’infrastrutturazione storica fenicia consiste nella congiunzione degli isolotti
alluvionali del Rio Palmas a prosecuzione di un cordone sabbioso proteso verso l’isola e
l’apertura di un canale nell’estremo tratto occidentale dell’istmo, soluzione al progressivo
insabbiamento dello stagno di Sant’Antioco.
La città venne occupata una prima volta dai Romani nel 258 a.C.,mentre l’intera isola
diventò Provincia romana nel 227 a.C. A questo periodo risale il completamento dell’istmo
naturale, che naturalmente formava un porto riparato dai venti dominanti, e l’effettivo
collegamento dell’isola alla terraferma tramite un argine e un ponte (ad oggi parzialmente
conservato) complessivamente lunghi circa tre miglia. Il ruolo antico è stato in prima istanza
quello di porto militare (che accolse nel 258 a.C. la flotta di Annibale e funse da base
marittima delle forze pompeiane durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo). In seguito
furono fiorenti i commerci; si caricava soprattutto il piombo argentifero estratto
nell’Iglesiente, nel centro minerario di Metalla. Il porto commerciale romano era formato da
due banchine principali, fra le quali verosimilmente si trovava il foro e i prospicienti edifici
pubblici e privati. A servizio del porto erano presenti numerose strutture di immagazzinamento
e manutenzione delle imbarcazioni ed alcuni studiosi indicano in quest’area la presenza
dell’area sacra dell’Iseum-Serapeum sulcitano (Zucca). I rinvenimenti nelle acque antistanti
l’area portuale riguardano Ponte Mannu, a 4-5 metri di profondità (terrecotte, vasellame) e
la località I Ponti, nel Golfo di Palmas (nave romana, del I sec. d.C.).
Il porto conservò importanza fino al XII secolo. In epoca tardo medievale la città passò alla
curatoria di Sulcis e l’isola fu soggetta ad ingenti fenomeni di spopolamento dovuto
prevalentemente a cause economiche. La fase reinsediativa è relativa all’età sabauda con
la cessione dell' isola, nel 1758, all'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Negli anni ’30 il progetto del distretto del carbone autarchico che coinvolse il Sulcis
determinò l’installazione della linea ferroviaria verso Calasetta, intervento che modificò
profondamente l’istmo (del quale vengono chiuse le bocche che passavano sotto il ponte
romano) e la stessa linea di riva sulla laguna, che verrà consistentemente raddrizzata con
successive colmate che ampliano il fronte mare.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 69


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Principali testimonianze storiche che caratterizzano l’ambito portuale8


Nell’ambito del porto Ponte romano non sono presenti Beni Culturali di tipo architettonico o
archeologico. La principale testimonianza storica è rappresentata dal Ponte Romano,
individuato come bene paesaggistico dal PPR ai sensi dell’art. 143 del D.Lgs. 42/2004. Il ponte
a due arcate, di epoca repubblicana, permetteva il superamento dell’antico canale, ora
interrato. Si perde oggi il collegamento tra il ponte e i resti di massicciata della strada antica
descritta dal Taramelli “(…) La stretta via in parte ancora selciata, con resti dei parapetti, con
varie cunette e con piccoli ponti che si segue per un buon tratto lungo l’accennato cordone
litoraneo, dal ponte sino alla costa sarda, ha pure il carattere di una via romana, forse rifatta
e restaurata più volte ma che tuttavia conserva nella regolarità delle sue disposizioni e
specie nel sistema della pavimentazione a grossi ciottoloni accuratamente disposti e spesso
legati con malta di calce, il tipo delle strade costruite attraverso regioni paludose e

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acquitrinose(…)”9.

Figura 21: Ponte Romano oggi e nel 194710.


Oggi, dopo i restauri del 1858, del 1893 e del 1920, il ponte si colloca su un prato,
conseguenza di un riempimento attuato attorno al 1940 per consentire ai mezzi militari il
facile raggiungimento della banchina ed il trasporto delle merci con mezzi gommati, senza
passare dal ponte romano. Nel 1954, con la costruzione della strada di variante, l’utilizzo del
ponte cessò. Nel 2006 un progetto di restauro ha consentito di conservare il monumento,
soprattutto delle sue parti più delicate quali le volte in arenaria e i parapetto.

8 Cfr. “Programma per il riassetto e la razionalizzazione del sistema portuale del Sulcis Iglesiente e studio

di fattibilità”, 2012, Provincia di Carbonia Iglesias (Relazione Generale, All.A1 e All.B, redatti a cura del
Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari)
9 Taramelli A., “Scavi e scoperte di antichità puniche e romane nell’area dell’antica Sulcis”, in NS 1908,

p. 149
10 Fonte: http://www.notizie.it/fotografie-antiche-di-sardegna-ponte-romano-santantioco-1947/

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 70


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5.1.7 Assetto Insediativo


La città e il porto di Sant’Antioco fanno parte del sistema insediativo costiero del “mare
interno” che comprende anche i centri, e relativi approdi, di Carloforte, Calasetta e
Portoscuso, che si dispongono in tale contesto ambientale con regolarità, alternando, al
modello compatto degli insediamenti urbani, una diffusione insediativa che interessa il
restante territorio costiero.

Figura 22: Il sistema insediativo costiero del “mare interno” C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544

Lo sviluppo insediativo della città e del porto di Sant’Antioco, iniziato negli anni ’30 con il
progetto del Distretto del carbone autarchico, è proseguito restando strettamente legato
allo sviluppo delle attività commerciali e produttive. Agli anni ’50 – ’70 risale la consistente
espansione urbana a sud del centro storico e la costruzione del polo metallurgico della
Sardamag in prossimità dell’area Porti. Tra gli anni ’70 e ’90 furono realizzati il nuovo canale
navigabile e il ponte della SS 126, che portarono alla costituzione di una fascia di aree
artigianali a sud del centro abitato e alla dismissione della linea ferroviaria.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 71


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Figura 23: Planimetria dell’impianto geometrico catastale (primi del 900) e IGM storico (1898)

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 72


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Figura 24: Aerofoto del 1954 e del 2008

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 73


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Il Piano Urbanistico Comunale vigente, adottato nel 2000 e pubblicato sul BURAS N. 2 del
19/01/2002, è stato oggetto di sette varianti, l’ultima delle quali adottata nel 2014; è
attualmente in fase di redazione il nuovo PUC in adeguamento al PPR. Il Piano vigente
classifica l’area del Porto Ponte Romano come Zona G4. In riferimento alla relazione tra
centro urbano e area portuale, il PUC localizza un’area destinata a spazi per servizi pubblici
che si sviluppa lungo il fronte mare del centro urbano definendo un’importante interfaccia
porto/città e collegando il centro storico all’area Portuale, fino al sottopassaggio del ponte
della SS126.
Nelle grandi aree che si attestano a nord e a sud del centro abitato il PUC prevede la
possibilità di una progressiva eliminazione delle attuali attività produttive, la conversione delle
superfici e quella eventuale dei volumi per utilizzazioni di tipo terziario, con particolare
riferimento alle necessità connesse con l’attività portuale11. Per la zona relativa all’area di Is

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Pruinis, si prevede la realizzazione di un parco attrezzato con la finalità di valorizzare i caratteri
ambientali originari e di dotare l’ambito costiero di infrastrutture di servizio per la fruizione
collettiva.

Figura 25: Stralcio cartografico PUC vigente

11Cfr. “Programma per il riassetto e la razionalizzazione del sistema portuale del Sulcis Iglesiente e studio
di fattibilità”, 2012, Provincia di Carbonia Iglesias (Relazione Generale, All.A1 e All.B, redatti a cura del
Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari)

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 74


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Aspetti demografici
Il Comune di Sant’Antioco si estende su un territorio di superficie pari a 87,9 km2 con una
popolazione residente pari a 11.313 unità al 31 dicembre 2015. Nel periodo compreso tra il
1995 e il 2015 l’andamento demografico mostra valori tendenzialmente decrescenti; nel
corso del ventennio considerato il decremento della popolazione residente è pari a oltre 800
unità, derivante da tassi annui di variazione mediamente pari al -3,5‰ circa.
Dal 2002 in poi i saldi migratori mostrano valori oscillanti ma prevalentemente positivi, con un
picco nel 2013 pari 83 unità determinato da operazioni post-censuarie di rettifica anagrafica.
Viceversa, dal 1995 in poi il saldo naturale mostra valori quasi sempre negativi e
tendenzialmente decrescenti, pari a -88 unità nel corso dell’ultimo anno di rilevazione.

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Popolazione residente nel Comune di Sant’Antioco al 31 Bilancio demografico nel Comune di Sant’Antioco al 31
dicembre dal 1995 al 2015 dicembre dal 1995 al 2015
12.125

12.052

11.987

100
11.912

11.868

11.818

11.730

11.728

11.732
11.721

11.722
11.702

11.691

11.678

11.645

11.530

11.469

11.462
11.430

11.389

50

-
1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015

-50

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
-100

Negli stessi anni, gli indici di struttura mostrano un progressivo invecchiamento della
popolazione residente nel Comune di Sant’Antioco, che raggiunge un valore dell’indice di
vecchiaia pari al 261% al 1° gennaio 2016; durante l’intero periodo di osservazione il valore
dell’indicatore nel Comune di Sant’Antioco appare superiore rispetto al dato medio
provinciale e regionale e, dal 2001 in poi, anche rispetto al dato medio nazionale. Il
confronto dei dati relativi ai Censimenti dal 1971 al 2011 conferma tale andamento,
mostrando una diminuzione in termini percentuali della popolazione residente appartenente
alla classe di età inferiore ai 15 anni e, dal 1991 in poi, anche della popolazione di età
compresa tra 15 e 29 anni; la popolazione di età compresa tra 45 e 64 anni costituisce la
classe di età con la più alta incidenza nel territorio in esame, ma nel periodo compreso tra il
2001 e il 2011 è la popolazione di età superiore a 64 anni a mostrare la maggiore crescita
percentuale. L’attuale squilibrio della popolazione in favore delle età più elevate è
attribuibile alla diminuzione dei tassi di fecondità, registrato negli ultimi due decenni in tutta la
Sardegna.
Dal 2004 in poi la dimensione media dei nuclei familiari mostra nel Comune di Sant’Antioco
valori progressivamente decrescenti sino a raggiungere dal 2010 in poi un valore inferiore
rispetto alla media provinciale, regionale e nazionale, risultando pari a 2,23 componenti per
famiglia al 31 dicembre 2015.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 75


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Indice di vecchiaia in diversi ambiti territoriali al 1° Numero medio di componenti per famiglia in diversi
gennaio dal 1996 al 2016 ambiti territoriali al 31 dicembre dal 2004 al 2015

280% 2,80

210% 2,65

140% 2,50

70% 2,35

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


0% 2,20
1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Andamento di alcuni indici di struttura della popolazione


Incidenza di alcune classi di età nel Comune di
residente nel Comune di Sant’Antioco ai Censimenti dal
Sant’Antioco ai Censimenti dal 1971 al 2011
1971 al 2011

220%

30%
167%

23%
21%

15%
51%
11% 23%
11%

tasso di senilità tasso di indice di indice di indice di


presenza della vecchiaia dipendenza ricambio della
popolazione totale popolazione
< 15 da 15 a 29 da 30 a 44 da 45 a 64 > 64 giovane attiva

I confronto delle piramidi di età nel Comune di Sant’Antioco al 1° gennaio del 2006 e del
2016 conferma un ridimensionamento nel tempo della struttura della popolazione residente
per entrambi i sessi.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 76


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Piramide d’età in valori assoluti della popolazione residente nel Comune di Sant’Antioco al 1° gennaio del 2006 e del
2016

femmine maschi

>=100
95_99
90_94
85_89
80_84
75_79
70_74

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


65_69
60_64
55_59
50_54
45_49
40_44
35_39
30_34
25_29
20_24
15_19
10_14
5_9
<5

-460 -230 - 230 460

2006 2016

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 77


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5.1.8 Sistema economico produttivo

Il tessuto produttivo di Sant’Antioco


Sant’Antioco, assieme ad altri 5 Comuni12 appartiene al Sistema Locale di Lavoro di
Carbonia, classificato dall’ISTAT sulla base dei flussi di pendolarismo rilevati con il Censimento
generale della popolazione e delle abitazioni del 2011.
In base alla specializzazione produttiva prevalente, tale SLL è classificato dall’ISTAT come
Sistema Locale della produzione e lavorazione dei metalli, con livello medio-basso della
produttività per addetto (valore aggiunto per addetto compreso tra 22,5 e 33,6 mila
euro/anno) e livello medio del costo del lavoro per dipendente (compreso tra 31,2 e 34,6
mila euro/anno).

