Sei sulla pagina 1di 1

Napoleone è morto, come il corpo e senza ricordi,

dopo aver esalato l’ultimo respiro,


rimase immobile,
privo di un così nobile sospiro,
così scossa e sbalordita,
davanti l’annuncio della morte di napoleone,
muta nel pensare all’ultima ora dell’uomo segnato dal destino
ne sa quando un uomo altrettanto potente
Calpesterà nuovamente la sua polvere insanguinata.
Lui al fine della gloria al trono video la mia voce di poeta e tacque (rimase muto);
quando con veloce alternanza cadde, (in esilio dopo Lipsia), risorse, (durante il governo di
100 giorni), morì, ma non ha mai unito la sua voce al coro di 1000 altre,
non macchiato da lodi servili né da vili insulti, sorge commosso d’improvvisa scomparsa di
una personalità così grande;
e rivolgo alla tomba una poesia che forse non morirà.
Dalle campagne d’Italia, alle campagne d’Egitto, dalla spedizione di Spagna, alle varie
campagne in Germania, (dal Mancare al reno); i progetti che balenavano nella mente di
quell’uomo intrepido, erano seguiti immediatamente dalla realizzazione, con la stessa
rapidità con la quale al lampeggiare del fulmine segue il rumore del suo schianto: come un
fulmine scoppiò dalla Calabria alla Russia.
Fu vera gloria? Alle persone che seguiranno la dura scelta. Noi possiamo solo chinarci
davanti dio, che volle imprimere in napoleone un grande esempio della sua creatrice.
La tempestosa e trepida gioia di un gran progetto, l’ansia di un cuore irrequieto a piegarsi
alla volontà altrui serve, mirando ad ottenere il potere; e lo realizza, e riceve un premio che
era da folli sperare.
Lui provò tutto: la gloria dopo il pericolo scampato, la ritirata alla sconfitta e la vittoria, il
trono e il triste esilio: due volte in sconfitta, due volte al trono.
Egli si annunciò, il ‘700 e l’800, fra loro diversi, si inchinarono umilmente al suo volere,
come per aspettare il fato. Egli impose il silenzio, tacitò i loro contrasti e sedette come
arbitro tra di essi.
Sparì dalla scena pubblica e nell’inerzia forzata morì su un’isola così piccola, oggetto
d’invidia e pietà profonda da parte di quelli che consideravano la sua parte in condizione di
vinto, d’infinito odio e d’indomato amore.
Come sul capo del naufrago l’onda si abbatte e spinge con forza, l’onda su cui poco prima
lo sguardo dell’infelice correva alto e dritto, nel vano tentativo di avvisare lontani approdi.

Potrebbero piacerti anche