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Questo territorio è stato interessato da attività estrattive che per decenni hanno costituito il
motore dell’economia del Sulcis stimolando sia processi di popolamento sia le attività di
filiera e di indotto del settore minerario.
Il Sulcis-Iglesiente ha subito, a partire dalla fine degli anni ’70, un forte processo di
deindustrializzazione che ha prevalentemente interessato il comparto minerario e
metallurgico, con conseguente significativa diminuzione del numero degli occupati. Tuttavia
l’intera area conserva una specializzazione relativa dell’attività industriale, come
testimoniano i dati più recenti raccolti in occasione dell’ultimo Censimento dell’industria e
dei servizi. Per i comuni di Calasetta, Carloforte e Sant’Antioco una importante quota di
sostentamento proviene dal settore della pesca.
Al 9 ottobre 2011, data di riferimento dell’ultimo Censimento generale della popolazione e
delle abitazioni, il centro in esame mostra un valore del tasso di attività della popolazione
residente, espresso come rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione di 15
anni e più appartenente alle forze di lavoro e al denominatore il totale della popolazione
della stessa classe di età, pari al 43%; il valore appare inferiore rispetto a quello rilevato in tutti
gli ambiti territoriali di riferimento.
Ulteriori condizioni di criticità del tessuto socio-economico locale vengono evidenziate
attraverso l’analisi del tasso di disoccupazione, espresso come apporto percentuale avente
al numeratore la popolazione di 15 anni e più in cerca di occupazione13 e al denominatore
le forze di lavoro della stessa classe di età. Al 9 ottobre 2011 il Comune di Sant’Antioco
mostra un valore del tasso di disoccupazione pari al 23,1%; il dato appare più che doppio
rispetto al valore medio rilevato a livello nazionale e sensibilmente superiore anche rispetto ai
restanti ambiti territoriali di riferimento.

12Calasetta, Carbonia, Carloforte, Gonnesa, Perdaxius, Portoscuso, San Giovanni Suergiu e Tratalias.
13Le indagini ISTAT considerano occupate le persone con più di 15 anni che nella settimana di riferimento abbiano
svolto almeno un'ora di lavoro retribuita o che abbiano lavorato almeno per un'ora presso la ditta di un familiare
senza essere retribuite

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 78


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Tasso di disoccupazione in diversi ambiti territoriali al 9


Tasso di attività in diversi ambiti territoriali al 9 ottobre 2011
ottobre 2011

Italia 50,8% Comune di Sant'Antioco 23,1%

Sardegna 50,0% prov. di CI 21,4%

prov. di CI 46,3% SLL Carbonia 21,0%

SLL Carbonia 45,2% U.C. Arcipelago del Sulcis 19,7%

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U.C. Arcipelago del Sulcis 44,5% Sardegna 18,6%

Comune di Sant'Antioco 43,0% Italia 11,4%

Nella tabella sottostante si riporta, sino a un livello di dettaglio pari ai gruppi di attività
economica secondo la classificazione ATECO 2007, il numero di unità locali e di addetti delle
unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco al 31 dicembre 2011, data di
riferimento del 9° Censimento dell’Industria e dei Servizi (ISTAT, 2011). Appare opportuno
sottolineare che le aziende agricole, e la relativa manodopera, sono state oggetto di una
specifica rilevazione da parte dell’ISTAT nel corso del 2010, in occasione del 6° Censimento
Generale dell’Agricoltura.

Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)

numero addetti delle


numero di unità locali
Sezione_ATECO_2007 Divisione_ATECO_2007 Gruppo_ATECO_2007 unità locali delle
delle imprese attive
imprese attive

agricoltura, 31 pesca 21 230


pesca e
A silvicoltura e 3
acquacoltura 32 acquacoltura 1 2
pesca

estrazione di pietra,
altre attività di 81 1 1
estrazione di sabbia e argilla
estrazione di
B minerali da cave 8 estrazione di
minerali da cave e
e miniere 89 minerali da cave e 1 15
miniere
miniere nca

lavorazione e
conservazione di
102 1 3
pesce, crostacei e
molluschi

produzione di oli e
104 grassi vegetali e 1 2
10 industrie alimentari animali

industria lattiero-
105 1 1
casearia
attività produzione di
C
manifatturiere 107 prodotti da forno e 4 8
farinacei

industria delle industria delle


11 110 2 14
bevande bevande

industria del legno e


dei prodotti in legno fabbricazione di
e sughero (esclusi i prodotti in legno,
16 mobili); 162 sughero, paglia e 13 20
fabbricazione di materiali da
articoli in paglia e intreccio
materiali da

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 79


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Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)

numero addetti delle


numero di unità locali
Sezione_ATECO_2007 Divisione_ATECO_2007 Gruppo_ATECO_2007 unità locali delle
delle imprese attive
imprese attive

intreccio

stampa e stampa e servizi


18 riproduzione di 181 connessi alla 1 2
supporti registrati stampa

fabbricazione di
prodotti in
236 2 8
calcestruzzo,
cemento e gesso
fabbricazione di altri
prodotti della taglio, modellatura
237 2 7

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


23 lavorazione di e finitura di pietre
minerali non
metalliferi fabbricazione di
prodotti abrasivi e
239 di prodotti in 1 -
minerali non
metalliferi nca

fabbricazione di fabbricazione di
prodotti in metallo elementi da
25 251 7 27
(esclusi macchinari costruzione in
e attrezzature) metallo

fabbricazione di
macchine per
fabbricazione di 283 1 -
l'agricoltura e la
macchinari ed silvicoltura
28
apparecchiature
nca fabbricazione di
289 altre macchine per 1 4
impieghi speciali

fabbricazione di altri costruzione di navi


30 301 3 6
mezzi di trasporto e imbarcazioni

fabbricazione di
altre industrie strumenti e forniture
32 325 2 2
manifatturiere mediche e
dentistiche

riparazione e
manutenzione di
riparazione, 331 prodotti in metallo, 6 12
manutenzione ed macchine ed
33 installazione di apparecchiature
macchine ed installazione di
apparecchiature macchine ed
332 2 2
apparecchiature
industriali

fornitura di fornitura di energia produzione,


energia elettrica, elettrica, gas, trasmissione e
D 35 351 1 4
gas, vapore e vapore e aria distribuzione di
aria condizionata condizionata energia elettrica

fornitura di
attività di raccolta,
acqua; reti
trattamento e
fognarie, attività
E 38 smaltimento dei 381 raccolta dei rifiuti 1 18
di gestione dei
rifiuti; recupero dei
rifiuti e
materiali
risanamento

costruzione di
41 costruzione di edifici 412 edifici residenziali e 32 94
non residenziali

costruzione di altre
42 ingegneria civile 429 opere di 1 10
F costruzioni ingegneria civile

demolizione e
431 preparazione del 3 3
lavori di costruzione
43 cantiere edile
specializzati
432 installazione di 13 19
impianti elettrici,

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 80


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Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)

numero addetti delle


numero di unità locali
Sezione_ATECO_2007 Divisione_ATECO_2007 Gruppo_ATECO_2007 unità locali delle
delle imprese attive
imprese attive

idraulici ed altri
lavori di costruzione
e installazione

completamento e
433 25 65
finitura di edifici

altri lavori
439 specializzati di 2 7
costruzione

commercio di
451 3 3

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


autoveicoli

manutenzione e
452 riparazione di 17 34
commercio autoveicoli
all'ingrosso e al
dettaglio e commercio di parti
45 453 e accessori di 4 7
riparazione di
autoveicoli e autoveicoli
motocicli
commercio,
manutenzione e
454 riparazione di 2 2
motocicli e relative
parti ed accessori

intermediari del
461 17 18
commercio

commercio
all'ingrosso di
463 prodotti alimentari, 15 49
bevande e prodotti
del tabacco

commercio
464 all'ingrosso di beni 1 2
di consumo finale
commercio
commercio all'ingrosso (escluso commercio
46 all'ingrosso di
all'ingrosso e al quello di autoveicoli 465 1 2
dettaglio; e di motocicli) apparecchiature
G ict
riparazione di
autoveicoli e
commercio
motocicli
all'ingrosso di altri
466 macchinari, 2 3
attrezzature e
forniture

commercio
all'ingrosso
467 11 38
specializzato di altri
prodotti

commercio al
471 dettaglio in esercizi 19 131
non specializzati

commercio al
dettaglio di
prodotti alimentari,
472 28 48
bevande e
commercio al tabacco in esercizi
dettaglio (escluso specializzati
47
quello di autoveicoli
e di motocicli) commercio al
dettaglio di
473 carburante per 4 8
autotrazione in
esercizi specializzati

commercio al
474 dettaglio di 5 6
apparecchiature
informatiche e per

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 81


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COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)

numero addetti delle


numero di unità locali
Sezione_ATECO_2007 Divisione_ATECO_2007 Gruppo_ATECO_2007 unità locali delle
delle imprese attive
imprese attive

le
telecomunicazioni
(ict) in esercizi
specializzati

commercio al
dettaglio di altri
475 prodotti per uso 9 12
domestico in
esercizi specializzati

commercio al

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


dettaglio di articoli
476 culturali e ricreativi 12 28
in esercizi
specializzati

commercio al
dettaglio di altri
477 54 92
prodotti in esercizi
specializzati

commercio al
478 dettaglio 11 14
ambulante

commercio al
dettaglio al di fuori
479 1 -
di negozi, banchi e
mercati

altri trasporti
493 terrestri di 5 6
trasporto terrestre e passeggeri
49 trasporto mediante
condotte trasporto di merci
494 su strada e servizi di 9 15
trasporto e trasloco
H
magazzinaggio magazzinaggio e
attività di supporto
52 attività di supporto 522 2 15
ai trasporti
ai trasporti

attività postali con


servizi postali e
53 531 obbligo di servizio 1 19
attività di corriere
universale

alberghi e strutture
551 11 22
simili

alloggi per
vacanze e altre
552 8 8
strutture per brevi
55 alloggio
soggiorni

attività dei servizi aree di campeggio


I di alloggio e di e aree attrezzate
553 1 4
ristorazione per camper e
roulotte

ristoranti e attività
561 di ristorazione 39 98
attività dei servizi di mobile
56
ristorazione
bar e altri esercizi
563 28 61
simili senza cucina

attività di
produzione
attività di
cinematografica, di
registrazione
servizi di 59 video e di 592 1 1
sonora e di editoria
J informazione e programmi televisivi,
musicale
comunicazione di registrazioni
musicali e sonore

altre attività di
61 telecomunicazioni 619 1 2
telecomunicazione

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 82


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)

numero addetti delle


numero di unità locali
Sezione_ATECO_2007 Divisione_ATECO_2007 Gruppo_ATECO_2007 unità locali delle
delle imprese attive
imprese attive

produzione di produzione di
software, software,
62 consulenza 620 consulenza 3 6
informatica e informatica e
attività connesse attività connesse

attività dei servizi elaborazione dei


d'informazione e dati, hosting e
63 631 10 14
altri servizi attività connesse,
informatici portali web

attività di servizi

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


finanziari (escluse le intermediazione
64 641 3 18
assicurazioni e i monetaria
fondi pensione)

attività ausiliarie dei


attività finanziarie servizi finanziari,
K
e assicurative attività ausiliarie dei 661 (escluse le 3 3
servizi finanziari e assicurazioni e i
66 fondi pensione)
delle attività
assicurative attività ausiliarie
662 delle assicurazioni e 7 7
dei fondi pensione

compravendita di
beni immobili
681 2 1
effettuata su beni
propri

attivita' affitto e gestione di


L 68 attività immobiliari
immobiliari immobili di
682 2 -
proprietà o in
leasing

attività immobiliari
683 4 6
per conto terzi

attività degli studi


691 9 17
legali

contabilità,
attività legali e controllo e
69
contabilità revisione contabile,
692 12 25
consulenza in
materia fiscale e
del lavoro

attività di direzione
attività di
aziendale e di
70 702 consulenza 1 1
consulenza
gestionale
gestionale

attività degli studi di


attività degli studi
architettura e
di architettura,
attività 71 d'ingegneria; 711 27 28
ingegneria ed altri
professionali, collaudi ed analisi
M studi tecnici
scientifiche e tecniche
tecniche
ricerca e sviluppo
sperimentale nel
ricerca scientifica e
72 722 campo delle 1 1
sviluppo
scienze sociali e
umanistiche

attività di design
741 1 1
specializzate

altre attività attività


742 1 1
professionali, fotografiche
74
scientifiche e
tecniche altre attività
professionali,
749 7 7
scientifiche e
tecniche nca

75 servizi veterinari 750 servizi veterinari 2 2

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 83


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Numero di addetti e numero di unità locali delle imprese attive nel Comune di Sant’Antioco per sezione, divisione e gruppo di attività
economica (ISTAT, Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011)

numero addetti delle


numero di unità locali
Sezione_ATECO_2007 Divisione_ATECO_2007 Gruppo_ATECO_2007 unità locali delle
delle imprese attive
imprese attive

noleggio di altre
attività di noleggio macchine,
77 773 1 1
e leasing operativo attrezzature e beni
materiali

attività delle
attività di ricerca,
agenzie di lavoro
78 selezione, fornitura 782 1 -
temporaneo
di personale
(interinale)

attività dei servizi


delle agenzie di
attività delle

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


viaggio, dei tour
79 791 agenzie di viaggio 4 5
operator e servizi di
e dei tour operator
noleggio, agenzie prenotazione e
di viaggio, servizi attività connesse
N
di supporto alle
imprese attività di pulizia e
812 1 2
disinfestazione
attività di servizi per
81 cura e
edifici e paesaggio
813 manutenzione del 1 -
paesaggio

attività di supporto
821 per le funzioni 3 4
attività di supporto d'ufficio
per le funzioni
82 d'ufficio e altri servizi attività dei call
822 1 2
di supporto alle center
imprese
servizi di supporto
829 5 7
alle imprese nca

servizi degli studi


862 medici e 21 38
sanita' e odontoiatrici
Q 86 assistenza sanitaria
assistenza sociale
altri servizi di
869 6 8
assistenza sanitaria

attività creative, attività creative,


90 artistiche e di 900 artistiche e di 4 5
intrattenimento intrattenimento

attività di attività di
biblioteche, archivi, biblioteche, archivi,
91 910 2 29
musei ed altre musei ed altre
attività artistiche, attività culturali attività culturali
sportive, di
R
intrattenimento e attività riguardanti attività riguardanti
divertimento le lotterie, le le lotterie, le
92 920 1 4
scommesse, le case scommesse, le
da gioco case da gioco

attività sportive, di 931 attività sportive 2 5


93 intrattenimento e di attività ricreative e
divertimento 932 2 4
di divertimento

riparazione di
riparazione di beni
computer e di beni
95 952 per uso personale e 4 5
per uso personale e
altre attività di per la casa
S per la casa
servizi
altre attività di altre attività di
96 servizi per la 960 servizi per la 19 35
persona persona

Totale complessivo 647 1.626

Nel centro in esame è quindi il settore di attività economica del “commercio all'ingrosso e al
dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli” a far registrare il maggior numero di addetti,
seguito dai settori della pesca, delle costruzioni e delle attività dei servizi di alloggio e di
ristorazione. In particolare, alla data dell’ultimo Censimento dell’Industria e dei Servizi,

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 84


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Sant’Antioco è il secondo Comune della regione, preceduto da Cabras, per numero di


addetti nel gruppo di attività economica della pesca, pari a 230 unità.
Nel corso dell’ultimo decennio intercensuario a Sant’Antioco cresce il numero di unità locali
(+23), ma si riduce il numero complessivo di addetti, che passa da 1.682 a 1.626 unità. In
particolare, contribuisce al decremento del numero di addetti il settore delle attività
manifatturiere, che mostra un saldo pari a -102 unità, seguito dai settori della pesca e
dell’estrazione di minerali da cave e miniere, con saldi rispettivamente pari a -81 e -69 unità;
viceversa i settori delle costruzioni, del “commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di
autoveicoli e motocicli” e delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione mostrano un
sensibile incremento del numero di addetti, pari rispettivamente a +76, +64 e +51unità. Nello
stesso periodo il numero di unità locali attive cresce soprattutto nei settori delle costruzione e
delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, con saldi rispettivamente pari a +26 e +25

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


unità locali.
Nel 2011 la dimensione media delle imprese, espressa attraverso il numero medio di addetti
alle unità locali, per i settori di attività economica della pesca e delle “attività artistiche,
sportive, di intrattenimento e divertimento” risulta superiore a Sant’Antioco rispetto al dato
medio provinciale, regionale e nazionale.

Comune di Sant’Antioco - variazione percentuale del n° di


Numero medio di addetti alle unità locali delle imprese per
addetti e di unità locali per sezione di attività economica tra il
settore di attività economica nel 2011
2001 e il 2011

A agricoltura, silvicoltura e pesca -26%


-15%
agricoltura, silvicoltura e pesca
A

B estrazione di minerali da cave e miniere -81%


-50% estrazione di minerali da cave e miniere
B

C attività manifatturiere -46%


-22%
C

attività manifatturiere
D fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata -43%
D

0% fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata


125% fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e
E fornitura di acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti…
E

0% risanamento
costruzioni
F

F costruzioni 62%
52%
commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e
G

G commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di… 15% motocicli


-7%
H

36% trasporto e magazzinaggio


H trasporto e magazzinaggio 42%
attività dei servizi di alloggio e di ristorazione
I

I attività dei servizi di alloggio e di ristorazione -28%


-29%
servizi di informazione e comunicazione
J

J servizi di informazione e comunicazione 0%


7% attività finanziarie e assicurative
K

K attività finanziarie e assicurative 4%


-7% attivita' immobiliari
L

L attività immobiliari 75%


M

100% attività professionali, scientifiche e tecniche


9%
N

M attività professionali, scientifiche e tecniche 11% noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
istruzione
P

N noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 11%


88%
Q

-100% sanita' e assistenza sociale


P istruzione -100%
R

attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento


Q sanità e assistenza sociale 39%
23%
altre attività di servizi
S

R attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento -13%


-15%
- 12 24 36 48
S altre attività di servizi 14%
-15%

Al 31 dicembre 2011 nel Comune di Sant’Antioco si rilevano incidenze di addetti alle unità
locali delle imprese superiori rispetto alla media provinciale, regionale e nazionale nei settori
di attività economica della pesca, del “commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di
autoveicoli e motocicli”, delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, e delle “attività
artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento”.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 85


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Incidenza di addetti alle unità locali delle imprese per settore di Incidenza di unità locali delle imprese per settore di attività
attività economica nel 2011 economica nel 2011

agricoltura, silvicoltura e pesca agricoltura, silvicoltura e pesca


A

A
estrazione di minerali da cave e miniere estrazione di minerali da cave e miniere
B

B
C

C
attività manifatturiere attività manifatturiere
D

D
fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e
E

E
risanamento risanamento
costruzioni costruzioni
F

F
commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e
G

G
motocicli motocicli
H

H
trasporto e magazzinaggio trasporto e magazzinaggio
attività dei servizi di alloggio e di ristorazione attività dei servizi di alloggio e di ristorazione
I

I
servizi di informazione e comunicazione servizi di informazione e comunicazione
J

J
attività finanziarie e assicurative attività finanziarie e assicurative
K

K
attivita' immobiliari attivita' immobiliari
L

L
M

M
attività professionali, scientifiche e tecniche attività professionali, scientifiche e tecniche

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


N

N
noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
istruzione istruzione
P

P
Q

Q
sanita' e assistenza sociale sanita' e assistenza sociale
R

R
attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
altre attività di servizi altre attività di servizi
S

S
0% 9% 18% 27% 36% 0% 9% 18% 27% 36%

Il ruolo della pesca nel sistema economico produttivo di Sant’Antioco


I dati sopra illustrati evidenziano l’importanza del settore della pesca nel sistema economico
produttivo di Sant’Antioco; di seguito si raffigurano ulteriori dati di dettaglio relativi al numero
di addetti e di unità locali delle imprese nel settore della pesca, piscicoltura e servizi connessi,
tratti dalle rilevazioni censuarie dell’ISTAT negli anni compresi tra il 1971 e il 2011.
Analogamente a quanto si osserva negli ambiti territoriali di riferimento, nel centro in esame il
2001 fa registrare il maggior numero di addetti e di unità locali delle imprese nel settore della
pesca, piscicoltura e servizi connessi, pari rispettivamente a 312 e 25 unità. Sin dal 1971 la
dimensione media delle imprese attive nel settore della pesca appare superiore a
Sant’Antioco rispetto agli ambiti territoriali di riferimento.

Comune di Sant'Antioco - numero di addetti e di unità locali Numero medio di addetti alle unità locali delle imprese nel
delle imprese nel settore della pesca, piscicoltura e servizi settore della pesca, piscicoltura e servizi connessi dal 1971 al
connessi dal 1971 al 2011 2011

16
312

12
232

108 103
93
4

21 25 22
13 7
0
1971 1981 1991 2001 2011 1971 1981 1991 2001 2011

Alla data più recente nel centro in esame la variazione percentuale rispetto al 1971 del
numero di addetti e di unità locali delle imprese nel settore della pesca risulta
rispettivamente pari al 149% e al 69%, nonostante la significativa flessione rilevata nel corso
dell’ultimo decennio intercensuario.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 86


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Numero di addetti delle imprese nel settore della pesca, Numero di unità locali delle imprese nel settore della pesca,
piscicoltura e servizi connessi dal 1971 (=100%) al 2011 piscicoltura e servizi connessi dal 1971 (=100%) al 2011

400% 400%

300% 300%

200% 200%

100% 100%

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


0% 0%
1971 1981 1991 2001 2011 1971 1981 1991 2001 2011

Il ruolo del turismo nel sistema economico produttivo di Sant’Antioco


L’analisi della composizione e dei trend evolutivi dei flussi turistici in ambito costiero si
configura come fattore indispensabile alla scala locale e sovralocale allo scopo di poter
meglio definire gli obiettivi di conservazione e sviluppo che il territorio intende perseguire il
relazione alle sue potenzialità e risorse.

La capacità degli esercizi ricettivi


Nel 2015 sono 43 gli esercizi ricettivi in attività nel Comune di Sant’Antioco, costituiti da 8
esercizi alberghieri, 26 bed & breakfast, 7 alloggi in affitto, 1 campeggio e 1 alloggio agro-
turistico; tali strutture garantiscono un’offerta complessivamente pari a 1.280 posti letto,
corrispondenti al 23% dell’offerta ricettiva totale in ambito provinciale.
Rispetto al dato medio provinciale, regionale e nazionale a Sant’Antioco appare molto più
rilevante l’incidenza di posti letto presso i campeggi e appare sensibilmente al di sopra della
media anche il dato relativo agli alloggi in affitto; viceversa, si osserva un’incidenza molto
ridotta di alberghi di medio-alta categoria e risulta inferiore alla media provinciale il dato
relativo agli alloggi agrituristici e ai bed & breakfast.

Capacità degli esercizi ricettivi del Comune di Sant’Antioco per Incidenza dei posti letto negli esercizi ricettivi per tipo di
tipo di alloggio nel 2015 alloggio nel 2015

5 stelle e 5 stelle lusso - 0% 14% 28% 42% 56%


-
esercizi alberghieri

4 stelle 1 5 stelle e 5 stelle lusso


66
esercizi alberghieri

3 stelle 6 4 stelle
191
2 stelle 1 3 stelle
22
- 2 stelle
1 stella -
- 1 stella
Residenze Turistico Alberghiere -
1 Residenze Turistico Alberghiere
Campeggi e Villaggi turistici 708
Campeggi e Villaggi turistici
Alloggi in Affitto 7
166
esercizi complementari

Alloggi in Affitto
esercizi complementari

Alloggi agro-turistici e Country-Houses 1


14
Alloggi agro-turistici e Country-Houses
Ostelli per la Gioventù -
-
Ostelli per la Gioventù
Case per ferie -
- Case per ferie
Rifugi alpini -
- Rifugi alpini
Altri esercizi ricettivi -
- Altri esercizi ricettivi
Bed & Breakfast 26
113 Bed & Breakfast

Dal 2006 al 2015 la capacità ricettiva presso gli esercizi alberghieri del Comune di
Sant’Antioco mostra un decremento percentuale pari al 18% circa, in controtendenza
rispetto al dato medio provinciale, regionale e nazionale, dove si osservano tassi di

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 87


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

incremento compresi tra il 6% e il 20% circa; nello stesso periodo, presso gli esercizi
complementari di Sant’Antioco si rileva un lieve incremento (+4%) del numero di posti letto, in
misura molto inferiore rispetto al dato medio provinciale (+56%) e lievemente al di sotto
anche rispetto agli altri ambiti territoriali di riferimento.

Variazione del numero di posti letto negli esercizi


Variazione del numero di posti letto negli esercizi alberghieri dal
complementari dal 2006 (=100%) al 2015 14
2006 (=100%) al 2015
190% 190%

160% 160%

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


130% 130%

100% 100%

70% 70%
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

La caratterizzazione dei flussi turistici


A livello nazionale è stato stimato che, nell'arco di un anno, le presenze di coloro che
soggiornano nelle seconde case nei comuni balneari sono il doppio di quelle registrate nelle
imprese ricettive e che gli escursionisti sono il triplo. L'effettivo numero di persone presenti sul
territorio viene quindi sottostimato fino ad un quinto del reale.
In base ai dati sul movimento turistico forniti dal SIRED - Sistema Informativo di Raccolta ed
Elaborazione Dati 15, un sistema federato web gestito dalla Regione Autonoma della
Sardegna e dalle Amministrazioni Provinciali, messo in uso nel 2013, nel 2015 presso gli esercizi
ricettivi ubicati nel Comune di Sant’Antioco si sono registrate poco più di 50 mila presenze,
che costituiscono circa il 21% rispetto al totale provinciale; rispetto al 2013, nel 2015 il numero
di presenze presso gli esercizi ricettivi di Sant’Antioco risulta più ridotto del 5% circa, in
controtendenza se confrontato con il dato medio provinciale (+6%), regionale (+16%) e
nazionale (+4%).

14 nel 2013 il processo di riclassificazione delle strutture extra-alberghiere determina sensibili variazioni
(fonte:avvertenza ISTAT)
15 La raccolta avviene nell'ambito della rilevazione "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi", che costituisce

un'indagine totale svolta dall'Istat con periodicità mensile. L'unità di rilevazione è costituita dagli esercizi ricettivi
ripartiti fra strutture alberghiere, strutture complementari e alloggi privati in affitto. I dati sono caricati via web
direttamente dalle strutture ricettive o trasmessi da queste alle Amministrazioni Provinciali di riferimento per il
successivo caricamento sul SIRED.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 88


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi ricettivi Presenze negli esercizi ricettivi in diversi ambiti territoriali dal
del Comune di Sant’Antioco dal 2013 al 2015 2013 (=100%) al 2015
53.417
50.262 50.572 118%
4,2

111%

104%
3,9

3,8

12.627 12.834 13.175 97%

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


90%
2013 2014 2015

2013 2014 2015

Nel Comune di Sant’Antioco la permanenza media dei clienti presso le strutture ricettive
mostra andamento progressivamente decrescente, con valori superiori o 4,2 giorni nel 2013 e
pari a 3,8 giorni circa nel 2015, dato comunque superiore rispetto alla media provinciale (3,3)
e nazionale (3,5), ma ben al di sotto rispetto a quello medio rilevato in ambito regionale (4,7).
Nel corso del 2015 la distribuzione mensile delle presenze negli esercizi ricettivi mostra una più
accentuata concentrazione sui mesi estivi a Sant’Antioco rispetto al dato medio provinciale,
regionale e nazionale, che denota una tipologia di turismo prevalentemente per motivi
balneari. In particolare, i mesi di luglio e agosto 2015 assorbono complessivamente quasi il
60% delle presenze registrate presso gli esercizi ricettivi ubicati nel centro in esame; il dato
appare in crescita nel corso dell’ultimo triennio, evidenziando l’inadeguatezza delle iniziative
adottate al fine di favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici.

Permanenza media dei clienti negli esercizi ricettivi in diversi Distribuzione mensile delle presenze negli esercizi ricettivi in
ambiti territoriali dal 2013 al 2015 diversi ambiti territoriali nel 2015

5,0 36%

4,5 27%
giorni

4,0 18%

3,5 9%

3,0 0%
2013 2014 2015 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

La distribuzione mensile delle presenze di clienti negli esercizi ricettivi del Comune di
Sant’Antioco nel corso del 2015, così come per gli anni precedenti, appare molto più
omogenea per gli ospiti di nazionalità straniera rispetto agli italiani. Il 42% delle presenze
annue di clienti italiani negli esercizi ricettivi ubicati a Sant’Antioco sono infatti concentrate
nel solo mese di agosto, nello stesso mese si registra appena il 21% delle presenze annue di
clienti di nazionalità straniera. Nel corso del mese di luglio del 2015 si è registrato oltre un
quarto delle presenze annue di clienti di nazionalità straniera.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 89


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Nel corso dei primi due mesi dell’ultimo anno di osservazione, si rileva un’incidenza di
presenze straniere negli esercizi ricettivi di Sant’Antioco mediamente pari a poco più del 6%,
inferiore rispetto al dato medio nazionale, regionale e provinciale. Viceversa, nel corso del
trimestre successivo supera il 68% l’incidenza di presenze straniere negli esercizi ricettivi di
Sant’Antioco, risultando superiore rispetto agli ambiti territoriali di riferimento. Nei mesi
successivi del 2015 si rilevano incidenze di presenze straniere negli esercizi ricettivi di
Sant’Antioco, comprese tra il 23% e il 50%, sempre intermedie tra il dato nazionale e quello
provinciale, con l’eccezione del mese di ottobre.

Presenze mensili di clienti italiani e stranieri negli esercizi Incidenza mensile delle presenze straniere negli esercizi ricettivi
ricettivi del Comune di Sant’Antioco nel 2015 in diversi ambiti territoriali nel 2015

44% 90%

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


75%

33%

60%

22% 45%

30%

11%

15%

0% 0%
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

Nel corso del triennio di osservazione, poco meno della metà delle presenze turistiche
rilevate presso gli esercizi ricettivi ubicati nel Comune di Sant’Antioco sono riconducibili a
clienti di nazionalità straniera; il dato appare lievemente al di sotto rispetto alla media
regionale e nazionale, ma sensibilmente superiore al dato medio provinciale.
Poco meno del 50% dei clienti presso gli esercizi ricettivi del Comune di Sant’Antioco
provengono da altre regioni italiane, oltre un terzo da Paesi dell’Unione Europea diversi
dall’Italia e appena il 5% da altri Paesi europei; nel corso dell’ultimo triennio appare in
sensibile calo il numero di presenze di clienti provenienti dal resto della regione, che passano
da 5,8 mila nel 2013 a 4,2 mila nel 2015. Infine, nel corso dell’ultimo biennio di osservazione i
clienti presso gli esercizi ricettivi del Comune di Sant’Antioco provenienti da Paesi extra-
europei si attestano sotto le 200 unità.

Incidenza di presenze straniere negli esercizi ricettivi in diversi Presenze negli esercizi ricettivi del Comune di
ambiti territoriali dal 2013 al 2015 Sant’Antioco per provenienza dei clienti dal 2013 al 2015

30.000
52%

22.500
39%

15.000
26%

7.500
13%

0
0% 2013 2014 2015
2013 2014 2015

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 90


DOCUMENTO DI SCOPING
COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Il sistema della portualità del Sulcis


Nel complesso il sistema portuale provinciale si presenta articolato e complesso e con un
forte radicamento alle realtà insediative e territoriali locali, risalente ad epoche preistoriche, il
golfo di Palmas in particolare ha costituito un paraggio sicuro sin dalle prime navigazioni
mediterranee, concretizzandosi nella fondazione del porto dell’antica Sulki, nella laguna di
Sant’Antioco.
La posizione geografica al limite tra Mediterraneo Occidentale e Orientale e fra Europa e
Nord Africa, fa del sistema portuale provinciale un potenziale nodo cruciale delle relazioni
intramediterranee.
Né è trascurabile la presenza di una importante marineria peschereccia locale, tra le più

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numerose dell’intera Sardegna, legata alla tradizione delle tonnare e oramai ramificata e
specializzata in altri settori di pesca in mare, che favorisce lo sviluppo della cantieristica
locale e che, storicamente, ha costituito la ragione della presenza dei saperi artigianali locali
dei maestri d’ascia dell’arcipelago sud occidentale.
Il sistema portuale provinciale evidenzia tuttavia numerose criticità legate alla datazione
dell’apparato pianificatorio dei diversi porti, risalente agli anni 60-70 e concausa tra l’altro,
della esiguità di investimenti infrastrutturali; al perdurare delle crisi industriali; al ritardato
sviluppo turistico del Sulcis Iglesiente; alla debole integrazione modale nel campo del
trasporto passeggeri; al ritardo nelle azioni di bonifica ambientale dei siti a rischio in
prossimità dei porti.
Lo scalo industriale di Portovesme svolge le funzioni connesse al movimento delle merci per le
attività industriali e di terminal per il movimento dei passeggeri da e per l’Isola di San Pietro.
Lo scalo di Carloforte, localizzato sul fronte del centro abitato, svolge funzioni di terminal per il
movimento dei passeggeri, di supporto per la pesca e per diporto nautico. Lo scalo ha la
fondamentale funzione di collegare l’isola di San Pietro con Portovesme e Calasetta, sia per
esigenze di lavoro e di studio, ma anche per esigenze sociali e turistiche.
Lo scalo di Calasetta, situato alla estremità settentrionale dell’isola di Sant’Antioco a ridosso
del centro abitato omonimo, rappresenta l’unico approdo quando le condizioni meteo-
marine avverse (maestrale) non permettono l’attracco a Portovesme per quanto riguarda il
movimento passeggeri per l’Isola di San Pietro.
Il porto di Sant’Antioco, sul piano storico, presenta una certa complessità di funzioni portuali,
ripartite fra il porto vero e proprio, a sud dell’istmo, ove si svolgevano ruoli commerciali e
industriali e oggi funzioni connesse alla cantieristica, e il grande specchio della laguna, a
nord dell’istmo, ove si sono sempre sviluppati i ruoli pescherecci e, più recentemente, quelli
diportistici.
Il piccolo porto di Buggerru ricade nel centro abitato dell’omonimo comune, presenta
notevoli problemi nella stabilità delle opere di difesa e per le grandi difficoltà di accesso con
mare agitato, ha un numero di posti barca per il transito complessiva di circa 300 posti
barca.
Nel campo dello sviluppo della portualità turistica si segnalano inoltre, criticità legate:
− alla promiscuità degli usi portuali tra funzioni commerciali industriali e diportistiche;
− alla debolezza dell’offerta di posti barca;
− alla irrisolta questione della navigabilità attraverso il canale lagunare di Sant’Antioco,
che dovrebbe mettere in comunicazione il golfo di Palmas con il tratto di mare compreso
tra l’isola di San Pietro e l’Isola madre.

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Il sistema portuale del Comune di Sant’Antioco


Il sistema portuale del Comune di Sant’Antioco è suddivisibile in tre diverse zone due delle
quali insistono sulla baia omonima, mentre una è situata nel Golfo di Palmas. La baia e il
golfo sono collegate via mare da un varco in corrispondenza del Canale di Ponente.
In prossimità del centro abitato di Sant’Antioco è presente una vera e propria struttura
portuale con funzione prevalente di servizio alla nautica da diporto e di servizio alle attività di
pesca avente disponibilità di circa 200 punti di ormeggio. Dall’anno 2016 la gestione
decennale del porto è affidata al Consorzio Tanit Port Management in regime di sub
concessione dalla Regione Sardegna, Assessorato Enti Locali.
Spostandosi verso sud, sempre nella zona della baia e in corrispondenza del Lungomare De
Pompeis, vi sono una serie di piccoli pontili e punti sparsi di attracco per le imbarcazioni ed
anch’essi a servizio di attività analoghe a quelle del porto: in totale si contano poche decine

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di punti di ormeggio.
Non appena superato il varco e spostandosi quindi nel Golfo di Palmas si ha l’ultima zona
portuale, detta Porto Ponte Romano, che è quella ad attività prevalentemente
commerciale, di pesca ed interessata anche dal naviglio militare. Tale attività commerciale
interessa modesti traffici di merci come meglio evidenziato nel seguito.

Il porto commerciale di Sant’Antioco


Lo svilupparsi delle attività estrattive del settore carbonifero del Sulcis rese necessaria la
realizzazione della struttura portuale di Sant’Antioco. Il carbone del Sulcis rappresentava più
del 60% del quantitativo totale di merci transitate nel sito. Il carbone veniva conferito al porto
e scaricato direttamente sulle banchine, costituendo dei cumuli di materiale. Infine veniva
movimentato tramite gru. L’assenza di adeguati sistemi di confinamento del materiale ha
favorito la dispersione delle polveri di carbone per l’azione del vento e delle acque
meteoriche.
Lo stesso porto, oltre che per la spedizione del carbone Sulcis, era utilizzato per la
movimentazione e la spedizione dei minerali estratti dalle Società Pertusola, SAPEZ e AMMI. Si
trattava di minerali concentrati di Pb e Zn, provenienti dagli impianti di flottazione delle aree
minerarie limitrofe, che venivano stoccati anch’essi in cumuli e movimentati analogamente
al carbone.
Inoltre, il porto era indispensabile per la movimentazione dei prodotti di due industrie sorte in
prossimità della stessa area portuale: la Baroid International e la Sardamag/Seamag.
La prima operò dal 1955 al 1979 e si occupava dell’estrazione di minerali di bario e di argille
bentonitiche. La Sardamag, attualmente Seamag, produceva ossido di magnesio,
utilizzando come materie prime acqua di mare, calcare, acido solforico ed olio combustibile
come fonte energetica. L’attività ebbe inizio nel 1963 e cessò nel 1996.
Attualmente il porto è utilizzato pressoché solo ed esclusivamente per l’attracco dei
pescherecci e per il traffico di merci, quali il sale marino prodotto nella vicina salina, materie
prime e prodotti da e per le industrie del polo industriale di Portovesme e per il traffico di
mezzi militari, per un totale di merci movimentate pari a circa 250 mila t/anno, di cui il 50%
costituito da sale per esportazione.
Nel bacino portuale industriale esiste un altro porticciolo nella darsena di fronte alla sede
della Capitaneria che si estende verso il faro. In quest’area, caratterizzata da basso fondale
sono attraccate le imbarcazioni della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, oltre ad
una ventina di imbarcazioni a vela e motore sino a 6 metri di lunghezza. È inoltre presente
una piccola officina per il rimessaggio delle imbarcazioni e manutenzioni varie. Un’altra
attività artigianale è presente nella banchina opposta a quella di Ponente, dove opera un
piccolo cantiere nautico, limitrofo all’area dell’ex impianto Seamag.
Allo stato attuale il porto commerciale presenta una conformazione tale da rendere
impropria la stessa definizione di porto. Manca infatti completamente delle opere foranee
che, oltre a dare la delimitazione dell’ambito operativo, devono proteggere le strutture di

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ormeggio dalle traversie provenienti prevalentemente dai settori del 2° quadrante. Inoltre i
fondali sono assolutamente insufficienti a consentire le manovre del naviglio commerciale
anche di modesta stazza e il progetto di approfondimento delle quote di fondo si è da
tempo arenato di fronte alle procedure di bonifica dei materiali da scavare. Infine appare
indispensabile un profondo rinnovamento del sistema delle banchine, indispensabile per la
riorganizzazione funzionale delle diverse attività
Sono pertanto previsti una serie di interventi finalizzati a:
− escavo su una superficie di 95.300 metri quadrati fino alla batimetrica di 7,5 m;
− realizzazione del nuovo molo di sottoflutto, parallelo alla calata dell’antistante banchina
commerciale, sviluppato per una lunghezza di circa 600 metri;
− irrobustimento del molo di sopraflutto con la regolarizzazione del nucleo e la formazione

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di una mantellata in massi di terza categoria (1500 – 3000 kg);
− nuova banchina del sale;
− bacino di colmata.
Con Determinazione n. 53075/2008 del 30 dicembre 2016 del direttore del servizio dei
contratti pubblici della Regione Autonoma della Sardegna è stata aggiudicato l’appalto per
l’affidamento dei servizi di progettazione definitiva ed esecutiva, direzione dei lavori, misura e
contabilità, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, relativi
alle opere di sottoflutto, banchinamenti ed escavo fondali del porto di Sant’Antioco.

Il traffico marittimo del Porto di Sant’Antioco


Il porto fu realizzato fra il 1936 e il 1938 come punto di imbarco della produzione mineraria del
Sulcis. Lo scalo, classificato di seconda classe, ebbe da subito una crescita molto intensa con
l’imbarco del carbon fossile estratto nella zona. Nel 1952 raggiunse una movimentazione
totale di 839.215 tonnellate e dopo alti e bassi è arrivato ad un traffico di oltre due milioni di
tonnellate di merce negli anni ’80. Nel 1997 la movimentazione è stata di circa 880.000
tonnellate, ma in seguito, fine anni ’90, a causa della chiusura dell’attività industriale della
zona (Sardamag ecc.) i traffici si sono notevolmente ridotti.
Nella tabella sottostante sono riportati per gli anni compresi dal 2007 al 2016 i dati riguardanti
i traffici commerciali e la presenza del naviglio militare (dati forniti dall’Ufficio Circondariale
Marittimo di Sant’Antioco): si evidenziano le navi che hanno impegnato il porto e le relative
quantità di merce sbarcata/imbarcata.

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
totale navi arrivate 33 59 88 96 85 58 59 52 44 37
totale navi partite 33 59 87 96 85 58 59 52 44 37
Sale imbarcato
49.380 89.290 176.392 199.746 60.008 60.008 115.000 92.500 80.000 45.000
(t/anno)
Pece in sacconi
13.688 14.180 14.286 10.152 6.026 - 6.000 - - -
sbarcato (t/anno)
Materiale
d’armamento 1.940 0,352 0,589 - - 4.050 14.800 27.750 20.350 25.900
imbarcato (t/anno)
Mezzi militari
3.241 5.874 9.158 7.925 10.096 2.670,77 14.800 27.750 20.350 25.900
imbarcati (t/anno)
Mezzi militari
5.556 11.924 7.706 6.838 11.908 2.670,77 - - - -
sbarcati (t/anno)
Alluminio imbarcato
- - 2.646 8.452 9.700 4.710 - - - -
(t/anno)
Esplosivo (t/anno) - - 175 1,5 - - 600 600 400 150

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Sempre grazie ai dati forniti dall’Ufficio circondariale marittimo di Sant’Antioco, si riportano i


seguenti dati inerenti all’attività della pesca:
− n. 285 unità che esercitano l’attività di piccola pesca;
− n. 25 unità che esercitano la pesca a strascico;
− n. 32 unità iscritte presso compartimenti siciliani e calabresi che nel periodo aprile –
settembre esercitano la pesca del pesce spada;
− unità da pesca iscritte nei RR.NN.MM. e GG. di Sant’Antioco: 310;
− n. 5 posti d’ormeggio riservato alle unità da diporto in transito.
Dalla tabella sopra riportata si può notare che a livello commerciale le materie trafficate
sono il sale (imbarco dalle vicine saline) e la pece (sbarco con destinazione probabile lo

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stabilimento di produzione di alluminio primario dell’Alcoa nella vicina Portovesme). Sino al
2012 si segnala anche l’imbarco di alluminio (probabile provenienza lo stabilimento
dell’Alcoa). Si evidenzia l’andamento oscillante dell’attività commerciale che si è avuto nel
corso dell’ultimo decennio: in particolare le quantità di sale imbarcato mostra fluttuazioni
molto significative, con andamento tendenzialmente decrescente nel corso dell’ultimo
triennio; si tratta in ogni caso di livelli ben lontani dalle 2 milioni ed oltre di tonnellate di merce
registrate negli anni ’80.
Nella parte II del Piano Regionale dei Trasporti del 2008, destinata alla definizione degli
scenari futuri, per il porto di Sant’Antioco appare sempre più difficile trovare delle funzioni
commerciali sia nel breve che nel lungo termine; si prefigura un possibile scenario di sviluppo
nel settore turistico, quindi nel diportismo nautico e nelle crociere.

Movimenti in transito dei motopesca e diporto dal 2012 al


Principali traffici portuali dal 2007 al 2016
2016

220

1022
994

165

685
migliaia di t/anno

640
619
110

55

82 74 88 76 84

-
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2012 2013 2014 2015 2016

Per quanto riguarda il traffico mercantile, di seguito si riportano le dimensioni delle banchine
Portuali:
− banchina sanità: 150 metri;
− banchina di levante: 330 metri;
− banchina di testata: 230 metri;
− banchina di ponente (utilizzata dalle unità di pesca): 390 metri.
L’analisi degli attracchi e partenze nel decennio 2007-2016 evidenzia come il numero di
navigli cresce sino al 2010 e si riduce nel corso dei sei anni successivi, mantenendosi molto al
di sotto rispetto alle reali potenzialità del porto.

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Le strutture portuali
Nella Regione Sardegna le strutture portuali dedicate al diportismo sono 78 e l'offerta
potenziale è di 19.415 posti barca. Si riporta di seguito una mappa che rappresenta
l’ubicazione delle strutture portuali per la nautica da diporto presenti nel tratto di costa
compreso tra Porto Pino e Buggerru; di seguito, si riportano delle schede descrittive di
ciascuna struttura, riportanti informazioni utili su servizi offerti, accessibilità, contesto
ambientale, tratte dall’Atlante dei porti turistici, approdi e ormeggi esistenti, allegato allo
“Studio di Fattibilità sul completamento della rete portuale turistica isolana” (RAS, 2010).
Rispetto ai dati riportati sulle schede, da una ricognizione svolta attraverso il sito web
www.pagineazzurre.com e i siti ufficiali dei porti, la ricettività dei porti turistici di Calasetta e di
Sant’Antioco è aumentata, passando rispettivamente a 400 e 232 posti barca; in tutti i
restanti casi le informazioni riportate appaiono ancora attuali.

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Le attività di cantieristica navale


L’attività di cantieristica nautica locale è prevalentemente legata alla costruzione interamente
lignea delle imbarcazioni, con importanti risvolti anche per l’indotto correlato ad essa,
dall’artigianato ai tipici prodotti locali in generale.
Si riporta di seguito un elenco, tratto dal sito http://www.pagineazzurre.com, delle attività presenti
nel territorio comunale di Sant’Antioco che svolgono attività di cantieristica navale:

Balia Desogus
lungomare Colombo, 40 v. Trilussa, 12

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0781.840600 0781.800587

F.lli Sitzia SA.C.I.R.N.


lungomare Colombo loc. Ponti
0781.840964 0781.82163

Dessì Solkimar
loc. Ponti lungomare caduti di Nassirya
0781.82398 349.1393324 – 347.917368

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5.1.9 Mobilità e trasporti


Il territorio dell’isola di Sant’Antioco è attraversato dalle seguenti direttrici stradali principali:
− La strada statale 126 dir;
− La strada prov. n. 76 S. Antioco-Canai.

La strada statale 126 dir ha un andamento Ovest-Est, taglia trasversalmente l’isola, attraversa
la fascia pedecollinare interna e permette il collegamento tra i centri abitati di Sant’Antioco
e Calasetta.
La strada provinciale S.P. 76 ha una andamento Nord-Sud e permette il collegamento tra il
centro abitato di Sant’Antioco e la parte meridionale dell’isola.

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Figura 26: Viabilità nell'area vasta del porto

Con il progressivo esaurimento delle attività estrattive ed il venir meno dell’importanza del
porto, l’installazione ferroviaria portuale è stata smantellata, contestualmente all’eliminazione
della tratta ferroviaria Carbonia-S.Antioco-Calasetta.
A seguito della eliminazione della linea ferrata, il porto commerciale di Sant’Antioco è
raggiungibile mediante una diramazione dalla Strada statale n. 126 che segue prima un
tracciato parallelo all’istmo, quindi sottopassa la rampa del ponte presso il canale di
ponente e si collega alla viabilità portuale.
La viabilità di accesso al sistema portuale non è migliorata con la circonvallazione che dal
settore sud del centro urbano (sede dell’attuale area commerciale e artigianale) si
ricongiunge con la via Calasetta a ovest a causa di un tracciato tortuoso, ormai totalmente
fagocitato dalle lottizzazioni e dimensionato per una portata di traffico assai minore.
La costruzione del previsto nuovo ponte, con campata centrale più alta, tale da consentire il
passaggio di barche a vela con albero di altezza sino a 18 metri, non dovrebbe comportare
alcuna modifica all’accesso ed all’assetto viario del porto.
Le connessioni infrastrutturali tra ambito portuale e territorio rappresentano una della
maggiori criticità dello stato di fatto, sia in termini di accessibilità terrestre e per la
navigazione, che di integrazione spaziale urbana con il centro di Sant’Antioco.

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Figura 27: Il ponte stradale sul canale di ponente (lato Sant’Antioco)

La presenza dell’attuale ponte della SS126 e del suo rilevato è una barriera che isola l’ambito
portuale dalle zone limitrofe e dal centro urbano. Il ponte impedisce inoltre a natanti dotati
di alberatura o superiori alla sua altezza sull’acqua il transito attraverso il canale navigabile.
Le opere di banchinaggio previste dal piano vigente non sono state completate sulla riva di
ponente del canale navigabile, mentre manca totalmente il previsto molo di levante.
L’attuale diga foranea è incompleta e non collegata con la terra ferma, né praticabile per
alcun mezzo.
Il potenziamento della multifunzionalità del porto Ponte romano, passa attraverso il
miglioramento della sua connessione infrastrutturale con il territorio.
L’Amministrazione Comunale ha recentemente avviato la progettazione di una rotatoria
lungo la via Nazionale, funzionale alla razionalizzazione e smistamento dei flussi veicolari di
connessione fra la rampa di collegamento al ponte, il lungomare, il margine urbano verso la
via Campidano e l’area portuale nel settore attualmente interessato della cantieristica.
Il potenziamento delle infrastrutture viarie di collegamento delle zone costiere con quelle
dell'interno e con i principali assi stradali è inoltre previsto dal Piano Sulcis. Gli interventi
programmati con DGR n. 33/45 del 31.07.2012 trovano copertura sulle risorse assegnate alla
Regione dalla CIPE n. 93/2012.
L’azione istruttoria svolta dall'Assessorato dei Lavori Pubblici della Regione Sardegna e ANAS
ha perfezionato il programma, che è stato condiviso con il territorio nei tavoli tecnici locali
attivati dal Coordinamento del Piano del 22 luglio e del 6 ottobre 2014.
Le opere programmate hanno visto successive rimodulazioni (DGR nn.5/10 del 6.02.2015;
47/13 del 29.09.2015). La CIPE n.31 del 20.02.2015 (GU n.138 del 17.06.2015) assegna in via
definitiva delle risorse attribuite in via programmatica dalla precedente CIPE n.93/12. È stata
poi rimodulata a novembre 2015 (CIPE n.96 del 06.11.2015). Il 20 novembre 2015, a Roma, è
stato stipulato l’Accordo di Programma Quadro Viabilità tra Governo, Regione, Anas.
Il complesso degli interventi ammonta a €60 milioni. La responsabilità del programma è
affidata all’ Assessorato dei Lavori Pubblici. Soggetti delegati all’attuazione sono ANAS,
Provincia del Sud Sardegna, Comune Sant’Anna Arresi. L’Accordo di Programma Quadro ha
previsto l’impegno delle risorse entro il 31.12.2016.

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Due degli interventi (SP77 e Istmo e circonvallazione) sono in fase di rimodulazione.


La proposta è stata approvata dalla Giunta regionale con la Deliberazione n.40/18
del 6 luglio 2016. Sono in corso gli adempimenti verso gli organi ministeriali.

Risorse
pubbliche Soggetto
Viabilità Fase
assegnate attuatore
€mln
Appalto aggiudicato: lavori in
Comune S.Anna corso da giugno 2016 - concluso
SP 73 - messa in sicurezza 1
Arresi 1°SAL. Fine lavori prevista per
febbraio 2017
SP 77 - Adeguamento alla categoria Provincia del Sud Progettazione preliminare conclusa
3

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C1 Sardegna - febbraio 2015. in rimodulazione.
Appalto integrato complesso
SS 126 dir “Sud Occidentale Sarda” -
bandito aprile 2016 -
Realizzazione nuovo attraversamento e 40 ANAS
aggiudicazione provvisoria in
Circonvallazione Istmo Sant’Antioco.
rimodulazione
SS 195 Sulcitana - Adeguamento
strada di collegamento S.Giovanni
Suergiu-Giba
SS 293 di "Giba" - Messa in sicurezza Appalto integrato complesso
16 ANAS
Strada Giba - Nuxis bandito
Totale 60

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5.1.10 Rumore
L'esigenza di tutelare il benessere pubblico dallo stress acustico urbano si è concretizzata con
l’approvazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991, il quale
impone ai Comuni di suddividere il territorio in classi acustiche in funzione della destinazione
d'uso delle varie aree (residenziali, industriali, ecc.), stabilendo poi, per ciascuna classe, i limiti
delle emissioni sonore tollerabili, sia di giorno che di notte.
La Zonizzazione Acustica costituisce quindi un atto tecnico-politico di governo del territorio in
quanto ne disciplina l'uso e le modalità di sviluppo delle attività. L'obiettivo è quello di
prevenire il deterioramento di zone acusticamente non inquinate e di fornire un
indispensabile strumento di pianificazione, di prevenzione e di risanamento dello sviluppo
urbanistico, commerciale, artigianale e industriale, coerente con livelli di emissioni sonore

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compatibili con le destinazioni d’uso del territorio.
La Regione Sardegna, con Deliberazione n. 62/9 del 14.11.2008 ha approvato il documento
“Direttive regionali in materia di inquinamento acustico ambientale e disposizioni in materia
di acustica ambientale” ritenendo necessaria l’adozione dei Piani di Zonizzazione Acustica su
tutto il territorio regionale, al fine di poter procedere con la predisposizione del Piano
Regionale Triennale di intervento per la bonifica dall’inquinamento acustico che,
espressamente previsto all’art. 4, comma 2, della legge n. 447/1995, deve essere redatto
dalla Regione in collaborazione con le Province.
Il 18 gennaio 2013 il consiglio comunale di Sant’Antioco ha adottato il Piano di Classificazione
Acustica (Deliberazione del Consiglio Comunale n. 3 del 18 Gennaio 2013).
L’ambito di pertinenza del porto di Sant’Antioco ricade principalmente nella classe IV “Aree
di intensa attività umana” (Area portuale comprendente servizi marittimi e cantieristica
navale).
Il Piano individua una serie di recettori sensibili presenti all’interno del territorio comunale di
Sant’Antioco, individuati principalmente in classe I “Aree particolarmente protette”, che
risultano tutti distanti dall’ambito portuale.

Tabella 6: Recettori sensibili presenti nel territorio comunale di Sant’Antioco


RECETTORI SENSIBILI CLASSE
Area Cimiteriale Comunale I
Liceo Scientifico e Tecnologico I
Istituto Professionale di Stato I
Direzione Didattica e Scuola Elementare via Virgilio I
Vecchio Museo Archeologico I
Casa ricovero Anziani e Asilo Carlo Sanna I
Scuola Media e Liceo Pedagogico via Salvo d’Acquisto II
Basilica Sant’Antioco Martire II
Chiesa San Pietro I
Asilo Nido via Manno I
Scuola Materna e ludoteca via Matteotti I
Scuola Elementare via XXIV maggio I
Chiesa Santa Maria Goretti I II
Chiesa di Bonaria II
Scuola Materna Comunale via Risorgimento I

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 107


DOCUMENTO DI SCOPING
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RECETTORI SENSIBILI CLASSE


Scuola Elementare via Bologna I
Istituto professionale ex Orafos I
Scuola Elementare ex ACAI I

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Figura 28: Stralcio Tav. D “Attribuzione definitiva delle classi acustiche” del Piano di Zonizzazione
Acustica del territorio comunale di Sant’Antioco

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 108


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5.1.11 Campi Elettromagnetici

Inquadramento normativo
La prima norma generale emanata in merito alla protezione dall’esposizione a campi
elettromagnetici è stata la Legge 22 febbraio 2001, n. 36 “Legge quadro sulla protezione
dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”. Suo obiettivo è “assicurare
la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione, dagli effetti
dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici e elettromagnetici” e
“assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica
e le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi”. Essa definisce

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i concetti di limite di esposizione, valore di attenzione e obiettivo di qualità, demandando a
successivi decreti attuativi la determinazione dei valori numerici.
I valori numerici dei limiti per la popolazione vengono fissati da due decreti attuativi, uno
riferito alla protezione da campi elettrici e magnetici a 50 Hz generati dagli elettrodotti, l’altro
riferito alla protezione dai campi elettromagnetici a frequenze comprese tra 100 kHz e 300
GHz (DPCM 8 luglio 2003). Tali valori sono riportati nelle tabelle seguenti:
Limiti fissati dalla normativa vigente per gli elettrodotti
Induzione magnetica Campo elettrico
(µT) (V/m)
Limiti di esposizione (art. 3, comma 1) 100 5000
Valori di attenzione (art. 3, comma 2) 10
Obiettivi di qualità (art. 4) 3

Limiti fissati dalla normativa vigente per le sorgenti per telecomunicazione


Campo Campo
Intervallo di frequenza elettrico magnetico
(V/m) (A/m)
100 kHz – 3 MHz 60 0.2
Limiti di esposizione (art. 3, comma 1) 3 MHz – 3 GHz 20 0.05
3 GHz – 300 GHz 40 0.1
Valori di attenzione (art. 3, comma 2) 100 kHz – 300 GHz 6 0.016
Obiettivi di qualità (art. 4) 100 kHz – 300 GHz 6 0.016

Nel caso dell’esposizione a radiofrequenza, la normativa prevede quindi valori numerici


uguali per i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità ma, mentre i valori di attenzione sono
applicabili in luoghi adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore giornaliere quali aree gioco per
l’infanzia, ambienti abitativi e ambienti scolastici, gli obiettivi di qualità sono applicabili a
tutte le aree intensamente frequentate dalla popolazione.
La legge quadro 36/2001 prescrive, tra le altre cose, che siano definite opportune fasce di
rispetto degli elettrodotti: “all’interno di tali fasce di rispetto non è consentita alcuna
destinazione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario, ovvero ad uso che comporti
una permanenza non inferiore a 4 ore” (art.4, comma 1, lettera h). Il DPCM dell’8 luglio 2003
(GU n. 200 del 29 agosto 2003) prescrive a questo proposito:
− che per la determinazione delle fasce di rispetto si faccia riferimento all’obiettivo di
qualità (di cui all’art. 4 del medesimo decreto) ed alla portata in corrente in servizio
normale dell’elettrodotto e che i gestori provvedano a comunicare i dati per il calcolo e
l’ampiezza delle fasce di rispetto ai fini delle verifiche delle autorità competenti.
− che l’APAT, sentite le ARPA, definisca la metodologia di calcolo per la determinazione
delle fasce di rispetto con l’approvazione del Ministero dell’ambiente e della tutela del
territorio.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 109


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Questo secondo punto è stato realizzato tramite l’emanazione del DM 29 maggio 2008
(“Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto
per gli elettrodotti” - GU n. 156 del 5 luglio 2008 - Suppl. Ordinario n.160).
Inoltre, sempre nel 2008, è stato emanato anche il DPCM 29 maggio 2008 (“Procedura di
misura e di valutazione del valore di induzione magnetica utile ai fini della verifica del non
superamento del valore di attenzione e dell’obiettivo di qualità – art. 5 DPCM 8 luglio 2003” –
GU n. 153 del 2 luglio 2008), che chiude il quadro disegnato dal DPCM 8 luglio 2003
definendo le metodiche di misura e valutazione che permettono di confrontarsi con i valori di
attenzione e obiettivi di qualità fissati da quel decreto.
La Regione Sardegna, con Deliberazione di G.R. n. 12/24 del 25 marzo 2010, ha approvato le
direttive regionali in materia di inquinamento elettromagnetico, che costituiscono lo
strumento di riferimento sia per i soggetti pubblici coinvolti, in particolare le amministrazioni

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comunali, sia per i soggetti privati, proprietari e gestori di impianti fissi per le
telecomunicazioni e la radiotelevisione che generano campi elettromagnetici.
La direttiva, oltre a perseguire gli obiettivi di tutela della salute e di salvaguardia della
popolazione esposta ad emissioni elettromagnetiche, si propone di fornire indirizzi e criteri in
merito alla gestione delle procedure che autorizzano la localizzazione, l’installazione e la
modifica degli impianti fissi per le telecomunicazioni e la radiotelevisione.

Linee elettriche, stazioni e cabine di trasformazione


La rete elettrica di trasmissione è composta da linee elettriche ad altissima tensione e da
alcune linee ad alta tensione, nonché dalle stazioni di trasformazione da altissima ad alta
tensione.
La rete elettrica di distribuzione è composta da linee elettriche ad alta, media e bassa
tensione, nonché da stazioni di trasformazione da alta a media tensione (cabine primarie), e
dalle cabine di trasformazione da media a bassa tensione, le cabine secondarie, spesso
installate in prossimità di insediamenti residenziali o industriali.
La pressione esercitata sul territorio dalla rete di trasmissione e distribuzione di energia
elettrica può essere rappresentata attraverso l’indicazione del chilometraggio delle linee
elettriche suddivise per tensione (bassa-media tensione 40 kV, alta tensione 40-150 kV e
altissima tensione 220 e 380 kV) e il numero di stazioni o di cabine di trasformazione primarie e
cabine di trasformazione secondarie.
Linee elettriche, stazioni e cabine di trasformazione
Unità
Indicatore di Valore Fonte del dato
misura
Estensione delle linee elettriche a bassa-media
Km n.d.
tensione (40 kV)
Estensione delle linee elettriche ad alta tensione
Km n.d.
(40-150 kV)
Estensione delle linee elettriche ad altissima
Km n.d. Terna / ENEL
tensione (220 e 380 kV)
Numero di stazioni o di cabine di trasformazione
n° n.d.
primarie
Numero di stazioni o di cabine di trasformazione
n° n.d.
secondarie

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 110


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Impianti radiotelevisivi (RTV) e stazioni radio base (SRB)


Il settore delle radiotelecomunicazioni sta vivendo attualmente una fase di profondo sviluppo
tecnologico che ha già manifestato i suoi primi effetti in recenti adeguamenti della
normativa di settore.
Il recente passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale per gli impianti
radiotelevisivi ha portato ad una diminuzione del numero delle installazioni.
Sebbene gli impianti RTV siano caratterizzati da una maggiore pressione sul territorio in termini
di potenza utilizzata rispetto alle SRB è anche vero che queste ultime hanno bisogno di una
distribuzione più fitta e più uniforme sul territorio, che le rende spesso oggetto di numerose
richieste di controllo da parte dei cittadini. Inoltre il forte sviluppo tecnologico che sta
investendo il settore della telefonia mobile richiede l’installazione sul territorio di nuovi impianti
cercando ove possibile di sfruttare le tecniche di cositing che consentono di posizionare

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nello stesso sito più impianti.

Impianti radiotelevisivi (RTV), stazioni radio base (SRB), impianti ponte radio e impianti radar nel territorio
comunale di Sant’Antioco
Unità
Indicatore di Valore Fonte del dato
misura
TIPO SERVIZIO
Impianti di diffusione radio-TV n° TV analogica 1
Radio FM 12
TIPO SERVIZIO
DCS-1800 34
GSM-900 112
Stazioni radio-base (telefonia RAS - Catasto degli
n° UMTS-2000 6
Impianti in mobile) UMTS-2100 3 impianti fissi che
esercizio UMTS-2400 22 generano campi
UMTS-900 3 elettromagnetici
Tipo di servizio
DVBH 3
Televisione e DVB-H n° DVBT 11
TV analogica 115
totake 129

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 111


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Figura 29: Localizzazione degli impianti radiotelevisivi (RTV), delle stazioni radio base (SRB) in esercizio e
autorizzati – centro abitato (fonte: nostre elaborazioni su dati RAS - Catasto degli impianti fissi che
generano campi elettromagnetici)

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 112


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Regolamento comunale, per il corretto esercizio ed insediamento di impianti di telefonia


mobile e di radiocomunicazione
Il Regolamento comunale di Sant’Antioco, previsto dall’art. 8 della legge 36/2001 e dalla
legge regionale 9/2006, disciplina la corretta installazione urbanistica ambientale e territoriale
degli impianti di radiocomunicazione eroganti campi elettromagnetici (CEM).
Tale regolamento è stato integrato al piano di identificazione delle aree sensibili, ai sensi
all’articolo 55, comma 4 della L.R. n. 9/2006, laddove il Comune può vietare l’installazione di
impianti fissi o mobili di radiocomunicazione.
Il regolamento individua nell’appendice B, le aree sensibili di interesse socio-sanitario e di
interesse storico-architettonico e paesaggistico-ambientale, rappresentate nella figura
seguente.

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Le aree sensibili di interesse socio-sanitario sono quelle nelle quali risiedono o possono
permanere per un tempo prolungato soggetti sensibili, e sono pertanto identificabili nelle
aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali e scolastiche, parchi urbani o parchi
giochi. All’interno di tali aree non è consentita l’installazione di impianti fissi o mobili.
Le aree sensibili di interesse storico-architettonico e paesaggistico-ambientale sono quelle
nelle quali devono essere evitati impatti di tipo visivo.
Il comune, all’interno delle succitate aree, può rilasciare l’autorizzazione concordando con i
gestori o i proprietari degli impianti le modalità di installazione, provvedendo a acquisire i
pareri/autorizzazioni degli enti/amministrazioni competenti.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 113


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Figura 30: Planimetria aree sensibili (Appendice B al Regolamento comunale elaborato a cura dell’Ing. Matteo Cherchi)

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 114


DOCIUMENTO DI SCOPING

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5.1.12 Schede di sintesi dell’analisi ambientale del contesto

COMPONENTE PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA


Qualità dell’aria - La situazione registrata nell’area di - Area potenzialmente critica per la
Sant’Antioco nel 2015 (Fonte salute umana e per gli ecosistemi
“Relazione della qualità dell’Aria in
Sardegna – anno 2015”) risulta entro
la norma per tutti gli inquinanti
monitorati.
Acqua - Programmi e interventi atti a - Presenza di attività industriali
riqualificare e bonificare le aree pregresse che hanno determinato la
inquinate contaminazione delle acque

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Rifiuti e bonifiche - Realizzazione degli interventi di - Contaminazione dei sedimenti del
bonifica dell’area ex Sardamag fondale marino da metalli pesanti, in
- Il porto è dotato di Piano di raccolta particolare nel canale navigabile.
e di gestione dei rifiuti prodotti dalle
navi e dei residui del carico
Suolo - Presenza di settori costieri
caratterizzati da un elevato grado di
naturalità e valenza paesaggistica;
- Elevata variabilità geomorfologica,
litologica e pedologica.
Flora, fauna e - Presenza di aree adiacenti di - Presenza di aree fortemente
biodiversità notevole pregio sotto il profilo degradate e inquinamento
ecologico e conservazionistico (Rete
Natura 2000, IBA)
- Possibile presenza di specie
floristiche dall’elevato valore
conservazionistico /o biogeografico
- Presenza di aree ecotonali
strategiche per il mantenimento
della connettività ecologiche
Paesaggio e - Posizione strategica dell’area − Presenza di siti inquinati (area ex
Assetto storico - portuale, di cerniera tra i sistemi di Sardamag e Portovesme);
culturale aree umide e tra i due affacci
marittimi (mare interno a nord, Golfo − Scarsa qualità delle connessioni con
di Palmas a Sud); il centro abitato e con i siti
naturalistici;
- Presenza di aree di pregio
naturalistico caratterizzate da una − Marginalizzazione degli elementi di
crescente vocazione turistica pregio storico-culturale (ponte
(Stagno di Santa Caterina, Laguna); romano).
- Prossimità al sito storico del porto
romano.
Assetto
− Previsioni del PUC vigente orientate − Scarsa connessione fisica e
insediativo
alla ricucitura del tessuto urbano con funzionale tra porto e centro
l’area portuale e con i parchi abitato attraverso il settore del
ambientali. lungomare;
− Presenza dell’area ex Sardamag a
separazione tra il porto, le aree
artigianali e l’ambito urbano.
Aspetti
− Dal 2002 in poi i saldi migratori − Decremento della popolazione
demografici
mostrano valori oscillanti ma residente (1995-2015) pari a oltre
prevalentemente positivi. 800 unità;
− Valori del saldo naturale quasi

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 115


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COMPONENTE PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA


sempre negativi e tendenzialmente
decrescenti (1995-2015).
− Valori dell’indice di vecchiaia
superiori rispetto al dato medio
provinciale, regionale e nazionale
(261% al 1° gennaio 2016).
Sistema
− Specificità della cantieristica nautica − Accessibilità ai servizi nautici fra le
economico
locale (imbarcazioni in legno), con diverse aree portuali di
produttivo
importanti risvolti per l’indotto Sant’Antioco limitata dalle
dell’artigianato caratteristiche dimensionali del
ponte

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− Sant’Antioco è il secondo Comune
della regione per numero di addetti − Inadeguatezza delle strutture di
nel gruppo di attività economica supporto alla cantieristica;
della pesca (230 unità alla data
− Limitazione alle attività di pesca
dell’ultimo Censimento dell’Industria
durante le esercitazioni militari a
e dei Servizi)
Capo Teulada.
− Dimensione media delle imprese
− Mancata valorizzazione delle
attive nel settore della pesca
potenzialità ambientali,
superiore rispetto agli ambiti
paesaggistiche ed economiche del
territoriali di riferimento.
sistema lagunare a sud dell’abitato
− La produzione delle vicine saline di di Sant’Antioco;
Santa Caterina costituisce la
− Tasso di attività inferiore rispetto a
principale merce trafficata a livello
quello rilevato negli ambiti territoriali
commerciale
di riferimento (43% al 2011)
− Incremento del numero di addetti
− Tasso di disoccupazione superiore
nel “commercio all'ingrosso e al
rispetto a quello rilevato negli ambiti
dettaglio riparazione di autoveicoli e
territoriali di riferimento (23,1% al
motocicli”
2011)
− Presenza della Zona Franca Urbana
− Decremento del numero di addetti
che garantisce benefici fiscali a 332
nei settori delle attività
piccole e micro imprese operanti a
manifatturiere, della pesca e
Sant'Antioco.
dell’estrazione di minerali da cave e
miniere;
− Debole capacità competitiva del
settore turistico.
Mobilità e
− Connessione con il sistema portuale − Scarsa profondità del fondale,
trasporti
di Portoscuso, Carloforte e Calasetta dovuta al continuo apporto di
sedimenti ad opera delle correnti
− Riferimento principale per l’intero
marine;
Golfo di Palmas e prossimità con il
Golfo di Cagliari. − Il ponte della SS126 costituisce un
limite alla navigazione tra ambito
− Sono previsti interventi finalizzati
portuale e laguna.
all’incremento della profondità dei
fondali, fino ad un minimo di 7,5 m − Difficoltà di accesso al sistema
s.l.m., del canale d’accesso e del portuale;
bacino di manovra del porto
commerciale, mediante operazioni
di dragaggio.
− Previsto potenziamento delle
infrastrutture viarie di collegamento
delle zone costiere con quelle
dell'interno e dei principali assi

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 116


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COMPONENTE PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA


stradali (Piano Sulcis)

Campi
− Il Comune di Sant’Antioco è dotato
elettromagnetici
di un Regolamento comunale, per il
corretto esercizio ed insediamento di
impianti di telefonia mobile e di
radiocomunicazione
Rumore
− Il Comune di Sant’Antioco è dotato
di Piano di zonizzazione acustica del
territorio comunale

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− Nell’ambito di competenza del
Piano Regolatore Portuale non
risultano presenti recettori sensibili

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 117


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6 Piani e Programmi di riferimento

Il Piano deve essere analizzato in relazione al contesto programmatico e della pianificazione


sovraordinata vigente. Nello specifico è necessario valutare se le linee di sviluppo delineate
dal Piano sono coerenti con gli obiettivi, indirizzi e prescrizioni definiti da altri Piani e/o
Programmi vigenti.
A tal fine occorre esaminare i Piani e/o Programmi, sia sovraordinati che di pari livello, rispetto
ai quali è necessario svolgere l’analisi di coerenza esterna dello stesso Piano Regolatore
Portuale, approfondendo e specificando eventuali relazioni ed interferenze.
In particolare, i Piani considerati significativi per il Piano sono i seguenti:

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PIANO O PROGRAMMA RIFERIMENTO NORMATIVO STATO DI AVANZAMENTO
Piano Paesaggistico Regionale Approvato con D.G.R. n. 36/7 del
L.R. n. 8 del 25.11.2004
(PPR) 5.9.2006
Approvato con Decreto del
Presidente della Regione Sardegna n.
L. 19 maggio 1989, n. 183, 67 del 10.7.2006
Piano di Assetto Idrogeologico
art. 17, comma 6, ter - D.L. Aggiornamento Norme di Attuazione
(PAI)
180/98 con i Decreti del Presidente della
Regione Sardegna n.148 del
26.10.2012 e n.130 del 8.10.2013
Piano Stralcio delle Fasce Fluviali Approvato con Delibera n. 1 del
L. 19 maggio 1989, n. 183
(PSFF) 20.6.2013
D.Lgs. 152/99, art. 44, L.R. Approvato con D.G.R. n. 14/16 del
Piano di Tutela delle Acque (PTA)
14/2000, art. 2 4.4.2006
Direttiva quadro sulle
Piano di Gestione del Distretto
Acque (Direttiva Adottato con delibera del Comitato
Idrografico Regionale e suoi
2000/60/CE) – Legge n. 13 Istituzionale n. 1 del 25/02/2010
aggiornamenti
del 27/02/2009
Piano di gestione del rischio di Direttiva 2007/60/CE e Adottato con Delibera del Comitato
alluvioni (PGRA) D.Lgs. 49/2010 Istituzionale n. 1 del 30/07/2015
Piano Energetico Ambientale
D.Lgs. n. 112 del 31 marzo Adottato con D.G.R. n. 5/1 del
Regionale della
1998 28.01.2016
Sardegna(PEARS)
Approvato dalla Giunta regionale
Piano Regionale di qualità
D.lgs. 155/2010 e s.m.i. con la deliberazione n. 1/3 del
dell’aria ambiente
10.01.2017.
Adottato con D.G.R. n. 66/23 del
Piano Regionale dei trasporti L.R. n. 21/2005
27.11.2008
Piano Regionale di Gestione dei D.Lgs. n° 152 del 3 aprile Approvato con Del.G.R. n. 65/19 del
Rifiuti 2006, art. 196 23.12.2016
Approvato dalla Commissione
Regolamento (UE) n.
Piano di Sviluppo Rurale della Europea il 19 agosto 2015 con
1305/2013 del Parlamento
Sardegna Decisione di esecuzione C(2015)
europeo e del Consiglio
5893.
Piano Urbanistico e Territoriale di Adottato con la deliberazione del
L.R. n. 45/1989, art. 1,
Coordinamento della Provincia Consiglio Provinciale n. 3 del 23
comma 1
di Carbonia Iglesias (PUP/PTCP) Gennaio 2012.
Piano di disinquinamento per il Approvato con Decreto del
risanamento del territorio del Presidente del Consiglio dei Ministri
Sulcis Iglesiente del 23 aprile 1993
Piano Urbanistico Comunale di L.R. n. 45/1989, art. 1, Approvato con Delibera del

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 118


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PIANO O PROGRAMMA RIFERIMENTO NORMATIVO STATO DI AVANZAMENTO


Sant’Antioco comma 1 Consiglio Comunale n.10/2000
Piano di Gestione del SIC Direttiva Habitat Approvato con Decreto N.107 del
ITB042223 “Stagno di Santa (92/43/CEE) e Direttiva 26/11/2008 dell’Assessorato della
Caterina” Uccelli (79/409/CEE) Difesa dell’Ambiente
Piano di Gestione del SIC Direttiva Habitat Approvato con Decreto N.67 del
ITB042225 “Is Pruinis” (92/43/CEE) e Direttiva 30/07/2008 dell’Assessorato della
Uccelli (79/409/CEE) Difesa dell’Ambiente
Piano comunale di Approvato con Delibera del Consiglio
Legge 447/1995
classificazione acustica Comunale n. 3 del 18/01/2013

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 119


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7 Obiettivi di sostenibilità ambientale del Piano

7.1.1 Criteri di sostenibilità ambientale


Dalle politiche per lo sviluppo sostenibile promosse in questi ultimi anni, sono emersi una serie
di criteri a cui ogni territorio può fare riferimento per definire i propri obiettivi locali di
sostenibilità, che raccolgono i parametri su cui effettuare la VAS. L’assunzione della
sostenibilità come modello di sviluppo di una comunità deve necessariamente tenere conto
di quattro dimensioni:
- sostenibilità ambientale, intesa come capacità di mantenere nel tempo qualità e
riproducibilità delle risorse naturali; garantendo l’integrità dell’ecosistema per evitare che
l’insieme degli elementi da cui dipende la vita sia alterato; preservazione della diversità
biologica;

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- sostenibilità economica, intesa come capacità di generare, in modo duraturo, reddito e
lavoro per il sostentamento della popolazione; eco-efficienza dell’economia intesa, in
particolare come uso razionale ed efficiente delle risorse, con la riduzione dell’impiego di
quelle non rinnovabili;
- sostenibilità sociale, intesa come capacità di garantire condizioni dì benessere umano e
accesso alle opportunità (sicurezza, salute, istruzione, ma anche divertimento, serenità,
socialità), distribuite in modo equo tra strati sociali, età e generi, ed in particolare tra le
comunità attuali e quelle future;
- sostenibilità istituzionale, come capacità di rafforzare e migliorare la partecipazione dei
cittadini alla gestione dei processi decisionali; i processi di decisione politica devono
corrispondere ai bisogni ed alle necessità degli individui, integrando le aspettative e le
attività di questi ultimi. Capacità di un buon governo.
La definizione del set di obiettivi locali di sostenibilità deve dunque necessariamente cercare
di rispettare i seguenti principi:
- il grado di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve essere superiore alla loro capacità di
rigenerazione;
- l’immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell’ambiente non deve superare la
capacità di autodepurazione dell’ambiente stesso;
- lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo.
Nel rispetto di questi principi, per l’integrazione degli aspetti ambientali nel processo di
redazione del Piano Regolatore Portuale, si farà riferimento ai dieci criteri di sostenibilità
proposti dal “Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei
Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione Europea” (Commissione Europea, DGXI Ambiente,
Sicurezza Nucleare e Protezione Civile – Agosto 1998) e riportati nella tabella seguente:
ELENCO DEI 10 CRITERI DI SOSTENIBILITÀ INDICATI NEL MANUALE UE
1 Ridurre al minimo l’impegno delle risorse energetiche non rinnovabili
2 Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione
Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti
3
pericolosi/inquinanti
4 Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi
5 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche
6 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali
7 Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale
8 Protezione dell’atmosfera
Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo
9
ambientale

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 120


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ELENCO DEI 10 CRITERI DI SOSTENIBILITÀ INDICATI NEL MANUALE UE


Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo
10
sostenibile

7.1.2 Contestualizzazione dei criteri di sostenibilità ambientale


Gli obiettivi di sviluppo sostenibile volti a diminuire, nell’attuazione delle politiche di settore, la
pressione sull’ambiente e ad incidere direttamente sulla qualità ambientale, formulati a
partire dai 10 criteri di sostenibilità ambientale indicati nel Manuale UE, sono stati calibrati in
relazione alle specificità e alle esigenze del contesto territoriale di San’Antioco.

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Obiettivo Generale di Obiettivo di Sostenibilità
Componente
Sostenibilità Correlato

ObS.02.1 - Prevenire i fenomeni


di inquinamento delle acque
ObS.02 – Tutela della risorsa marino-costiere
Acqua
idrica
ObS.02.2 – Favorire l’adozione
di sistemi per la riduzione dei
consumi idrici
ObS.03.1 – Prevedere una
ObS.03 – Prevenire e ridurre la
gestione sostenibile dei rifiuti
Rifiuti produzione e la pericolosità dei
prodotti nel porto
rifiuti
commerciale di Sant’Antioco

ObS.04.1 – Prevenire i
ObS.04 - Conservare e
fenomeni di erosione della
migliorare lo stato della risorsa
costa
Suolo suolo limitandone il consumo e
prevenendo fenomeni di ObS.04.1 – Contenere il
sovrasfruttamento consumo di suolo
ObS.04 - Conservare e
ObS.04.1 - Favorire la
migliorare lo stato della flora e
Flora, fauna e biodiversita’ conservazione degli ecosistemi
della fauna selvatiche, degli
costieri locali
habitat e delle specie presenti

ObS.05.1 – Conservazione e
ObS.05 – Tutelare e valorizzare il
Paesaggio e assetto gestione dei paesaggi di
patrimonio storico - culturale e
storico-culturale interesse storico-culturale e
paesaggistico
paesaggistico

ObS.06.1 – Fornire servizi


ObS.07 - Favorire uno sviluppo
Sistema socio-economico portuali coerenti con il
economico sostenibile del
produttivo contesto ambientale e turistico
territorio
comunale
ObS.07 - Favorire forme di ObS.07.1 – Favorire forme di
mobilità sostenibile mobilità sostenibile
Mobilità e trasporti
ObS.08.1 Qualificare e migliorare
ObS.08 - Migliorare il sistema di
il sistema di accessibilità
accessibilità
all’ambito portuale

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 121


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COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

8 Sistema di Monitoraggio

L’art. 10 comma 1 della Direttiva 2001/42/CE prevede che gli Stati membri controllino gli
effetti ambientali significativi dell’attuazione dei Piani e dei Programmi al fine di individuare
tempestivamente gli effetti negativi imprevisti ed essere in grado di adottare le misure
correttive ritenute opportune. Il secondo comma precisa che possono essere impiegati a tal
fine i meccanismi di controllo esistenti, onde evitare una duplicazione del monitoraggio.
L’attività di monitoraggio di un Piano può quindi essere genericamente definita come
quell’insieme di procedure e di attività finalizzate a fornire un costante flusso di informazioni
sullo stato di attuazione del Piano, sul grado di raggiungimento dei risultati attesi e degli
effetti previsti.
Il monitoraggio dunque serve per verificare in itinere il processo di pianificazione e di

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realizzazione dei singoli interventi attivati e costituisce la base informativa indispensabile per
individuare le eventuali criticità dell’attuazione degli interventi e per definire le azioni utili alla
risoluzione delle stesse, al fine di garantire il perseguimento degli obiettivi del Piano. Qualora,
a seguito dell’attuazione del Piano, il monitoraggio dovesse mettere in evidenza effetti
negativi sull’ambiente, sarà quindi necessario operare un’adeguata rimodulazione delle
azioni di Piano.

8.1.1 Scopo dell’attività di monitoraggio


All’interno del processo di VAS, l’attività di monitoraggio degli effetti ambientali significativi
delle azioni di Piano ha lo scopo di:
- osservare l’evoluzione del contesto ambientale di riferimento, anche al fine di individuare
effetti ambientali imprevisti non direttamente riconducibili alla realizzazione degli
interventi;
- individuare gli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del Piano;
- verificare l’adozione delle misure di mitigazione previste nella realizzazione dei singoli
interventi;
- verificare la qualità delle informazioni contenute nel Rapporto Ambientale;
- verificare la rispondenza del PCVB agli obiettivi di protezione dell’ambiente individuati nel
Rapporto Ambientale;
- consentire di definire ed adottare le opportune misure correttive che si rendono
eventualmente necessarie in caso di effetti ambientali negativi significativi.
Il monitoraggio rappresenta, quindi, un aspetto sostanziale del carattere strategico della
valutazione ambientale, trattandosi di una fase pro-attiva dalla quale trarre indicazioni per il
progressivo riallineamento dei contenuti del Piano agli obiettivi di protezione ambientale
stabiliti, con azioni specifiche correttive.
In tal senso, il monitoraggio rappresenta una attività più complessa e articolata della mera
raccolta e aggiornamento di informazioni, ma è una attività di supporto alle decisioni, anche
collegata ad analisi valutative. Come indicato nel Quadro Strategico Nazionale (Q.S.N.)
2007-2013 (paragrafo VI. 2.3), il monitoraggio previsto dalla procedura VAS costituisce “una
opportunità e una base di partenza per la considerazione nelle valutazioni degli aspetti di
impatto ambientale”.

8.1.2 Indicatori
La valutazione generale dello stato delle componenti ambientali, in termini di valenze e
criticità, e degli aspetti rilevanti a cui il Piano dovrà dare risposta, anche in riferimento alle
prescrizioni normative degli strumenti di programmazione e pianificazione sovraordinata, ha
consentito una prima individuazione degli indicatori di monitoraggio, utili non soltanto per
descrivere lo stato delle componenti ambientali nel territorio marino costiero di interesse, ma

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 122


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anche per verificare gli effetti del Piano sull’ambiente ed il grado di raggiungimento degli
obiettivi perseguiti dal Piano.
In particolare, nella scelta degli indicatori, si è tenuto conto delle seguenti caratteristiche:
- Pertinenza: attinenza dell’indicatore alle tematiche proposte negli obiettivi;
- Significatività: capacità dell’indicatore di rappresentare in modo chiaro ed efficace le
problematiche;
- Popolabilità: disponibilità di dati per il calcolo dell’indicatore;
- Aggiornabilità: possibilità di avere nuovi valori della stessa serie storica che permettano
l’aggiornamento dell’indicatore;
- Rapporto costi-efficacia buono: dispendio di risorse non eccessivo per il reperimento dei

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dati utili per la definizione dell’indicatore in rapporto all’informazione finale contenuta
nell’indicatore medesimo;
- Massimo livello di dettaglio significativo: possibilità di rappresentare la distribuzione
spaziale dei valori dell’indicatore sul territorio utilizzando informazioni georeferenziate;
- Comunicabilità: immediata comprensibilità da parte di un pubblico di tecnici e di non
tecnici, semplicità di interpretazione e di rappresentazione mediante l’utilizzo di strumenti
quali tabelle, grafici o mappe;
- Sensitività alle azioni di piano: in modo da registrare le variazioni significative delle
componenti ambientali indotte dall’attuazione delle azioni di piano; questa proprietà è
particolarmente necessaria nel caso di Comuni di piccole dimensioni;
- Tempo di risposta sufficientemente breve: in modo da riflettere i cambiamenti generati
dalle azioni di piano; in caso contrario il riorientamento del piano potrebbe essere tardivo
e dare origine a fenomeni di accumulo non trascurabili sul lungo periodo;
- Impronta spaziale: in modo da rappresentare l’andamento nello spazio dei fenomeni cui
si riferisce (qualora siano disponibili informazioni georeferenziate, per rendere chiaro il
fenomeno si utilizzano delle mappe create con i GIS).

8.1.3 Rapporti di monitoraggio


L’amministrazione comunale di Sant’Antioco divulgherà i risultati delle attività di
monitoraggio attraverso la redazione di un rapporto annuale che sarà pubblicato sul sito
internet del comune e inviato alla Autorità competente per il procedimento di VAS.
Il rapporto di monitoraggio dovrà contenere informazioni inerenti le modalità di popolazione
degli indicatori, la fonte dei dati, la periodicità ed il soggetto responsabile
dell’aggiornamento.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 123


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9 Proposta di indice del Rapporto Ambientale

Rapporto Ambientale
1 PREMESSA
2 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
2.1 Quadro normativo di riferimento
2.2 Processo di VAS
2.3 Fasi della VAS
2.4 Procedura di valutazione adottata

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2.5 Consultazione e partecipazione
3 PIANO REGOLATORE DEL PORTO DI SANT’ANTIOCO
3.1 I contenuti del Piano Regolatore del Porto
3.4 Obiettivi generali del Piano Regolatore del Porto
4 ANALISI DI COERENZA ESTERNA DEL PIANO REGOLATORE DEL PORTO DI SANT’ANTIOCO
4.1 Piani e Programmi di riferimento
4.2 Valutazione di coerenza esterna
5 ANALISI DI CONTESTO
5.1 Analisi dello stato dell’ambiente per componenti
6 ANALISI DI COERENZA DEL PRP CON I CRITERI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE.
6.1. Obiettivi di sviluppo sostenibile
6.2 Valutazione di coerenza tra obiettivi specifici del PRP e gli obiettivi di sviluppo sostenibile
7 VERIFICA E RAPPRESENTAZIONE DI COERENZA INTERNA
8 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI DELLE SCELTE DI PIANO
8.1 Metodologia di valutazione
8.2 Quadro Valutativo Sinottico
8.3 Scenari di trasformazione
9 PROGRAMMA DI MONITORAGGIO
9.1 Scopo dell’attività di monitoraggio
9.2 Il Programma di Monitoraggio
9.2.1 Selezione degli indicatori
Allegato 1 – Schede descrittive indicatori

Sintesi non Tecnica del Rapporto Ambientale

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 124


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10 Allegato I – Elenco soggetti competenti in materia ambientale


Regione Autonoma della Sardegna

Assessorato della Difesa dell’Ambiente

Direzione generale della difesa dell'ambiente


Via Roma, 80 - 09123 Cagliari
Servizio della sostenibilità ambientale e valutazione impatti
Servizio tutela dell'atmosfera e del territorio (gestione rifiuti)
Servizio tutela della natura
Servizio tutela dell'atmosfera e del territorio (antinquinamento atmosferico)

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Via Roma, 80 - 09123 Cagliari

Regione Autonoma della Sardegna


Assessorato degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica

Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia


Viale Trieste, 186 - 09123 Cagliari
Servizio pianificazione paesaggistica e urbanistica
Viale Trieste, 186 - 09123 Cagliari
Servizio tutela paesaggistica per le province di Cagliari e di Carbonia-Iglesias
Viale Trieste, 186 - 09123 Cagliari

Regione Autonoma della Sardegna


Assessorato dei Trasporti

Direzione generale del Trasporti


Via XXIX Novembre - 09123 Cagliari

Regione Autonoma della Sardegna


Assessorato degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica

Direzione generale enti locali e finanze


Viale Trieste, 186 - 09123 Cagliari
Servizio centrale demanio e patrimonio
Viale Trieste, 186 - 09123 Cagliari

Regione Autonoma della Sardegna


Assessorato Agricoltura e Riforma Agropastorale

Via Pessagno, 4 - 09126 Cagliari

Regione Autonoma della Sardegna


Assessorato dei Lavori Pubblici

Direzione generale dei lavori pubblici


Servizio del genio civile di Cagliari
Via San Simone, 60 - 09123 Cagliari

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 125


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Regione Autonoma della Sardegna


Direzione generale agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna

Viale Trieste, 159/3 – 09123 Cagliari


Servizio difesa del suolo, assetto idrogeologico e gestione del rischio alluvioni
viale Trento, 69 - 09123 Cagliari
Servizio tutela e gestione delle risorse idriche, vigilanza sui servizi idrici e gestione della siccità
via Roma, 80 - 09123 Cagliari

Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna (ARPAS)


Direzione generale dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna (Arpas)

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


Via Contivecchi, 7- 09122 Cagliari
Dipartimento di Carbonia-Iglesias
Via Cagliari, 1 - 09010 Portoscuso

Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna (ARPAS)


Direzione Tecnico-scientifica - Dipartimento Sulcis
Servizio Valutazione e Analisi Ambientale
Via Napoli, 7 - Portoscuso

Agenzia Conservatoria delle Coste della Sardegna


Via Mameli, 96 - 09123 Cagliari

Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna


Via Monteverdi, 16 - 09016 Iglesias

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna


Via dei Salinieri 20-24 - 09127 - Cagliari

Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano


Piazza Indipendenza 7 - 09124 - Cagliari

Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per le


Province di Cagliari e Oristano
Via Cesare Battisti, 2 - 09123 - Cagliari

Provincia del Sud Sardegna


Settore Ambiente
Area dei servizi ambientali e protezione civile
Via Argentaria, 14 – Iglesias
Servizio Pianificazione del territorio
Via Fertilia,40 – Carbonia
Sistema Turistico Locale Sulcis Iglesiente
Via Mazzini, 39 - 09013 Carbonia

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 126


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COMUNE DI SANT’ANTIOCO PIANO REGOLATORE PORTUALE

Ufficio Circondariale Marittimo di Sant'Antioco - Porto di Sant'Antioco

Loc. Ponte Romano, 09017 Sant'Antioco CI

Azienda Sanitaria Locale di Carbonia (ASL 7 - Carbonia)


Direzione Generale
via Dalmazia - 09013 Carbonia

Capitaneria di Porto di Cagliari

Via dei Calafati, 19 – 09100 Cagliari

C_I294 - 0 - 1 - 2017-11-15 - 0023544


Abbanoa S.p.A

Via Crocifisso, 94 - Iglesias


tel 800/062692
protocollo@pec.abbanoa.it

Azienda del Dogane


Sede operativa territoriale di Portovesme (CI)
c/o Porto di Portovesme - 09018 Portovesme (CI)

Consorzio Industriale Provinciale Carbonia Iglesias


Agglomerato industriale Portovesme
09010 - Portoscuso (CI)

Comune di Calasetta
Piazza Pietro Belly, 1, 09011 Calasetta CI

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